FERMIAMO LA VIOLENZA SULLE DONNE

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FERMIAMO LA VIOLENZA SULLE DONNE Il 25 Novembre, un appuntamento che vorremmo cancellare o meglio vorremmo che si trasformasse in una giornata che segna la fine della violenza sulle donne e non quella in cui sgranare il drammatico rosario delle tante vite di donne spezzate dagli uomini, spesso compagni di vita, fidanzati, padri e mariti. Non vorremmo che fosse necessario, come purtroppo lo è, ricordare che più del 70 delle donne nel mondo ha subito violenza almeno una volta nella vita" (Ban Ki- moon segretario generale delle Nazioni Unite), che In Italia nel 2013 sono state uccise 179 donne, praticamente una ogni tre giorni e che molte di più sono quelle che, pur non avendo perso la vita, sono state maltrattate, picchiate, violentate, vessate, ricattate, minacciate, perseguitate.. Le donne continuano a morire ed ad essere oggetto di abusi sessuali, psicologici ed economici e la violenza sulle donne continua ad essere la prima causa di morte delle donne in Italia come nel resto del mondo. La violenza sulle donne non ha classe né passaporto e nella maggior parte dei casi nasce tra le mura domestiche. Anche se sappiamo bene che non basteranno gli appelli, una nuova Carta dei diritti, o le parole o neanche le migliori leggi - seppure necessarie - a fermare la strage, continuare a parlare di violenza sulle donne serve per capire, uomini e donne, il suo perché e soprattutto di cosa è necessario fare per fermarla. Il 25 Novembre non può essere e non è una sterile ricorrenza piena di retorica e di parole vuote e scontate ma piuttosto è e deve rappresentare una presa di coscienza collettiva e quindi una concreta azione civile da mettere in campo ognuno nel proprio ambito. Serve sollecitare un cambiamento culturale nei rapporti uomo- donna, disarticolando la costante radicale pretesa di assimilazione e di possesso da parte dell uomo sulla donna, e ben vengano tutte quelle iniziative finalizzate a tale obiettivo. Serve che lo Stato e gli Enti locali intervengano, non soltanto con provvedimenti legislativi di prevenzione e repressione della violenza, ma soprattutto con maggiori finanziamenti al potenziamento delle case di accoglienza e ai progetti di reinserimento delle donne vittime di violenza nel mondo del lavoro. Serve, soprattutto, una politica del lavoro orientata alle problematiche di genere che dia risposte concrete, oltre che alle vecchie forme di sfruttamento della forza lavoro femminile, anche alle nuove forme di schiavitù, come per esempio quella denunciata dalla Flai Cgil di Ragusa relativa ad episodi di violenza sessuale e di sfruttamento delle braccianti rumene. Donne che, per tenere i figli con loro, hanno preferito, al lavoro di badanti, il lavoro nelle floride serre del ragusano che però, per molte di loro, si sono rivelate luoghi di segregazione e di violenza sessuale perché

ricattate ( o accetti la violenza o te ne vai ) e perché private dei loro diritti di donne e di lavoratrici. Questi atti di violenza invadono la coscienza collettiva di un forte senso di sdegno e tolgono alla nostra terra l orgoglio di poter vantare i positivi risultati economici del settore e la innata propensione all accoglienza degli stranieri. Per ristabilire la giusta funzione del lavoro, quale mezzo di riscatto e di emancipazione sociale, è necessario creare lavoro, un lavoro con diritti e tutele senza i quali il lavoro si trasforma in sfruttamento e in nuove forme di schiavismo. Le battaglie della CGIL contro l ideologia liberista imperante portata avanti prima da Berlusconi adesso da Renzi, secondo la quale si deve garantire all impresa redditività togliendo diritti e stabilità al lavoro, sono strettamente interconnesse con il tema della violenza sulle donne. Senza autonomia economica le donne fanno fatica ad uscire dai percorsi di violenza o a costruirsi una nuova vita. Un lavoro senza diritti espone le donne a ricatti sessuali ed alla violenza. Senza finanziamenti alle case rifugio gestite dai centri antiviolenza non è possibile offrire alle donne ed ai loro figli una via di fuga agli abusi e maltrattamenti a cui sono sottoposti, viene loro tolta la possibilità di sottrarsi alle situazioni di pericolo in cui si trovano. Aiutare i centri antiviolenza significa dare realmente un contributo alle donne non solo nel loro momento più difficile e drammatico ma soprattutto dopo, quando, ristabilito un certo equilibrio nella vita loro e dei loro figli, bisogna reinserirsi, riemergere, sostenersi da sole : avere un occasione di vita lavorativa è la loro unica speranza di salvezza. Anche noi possiamo fare qualcosa. Come? Suggeriamo una modalità di aiuto concreto. Doniamo il 5 per mille ai centri antiviolenza al momento della compilazione del 730. E un piccolo gesto, possiamo farlo, costruiamo così, dal basso, la solidarietà in favore delle donne ed i loro figli ( segue elenco dei centri con l indicazione del codice fiscale). Palermo 25 Novembre 2014 Coordinamento Donne Fisac Cgil Unicredit Sicilia Ecco alcuni dei centri antiviolenza presenti in Sicilia, corredati dai codici fiscali, ai quali è possibile donare il 5 per mille Associazione nuova vita Ragusa (Ra) Via Ecce Homo 97100 Ragusa (RG) Tel: 0932/246788 Email: associazione.nuovavita@alice.it CODICE FISCALE 92029120885 Associazione Galatea Onlus - Piazza Garibaldi Caltanissetta Attivo Centro antistalking in stretta collaborazione con la polizia di stato CODICE FISCALE 92053010853

