RSA LENO 1 INDICE TAVOLE ALLEGATE AL TESTO

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Transcript:

RSA LENO 1 INDICE 1. Premessa 2. Analisi geologica e geologico tecnica 2.1. Inquadramento tettonico generale 2.2. Caratteristiche geomorfologiche 2.3. Geologia e stratigrafia 2.4. Idrografia e idrogeologia 2.5. Analisi geognostiche 2.5.1. Prove in situ 2.5.2. Litologia e caratteristiche geotecniche 3. Definizione del rischio sismico 3.1. Potenziale di liquefazione dei terreni 4. Fattibilità geologica intervento 5. Conclusioni TAVOLE ALLEGATE AL TESTO 1) Inquadramento geografico 2) Carta geolitologica e geomorfologica 3) Planimetria ubicazione prove 4) Stratigrafie e grafici penetrometrici 5) Carta idrogeologica 6) Carta sismica

RSA LENO2 1. PREMESSA L Amministrazione Comunale di LENO, nell ambito dell intervento urbanistico per la nuova Residenza Sanitaria Assistita ( RSA) previsto in località Cascina Pero, ha incaricato la scrivete per la redazione degli STUDI GEOLOGICI E SISMICI a supporto del progetto, in variante al PGT. Gli studi sono stati svolti sulla base delle indicazioni della L.R. 12/2005- testo coordinato con m.i. pubblicato sul BURL in data 10/05/2012e del Testo Unico per le Costruzioni. Sono stati eseguiti dei rilievi di campagna, delle indagini in sito consistenti in prove DCPT e prove sismiche MASW e Tromino. La Relazione si sviluppa attraverso un analisi dello stato idrogeologico dell area per giungere ad una valutazione di fattibilità dell intervento. Alla Relazione si allegano le tavole : 1) Inquadramento geografico 2) Carta geolitologica e geomorfologica 3) Planimetria ubicazione prove 4) Carta idrogeologica 5) Carta sismica ALLEGATI. Stratigrafie e grafici penetrometrici Analisi sismica

RSA LENO 3 2. ANALISI GEOLOGICA E GEOLOGICO TECNICA Il territorio comunale di Leno si trova nella zona della Pianura Bresciana orientale, sulla sponda sinistra del fiume Mella. La superficie comunale si estende su un area di 59 Kmq, gli abitanti sono circa 12.275 con una densità abitativa di circa 200 abitanti/kmq ; i confini del territorio sono così delimitati : a Nord dai comuni di Bagnolo Mella e di Ghedi; a Est dai comuni di Ghedi e di Gottolengo ; a Sud dai comuni di Gottolengo e di Pavone del Mella; a Ovest dal comune di Manerbio. Le località più importanti che fanno parte del Comune sono le frazioni di Porzano, Castelletto e Milzanello, collegate al capoluogo con la provinciale SP VII e con le strade di pertinenza comunale. Il territorio di Leno è totalmente pianeggiante con quote comprese tra 79 m s.l.m. e 43,5 m s.l.m. L abitato di Leno si trova in posizione centrale rispetto al suo territorio, con una tendenza ad allungarsi verso SSE. Zona RSA

RSA LENO4 2.1 Inquadramento tettonico generale Il territorio in esame è ascrivibile alla regione Pedealpina, che convenzionalmente corrisponde all'area limitata a settentrione dall'arco Alpino, dai colli Berici ed Euganei e da una linea che congiunge questi al delta del Po ; a meridione dall'area delle pieghe Pede-Appenniniche e Ferraresi, dall'appennino Vogherese ; a Sud-Ovest dal Monferrato, ad oriente dal mare Adriatico. La Regione in esame può essere descritta come una grande sinclinale fortemente asimmetrica, con il fianco settentrionale molto sviluppato e quello meridionale raccorciato e spesso interessato da faglie di distensione e di rigetto talvolta notevole. Un esame accurato della zona permette di suddividere la Regione Pedealpina in più sotto aree, delle quali il territorio di Leno appartiene all'area Mantovana. In quest'area gli strati Pliocenici e quelli più antichi si immergono dalle Alpi verso Sud in una regolarissima Monoclinale che possiede il suo fianco superiore sui Monti Lessini. Pertanto, il substrato roccioso Pre-Pliocenico di Leno appartiene al fianco settentrionale di un ampia sinclinale, che costituisce il bacino della Pianura Padana,ed in maggior dettaglio ricade sul fianco meridionale ed inferiore immergente a Sud di una monoclinale, avente come fianco superiore le montagne veronesi.

