Gas-cromatografia. Cromatografia gas liquido L interazione fra le molecole di



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Gas-cromatografia In gas-cromatografia la fase mobile è un gas che scorre, all interno di una colonna, su una fase stazionaria solida o liquida (supportata su un solido), trasportando le molecole degli analiti da separare, anch essi in fase gassosa: gas (fase mobile) gas (fase mobile) solido (fase stazionaria) Liquido (fase staz.) solido (supporto) Cromatografia gas solido L interazione fra le molecole di analita e la fase stazionaria (solida) è un adsorbimento Cromatografia gas liquido L interazione fra le molecole di analita e la fase stazionaria (liquida) è una ripartizione

Parametri specifici per la gas cromatografia Volume di ritenzione e volume morto: indicano i volumi di fase mobile che fluiscono all esterno della colonna in corrispondenza del tempo di ritenzione e del tempo morto rispettivamente: V R = F t R V M = F t M F = flusso del gas di trasporto Di solito si dispone del valore del flusso all uscita della colonna (F m ), correlato ad F dalla relazione: F F m T T C (P-P P H 2 O ) T C = temperatura della colonna T = temperatura ambiente P = pressione del gas all uscita dalla colonna P H 2O = tensione di vapore dell acqua Il termine finale si inserisce solo se la misura di F m è effettuata con un flussimetro a bolla di sapone.

Volumi corretti: V R e V M vanno corretti per la caduta di pressione esistente fra l ingresso (P i ) e l uscita della colonna (P): V 0 R = j F t R V 0 M = j F t M con: 3[(P i 2[(P P) j 3 i P) 2-1)] -1)] Volumi di ritenzione specifici (V g ) V g V0 R -V W 0 M 273 T C T C = temperatura della colonna W = massa della fase stazionaria Si può dimostrare che i valori di Vg sono direttamente correlati alla costante dell equilibrio di adsorbimento o di ripartizione di un analita: V g K S 273 T C K = costante di equilibrio S = densità della fase stazionaria

Esempi della dipendenza di V g dalla temperatura della colonna 1. Benzene 2. Toluene 3. p-xilene 4. Isopropil-benzene 1. CH 2 CH 2 OH 2. CH 2 CH 2 CH 2 OH 3. CH 2 CH 2 CH 2 CH 2 OH 4. CH 2 CH 2 CH 2 CH 2 CH 2 OH

Strumentazione per la gas-cromatografia

Misuratori di flusso Rotametro Consente la misurazione del flusso del gas di trasporto in base allo spostamento verticale di un galleggiante (sferico o conico) all interno di un tubo conico di vetro. Flussimetro a bolla di sapone Il principio è analogo a quello del rotametro ma al posto del galleggiante si usa una bolla creata usando una soluzione saponata posta sul fondo del tubo. Ingresso del gas di trasporto

Flussimetro a conducibilità termica Il flusso del gas viene misurato indirettamente sfruttando la sua capacità di asportare il calore sviluppato per effetto Joule da un filamento percorso da corrente elettrica. Se il flusso del gas diminuisce la temperatura del filamento aumenta e con esso la resistenza elettrica, quindi si osserva una diminuzione dell intensità di corrente nel circuito. Ingresso del gas blocco di materiale isolante Uscita del gas filamento

Sistemi per l introduzione del campione Iniettore convenzionale Il campione (da 0.5 a 20 L), viene iniettato, usando una speciale siringa, all interno di un blocco riscaldato, in modo che vaporizzi istantaneamente e venga poi spinto all interno della colonna cromatografica. La temperatura dell iniettore deve essere di almeno 50 C superiore a quella della colonna.

Iniettore split-splitless foro per l introduzione della microsiringa In questo caso una parte del campione può essere scartata (modalità split) per evitare sovraccarichi di campione nella colonna. ingresso del gas di trasporto setto sfiato I volumi in ingresso in colonna in modalità split sono dell ordine di 10-3 L. Essa viene adoperata quando si adottano colonne capillari. blocco scaldante cilindro di vetro (liner) camera di vaporizzazione colonna Scarico campione eccesso del in

Valvola di campionamento a rotazione Caricamento del campione Introduzione in colonna Consente di introdurre nella colonna piccoli volumi di campione (pochi L) con un errore relativamente piccolo (1-2 %), inferiore a quello che si commette con una microsiringa.

