I Cultural Studies negli Stati Uniti: lo stato dell arte 1 Jennifer Daryl Slack Professor of Communication and Cultural Studies Michigan Technological University 1400 Townsend Drive, Houghton MI USA 49931 906.487.3228 fax:906.487.3559 home: 906.337.0156 email: jdslack@mtu.edu E un onore essere invitata a condividere con voi il mio giudizio sullo stato dei Cultural Studies negli Stati Uniti. Considero questa un occasione per iniziare un dialogo esplorativo alla ricerca di intersezioni tra i vostri interessi e i miei e di quel che abbiamo da imparare, gli uni dagli altri, nel considerare i CS quale strada di impegno verso il mondo. Vi invito pertanto a pensare, mentre parlo, a che cosa significhino i CS per voi, a come intendete quel che a tale titolo viene fatto negli Stati Uniti, a come affrontate il compito che sto per descrivere qui ovvero il lavoro di disfare relazioni di potere e di opportunità distruttive e ineguali, in modo da rendere il mondo un posto migliore per tutti. Poco prima di uscire di casa ho aperto il libro di Joanna Zylinska, The Ethics of Cultural Studies, e un brano ha catturato la mia attenzione: La questione etica dei e nei CS è dunque una questione fondativa: l atto di rispondere alla differenza, a ciò che chiede riconoscimento e rispetto, a quel che è importante al punto da battersi per esso (p. 35) Si tratta di un osservazione fine, come d altra parte sono tutte le motivazioni etiche che attraversano il testo. Ma la difficoltà dell asserzione sta nel suo essere un progetto sempre in corso. I CS infatti sono stati, sono e continueranno ad essere molte cose diverse, dato che si sviluppano in risposta a circostanze mutevoli, a diverse concezioni della differenza, alle richieste di riconoscimento e rispetto che emergono, alle poste in gioco per cui lottare individuate di volta in volta, alle concezioni sempre più articolate e ricche di cosa significhi dal punto di vista culturale, politico, economico, tecnologico, strategico lottare. Vorrei leggervi un passaggio dall articolo scritto insieme a Greg Wise, Cultural Studies and Technology, tratto dalla sezione What counts as Cultural Studies, che mi pare sintetizzi in modo efficace i motivi per cui è tanto difficile definire i CS: I CS non sono e non sono mai stati una cosa singola, senza che siano però tutto e qualsiasi cosa. Piuttosto sono come una conversazione in corso: una serie di raggruppamenti e revisioni, di questioni considerate, di domande poste, di risposte offerte, di temi esplorati, di rischi assunti e di direzioni intraprese. Dato che la conversazione ha luogo in momenti storici diversi, la sua forma dipende dagli eventi storici, da realtà politiche, da situazioni istituzionali e da influenze teoriche e intellettuali. Quanto più a lungo e/o intensamente si è stati implicati in 1 Traduzione di Federica Giardini, Emanuela Fornari e Domenico Fiormonte.
una conversazione, tanto più se ne è diventati parte e si è in grado di coglierne le sfumature. I CS sono dunque più un arte che una scienza. Come un movimento artistico è configurato ed evolve seguendo i cambiamenti di scopi, relazioni, scommesse e interessi degli artisti che ne fanno parte, così sono i CS, formati e in evoluzione seguendo i partecipanti alla conversazione e i loro cambiamenti. Allo stesso modo in cui le istanze concepite per chiarire che cosa significhi appartenere a un particolare movimento artistico appaiono più difficili ai confini di ciò che sembra (congiunturalmente) centrale alle definizioni del movimento ( quest opera è cubista o surrealista? ), così è anche difficile distinguere ai confini che cosa esattamente siano o non siamo i CS. (pp. 485-486) Elemento di grande confusione rispetto ai CS è il fatto che, perlomeno negli Stati Uniti, questa dicitura significa molte cose diverse per molte diverse persone. E questo un punto di forza e di debolezza al contempo. Di forza perché, ad esempio, ha trasformato il pensiero accademico statunitense ed è praticato ovunque, nella letteratura, negli studi linguistici, in comunicazione, sociologia, scienze politiche, filosofia, storia, ecc. Le questioni della differenza, del