Compartimento della Viabilità per la Toscana

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PREMESSA La procedura di verifica preventiva dell interesse archeologico, meglio nota come archeologia preventiva, (Legge 109 del 25 Giugno 2005 e Dlgs 163/06, artt. 95-96) prevede una procedura di indagine archeologica avente lo scopo di raccogliere le informazioni significative ai fini della caratterizzazione archeologica dell area oggetto di intervento, con l intento di non arrecare danni al patrimonio antico e di non intralciare e rallentare il regolare svolgimento dei lavori nella fase esecutiva. Il presente studio riguarda la valutazione della potenzialità archeologica relativamente al progetto di svincolo di lungo l itinerario autostradale -Siena. La valutazione è stimata in base alle segnalazioni e contestualizzazioni di notizie e fonti attestanti la presenza di siti di interesse archeologico e attraverso un sopralluogo diretto dell area; con l indicazione sito di interesse archeologico, si intendono aree riferibili a rinvenimenti di reperti o di strutture, ascrivibili ad un arco temporale che va dalla preistoria fino al tardo medioevo e oltre. Le segnalazioni riportate devono essere considerate tracce della presenza antropica in senso lato e non evidenza stringente e contingente dell attività umana in quella determinata area; per questo motivo si segnalano aree di interesse e non solamente una puntuale porzione di territorio. 1. METODOLOGIA OPERATIVA L area oggetto dell intervento è una limitata porzione del territorio comunale di San Casciano Val di Pesa e ricade in zone già interessate da interventi infrastrutturali (svincolo autostradale). La ricerca bibliografica volge uno sguardo generale alle segnalazioni nell ambito comunale con lo specifico intendo di individuare segnalazioni di siti di maggiore interferenza con il progetto di adeguamento del nuovo svincolo. Lo studio qui presentato è frutto di una sequenza di attività di seguito illustrate: 1. Ricerca bibliografica e d archivio che consiste nel reperimento dei rinvenimenti archeologici editi nella letteratura specializzata, negli archivi di Musei, Biblioteche e Soprintendenze, 2. Sopralluogo sul campo, 3. Individuazione delle aree a rischio archeologico di potenziale interferenza con il progetto. 1 di 17

1.1 INDAGINE BIBLIOGRAFICA E D ARCHIVIO Ogni ricerca a carattere storico è legata principalmente a fonti bibliografiche e di archivio provenienti dalla letteratura scientifica in materia e dai dati forniti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. In particolare i lavori di archeologia preventiva sono in parte debitori alla lunga serie di siti riportati nelle prime edizioni delle carte archeologiche, nate alla fine del XIX secolo, quando con un Regio Decreto viene formalizzato un ufficio ministeriale per la Carta Archeologica d Italia, il cui lavoro culmina negli anni Venti del secolo scorso con i volumi della Forma Italiae sotto l egida dell Accademia dei Lincei e dell Unione Accademica Nazionale. Negli anni 20-30 del secolo scorso R. Bianchi-Bandinelli lavorò su cartografie archeologiche per le zone di San Casciano in Val di Pesa, Siena, Montepulciano e Santa Fiora dando un contributo basilare alla ricerca archeologica in Toscana. Altro momento importante nell opera di censimento dei beni archeologici fu l edizione dell Atlante dei Siti Archeologici della Toscana (abbreviato ASAT) ad opera dalla Regione Toscana e curato da Mario Torelli. Questo lavoro contiene lo spoglio di tutta la bibliografia e dei documenti contenuti negli archivi della Soprintendenza per i Beni Archeologici, a partire dal 1890 fino al 1970. La necessità di combinare dati documentaribibliografici e topografici ha prodotto una mole di dati che sono confluiti in un opera organizzata in due volumi rispettivamente dedicati al repertorio delle attestazioni e alle carte di distribuzione dei siti, suddivise in fogli cartografici in scala 1:100.000. L Atlante, di facile accesso e consultazione, voleva essere uno strumento di programmazione, tutela e gestione del patrimonio storico-archeologico, dentro al quale sarebbero dovuti confluire progetti di cartografia acheologica a scala provinciale. L eco di questa iniziativa mobilitò le province di Siena e Grosseto, e alcuni comuni della Val di Cornia e dell area volterrana. Un importante contributo all interno del Progetto Carta Archeologica della Regione Toscana è sicuramente il progetto Carta Archeologica della Provincia di Siena, curato da R. Francovich, A. Pellicanò e M. Pasquinucci, i cui risultati preliminari sono stati raccolti e pubblicati nel 2001 negli atti del Seminario di Studi organizzato dalla Regione Toscana e dal Dipartimento delle Politiche Formative e dei Beni Culturali. Tale progetto ha consentito l aggiornamento del SIT (Sistema Informativo Territoriale) della Regione Toscana. Ancora oggi si redigono carte archeologiche provinciali o comunali, e sono in corso progetti specifici di georeferenziazione dei siti sul territorio e classificazione al fine di creare uno strumento di gestione e tutela del patrimonio. 1.2 I DATI Bibliograficamente nel Comune di San Casciano sono attestati siti archeologici di epoca preistorica ed etrusco-romana, la maggior parte è localizzata in aree distanti dall area di intervento, ma per poter valutare l incidenza delle possibili interferenze sulla porzione oggetto dell intervento è stata individuata una macro area intorno allo svincolo dove compaiono soprattutto siti preistorici. L incidenza delle evidenze segnalate non è necessariamente vincolata all effettiva presenza di un sito sull area in oggetto, ma stimata anche in funzione dei processi storici di trasformazione dell insediamento. Proprio per questa ragione alcuni siti rimangono fuori dall attuale confine amministrativo del comune di San Casciano e ricadono nell adiacente comune di Impruneta. Ogni sito è riportato in una scheda analitica di seguito allegata. 2 di 17

