Il nuovo tesoro musicale dei Turchini. Intervista ad Antonio Florio di Enzo Garofalo
È una delle più prestigiose realtà orchestrali contemporanee attive nel campo della musica barocca. È l ensemble Cappella della Pietà de Turchini ed ha una solida radice pugliese. A fondarlo, nell ormai lontano 1987, è stato infatti il barese Antonio Florio, suo direttore stabile. Nei giorni scorsi il gruppo ha pubblicato per l editore Glossa Music il suo nuovo CD, L adoratione de Maggi con musiche di Cristofaro Caresana, compositore veneziano di nascita ma napoletano d adozione. Si tratta di una splendida raccolta di cantate napoletane per la nascita del Verbo, a cui vanno ad aggiungersi un paio di sonate del suo concittadino e maestro Pietro Andrea Ziani. Un nuovo esempio di quella sublime capacità tutta partenopea di fondere atmosfere sacre e profane all insegna della passione e di rigogliosi colori musicali. È l ultima di una lunga e pluripremiata serie di incisioni che stanno rivelando al mondo straordinarie gemme della scuola partenopea tra XVI e XVIII sec. Un patrimonio musicale rimasto negletto per secoli negli archivi di antichi conservatori, chiese e conventi, e che sta venendo alla luce grazie ad un lavoro certosino che restituisce visibilità e giusti meriti a compositori di prim ordine come Francesco Provenzale, Cristofaro Caresana, Leonardo Vinci, Leonardo Leo, e altri. Un encomiabile operazione culturale di cui rimane testimonianza ad esempio nella ricca collana Tesori di Napoli incisa per l etichetta francese Opus 111. Alcuni titoli sono ora riediti dalla Naïve. Esecuzioni di rara qualità, nei quali al rigore filologico nel recupero degli spartiti originali si unisce la cura rivolta alla prassi esecutiva. Anche nell'ultimo lavoro dei Turchini spicca la qualità del suono, frutto di un grande affiatamento fra i musicisti, a sua volta espressione di un pluriennale e comune lavoro di ricerca espressiva. Non è da meno l esecuzione dei brani vocali, affidata a cantanti di notevole sensibilità e qualità interpretative. Enzo Garofalo. Intervista ad Antonio Florio 2
Nel corso degli anni vari artisti vocali, anche stranieri, hanno fatto parte dei Turchini, ma ve ne sono alcuni che in qualche modo più di altri si identificano con la storia stessa del gruppo. Per il CD di Caresana, Antonio Florio ha voluto infatti alcuni dei sui fedelissimi come il soprano Maria Grazia Schiavo, il basso-baritono Giuseppe Naviglio, i tenori Giuseppe De Vittorio e Rosario Toraro, accanto a nuovi talenti come il soprano Valentina Varriale e il controtenore Filippo Mineccia. Per tutti un eccellente prova in quella che si candida ad essere una delle incisioni più apprezzate di fine anno. Del resto i Turchini sono avvezzi a premi prestigiosi come il Diapason d Or o lo Choc du Monde de la Musique. E non solo. "Per l intraprendente ed insostituibile contributo dato alla riscoperta esecutiva e critico editoriale del barocco napoletano", la Cappella della Pietà de Turchini si è aggiudicato nel 1997 il Premio Abbiati, massimo riconoscimento della Critica Italiana. Insomma un incetta di successi che hanno portato Florio e i suoi Turchini, ormai considerati una delle punte di diamante nel panorama musicale internazionale, ad esibirsi presso alcuni dei più prestigiosi festival di musica barocca, in celebri teatri e sale da concerto. Francia, Spagna, Germania, Austria, America del Sud, Cina, sono solo alcuni dei Paesi in cui hanno tenuto concerti o messo in scena opere liriche. Di tali successi e dei progetti futuri abbiamo parlato con lo stesso Antonio Florio, che ci ha accolti nella sua casa nel cuore del centro storico di Napoli. Nato a Bari, si è diplomato in violoncello, pianoforte e composizione al Conservatorio Piccinni sotto la guida di Nino Rota, dedicandosi successivamente allo studio degli strumenti antichi e alla prassi esecutiva barocca. Da anni risiede a Napoli dove insegna musica da camera presso il Conservatorio di S. Pietro a Majella. Maestro Florio, vorremmo parlare dell'ultimo CD che l