LE ENERGIE RINNOVABILI IN PUGLIA: Un occasione sprecata?



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Transcript:

LE ENERGIE RINNOVABILI IN PUGLIA: Un occasione sprecata? Ing. Matteo Morelli studio_morelli@yahoo.it GLI OBBLIGHI INTERNAZIONALI Protocollo di Kyoto L Italia deve ridurre nel quinquennio 2008 2012 le emissionidel 6,5% rispetto ai valori del 1990. Situazione effettiva Le emissioni in realtà nel frattempo sono cresciute, tanto che per rientrare nei parametri dovremmo tagliare le emissioni attuali del 15% entro il 2012, pena multe stimate oltre il miliardo e mezzo di euro all anno. Obiettivo UE Situazione effettiva L Italia deve portare al 17% la quota del suo consumo interno di energia prodotta con fonti rinnovabili entro il 2020. In particolare al Sud, dove mancano fonti di energia idroelettrica, la percentuale è molto più bassa (circa il 10%). Fonti: Dossier Kyoto Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile 1

LE RAGIONI DI UNA CAMPAGNA DI INCENTIVAZIONE Lo Stato incentiva un processo produttivo o l acquisto di un bene o di un servizio per acquisire in tempi programmati un OBIETTIVO ritenuto PRIORITARIO ESEMPI ROTTAMAZIONI Diminuire le emissioni inquinanti del parco auto italiano 55% IRPEF Ridurre il fabbisogno energetico degli edifici e aumentarne l efficienza RINNOVABILI Centrare gli obiettivi comunitari su emissioni e produzione EFFETTI DEGLI INCENTIVI SULLA PRODUZIONE DA FONTI RINNOVABILI Miglioramenti nei materiali utilizzati Economia e sviluppo di scala Evoluzione delle tecniche di installazione GLI ESITI DELL INCENTIVAZIONE DEL FOTOVOLTAICO 2007 2011 12 % 16 % RENDIMENTO MEDIO DEI PANNELLI FOTOVOLTAICI SUPERFICIE NECESSARIA 2,3 ha PER IMPIANTO DA 1 MW 1,6 ha 30,5 % 25.000 12.000 COSTO CHIAVI IN MANO DI UN IMPIANTO FV DOMESTICO DA 3 KW 52,0 % 2

I LAVORATORI DEL SETTORE PUGLIA: ITALIA: 20.000 addetti 150.000 persone tra diretti e indotto I DATI SULLA DISOCCUPAZIONE ITALIA: generale 8,6% (+0,2%) giovanile 29,4% (+0,4%) PUGLIA: generale 13,2% giovanile 34,0% L OCCUPAZIONE DEL TERRITORIO IN PUGLIA Totale superficie regionale 1.935.000 ettari Totale superficie agricola 1.380.000 000 ettari (1) Potenza impianti FV a terra al 28/02/2011 670 MWp (2) Totale superficie impianti FV a terra circa 1300 ettari 0,094% della superficie agricola 0,067% della superficie regionale (1) Fonte: ISTAT; (2) Fonte: GSE (II Conto energia) 3

LA PRODUZIONE FOTOVOLTAICA PUGLIESE 906 GWh prodotti in Puglia con il fotovoltaico 646.000 barili di petrolio risparmiati 600.000 tonnellate di CO 2 non immesse in atmosfera Fonti: dati GSE analisi Mitsubishi electric I VANTAGGI AMBIENTALI 600.000 tonnellate di CO 2 annue non immesse in atmosfera equivalgono a: le emissioni annue di 270.000 automobili a gasolio aver piantato 98.000 ettari di bosco 4

