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Algebra lineare Anno accademico 28/9 Prova scritta - 22 gennaio 29 Nome: Cognome: Numero di matricola: Canale: A-L (Fiorenza-De Concini) M-Z (Mondello) Esame completo Secondo esonero (solo esercizi 3-4) Esercizio Punti totali Punteggio 8 2 8 3 8 4 8 Totale 32 Occorre motivare le risposte. Una soluzione corretta priva di motivazione riceverà punti. Verrà corretto solo quello che sarà scritto su queste pagine. Voto/3:

Esercizio. (a) Determinare gli z C che soddisfino z(z 2) = z + z. (b) Siano p = x 3 3x 2 + 4x 2 e p 2 = x 3 5x 2 + 8x 6 sono polinomi reali in x. Calcolare il MCD(p, p 2 ). Risoluzione: (a) Scriviamo z = x + i y con x ed y reali. Allora l equazione da risolvere è ovvero (x + i y)(x + i y 2) = x + i y + x i y x 2 2x y 2 + i (2xy 2y) = 2x. Quest equazione è equivalente al sistema { x 2 2x y 2 = 2x 2xy 2y = ovvero a { x 2 4x y 2 = (x )y = Da qui ricaviamo i due sistemi { x 2 4x y 2 = x = ovvero { 3 y 2 = x = { x 2 4x y 2 = y = { x 2 4x = y = Il primo sistema non ha soluzioni con y reale, mentre il secondo sistema ha le due soluzioni (x, y) = (, ) e (x, y) = (4, ), corrispondenti ai due numeri complessi z = e z = 4. (b) Utilizziamo l algoritmo euclideo delle divisioni successive. Si ha x 3 3x 2 + 4x 2 = (x 3 5x 2 + 8x 6) + (2x 2 4x + 4) = (x 3 5x 2 + 8x 6) + 2(x 2 2x + 2) x 3 5x 2 + 8x 6 = (x 3)(x 2 2x + 2) Abbiamo finito: il massimo comun divisore tra p e p 2 è x 2 2x + 2. Alternativamente si possono fattorizzare p e p 2 in irriducibili in R[x] trovando x 3 3x 2 + 4x 2 = (x )(x 2 2x + 2) x 3 5x 2 + 8x 6 = (x 3)(x 2 2x + 2) e ricavare da qui che il massimo comun divisore tra p e p 2 è x 2 2x + 2. 2

Esercizio 2. Sia V = R[x] 3 lo spazio vettoriale reale dei polinomi in x di grado al più 3 e si considerino i seguenti sottoinsiemi di V : W = {p V p non ha radici negative}, W 2 = {p V p(x ) + p(x + ) = 2p(x)}. (i) Determinare se ciascun W i sia un sottospazio vettoriale di V. (ii) Determinare una base di quei W i che sono sottospazi vettoriali di V. Risoluzione: (i) Il sottoinsieme W non è un sottospazio di V. Infatti il polinomio p(x) = x + 2 e il polinomio q(x) = 2x sono elementi di W (non hanno radici negative) ma la loro somma è il polinomio p(x) + q(x) = x + che ha la radice negativa x =. Ovviamente sono possibili infiniti altri controesempi. Il sottoinsieme W 2 è un sottospazio vettoriale di V. Infatti se p e q sono elementi di W 2 si ha (p + q)(x ) + (p + q)(x + ) = p(x ) + q(x ) + p(x + ) + q(x + ) = p(x ) + p(x + ) + q(x ) + q(x + ) = 2p(x) + q(x) = 2(p(x) + q(x)) = 2(p + q)(x). Dunque p + q appartiene a W 2. Inoltre se p appartiene a W 2 e α è un numero reale, si ha (αp)(x ) + (αp)(x + ) = α p(x ) + α p(x + ) = α(p(x ) + p(+)) = α(2 p(x)) = 2α p(x) = 2(α p)(x). Dunque αp appartiene a W 2. Per determinare una base di W 2, scriviamo p(x) = a +a x+a 2 x 2 +a 3 x 3. L equazione che definisce W 2 è allora a +a (x )+a 2 (x ) 2 +a 3 (x ) 3 +a +a (x+)+a 2 (x+) 2 +a 3 (x+) 3 = 2(a +a x+a 2 x 2 +a 3 x 3 ) ovvero 2a 2 + (6a 3 )x =, che corrisponde al sistema lineare omogeneo { 2a 2 = 6a 3 = nelle variabili a, a, a 2, a 3. Osserviamo che aver identificato W 2 con l insieme delle soluzioni di un sistema lineare omogeneo nelle coordinate a, a, a 2, a 3 relative alla base canonica (, x, x 2, x 3 ) di V è una seconda dimostrazione del fatto che W 2 è un sottospazio vettoriale di V. Le soluzioni del sistema che definisce W 2 sono evidentemente a = s a = t a 2 = a 3 = 3

con s, t numeri reali arbitari. Una base è data dunque dai due vettori di coordinate e rispetto alla base canonica (, x, x 2, x 3 ) di V, ovvero dai due polinomi e x. 4