RSA LENO 5 Quindi il primo termine roccioso del comune di Leno è privo di discontinuità tettoniche. La Bassa Bresciana o Pianura bresciana è costituita dall area rientrante, nella provincia di Brescia, nella Val Padana, risultando, quindi, un territorio interamente pianeggiante. La media pianura è caratterizzata da alluvioni fluvioglaciali e fluviali sabbioso ghiaiose e sabbiose con intercalazioni limose ed argillose. Il passaggio dall alta alla media pianura non è netto per la presenza di lenti e digitazioni di depositi grossolani, allungate soprattutto in corrispondenza delle antiche linee di flusso che si estendono verso sud; tuttavia tale passaggio risulta evidente dall'analisi delle stratigrafie dei pozzi. La fascia di transizione dall'alta alla media pianura è segnata dalla comparsa dei primi fontanili. area bassa pianura bresciana La Bassa Bresciana è geograficamente e geologicamente delimitata dal fiume Oglio ad Ovest ed a Sud, dal fiume Chiese o Clisi a Est, a nord dalle colline moreniche prealpine (Ronchi, Franciacorta e del Benaco), i suoi confini meridionali sono segnati dall inizio della provincia di Cremona e di Mantova. E attraversata centralmente dal fiume Mella. L area in studio si colloca all interno della fascia della bassa pianura padana.

RSA LENO6 2.2 Caratteristiche geomorfologiche Questo lembo di pianura bresciana è caratterizzato da forme naturali modificate dalla presenza antropica. Le forme generate dai processi esogeni attualmente visibili sono quasi completamente inattive e in buona parte relitte, poiché dovute a portate fluviali molto superiori alle attuali e derivanti dallo scioglimento dei ghiacciai di età Wurmiana. Le superfici di erosione si rinvengono nelle scarpate dei corsi d acqua attuali ed antichi ; fenomeni in atto si sono riscontrati alla confluenza tra la Seriola Molone e il Fiume Mella, dove il terrazzamento raggiunge l altezza di circa 1 m. Le superfici terrazzate più evidenti si trovano ai margini del fiume Mella e di altri corsi d acqua minori quali il Seriola Molone, il Seriola S.Giovanna, il Seriola Gambara. Sono aree pianeggianti delimitate da scarpate di erosione, abbastanza diffuse sul territorio di Leno. Le superfici di ristagno si rinvengono nelle aree un tempo occupate dai bacini palustri. La principale si trova nella parte Nord-Est del territorio, tra l abitato di Leno e quello di Ghedi. Le aree di displuvio rappresentano delle culminazioni tra le principali superfici di deflusso ; esse sono alimentate procedendo da Nord verso Sud, con evidenti fenomeni erosivi trasversali. Nella tavola TAV. 2, inquadramento dell area in studio, vengono rappresentate le forme e i processi geomorfologici legati principalmente alla dinamica fluviale. In particolare vengono rappresentate le forme: Orli di terrazzo, relativamente distanti dai terreni indagati Reticolo idrografico originale certo ed incerto negli stati attivo, quiescente e stabilizzato. L area dove sorgerà la RSA risulta stabile dal punto di vista morfologico, priva di fenomeni erosivi in atto.

