Libera Novara Osservatorio provinciale sulle mafie Rassegna stampa Giugno 2012 SEZIONE LOMBARDIA. 184 http://osseravtorionovara.liberapiemonte.



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Transcript:

SEZIONE LOMBARDIA 184

01/06/2012 Gli abusi edilizi della Batcasa La Repubblica (ed.milano) 185

01/06/2012 Scavo abusivo, salute a rischio - Settegiorni 186

01/06/2012 Mafia, Sebri difende Simonini: Vittima di un attacco politico - Settegiorni 187

01/06/2012 Droga, arrestato un muratore La Provincia Pavese Droga, arrestato un muratore E egiziano: fermato a Lodi. Ha lavorato a lungo nel Pavese BELGIOIOSO. Droga, un arresto: un egiziano clandestino di 26 anni originario di El Dhakaliae residente presso un cugino in via Colombo a Piacenza, ma per diversi mesi impegnato in un cantiere edile di Belgioioso, è stato arrestato lunedì sera dai poliziotti delle volanti della questura di Lodi mentre fuggiva dalla stazione ferroviaria, dove gli agenti ritengono di averlo visto liberarsi di un pacchetto scuro contenente circa 100 grammi di hascisc, lanciandolo tra i binari. Lo straniero, C.I. le sue iniziali, è sottoposto a misura cautelare per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. Il controllo delle volanti è scattato verso le 21.15 nel piazzale davanti allo scalo ferroviario: lo straniero era stato già visto aggirarsi nei giorni precedenti e così si è deciso per un controllo, ma ad aggravare i sospetti è stato il suo comportamento. Alla vista delle divise si è messo a camminare velocemente verso i locali interni della stazione, cercando di entrare nei servizi igienici. Un addetto alle pulizia lo ha respinto e così, dopo aver lanciato qualcosa sui binari (l involucro con la droga poi recuperato dai poliziotti) ha cercato di far perdere le proprie tracce attraverso un sottopassaggio pedonale. Ma è stato bloccato e arrestato. In tasca meno di 15 euro e nessun documento. Ma ai terminali della polizia era già noto. Ha raccontato come, per vivere e pagare l affitto lavora qualche giorno la settimana in una macelleria etnica di Casalpusterlengo, il paese dove dice di aver abitato a lungo. Formalmente però è senza fissa dimora. 188

01/06/2012 Marijuana, pizzaiolo nei guai La Provincia Pavese Marijuana, pizzaiolo nei guai Denunciato il gestore di un locale di Verrua. Il 31enne aveva anche coltivato piante in un campo VERRUA PO. E finito nei guai perché accusato di aver prodotto e detenuto piante di marijuana. Si tratta di D.C., 31, residente a Pinarolo, gestore di una pizzeria a Verrua. L operazione è stata condotta dai carabinieri della stazione di Santa Giuletta (compagnia di Stradella). Secondo quanto è stato possibile apprendere, i controlli sarebbero stati originati da una segnalazione arrivata all Arma, da cui sarebbero partite le verifiche a carico del giovane. In particolare i carabinieri sottoponevano alle perquisizioni del caso sia l auto sia l abitazione del pizzaiolo. Le loro attenzioni si concentravano anche sul locale di Verrua gestito da D.C. ed in questo caso, secondo le accuse dei carabinieri, nascosti nel garage della pizzeria e anche all interno dello stesso locale venivano trovati quattrocento semi di marijuana. Inoltre è stato possibile reperire anche 13 piante di marijuana coltivate in un campo abbandonato in località Cà de Giorgi, nel territorio comunale di Pinarolo Po. Inoltre, all interno dell auto del 31enne veniva trovato un grammo di hashish. A quel punto scattava la segnalazione alla Procura della Repubblica di Voghera. Tutto il materiale reperito veniva sottoposto a sequestro. L attività della pizzeria di Verrua prosegue regolarmente, non sono stati presi provvedimenti a carico del locale. Nei prossimi giorni D.C. verrà ascoltato dai magistrati, anche per consentirgli di spiegare quanto avvenuto e per dare la propria versione dei fatti. 189

03/06/2012 Ore 12.30, il sindaco Cattaneo in procura La Provincia Pavese Ore 12.30, il sindaco Cattaneo in procura Sugli avvisi: «Ho chiesto io l incontro. Non sono preoccupato, voglio solo che sia fatta chiarezza al più presto» PAVIA. Alle 12.30 di ieri mattina il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo si è presentato negli uffici della procura. Quello che doveva essere un colloquio riservato, almeno nelle intenzioni, in un baleno è diventato di dominio pubblico. La presenza del sindaco in procura ha fatto pensare, in un primo momento, a una convocazione del magistrato Paolo Mazza, che sta indagando per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa. Il sindaco potrebbe, infatti, anche essere sentito come persona informata sui fatti. «In realtà sono stato io a chiedere un colloquio al procuratore Gustavo Cioppa chiarisce il sindaco. Ho ritenuto doveroso farlo in virtù del rapporto istituzionale che c è tra un sindaco e un procuratore e alla luce delle poche certezze che fino ad ora sono emerse sulle note vicende di questi giorni». I contorni dell inchiesta, in effetti, sono ancora tutti da definire, ma ci sono diversi punti fermi: l indagine, che è in pieno svolgimento e per questo è coperta dal massimo riserbo, riguarda il geometra Arturo Marazza, due dirigenti e un tecnico dell Urbanistica (Angelo Moro, Francesco Grecchi e l architetto Vittorio Rognoni), i primi due impegnati in tempi e con ruoli differenti nella redazione del Pgt, il piano di governo del territorio. A loro, di fatto, è affidato il disegno del futuro urbanistico della città. E questo giustifica la delicatezza dell inchiesta. Ma l avviso di proroga delle indagini, che vale a tutti gli effetti come informativa di garanzia, è stato notificato anche a Ettore Filippi e al figlio Luca, per i quali Cattaneo ha appoggiato gli incarichi nel Cda del San Matteo e alla presidenza di Asm Lavori. Quanto basta, insomma, a creare un certo mal di testa al sindaco. «Non c è nessuna preoccupazione replica Cattaneo. Solo l esigenza, condivisa dalla procura, che tutto sia chiarito al più presto. Ho chiesto, per quanto possibile, che le indagini siano accelerate». L inchiesta, tuttavia, richiederà il suo tempo, come dimostra proprio la necessità di prorogare le indagini, dopo sei mesi di accertamenti a partire - questa è l ipotesi - dalle dichiarazioni di un pentito. La documentazione nelle mani del magistrato, che riguarda anche la contabilità di alcuni appalti e le carte relative a operazioni immobiliari, è sotto l esame della polizia giudiziaria, che sta cercando di mettere insieme tutti i tasselli. Si indaga su più fronti. Uno dei filoni riguarda il centro commerciale sulla Vigentina che ospita il Carrefour. E i 100mila metri quadrati di terreni agricoli, di proprietà del San Matteo, destinati, nel Pgt, a diventare aree commerciali. Ma c è anche il fronte Green Campus: un operazione immobiliare dalla quale la società di Arturo Marazza ha ricavato un utile di oltre 4 milioni di euro. 190