potere, del riconoscimento, del rispetto, dell intervento e del cambiamento sono massicciamente presenti, in particolare nelle scienze umane e sociali. Ma è anche un punto debole, in quanto, pur avendo trasformato il pensiero accademico, non ha fatto altrettanto con il senso comune [popular thought]. Negli Stati Uniti, infatti, un clima fortemente conservatore e anti-intellettuale ha reso molto difficile portare gli assunti dei CS nel quotidiano. Tanto che spesso questi studi sono diffamati e isolati in una torre d avorio (accademica), considerati nel migliore dei casi insensati, nel peggiore politicamente pericolosi. Altro punto di forza che segnalo: nell essere praticati in qualsiasi ambito accademico, i CS hanno assunto forme svariate, per rispondere ai diversi progetti disciplinari e interdisciplinari entro i quali tale approccio veniva assunto. Dal punto di vista teorico, i CS non possono dunque mai essere definiti in modo unitario, cosa che li mantiene vitali, impegnati, sensibili ai mutamenti, capaci di rispondere in via teorica, culturale e politica a un paesaggio in continua trasformazione. Altro punto di debolezza, d altra parte, risiede proprio nel fatto che essendo tanto adattabili questi studi finiscono per sembrare privi di un centro, di organicità, di impegni condivisi. E in effetti i CS sono spesso stati adottati per fini politici radicalmente differenti e talvolta inquietanti [disturbing], al punto da rendere la preoccupazione accademica di definire che cosa sono veramente i CS talmente bruciante da risultare controproducente. Spesso dimentichiamo che i CS sono fondamentalmente, come afferma Joanna Zylinska, un progetto etico che ha per movente il miglioramento della vita culturale e politica. Spesso dimentichiamo, come Stuart Hall ha invano cercato di ricordarci, che il fatto che i CS non siano una cosa, non significa che siano qualsiasi vecchia istanza che abbia deciso di marciare sotto una specifica bandiera (Hall 1992: 278). Negli Stati Uniti siamo dunque profondamente impegnati in un progetto variegato: sviluppare una teoria e una pratica dei CS, trovare strade che li rendano più rilevanti, salvarli dall impotenza culturale e politica.
E il momento di dire quale tipo di CS io sottoscriva, quale versione, quale conversazione, quale pratica sia per me più significativa. Detto in breve, si tratta della conversazione sulla cultura iniziata e sviluppata, nei primi anni Sessanta, dal Center for Contemporary Cultural Studies di Birmingham, nel Regno Unito, grazie a Richard Hoggart, Raymond Williams, Stuart Hall e altri. Questa versione dei CS è arrivata poi negli Usa attraverso gli allievi degli iniziatori inglesi, in particolare attraverso Lawrence Grossberg, che aveva studiato a Birmingham con Stuart Hall. La diffusione di questa pratica si deve a due importanti conferenze tenute all università dell Illinois, la prima nel 1983 e intitolata Il marxismo e l interpretazione della cultura, la seconda nel 1990, intitolata I Cultural studies oggi e nel futuro. Almeno a partire dai primi anni Ottanta la presenza di chi reclamava di praticare i Cultural Studies è divenuta visibile. L introduzione del 1992 curata da Cary Nelson, Paula Treichler e Lawrence Grosseberg al volume Cultural Studies (che consiste per la maggior parte di relazioni tenute alla conferenza del 1990) illumina in maniera estremamente chiara le dinamiche della conversazione in corso: la caratterizzazione è ancora oggi vitale quanto lo era allora. Nelson, Treichler e Grossberg ci indirizzano verso diverse questioni, tra le quali segnalo qui quelle che considero di particolare utilità: 1. L enfasi sulle contingenze è di importanza cruciale per i CS, per una teoria dell articolazione e per modelli che spingano verso un analisi congiunturale un analisi, cioè, situata, descrittiva, storicamente e contestualmente specifica. 2. La cultura è concepita allo stesso tempo come un modo di vita (a way of life) che comprende idee, attitudini, linguaggi, pratiche, istituzioni e strutture di potere e come un intero spettro di pratiche culturali: forme artistiche, testi, canoni, architettura, merci massificate e così via. 3. I CS sono dedicati allo studio dell intero complesso di arti, credenze, istituzioni e pratiche comunicative societarie. 