orchestra Cappella della Pietà de Turchini, da lei diretta da 23 anni, ha appena pubblicato. Prima però di chiederle dettagli in merito, ci piacerebbe dare qualche notizia in più sull ensemble, a beneficio di quei pochi che ancora non lo conoscessero. Cominciamo con l origine del nome... La sua origine è in uno dei quattro famosi conservatori napoletani. Per l esattezza quello che si trovava accanto alla chiesa che ancora oggi porta lo stesso nome. Il termine Turchini fa riferimento al colore azzurrino della tunica dei bambini che vi erano ospitati ed avviati all arte della musica e del canto. Enzo Garofalo. Intervista ad Antonio Florio 3
I Turchini hanno scelto di attingere ad una tradizione musicale particolare come quella partenopea tra il XVI e il XVIII secolo. Cosa contraddistingue tale repertorio al punto da risultare apprezzabile lo testimoniano i vostri concerti in tutto il mondo - da parte dei pubblici più disparati, compresi i più lontani dalla nostra cultura come quello cinese? È difficile da sintetizzare in poche parole. Diciamo che questo repertorio è espressione di una delle scuole musicali italiane più importanti. Ciò è ormai pienamente recepito da tutto il pubblico che ama la musica antica. Tanti sono i compositori che hanno fatto riferimento a questa scuola. Basta un solo nome tra i grandi della musica: Mozart. Le sue opere teatrali affondano le radici nella scuola napoletana la cui musica lui ascoltò e ammirò, sia in patria sia durante il viaggio in Italia. Lei e il suo gruppo siete stati per anni l anima del Centro di Musica Antica, fondato a Napoli presso la chiesa e il convento di S. Caterina da Siena, nei Quartieri Spagnoli. Un luogo nel quale fare musica in modo concreto, coinvolgendo anche realtà difficili come quelle dei ragazzi a rischio. Dallo scorso anno avete scelto di percorrere un cammino autonomo rispetto ad un istituzione che peraltro lei stesso ha contributo a fondare. Dopo questa esperienza, i Turchini pensano di tornare ancora a coniugare prassi concertistica con ricerca musicologia, studio, insegnamento, oppure hanno in mente un diverso approccio? In realtà il binomio musicologia-esecuzione ha caratterizzato da sempre il nostro ensemble, sin dalle origini e prima ancora della nascita del Centro di Musica Antica. Abbiamo sempre autonomamente provveduto insieme a Dinko Fabris [musicologo NdR] alla ricerca storica e io personalmente alla revisione e alla esecuzione del nostro repertorio, tranne pochissime eccezioni. Quindi credo proprio che continueremo su questa strada. Enzo Garofalo. Intervista ad Antonio Florio 4
Dato che molti componenti del gruppo sono napoletani e poiché lavorate principalmente sul repertorio musicale partenopeo dell età barocca, è presumibile che non intendiate rinunciare al rapporto con la città di Napoli. Avete già individuato una nuova sede in loco o sareste disposti anche a far capo a un altra città italiana? Non abbiamo intenzione di creare una altra realtà simile a quella precedente, naturalmente ci appoggeremo a diverse strutture per le necessità contingenti di qualsiasi ensemble (prove, registrazioni ecc.). Vogliamo comunque sperimentare anche altre possibilità...perchè no anche fuori da Napoli o dall Italia. In questo momento forse potrebbe essere un ottima soluzione! A suo avviso, c è ancora spazio a Napoli per l idea della musica antica come grande risorsa presente per la città? In questo momento non sono molto ottimista sulle possibilità e sulla ricettività di questa città. Per quanto ci concerne, posso solo dire che per ora abbiamo in programmazione un concerto, che sarà anche il nostro prossimo disco, con l Associazione Scarlatti, una delle più antiche istituzioni concertistiche d Italia. Sarà un programma incentrato sul repertorio per la Settimana Santa a Napoli negli ultimi anni del XVII sec. Che riflessi sta avendo nell ambito della musica barocca il momento di grave crisi per la cultura in Italia? E qual è invece la situazione all estero? La situazione all estero è grave, in Italia gravissima. Purtroppo quando si parla di musica classica si parla solo degli enti lirici e non delle orchestre, dei gruppi cameristici, o della musica antica...a lei le conclusioni. Enzo Garofalo. Intervista ad Antonio Florio 5