Le schede dei siti - Siti preistorici SITO UT: SCVP 1 Romola Rinvenimento di dischi, lame, giavellotti e di una cuspide Probabile stazione Neo-eneolitica Neo-Eneolitico (?) BIBLIOGRAFIA: SITO UT: SCVP 2 ASAT, 106, n.133; SE XXI 1950-51, 173; P. COCCHI in RSP VI, 1951, 56 ss; GRIFONI CREMONESI 1971, 198. BIBLIOGRAFIA: Poggio Montauto Rinvenimento di industria litica Probabile stazione paleolitica Musteriano-Pal. Superiore ASAT, 106, n.137; P. COCCHI in RSP VI, 1951, 49 ss; GRIFONI CREMONESI 1971, 199. SITO UT: SCVP 3 BIBLIOGRAFIA: Ambrogianina Rinvenimento di industria litica Probabile stazione paleolitica Musteriano-Pal. Superiore ASAT, 106, n.138; P. COCCHI in RSP VI, 1951, 49 ss; GRIFONI CREMONESI 1971, 199. SITO UT: SCVP 4 Vallombrosina Rinvenimento di industria litica Probabile stazione paleolitica Musteriano-Pal. Superiore BIBLIOGRAFIA: ASAT, 106, n.139; P. COCCHI in RSP VI, 1951, 58; 3 di 17

SITO UT: SCVP 5 Poggio ai Ferri Rinvenimento di industria litica a 1 km da loc. La Romola. Probabile stazione paleolitica Musteriano-Pal. Superiore BIBLIOGRAFIA: ASAT, 106, n.142; P. COCCHI in RSP VI, 1951, 57; SITO UT: SCVP 6 BIBLIOGRAFIA: S. Andrea Percussina (Poggio Lotti/ Pod. Palastra) Rinvenimento di industria litica a 1 km da S. Andrea in Percussina. Probabile stazione paleolitica Musteriano-Pal. Superiore ASAT, 106, n.143; P. COCCHI in RSP VI, 1951, 57; GRIFONI CREMONESI 1971, 198. SITO UT: SCVP 7 Spedaletto Rinvenimento sporadico Ritrovamento di spade di bronzo Neo-Eneolitico BIBLIOGRAFIA: ASAT, 106, n.148; G. CALVI REZIA, in SE XXXVII, 1969, 355 4 di 17

