Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e giuslavoristici



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Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e giuslavoristici N. 96 22.05.2015 Rimborso pensioni: il piano del Governo Approvato il D.L. Pensioni per i pensionati che si sono visti bloccare gli assegni nel biennio 2012-2013. Il 1 di agosto arriva il BonusPoletti Categoria: Previdenza e Lavoro Sottocategoria: Pensioni Nel Consiglio dei Ministri del 18 maggio 2015 il Governo ha approvato il Decreto Legge Pensioni, trovando finalmente una parziale soluzione alla delicata questione del blocco delle indicizzazioni delle pensioni decretato nel biennio 2012-2013 dalla Manovra Salva-Italia (art. 24 co. 25 del D.L. n. 201/2011, convertito nella L. n. 214/2011). Ebbene sì, il piano messo a punto dal Governo per porre rimedio all incostituzionalità della menzionata norma sancita dalla sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale è piuttosto parziale in quanto limita il campo di applicazione dei rimborsi esclusivamente ai pensionati che abbiano una pensione inferiore a 3.200 euro, escludendo di fatto circa 650mila pensionati. Ma non è finita qui. La goccia che fatto traboccare il vaso scatenando le reazioni di tutti i pensionati coinvolti nella vicenda e non sono state le dichiarazioni rese dal Premier, Matteo Renzi, in conferenza stampa al termine del CdM parlando di un simpatico bonus (che prende il nome di BonusPoletti ), il quale sarà erogato una tantum giorno 1 agosto 2015 in base ad un particolare meccanismo a scalare, che prevede una diminuzione del bonus al crescere del reddito pensionistico. Più nel dettaglio, il bonus una tantum sarà di: 750 euro per i pensionati che hanno un assegno di 1.700 euro lordi; 450 euro per i pensionati che hanno un assegno di 2.200 euro lordi; ed infine, di 278 euro per i pensionati che hanno un assegno di 2.700 euro lordi. È chiaro che i pensionati vittime del blocco dell indicizzazione, avrebbero diritto ad un rimborso nettamente superiore rispetto a quello proposto dal Governo. Prendiamo il caso di un pensionato che nel 1

periodo 2012-2015 abbia avuto una pensione fissa di 1.700 euro; in tal caso, secondo uno studio della UIL la perdita totale derivante dal blocco dell indicizzazione è di 3.074,88 euro, mentre il BonusPoletti è di soli 726 euro netti, perdendo complessivamente 2.348,88 euro. Inoltre, a partire dal 1 di settembre 2015 sarà introdotto un meccanismo di indicizzazione rispetto agli anni precedenti così che i principi della norma della Consulta - adeguatezza, gradualità e proporzionalità - siano rispettati. Dal 2016, invece, ci sarà un nuovo meccanismo di rivalutazione, sempre con l asticella fissata a sei volte il trattamento minimo. Premessa La bufera pensioni, apertasi dopo la sentenza n. 70/15 della Corte Costituzionale, pare stia trovando una via risolutiva con la recente approvazione del Decreto Legge sblocca indicizzazione nel CdM dello scorso 18 maggio. I punti salienti del D.L. diffusi nel comunicato stampa ufficiale del Governo possono essere così riassunti: Sblocco indicizzazione 2012-2013 (*) Liquidazione pensioni anticipata Per dare attuazione ai principi enunciati nella In materia pensionistica sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale, il provvedimento riconosce per il periodo 2012-2013 - ai trattamenti pensionistici superiori a tre è anche previsto un intervento che consente all INPS di anticipare al volte i trattamenti minimi, una parziale 1 giorno del mese il rivalutazione in base all inflazione, graduata in pagamento delle funzione decrescente per fasce di importi pensioni e un ulteriore pensionistici fino a sei volte il trattamento minimo, intervento che con decorrenza 1 settembre 2015. protegge il montante Gli arretrati invece saranno pagati in un unica contributivo, per il soluzione il 1 agosto prossimo, per un ammontare calcolo delle future medio di oltre 500 euro a pensionato, importo che pensioni, dalla caduta sarà maggiore per le pensioni comprese tra 3 e 4 del PIL che si è volte il minimo e inferiore per le pensioni verificata negli anni comprese tra 4 e 6 volte il minimo stesso. passati. (*) L onere è pari, per il bilancio pubblico, per effetto degli arretrati, a 2 miliardi e 180 milioni di euro per il 2015 e, a regime, a 500 milioni dal 2016 in poi. La platea dei destinatari, con pensioni superiori a tre volte il minimo e non superiori a sei, è di 3,7 milioni di pensionati. Ma cerchiamo ora di capire meglio tutta la vicenda legata al rimborso delle pensioni, a partire dal blocco di queste ultime e alla successiva incostituzionalità sancita dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 70/2015. Il testo del Decreto Legge potrebbe subire modifiche durante l iter legislativo. 2