L INCIDENZA DEL FOTOVOLTAICO SUI CONSUMI QUOTIDIANI NAZIONALI La potenza richiesta in rete dagli utenti cambia continuamente nell arco della giornata Per coprire il carico base B si ricorre alle centrali termoelettriche che hanno lunghi tempi di avviamento, tenendole in pratica sempre accese (petrolio, carbone, gas) Per coprire le punte di carico A, tradizionalmente in Italia si usa l idroelettrico che è molto flessibile (basta regolare l acqua che viene fatta defluire dal bacino a monte verso quello a valle); quando in rete è presente più potenza di quella richiesta (C), questa viene usata per ripompare l acqua dal bacino a valle a quello a monte La risorsa idrica i in Italia è stata tt quasi completamente lt t sfruttata: t non è più possibile realizzare centrali idroelettriche e con l aumento della domanda negli anni l assorbimento dei picchi ha reso necessarie in quelle ore l aumento della produzione delle centrali termoelettriche e l importazione dall estero. Il risultato è che nelle ore di picco la corrente costa di più. IL FOTOVOLTAICO IMMETTE ENERGIA IN RETE NELLE ORE DI PICCO, ANDANDO A INCIDERE SULLE IMPORTAZIONI E BILANCIANDO IL SISTEMA ELETTRICO NAZIONALE VERSO LA PARITA CON IL CHILOWATTORA IN RETE Obiettivo: raggiungere con il fotovoltaico il normale costo del kwh in rete INCENTIVI 2011 Costo kwh Produrre un chilowattora con il fotovoltaico in rete costa più che prelevarne uno dalla rete. Per rendere il fotovoltaico economicamente sostenibile servono gli incentivi, che vanno a coprire la differenza di costo. Costo kwh fotovoltaico 2018 (grid parity) Per effetto dell evoluzione della tecnologia, produrre un chilowattora con il fotovoltaico costa come prelevarne uno dalla rete. La generazione fotovoltaica è ormai economicamente sostenibile e non ha più bisogno di alcun tipo di incentivo. Costo kwh in rete Costo kwh fotovoltaico 5

LA RIPARTIZIONE DEGLI INCENTIVI NEL 2010 60 1% Elaborazione su dati della Relazione AEEG del 03/02/2011 70 1% 70 1% 30 1% IVA 968 DISM.NUCLEARE 285 5% Agevolazioni Ferrovie 355 6% 17% Assimilate CIP6 1214 21% Rinnovabili (Certificati verdi, Fotovoltaico, Rinnovabili CIP6) 2756 47% RIPARTIZIONE DEGLI ONERI GENERALI DI SISTEMA (5,8 MILIARDI DI EURO NEL 2010) Valori in Milioni di Euro Rinnovabili Assimilate CIP6 Agevolazioni Ferrovie Oneri dismissione nucleare Attività di ricerca Agevolazioni isole minori Bonus elettrico Efficienza energetica IVA Certificati verdi: 16% Fotovoltaico: 14% Rinnovabili CIP6: 13% Tariffa omnicomprensiva (piccoli produttori): 4% APPENA IL 14% DEGLI ONERI GENERALI VA AL FOTOVOLTAICO (1,70 A FAMIGLIA AL MESE) LE FONTI ASSIMILATE (non rinnovabili) DEL CIP6 (21%) SONO PIU INCENTIVATE DEL FOTOVOLTAICO LA DISMISSIONE DEL VECCHIO NUCLEARE CI COSTA ANCORA 285 MILIONI DI EURO ALL ANNO L IVA SUGLI ONERI AMMONTA A QUASI UN MILIARDO DI EURO, NONOSTANTE ESSI NON SIANO UN SERVIZIO MA APPUNTO UN COSTO E NON GENERINO NESSUN TIPO DI VALORE AGGIUNTO DA DOVE ARRIVANO GLI INCENTIVI ALLE FONTI RINNOVABILI TRA LE VARIE VOCI DI COSTO DELLA BOLLETTA DELL ENERGIA ELETTRICA NE ESISTE UNA RELATIVA AGLI ONERI GENERALI DI SISTEMA CHE AMMONTA A CIRCA IL 10% DEL TOTALE DELLA BOLLETTA STESSA IN QUESTA VOCE DI COSTO SONO COMPRESI GLI INCENTIVI ALLE FONTI RINNOVABILI, MA ESSI NON NE SONO L UNICA COMPONENTE UNA QUOTA RILEVANTE È DESTINATA ALLA DISMISSIONE DELLE VECCHIE CENTRALI NUCLEARI, AD AGEVOLAZIONI ALLE FERROVIE, ALCUNE DI QUESTE VOCI HANNO BISOGNO DI FINANZIAMENTI MA NON CONCORRONO ALLA RIDUZIONE DI EMISSIONI UNA GROSSA QUOTA E LEGATA AGLI INCENTIVI CIP6, PROVVEDIMENTO DEL 1992 CHE AVREBBEDOVUTO PROMUOVERE LO SFRUTTAMENTO DELLE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI (FER) E DELLE COSIDDETTE ASSIMILATE IN SOSTANZA PIU DEL 60% DEI FONDI CIP6 PRELEVATI DAGLI ONERI DI SISTEMA FINISCE A INCENTIVARE LE ASSIMILATE, CIOE MOLTO SPESSO IMPIANTI CHE PRODUCONO CON FONTI FOSSILI, FAVORENDO DI FATTO I GRANDI GRUPPI INDUSTRIALI ED ELETTRICI ITALIANI RISPETTO AGLI AUTOPRODUTTORI 6

EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA IN ATMOSFERA Elaborazione Greenpeace su dati Registro europeo CITL e Carbon Market Data, aggiornati al 15/07/2010 Totale emissioni CO 2 industriali in ITALIA (anno 2009) 184,9 milioni di tonnellate I PRIMI 4 SITI PER EMISSIONE DI CO2 IN ITALIA 1) CENTRALE BRINDISI SUD CERANO (BR) 2) CENTRALE EDISON TARANTO 3) RAFFINERIA DI SARROCH 13,0 milioni di tonnellate 5,9 milioni di tonnellate 5,7 milioni di tonnellate 4) STABILIMENTO ILVA TARANTO (in rosso i siti pugliesi) 5,2 milioni di tonnellate SICILIA 12% I PRIMI 20 SITI PER EMISSIONI DI CO 2 (2009) NOME IMPIANTO REGIONE PROPRIETA' MILIONI DI TONNELLATE DI CO2 EMESSE NEL 2009 CENTRALE DI BRINDISI SUD PUGLIA ENEL 13,0 STABILIMENTO DI TARANTO PUGLIA EDISON 5,9 RAFFINERIA DI SARROCH SARDEGNA SARAS 5,7 ILVA DI TARANTO PUGLIA RIVA 5,2 CENTRALE DI FUSINA VENETO ENEL 4,3 CENTRALE DI FIUMESANTO SARDEGNA E.ON 4,1 CENTRALE VADO LIGURE LIGURIA TIRRENO POWER 3,7 CENTRALE DI SAN FILIPPO DEL MELA SICILIA EDIPOWER 3,3 RAFFINERIA DI GELA SICILIA ENI 31 3,1 STABILIMENTO DI ERBOGNONE LOMBARDIA ENIPOWER 2,9 CENTRALE DI TORREVALDALIGA NORD LAZIO ENEL 2,9 CENTRALE DI LA SPEZIA LIGURIA ENEL 2,3 STABILIMENTO DI BRINDISI PUGLIA ENIPOWER 2,3 CENTRALE DI SULCIS SARDEGNA ENEL 2,2 RAFFINERIA DI SANNAZZARO LOMBARDIA ENI 2,2 CENTRALE DI TERMINI IMERESE SICILIA ENEL 2,0 CENTRALE DI MONFALCONE FRIULI V.G. A2A 2,0 STABILIMENTO DI MANTOVA LOMBARDIA ENIPOWER 1,9 STABILIMENTO DI RAVENNA EMILIA R. ENIPOWER 1,9 CENTRALE DI TORREVALDALIGA SUD LAZIO TIRRENO POWER 1,8 FRIULI V.G. 3% LAZIO 6% LOMBARDIA 10% LIGURIA 8% VENETO 6% EMILIA R. 3% PUGLIA 36% SARDEGNA 16% Elaborazione Greenpeace su dati Registro europeo CITL e Carbon Market Data, aggiornati al 15/07/2010 La Puglia subisce più del 36% delle emissioni dei primi 20 produttori di CO 2 dell intera Italia Queste emissioni sono tutte concentrate in un area molto piccola intorno alle città di Brindisi e Taranto 7

RIEPILOGO IL 40% DELLA CO 2 PRODOTTA DALL INDUSTRIA ITALIANA E CONCENTRATO NEI VENTI IMPIANTI PIU INQUINANTI LA PUGLIA OSPITA NEL SUO TERRITORIO QUATTRO DEI PRIMI VENTI IMPIANTI PIU INQUINANTI D ITALIA QUESTI QUATTRO IMPIANTI SONO CONCENTRATI IN UN AREA MOLTO RISTRETTA DEL SALENTO, TRA BRINDISI E TARANTO ESSI PRODUCONO PIU DEL 36% DELLE EMISSIONI TOTALI DI TUTTI I PRIMI VENTI IMPIANTI PIU INQUINANTI QUESTI QUATTRO IMPIANTI VALGONO, DA SOLI, PIU DEL 14% DELLE INTERE EMISSIONI INDUSTRIALI ITALIANE IL TERRITORIO DEL NORD SALENTO E A TUTTI GLI EFFETTI LA ZONA CON L ARIA PIU INQUINATA D ITALIA, MA PRIVA DELLA RICCHEZZA, DELLE INFRASTRUTTURE E DI TUTTI I BENEFICI CORRELATI ALL INDUSTRIALIZZAZIONE DELLE MACROAREE TEMPI E CONDIZIONI PER IL RIENTRO NEL NUCLEARE ESEMPIO: centrale EPR da 1600MW generazione III+ COSTO REALIZZAZIONE: TEMPO REALIZZAZIONE: 5 MILIARDI DI EURO minimo 10 ANNI Costo previsto Fine lavori prevista 2002 3,2 MLD 2009 L ESEMPIO DI OLKILUOTO 3 (Finlandia) 2009 5,5 MLD 2012 2011 7 MLD? VANNO INOLTRE SOMMATI: costi autorizzativi costi sociali deprezzamento terreni circostanti combustibile GESTIONE SCORIE COSTI DI SMANTELLAMENTO 8