Le schede dei siti - Siti etruschi-romani SITO UT: SCVP 1 San Giovanni in Sugana/ Piè Vecchia Rinvenimento di pietre lavorate e marmi riferibili a edificio. Edificio Romano (?) Romano BIBLIOGRAFIA: ASAT, 106, n.136; SE IV, 1930, 344 SITO UT: SCVP 2 Impruneta Bagnolo Rinvenimento casuale Rinvenimento di coperchi di ziri in arenaria e 2 busti di divinità femminile tipo chiusino-arcaico Etrusco BIBLIOGRAFIA: ASAT, 106, n.134; SE II 1929, 460 SITO UT: SCVP 3 Montepaldi Rinvenimento casuale Tombe a tholos con scarso corredo Tombe a tholos VII-VI sec. a. C BIBLIOGRAFIA: ASAT, 106, n.149; CA F. 106, 24 n.3 SITO UT: SCVP 4 Montespertoli Poggio Ubertini/ Cipressino Rinvenimento ceramica Probabile tomba etrusca Etrusco BIBLIOGRAFIA: ASAT, 113, n.1; SE XX 1937, 356 5 di 17

SITO UT: SCVP 5 Tenuta Corsini Rinvenimento tomba etrusca Tomba etrusca a tumulo con camera, era presente un corredo di vasi di impasto e bucchero, monili in bronzo e oreficeria Tomba etrusca Etrusco (VII sec. A.C) BIBLIOGRAFIA: ASAT, 113, n.2; NSA 1903, 356; CA F. 113, 23 N.3 SITO UT: SCVP 6 Impruneta La Fornace Rinvenimento di spade in bronzo BIBLIOGRAFIA: ASAT, 113, n.3; SE XIII, 1939, 377 SITO UT: SCVP 7 Crespello Rinvenimento casualeo Ritrovamento di tesoretto di monete bronzee Tesoretto Romano (da Caracalla a Massimino) BIBLIOGRAFIA: ASAT, 113, n.11; SE IV, 1930, 317; SE V, 1931, 507 SITO UT: SCVP 8 S. Angelo di Bibbione Etrusco (VII a. C) BIBLIOGRAFIA: Rinvenimento casualeo Durante uno scasso sono stti rinvenuti: dromos con camera, stele onoraria con raffigurato un arciere. Tomba ASAT, 113, n.14; FA b1979-80, 7238; G. DeMarinis in SE XLVIII 1980, 51 ss 6 di 17

SITO UT: SCVP 9 Poggio di Cicciano Rinvenimento durante un lavoro di scasso Tegoloni e ceramica d'impasto pertinenti a tombe Tomba Etrusca-Romana BIBLIOGRAFIA: ASAT, 113, n.15; TRACCHI 1978, 50 n. 61 SITO UT: SCVP 10 Montefalchi Rinvenimento durante un lavoro di scasso Ritrovamento di ceramica a vernice nera e di monete di bronzo. BIBLIOGRAFIA: Romano ASAT, 113, n.16.1; Arch. 9 7 (Prot. N. 1472 del 13-06-1962: Prot. N. 1166 del 11-05-1963; Prot. N. 2082 del 25-07-1966) SITO UT: SCVP 11 Montefalchi Indeterminata Edifici Romani e cinta muraria. BIBLIOGRAFIA: Romano ASAT, 113, n.16.2; AA 1937, 373 s.; SE XI 1937, 345-6; SE XIII 1939, 375 ss; TRACCHI 1978, 49 n.60. SITO UT: SCVP 12 Poggio La Croce Indeterminata Strada selciata romana e ritrovamento di vasi contenenti cenere. BIBLIOGRAFIA: Romano ASAT, 113, n.20; SE XIII 1939, 373-7; TRACCHI 1978, 49 n.60. 7 di 17

SITO UT: SCVP 13 Loc. Ponterotto Edificio etrusco e villa romana Scavo di un edificio etrusco e di una villa romana BIBLIOGRAFIA: Etrusco-Romano Fastionline, San Casciano in Val di Pesa Loc. Ponterotto 8 di 17