Parliamo ora del vostro ultimo lavoro discografico. L adoratione de Maggi - Cantate napoletane di Cristofaro Caresana. Ci racconti come è nata questa incisione e quali sono le sue peculiarità... Premetto che Cristofaro Caresana, compositore nato a Venezia ma napoletano di adozione, è stato una delle nostre più felici scoperte. Operava nell entourage di Francesco Provenzale, altro sorprendente autore del quale ci siamo ampiamente occupati. A Caresana abbiamo già dedicato altre fortunate incisioni dalle quali emerge chiaramente il suo notevole valore artistico. Abbiamo avuto la fortuna di accedere ad alcuni suoi manoscritti autografi, che hanno permesso di portare alla luce autentiche perle musicali. Di tali documenti si conservano circa 130 esemplari nel prezioso Archivio dell Oratorio dei Girolamini di Napoli. Questo ha permesso di ricostruire il legame con quella che fu una delle più importanti istituzioni musicali napoletane dell età barocca. In riferimento alle cantate contenute nel nostro ultimo CD, va detto che si tratta di brani concepiti come saggi natalizi dei giovani allievi dei Conservatori nella Napoli del Seicento, ma che costituirono un importante terreno di coltura per l elaborazione dei successivi capolavori del melodramma settecentesco. Penso che questo nostro lavoro oltre a rappresentare una significativa riscoperta musicologica, abbia permesso una ricostruzione del contesto sociale ed artistico in cui nacquero queste composizioni. Significativa è stata anche la possibilità di comprendere le origini di un lavoro celebre come la Cantata dei Pastori codificata da Andrea Perrucci a fine Seicento. Insomma dalle Cantate di Caresana emerge tutto un mondo nel quale si avvertono le suggestioni della tradizione meridionale, con le danze e i personaggi del presepe napoletano, nel quale non mancano vivacissime scene musicali ispirate alla realtà del tempo. Quali sono i vostri prossimi progetti? A parte i concerti avete in cantiere altri dischi o qualche nuovo allestimento operistico? Beh...sono molte le produzioni che abbiamo in cantiere...una importante è quella, già citata, con l Associazione Scarlatti; abbiamo poi la ripresa in Spagna della Partenope di Leonardo Vinci con il relativo dvd; una produzione di musica francese strumentale di fine XVIII con il Centre de Musique de Versailles e Venezia; una nuova produzione della Incoronazione di Poppea di Monteverdi e i concerti napoletani per violoncello, con un grande violoncellista: Giovanni Sollima. Enzo Garofalo. Intervista ad Antonio Florio 6
Konzerthaus di Vienna, Cité de la Musique e Théâtre des Champs Elysées di Parigi, Bonn Theater, Teatro de la Zarzuela di Madrid, Teatro San Carlo di Napoli, Accademia di Santa Cecilia a Roma. Nel 2001, su personale invito di Claudio Abbado vi siete esibiti alla Philharmonie di Berlino, ottenendo un notevole successo di pubblico e di critica con Li zite ngalera di Leonardo Vinci. Sono solo alcuni dei contesti in cui siete stati protagonisti. C è la probabilità che il pubblico possa tornare ad ascoltarvi anche a Bari o comunque in Puglia? E trascorso un bel po di tempo dall ultima occasione... A tal proposito mi lasci dire che è curioso sentir parlare politici o direttori...anche quelli più in voga..., di musica, di talenti, di personalità pugliesi sparse nel mondo...che devono tornare a operare nel loro paese d origine. Beh, sono solo parole. Personalmente con Bari, a parte gli amici e Dinko Fabris, con il quale lavoro da tanti anni, non ho alcun progetto, nonostante grandi promesse rivolteci nel passato. Non ho un buon ricordo circa gli ultimi contatti, chiamiamoli...artistici. Al contrario ho un ricordo bellissimo e caloroso del pubblico.... Enzo Garofalo Per gentile concessione della testata Cannibali.it Enzo Garofalo. Intervista ad Antonio Florio 7