In questi ultimi anni si è assistito ad un graduale ripopolamento faunistico della Val Trebbia, fenomeno che del resto interessa tutta la regione appenninica. E' facile mettere in relazione l'aumento della fauna con il calo demografico, che ha letteralmente decimato il numero di presenze umane, soprattutto nelle zone più alte e difficilmente accessibili. La fauna selvatica ha sempre trovato nella vicinanza dell'uomo il suo rischio, la minaccia limitante, e non solo per le specie cacciate. Il lavoro dell'uomo modificò il territorio, sia come effettiva riduzione dello spazio a disposizione degli animali, sia come intervento sulla copertura vegetale al fine di ottenere pascoli nelle zone più alte, coltivi nei pendii esposti al sole e, dove possibile, boschi a fustaia in sostituzione dei cedui; in questi si favoriva la crescita di una sola essenza tramite i continui interventi di pulitura e taglio, come nei castagneti o nelle faggete. i, si capisce quanti siano stati i cambiamenti: ampi pascoli e ampie zone coltiva ibilità di un ripopolamento naturale di specie un tempo scomparse come è acc La presenza del {tooltip}lupo (Canis lupus){end-link} 1 / 24
el secolo scorso. Fino a quell'epoca abbiamo pochissime notizie circa la fauna c ei rapaci sono presenti la {tooltip}poiana (Buteo buteo){end-link} tinnunculus) che si può osservare per lungo tempo, fermo nello stesso punto del cielo, in c 2 / 24
{tooltip}falco pecchiaiolo (Pernis apivorus){end-link} pivorus){end-tooltip}. Numerose sono le {tooltip}ghiandaie{end-link} veloci, spesso con un frutto di quercia nel becco. 3 / 24
nti sono il {tooltip}merlo acquaiolo (Cinclus cinclus){end-link} tooltip}, il {tooltip}corriere piccolo (Charadrius dubius){end-link} ip}, la {tooltip}ballerina bianca (Motacilla alba){end-link} 4 / 24
}, la {tooltip}ballerina gialla (Motacilla flava){end-link} d il {tooltip}martin pescatore (Alcedo atthis){end-link} 5 / 24
esemplari di {tooltip}pernice rossa (Alectoris rufa){end-link} ressiva scomparsa dei coltivi. Numerosi sono i {tooltip}picchi verdi (Picus viridis){end-link} 6 / 24
verdi (Picus viridis){end-tooltip}. del cinghiale, c'è stato quello dei daini (Dama dama) ed in alcune zone dei {tooltip}caprioli 7 / 24
Compaiono anche la {tooltip}volpe (Canis vulpes){end-link} il raro {tooltip}tasso (Meles meles){end-link} }, la {tooltip}faina (Martes foina){end-link} 8 / 24
la {tooltip}donnola (Mustela nivalis){end-link} Tipici abitatori dei boschi sono lo {tooltip}scoiattolo (Sciurus vulgaris){end-link} tooltip}, il {tooltip}ghiro (Glis glis){end-link} 9 / 24
{tooltip}moscardino (Muscardinus avellinarius){end-link} s). Più incerta è la presenza della {tooltip}puzzola (Putorius putorius){end-link} utto di notte, imbattersi nella {tooltip}lepre (Lepus europaeus){end-link} 10 / 24
Lepus europaeus){end-tooltip}. I corsi d'acqua, ancora puliti, nella loro parte più alta sono popolati dalla {tooltip}trota fario (Salmo trutta fario){end-link} 11 / 24
Trota fario (Salmo trutta fario){end-tooltip} e dal {tooltip}vairone (Telestes souffia muticellus){end-link} Vairone (Telestes souffia muticellus){end-tooltip} che, ancor più della prima predilige le acque 12 / 24
limpide, non inquinate. Più a valle, dove la corrente è meno impetuosa, abbondano i {tooltip}barbi (Barbus plebejus){end-link} Barbo (Barbus plebejus){end-tooltip} ed i {tooltip}cavedani (Leuciscus 13 / 24
genei){end-link} Cavedano (Leuciscus genei){end-tooltip}. Un posto distinto spetta agli anfibi; questi piccoli animali passano 14 / 24
spesso inosservati o non vengono considerati, in parte perchè si trovano in luoghi non sempre facilmente accessibili, in parte perchè per molti non sono gradevoli alla vista. In realtà sono estremamente interessanti per le loro forme, 15 / 24
per i loro colori, a volte sgargianti, e perchè alcuni sono tipici delle zone montane ed abbastanza rari. Tra questi il {tooltip}tritone appenninico (Triturus alpestris apuanus){end-link} 16 / 24
Tritone appenninico (Triturus alpestris apuanus){end-tooltip}, la {tooltip}salamandra (Salamandra salamandra){end-link} Salamandra (Salamandra salamandra){end-tooltip}, la {tooltip}salamandrina dagli 17 / 24
occhiali (Salamandrina terdigitata){end-link} Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata){end-tooltip}, il {tooltip}geotritone (Hydromantes italicus){end-link} 18 / 24
Geotritone (Hydromantes italicus){end-tooltip}, un endemismo dell'appennino settentrionale. Tra gli anuri sono tipici della zona montuosa la {tooltip}rana appenninica (Rana greca){end-link} 19 / 24
Rana appenninica (Rana greca){end-tooltip} e la {tooltip}rana montana (Rana temporaria){end-link} Rana montana (Rana temporaria){end-tooltip} che vive a quote superiori ai 1200 m. 20 / 24
La rana appenninica ha in questa regione il suo estremo limite settentrionale di diffusione. Fra i rettili, oltre alla comune {tooltip}vipera (Vipera aspis){end-link} 21 / 24
Vipera (Vipera aspis){end-tooltip}, è stata segnalata una specie non comune, la {tooltip}biscia viperina (Natrix maura){end-link} Biscia viperina (Natrix maura){end-tooltip}. 22 / 24
Forse il futuro ci riserverà qualche sorpresa. A quelle presenti potrebbe aggiungersi qualche altra specie e magari, in un ritrovato ambiente naturale, farà ritorno ai luoghi un tempo abitati. 23 / 24
(Il testo è tratto dal volume "Un'isola fra i monti" di Fabrizio Capecchi, Edizioni Croma 1990) 24 / 24