1.3 LA RIELABORAZIONE DEI DATI La Preistoria Nel territorio di San Casciano sono stati individuati i seguenti siti di epoca paleolitica: Ambrogianina I, Poggio Lotti, Scopeti I, Scopeti II, Poggio Montauto, Vallombrosina. Frequentazioni preistoriche post-paleolitiche e quindi risalenti tra il Neolitico e l età del Bronzo sono invece documentate dai ritrovamenti della Romola, di Spedaletto e da altri reperti la cui precisa provenienza è ignota ma sicuramente compresa entro i limiti del territorio comunale. Per le considerazioni che seguono si è fatto riferimento agli studi paletnologici effettuati sul territorio del Medio Valdarno Inferiore e della val di Pesa da Fabio Martini (Martini 1984) e da Pino Fenu (Fenu 2005). Tali ricerche sono basate su scoperte effettuate a partire dagli anni Ottanta e si sono svolte grazie ad una lunga collaborazione tra la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, le Università di e di Siena, il Museo Archeologico (e l allora Museo della Archeologico e della Ceramica) di Montelupo, il Museo Fiorentino di Preistoria e i gruppi archeologici di San Casciano e di Montelupo. I depositi quaternari del territorio di San Casciano si sono originati da processi erosivi cominciati alla fine del Pliocene medio, che hanno portato all accumulo di ciottoli e terreni alluvionali sui versanti durante le fasi di incisione fluviale. I terreni spesso presentano una caratteristica alterazione rossastra (Benvenuti 2005). La presenza dell uomo fin dalla preistoria è documentata dal rinvenimento di diversi insiemi di manufatti litici in superficie, che giacevano in corrispondenza o nelle vicinanze di depositi di epoca pleistocenica. In base alle caratteristiche dei manufatti, cioè su base tecnologica e tipologica, tali complessi sono stati attribuiti ad un periodo compreso tra il Paleolitico medio (120.000-35.000 anni fa) e il Paleolitico superiore (35.000-10.000 anni fa), a indicare una frequentazione ripetuta e prolungata avvenuta all epoca dell uomo di Neanderthal e più tardi in occasione della diffusione nel continente dell uomo anatomicamente moderno. Al Paleolitico medio risalgono le industrie litiche di Ambrogianina I, Poggio Lotti e Scopeti I. Si tratta di tre interessanti esempi di Musteriano Levallois con abbondanti raschiatoi laterali, spesso a ritocco accurato. Al Paleolitico superiore sono invece da ascrivere gli insiemi di Poggio Montauto, Scopeti II e una componente del già menzionato Poggio Lotti. In tutti e tre i casi è stata ipotizzata un attribuzione all Epigravettiano (Martini 1984, Fenu 2005). Quanto ai dati di epoca olocenica, sono state individuate sepolture di epoca eneolitica a Spedaletto e materiali sporadici comprendenti una cuspide di freccia alla Romola, che indicano presenze nel territorio ascrivibili genericamente a un periodo compreso, come si è detto, tra il Neolitico e l età del Bronzo (Cocchi 1951, Calvi Rezia 1969, Grifoni-Cremonesi e Cocchi 1989). La documentazione appena elencata, inserita nel più ampio quadro delle conoscenze sulla preistoria della provincia di e di tutta la Toscana, costituisce un prezioso contributo alla ricostruzione delle fasi del più antico popolamento del territorio, nelle sue dinamiche culturali e nella sua relazione con il contesto cronologico e geografico. I siti paleolitici sono localizzati a nord della zona interessata dal progetto, tra San Casciano e Tavarnuzze, a partire da circa tre chilometri di distanza dai limiti del previsto cantiere. Benché non si abbiano al momento dati certi a favore di una eventuale presenza di documentazione archeologica di epoca preistorica 9 di 17

