TAVOLO UNICO REGIONALE DI COORDINAMENTO SULL IMMIGRAZIONE PROTOCOLLO D INTESA REGIONE DEL VENETO - Assessorato alle Politiche della Sicurezza e dei Flussi Migratori - Assessorato alle Politiche dell Occupazione, della Formazione, della Organizzazione e delle Autonomie Locali - Assessorato alle Politiche per l Impresa in collaborazione con il Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ente Veneto Lavoro ENTI LOCALI Province di: BELLUNO, PADOVA, ROVIGO, TREVISO, VENEZIA, VERONA E VICENZA Comuni di: BELLUNO, PADOVA, ROVIGO, TREVISO, VENEZIA, VERONA E VICENZA U.R.P.V. A.N.C.I. VENETO PARTI SOCIALI - Associazioni delle categorie produttive: FEDERAZIONE REGIONALE INDUSTRIALI DEL VENETO FEDERVENETO API CONFEDERAZIONE AUTONOMA SINDACATI ARTIGIANI F.R.A.V. CONFARTIGIANATO DEL VENETO C.N.A. FEDERAZIONE REGIONALE DEL VENETO FEDERCLAAI VENETO FEDERAZIONE REGIONALE TRA LE ASSOCIAZIONI ARTIGIANE FEDERAZIONE REGIONALE COLDIRETTI DEL VENETO CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DEL VENETO CONFCOMMERCIO UNIONE REGIONALE VENETA DEL COMMERCIO E DEL TURISMO CONFESERCENTI REGIONALE CONFTURISMO VENETO CONFAGRICOLTURA FEDERAZIONE REGIONALE DEGLI AGRICOLTORI DEL VENETO Associazioni sindacali: CGIL REGIONALE CISL REGIONALE UIL REGIONALE - (Obiettivi/Risultati) La Regione del Veneto, gli Enti Locali, le Parti Sociali con la collaborazione del Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel quadro della programmazione pluriennale e annuale della Regione in materia di immigrazione,
ai sensi del Decreto Legislativo n 286/1998 "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell immigrazione e norme sulla condizione dello straniero", alla luce del principio di sussidiarietà, avvalendosi dello strumento della concertazione PROMUOVONO una iniziativa di concertazione denominata Tavolo Unico regionale di coordinamento sull immigrazione al fine di AVVIARE UN SISTEMA REGIONALE ORGANICO E COORDINATO DI AZIONI COMPLEMENTARI MIRATE: - al civile inserimento dei lavoratori immigrati extracomunitari di seguito chiamati stranieri negli ambienti di lavoro e nella comunità regionale; - alla ordinata convivenza tra cittadini già residenti e cittadini immigrati; - alla promozione del rientro degli emigrati italiani e veneti; - alla valorizzazione di progetti di rilievo e di qualità sull immigrazione in atto in ambito locale e alla loro diffusione sul territorio; - alla promozione e valorizzazione di sinergie tra risorse regionali, statali e comunitarie; - alla valorizzazione del ruolo della Regione, delle Province, dei Comuni e delle Parti sociali del Veneto. Tale iniziativa si concretizza nella definizione del presente Protocollo d Intesa. (Principi fondanti dell Intesa) I progetti e le azioni previste dall intesa si intendono per comune volontà: - rivolti ai lavoratori stranieri regolarmente presenti, occupati o iscritti al collocamento, e alle loro famiglie; - inseriti in un quadro di costante attenzione all evoluzione del fenomeno immigratorio in rapporto al contesto veneto e del Nord-Est, con particolare riguardo: - al crescente impiego di lavoratori stranieri nei settori dell industria, dell artigianato, dell agricoltura, del terziario e dei servizi alla persona; - al modello di sviluppo, alle relazioni tra prospettive demografiche, popolazione attiva, occupazione. (Contenuti) L Intesa si attua mediante azioni concertate, indirizzate all inserimento socio-lavorativo dei lavoratori immigrati. Le aree di intervento sono: 1) formazione 2) alloggio 3) servizi per i lavoratori immigrati e le loro famiglie 4) governo dei flussi migratori 5) rete per l immigrazione 6) legislazione. Le aree di intervento, costituendo unità funzionali indipendenti, possono essere promosse anche separatamente. La Regione Veneto
garantisce in ogni caso il coordinamento delle singole aree ai fini della unitarietà del progetto. 1 Formazione Promozione di programmi di formazione. Il programma di attività formative per gli immigrati dovrà essere concertato con le altre attività formative regionali approvate dalla Commissione tripartita di cui alla L.R. 31/98 anche tenuto conto di specifici protocolli d intesa tra le parti sociali quali l accordo sottoscritto in data 27 settembre 2000 tra la Federazione Regionale Industriali e le Associazioni Sindacali del Veneto. La formazione, anche a tipologia modulare, comprende: - corsi di lingua italiana anche sulla base di specifici accordi tra Parti sociali, Enti locali, Istituzioni scolastiche; - corsi di informazione sulla cultura e regole di convivenza civile e del lavoro anche nel contesto di progetti di accompagnamento dello straniero nell ambiente di lavoro; - corsi di informazione e formazione multilingue sulle norme della sicurezza e la segnalazione del rischio; - corsi di formazione professionale mirati: - alla valorizzazione delle competenze pregresse dei lavoratori immigrati, in un quadro di attenzione alle problematiche attinenti la parificazione e il riconoscimento dei titoli di studio rilasciati nei Paesi di provenienza; - alla acquisizione di nuove capacità in relazione alle qualifiche e profili professionali richiesti dal sistema produttivo e a possibili progetti di rientro degli immigrati nei luoghi d origine; - formazione nei luoghi di origine: - iniziative con le autorità di governo dei luoghi di origine delle immigrazioni per valutare le possibilità di attuazione delle attività formative; - successiva organizzazione delle stesse; - formazione di formatori. I corsi di formazione al lavoro e alla sicurezza nei luoghi di lavoro possono essere estesi ai lavoratori nazionali. Dovranno essere in ogni caso assunte iniziative di raccordo con i meccanismi istituzionali di immissione nel mercato del lavoro di soggetti stranieri, verificata anche l offerta degli stranieri disoccupati iscritti nelle liste provinciali dei centri per l impiego. In un quadro di strategie e azioni istituzionali e interistituzionali mirate a favorire e facilitare il rientro degli emigrati di origine italiana e veneta e loro discendenti che intendano stabilirsi sul territorio regionale e inserirsi nel mondo del lavoro e nell ambiente sociale veneto, saranno approntate le più adeguate azioni volte a raggiungere tali obiettivi. 