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DELIBERAZIONE N. 9/19 Oggetto: Procedura di verifica ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. relativa al progetto denominato Costruzione di un centro commerciale in località Scala Sa Perda in comune di Sestu (CA). Proponente: Centoterre s.r.l. L'Assessore della Difesa dell'ambiente riferisce che la società Centoterre s.r.l. ha presentato, a maggio 2012, e regolarizzato, a giugno 2012, e integrata a dicembre 2012, l istanza di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale relativa all intervento Costruzione di un centro commerciale in località Scala Sa Perda in comune di Sestu (CA), ascrivibile alla categoria di cui al punto 7, lettera b (Progetti di sviluppo di aree urbane, [ ]; costruzione di centri commerciali di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59 ; [ ]), dell Allegato B1 alla Delib.G.R. n. 24/23 del 23 aprile 2008 (oggi sostituita dalla Delib.G.R. n. 34/33 del 7.8.2012). L intervento, il cui costo previsto è pari a 12.000.000, sarà finanziato con capitali privati, e prevede la costruzione di un edificio da destinarsi a grande struttura di vendita (GSV) nel comune di Sestu in località Scala Sa Perda. Il progetto prevede la realizzazione di una GSV costituita da quattro esercizi di vendita, per il commercio al dettaglio non alimentare. La superficie lorda di pavimento (SLP) complessiva è di 11.862 m 2, ripartita su due livelli come di seguito descritto: Piano terra avente una SLP di 5.931 m 2 e una superficie di vendita SV pari a 3.668,70 m 2, ripartita in due locali commerciali, il primo avente una superficie di 1.800 m 2 (locale commerciale n. 1), il secondo avente una superficie di 1.868,70 m 2 (locale commerciale n.2); Piano primo avente la stessa SLP (5.931 m 2 ) del piano terra, e una superficie di vendita SV pari a 3.953 m 2, ripartita in due locali commerciali, il primo avente una superficie di 1.993 m 2 (locale commerciale n. 3), il secondo avente una superficie di 1.960 m 2 (locale commerciale n. 4). La superficie di vendita complessiva è quindi pari a 7621,7 m 2. 1/6

Il complesso è completato da un garage interrato che si estende per una superficie di 7.139,7 m 2 ed un numero di stalli pari a 198. Ulteriori parcheggi, in numero pari a 113 posti auto, sono presenti anche nel piazzale circostante, distribuiti su una superficie pari a 3.073 m 2, mentre l area destinata alla movimentazione delle merci ha una superficie pari a 2.094 m 2. In merito all iter, l Assessore fa presente che, con nota prot. n. 64396 TP CA-CI del 14/11/2012 (prot. ADA n. 27940 del 27.11.2012), il Servizio tutela paesaggistica per le province di Cagliari e Carbonia Iglesias ha comunicato che L intervento proposto non risulta soggetto a vincoli di natura paesaggistica, pertanto l intervento non è assoggettato ai disposti dell art. 146 del D.Lgs. n. 42/2004. Si precisa che comunque in presenza di beni archeologici, trova applicazione l art. 10 bis, comma 1 della L.R. n. 45/1989, che prescrive la conservazione integrale, e l art. 49, comma 1, lett. b) delle NTA del PPR, che stabilisce che nelle aree è vietata qualunque edificazione o altra azione che possa comprometterne le tutela. L Assessore, riferisce, quindi, che il Servizio Sostenibilità Ambientale, Valutazione Impatti e Sistemi Informativi Ambientali (SAVI), preso atto del parere espresso dal Servizio tutela paesaggistica competente per territorio, considerato che la documentazione depositata risulta sufficiente per consentire la comprensione delle caratteristiche e delle dimensioni del progetto, della tipologia delle opere previste e del contesto territoriale e ambientale di riferimento, nonché dei principali effetti che possono aversi sull'ambiente, propone di non sottoporre alla procedura di VIA l intervento in oggetto, a condizione che siano rispettate le prescrizioni di seguito riportate: 1. dovrà essere redatto, ai sensi di quanto previsto dal D.Lgs. n. 152/2206 e s.m.i. e dal Decreto del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 161/2012, un Piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, teso alla minimizzazione della produzione di rifiuti; a questo proposito, visto l ingente quantitativo di materiale in esubero stimato (circa 38.000 m 3 ), si prescrive, quale misura di mitigazione degli impatti, che almeno il 70% di detti materiali sia destinato al riutilizzo, previa verifica della conformità degli stessi; 2. dovranno essere attuate le misure seguenti per il contenimento degli impatti in fase di cantiere, al rispetto delle quali dovranno essere vincolate, tramite specifiche prescrizioni contrattuali, le ditte esecutrici dei lavori. In particolare: a. il rumore prodotto dovrà essere gestito tramite interventi tecnici e gestionali (es. programma dei lavori che limiti la sovrapposizione temporale delle attività maggiormente rumorose; impiego di macchinari e attrezzature dotati di dispositivi di attenuazione del rumore, nel rispetto della normativa vigente; utilizzo di apparecchiature 2/6