all interno della zona in cui sono previsti i lavori, va sottolineato che la probabilità di individuarne potrebbe essere alta: l omogeneità territoriale e paesaggistica, l abbondanza dei reperti provenienti dai siti citati, la loro alta concentrazione e la stessa modalità insediativa caratteristica del Paleolitico, consistente in presenze diffuse lungo le vie di caccia e di approvvigionamento, secondo un economia di sussistenza non ancora concentrata in abitati stabili, sono tutti elementi a favore della possibilità di imbattersi in ulteriori scoperte. Dal periodo Etrusco al Medioevo L oggetto dell intervento ricade in un area di pregio ambientale e storico artistico, non lontano dai luoghi di Machiavelli (S. Andrea in Percussina), l area è cristallizzata in un atmosfera che rimanda al tardo medioevo, ma che trova le sue radici in un passato più lontano. La preistoria è ampiamente attestata in un areale non lontano dall oggetto dell intervento; dalla preistoria all epoca moderna, passando attraverso l età classica, etrusca e romana, i luoghi di occupazione sembrerebbero tendenzialmente gli stessi se si leggono nell ottica di paesaggio ; probabilmente condizioni favorevoli all insediamento -reperibilità materie prime, vie di comunicazione, acqua- hanno inclinato verso precise scelte insediative giunte fino ad oggi con nuove forme, figlie dell insediamento tipicamente medievale. Studi sul territorio, non ancora editi, stanno chiarendo il quadro dei cambiamenti insediativi nel corso del tempo attraverso ricognizioni sistematiche del territorio comunale. L assetto territoriale e la permanenza toponomastica sono chiari indizi di un sistema e di tendenze insediative di chiara impronta medievale, con echi del mondo romano. Le vicende insediative del territorio si snodano anche attraverso la storia e le vicende legate alla viabilità; la via Cassia e la via Senese, la cui importanza si legge nella circostanza stessa di essere giunte fino ad oggi malgrado i numerosi rimaneggiamenti. Natura e funzione delle strade nel tempo hanno portato alla nascita e alla creazione di strutture lungo il loro percorso: stazioni di posta, ospedali o alberghi erano le strutture frequenti di assistenza e accoglienza. Le testimonianze di queste presenze, quando non riferibili a specifica traccia archeologica, possono leggersi ancora oggi nella toponomastica dei luoghi. In questa chiave può essere letta la presenza del toponimo Spedaletto o Santa Cecilia a Decimo con riferimento al miliare (10 miglia) che, come da tradizione romana, doveva segnalare la distanza dalla località raggiungibile, in questo caso. San Casciano stesso sembra che in epoca romana potesse essere una piccola posta costruita per dare ospitalità ai viaggiatori che da Fiesole si dirigevano a Volterra e a Siena. La retrodatazione del nucleo cittadino a periodi molto precedenti il XII sec., a cui risale il documento che reca la prima menzione del nome del paese, è fornita dal ritrovamento di tombe a tumulo (VII sec. a. C) presso la Tenuta Corsini, all interno del paese stesso. Tra le segnalazioni di epoca romana ed etrusca si ritrovano riferimenti a tombe o strutture non meglio precisate e abbastanza distanti dall area in oggetto. Le testimonianze della presenza etrusca e romana sul territorio sono emerse molto bene in seguito alle recenti indagini archeologiche condotte presso Loc. Ponterotto. Le strutture individuate sono distanti tra loro circa 250 mt e pertinenti rispettivamente a un edificio domestico etrusco datato al II-I secolo a.c e alla pars rustica di una villa romana per la quale si dispone di una datazione ante quem fornita da un antoniniano dell imperatore Aureliano ( 270-275 d.c) recentemente indagate in Loc. Ponterotto. Le caratteristiche morfologiche dell area, vicinanza a corsi 10 di 17

