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Transcript:

2 a Parte Nel 1767 ripartì con il padre e la sorella alla volta di Vienna dove iniziavano i preparativi per il matrimonio di Maria Josepha, figlia di Maria Teresa, con il Re di Napoli. Il Principe Vescovo pensava che l'assenza dei Mozart sarebbe stata per poco tempo e concesse loro il permesso di allontanarsi, non immaginava che il soggiorno viennese sarebbe durato più di un anno. Leopold non prevedeva che il fascino di Wolfgang stesse così rapidamente calando proprio a Vienna e tra la fine del 67 e sino all'inizio del 69 i Mozart ebbero molte amarezze. Il matrimonio reale, sul quale Leopold contava molto, non avvenne a causa di un epidemia di vaiolo che colpì la città e causò la morte della principessa Maria Josepha, quindi la speranza di fare esibire i figli nei festeggiamenti andò delusa, non solo, la corte proclamò il lutto che durò per molti mesi. Terrorizzato da questa epidemia, Leopold portò i figli in Boemia, precauzione inutile perché Wolfgang si ammalò in modo grave e per nove giorni rimase in fin di vita e cieco, quando migliorò si ammalò la sorella fortunatamente in modo meno grave, la malattia lasciò i suoi segni sul volto dei due ragazzi che rimasero con il viso butterato. 1

Le cure erano sempre le solite, inutili polveri e decotti conditi naturalmente dalla fortuna. Soltanto dal 1768, dietro ordine dell'imperatrice, si iniziò la pratica di inoculare materiale vaioloso come vaccino (pratica disapprovata e osteggiata dai medici sino a quel momento). L'incantesimo dei viaggi precedenti svanì, anche perché non si poteva più parlare di bambini prodigio, Nennerel aveva ormai 16 anni all'arrivo a Vienna e 18 al termine del viaggio, Wam ne aveva 11 all'inizio e 13 al termine. Poi le solite malelingue misero in giro la voce che Wolfgang simulava le improvvisazioni in realtà studiate precedentemente, fingeva di scrivere le sinfonie e le arie che altri scrivevano per lui, i pianisti più anziani alimentavano queste voci per invidia consapevoli di non essere all'altezza di quel ragazzino. Anche a corte le cose erano cambiate, l'imperatore Francesco I era deceduto due anni prima e il figlio Giuseppe II che lo sostituì affiancando la madre, era avaro e scarso di valore. Leopold aveva quasi deciso di tornare a casa quando, casualmente, Giuseppe II chiese a Wam se gli sarebbe piaciuto scrivere un'opera lirica, il padre decise che si doveva tentare, anche perché, non più bambino prodigio, Wolfgang doveva trovare altre vie e ogni compositore per essere considerato tale doveva comporre un'opera lirica. L'esperienza non fu felice, l'opera composta in 4 mesi "La finta semplice" (K51) era un lavoro di ottima fattura ma non venne neppure rappresentata. 2

Il libretto scritto da Marco Coltellini era tratto da un lavoro di Goldoni. Il motivo di questo insuccesso fu ancora una volta l'invidia. Gli orchestrali dicevano di non riuscire a leggere la musica, i cantanti di non avere avuto abbastanza tempo per imparare le parti, in realtà non accettavano di venire diretti da un dodicenne. Probabilmente tutti questi ostacoli vennero montati ad arte dagli altri compositori guidati dal grande Cristhoph Willibald Gluck, mossi da gelosia nei confronti del giovanissimo compositore. Leopold, che ingenuamente aveva fatto lavorare Wolfgang senza chiedere anticipi, andò a reclamare i suoi diritti dal principe e questo aggravò ancora di più i rapporti con la corte e la nobiltà che etichettarono Wam come giovinetto ambizioso che non sapeva rinunciare ai privilegi e Leopold un rompiscatole che portava in giro i figli per l'europa sfruttandoli ed esibendoli come fenomeni da circo. Fortunatamente non tutto andò storto a Vienna, Wam diede alcuni concerti dove inserì parti della "Finta semplice" questo gli permise di incassare qualche soldo e, cosa più importante, ottenne da un facoltoso medico la commissione per un nuovo lavoro un'opera breve "Bastien e Bastienne" (K 50) che portò a termine con molto garbo e un certo successo. I problemi avuti con la Finta semplice furono utili a Wam per capire molte cose sulle regole del teatro dell'opera: per convincere i committenti ad investire il prodotto doveva essere ottimo e bisognava agire con diplomazia con cantanti e orchestrali, 3