a motore pneumatico adeguatamente silenziate) che permettano, quanto più possibile, il contenimento del disturbo entro i limiti acustici di zona; b. l eventuale stoccaggio di liquidi inquinanti (oli, combustibili, vernici, etc) dovrà essere effettuato su platea impermeabilizzata con bordo rialzato, in modo tale da consentire il recupero di sversamenti accidentali; c. l effettuazione delle fasi di trasporto dei materiali polverulenti dovrà prevedere la copertura dei cassoni degli autocarri e la limitazione della velocità dei mezzi; d. nei periodi siccitosi dovrà essere effettuato l inumidimento periodico dell area di cantiere, in particolare durante le fasi di scavo, di movimentazione terre, di stesura e compattazione del materiale di riempimento; e. dovrà essere garantita: i. la periodica revisione e la perfetta funzionalità di tutte le macchine ed apparecchiature di cantiere, in modo da minimizzare i rischi per gli operatori, le emissioni anomale di gas e la produzione di vibrazioni e rumori, anche mediante l adozione di misure gestionali che obblighino i conducenti allo spegnimento dei mezzi durante il non utilizzo; ii. iii. il rapido intervento per il contenimento e l assorbimento di eventuali sversamenti accidentali interessanti acqua e suolo; lo smaltimento, in conformità alle leggi vigenti in materia, dei materiali inquinati e di tutti i rifiuti prodotti durante l esecuzione delle attività e opere; 3. qualora nel corso dei lavori previsti si giunga al ritrovamento di strutture o materiali sottoposti alla tutela di cui al D.Lgs. n. 42/2004, dovrà essere tempestivamente data notizia alle competenti Soprintendenze ed al Servizio tutela paesaggistica per le Province di Oristano e del Medio Campidano; a questo proposito si precisa che, come evidenziato dallo stesso Servizio tutela paesaggistica nel parere di competenza <<in presenza di beni archeologici, trova applicazione l art. 10 bis, comma 1 della L.R. 45/1989, che prescrive la conservazione integrale, e l art. 49, comma 1, lett. b) delle NTA del PPR>>; 4. al fine di mitigare gli impatti sul sistema delle acque superficiali e sotterranee e con riguardo ai sistemi di raccolta e trattamento dei reflui: a. le superfici impermeabili scoperte, dovranno prevedere sistemi per la raccolta, lo stoccaggio e lo smaltimento delle acque meteoriche di prima pioggia, da esse scolanti. 3/6

Le acque di prima pioggia, previo trattamento, dovranno essere recapitate nella fognatura nera e, in quanto scarico a tutti gli effetti, dovranno rispettare i limiti per lo scarico in fognatura stabiliti dal gestore, in coerenza con quanto stabilito dall Allegato 5 alla parte III del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. I manufatti di scarico dovranno permettere i campionamenti e gli accertamenti per la verifica della conformità ai limiti di legge; b. in riferimento ai criteri di dimensionamento delle vasche di prima pioggia, si precisa che esse dovranno avere una capacità d accumulo atta al contenimento di tutte le acque meteoriche di prima pioggia, intendendo per queste ultime il volume corrispondente ad una precipitazione di cinque millimetri, uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante; per quanto riguarda le portate da assumere nei calcoli di progetto della rete di drenaggio delle acque di prima pioggia, si ammette che la precipitazione di cinque millimetri si verifichi in quindici minuti; c. le acque di seconda pioggia (sfiori dalle vasche di prima pioggia), previa verifica dell idoneità al riutilizzo, e le acque meteoriche scolanti dai tetti, dalle pensiline e dai terrazzi degli edifici, dovranno essere accumulate e utilizzate per l alimentazione della rete idrica secondarie, per alimentare il sistema di irrigazione del verde, oltre che per la pulizia dei piazzali e della viabilità, nonché per la rete antincendio; d. per tutto quanto non esplicitamente contemplato ai punti precedenti si richiama il rispetto integrale della Disciplina regionale degli scarichi di cui alla Deliberazione n. 69/25 del 10.12.2008 e della Direttiva concernente Misure di tutela quali-quantitativa delle risorse idriche tramite il riutilizzo delle acque reflue depurate, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 35/15 del 30.12.2008; 5. dovranno essere previste delle opere a verde di arredo urbano, da descriversi tramite la predisposizione di adeguate tavole grafiche, con specificazione delle tipologie di essenze che si intendono impiantare e relativo sesto d impianto; al fine di minimizzare gli impatti sulla salute dovrà essere tassativamente evitato l uso di specie allergizzanti; 6. dovrà essere effettuata, una volta che la struttura sarà a regime, una verifica strumentale dei limiti di legge previsti per quanto concerne l impatto acustico, le cui modalità andranno concordate con il Dipartimento ARPAS territorialmente competente. A titolo indicativo tale verifica dovrà essere effettuata in condizioni di potenziale massima criticità, tenendo conto non solo del funzionamento degli impianti di climatizzazione, ma anche di ulteriori sorgenti caratterizzate da unità esterne, quali ad esempio le celle frigo industriali delle attività previste. 4/6