Corte Costituzionale, sentenza n. 70/2015 La questione trae origine dall ormai famosa sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale che ha giudicato incostituzionale il blocco della perequazione delle pensioni, operato in riferimento al biennio 2012-2013, dell art. 24, co. 25 della c.d. Manovra Salva-Italia (D.L. n. 201/2011). Art. 24, co. 25 della D.L. n. 201/2011 In considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall'articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448 per il biennio 2012 e 2013 è riconosciuta esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a due volte il trattamento minimo Inps, nella misura del 100 per cento. L'articolo 18, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con legge 15 luglio 2011, n. 111, e successive modificazioni e integrazioni, è soppresso. Per le pensioni di importo superiore a due volte trattamento minimo Inps e inferiore a tale limite, incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante ai sensi del presente comma, l'aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Successivamente, la norma appena menzionata aveva disposto la rivalutazione piena - e quindi al 100% dell indice FOI - anche per le pensioni non superiori a 3 volte il trattamento minimo INPS dell anno precedente di competenza della rivalutazione, che per l anno 2011 era pari a 1.405,05 euro. Inoltre era stata prevista la rivalutazione per le pensioni di importo compreso tra 1.405,05 euro e 1.443 euro (3 volte il trattamento minimo rivalutato) fino al valore di 1.443 euro. Quindi, tutti i trattamenti pensionistici di importo superiore a 1.443 euro non venivano rivalutati all indice inflattivo di riferimento per la totalità del loro importo. NORMATIVA POST FORNERO - Art. 24, co. 25 del D.L. n. 201/2011 - NORMATIVA ANTE FORNERO - Art. 69 della L. n. 388/2000-100% di adeguamento sulla 100% di adeguamento per la fascia pensione non superiore a di importo non superiore a 1.405,05 euro. Oltre 1.405,05 euro e fino a 1.405,05 euro. 90% per la fascia di importo 1.443 euro viene garantito compresa tra 1.405,05 euro e l importo di 1.443 euro. 2.341,75 euro. Nessun adeguamento per 75% per la fascia di importo importi superiori a 1.443 euro. superiore a 2.341,75 euro. 3

Quindi: in base alla normativa post Fornero, i trattamenti pensionistici superiori a 1.443 euro nella loro totalità non sono stati rivalutati; mentre a legislazione vigente, da una parte dovrà essere recuperata la rivalutazione spettante per gli anni 2012-2013-2014-2015 (infatti gli anni 2014 e 2015 sono stati rivalutati sulla base di un importo inferiore in quanto precedentemente non rivalutato), e dall altra parte dovrà essere messo in pagamento vita natural durante un trattamento pensionistico di importo superiore a quello attualmente erogato. Tale blocco, però, è stato giudicato in contrasto con gli artt. 36 e 38 della Costituzione, e quindi con i principi di proporzionalità e adeguatezza cui deve necessariamente ispirarsi la legislazione in materia di misura dei trattamenti pensionistici segnatamente riferita agli aspetti legati alla perequazione ovvero alla conservazione del potere di acquisto delle pensioni nel tempo. PRINCIPI VIOLATI Art. 36 della Costituzione Principio della Art. 38 della Costituzione Principio dell adeguatezza proporzionalità Il lavoratore ha diritto ad una Ogni cittadino inabile al lavoro e retribuzione proporzionata sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha alla quantità e qualità del suo diritto al mantenimento e all'assistenza lavoro e in ogni caso sociale. I lavoratori hanno diritto che siano sufficiente ad assicurare a sé e preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle alla famiglia un'esistenza loro esigenze di vita in caso di infortunio, libera e dignitosa. La durata malattia, invalidità e vecchiaia, massima della giornata disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono riposo settimanale e a ferie organi ed istituti predisposti o integrati annuali retribuite, e non può dallo Stato. L'assistenza privata è libera. rinunziarvi. 4

