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CalenDiario 2011: L Italia compie 150 anni

CalenDiario

Nel 2011 l Italia compie 150 anni. Un secolo e mezzo è trascorso dal 17 marzo 1861 che vide Re Vittorio Emanuele II proclamare il regno d Italia a Torino, l allora capitale. Non era ancora l Italia di oggi (mancavano all appello Lazio e Triveneto, senza contare l assetto definitivo dei nostri confini raggiunto dopo la II guerra mondiale), ma le somigliava molto. A quella importante pagina di storia, sulla quale sono in cantiere tante celebrazioni nei prossimi mesi, abbiamo voluto dedicare la nuova edizione del Calen Diario per i bambini delle classi terze, quarte e quinte delle scuole primarie di Piacenza e Vigevano. Abbiamo cercato di privilegiare anche nelle illustrazioni un approccio il più semplice possibile, affinchè il tema potesse essere di interesse per gli scolari più piccoli. Il risultato è nelle pagine che seguono, a cominciare dall introduzione del prof. Fausto Fiorentini, che ha incrociato l atlante storico nazionale con i passaggi più significativi della storia locale, fotografati con ironia dall illustratrice piacentina Liza Schiavi. Ai giovani studenti, e al corpo docente, vanno dunque i migliori auguri della Fondazione di Piacenza e Vigevano per un 2011 sereno e ricco di soddisfazioni... didattiche.

Regno d Italia nel 1861. Stabilimento dell Editoria Antonio Vailardi - Milano

2011: l Italia compie 150 anni Cari bambini, c era una volta un popolo, il nostro, quello italiano, che per diversi motivi aveva diviso il proprio territorio in tanti piccoli Stati. Ognuno pensava di stare bene a casa propria, ma poi si rese conto, guardando a quanto era avvenuto in Europa, che era più utile collaborare, mettersi insieme e così, nella prima metà dell Ottocento, quasi due secoli fa, ci fu chi propose di formare uno Stato unico, una sola casa, l Italia unita. Non fu facile. Nel tempo nelle vicende italiane si erano intromesse potenze straniere e alcuni patrioti, pur di rendere libera e unita l Italia, non esitarono a contrastare, anche con le armi, gli stranieri a costo di sacrificare la propria vita. Li muoveva un ideale sintetizzato in una bandiera. Molti di questi moti insurrezionali - così furono chiamati - ebbero il loro momento più favorevole nel 1848 in quanto a capo dei patrioti si mise il re del Piemonte, Carlo Alberto, deciso a combattere la potenza che in quei tempi controllava gran parte degli stati italiani, l Austria. I piacentini si mossero per primi, si consultarono con un plebiscito e decisero di unirsi al Piemonte. Una delegazione cittadina si recò a Sommacampagna, presso Verona, dove il re era con il proprio esercito impegnato nella prima guerra d indipendenza, e gli manifestarono ufficialmente la volontà dei piacentini di unirsi a lui. Il Sovrano non solo gradì la decisione della città, ma la definì la Primogenita d Italia. Il futuro Stato aveva la sua prima figlia, Piacenza. Il sogno della libertà ebbe, però breve durata, nello scontro tra Piemontesi - Italiani ed Austriaci questi ebbero la meglio. A Vigevano il 9 agosto 1848 viene firmato l armistizio di Salasco che chiude la prima parentesi di questa guerra sfortunata

destinata a vedere il ritorno, nelle nostre città, delle truppe dell imperatore di Vienna. Sono le Giubbe Bianche che rientrarono di nuovo a Piacenza e per dieci anni, fino al 1859, gli italiani dovettero rinunciare di nuovo a vivere liberi a casa loro. Non fu, però, un attesa tranquilla. È il cosiddetto decennio di preparazione alla seconda guerra d indipendenza del 1859 che avrebbe portato per sempre gli italiani all indipendenza. Sono anni che nel chiuso delle case si consolidò l idea di un Italia libera e a volte si ricorse anche ad espedienti ingegnosi come quello di scrivere sui muri viva V.E.R.D.I. non solo per rendere omaggio al grande musicista, ma anche, attraverso il suo nome, per manifestare la propria ammirazione per il nuovo re del Piemonte in cui erano riposte le speranze per un Italia libera: Viva Vittorio Emanuele Re D Italia. Il tutto avendo cura di evitare i controlli sempre vigili dei soldati austriaci. L idea di un Italia libera non era perseguita solo con le armi degli eserciti e dei patrioti. Un progetto così importante ha mobilitato anche uomini che hanno messo a disposizione il loro cuore, il loro pensiero e la loro abilità di politici. Tra coloro che contribuirono a rafforzare negli italiani, e negli europei, il concetto di un Italia padrona del proprio destino vi fu Giuseppe Mazzini (1805-1872), fondatore della Giovane Italia. Il regista di questa nostra pagina politica fu Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861) che, tra i molti meriti, ebbe anche quello di fare dell indipendenza italiana un problema europeo. Nel 1859, con la seconda guerra d indipendenza, gli austriaci devono lasciare Piacenza: se ne vanno il X giugno percorrendo le vie X Giugno e Borghetto; il bianco delle divise dei soldati di Vienna lascia il posto a un nuovo colore, il rosso delle camicie dei volontari che combattevano al comando di Giuseppe Garibaldi (1807-1882).