RSA LENO 7 2.3 Geologia e stratigrafia Il territorio del comune di Leno è dominato dall'affioramento di terreni di origine alluvionale così definibili : 1. Alluvioni ghiaioso-sabbiose, post glaciali, attuali e recenti; a 2 2. Alluvioni sabbioso-ghiaiose, terrazzate, post-glaciali, antiche; a 1 3. Alluvioni prevalentemente sabbiose e limose, fluvio glaciali e fluviali con strato di alterazione brunastro di spessore limitato, Fw. La principale unità stratigrafica che ricopre la quasi totalità del territorio comunale, quindi interessa anche l area in esame,, è costituita dal Fluviale del Wurm Fw. Questi depositi si sono formati durante l'ultimo grande ritiro dei ghiacciai Gardesano e Sebino i cui torrenti hanno trasportato e deposto i propri sedimenti su tutta la pianura sottostante,costruendo l'attuale livello fondamentale della Pianura Bresciana. Le granulometrie rispettano la competenza delle acque diminuendo da Nord a Sud e passando dai depositi prevalentemente ghiaiosi della pianura di Ghedi ai depositi sabbiosi della porzione meridionale di Leno. Successivamente a questa fase è intervenuta la fase Cataglaciale del Wurm durante la quale le precedenti alluvioni sono state incise, in parte smantellate e rideposte altimetricamente sotto il livello fondamentale della pianura ; i depositi corrispondenti a questa fase sono stati cartografati come Alluvioni Antiche a 1. Attualmente i corsi d'acqua, a seguito dell'intervento dell'uomo, alternano fasi locali di erosione e di deposito ; questi nuovi depositi sono cartografati come Alluvioni medio-recenti a 2. Il Fluviale del Wurm Fw: Si tratta di depositi sabbioso argillosi, con lenti di ghiaie frammiste a piccoli ciottoli ; i suoli sono bruni, talvolta con evidenti fenomeni di idromorfia. Le concrezioni carbonatiche sono presenti anche a debole profondità. I sedimenti sono costituiti da sabbie e ghiaie calcaree, su cui si sono sviluppati suoli bruni e suoli bruni liscivati a notevole pietrosità superficiale. Le sabbie sono spesso cementate alle ghiaie da carbonati.

RSA LENO8 2.4 Idrografia e idrogeologia La zona di Cascina Pero, collocata a sud dell abitato di Leno, in adiacenza al nuovo tracciato stradale, è in un ambito territoriale ricco di corpi idrici di superficie. Vi si trovano la Roggia Milzanella, il Vaso Littorio, la Seriola Pavona, la Seriola Frezule e molti altri minori, tutti con orientamento prevalente N-S. L andamento idrogeologico a scala locale è rappresentato da: Depositi alluvionali con falda libera: potente strato ghiaioso ciottoloso, con frazione sabbiosa variabile in percentuale e spessore di circa 50 m, intercalato da modeste lenti di materiale impermeabile. Ricco di acqua in esso la circolazione risulta consistente, la trasmissività è elevata. L alimentazione avviene per infiltrazione dalla fascia pedemontana e, in minor misura, dai corsi d acqua. Sono i depositi che caratterizzano l areale in progetto. Depositi alluvionali antichi e recenti del fiume Chiese: sono prevalentemente sabbioso-ghiaiosi, con spessore modesto e permeabilità media. Depositi morenici: sono ghiaioso-sabbioso-argillosi, a volte con livelli cementati. Hanno ridotta potenzialità idrica Il complesso deposizionale della pianura risulta quindi costituito da una progressiva diminuzione della granulometria dei depositi: la parte limoso argillosa aumenta procedendo verso sud, fino ad arrivare alla fascia dei fontanili ( situata tra Manebio-Leno-Ghedi-Isorella ) Esiste quindi una stretta connessione tra l assetto litostratigrafico e quello idrogeologico; nella zona di pianura si è in presenza di una falda multistrato in quanto gli acquiferi risultano separati da livelli a permeabilità bassa o nulla. La disponibilità idrica risulta buona. L andamento delle superfici piezometriche, ha direzione N-S e NNW-SSE. La vulnerabilità del primo acquifero è elevata, considerata la litologia media e sciolta dei terreni dell areale in studio. I valori dell acquifero sono stimati in : per il parametro permeabilità ( K) si stimano valori K = 10-3 cm/sec, mentre per la trasmissività (T) si stima T = 5*10-3 m 2 /sec. Nelle aree in cui sono presenti paleoalvei i valori di K e di T aumentano. Il livello piezometrico è legato alle precipitazioni e alla dispersione nel sottosuolo delle acque di irrigazione.