4. I CS sono un campo di studi interdisciplinare, transdisciplinare, e talvolta contro-disciplinare. 5. Coloro che praticano i CS guardano a questi ultimi non come a una mera cronaca del cambiamento culturale ma come a un intervento su di esso, e dunque si considerano non come meri accademici che offrono resoconti ma come partecipanti politicamente attivi. Analizziamo ora separatamente questi spunti: Primo. Contingenza e articolazione: L elemento cruciale cui prestare attenzione rispetto alla questione dell articolazione è forse l asserzione secondo la quale la cultura è composta di articolazioni, o connessioni, che sono contingenti. La contingenza implica che
queste articolazioni non sono necessarie, in altre parole, potrebbero essere connesse diversamente. Nel tentativo di spiegare come funziona l articolazione, Stuart Hall ha utilizzato la figura del camion. Immaginate un camion con una cabina e un rimorchio. La cabina è articolata (connessa) al rimorchio. Ma questa connessione non è necessaria. È possibile disarticolare la cabina e il rimorchio e riarticolarli attaccando una cabina o un rimorchio differente. Il nuovo camion così riarticolato è un identità e un unità nuova, anche se può ancora essere designato con il nome di camion. Tutte le identità, o unità, sono così: sono costituite da articolazioni, e tuttavia queste articolazioni non sono né necessarie né permanenti. In altri termini, le identità sono contingenti, vale a dire che dipendono dall articolazione di elementi particolari che possono cambiare, cambiando al contempo l intera composizione dell identità. L articolazione può essere concepita come la connessione contingente di elementi differenti che, una volta connessi in un modo particolare, formano un unità specifica. Ma che cosa sono questi elementi che vengono connessi? La risposta a una simile domanda richiede un ripensamento del termine elemento, che è fuorviante nella misura in cui suggerisce unicamente oggetti, come cabine e rimorchi, o computer, o leggi. Ma gli elementi, concepiti come articolazioni, possono essere composti da parole, concetti, istituzioni, pratiche e affetti, così come da oggetti materiali. Infatti, è possibile articolare un idea a un oggetto o a una pratica, e tutto ciò a un affetto, come quando si connette patriota e guerra al sentimento di essere un vero americano. Inoltre ciascun elemento è a sua volta un identità articolata, fa parte di una connessione di ulteriori elementi. Per esempio, l idea di patriottismo può apparire come un concetto semplice, ma in realtà è anch essa composta da altre idee, pratiche e affetti: una credenza radicata nella volontà dell individuo, l esistenza di un governo contrapposto agli individui, la fede nella correttezza indisputabile dell agire del governo, o la certezza di fare la cosa giusta a dispetto di ciò che fa il governo, cosa che implica la consapevolezza che il governo è fallibile, e così via. Una guerra è un evento o una pratica identificabile, ma anch essa si articola attraverso diversi elementi: relazioni di governo, pratiche energetiche, religioni, tecnologie, concezioni della giustizia, della libertà, del diritto e così via. E che dire dell essere nel giusto? Essere nel giusto si connette alla legge, alle credenze e alle pratiche religiose, alla fede nella Verità, a un senso di superiorità, a pratiche etnocentriche ecc. Così, piuttosto che prestare la loro attenzione all articolazione delle cose, i CS si concentrano sul movimento e i flussi di relazioni tra questi elementi contingenti. La sfida è aver sempre presente che i nomi delle cose (pratiche, o credenze) sono semplicemente etichette per elementi momentaneamente congelati e isolati (in modo fuorviante) dalla rete di relazioni contingenti all interno della quale solo si animano. La cultura per i teorici della cultura è un movimento e un flusso di relazioni all interno delle quali le identità vengono create, animate, sfidate, disarticolate, riassemblate e trasformate (cfr. Slack-Wise, 127-128).