05/06/2012 Il pm: sei anni di carcere al consigliere Rinaldin La Repubblica (ed.milano) 191

05/06/2012 La ndrangheta al Nord come Codsa Nostra in Usa La Repubblica (ed.milano) 192

05/06/2012 Ndrangheta, il giudice: «Pavia aveva la sua locale» La Provincia Pavese Ndrangheta, il giudice: «Pavia aveva la sua locale» Processo Infinito, il gup di Milano ha depositato le motivazioni della sentenza. «Confermata la turbativa d asta di Borgarello per cui fu condannato Valdes» PAVIA. Una cupola lombarda, autonoma dalla Calabria, ma con tante ramificazioni. E con un tentacolo allungato fino a Pavia, dove il gup Roberto Arnaldi - che ieri ha depositato oltre 900 pagine di motivazioni della sentenza del processo Infinito, che si era chiuso con 110 condanne - ha individuato e confermato, ancora una volta, la presenza di una cellula di mafia. Ai protagonisti della presunta locale di Pavia e alla turbativa d asta di Borgarello, costata a novembre la condanna per l ex sindaco Giovanni Valdes, il giudice di Milano dedica più di 60 pagine. Ripercorrendo le intercettazioni telefoniche, che erano già state la spina dorsale dell inchiesta coordinata dal magistrato antimafia Ilda Boccassini, il giudice si concentra su ogni protagonista. A cominciare da chi, in questo processo, non era nemmeno coinvolto: Pino Neri, ancora a giudizio a Milano, è definito il traghettatore, l uomo incaricato dai clan calabresi di portare l organizzazione lombarda in una nuova fase dopo l omicidio di Carmelo Novella, mentre il nome di Carlo Chiriaco, ex direttore sanitario dell Asl di Pavia, a processo per concorso esterno, viene tirato in ballo per i presunti rapporti intrecciati proprio con alcuni imputati già condannati. Un capitolo è dedicato all imprenditore di Cura Carpignano Franco Bertucca, padre dell assessore di Borgarello Antonio, condannato da Arnaldi a sei anni di reclusione (è tuttora in carcere a Genova). Secondo il giudice Bertucca - che rientrerebbe nella locale di Pavia insieme a Neri e al biologo di Novara Rocco Coluccio, condannato a sei anni - avrebbe partecipato a diverse riunioni di ndrangheta, compresa quella di Paderno Dugnano, dove Neri tenne il proprio discorso. «D altro canto, anche escludendo la partecipazione dell imputato a tali riunioni dice il giudice la ricorrenza di altri indici di affiliazione, ovvero il possesso della dote e la sua presenza ad altri eventi, come il funerale del cugino di Neri, è già di per sé sufficiente a desumere l appartenenza di Bertucca al sodalizio criminoso». Ma una parte consistente delle motivazioni del giudice riguarda anche il filone della presunta gara truccata a Borgarello, dove il diritto di superficie del terreno di via Di Vittorio, secondo l'accusa, fu acquistato dalla società Pfp, la società intestata all imprenditore Salvatore Paolillo, ma riconducibile a Chiriaco e unica partecipante alla gara. A Valdes, che avrebbe avuto un ruolo in quell assegnazione non regolare, a Paolillo e al bancario di Binasco Alfredo Introini, non fu contestata l aggravante mafiosa, ma il processo a loro carico si chiuse con una condanna: un anno e 4 mesi per Valdes, un anno per gli altri due imputati. Per il giudice sull irregolarità della gara ci sarebbero «prove schiaccianti», «per i discorsi intercettati, per gli inesistenti mezzi di pubblicità della gara - fatta apposta per passare sotto silenzio durante le vacanze di Natale -, per le modalità, assolutamente irrituali, di formazione, consegna e protocollazione dell unica offerta pervenuta». Ma il giudice motiva la condanna anche con le dichiarazioni degli imputati fatte durante gli interrogatori in carcere. Introini, che avrebbe organizzato le modalità dell offerta della gara insieme a Chiriaco, e Paolillo avrebbero fatto «dichiarazioni confessorie», sostiene il giudice. E Valdes «pur cercando di sminuire il proprio ruolo, ammetteva di avere ricevuto le due buste, una con importo più alto, l altra con l importo più basso, consapevole che la prima doveva essere usata solo qualora si fossero presentati altri imprenditori alla gara». 193