d acqua e più in generale accessibilità dei luoghi e delle loro risorse sono state da sempre caratteristiche che hanno inclinato verso determinate scelte insediative; a Ponterotto i due edifici sono distanti geograficamente e cronologicamente, ma vicini perchè probabilmente la scelta insediativa è stata per entrambi valutata in base alla disponibilità di terreno agricolo fertile, di acqua e probabilmente di argilla, materia prima che potrebbe essere stata utilizzata per la fabbricazione di laterizi; sullo scavo sono infatti stati ritrovati laterizi con tracce di errori di produzione, come ad esempio l eccessiva cottura che ha causato la loro deformazione, ma purtroppo non sono state ancora individuate le strutture connesse all eventuale fornace. La scoperta di queste strutture è stata del tutto casuale, legata ad interventi urbanistici che andavano ad incidere in un area non segnalata per evidenze archeologiche, inoltre entrambe le strutture risultano rispettivamente coperte da depositi detritici provenienti dal versante collinare e da un accumulo di deposito alluvionale causato dal vicino corso d acqua. Pe quanto riguarda le testimonianze medievali, ad esclusione di quelle che visivamente sembrano raccontare momenti di questo lontano passato, o quelle di cui si ha traccia in archivi più recenti o meglio conservati e studiati, molte potrebbero essere sommerse. L altro medioevo, quello fatto di strutture deperibili, di insediamenti o nuclei di insediamento sparso, quello storiograficamente e regionalmente schiacciato dalla comparsa dei dominanti castelli, proprio quell insediamento potrebbe essere l elemento nascosto e incalcolabile, pur se ben ricostruibile dalle fonti archivistiche contenute nei documenti dell Archivio del Monastero di Passignano (Tavarnelle Val di Pesa). 2. RICOGNIZIONE DI SUPERFICIE La sua finalità è stata quella di comprendere e stabilire i livelli di rischio archeologico che si avranno lungo il percorso, durante la realizzazione dell opera. Questo tipo di analisi preventive sono stabilite dalla normativa vigente, secondo una serie di operazioni e secondo l utilizzo di specifiche tecniche, necessarie all individuazione dei rinvenimenti archeologici presenti sul terreno, richiamati spesso da indizi più o meno evidenti. Il lavoro di ricognizione consiste nell esaminare, sul terreno, i dati ottenuti da fonti bibliografiche e d archivio e di arricchire l indagine con le novità che possono emergere dalla visione della natura e delle anomalie dei suoli. Le ricerche di superficie costituiscono uno strumento di indagine archeologica preventiva affidabile, pur non trattandosi di uno strumento capace di garantire strumenti utili ad una corretta interpretazione e valutazione dell entità individuata. ll lavoro della ricognizione consiste nella raccolta dei dati percorrendo a piedi il territorio, registrando tutte le anomalie presenti sulla superficie del terreno. Tale registrazione di dati svolta sul campo non può prescindere dall uso del suolo e delle eventuali colture presenti, perché essi andranno ad interagire con il livello di visibilità, che è stabilito in quattro differenti gradi: Zona non accessibile (colore blu)- aree dove le colture o altri elementi antropici impediscono totalmente l accessibilità al terreno e la visibilità del suolo. Visibilità scarsa (colore verde)- aree caratterizzate da una fitta copertura vegetale o da seminativo che rendono la visibilità del suolo altamente compromessa Visibilità discreta (colore giallo)- aree caratterizzate da una parziale copertura vegetale o da altre colture che permettano una visibilità discreta, ma non totale di circa il 50-60%. 11 di 17

Zona non accessibile (colore blu), Visibilità scarsa (colore verde), Visibilità discreta (colore giallo), Visibilità ottima (colore rosso). 12 di 17

PROGETTO PRELIMINARE DEL RACCORDO AUTOSTRADALE SIENA FIRENZE a sinistra frammento di dolio, a destra frammento di ceramica e ciottoli. Visibilità ottima (colore rosso)- aree arate e fresate. La voce Uso del suolo risente fortemente della stagionalità. Il livello di visibilità è conseguente a questo elemento, al periodo dell anno in cui si sono svolte le operazioni di ricognizione e alla destinazione d uso del territorio stesso. 2.1. OSSERVAZIONI SULL AREA (Tav.1) Geologicamente si individuano due formazioni: sul versante occidentale sono presenti ciottoli sciolti anche di grandi dimensioni, caratteristico di deposito olocenico e pleistocenico; i ciottoli sono polimodali a tessitura clasto-sostenuta e contenuti in abbondante matrice sabbioso-limosa di colore rossastro. Il versante orientale si caratterizza per argille a palombini: argilliti e marne grigio scure sono alternate a calcari marnosi a grana fine, talora arenacei e calcarenitici. L area oggetto dell intervento è occupata prevalentemente da vigneti, ad eccezione di una fascia a nord occupata da fitta vegetazione dove le condizioni di visibilità del suolo sono scarse. I vigneti si estendono a est e ovest del tracciato -Siena, ma non presentano medesime condizioni di visibilità; a est le condizioni registrate sono migliori rispetto alla porzione occidentale. Area est perticolare del suolo 13 di 17