L Eroe dei due mondi (così è stato definito Garibaldi in quanto aveva combattuto anche in Sud America) ha guidato i suoi volontari in molte imprese, ma certamente quella che è entrata nella leggenda è stata la Spedizione dei Mille. Con i suoi patrioti partì nel marzo del 1860 da Quarto in Liguria e raggiunge Marsala in Sicilia; da qui, di battaglia in battaglia, liberò tutto il sud Italia dai Borbone consegnandolo, a Teano il 26 ottobre dello stesso anno, al re Vittorio Emanuele II. Nello stesso anno Vittorio Emanuele II (1820-1878) aveva visitato le città dell Emilia che stavano chiedendo di unirsi al nascente stato italiano: incontra i piacentini il 7 maggio 1860. Il 17 marzo 1861 a Torino il Parlamento subalpino (Senato e Camera dei Deputati) proclama il regno d Italia: tutti con un unica bandiera. Restava ancora da liberare il Triveneto e il Lazio con Roma. Con la terza guerra d indipendenza del 1866 fu liberato il Veneto; il 20 settembre 1870 fu la volta di Roma (la prima capitale fu Torino, nel 1865 le subentrò Firenze e nel 1871 Roma) ed infine, con la guerra del 1915-1918, il Trentino e il Friuli-Venezia Giulia. Quello dell unità italiana è stato un lungo e tormentato cammino che ha avuto un testimone d eccezione, il piacentino Giuseppe Manfredi che nel 1848, a vent anni, prese parte al movimento patriottico distribuendo volantini e scrivendo articoli; tra i compiti avuti nel movimento risorgimentale è da ricordare quello di governatore delle province parmensi nel 1859; diventato in seguito magistrato e nominato senatore, nel 1908 il re gli affidò la presidenza del Senato. Si spense il 6 novembre 1918, unico, tra i protagonisti del cammino risorgimentale, ad assistere a questa favola, bella nonostante tutto, che è il nostro Risorgimento. Fausto Fiorentini Istituto per la storia del Risorgimento italiano Comitato di Piacenza

Sabato 1 Domenica 2 Lunedì 3 Martedì 4 Mercoledì 5 Giovedì 6 Venerdì 7 Sabato 8 Domenica 9 Gennaio C ERA UNA VOLTA... Prima dell Unità, l Italia era divisa in Regni, Ducati e Granducati (e anche i suoi confini erano un po diversi da oggi). Ciascuno era uno stato a sè, con un suo capo, una sua bandiera e un suo stemma. Riesci a trovare a quale stato apparterresti, se tornassi indietro nel tempo?

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Martedì 1 Mercoledì 2 Giovedì 3 Venerdì 4 Sabato 5 Domenica 6 Lunedì 7 Martedì 8 Mercoledì 9 Febbraio I MOTI INSURREZIONALI. Da più parti gli insorti cercavano di rovesciare le potenze straniere per formare uno stato unico, l Italia unita. Gli scontri si combattevano duramente, anche con le arrmi, e da una parte e dall altra molti furono i caduti.

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Martedì 1 Mercoledì 2 Giovedì 3 Venerdì 4 Sabato 5 Domenica 6 Lunedì 7 Martedì 8 Mercoledì 9 Marzo LA PRIMOGENITA. Piacenza è chiamata anche la Primogenita d Italia. Per prima, nel 1848, aderì con un plebiscito al progetto del re del Piemonte Carlo Alberto, che voleva cacciare gli austriaci dai tanti territori italiani da loro dominati.