06/06/2012 Quarta bomba davani a una panetteria gestita dalla famiglia Passafaro La Repubblica (ed.milano) 194

06/06/2012 Ndrangheta, confiscati beni a Voghera e Tortona La Provincia Pavese Ndrangheta, confiscati beni a Voghera e Tortona Due condannati nel processo Infinito avevano costituito una srl in viale Marx Tra i loro investimenti anche un terreno agricolo nell Alessandrino VOGHERA. Voghera e la mafia? Nessun rapporto. Tortona? Nemmeno. Chi è convinto di vivere in un isola felice dovrà cominciare a ricredersi. Nella sentenza che ha condannato 110 persone a Milano al temine del cosiddetto processo Infinito, ci sono due provvedimenti che interessano Oltrepo e Tortonese. Perché qui la ndrangheta aveva costituito una società - a Voghera - e acquistato un terreno - a Tortona -. E questi due beni, la società A-Z srl con sede a Voghera in viale Marx 26 e il terreno della società Boschettaro srl di Tortona, sono stati confiscati dal Gip Roberto Arnaldi. Da due anni i beni erano sotto sequestro - un provvedimento provvisorio - e ora sono definitivamente dello Stato. Con ogni probabilità saranno assegnati all Agenzia nazionale dei beni confiscati. Della A-Z, in realtà, non c è più traccia. Chi vive o lavora in viale Marx 26 non ricorda nemmeno un insegna. Quello che è certo è che Claudio Formica, 47 anni, di Vibo Valentia, aveva costituito la società con Domenico Ascioti (estraneo dall inchiesta) per farla amministrare da Massimo Schenone, 50 anni di Cassine (Al) e a Voghera aveva fatto il suo quartier generale. L oggetto sociale della A-Z srl andava veramente dalla A alla Z. Si comincia dalla gestione di spettacoli, bar, ristoranti, fino a compiere operazioni commerciali, l assunzione di prestiti e mutui, finanziamenti. Poteva addirittura assumere la rappresentanza di imprese estere nell ambito delle attività di intermediazione. Non risulta che Claudio Formica fosse ricco, anche se i dati sui suoi redditi appaiono al giudice di Milano poco veritieri. Attualmente è in carcere a Pavia. Nel processo Infinito è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Le accuse nei suoi confronti vanno dall estorsione, all usura, alla detenzione di armi (pistole con matricole abrase di provenienza serba). Cosa facesse Formica a Voghera appare poco chiaro. Non si esclude che abbia cercato di costituire una società in una zona dove nessuno lo conosceva, tanto è vero che alle forze dell ordine locali è sostanzialmente sconosciuto. L acquisto del terreno a Tortona da parte di Pasquale Varca, sembra un investimento di capitali (probabilmente illeciti). Questo anche perché Varca appare molto più pericoloso. Nel processo Infinito è stato condannato a 15 anni, per vari reati che vanno dal commercio di droga, all usura, all estorsione. Era il referente della ndrina locale di Erba. 195

06/06/2012 Corruzione, nuovo avviso Dario Maestri è indagato La Provincia Pavese Corruzione, nuovo avviso Dario Maestri è indagato Notificata ieri la decisione di proroga delle indagini al costruttore pavese Il fascicolo è lo stesso di Filippi e Marazza, niente a che vedere con Punta Est PAVIA. Indagato per corruzione. Un accusa che sarebbe stata formulata nei confronti di Dario Maestri, costruttore pavese la cui figlia, Eleonora, già è indagata per la realizzazione del complesso edilizio di Punta Est. La notizia è emersa ieri, quando all imprenditore è stato notificato un avviso di proroga delle indagini. Ma questo nuovo atto, anzichè portare un poco di chiarezza nel contesto delle varie indagini che stanno intrecciandosi a Pavia, sembra contribuire a complicare il quadro. A quanto pare, infatti, il numero progressivo di iscrizione del fascicolo sarebbe lo stesso dell avviso di proroga delle indagini che, pochi giorni fa, venne notificato ad altre sei persone: Ettore Filippi, Luca Filippi, il costruttore Arturo Marazza, i dirigenti comunali Francesco Grecchi e Angelo Moro e il funzionario comunale Vittorio Rognoni. In quel caso le accuse ipotizzate dalla Procura erano associazione per delinquere, truffa e corruzione. Nel caso di Dario Maestri, invece, sarebbe stata contestata la sola corruzione. E pure in questo caso, i fatti sarebbero stati accertati in Pavia il 14 dicembre 2011. Una data che diventa, a questo punto, tanto centrale quanto misteriosa. L ipotesi più plausibile è che quel giorno una persona, sentita dagli inquirenti, abbia rilasciato dichiarazioni che, in qualche modo, hanno confermato accertamenti che già erano in corso da parte dell autorità giudiziaria. Ma al momento il quadro complessivo è ancora difficile da definire. Di certo, invece, vi è la fibrillazione della politica a ciascun annuncio. Proprio ieri, il consigliere comunale del Partito democratico, Guido Giuliani, ha dichiarato: «Il sindaco Cattaneo ha avuto un incontro con il procuratore capo, Gustavo Cioppa, e con il dirigente Francesco Grecchi. Chiediamo che venga in Consiglio comunale a spiegarci cosa sta succedendo. E, soprattutto, come intende risolvere il problema dell urbanistica». La dichiarazione è stata resa prima che si sapesse del nuovo sviluppo, ossia della notifica del provvedimento a Dario Maestri. L accusa di corruzione, però, lascia intendere che Maestri è sospettato di avere consegnato denaro a un pubblico ufficiale o a un incaricato di pubblico servizio. Quale sia il destinatario, però, al momento è un mistero ben custodito nelle carte della Procura. Se l opposizione si interroga su significato e portata di questa indagine, le notizie degli ultimi giorni preoccupano anche la maggioranza. Ieri pomeriggio, nel corso della riunione di giunta, l argomento è stato comunque discusso, pure se non in forma ufficiale. 196