2 Alloggio - Promozione di interventi di sollecitazione, paralleli o congiunti, di Regione, Enti Locali e Parti sociali nei confronti dello Stato al fine di introdurre sul piano normativo benefici fiscali per le imprese che acquistino, ristrutturino, affittino o concedano in uso immobili da destinare ai propri dipendenti. - Promozione e sostegno di progetti che facilitino l accesso alla casa dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie e il superamento della logica dell emergenza in una logica di integrazione. Nella assegnazione dell alloggio particolare attenzione dovrà essere posta, sin dal momento dell ingresso, contemporaneamente, alla consistenza
a regime del nucleo familiare e all effettiva possibilità di mantenimento economico dello stesso. I progetti sono attivati anche sulla base di intese e sinergie con i datori di lavoro, le associazioni di proprietari di immobili, le strutture operanti in attività di reperimento e concessione in uso di immobili e con altri soggetti attivi nel settore dell abitazione, nonché utilizzando le capacità progettuali e operative presenti nel territorio. Con riferimento alle singole realtà territoriali e al maggiore o minore grado di emergenza per consistenza del fenomeno immigratorio o presenza di profughi e richiedenti asilo, i progetti sono rivolti in particolare: - all incentivazione dell offerta abitativa in affitto, nonché dell accesso al credito agevolato per l acquisto, ristrutturazione e recupero della prima casa di abitazione anche con la costituzione di appositi fondi di garanzia; - alla realizzazione di interventi di risanamento igienico/sanitario di alloggi da destinare agli immigrati; - all incentivazione dell offerta abitativa sociale quale la realizzazione di centri di accoglienza e di pensionati sociali aperti anche ai cittadini italiani. Rispetto alle esigenze poste da lavoratori in rapido turn over e lavoratori stagionali, nonché alle necessità di prima accoglienza, sarà valutata l opportunità di disporre di un offerta abitativa specifica, regolata in modo flessibile ed eventualmente temporanea. 3 Servizi per i lavoratori immigrati e le loro famiglie E opportuno avviare una riflessione con gli organi del Ministero della Pubblica Istruzione rispetto ai nuovi fabbisogni generati dalla presenza di immigrati. Analoghe valutazioni devono essere fatte per il sistema socio-sanitario. 4 Governo dei Flussi migratori Promozione, in ogni tavolo di confronto con gli organi dello Stato, di interventi di sollecitazione per una efficiente politica di programmazione degli ingressi dei lavoratori stranieri mediante l organico coinvolgimento delle autonomie regionali con particolare riguardo al fabbisogno quanti/qualitativo espresso dai sistemi locali. Per la corretta definizione dei fabbisogni del mercato del lavoro anche in riferimento alle esigenze del lavoro stagionale, nella Regione viene costituito, con il pieno coinvolgimento degli organismi di concertazione delle Parti sociali, lo strumento di monitoraggio e informazione indicato al punto 5. In tale contesto andranno attivate iniziative per l emersione del lavoro irregolare e dell economia sommersa, in quanto occasioni di utilizzo del lavoro clandestino. Viceversa, per gli immigrati che secondo la normativa vigente hanno perso le condizioni per la permanenza in Italia, potranno essere attuate forme di aiuto e sostegno per il rientro nei Paesi di origine. 5 Rete per l immigrazione Si opererà per la costituzione di un network regionale tra i soggetti istituzionali, economico-sociali e tecnici (da rendere operativo anche a base provinciale) che sarà finalizzato alla gestione dei problemi relativi all accoglimento ed inserimento dei lavoratori immigrati. In particolare si promuoverà, anche in concorso con le organizzazioni del privato sociale, nonché sulla base di progetti ed esperienze già in atto sul territorio regionale, l elaborazione di un modello a rete di
sportelli operanti ai livelli provinciali e finalizzati alla fornitura di servizi integrati per l immigrazione. Il progetto è indirizzato prioritariamente alla raccolta e diffusione delle informazioni sulla domanda/offerta di lavoro e sulle qualifiche professionali richieste/offerte dal mercato del lavoro. 6 Legislazione regionale Revisione della legislazione regionale in materia di immigrazione. Revisione della L.R. 30.01.1990, n 9 sulla base: - dei principi di cui al Decreto Legislativo 25.07.1998, n. 286; - della valorizzazione del metodo della concertazione e del ruolo di programmazione e coordinamento della Regione; - della semplificazione normativa e procedurale. Le proposte del Tavolo unico saranno coordinate con i pareri e le proposte delle associazioni del mondo della cooperazione e delle associazioni operanti per l integrazione dei cittadini stranieri rappresentate nella Consulta regionale per l immigrazione. In gruppi di lavoro saranno successivamente trattati argomenti a contenuto specifico e settoriale.