DELIBERAZIONE N.19/46 DEL

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1 Oggetto: Procedura di verifica, ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e della Delib.G.R. n. 34/33 del 7 agosto 2012 relativa al progetto Autorizzazione alle operazioni di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali pericolosi, in Comune di Guspini (VS). Proponente Ceramica Mediterranea S.p.A. L'Assessore della Difesa dell'ambiente riferisce che la Società Ceramica Mediterranea S.p.A. ha presentato, a febbraio 2013 e regolarizzato nel marzo successivo, l istanza di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale relativa all intervento Autorizzazione alle operazioni di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali pericolosi in Comune di Guspini, ascrivibile alla categoria di cui all Allegato B1 alla deliberazione della Giunta regionale n. 34/33 del 7 agosto 2012, punto n. 7, lett. v), Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui all Allegato B, lettere da D2, D8 e da D13 a D15, ed all Allegato C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.. Il progetto si riferisce all inserimento nel processo produttivo del rifiuto pericoloso di cui al codice CER * (Catalizzatori esauriti contaminati da sostanze pericolose), in sostituzione di una parte delle materie prime utilizzate nell impianto della Società proponente per la produzione di gres porcellanato e smaltato per pavimentazioni e rivestimenti. L impianto, che opera nella zona industriale di Guspini, all interno dell area PIP, utilizza attualmente tonnellate di materie prime, costituite prevalentemente da argille, feldspati e sabbie (rispettivamente il 40, il 30 e il 10%), mentre la restante parte è rappresentata da scarti di lavorazione cotti e crudi e da fanghi di decantazione. Il progetto presentato è mirato a sostituire una parte delle materie prime in ingresso il 5%, corrispondente a tonnellate all anno con i rifiuti pericolosi costituiti da catalizzatori esausti provenienti dal ciclo del cracking catalitico (CER *). I rifiuti pericolosi verranno utilizzati prevalentemente per la produzione degli impasti e solo una piccola parte (550 tonnellate) per la preparazione degli smalti. La produzione attuale dell impianto è di mq al giorno. Le lavorazioni avvengono all interno del fabbricato e prevedono le seguenti fasi: 1/5

2 Fase 1: preparazione delle materie prime, divise in molli e dure e stoccate separatamente in box in c.a. coperti. Le materie prime vengono miscelate e alimentano i mulini in cui avviene la macinazione a secco; Fase 2: granulazione della polvere, destinata dopo la selezione granulometrica, ai due forni di essicazione, che operano a circa 200 C; Fasi 3/4: pressatura / essiccamento del granulato per la formazione del supporto che viene poi inviato agli essiccatoi che operano per evaporazione; Fase 5: preparazione smalti per macinazione a umido di materie prime, pigmenti e altri materiali; Fase 6: smaltatura; Fase 7: cottura nei due forni alimentati a GPL che operano a ciclo continuo; Fase 8: confezionamento. I rifiuti pericolosi arriveranno all interno dell impianto in forma fluida, tramite autobotti che verranno collegate al silos di stoccaggio, vuoto e confinato. Il sistema di caricamento è chiuso, il silos è dotato di un filtro a maniche per le polveri e ha una capacità di 50 metri cubi. Tutte le operazioni di trasporto, stoccaggio e transito avverranno su superfici pavimentate e impermeabili, dotate di sistemi di convogliamento e raccolta delle acque meteoriche verso i sistemi di trattamento. Il Servizio Tutela paesaggistica per le Province di Oristano e del Medio-Campidano, con nota n del (pervenuta via fax in pari data) ha comunicato di non aver rilevato criticità paesaggistiche, segnalando altresì che all interno dell area oggetto di intervento è presente il corso d acqua denominato Gora Is Mulinus tutelato paesaggisticamente ai sensi dell art. 142 del decreto legislativo 42/2004 e s.m.i. e dell art. 17, comma 3 lettera h delle NTA del PPR. L Assessore continua riferendo che il Servizio Sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali (SAVI), preso atto della nota del Servizio Tutela paesaggistica, considerato che la documentazione depositata, come integrata volontariamente dal proponente il , risulta sufficiente per consentire la comprensione delle caratteristiche e delle dimensioni del progetto, della tipologia delle opere previste e del contesto territoriale e ambientale di riferimento, nonché dei principali effetti che possono aversi sull'ambiente, propone di non sottoporre alla procedura di VIA l intervento in oggetto a condizione che siano rispettate le prescrizioni di seguito riportate, le quali dovranno essere recepite nel progetto da sottoporre a autorizzazione: 2/5