Libera Novara Osservatorio provinciale sulle mafie 07/06/2012 Tra amici e mazzette ecco il sisiema Penati Il Fatto Quotidiano 197

07/06/2012 Binasco, ora sull attentato indaga antimafia di Milano La Provincia Pavese Binasco, ora sull attentato indaga antimafia di Milano Reazione dei cittadini dopo la bomba: in 300 al consiglio comunale aperto I cittadini poi marciano in via Matteotti davanti ai negozi e alle case colpite BINASCO. Sulla raffica di attentati incediari ai negozi di via Matteotti. indaga ora anche la Direzione distrettuale antimafia. Troppe le similitudini, gli indizi, che porterebbero al modo di operare della ndrangheta. I carabinieri intanto hanno sentito ieri diverse persone, effettuando interrogatori a tappeto per vedere se dai racconti può uscire qualche spunto utile a ricostruire non solo l ultimo attentato, ma anche i raid precedenti. La mano che fa tremare Binasco, questa pare essere l unica certezza, è infatti la stessa. Un escalation sempre più violenta. In meno di un anno si è passati da un cassonetto incendiato lanciato contro la vetrina, alle bombe carta, fino ad arrivare al vero e proprio ordigno esploso nella notte fra lunedì e martedì. Un attentato che, questo volta, poteva anche fare delle vittime. E infatti un giovane di 22 anni, che abita davanti alla panetteria, è rimasto leggermente ferito. Rispetto al passato, la paura adesso si può toccare con mano in paese. Lo si è capito anche dalla folla (circa trecento persone) che ha letteralmente preso d assalto il cortile del Comune per il consiglio aperto. Questa, infatti, è stata la risposta immediata dell amministrazione all ennesimo ordigno esploso in pieno centro.la prola d ordine, oggi, non è più minimizzare, non suscitare inutili allarmi. Infatti ieri mattina il sindaco, Riccardo Benvegnù, si è recato dal prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi. I due hanno avuto un lungo colloquio riservato per fare il punto della situazione. «Non esiste un caso-binasco ha assicurato il prefetto spiega Benvegnù. Su questo è stato chiaro. La situazione va valutata nel suo complesso. Il prefetto ci ha garantito la massima attenzione, così come l impegno di tutte le forze dell ordine sul territorio». Ma la gente ora ha paura. Soprattutto chi abita in via Matteotti. Una stima dei danni non è stata ancora fatta, ma si parla di decine di migliaia di euro. E soprattutto di crollo di affitti e prezzi delle abitazioni nella via commerciale di Binasco. Molti residenti pensano di andarsene, dopo l ultima bomba esplosa a due passi dall piazza centrale del paese. Questa preoccupazione e paura le si sono percepite chiaramente anche l altra sera in consiglio. Tutte le forze politiche, non solo quelle di maggioranza, hanno voluto presenziare e dire la loro. I capigruppo di opposizione, indistintamente, hanno detto senza mezzi termini che di fronte a questa situazione «non c è e non ci può essere alcuna divisione politica». Leit-motiv che Benvegnù ribadisce il giorno dopo. «Abbiamo dimostrato compatezza l altra sera sottolinea il sindaco. Amministrazione, opposizione, cittadini. Tutti insieme abbiamo dato una dimostrazione di unità della società di Binasco». Qualcuno fra il pubblico però ha chiesto anche risposte certe a domande precise: perchè questi attentati colpiscono sempre le stesse persone? Domande, però, alle quali solo gli investigatori potranno dare una risposta. A partire dalla Dda che ora si occupa del quadruplice attentato alla panetteria e al bar di via Matteotti. Amministratori e cittadini hanno poi voluto terminare la serata con un gesto simbolico forte: una marcia silenziosa proprio in via Matteotti. Una marcia che si è fermata davanti al luogo dell ultimo attentato. Che, per la prima volta, ha registrato anche un ferito. 198