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Venerdì 1 Sabato 2 Domenica 3 Lunedì 4 Martedì 5 Mercoledì 6 Giovedì 7 Venerdì 8 Sabato 9 Aprile L ARMISTIZIO DI VIGEVANO. La cacciata degli austriaci durò poco. Il 9 agosto 1848 a Vigevano fu firmato l armistizio che poneva fine alla ribellione e che prevedeva il ritorno degli stranieri. Un ritorno destinato a durare altri dieci anni...

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Domenica 1 Lunedì 2 Martedì 3 Mercoledì 4 Giovedì 5 Venerdì 6 Sabato 7 Domenica 8 Lunedì 9 Maggio VIVA V.E.R.D.I.! La presenza straniera non piaceva al popolo e l insofferenza cresceva. Sui muri si scriveva Viva V.E.R.D.I. ma non per rendere omaggio al grande compositore, pur amato: Verdi non era altro che la parola ottenuta dalle iniziali della frase Vittorio Emanuele Re d Italia.

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Mercoledì 1 Giovedì 2 Venerdì 3 Sabato 4 Domenica 5 Lunedì 6 Martedì 7 Mercoledì 8 Giovedì 9 Giugno GIUSEPPE MAZZINI. Il fondatore dell associazione politica insurrezionale Giovane Italia viene considerato tra i padri della nuova nazione che stava per nascere. Il suo impulso fu fondamentale anche per rafforzare una coscienza patriottica tra la gente.

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Venerdì 1 Sabato 2 Domenica 3 Lunedì 4 Martedì 5 Mercoledì 6 Giovedì 7 Venerdì 8 Sabato 9 Luglio CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR. Il grande protagonista della scena politica di quel periodo fu Camillo Benso, più semplicemente noto come Cavour, la cui sapiente azione diplomatica e strategica diede la spinta decisiva alla creazione della nuova Italia.

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Lunedì 1 Martedì 2 Mercoledì 3 Giovedì 4 Venerdì 5 Sabato 6 Domenica 7 Lunedì 8 Martedì 9 Agosto LE DIVISE. Agli austriaci, in tenuta biancoazzurra, si contrappone la tipica divisa con la giubba rossa dei Mille, gli uomini guidati da Garibaldi che partirono da Quarto (in Liguria) per sbarcare a Marsala (in Sicilia) e risalire l Italia eliminando lo Stato dei Borbone che regnavano a Sud.

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Giovedì 1 Venerdì 2 Sabato 3 Domenica 4 Lunedì 5 Martedì 6 Mercoledì 7 Giovedì 8 Venerdì 9 Settembre GIUSEPPE GARIBALDI. L eroe dei due mondi (così chiamato per le sue imprese anche in Sudamerica), fu a capo dei Mille. Rimase storico il suo incontro con il Re Vittorio Emanuele II a Teano, il 26 ottobre 1860. Garibaldi gli consegnò l Italia liberata dai Borbone.

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Sabato 1 Domenica 2 Lunedì 3 Martedì 4 Mercoledì 5 Giovedì 6 Venerdì 7 Sabato 8 Domenica 9 Ottobre VITTORIO EMANUELE II. Cacciati gli austriaci a Nord e i Borbone a Sud, Vittorio Emanuele II si accingeva a diventare il primo re d Italia. In visita nelle nuove terre del suo regno, approdò anche a Piacenza nel maggio 1860.

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Martedì 1 Mercoledì 2 Giovedì 3 Venerdì 4 Sabato 5 Domenica 6 Lunedì 7 Martedì 8 Mercoledì 9 Novembre IL REGNO D ITALIA. Finalmente, il 17 marzo 1861 a Torino, il Parlamento subalpino proclama il Regno d Italia. Mancano ancora il Lazio e il Triveneto, annessi in seguito, ma l Italia è ufficialmente nata e Vittorio Emanuele II è il suo re.

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Giovedì 1 Venerdì 2 Sabato 3 Domenica 4 Lunedì 5 Martedì 6 Mercoledì 7 Giovedì 8 Venerdì 9 Dicembre GIUSEPPE MANFREDI. Anche un piacentino fu testimone d eccezione del lungo cammino verso l unità d Italia. Fu Giuseppe Manfredi (il signore barbuto a sinistra nel disegno), che visse da protagonista quel passaggio fino a divenire, in seguito, presidente del Senato italiano.

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Il Calen Diario è un progetto della Fondazione di Piacenza e Vigevano realizzato per gli alunni delle scuole elementari Illustrazioni di Liza Schiavi Progetto e coordinamento a cura di Tiziana Libè e Stefania Rebecchi Grafica Coro Marketing srl Stampa Tipografia Cassola (Pc)

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