regole che vennero presto imparate dal giovane e che furono applicate per il resto della sua breve vita, queste vicende servirono a Wolfgang per crescere e imparare. Verso la fine del soggiorno viennese del 1768 Mozart ottenne un vero trionfo. Durante la cerimonia di consacrazione della chiesa dell'orfanotrofio diresse una sua nuova messa di fronte alla intera corte. Guglielmo II gliela aveva commissionata forse per risarcirlo per lo sgarbo precedente, in quell occasione forse esegui la missa brevis (k 49) ma molto più facilmente diresse la Missa solennis (k139) una composizione straordinaria. Malgrado i problemi avuti, l'anno trascorso a Vienna fu fondamentale per l'educazione musicale del ragazzo che imparò molto di più dei 15 mesi trascorsi precedentemente a Londra. Ritornato a Salisburgo Leopold venne riassunto dal Principe Vescovo, e Amadeus ebbe una piccola rivincita eseguendo nel teatro di corte la sua prima opera alla presenza del vescovo che molto credeva nelle potenzialità del giovane. Mozart tredicenne si segnalò ancora con una nuova e ottima missa brevis (k65) e una più lunga e splendida Dominicus messe (k66) composta per la celebrazione della prima messa di un suo amico diventato sacerdote, Cajetan Hagenauer figlio del suo padrone di casa, la missa usciva dai soliti schemi convenzionali e conteneva persino ritmi di valzer. In seguito ad un'opera alla quale assistette con il principe-vescovo Mozart dedicò a questi una splendida aria "Sole nascente" (k 70) dimostrandogli i grandi progressi fatti. Come premio il vescovo lo nominò maestro dei concerti di corte sia pure senza stipendio. Mozart aveva appena 13 anni. Leopold pensava però che il figlio dovesse cimentarsi in nuove esperienze e queste si dovevano fare in Italia, quindi a fine del 69 padre e figlio partirono per il primo dei tre viaggi in Italia. Le donne furono escluse e questo non venne gradito dalle stesse ma, Nannerel aveva ormai 18 anni e un talento limitato, inoltre era molto viziata e incapace di badare a se stessa al punto che non sapeva neppure pettinarsi e aveva quindi sempre bisogno di una cameriera. Attraverso il Brennero i Mozart entrarono in Italia e il giorno di Natale a Rovereto, Wam diede il primo concerto italiano in casa del barone Tedeschi, il 27 a Verona suonò alla accademia Filarmonica, da qui andarono a Mantova. Ancora una volta 4

Leopold presentava il figlio come un fenomeno da circo, il programma di sala diceva così: "L'espertissimo giovanetto Sig. Amadeo Motzzart (sic)" avrebbe eseguito all'improvviso un concerto; avrebbe composto seduta stante un'aria "sopra parole fatte da lui ma mai vedute prima"; avrebbe creato una sonata "sopra un tema musicale propostogli dal primo violino" avrebbe quindi partecipato ad un trio "lasciando la tastiera e improvvisando tutta la parte del violino". A fine gennaio sono a Milano dove assistono all'opera "Cesare in Egitto" di Nicolò Piccinni che diventerà amico di Amadeus e con il quale affinerà la tecnica musicale lirica. A Milano diede molti concerti e ricevette l'incarico di comporre una nuova opera "Mitridate Re di Ponto" da presentare l'anno successivo al carnevale meneghino. Dopo due mesi a Milano partirono per Lodi dove Wam compose il suo primo quartetto per archi n 1 (K80) poi passando da Piacenza, Parma e arrivarono a Bologna dove Wam avrebbe disputato un incontro molto importante per il futuro, conobbe Padre Giovanni Battista Martini, grande teorico della musica e compositore. A Bologna divennero amici del conte Pallavicini che aveva un figlio nato soli 3 giorni prima di Wam. Lasciata Bologna andarono a Firenze dove Mozart continuava a dare concerti nei salotti nobiliari, facendo altri importanti incontri e dove vennero ricevuti dal Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo figlio di Maria Teresa. Partiti da Firenze si recano a Roma dove arrivano l'undici aprile dopo un viaggio avventuroso, appena giunti si recano subito in S. Pietro e qui, grazie alla loro eleganza, al parlare il tedesco con naturalezza e al portamento, vengono scambiati dalle guardie svizzere per dei nobili germanici e passano i controlli senza difficoltà. Grazie ai buoni uffici del segretario di stato Cardinale Lazzaro Pallavicini (cugino del 5