07/06/2012 Passerino resta in carcere «Ancora troppo reticente» La Provincia Pavese Passerino resta in carcere «Ancora troppo reticente» Maugeri, i magistrati motivano il «no» ai domiciliari per l ex manager Nell inchiesta sui fondi neri spunta anche l ipotesi di soldi a esponenti politici PAVIA. Scarsa collaborazione con i magistrati, nonostante i quattro interrogatori a cui è stato sottoposto. Ma anche un intreccio di rapporti con i politici ancora tutto da approfondire. Sono i due cardini attorno a cui ruotano le motivazioni che hanno spinto il giudice Vincenzo Tutinelli a rigettare la richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla difesa di Costantino Passerino, l ex direttore amministrativo della Maugeri, arrestato lo scorso 13 aprile nell ambito dell inchiesta della procura di Milano che indaga sull ipotesi di una distrazione di 70 milioni di euro dalle casse della Fondazione. Soldi ipotizzano i magistrati, che potrebbero essere finiti su conti esteri e società off shore, per creare fondi neri. Ma anche nelle mani di alcuni politici. L unico indizio sul coinvolgimento del mondo politico, per ora, è legato al nome di Antonio Simone, l ex assessore regionale alla Sanità che era stato arrestato nella stessa inchiesta, insieme all uomo d affari Pierangelo Daccò e allo stesso Umberto Maugeri, patron della Fondazione, ai domiciliari. Passerino, più volte interrogato dai pm, aveva spiegato che la Fondazione aveva per Daccò «un occhio di riguardo» per «la sua influenza nell assessorato alla sanità» e in quanto era «uomo importante in Comunione Liberazione». L ex direttore amministrativo della Maugeri aveva anche raccontato che i suoi «rapporti» con Daccò erano cominciati almeno dal 1998 e che quest ultimo, assieme a Simone, propose «due modalità di pagamento per l attività da svolgere» in Regione in relazione ai finanziamenti per le prestazioni erogate dalla Maugeri: «Per il 50 per cento della somma, da sbloccare una tantum si legge in un atto oppure una somma forfettaria annuale pari al 25 per cento di quanto la Fondazione avrebbe ottenuto dalla Regione». Ma i magistrati milanesi Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta ipotizzano anche che parte del denaro della Fondazione sarebbe finito nelle mani di politici. Lo mettono nero su bianco nel parere negativo alla richiesta di arresti domiciliari per Passerino, dove si parla di «pagamenti riservati anche a favore di funzionari regionali o loro familiari». Versamenti di denaro per «chi negli anni ha agevolato l attività della Maugeri in diverse iniziative». Il pm si sono opposti alla richiesta della difesa di Passerino anche perché «nonostante le significative aperture nei suoi interrogatori, non ha ancora maturato una frattura definitiva con il mondo criminale al quale è legato, come si evince dal fatto che su alcuni temi di indagine è ancora reticente e contraddittorio». Ieri sera è arrivata anche la notizia - che oggi sarà ufficializzata - che Passerino sarà sostituito da Enrico Paggi alla direzione dell ente. 199

08/06/2012 Una bomba squassa il cuore del paese - Settegiorni 200

08/06/2012 con la bimba in braccio si brucia lo stipendio. E poi c è chi si è giocato anche la moglie - Settegiorni 201

08/06/2012 Binasco, dossier di Libera alla Guardia di Finanza La Provincia Pavese Binasco, dossier di Libera alla Guardia di Finanza L associazione ricostruisce vent anni di intrecci e affari nell hinterland milanese. Realtà economiche e aree dismesse che fanno gola, come l ex Socimi BINASCO. Cinque o sei famiglie con forti legami con la ndrangheta e la camorra, un intreccio di interessi che va dall edilizia al commercio, dagli appalti alle banche. Con un equilibrio sempre precario fra i capi locali. A volte mediato da insospettabili colletti bianchi. Questo ed altro è contenuto in un rapporto consegnato al comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano dall associazione territoriale di Libera, il movimento contro le mafie che di recente ha aperto una sede anche nel Sud Milano. Il movimento ha raccolto un dossier che racconta intrecci e collegamenti non solo (anche se soprattutto) a Binasco ma pure nei paesi vicini. Ci sono nomi, cognomi, società, attività commerciali, storie di intimidazioni. Una ricostruzione minuziosa e dettagliata che ora è al vaglio dell attività investigativa delle Fiamme gialle del capoluogo lombardo. Il rapporto ricostruisce il recente passato di una parte del tessuto economico cittadino, a partire da metà degli anni Ottanta. Dall arrivo in paese di personaggi che sarebbero legati alla criminalità organizzata campana e calabrese che iniziano in sordina con una singola impresa (commercio ed edilizia i settori più coinvolti secondo l informativa di Libera) che poco a poco estendono e diversificano le attività. «In breve tempo questi personaggi sono riusciti a creare una rete commerciale con legami soprattutto con Milano e l hinterland». Ma è a Binasco e dintorni che le famiglie riescono, poco a poco, a mettere in piedi un piccolo impero economico. E quando ormai si hanno i soldi, si aprono anche i cosiddetti santuari dell economica e della politica. Il rapporto di Libera parla esplicitamente anche di «crediti per operazioni mobiliari, finanziamenti dati ad imprese anche nella provincia di Pavia». Si aprono bar, negozi, imprese che vengono gestite direttamente o indirettamente. Si punta sempre più in alto, «svariando in tutti i settori delle attività economiche», anche di istituti di credito: «Nuovi sportelli vengono aperti a Sud di Milano, in particolare Corsico, Trezzano e Buccinasco nonostante la zona sia già servita da molte banche». Libera segnala poi due grossi affari a Binasco sui quali la criminalità avrebbe messo gli occhi da anni: l area della stazione dei bus e quella ex Socimi. A proposito di quest ultima, l episodio più inquietante: «Vengono presentate offerte di acquisto. Vince una società di Rozzano, rinconducibile ad un imprenditore irreprensibile. Appena depositata la cauzione, l uomo viene seguito da una moto e costretto a fermare la sua auto sulla statale dei Giovi. Il motociclista senza togliersi il casco, lo ringrazia anticipatamente per la rinuncia all acquisto dell area Atm». L imprenditore capisce il messaggio. E rinuncia all affare. 202