Infine, qualora detta verifica dovesse evidenziare il superamento dei limiti normativi sarà onere della società proponente predisporre adeguate misure, atte a mitigare l impatto; 7. al fine di monitorare e limitare eventuali impatti sul sistema del traffico e della mobilità a partire dalla entrata in esercizio della GSV, dovranno essere effettuati dei monitoraggi in corrispondenza dei punti di ingresso/uscita alla struttura, durante l ora di punta del giorno critico (venerdì, sabato, domenica) e in funzione dei risultati ottenuti, dovrà essere valutata l opportunità di realizzare misure di mitigazione tese alla fluidificazione del traffico; 8. al fine di contribuire al risparmio energetico e alla riduzione dell inquinamento luminoso, l impianto di illuminazione esterna delle aree d intervento dovrà essere progettato e realizzato nel rispetto dei criteri di riduzione dell inquinamento luminoso e di risparmio energetico, in conformità alle disposizioni di cui alla Delib.G.R. n. 48/31 del 2007, modificate con Delib.G.R. n. 60/23 del 5 novembre 2011; 9. al fine della riduzione dei consumi energetici dovranno essere attuate le misure previste dalla Legge n. 10/1991, dal D.Lgs. n. 192/2005 e s.m.i., relativamente all obbligo di installazioni solari-termiche e fotovoltaiche e alle caratteristiche costruttive dell involucro edilizio; inoltre l edificio realizzato dovrà rispettare il primo Regolamento di Attuazione (D.P.R. 2 aprile 2009, n. 59) del D.Lgs. n. 192/2005 e s.m.i., nonché il D.M. 26 giugno 2009 (Linee Guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici). Inoltre, al fine di migliorare l efficienza energetica e la promozione delle fonti rinnovabili, il proponente dovrà attuare le seguenti misure di mitigazione: a. produzione minima di energia termica ed energia elettrica da fonti rinnovabili e/o cogenerazione: secondo quanto disciplinato dall art. 11 e dall Allegato 3 al D.Lgs. n. 28/2011; b. massimo utilizzo di sistemi di riscaldamento radianti; c. massimo utilizzo di tecnologie per l illuminazione naturale degli spazi interni che evitino la necessità di illuminare artificialmente gli ambienti di giorno; d. massimo utilizzo di sistemi per la protezione delle chiusure verticali trasparenti dal sole. Infine, l indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale non dovrà essere superiore a quanto riportato nell Allegato C, punto 1.2, tabella 2.3 del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i.;; 10. con riferimento al sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti: 5/6

a. tutti gli spazi comuni dovranno essere corredati di sistema di raccolta dei rifiuti solidi per la raccolta differenziata; b. all interno delle aree aventi destinazione d uso commerciale e di servizio dovranno prevedersi appositi spazi per la raccolta differenziata; 11. dovranno essere trasmessi al Servizio SAVI e agli Enti di controllo gli elaborati progettuali, gli studi e gli atti amministrativi che recepiscono le prescrizioni sopra descritte; in particolare andranno preventivamente concordate con il Dipartimento ARPAS territorialmente competente le modalità di controllo e monitoraggio. Tutto ciò premesso, l'assessore della Difesa dell'ambiente, constatato che il Direttore generale ha espresso il parere favorevole di legittimità, propone alla Giunta regionale di far propria la proposta del Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti. La Giunta regionale, condividendo quanto proposto e rappresentato dall'assessore della Difesa dell'ambiente DELIBERA - di non sottoporre all ulteriore procedura di VIA l intervento denominato Costruzione di un centro commerciale in località Scala Sa Perda in comune di Sestu (CA), proposto dalla Società Centoterre s.r.l., a condizione che siano rispettate, e recepite nel progetto da sottoporre ad autorizzazione, le prescrizioni descritte in premessa. Sull osservanza delle prescrizioni anzidette dovranno vigilare, per quanto di competenza, il Comune di Sestu, la Provincia di Cagliari, e l ARPAS; - di stabilire che, fermo restando l obbligo di acquisire gli altri eventuali pareri e autorizzazioni previsti dalle norme vigenti, l inizio dei lavori dovrà essere comunicato al Servizio SAVI e agli Enti di controllo e gli stessi lavori dovranno essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione della presente deliberazione, salvo proroga concessa su istanza motivata del proponente, pena l attivazione di una nuova procedura di screening. Il Servizio SAVI provvederà alla comunicazione della presente deliberazione ai soggetti interessati al procedimento, a tutte le Amministrazioni competenti, e alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna (B.U.R.A.S.). Il Direttore Generale Gabriella Massidda Il Vicepresidente Simona De Francisci 6/6