Esercizio 3. Considerare lo spazio vettoriale reale M 3,3 (R) delle matrici 3 3 reali e l applicazione lineare f : M 3,3 (R) M 3,3 (R) definita come f(a) := A 4A T. (i) Determinare autovalori e autospazi di f. (ii) Determinare le molteplicità geometriche degli autovalori di f e dire se f sia diagonalizzabile. (ii) Determinare polinomi caratteristico e minimo di f. Risoluzione: (i) Il modo più elegante di risolvere questo esercizio è probabilmente osservare che se scriviamo g : M 3,3 (R) M 3,3 (R) per l applicazione lineare data da g(a) = A T, allora abbiamo f = Id 4g. L equazione f(a) = λa è allora equivalente a A 4g(A) = λ(a), ovvero a g(a) = λ A. 4 In altre parole λ è un autovalore di f se e solo se ( λ)/4 è un autovalore di g. Ma gli autovaloro di g li conosciamo: dato che g è la trasposizione, g 2 = Id e il polinomio minimo di g è proprio t 2. Dunque gli autovalori di f sono dati dalle soluzioni delle equazioni ovvero sono λ 4 = λ 4 λ = 3 e λ = 5. = Inoltre l autospazio per f relativo all autovalore 3 coinciderà, per quanto osservato, con l autospazio per g relativo all autovalore, ovvero allo spazio delle matrici simmetrice 3 3, mentre l autospazio per f relativo all autovalore 5 coinciderà con l autospazio per g relativo all autovalore, ovvero allo spazio delle matrici antisimmetrice 3 3. Altrimenti si può andare di forza bruta: in termini della base canonica dello spazio delle matrici, data da E = E 2 = E 3 = E2 = E2 2 = E2 3 = E3 = E3 2 = E3 3 = si ha f(e ) = 3E f(e 2 ) = E 2 4E 2 f(e 3 ) = E 3 4E 3 f(e 2) = E 2 4E 2 f(e 2 2) = 3E 2 2 f(e 3 2) = E 3 2 4E 2 3 f(e 3) = E 3 4E 3 f(e 2 3) = E 2 3 4E 3 2 f(e 3 3) = 3E 3 3 ed è dunque rappresentata rispetto alla base canonica di M 3,3 (R) dalla matrice 3 4 4 4 M = 3 4 4 4 3 5

Il polinomio caratteristico si calcola facilmente permutando un po di righe e colonne: 3 t t 4 t 4 4 t p M (t) = det 3 t t 4 4 t 4 t 3 t 3 t t 4 4 t t 4 = det 4 t 3 t t 4 4 t 3 t ( )) 3 = ( 3 t) (det 3 t 4 4 t = (t + 3) 3 (t 2 2t 5) 3 = (t + 3) 6 (t 5) 3 dalla quale ritroviamo gli autovalori 3 e 5. Osserviamo che il polinomio caratteristico di M ha tutte le sue radici nel campo.vediamo anche che le molteplicità algebriche sono 6 e 3 rispettivamente. L autospazio relativo all autovalore -3 è dato da 4 4 4 4 4 4 ker 4 4 4 4 4 4 Riducendo a scala con il metodo di Gauss si vede rapidamente che questo è ker Questa matrice ha rango 3, e dunque l autovalore -3 ha molteplicità geometrica 6 (coincidente con la sua molteplicità algebrica). Una base dello spazio delle soluzioni è data dai vettori che hanno 6

coordinate rispetto alla base canonica date da ovvero dalle seguenti matrici 3 3: Si tratta evidentemente della base dello spazio delle matrici simmetriche 3 3. L autospazio relativo all autovalore 5 è dato da ker 8 4 4 4 4 4 4 8 4 4 4 4 4 4 8 Riducendo a scala con il metodo di Gauss si vede rapidamente che questo è ker Questa matrice ha rango 6, e dunque l autovalore 5 ha molteplicità geometrica 3 (coincidente con la sua molteplicità algebrica). Ne deduciamo in particolare che l endomorfismo f è diagonalizzabile. Una base dello spazio delle soluzioni è data dai vettori che hanno coordinate rispetto alla base canonica date da 7