08/06/2012 Maugeri, i magistrati scavano tra i consulenti della Fondazione La Provincia Pavese Maugeri, i magistrati scavano tra i consulenti della Fondazione Tra gli atti nelle mani della procura milanese anche collaborazioni di Alpeggiani e Rosanna Gariboldi Il politico del Pdl: «Tutto regolare, sono un medico». La moglie di Abelli: «Erano pareri amministrativi» PAVIA. Inchiesta Maugeri: nelle mani dei magistrati milanesi, che stanno indagando sulla presunta distrazione di 70 milioni di euro dalle casse della Fondazione, ci sono anche alcune consulente pagate a politici e funzionari pavesi. Gli indagati, durante i loro interrogatori, avrebbero parlato, in particolare, della collaborazione fornita, proprio alla Maugeri, da Giovanni Alpeggiani, politico di spicco nel Pdl, che è stato anche consigliere in Regione del Psi negli anni 90, e da Rosanna Gariboldi, ex assessore provinciale a Pavia e moglie dell ex assessore regionale alla Famiglia Giancarlo Abelli. Consulenze confermate sia da Alpeggiani che da Gariboldi, che - va precisato - non sono indagati né sono stati sentiti come informati sui fatti. I pagamenti, da quanto risulta, sarebbero stati acquisiti dai magistrati insieme agli atti della Fondazione nel corso degli arresti del patron, Umberto Maugeri, e dell ex direttore amministrativo Costantino Passerino. I magistrati milanesi (tra loro anche Laura Pedio e Gaetano Ruta) ipotizzano che soldi della Maugeri siano stati distratti su conti esteri e società off shore o siano finiti nelle mani di politici. Anche le consulenze sono quindi sotto esame. «Non ho nulla da nascondere né da temere spiega Alpeggiani. Tanto più che quelle consulenze, che ho fatto in qualità di medico, risalgono alla fine degli anni 90, quando la mia attività politica si era peraltro conclusa. Non vedo, quindi, come si possa fare un collegamento con l inchiesta. Del mio lavoro e del mio tempo libero faccio quello che voglio. A me dispiace solo per Passerino, che è un mio carissimo amico». E a Passerino ha mandato il proprio sostegno, con una lettera in carcere, anche Rosanna Gariboldi. Che sulle consulenze chiarisce: «Erano pareri amministrativi, visto che al San Matteo era il mio ruolo. La collaborazione con la Maugeri è cominciata nel 1998, quando, durante una cena con Passerino e Maugeri, si discuteva di un contratto di 300 milioni di lire da fare con la Rsa di Stradella. Mi chiesero un analisi dei costi, che si rivelò azzeccata. Così cominciò la collaborazione, che ricordo si interruppe, per ragioni di opportunità, quando mio marito cominciò l attività politica in Regione. Visto però che ero ritenuta capace, negli ultimi anni mi fu chiesto di proseguire la collaborazione. Ho avuto un regolare contratto, che è scaduto quest anno. Ho prodotto consulenze sul personale, sulla legge Brunetta, le partecipazioni di un privato in un istituto scientifico. Quanto mi è stato dato? A occhio e croce 30mila euro l anno. Comunque, vista che la Finanza ha rivoltato i miei conti come un calzino, è tutto dichiarato e alla luce del sole. Chi dice che fossero pagamenti riservati fa soltanto illazioni». 203

09/06/2012 Un arsenale nella casa di Batman La Repubblica (ed.milano) 204

09/06/2012 Malati di slot, soldi e vite in fumo. In 300 al corteo La Provincia Pavese Malati di slot, soldi e vite in fumo. In 300 al corteo «Così ho perso 200mila euro»: la storia di Matteo, che ha trovato la forza di smettere. E c è chi si brucia lo stipendio in un giorno. In 300 al corteo contro i videopoker, tantissimi i giovani PAVIA. Una moneta da 500 lire. E la macchinetta ne restituisce 200mila. Con la sensazione di poter vincere ancora, poi ancora e ancora. E le monete si susseguono, una dietro l altra. E la dipendenza da gioco, le slot che inghiottono soldi e pezzi di vita. Per dire basta ai videopoker nei locali oggi pomeriggio la Casa del giovane e le associazioni marceranno in città. Bussano alla porta della comunità di via Lomonaco persone in difficoltà. Negli ultimi due giorni un ragazzo di 23 anni è andato a chiedere aiuto: ha preso lo stipendio e in poche ore lo ha speso tutto in macchinette. E una mamma ha portato suo figlio. E minorenne e già non riesce a smettere di spendere la paghetta nelle slot. In corteo ci saranno anche persone che stanno cercando di uscirne. Come Matteo. Per raccontare la sua storia useremo un nome di fantasia. Matteo ha iniziato a giocare a 14 anni, al bar. «La prima volta ho messo una moneta da 500 lire e ho vinto 200mila lire, una cifra altissima allora spiega Matteo e da lì ho provato sempre di più. La macchinetta ha il potere di prenderti». Nei videopoker ha speso 200mila euro. «Sono arrivato a rubare i soldi dal portafoglio di mio padre racconta e non smetto di vergognarmene. E difficile spiegare che in quel momento non ci pensavo». E difficile perché chi non ci è passato non capisce. «Per questo stiamo cercando di creare un associazione, in modo che chi come me ci è passato possa aiutare gli altri spiega Matteo io ho sempre saputo di avere un problema ma non sapevo come risolverlo». Trent anni, un lavoro, una vita apparentemente completa. Eppure qualcosa si rompe. Matteo ha parlato con molti psicologi, ora ha iniziato un percorso alla Casa del giovane. Ha provato a uscirne più volte. «L ultima volta però messo 5 euro e ne ho vinti 7400 racconta uno accanto a me ne ha vinti 280mila ed è la cosa che ti fa continuare: sapere che puoi vincere, quando in realtà perdi sempre». Ci sono stati giorni in cui in poche ore ha speso tutto lo stipendio appena preso. Altri in cui con le nuove slot che sono arrivate nei locali negli ultimi anni (e non prendono solo monete ma anche banconote) premendo poche volte nei tasti colorati dei videopoker ha visto cancellarsi davanti agli occhi 500 euro in pochi secondi. Ora sono due mesi che riesce a sentirsi fuori da questa dipendenza. Ma non può smettere di pensare all indifferenza con cui nei locali lo guardavano buttare via i suoi soldi. «E una situazione che sta diventando difficile spiega Simone Feder, psicologo della Casa del giovane ci serve sostegno. L aiuto più grande adesso ci sta arrivando dalle associazioni». Tutte quelle che oggi saranno in corteo dalle 14.30 in stazione per arrivare al Ticinello con attività sul fenomeno del gioco d azzardo. 205