RSA LENO 9 Un elemento che incide sul livello piezometrico a livello locale è la presenza di bacini di cava in falda in quanto producono anomalie locali nella superficie piezometrica. La zona in esame presenta valori della superficie piezometrica situati mediamente a -2,80 m dalla superficie ; grande influenza sulle oscillazioni della falda è data dalle irrigazioni. Carta idrogeologica area nuova RSA

RSA LENO10 2.5 Analisi geognostiche L indagine in posto è consistita nella esecuzione di prove penetrometriche dinamiche ( eseguite per la variante al PRG 2003 ) e di prove sismiche; inoltre si è fatto uso di dati noti ottenuti da altre prove geognostiche eseguite in aree limitrofe. 2.5.1 Prove in situ PROVE DINAMICHE Per l esecuzione delle prove è stato utilizzato un penetrometro statico dinamico Pagani TG 63-200 montato su cingolato semovente a funzionamento idraulico. La prova penetrometrica dinamica consiste nell infiggere verticalmente nel terreno una punta conica metallica posta all estremità di aste di acciaio prolungabili. L infissione avviene per battitura, facendo cadere da un altezza costante un maglio di dato peso. Si contano i colpi necessari per la penetrazione di un tratto di lunghezza stabilita. La resistenza del terreno è funzione inversa della penetrazione per ciascun colpo e diretta del numero di colpi N dp. Le caratteristiche del penetrometro utilizzato,tipo Pagani, sono: massa battente kg 63,5 altezza H= 75 cm avanzamento 20 cm angolo punta 90 area punta 20.43 cm 2 diametro punta 51 mm lunghezza aste 1 m peso aste 6.2kg/m peso sistema battuta 0.63 kg. La correlazione tra le prove penetrometriche dinamiche e parametri geotecnici non sono, in generale,accettate internazionalmente. Le raccomandazioni AGI ( 1977) prendono in considerazione la prova con penetrometro super pesante; altri penetrometri non avevano a quella data grande diffusione. Per la specificità di questa prova le correlazioni possibili sono fra N dp ed i risultati di altre prove in sito. Per l interpretazione dei risultati delle prove dinamiche continue esistono quattro principali metodi:

RSA LENO 11 risalire da N dp a N spt ed utilizzare poi le relazioni messe a punto per questo tipo di prova; restituire i valori della prova in termini di resistenza dinamica alla penetrazione R pd e correlarla poi con una resistenza statica equivalente da introdurre nelle formule per la capacità portante; correlare la R pd ricavabile attraverso la Formula degli Olandesi con la Q amm.; correlare direttamente i valori di N dp con quelli di resistenza alla punta ottenuti con un penetrometro statico ed utilizzare poi le correlazioni esistenti. La prova CPT di tipo meccanico consiste nella misura della resistenza alla penetrazione di una punta meccanica di dimensioni e caratteristiche standardizzate infissa nel terreno a velocità costante di 2 cm/sec+/-0,5 cm/sec. L attrezzatura di spinta è costituita da un doppio martinetto idraulico da 20 tons di spinta opportunamente ancorato al suolo, che agisce su di una doppia batteria di aste esterne cave e interne piene coassiali, alla cui estremità è collegata una punta ad azionamento meccanico tipo Begemann. La misura della resistenza di punta e dell attrito laterale avviene tramite spinta sulle astine interne e lo sforno necessario per l infissione viene misurato a mezzo di cella di misura munita di display analogico collegata al martinetto idraulico. La punta conica di tipo Begemann è telescopica e dotata di manicotto cilindrico superiore pre la misura dell attrito laterale con le seguenti dimensioni. diametro di base del cono : d = 35,7 mm area della punta conica: Ap = 10 cm 2 angolo di apertura del cono : b = 60 superficie laterale manicotto : Am = 150 cm 2 Sulla batteria di aste esterne è stato installato un anello allargatore per diminuire l attrito sulle aste dei litotipi coesivi, riducendo la resistenza totale di avanzamento. Le misure sono restituite nei diagrammi e tabulati allegati che riportano : valori di resistenza rilevati dalle letture di campagna durante le fasi articolate di infissione ad intervalli regolari di 20 cm : la resistenza all avanzamento della punta conica qc in kg/cm 2, la resistenza laterale sul manicotto fs in kg/cm 2 e il rapporto di Begemann pc/fs; diagramma di resistenza con la profondità rispettivamente di qc e fs; valutazioni litologiche per il riconoscimento di massima dei litotipi attraversati, in base al rapporto secondo Begemann e Raccomandazioni AGI ( 1977);

RSA LENO12 tabulato con indicazioni concernenti i principali parametri geotecnici : coesione non drenata Cu, angolo di attrito interno efficace Ø, densità Dr, modulo edometrico Mo, modulo di deformazione non drenato Eu e drenato E, peso di volume ϒ e ϒ. Le prove sono state eseguite secondo le procedure standard di esecuzione ASTM D 344-98 e AGI 1977. PROVE SISMICHE Si fa riferimento allegata relazione. 2.5.2 Litologia e caratteristiche geotecniche La litologia dei terreni sui quali verrà insediata la nuova RSA è sabbioso ghiaiosa, intervallata da strati di materiali più fini. Il penetrometro ha rilevato alternanze di strati ghiaiosi di spessori di circa 1,0 m più o meno grossolani a partire dal piano campagna. Le differenze di resistenza sono marcate sino alla profondità di 3,0 m, dopodiché presentano valori meno discordanti soprattutto per quanto riguarda i valori elevati. La falda è stata rilevata a 2,80 m di profondità ; da qui in poi le caratteristiche di resistenza dei terreni sono minori. I grafici delle prove ed i parametri sono allegati alla presente.

RSA LENO 13 3 DEFINIZIONE DEL RISCHIO SISMICO Il comune di Leno ricade in zona sismica 3 nella classificazione dei comuni italiani in base all allegato A dell ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003; in entrambe le precedenti classifiche Leno non rientra nell elenco dei comuni che sono stati definiti ad elevato rischio sismico. La nuova classificazione sismica dei comuni della regione Lombardia, predisposta con D.g.r. 7 novembre 2003 n. 7/14964 : Disposizioni preliminari per l attuazione dell Ordinanza n. 3274., stabilisce per Leno: Codice ISTAT 2001 Pr Comune Cat. class. Precedente ( 1984 ) Zona ai sensi Ord. 3274 ( 2003) 03017088 BS LENO N.C. 3 La classe 3 è considerata a bassa sismicità. L area di Leno dal punto di vista tettonico è collocata in un ambito caratterizzato da notevole spessore dei depositi alluvionali non interessata da alcun fenomeno tettonico attivo. In relazione alle Norme Tecniche per le Costruzioni ( D.M. 14/09/2005) sono individuate 4 zone caratterizzate da 4 diversi valori di accelerazione ag orizzontale massima convenzionale su suoli di tipo A, ai quali ancorare lo spettro di risposta elastico. Ogni zona è individuata mediante valori di accelerazione massima del suolo ag con probabilità di superamento del 10% in 50 anni, riferiti a suoli rigidi caratterizzati da Vs> 800 m/s. Il territorio di Leno ricade nell area con valori di ag compresi tra 0.125 e 0.150, che caratterizzano aree a pericolosità sismica bassa. L area della nuova RSA presenta la seguente pericolosità sismica per ampliamento litologico : Z4a Zona di fondovalle e di pianura con depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi Amplificazioni litologiche e geometriche ( vedi tav. n.5 ) Il secondo livello di indagine sismica fornisce il valore del fattore di amplificazione Fa riferito agli intervalli di periodo compresi tra 0,1 0,5 s e 0,5 1,5 s, scelti in funzione del periodo proprio delle tipologie edilizie.