Controllo della temperatura della colonna in gas-cromatografia V g K S 273 T C La temperatura della colonna determina il volume (e quindi il tempo) di ritenzione di un analita in una specifica colonna (K e s fissati). Una separazione gas cromatografica può essere condotta in due modalità: isotermica T c costante a temperatura programmata T c tempo a) temperatura iniziale b) rampa di temperatura ( C/min) c) temperatura finale

Confronto fra separazione gas cromatografica isotermica e a temperatura programmata. isotermica a 45 C In condizioni isotermiche la risoluzione migliora abbassando la temperatura ma i tempi di analisi diventano eccessivamente lunghi. isotermica a 145 C Con un programma di temperatura è possibile raggiungere un buon compromesso fra risoluzione e tempo complessivo di analisi. programma di temperatura

Confronto fra una separazione gas cromatografica isotermica e una a temperatura programmata per alcani a catena lineare

Rivelatori in gas-cromatografia Parametri caratteristici di un rivelatore in gas cromatografia 1. Range dinamico 2. Intervallo di risposta lineare 3. Sensibilità e limite di rivelabilità 4. Selettività 5. Dispersione (quantifica l allargamento del picco cromatografico dovuto al suo passaggio nel rivelatore) 6. Dimensioni del rivelatore 7. Tempo di risposta 8. Variabilità della risposta a variazioni di flusso e pressione 9. Intervallo di temperatura operativo

Rivelatore a conducibilità termica (TCD) Il passaggio dell analita all interno del gas di trasporto (di solito idrogeno o elio), modifica la conducibilità termica di quest ultimo, producendo una variazione della temperatura, e quindi della conducibilità elettrica, di un filamento percorso da corrente. La variazione di conducibilità viene valutata dallo sbilanciamento di un ponte di Wheatstone Il TCD è naturalmente un rivelatore non selettivo.

Rivelatore a ionizzazione in fiamma (FID) La rivelazione si basa sull aumento della conducibilità elettrica provocato dalla formazione di ioni in seguito alla combustione dell analita presente nel gas di trasporto. E sensibile soprattutto ai composti idrocarburici. Non è sensibile ai composti inorganici del carbonio (CO 2, CO, ecc.), né ad altri composti inorganici (NH 3, SO 2, NO x ), ai gas nobili e ad H 2 ed N 2.

Meccanismo di formazione di ioni nel FID Poiché la temperatura della fiamma (< 2000 C) non è sufficiente a ionizzare molecole organiche, si ipotizza che il meccanismo di formazione di ioni a partire da queste sia di natura diversa: C x H y O 2 fiamma CH. (radicali) 2 O. (atomi ad alta energia) CH. + O. CHO + + e - Gli ioni CHO + e gli elettroni liberati nella fiamma consentono di registrare correnti dell ordine di 10-9 /10-12 A, mentre quelle di fondo, registrate al passaggio della sola fase mobile (di solito H 2 ), sono 100-10000 volte inferiori.

Rivelatore a ionizzazione in fiamma termoionico (rivelatore azoto-fosforo, NPD) Rispetto al FID è provvisto di una perlina costituita da un sale di Rb o Cs, riscaldata a 600-800 C, dove avviene la liberazione di ioni Rb + /Cs + : Rb Rb + + e - La perlina è mantenuta ad un potenziale più negativo di quello del bruciatore (di solito collegato a terra).

Pot. + 200-300 V Anodo Pot. < 0 V sale di Rb Bruciatore, pot. 0 V I potenziali dei tre elettrodi dell NPD sono studiati appositamente per aumentare la selettività del rivelatore. L applicazione di un potenziale negativo alla perlina, infatti, fa sì che le specie CHO + prodotte per combustione nella fiamma dai semplici composti idrocarburici (come nel FID) vadano a scaricarsi sulla perlina e non sul collettore, che in questo caso è un anodo mentre nel FID è un catodo.