Pallavicini di Bologna) assistettero alla messa dei poveri celebrata dal Papa nella settimana santa vicino allo stesso Clemente XIV. Dopo la messa entrarono nella cappella Sistina per ascoltare il "Miserere", composizione per due cori a 9 voci, composto un secolo prima da Gregorio Allegri. Questo coro era gelosamente custodito dai papi che ne vietarono la trascrizione pena la scomunica, Wam aggirò l'ostacolo imparandone a memoria alcune parti, Leopold si vantò di questo in uno scritto con la moglie, ma il Papa non era così geloso e saputo di Mozart non solo non si arrabbiò ma addirittura pensò di concedergli un onorificenza. Anche a Roma Wam diede molti concerti, suonò per il Cardinale Pallavicini nel salone d'oro di Palazzo Chigi. Non solo di musica erano piene le giornate romane tanto ché a Roma il ragazzo imparò a giocare a bocce. Dopo Roma andarono a Napoli dove Leopold sperava di trovare un impiego stabile per lui e il figlio presso quella corte, ma mentre il popolo ammirava e osannava Amadeus, la corte quasi lo ignorava, il Re di Napoli Ferdinando IV era marito di Maria Carolina D'Asburgo figlia di Maria Teresa D'Austria e probabilmente l'influenza della Imperatrice orientò la corte napoletana (che peraltro era abbastanza rozza e poco colta) nei confronti di Wam, antipatia peraltro ricambiata dallo stesso Mozart che scrivendo alla sorella ebbe a dire "Il Re ha avuto una educazione rozza, alla napoletana, e al teatro dell'opera sta in piedi su uno sgabello tutto il tempo per sembrare più alto della regina". Dopo questa delusione Leopold decise che era tempo di tornare a casa, quindi risalirono a Roma dove a Wam venne conferito per mano del cardinale Pellegrini su ordine papale la nomina a "Cavaliere dello Sperone d'oro" onorificenza concessa tempo prima a Gluck di 42 anni più anziano, ma a Wam venne concessa una classe superiore essendo della "divina provvidenza", evidentemente il papa intuì quali potessero essere le potenzialità future del giovane. Tornarono a Bologna dove, sotto la guida di padre Martini, Wam si preparò agli esami per l'ingresso nella prestigiosa "accademia filarmonica di Bologna" esami che passò non senza difficoltà e grazie al decisivo aiuto di padre Martini. Si era ormai a fine agosto del 70 e Leopold si rese conto che Wam non era più un bambino, scrivendo alla moglie disse che al ritorno non era più opportuno che dormissero tutti e quattro nella stessa camera. Da Bologna tornarono a Milano dove il 26 dicembre al Regio Ducal Teatro, Mozart diresse la prima di Mitridate re di Ponto 6

commissionatogli quello stesso anno conseguendo un successo grandioso e ricevendo l'incarico per un nuovo lavoro, una serenata teatrale Ascanio in Alba, da eseguirsi l'anno successivo per le nozze dell'arciduca Ferdinando. A Gennaio 71 sono a Torino dove incontrano Paisiello in città per la messa in scena di "Annibale a Torino" e dove Wam assistette alle prove generali rimanendo entusiasta. Da Torino andarono a Venezia dove Wam scoprì la gondola ma soprattutto scoprì il carnevale e con esso l'altro sesso, (anche grazie alla lettura del libro "Le mille e una notte ) trovato in un cassetto della camera d'albergo. A Venezia furono bene accolti ovunque e i nobili facevano a gara per ospitarli ammirando molto il giovane Wolfgang quasi per nulla Leopold. A Venezia W ricevette l'incarico per un nuovo lavoro "Lucio Silla" ancora per il Regio Ducale di Milano. Navigando sul Brenta arrivò a Padova dove, da mecenati padovani che si dilettavano a organizzare concorsi per lavori da eseguirsi nei loro palazzi, gli venne commissionata "La Betulia Liberata". Terminato questo periodo padre e figlio fecero ritorno a Salisburgo dove giunsero a fine marzo 1771, il loro viaggio era durato 15 mesi e mezzo. Fonte informazioni: Wam. La vita e il tempo di Wolfgang Amadeus Mozart- edizioni La Terza 7

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