RSA LENO14 VALORI DI SOGLIA PER IL PERIODO COMPRESO TRA 0.5-1.5 s COMUNE Classificazione Valori soglia Suolo tipo A Suolo tipo B- Leno 3 1,8 2,8 4,6 C-E Suolo tipo D VALORI DI SOGLIA PER IL PERIODO COMPRESO TRA 0.1-0.5 s COMUNE Classificazione Valori soglia Suolo tipo A Suolo tipo B- Leno 3 1,3 1,7 1,8 C-E Suolo tipo D Effetti litologici La procedura per calcolare il fattore di amplificazione si sviluppa attraverso la conoscenza dei seguenti parametri: Definizione dei parametri Litologia prevalente Scelta scheda di valutazione in funzione della litologia prevalente Verifica validità scheda Calcolo del fattore di amplificazione. La litologia prevalente nel territorio comunale è sabbiosa - ghiaiosa, con presenza delle seguenti classi : ghiaie sabbiose sabbie sabbie fini o limi ghiaie e argille

RSA LENO 15 La scheda di valutazione in funzione della litologia prevalente risulta la SCHEDA LITOLOGIA SABBIOSA: granulometria : da sabbia con ghiaia e ciottolo a limo e sabbia passando per sabbie ghiaiose, sabbie limose, sabbie con limo e ghiaia, sabbie limose debolmente ghiaiose, sabbie ghiaiose debolmente limose e sabbiose. A questo punto è necessario verificare l andamento delle Vs con la profondità e verificare la validità della scheda sulla base dell andamento dei valori di vs con la profondità. Non avendo a disposizione questo dato, ricavabile da indagini in sito, si rimanda eventualmente ad indagini da eseguirsi nelle aree di urbanizzazione prevista in fase di progettazione. L andamento delle Vs è stato misurato con l indagine sismica allegata.

RSA LENO16 4 FATTIBILITÀ GEOLOGICA INTERVENTO Il PGT vigente inserisce l area della nuova RSA nella classe di fattibilità geologica 2 ( gialla): Classe 2 ( gialla) : fattibilità con modeste limitazioni. La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d uso che possono essere superate mediante approfondimenti d indagine e accorgimenti tecnico costruttivi e senza l esecuzione di opere di difesa. L area, sul lato ovest, confina con una classe di fattibilità 3 ( arancione):fattibilità con consistenti limitazioni.

RSA LENO 17 5 Conclusioni I terreni che definiscono l ambito dove si prevede di costruire la nuova RSA, nel comune di Leno, presentano caratteristiche idonee alla edificazione: Litologicamente sono rappresentati da sabbie frammiste a ghiaie e a materiali piu fini; La classe di fattibilità geologica è la 2 : fattibilità con modeste limitazioni, dovute alla permeabilità dei materiali ed al livello di falda posizionato a circa 2,80 m dal p.c.; La classe sismica dei suoli è la C ; i terreni hanno sufficienti/discrete caratteristiche geotecniche. IL TECNICO INCARICATO Dr. geol. Vanna Messora