2.2 I RISULTATI Lungo il versante occidentale, al margine del tracciato, all interno del vigneto che costeggia la via Cassia, è stato individuato uno spargimento di materiale da connettere ad attività antropiche non meglio precisabili, ma probabilmente ascrivibili ad età etrusca o romana; non sono stati individuati elementi diagnostici tra i materiali presenti sul campo, si tratta prevalentemente di porzioni di pareti di contenitori in ceramica. Alcuni frammenti di parete sono pertinenti a dolia, altri a ceramica comune. Sono stati individuati anche frammenti di selce non scheggiati. In base alle condizioni geo-morfologiche dell area si possono distinguere due possibilità: la prima che i reperti, con spiccati segni di abrasione, siano in relazione ad un sito localizzato più a monte, la seconda che i reperti provengono da una stratificazione in situ, magari molto profonda e intaccata dai lavori di piantumazione della vigna. 3. RISCHIO ARCHEOLOGICO Sono individuate con il colore rosso le zone ritenute ad alta potenzialità archeologica, con il colore giallo quelle di media potenzialità e con il verde quelle di bassa potenzialità. L ipotesi del rischio non deve considerarsi un dato incontrovertibile, ma va interpretato come una particolare attenzione da rivolgere a quei territori durante tutte le fasi di lavoro. Parimenti anche il rischio basso non va considerato come una sicura assenza di contesti archeologici, ma come una minore probabilità di individuare aree archeologiche, che comunque potrebbero rinvenirsi al momento dei lavori. 3.2. INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO ARCHEOLOGICO Per comprendere e valutare il rischio archeologico di un territorio oggetto di studio, diventa utile conoscere e ricostruire: il tessuto insediativo e la sua trasformazione nel tempo, la prossimità a siti archeologici bibliograficamente noti, la presenza di circostanti aree poste sotto vincolo, aldilà che interferiscano con l area in oggetto o siano in aree circostanti, la presenza di elementi antropici sull area. L analisi del rischio archeologico è necessaria per individuare quelle zone considerabili critiche e rilevare le problematiche dovute all interferenza fra eventuali presenze archeologiche, in sinergia di una serie distinta di fonti: bibliografiche, cartografiche e d archivio del territorio preso in esame, sopralluoghi sull area. Il dato che emerge dal lavoro di interpretazione evidenzia che il territorio in oggetto è limitrofo ad aree caratterizzate da una serie di frequentazioni che differiscono sia in ordine di tempo che culture. I siti paleolitici sono localizzati a nord della zona interessata dal progetto, tra San Casciano e Tavarnuzze, a partire da circa tre chilometri di distanza dai limiti del previsto cantiere. Benché non si abbiano al momento dati certi a favore di una eventuale presenza di documentazione ar- 14 di 17

colore rosso alta potenzialità archeologica, colore giallo media potenzialità. 15 di 17

cheologica di epoca preistorica all interno della zona in cui sono previsti i lavori, va sottolineato che la probabilità di individuarne potrebbe essere alta: l omogeneità territoriale e paesaggistica, l abbondanza dei reperti provenienti dai siti citati, la loro alta concentrazione e la stessa modalità insediativa caratteristica del Paleolitico, consistente in presenze diffuse di bivacchi lungo le vie di caccia e di approvvigionamento, secondo un economia di sussistenza non ancora concentrata in abitati stabili, sono tutti elementi a favore della possibilità di imbattersi in ulteriori scoperte. I siti di età etrusca e romana sono ben circoscritti sia per quanto riguarda la tipologia sia per l ubicazione, distante dal contesto del progetto, però, come per il periodo preistorico, le logiche insediative nelle diverse epoche, fino almeno al Basso Medioevo, e la presenza di una viabilità storicamente attestata, impongono cautele nel considerare a priori l area fuori da qualsiasi rischio archeologico. Già da sola queste circostanze non potevano consentire un eventuale esclusione dell area dalle zone a rischio archeologico, ma a conferma di tutto si ergono le labili tracce materiali riscontrate in fase di sopralluogo nei pressi dell area in oggetto e riferibili ad uno spargimento di materiale archeologico al momento non sufficientemente diagnostico. Dott. Omar Filippi Dott.ssa Teresa Cavallo 16 di 17

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