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Transcript:

Resoconto sullo stato delle risorse idriche al 31 gennaio 2019 Rio dell Arzere e scolo Perarolo a Stra (VE). Canale Scolmatore a Carpenedo (VE).

Premessa: Il comprensorio di Acque Risorgive è solcato da un sistema idrografico complesso, in parte a deflusso naturale e in parte a scolo meccanico, che comprende corsi d acqua arginati e una fitta rete secondaria consortile. Esso interessa principalmente il bacino idrografico direttamente scolante in Laguna di Venezia (86,7%), ed in misura minore i bacini del fiume Brenta (7%) e del fiume Sile (6,3%). Per quanto riguarda l irrigazione il Acque Risorgive si avvale sia di fonti di approvvigionamento da acque superficiali che da falda freatica. Le fonti di prelievo di acqua superficiale sono rappresentate da un notevole numero di opere di presa che interessano sia dei corsi d acqua regionali di II categoria, non gestiti dal Consorzio (Fiume Brenta, Naviglio Brenta, Taglio di Mirano, Idrovia, Fiume Sile, Torrente Muson dei Sassi), sia dei corsi d acqua di III categoria su cui opera il Consorzio in forza della delegazione amministrativa attivata nel 2005 (Fiumicello Muson Vecchio e Fiumicello Tergola). A queste fonti si aggiunge la risorsa idrica derivante dalle risorgive, presenti in numero molto elevato nel comprensorio consortile. Nei distretti irrigui Marzenego, Dese e Zero una consistente fonte d acqua deriva dal cosiddetto schema interconsortile Fener che trae origine dalla presa irrigua del canale Brentella di Pederobba a Fener (BL) tramite la quale vengono prelevati dal Piave oltre 30 m³/s. Una piccola parte di tale dotazione, stimabile in circa 2-3 m³/s, per lo più derivante da scarichi in eccesso, si rende disponibile ad Acque Risorgive tramite una serie di rogge (Musonello, Musoncello, Acqualonga e Brenton del Maglio), da cui originano i fiumi Marzenego e Dese e Zero. Nella parte nord occidentale del comprensorio (meglio evidenziata nella mappa), nel distretto denominato Bacino Nord, ricadente nei Comuni di Cittadella, Tombolo, San Martino di Lupari e Castelfranco Veneto, l attività irrigua interessa un area attrezzata di circa 700 ha nell ambito della quale sono dislocati 4 impianti pluvirrigui alimentati da altrettanti pozzi freatici (pozzo Sansughe, pozzo Castellan Nuovo, pozzo Castellan Sperona e pozzo Poisolo); accanto a questi 4 pozzi ne esistono altri che invece vengono impiegati come pozzi di emergenza allo scopo di integrare la dotazione idrica dei sistemi Tergola - Vandura e Acqualunga - Muson Vecchio (pozzo Rizzetto, pozzo Fosse e pozzo Sansughe Tergola).

Precipitazioni: [FONTE: ARPAV Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto al 31 gennaio 2019 ]. Nel mese di gennaio 2019 nella Regione Veneto sono caduti mediamente 17 mm di pioggia contro una media 1994 2018 di 60 mm, ossia il 71% in meno. Considerando i bacini idrografici che interessano il territorio di Acque Risorgive, si riscontra una situazione di marcato deficit pluviometrico rispetto alla media 1994-2018, con scostamenti che vanno dal -71% del bacino del fiume Piave, al -75% del bacino del fiume Brenta, al -78% del Bacino Scolante in Laguna di Venezia per finire col -82% del bacino del fiume Sile. Facendo riferimento al quadrimestre ottobre 2018 gennaio 2019, la precipitazione media complessiva nella Regione Veneto ammonta a 349 mm, contro una media 1994-2018 di 379 mm (-8%). Considerando i bacini idrografici che interessano il territorio di Acque Risorgive si rileva, rispetto alla media 1994-2018, un surplus pluviometrico solamente nel bacino del fiume Piave (+20%) mentre negli altri bacini il deficit pluviometrico va dal -18% del bacino del fiume Brenta, al -19% del bacino del fiume Sile, fino al -21% del Bacino Scolante.

La tabella sottostante riporta i dati di piovosità registrati dalle stazioni meteorologiche ARPAV dislocate nell ambito del territorio di Acque Risorgive o nelle immediate vicinanze dello stesso, nel periodo compreso tra gennaio 2018 e gennaio 2019. Riserve nivali: [FONTE: ARPAV Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto al 31 gennaio 2019 ]. Il cumulo di neve fresca dall inizio della stagione invernale è inferiore alla media (-20\-30% nelle Dolomiti

settentrionali, -40\-50% nelle Dolomiti meridionali, -50\-60% nelle Prealpi); in generale mancano circa 110 cm di neve fresca. L indice di spessore di neve al suolo per le Dolomiti è pari a 43 cm, contro i 79 cm del valore normale. Le riserve idriche sul bacino del Piave, relative ai sottobacini di interesse per il sistema idroelettrico Piave-Boite-Maé, vengono stimate, al 31 gennaio, in 100-120 Mm 3, ossia circa la metà della norma. Si tratta di un dato comunque superiore a quello del 2016 e del 2017. Serbatoi: [FONTE: ARPAV Rapporto sulla risorsa idrica in Veneto al 31 gennaio 2019 ]. Per quanto riguarda i serbatoi del Piave (Lago di Santa Croce, Lago di Mis e Lago di Pieve di Cadore) il volume totale invasato al 31 gennaio viene quantificato in 95 Mm 3, ossia il 57% del volume massimo invasabile. Si tratta di un valore inferiore alla media del periodo (-5%) e, in generale, inferiore anche a quello misurato negli ultimi 15 anni (con l eccezione del 2012 e del 2006 quando erano presenti rispettivamente 67 e 46 Mm 3 ). Per quanto riguarda il bacino del Corlo, a fine gennaio risultano invasati 20.7 Mm 3 (contro i 22.1 di fine dicembre), un valore pari al 54% del volume massimo invasabile (-22% rispetto alla media del periodo). Anche in questo caso il dato rilevato è il più basso degli ultimi 15 anni, con la sola eccezione del 2010 e del 2016 quando erano presenti 20.4 e 16.9 Mm 3. Falda: A livello regionale la falda registra ovunque valori inferiori a quelli medi attesi per il periodo. Va altresì fatto notare che dal mese di settembre è in atto un abbassamento generale dei livelli freatimetrici, processo questo che è stato solo momentaneamente interrotto dalle consistenti precipitazioni di fine ottobre. Prendendo in considerazione i livelli della falda rilevati nei pozzi freatici consorziali dislocati nell alta padovana (tra Cittadella e San Martino di Lupari) e a Castelfranco Veneto (TV), si evidenziano, a inizio febbraio 2019 (05/02/2019), valori in diminuzione (da -19 a -31 cm), rispetto a quelli registrati a inizio gennaio (04/01/2019).

Portate: Al 31 gennaio le portate dei maggiori fiumi veneti sono inferiori alle medie storiche. Considerando la portata media del mese di gennaio si evidenzia che è inferiore al valore medio storico del 5% sull Adige a Boara Pisani, del 25% sul Brenta a Barziza, del 27% sul Po a Pontelagoscuro e del 43% sul Bacchiglione a Montegalda. Non sono ancora disponibili i dati di portata delle sezioni montane del fiume Piave, monitorate da ARPAV, che, a causa dell alluvione di fine ottobre 2018, hanno subito ingenti danni sia a carico della strumentazione, che della sezione di misura. 1 - Resoconto sullo stato delle risorse idriche al 31 gen 2019.docx