Associazione Thamaia onlus Telefono Donna Via G. Macherione 14 95127 Catania (CT) Tel: 095/7223990 Web: www.thamaia.org Email: centroantiviolenza@thamaia.org Note: La Provincia di Catania fa parte degli Ambiti Territoriali di Rete del Progetto Arianna. Al centro vengono trasferite dal 1522 le chiamate delle donne vittime di violenza. CODICE FISCALE 93110050874 Cedav Onlus Centro Donne Antiviolenza Via Luciano Manara, 22 98123 Messina (ME) Tel: 345/2630913 090 678303 Web: www.cedavmessina.it Email: cedav@virgilio.it CODICE FISCALE 97015820836 Centro Antiviolenza Antistalking «La Nereide» Via Servi di Maria 99 96100 Siracusa (SR) Tel: 0931/61000 Web: www.lanereide.it Email: anereide.sr@virgilio.it CODICE FISCALE 93035050892 Centro Antiviolenza Adid Viale Aldo Moro, 47 90047 Partinico (PA) Tel: 0918782684 0918918209 Web: www.adid.altervista.org Email: FidelisOnlus@libero.it CODICE FISCALE 97202024820 Centro Ascolto Stop violenza Via San Francesco d Assisi, 4 91100 Trapani (TP) Telefono: 800453552 E-Mail: sportelloh@provincia.trapani.it Centro ascolto per donne che vivono maltrattamento e/o violenza Viale della Vittoria, 321 92100 Agrigento (AG) Telefono: 0922 20462 Il centro è gestito dalla Onlus Focus Group CODICE FISCALE 93035810840

Centro Donna Antiviolenza Via Papa Giovanni XXIII, 1 97013 Comiso (RG) Tel.: 0932.74911 Web: www.comune.comiso.rg.it Centro antiviolenza Caltagirone Via Grazia, 43 45041 Caltagirone (CT) Telefono: 0933 57904 E-Mail: ass.albanuova@virgilio.it Note: Il Centro Antiviolenza è gestito in regime di volontariato dall'associazione Albanuova Servizio di accoglienza per le donne vittime di violenza A.N.G.E.L.I. (Associazione Nazionale Generica Energia Liberata) CODICE FISCALE 93043090898 Cooperativa Arcadia Via Volturno 106 90100 Palermo (PA) Tel: 091/6124207 Email: serenascaffidi@libero.it CODICE FISCALE 05249180828 Donne Nuove via P. Mattarella snc 90019 Trabia (PA) Tel: 091/8147520 Web: www.coopnuovagenerazione.it Email: nuovagen@libero.it CODICE FISCALE P. IVA 02732380825 Le Onde Onlus Via XX Settembre 57 90141 Palermo (PA) Tel: 091/327973 Web: www.leonde.org Email: leonde@tin.it Note: Il Comune di Palermo fa parte degli Ambiti Territoriali di Rete del Progetto Arianna. Al Centro vengono trasferite dal 1522 le chiamate delle donne vittime di violenza. Codice fiscale 97140990827 Rete centri antiviolenza ASL Presidio La Pizzuta 96100 Siracusa (SR) Tel: 0931/492752 Web: www.reteantiviolenza.siracusa.it Email: reteantiviolenzasiracusa@virgilio.it Codice fiscale 92053010853.

Servizio di Accoglienza per le donne Vittime di Violenza A.N.G.E.L.I. via degli Studi 2 96016 Lentini (SR) Tel: 095/7835316 Web: www.antiviolenzaangeli.com Email: antiviolenzaangeli@libero.it Sportello antiviolenza Associazione Donneinsieme Sandra Crescimanno Via Generale Muscarà 2 94100 Piazza armerina (EN) Tel: 0935/982436 Web: www.associazionedonneinsieme.it Lo Sportello lo scorso ottobre ha organizzato un corso per la formazione di operatrici di sportello antiviolenza. Accetta donazioni (vedi sito).