ovvero dalle seguenti matrici 3 3: Si tratta evidentemente della base dello spazio delle matrici antisimmetriche 3 3. Se abbiamo risolto elegantemente il primo punto, allora la molteplicità geometrica dell autovalore 3 è la dimensione dello spazio delle matrici simmetriche 3 3, ovvero 3 + 2 + = 6, mentre la molteplicità geometrica dell autovalore 5 è la dimensione dello spazio delle matrici antisimmetriche 3 3, ovvero 2 + = 3. Indicati con V 3 e V 5 i due autospazi abbiamo dunque Dunque dim(v 3 V 5 ) = dim V 3 + dim V 5 = 6 + 3 = 9 = dim M 3,3 (R) M 3,3 (R) = V 3 V 5, ovvero f è diagonalizzabile. Se abbiamo risolto il primo punto di forza bruta, invece, già abbiamo ricavato tutte le risposte per questo secondo punto. Se abbiamo risolto elegantemente il primo punto, allora le informazioni che abbiamo fino a questo punto sono che f è diagonalizzabile e che gli autospazi sono V 3 e V 5 di dimensioni 6 e 3 rispettivamente. Ne ricaviamo quindi che p f (t) = (t + 3) 6 (t 5) m f (t) = (t + 3)(t 5). Se invece siamo andati di forza bruta, allora già sappiamo quale sia il polinomio caratteristico e ricaviamo il polinomio minimo dal sapere che f è diagonalizzabile. 8

Esercizio 4. Sia A M 4,4 (R) la matrice 4 A = 5 5. 4 (i) Calcolare gli autovalori di A, le loro molteplicità algebriche, il polinomio caratteristico p A e dire se A sia triangolabile. (ii) Determinare le dimensioni degli autospazi e degli autospazi generalizzati di A e dire se A sia diagonalizzabile. (iii) Calcolare il polinomio minimo di A e determinare la forma di Jordan di A. (iv) Determinare una base di Jordan per A. Risoluzione: (i) Il polinomio caratteristico di A è 4 t p A (t) = det 5 t 5 t 4 t = (4 t)2 det ( ) 5 t = (t 4) 3 (t 6) 5 t Gli autovalori di A sono pertanto 4 e 6, con molteplicità algebriche 3 e rispettivamente. Osserviamo che il polinomio caratteristico di A ha tutte le sue radici nel campo, e quindi A è triangolabile. (ii) Le dimensioni degli autospazi di A sono dim V 4 = 4 rango = 4 rango = 2 e dim V 6 = (in questo caso non occorre fare calcoli dato che l autovalore 6 ha molteplicità algebrica ). Dato che la molteplicità geometrica dell autovalore 4 è minore della corrispondente molteplicità algebrica, A non è diagonalizzabile. Le dimensioni degli autospazi generalizzati si leggono immediatamente dal polinomio caratteristico di A. Abbiamo dim V ( ) 4 = 3 dim V ( ) 6 =. (iii) Calcoliamo i diagrammi di Young relativi agli autovalori 4 e 6. Da quel che abbiamo già calcolato sappiamao che il diagramma di Young relativo all autovalore 4 deve avere 3 quadretti e che la sua prima riga ha 2 quadretti. Si tratta quindi del diagramma di Young Da questo leggiamo che la molteplicità algebrica dell autovalore 4 nel polinomio minimo di A è 2. Il diagramma di Young relativo all autovalore 6 è invece immediato: si tratta del diagramma di Young 9

Il polinomio minimo di A è pertanto m A (t) = (t 4) 2 (t 6) e la forma di Jordan di A è 4 J A = 4 4 6 (iv) Numeriamo le caselle del diagramma di Young relativo all autovalore 4: 2 3 Da quanto calcolato fin qui l unica cosa non banale da fare per esplicitare una base di Jordan è esibire un vettore e 2 in V (2) 4 = ker((a 4Id) 2 ) tale che [e 2 ] sia una base di V (2) 4 /V () 4. Dato che dim V (2) 4 /V () 4 = ci basta trovare un vettore e 2 in V (2) 4 tale che [e 2 ] [], ovvero un vettore e 2 di R 4 tale che e 2 ker((a 4Id) 2 ) ma e 2 / ker(a 4Id). Si ha A 4Id = e (A 4Id) 2 = = 2 2 2 2 Come vettore e 2 possiamo quindi prendere il vettore e 2 = 2 Il vettore e sarà allora e = (A 4Id)e 2 = = 2 Come vettore e 3 dobbiamo scegliere un vettore di V () 4 = V 4 che completi e a una base di V 4. Dato che una base di è data dai due vettori quindi possiamo prendere V = ker = ker e 3 =. 2

Infine come e 4 dobbiamo prendere una base di V 6. Poiché 2 V 6 = ker = ker 2 possiamo prendere e 4 =. Una base di Jordan per A è dunque data dalla seguente quaterna ordinata di vettori di R 4 : 2. 2