10/06/2012 Caso movida in centro: «Primo disagio lo spaccio» La Provincia Pavese Caso movida in centro: «Primo disagio lo spaccio» In piazza Duomo droga venduta al pomeriggio. Alcol e sporcizia gli altri problemi PAVIA. «L ho visto con i miei occhi, lo abbiamo visto tutti: in due hanno venduto della droga a una ragazzina che avrà avuto 18 anni». Roberto Traverso abita in una delle zone definite critiche: l angolo tra piazza Duomo e via dei Liguri. La scena che descrive è ambientata a Pavia, piazza Duomo, ore 16. Nella nostra redazione abbiamo organizzato ieri mattina una tavola rotonda sulla movida, sui giovani, sui temi dell alcol e della droga. Tra i tanti problemi sollevati (e le proposte) c è lo spaccio. E quella che commercianti e residenti chiamano «l emergenza Duomo». Sullo spaccio le forze dell ordine sono in grado di fare nomi e cognomi. Ci sono già stati arresti, per qualcuno c è un decreto di espulsione. Quando sindaco e assessore dicono «si sa chi sono ma non possiamo fare niente» i giovani presenti alla tavola rotonda non ci stanno. «Non si può dire che è impossibile fare qualcosa dice Paolo Ranieri, studente universitario E poi il problema dello spaccio comporta un ragionamento: se a Pavia ci sono gli spacciatori c è richiesta». Su questo punto chi vive in centro non nasconde una certa preoccupazione. «Fino a qualche anno fa spacciavano in piazzetta Cavagneria», spiega Traverso. Ora c è il Duomo. E i resti della Torre. Dove fino a poco tempo fa si lasciavano le dosi. E si entrava dal cancelletto laterale come in un bagno pubblico. «E bastato mettere un lucchetto», spiega l assessore alla sicurezza Marco Galandra. «Spacciano nei giorni morti, durante la settimana, quando c è meno gente in giro», spiega Elena Versilia titolare del ristorante Regisole. Il locale si affaccia sulla cattedrale. Chi lavora e vive in zona spesso non sa come intervenire. E quando chiede aiuto la situazione si risolve nell immediato, poi bastano poche ore e tutto torna come prima. «Quando è nato il Comitato centro storico ci eravamo dati come impegno di denunciare comportamenti scorretti racconta Edoardo Janko, che ha un bar-torrefazione in Strada Nuova e in piazza Duomo un giorno ho provato a riprendere un ragazzo che aveva buttato rompendola una bottiglia di vetro. Si è girato dall altra parte». La mappa del disagio in centro storica tocca anche piazza San Tommaso, via Bossolaro. C è anche l alcol. Con alcolici a basso costo, chupiti a un euro. E questo porta con sé degrado. Sporcizia, bicchieri lasciati in terra. Basta girare per il centro un sabato sera. Una ragazza, giovanissima, è seduta sul gradino di un negozio chiuso in via Bossolaro. Ha un bicchiere in mano. Sta parlando con gli amici, poi si interrompe, sposta le gambe, vomita, e riprende come se niente fosse. Chi le sta attorno ride. Lo sanno i commercianti che ogni mattina puliscono le serrande. Sono pezzi dello stesso puzzle che dicono che a Pavia non c è un «allarme» ancora, ma un disagio crescente. «Se piazza Duomo e le vie limitrofe sono scelte per lo spaccio dobbiamo riempire questi luoghi propongono i commercianti dobbiamo animarli, fare in modo che ci sia sempre qualcosa». «Ho una sorella più piccola, e dopo mezzanotte non può andare in giro da sola», dice Pierpaolo Grisanti. Non tutta la tavola rotonda è d accordo. Pavia è ancora accogliente: «Ma serve rispetto e su questo dobbiamo lavorare insieme». «Non vogliamo usare la repressione frontale dice il sindaco Cattaneo servono passi condivisi, anche sulle ordinanze». 206

13/06/2012 Nuovo interrogatorio per Daccò La Stampa 207

Libera Novara Osservatorio provinciale sulle mafie 13/06/2012 Penati e il Pd, tutti i soldi illeciti portano a Roma Il Fatto Quotidiano 208

