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Introduzione di Alessandra Mottola Molfino al corso nazionale di formazione 2013-2014 Italia Nostra e l Educazione al Patrimonio Culturale

Nell'art. 3 dello Statuto di Italia Nostra, che ne definisce gli scopi, è scritto che una delle attività istituzionali è:... h) promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese mediante opportune iniziative di educazione ambientale nelle scuole, formazione ed aggiornamento professionale dei docenti nonché mediante attività di formazione ed educazione permanente nella società.

Noi crediamo nell importanza dell educazione permanente e ricorrente, dell educazione per l inclusione sociale e per l integrazione culturale. Per Italia Nostra l'educazione permanente non è soltanto un campo specifico del settore Educazione, ma è trasversale a tutta l'associazione.

Il metodo educativo che proponiamo a livello nazionale vuole suscitare nei cittadini del nostro Paese la conoscenza delle potenzialità formative del Patrimonio Culturale, in grado di incidere su competenze e comportamenti relativi alla persona nel suo complesso, riferibili alla cittadinanza attiva e democratica e non legate esclusivamente all ambito disciplinare istituzionale o a parziali aperture interdisciplinari.

Gli strumenti di lavoro che offriremo saranno, in particolare: Corsi di formazione e Lezioni/seminari/conferenze (anche on-line) a livello nazionale e decentrati in tutta Italia e in collaborazione con le nostre sezioni; una Comunicazione digitale che si avvalga di tutti i dispositivi elettronici ormai diffusi; e un nostro Sito Web di servizio (www.italianostraedu.org ). Schede tipo di metodo e di tecnica di lettura per analizzare i paesaggi (urbani, rurali, costieri, naturali, ecc.); e il patrimonio artistico, storico e antropologico.

Per l anno scolastico 2013-14 il nostro progetto unitario nazionale Le pietre e i cittadini è dedicato alle città antiche, ai centri storici quali primi luoghi di nascita della cittadinanza, della civiltà democratica, della coesione sociale.

Quest anno abbiamo scelto. i centri storici In questi ultimi tempi i centri storici italiani corrono pericoli gravissimi. I più importanti (come Venezia, Firenze, Roma) ridotti a un luna park per turismo di massa; rapidamente svuotati dei loro abitanti (Venezia ormai sotto i 50.000; Roma da 300.000 a 100.000). I più piccoli abbandonati ormai dagli antichi abitanti scesi a valle in case più nuove e spogliati delle attività tradizionali che li rendevano vivi: 2.500 già abbandonati, circa 15.000 in corso.

Ma ci sono anche molti positivi tentativi di recupero, soprattutto per i piccoli centri: i progetti di alberghi diffusi, la Rete dei Borghi di eccellenza, la srl Borghi, le bandiere arancioni.it dei comuni e del TCI; le città slow.org.

Il nostro obiettivo educativo vuole essere quello di incoraggiare i giovanissimi con i propri insegnanti e le loro scuole a interessarsi di questi problemi, a capirne le ragioni e le conseguenze, a entrare in contatto con esperti (storici, architetti, urbanisti) grazie alla collaborazione con i soci e le sezioni di IN su tutto il territorio nazionale, a diventare parte attiva nella conservazione della memoria e per rivitalizzare il tessuto sociale e urbano.

...e i problemi delle periferie

...o degli abusi che non si riesce ad abbattere

Il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio Articolo 1 Principi 1. In attuazione dell'articolo 9 della Costituzione, la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale in coerenza con le attribuzioni di cui all'articolo 117 della Costituzione e secondo le disposizioni del presente codice. 2. La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura. Articolo 2 Patrimonio culturale 1. Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio

Articolo 131 Paesaggio 1. Per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni. 2. Il presente Codice tutela il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell'identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali.

I centri storici (tutti) sono per noi un unico monumento di cultura urbana secondo il presupposto che l intero insediamento storico vada considerato, per principio, come un insieme unitario, un unico pur se complesso bene culturale.

Italia Nostra è ancora oggi portatrice delle idee di Antonio Cederna e di altri storici dell architettura che nel 1960 hanno dato vita alla Carta di Gubbio

Raccomandazioni da: la Carta di Gubbio, 1960 Rifiutati i criteri del ripristino e delle aggiunte stilistiche, del rifacimento mimetico, della demolizione di edifici a carattere ambientale anche modesto, di ogni diradamento ed isolamento di edifici monumentali attuati con demolizioni nel tessuto edilizio, ed evitati, in linea di principio, i nuovi inserimenti nell'ambiente antico,

Italia Nostra difende un principio che considera inattaccabile: la priorità della tutela dei centri storici rispetto all intrusione di nuove architetture (anche di qualità) che ne cambierebbero per sempre la forma e la sostanza.

... e se inserissimo nelle lacune di un dipinto un'opera di Accardi?

(voglio citare dalla lettera di molti importanti architetti italiani pubblicata sul 1 numero del Bollettino di Italia Nostra nel 1957) L epoca attuale per la prima volta nella storia ci pone in grado di accostarci con eguale capacità di comprensione alle opere e agli ambienti di tutte le epoche passate: e questo ha fatto sorgere l esigenza tutta moderna della loro conservazione integrale. Di qui l obbligo tassativo della rinuncia a introdurre nuovi edifici nei centri storici, limitando gli interventi al risanamento conservativo, al restauro, alla dotazione dei servizi essenziali.

Non è questione di progetti più o meno belli: uno dei presupposti della modernità è quello di sapersi adeguare alle scelte urbanistiche e quindi di rinunciare, ove occorra, a costruire. Il vero problema non è architettonico, ma urbanistico: il piano regolatore deve assicurare ai centri storici destinazioni compatibili con il loro tessuto antico, sistemando altrove le strutture moderne che hanno esigenze. scala e funzioni del tutto diverse.

Perché, se davvero vogliamo nuove architetture di qualità, esse non vanno a riscattare le periferie? anziché (come accade) invadere i centri storici, avviando un processo di omogeneizzazione, una vera e propria periferizzazione delle loro gloriose architetture?

...con effetti di disordine e degrado

Per il tessuto edilizio connettivo interno ai centri storici l azione di ITALIA NOSTRA, a fianco della tutela esercitata allo Stato, mediante le Soprintendenze territoriali, chiede che il restauro, la manutenzione, la costruzione, avvengano secondo un piano unitario, sul fondamento di una analisi storica e tipologica dei singoli elementi che lo compongono.

Il metodo, tutto italiano, del restauro urbano non si limita alla ricomposizione delle facciate; esclude una organizzazione degli spazi interni radicalmente innovativa, e una ricostruzione meramente scenografica del paesaggio urbano, con il sacrificio della autentica identità urbana.

...una scenografia urbana spagnola

Nel 1995, Italia Nostra chiudeva il convegno del proprio 40nnio con la «Proposta di una nuova carta dei centri storici», che afferma come il «centro storico (sia) un organismo definito e compiuto, immutabile nella sua struttura», in quanto opera d arte, cuore e centro motore della città moderna e ribadiva il rifiuto degli sventramenti, demolizioni, diradamenti, così come dell inserimento di nuove architetture che comportino alterazioni e dissonanze.