Meccanismo di interazione in fase omogenea per l NPD: passaggio del solo gas di trasporto Quando dalla colonna eluisce soltanto il gas di trasporto si generano elettroni derivanti da un processo a tre corpi che coinvolge un atomo di Rb liberato dalla perlina (o formatosi in modo transiente dall interazione fra un elettrone derivante dalla fiamma e ioni Rb + ) e due radicali H. derivanti dalla fiamma: H. + H. + Rb Rb + + e - + H 2 H 2 2 H. Pot. + 200-300 V Anodo Pot. < 0 V e - + Rb + sale di Rb Rb Rb + e - (fiamma) Fiamma, pot. 0 V Il processo a tre corpi è statisticamente poco probabile ma quando avviene consente, di fatto, di portare un elettrone nel semispazio superiore rispetto alla perlina, permettendone la scarica all anodo. Al contrario gli elettroni prodotti nel semispazio inferiore si scaricano sul bruciatore.

Meccanismo di interazione in fase omogenea per l NPD: eluizione di composti organici azotati e/o fosforati Se dalla fiamma arrivano anche (quindi l H radicalico arriva comunque) radicali CN. e PO 2., generati dalla combustione di composti organici azotati/ fosforati, si verifica una competizione con i radicali H per il rubidio atomico. H 2 poco probabile 2 H. e - + Rb + Rb Anodo fiamma CN -, PO 2 - + Rb + radicali CN., PO 2. Rb + sale di Rb e - (fiamma) Il processo più probabile è di gran lunga quello a due corpi, anche in virtù dell ottima combinazione fra potenziale di ionizzazione del rubidio e affinità elettronica dei radicali CN. e PO 2.. Da questi si formeranno dunque ioni negativi CN - e PO 2-, che si scaricheranno all anodo generando una corrente molto più alta della precedente. Anche in questo caso si forma Rb + che torna alla perlina.

Meccanismo di interazione in fase eterogenea per l NPD Anodo CN -, PO - 2 CN., PO 2. e - sale di Rb Secondo questo modello, elettroni vengono rilasciati dalla perlina per effetto termoionico ed interagiscono con i radicali CN. e PO 2. trasformandoli in ioni negativi che poi raggiungono l anodo. In questo caso si ammette dunque la cattura diretta di elettroni, non mediata dal rubidio, da parte dei radicali azotati o fosforati. Di fatto è un meccanismo complementare al precedente.

Una sorgente di radiazioni (emesse da tritio o Ni 63 ) provoca la ionizzazione del gas di trasporto: N 2 (H 2 ) + N 2+ (H 2+ ) + e - Analiti (X) con elevata affinità elettronica possono catturare gli elettroni: Rivelatore a cattura di elettroni (ECD) X + e - X - (+ energia) La ricombinazione fra ioni N 2+ e X - è10 5-10 8 volte più probabile di quella fra N 2+ ed elettroni. Si osserva una diminuzione di corrente al passaggio di analiti elettron-affini.

Rivelatore a fotoionizzazione (PID) In questo caso la ionizzazione delle specie eluenti dalla colonna GC avviene per esposizione a radiazione UV ad alta energia: RH + h RH + + e - Tipicamente la radiazione non è in grado di ionizzare i costituenti dell aria (N 2, O 2, CO 2, H 2 O). Il PID è invece sensibile alla maggior parte dei composti organici (RH). Il responso del PID dipende dalla concentrazione (e quindi dal flusso).