3 1. i quantitativi annuali del rifiuto pericoloso contraddistinto dal codice CER * Catalizzatori esauriti contaminati da sostanze pericolose di cui al progetto esaminato, non potranno superare il limite annuo di tonnellate, di cui solo 550 tonnellate annue verranno destinate alla preparazione degli smalti (Fase 5). Tali limiti dovranno essere riportati nell autorizzazione; 2. le operazioni di messa in riserva e recupero in progetto dovranno svolgersi in coerenza con quanto previsto nella parte quarta del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e dovranno basarsi sull utilizzo delle migliori tecnologie disponibili; 3. il trasporto del rifiuto all interno dell impianto dovrà avvenire esclusivamente tramite camion cisterna autorizzati; 4. la messa in riserva (R13) del CER * dovrà avvenire esclusivamente all interno del silos indicato nella planimetria di progetto T06A e lo stoccaggio istantaneo non potrà mai superare la capacità del silos, pari a 50 metri cubi; 5. il silos dovrà essere ermeticamente chiuso e realizzato in materiale idoneo a contenere la categoria di rifiuto prevista in progetto e il sistema di filtrazione dovrà essere sottoposto a verifiche periodiche per accertarne la costante efficienza; 6. le aree in cui è previsto lo stoccaggio e la movimentazione del rifiuto dovranno essere impermeabilizzate coerentemente con le migliori tecnologie disponibili; 7. con riferimento alle acque reflue prodotte all interno dell impianto: a. la gestione delle acque meteoriche dovrà rispettare le indicazioni di cui alla Delib.G.R. n. 69/25 del 2008 (Disciplina regionale degli scarichi); b. lo scarico dei reflui dovrà avvenire nel rispetto dei limiti allo scarico del regolamento fognario consortile, in conformità con quanto previsto nell allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i. e le opere di scarico dovranno consentire l esecuzione di campionamenti finalizzati a verificare il rispetto dei valori limite allo scarico; c. il sistema di gestione e trattamento delle acque reflue dovrà essere sottoposto a periodiche verifiche e manutenzioni alfine di garantirne l efficienza; 8. in relazione agli effetti sulla qualità dell aria: a. le emissioni convogliate provenienti dai sistemi di filtrazione a servizio dei mulini in cui verrà utilizzato il rifiuto, in sostituzione di parte delle materie prime, nelle fasi 1 e 5 indicate negli elaborati di progetto, dovranno garantire il rispetto dei limiti di cui al punto 3/5

4 10 della parte terza dell Allegato I alla parte V del D.Lgs. n. 152/2006, in conformità con quanto prescritto dall AIA n. 2/2009 e successive emanazioni; b. al fine di verificare l efficienza del sistema di abbattimento in funzione dell inserimento del CER * nel ciclo produttivo, dovrà essere presentato nel progetto da autorizzare, un piano di monitoraggio delle emissioni convogliate, che dovrà essere preventivamente validato dall ARPAS e che dovrà contenere il set analitico individuato sulla base degli inquinanti attesi, le modalità di prelievo e la frequenza dei controlli; c. per limitare la formazione di polveri si dovrà mantenere un adeguato grado di umidità nelle aree di transito mezzi e movimentazione dei materiali oltre che in corrispondenza dei cumuli di materie prime presenti all interno dell impianto; d. dovrà essere assicurata la pulizia periodica delle aree di lavorazione e di transito, nonché la rimozione di eventuali depositi sulla strada di accesso e sugli innesti alla viabilità stradale principale; 9. al fine di verificare la conformità dei livelli sonori ai limiti di legge dovranno essere effettuati a cura del proponente i controlli strumentali di cui al punto 6, Parte IV, della Delib.G.R. n. 62/9 del 2008, in particolare in corrispondenza dei ricettori posti lungo il lato nord dell impianto; 10. nel progetto da sottoporre ad autorizzazione dovranno essere dettagliatamente descritte le misure di sicurezza di emergenza da mettere in atto in caso di eventi eccezionali, quali ad esempio rotture o perdite a carico dei sistemi di contenimento del rifiuto pericoloso; 11. dovranno essere adottate tutte le dovute precauzioni, compresa la manutenzione periodica delle macchine utilizzate, per evitare fenomeni di inquinamento durante le fasi di gestione dell impianto. Tutto ciò premesso, l'assessore della Difesa dell'ambiente, constatato che il Direttore generale ha espresso il parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame, propone alla Giunta regionale di far proprio il parere del Servizio SAVI. La Giunta regionale, condividendo quanto proposto e rappresentato dall'assessore della Difesa dell'ambiente DELIBERA di non sottoporre all ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale l intervento denominato Autorizzazione alle operazioni di recupero e messa in riserva di rifiuti speciali pericolosi, in Comune di Guspini, proposto dalla Ceramica Mediterranea S.p.A., a condizione 4/5

5 che siano recepite nel progetto da sottoporre ad autorizzazione le prescrizioni descritte in premessa, sull osservanza delle quali dovranno vigilare, per quanto di competenza, il Comune di Guspini, la Provincia del Medio Campidano, il Dipartimento Provinciale dell ARPAS di Cagliari e il Servizio Territoriale dell'ispettorato Ripartimentale del CFVA di Cagliari; di stabilire che, fermo restando l obbligo di acquisire gli altri eventuali pareri e autorizzazioni previsti dalle norme vigenti, i lavori relativi all intervento in oggetto, la cui data di inizio dovrà essere comunicata al Servizio SAVI e agli Enti di controllo, dovranno essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione della presente deliberazione, salvo proroga concessa su istanza motivata del proponente, pena l attivazione di una nuova procedura. Il Servizio SAVI provvederà alla comunicazione della presente deliberazione ai soggetti interessati al procedimento, a tutte le Amministrazioni competenti, e alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna (BURAS). Il Direttore Generale Gabriella Massidda Il Presidente Ugo Cappellacci 5/5

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