Il meccanismo di rimborso Per porre rimedio alla situazione che si è venuta a creare a seguito della suddetta sentenza, il Governo ha approvato di recente il c.d. Decreto Legge Pensioni che trova una via risolutiva parziale che, a conti fatti, scontenta un po tutti. Il BonusPoletti, infatti, sarà erogato dal primo di agosto secondo un meccanismo a scalare, ossia ci saranno rimborsi contenuti con redditi più elevati. Più nel dettaglio, il bonus una tantum sarà di: 750 euro per i pensionati che hanno un assegno di 1.700 euro lordi; 450 euro per i pensionati che hanno un assegno di 2.200 euro lordi; ed infine, di 278 euro per i pensionati che hanno un assegno di 2.700 euro lordi. Restano invece esclusi dal rimborso tutti i pensionati che percepivano un assegno superiore a 3.200 euro. Ora, le polemiche che si sono scatenate negli ultimi giorni derivano dal fatto che i pensionati, vittime del blocco dell indicizzazione, avrebbero diritto ad un rimborso nettamente superiore rispetto a quello proposto dal Governo. Prendiamo il caso di un pensionato che nel periodo 1 gennaio 2012-31 maggio 2015 abbia guadagnato 2.700 euro; in tal caso, la perdita totale derivante dal blocco dell indicizzazione è di 6.100 euro, mentre il BonusPoletti è di soli 278 euro, perdendo complessivamente 5.822 euro (vedi tabella). RIMBORSO PENSIONI: IL PIANO DEL GOVERNO Importo da restituire Importo pensionistico al 31.12.2011 a seguito delle sentenza n. 70/2015 (periodo 1.1.2012 Importo del BonusPolet ti Importo non restituito al pensionato 31.12.2015 ) 1.300 euro 0 euro 0 euro 1.700 euro 3.592 euro 750 euro 2.842 euro 2.200 euro 4.545 euro 450 euro 4.095 euro 2.700 euro 6.100 euro 278 euro 5.822 euro 3.200 euro 7.452 euro 0 euro 0 euro 5

NUOVO MECCANISMO DI INDICIZZAZIONE Al rimborso, inoltre, si dovranno sommare gli incrementi degli assegni di nuovo rivalutati in base al costo della vita, nel seguente modo: 180 euro all'anno per chi prende una pensione di 1.700 euro lordi; 99 euro all'anno per chi prende una pensione di 2.200 euro lordi; 60 euro all'anno per chi prende una pensione di 2.200 euro lordi; nulla spetta per chi guadagno più di 3.200 euro. Dal 2016 e per gli anni futuri il meccanismo perequativo sarà diverso da quello attuale. Resterà lo schema progressivo con calcolo dell indicizzazione sull intero importo e non per scaglioni, che per il 2016 e per gli anni seguenti verrà coperto con la Legge di Stabilità, ovvero dopo che il Governo avrà indicato nella Nota di aggiornamento del Def di settembre l inflazione programmata per il 2016. Le altre misure Nel corso del CdM, sono state prese importanti decisioni anche per quanto concerne l erogazione delle pensioni, che saranno ora pagate dal 1 del mese, a cominciare da giugno. Mentre sul fronte del sostegno al reddito, il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha deciso di dedicare un miliardo di euro al fondo sociale per l occupazione per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga 2015 (CIGD). - Riproduzione riservata - 6