Rivelatore a fotometria in fiamma (FPD) Nel rivelatore FPD la presenza dell analita viene rivelata dall emissione di radiazione nella fiamma in cui viene bruciato il gas proveniente dalla colonna gascromatografica. In particolare vengono rivelati composti contenenti: fosforo (emissione a 526 nm) zolfo (emissione a 394 nm)

Confronto fra i principali rivelatori in GC Detector Selettività Sensibilità Linearità Gas Temperatura TCD nessuna 5-20 ng 10 5 H 2 o He FID composti organici 0.1-10 ng 10 7 H 2 e aria 150-250 C 250-300 C NPD composti con N composti con P 10 pg 1 pg 10 6 H 2 e aria 250-300 C ECD composti alogenati carbonilici coniugati 0.1-10 pg 0.1 1 ng 10 4 N 2 300 400 C PID composti aromatici olefine 25-50 pg 50-200 pg 10 7 trasp. 200 C FPD composti con S composti con P 10-100 pg 1-10 pg 10 3 H 2 e 10 4 aria 250 300 C

Tipi di colonne e fasi stazionarie in gas-cromatografia Colonne impaccate sono costituite da tubi di vetro, metallo o teflon, di lunghezza 2-3 m e diametro interno 2-4 mm, riempiti con particelle di un materiale solido finemente suddiviso (ad esempio terra di diatomee) e ricoperto da una sottile (0.05-1 mm) pellicola di fase stazionaria liquida

Colonne capillari (tubolari aperte) Support Coated Open Tubular (SCOT) uno strato sottile (circa 30 mm) di materiale di supporto (ad es. terra di diatomee) ricopre le pareti interne della colonna ed e a sua volta ricoperto di fase stazionaria Wall Coated Open Tubular (WCOT) la fase stazionaria ricopre le pareti interne della colonna, come film sottile

Fused Silica Open Tubular (FSOT) Sono particolari tipi di colonne WCOT realizzate in silice fusa protetta da un rivestimento esterno di poliimmide, di diametro interno 100-300 m. L eccezionale flessibilità permette di ottenere colonne di lunghezza fino a 100 m! Sono ormai le colonne piu diffuse in gas-cromatografia.

Confronto fra le colonne impiegate in GC Tipo di colonna FSOT WCOT SCOT Impaccata Lunghezza / m 10-100 10-100 10-100 1-6 Diametro interno / mm 0.1-0.3 0.25-0.75 0.5 2-4 Efficienza, piatti/ m 2000-4000 1000-4000 600-1200 500-1000 Dimensione del campione / ng 10-75 10-1000 10-1000 10-10 6 Pressione Bassa Bassa Bassa Alta Velocita Alta Alta Alta Bassa Inerzia chimica Elevata Bassa Flessibilita Si No No No

Materiale di supporto per la fase stazionaria in GC Caratteristiche fondamentali Elevato rapporto area superficiale/massa Distribuzione regolare delle dimensioni delle particelle Buona conducibilita termica Stabilita meccanica e termica Il materiale di supporto in assoluto più usato è costituito da terre di diatomee calcinate (Chromosorb), costituite dai residui fossili di alghe microscopiche. La loro composizione tipica è: SiO 2 (91%), Al 2 O 3 (4.6%), Fe 2 O 3 (1.9 %), CaO (1.4%), MgO ( 0.4 %)

End-capping del materiale di supporto I gruppi silanolici (Si-OH) presenti alla superficie dei granuli di Chromosorb devono essere derivatizzati con gruppi apolari per aumentare la stabilita termica e soprattutto impedire il verificarsi di fenomeni di adsorbimento degli analiti sul materiale di supporto, con conseguente asimmetria dei picchi cromatografici. Le reazioni di derivatizzazione fanno uso di dimetil-dicloro-silani: 1 O Si O OH + Cl CH 3 O CH 3 Si Cl Si O Si Cl CH 3 O CH 3 2 O CH 3 O CH 3 Si O Si Cl + CH 3 OH Si O Si OCH 3 O CH 3 O CH 3

Fasi stazionarie impiegate in gas-cromatografia Cromatografia di adsorbimento (o gas-solido, GSC) Si preferisce sfruttare l adsorbimento per l interazione con la fase stazionaria per analiti molto volatili (azoto, ossigeno, gas nobili, ossidi di azoto e di carbonio, solfuri di idrogeno e carbonio). I materiali più impiegati sono: Carboni attivi e carboni grafitati Allumina e gel di silice Setacci molecolari (zeoliti): sono silicati e alluminati di metalli alcalini/alcalino- terrosi caratterizzati dalla presenza di cavità di dimensioni molecolari (4-13 Å). In questo caso le molecole più piccole saranno ritenute più a lungo sulla fase stazionaria.