13/06/2012 «Appalti puliti a Pavia», ok al pacchetto legalità La Provincia Pavese «Appalti puliti a Pavia», ok al pacchetto legalità Certificazione antimafia della prefettura per lavori a partire da 250mila euro. Costi di manodopera e sicurezza sotto controllo, verifiche sui cartelli d imprese PAVIA. Più controlli negli appalti del Comune di Pavia contro le infiltrazioni mafiose, il Consiglio approva all unanimità il protocollo di legalità. Ma il consigliere Walter Veltri, appena insediato al posto di Paolo Ferloni per Insieme per Pavia, abbandona l aula e non vota: «È utile ma non risolutivo. E nella premessa dice che il territorio è esposto al rischio di coinvolgimento in fenomeni di illegalità riconducibili alla criminalità organizzata, quando le sentenze dicono che è già infiltrato. Parlare di rischio equivale a sottovalutare il fenomeno». Tiepide le associazioni di categoria: «Bene lavorare per la legalità, ma ora il problema è che non si lavora, con il patto di stabilità nessuno appalta più nulla, strade e scuole sono da manutenere e in provincia abbiamo perso 3mila occupati del settore spiega Alberto Righini, vice presidente Ance Serve un limite al massimo ribasso: se qualcuno riesce a fare il lavoro a metà prezzo, o il progettista dell opera pubblica ha sopravvalutato i costi o c è qualcosa di occulto dietro l impresa». C è voluto un anno di lavoro congiunto nella commissione antimafia presieduta da Franco Martini per arrivare al protocollo. Con la firma della convenzione con la prefettura sarà operativo: chi partecipa a una gara del Comune firmerà clausole in cui accetta le regole con cui si decide l esclusione, per evitare ricorsi dopo. È il primo approvato in Lombardia, l Anci ne ha chiesto copia per diffonderlo negli altri Comuni. «Era giusto, dopo i fatti recenti e meno recenti, trovare un metodo per controllare le gare d appalto», spiega Francesco Irianni, Pdl. «Tra le principali novità spiega Davide Ottini, Pd c è l acquisizione delle informazioni antimafia per lavori di valore più basso rispetto a quello di legge: appalti da 250mila euro, subappalti da 100mila e prestazioni di servizi da 150mila euro». Certificazioni che la prefettura si è impegnata a fornire in tempi rapidi per non rallentare le gare. Vietato il ribasso sui sicurezza già previsto per legge e sul costo del personale, per evitare il ricorso al lavoro nero. Inoltre le informazioni antimafia dovranno essere acquisite sempre, per qualunque importo, per lavori nei settori «trasporto materiali in discarica, smaltimento rifiuti, fornitura e trasporto terra, acquisizione di sabbia e ghiaia, fornitura o trasporto di bitume, di calcestruzzo, autostrasporti, custodia dei cantieri», per i lavori di somma urgenza. Niente certificazione per le procedure di manutenzione ordinaria e straordinaria, ristrutturazione e risanamento di edifici esistenti. E ancora, controlli sui cartelli di imprese, più imprese controllate dallo stesso padrone. Inoltre l amministrazione terrà conto delle eventuali condanne dei titolari delle imprese in gara. 209

Libera Novara Osservatorio provinciale sulle mafie 14/06/2012 Contro di me operazioni militari ma io governerò fino al 2015 La Repubblica (ed.milano) 210

14/06/2012 Un etto di coca negli slip Arrestato un 26enne La Provincia Pavese Un etto di coca negli slip Arrestato un 26enne I carabinieri lo hanno intercettato l altra sera sul ponte del Ticino Droga destinata al mercato di Vigevano. Oggi l interrogatorio in carcere VIGEVANO. Un etto di cocaina negli slip. I carabinieri hanno arrestato Hicham Mouadine, 26 anni, marocchino regolarmente domiciliato a Vigevano e incensurato. L altra sera, la sua auto è stata controllata sulla ex statale 494, subito prima del ponte sul Ticino. La Punto arrivava da Milano: i militari si sarebbero insospettiti perché, vedendo una pattuglia ferma per un posto di blocco, l uomo al volante ha prima rallentato e poi accelerato bruscamente, senza fermarsi all alt. La Punto è stata subito raggiunta dalla macchina di servizio: Hicham Mouadine allora è sceso dalla sua auto e ha tentato di scappare, ma è stato bloccato. La perquisizione dell auto intestata al 26enne non ha dato risultato, quella personale invece sì: ha permesso di scoprire l involucro con 105 grammi di cocaina pura nascosto negli slip. All ingrosso la droga vale 7-8 mila euro, tagliata e venduta al dettaglio avrebbe potuto rendere il doppio. Il 26enne maghrebino ha dichiarato che aveva con sé la droga, perché era andato a Milano a prenderla per un committente romeno, che lo avrebbe ricompensato con 30 euro. Oggi in carcere dovrebbe tenersi l interrogatorio di garanzia per l immigrato, accusato di detenzione di droga ai fini dello spaccio. Lo stupefacente era destinato al mercato di Vigevano, dove nelle ultime settimane sono stati fatti diversi sequestri di droga. Il 6 giugno, la polizia ha sequestrato quasi 60 grammi di marijuana a uno studente 19enne dell istituto Leonardo Da Vinci. Una piccola quantità era nello zaino, circa 25 grammi nell auto del ragazzo e il resto a casa sua. Partendo da quel sequestro è stato arrestato un operaio disoccupato di Abbiategrasso, incensurato, con l accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. A casa dell operaio c erano ovuli contenenti 145 grammi di hashish, e soprattutto 1 chilo e 160 grammi di marijuana. Sequestrati anche 1.800 euro in contanti, due bilancini e materiale da taglio. Era stata la preside del Leonardo, Carla Fiorino, a chiedere i controlli della polizia dopo che, due settimane prima, era stato denunciato un altro studente 17enne della scuola, residente sempre dell Abbiatense, trovato con 32 grammi di marijuana e mezzo grammo di cocaina nello zaino. Un insegnante, notando un movimento sospetto in classe, aveva chiamato la preside e si era fatto consegnare la droga. Anche a Mortara i carabinieri hanno sequestrato delle piantine di cannabis, in un appartamento del centro città. Manette per un ragazzo di 18 anni, ucraino, e un italiana di 33 anni. In casa, i militari hanno ritrovato 16 piantine dell'altezza di 20 centimetri, 3 grammi di hashish e 2 di eroina già pronti per essere spacciati. 211

Libera Novara Osservatorio provinciale sulle mafie 15/06/2012 Scandalo sanità, indagato Lucchina l opposizione: Formigoni è alla fine La Repubblica (ed.milano) 212

15/06/2012 Bancarotta, truffa e riciclaggio condannato l ex re della movisa La Repubblica (ed.milano) 213

15/06/2012 Formigoni, un alto fedelissimo nei guai La Stampa 214

15/06/2012 Insospettabile arrestato per droga - Settegiorni 215

15/06/2012 Gambizzato con quattro colpi di pistola - Settegiorni 216

16/06/2012 Lascia alla cassiera il trolley con la cocaina La Repubblica (ed.milano) 217