Secondo. La cultura viene intesa nella sua interezza come un modo di vita che include un intera gamma di pratiche, strutture di potere, cose, credenze e affetti: Come ha sottolineato una volta Raymond Williams la cultura è un fatto ordinario. Sono le connessioni contingenti che danno senso alle cose, pratiche, credenze, affetti e strutture di potere. Ciò che studiamo è quel modo di vita nel suo insieme. Williams ha scritto che se studiamo le relazioni reali, in qualsiasi vera analisi, arriviamo al punto in cui ci rendiamo conto che stiamo studiando un organizzazione generale attraverso un esempio particolare e in questa organizzazione generale non vi sono elementi che possiamo astrarre e separare dal resto (Williams 1961: 61). Terzo. I CS sono impegnati nello studio dell intera gamma di arti, credenze, istituzioni e pratiche comunicative di una società. I teorici della cultura imparano a ottenere accesso a particolari reti, assemblaggi contingenti e particolari modi di vita. Per fare questo si può, perlomeno in via di principio, cominciare con lo studiare qualsiasi fenomeno. Dai testi esposti attraverso un medium qualsiasi, alle arti, alla tecnologia, fino alle istituzioni, alle pratiche e credenze comuni. Ognuno di questi può diventare un punto di accesso a una determinata cultura. Ma le cose sono un po più complicate di così. Tracciare relazioni non significa immediatamente fare Cultural Studies. Manca la fondazione etica. Ciò che scegliete di studiare risponde a problemi di disuguaglianza nelle relazioni di potere, a esigenze di riconoscimento e rispetto? Implica in modo necessario l interrogazione su che cosa sia importante lottare? Questo è ciò che costituisce i CS, che non sono il semplice studio della cultura. Quarto. I CS sono un campo interdisciplinare, transdisciplinare e talvolta contro-disciplinare: Dopo tutto, le connessioni contingenti che costituiscono una congiuntura possono essere violentemente imprevedibili. Se voglio criticare il concetto di patriottismo negli Stati Uniti, dovrò probabilmente studiare una gamma di elementi che includono l 11 settembre, l approvazione del Patriot Act nel 2001, i vari tentativi da parte di elementi del governo di definire pubblicamente il patriottismo, il residuo storico dell idea di patriottismo, legato per gli americani alla nascita degli Stati Uniti, il suo depotenziamento legato alla differenziazione tra patriota e non patriota, ecc. Questo è storia, scienza politica, sociologia, filosofia, scienza della comunicazione, letteratura e altro. E molto di più. E trovare e articolare tutte le istanze necessarie alla comprensione del lavoro culturale messo in atto al fine di rendere il patriottismo potente, disgregante e pericoloso in una particolare congiuntura storica. Nessuna disciplina può prevedere che cosa avrete bisogno di sapere, anzi, concentrarsi su variabili precostituite dalle singole discipline può, nel migliore dei casi, limitare seriamente i risultati della ricerca e, nel peggiore, far sì che la ricerca perda di vista ciò che realmente conta.
Quinto. Che cosa conta veramente? Coloro che praticano i CS considerano questi non come una mera cronaca del cambiamento culturale, ma come un intervento su di esso, e si considerano non come meri studiosi che approntano tale cronaca bensì come partecipanti politicamente attivi. Ciò che più importa è trovare modi per essere al mondo in modo attivo, per cambiarlo. Il teorico della cultura ritiene vero l assunto che, come già aveva affermato Marx a proposito del compito della filosofia, non si tratta di descrivere il mondo ma di cambiarlo. Sfortunatamente oggi quel che si spaccia per CS viene spesso meno a tale impegno. Tra le ragioni per cui questo accade, almeno negli Stati Uniti, c è da annoverare un ambiente istituzionale conservatore che lavora sodo per etichettare la teoria della cultura e questo è interessante sebbene non sorprendente come antipatriottica. Insomma, molto è in gioco quando si lavora ai CS con impegno e eticità. E quel che ci sforziamo di fare in tutte le circostanze difficili. Ora vorrei che mi diceste che cosa sono i CS per voi e in che modo il tipo di teorie e pratiche in cui siete impegnati, sotto questo o quel nome, abbiano per scopo di rendere il mondo un posto migliore per tutti noi. Opere citate Hall, Stuart, Cultural Studies and its Theoretical Legacies. Pp. 277-294 in Grossberg, Nelson and Treicher, 2002. Lawrence Grossberg, Cary Nelson, and Paula Treichler (editors), Cultural Studies. London: Routledge, 1992. Jennifer Daryl Slack and J. Macgregor Wise, Cultural Studies and Technology. Pp. 485-501 in Leah Lievrouw and Sonia Livingstone (eds), The Handbook of New Media. London: Sage, 2002. Jennifer Daryl Slack and J. Macgregor Wise, Culture and Technology: A Primer. New York, Peter Lang, 2005. Williams, Raymond, The Long Revolution. London: Cox & Wyman, 1961. Zylinska, Joanna, The Ethics of Cultural Studies. New York: Continuum, 2005.