Polimeri porosi Sono polimeri derivanti dalla polimerizzazione di stirene e divinilbenzene: CH CH 2 CH 2 CH CH CH 2 CH 2 CH CH 2 CH CH CH 2 CH 2 CH CH 2 CH CH 2 CH CH 2 CH La loro struttura è reticolata per la presenza di unità di divinilbenzene, quindi anche in questo caso gli analiti sono ritenuti in base alle loro dimensioni. Tipicamente vengono impiegati nella separazione di sostanze polari (acqua, ammoniaca, ammine, alcoli).

Esempi di separazioni cromatografiche gas-solido C

Cromatografia di ripartizione con fase liquida non legata (o gasliquido, GLC) Caratteristiche fondamentali della fase stazionaria: Bassa tensione di vapore (il punto di ebollizione della fase stazionaria liquida dev essere di almeno 100 C superiore alla massima temperatura di operazione della colonna) Stabilita chimica Bassa viscosita Fasi stazionarie più comuni: Polisilossani, polifenileteri, poliesteri, polietilenglicoli polarità

Polisilossani HO R R Si O Si R R O n H R = metile vinile fenile 3,3,3-trifluoropropile cianoetile cianopropile polarità Nomi commerciali R Temperatura operativa massima ( C) Applicazioni OV-1 metile 350 OV-3 metile/fenile 9:1 350 OV-17 metile/fenile 1:1 250 CH x, IPA, PCB, steroidi Esteri di acidi grassi, alcaloidi Pesticidi, glicoli OV-210 trifluoropropile/m etile 200 Cloro e nitroderivati del benzene OV-275 metile/cianopropil e1:1 250 Acidi grassi poliinsaturi alcoli

Polifeniletere O O n = 3, 4 n E stabile nell intervallo di temperature 200-250 C e ha una bassa viscosita (grazie alla flessibilita del legame dell etere) Poliesteri O HO (CH 2 ) 2 O C (CH 2 ) 2 O C O (CH 2 ) 2 OH n = 17-21 n

Polietilenglicoli HO (CH 2 CH 2 O) n CH 2 CH 2 OH Sono i composti più usati per la GLC con fase stazionaria polare. Un esempio tipico di questa fase stazionaria e il Carbowax 20M, che ha una temperatura operativa limite di 225 C..

Confronto fra separazioni GLC su due fasi stazionarie diverse

Gas cromatografia con fase stazionaria legata (BPC) Fa uso di fasi stazionarie legate covalentemente alla superficie del supporto di silice della colonna gas-cromatografica Vantaggi rispetto alle fasi non legate Maggiore stabilita termica Elevata efficienza cromatografica Riduzione della perdita di fase stazionaria dalla colonna durante le corse cromatografiche ( bleeding ) Possibili procedure di preparazione Condensazione dei gruppi OH terminali di un silossano o di un glicole con i gruppi silanolici superficiali della silice di supporto: -SiOH + ROH -Si-O-R Reazione di clorosilani mono o bifunzionali con la silice

Possibili meccanismi di interazione fra analiti e fasi legate Dipendono dalla natura chimica della fase stazionaria Catene alchiliche corte (CH 3, CH 2 CH 3 ): prevale l adsorbimento o sul supporto o sui gruppi funzionali della fase stazionaria legata Gruppi polari (CF 3 CH 2, glicoli): prevale l adsorbimento sulla fase legata Catene alchiliche lunghe (CH 2 (CH 2 ) 16 CH 3 ) : prevale la ripartizione, perche la fase legata ha in questo caso un comportamento piu simile a quello di un liquido