LA GESTIONE DELLE SCORIE E LO SMANTELLAMENTO FINALE TRATTAMENTO E GESTIONE SCORIE RADIOATTIVE Il trattamento delle scorie più pericolose può essere effettuato solo in pochissimi siti nel mondo ed è molto costoso Lo stoccaggio a lungo termine (300 anni) richiede depositi unici nazionali ma tutti i progetti finora avviati sono falliti Esiste sempre un rischio, che in alcuni casi si è concretizzato, di contaminazione della falda e dell ambiente circostante DISMISSIONE DEGLI IMPIANTI A FINE VITA Ci sono diverse procedure di dismissione (tombatura, messa in sicurezza, bonifica) che richiedono tempi e costi diversi Per le dismissioni già completate, in quasi tutti i casi i costi in preventivo si sono rivelati essere molto sottostimati È ormai dato per sicuro nel settore che dismettere a fine vita una centrale nucleare costa almeno quanto costruirla I COSTI DI TRATTAMENTO SCORIE E DISMISSIONE DEGLI IMPIANTI SUPERANO ABBONDANTEMENTE I COSTI DICHIARATI DI SEMPLICE COSTRUZIONE RICHIEDENDO IMPEGNO DI RISORSE PER CENTINAIA DI ANNI, QUESTE ATTIVITA VENGONO IN SOSTANZA CARICATE SULLE SPALLE DELLE GENERAZIONI FUTURE IL NUCLEARE E L EVOLUZIONE DEL FABBISOGNO NAZIONALE 2008 Ufficio Budget del Congresso USA 2008 Commissione Europea 2008 Istituto di ricerca di Palo Alto (USA) 2008 Camera dei dilord d(gran Bretagna) 2009 MIT di Boston (USA) 2010 Agenzia per l Energia Nucleare OCSE I RISULTATI DEGLI STUDI PIU RECENTI Produrre con il nucleare costa il 21% in più che con carbone e il 16% in più che con gas naturale IL NUCLEARE HA BISOGNO DI INCENTIVI, ALTRIMENTI NON POTREBBE COMPETERE LA PROIEZIONE DELLA SITUAZIONE ITALIANA Sono in costruzione 5.000 MW di nuove centrali a fonti fossili Altri 16.000 MW sono in fase di autorizzazione La programmazione di queste nuove centrali è avvenuta prima della crisi e della forte contrazione dei consumi energetici Solo poco prima del 2020 ritorneremo ai consumi del 2008 La produzione energetica italiana rischia di diventare nei prossimi anni molto superiore all effettiva richiesta OGGI L ITALIA NON HA BISOGNO DI NUOVE GRANDI CENTRALI MA DI INVESTIRE NELLA SUA INDIPENDENZA 9

NUCLEARE E FOTOVOLTAICO. UN CONFRONTO PARZIALE 1600 MW POTENZA 2800 MW COSTI DIRETTI DI COSTRUZIONE 5 MLD COSTI STIMATI DI DISMISSIONE ALMENO ALTRI 5 MLD COSTI DI AUTORIZZAZIONE COSTI DI GESTIONE DELLE SCORIE COSTI DI ESERCIZIO COSTI SOCIALI DA SOSTENERE BISOGNA CREARE SITI PER STOCCAGGIO E TRATTAMENTO DELLE SCORIE NOTE FORMALI SULLA SICUREZZA NECESSITA DI AREE NON SISMICHE TEMPI DI COSTRUZIONE MOLTO LUNGHI COSTI ALTRI PUNTI CHIAVE COSTI PER L INCENTIVAZIONE 8,3 MLD COSTI STIMATI DI DISMISSIONE NESSUNO (RICICLO TOTALE) NESSUNA EMISSIONE IN ESERCIZIO BASSI COSTI DI GESTIONE E DISMISSIONE RENDIMENTO IN CRESCITA CONTINUA TECNOLOGIA ESENTE DA RISCHI INTEGRABILITA DOMESTICA REALIZZATO IN TRE ANNI Grazie per l attenzione! Il dominio dell'uomo consiste solo nella conoscenza: l'uomo tanto può quanto sa FRANCIS BACON 10