1 La nascita della Repubblica Italiana 2 Da Wikipedia, fenciclopedia libera. 3 La Repubblica Italiana nacque il 2 giugno 1946 in seguito ai risultati del referendum isti- 4 tuzionale indetto per determinare la forma dello stato dopo la fine della seconda guerra 5 mondiale. 6 La proclamazione ufficiale avvenne il 18 giugno. 7 8 Storia 9 Si trattó di un passaggio di evidente importanza per la storia dell Italia contemporanea, do- 10 po il ventennio fascista ed il coinvolgimento nella guerra, che si svolse in un clima di esa- 11 sperata tensione, e rappresenta un controverso momento della storia nazionale assai ricco di 12 eventi, cause, effetti e conseguenze, che e stato anche considerate una rivoluzione pacifica 13 dalla quale si produsse una forma di stato poco differente dall'attuale. La nascita della Re- 14 pubblica fu accompagnata da polemiche di una certa consistenza circa la regolarita del refe- 15 rendum che la sanci. Sospetti di brogli elettorali e di altre azioni "di disturbo" della consul- 16 tazione popolare tuttora non sono stati completamente fugati dagli storici e costituiscono 17 oggetto di recriminazione da parte dei sostenitori della causa monarchica. 18 L ltalia era una monarchia, asentia ai Re di Casa Savoia cui spettava il titolo di Re d ltalia 19 (e, prima, di Re di Sardegna); nel 1946 divenne una repubblica per effetto del detto refe- 20 rendum istituzionale, e fu poco dopo dotata di una Assemblea Costituente al fine di mugnirla 21 di una Carta avente valore di suprema legge dello stato repubblicano, onde sostituirne lo 22 Statuto Albertino, sino ad allora vigente. Prima del cambiamento vi era infatti una monar- 23 chia costituzionale fondata sullo Statuto (anche se durante il fascismo le garanzie sui diritti 24 previste nello Statuto erano state di fatto modificate in senso restrittivo). 25 Il 2 giugno 1946, insieme alla scelta Sulla forma dello stato, i cittadini Italiani (comprese le 26 donne che votavano per la prima volta) elessero anche i componenti dell'assemblea Costi- 27 tuente che doveva redigere la nuova Carta Costituzionale e che fino all'elezione del primo 28 parlamento della Repubblica svolse anche le funzioni di assemblea legislativa. 29 30 Lo Statuto Albertino e l'italia liberale 31 La costituzione dell'italia prima del 1946 era lo Statuto Albertino, promulgate nel 1848 da 32 Cario Alberto, allora re di Sardegna. A suo tempo, la concessione dello Statuto aveva rap- 33 presentate un notevole avicinamento della (allora) piccola monarchia sabauda verso le 34 istanze pre-risorgimentali, e costituiva un passaggio reputate necessario, sebbene poi svolto 35 in forme ben valide, prima di volgersi alla costruzione dello stato nazionale. 36 Nel 1861, quando il Regno di Sardegna fu trasformato nel Regno d'italia, lo Statuto non fu 37 modificato e restó dunque il cardine giuridico al quale si sottometteva anche il nuovo stato
38 nazionale. Prevedeva un sistema bicamerale, con il Parlamento suddiviso nella Camera dei 39 Deputati, elettiva (ma solo nel 1911 si sarebbe giunti, con Giolitti, al suffragio universale 40 maschile), e nel Senato, di sola nomina regia. Fattore fundamentalmente innovativo di que- 41 sta Carta era la rigida definizione di alome delle facoltà e di alcuni degli obblighi delle isti- 42 tuzioni (Re compreso), riducendo la discrezionalità delle scelte operate dalle alte canche 43 dello stato ed introducendo un abbozzo di principio di responsabilità istituzionale. 44 L'equilibrio di potere tra Camera e Senato, inizialmente molto indirizzato a favore del 45 Senato, che raccoglieva la buona nobiltà e qualche grande industriale di buone 46 frequentazione, nei fatti si spostó via via a favore della Camera, in finzione sia della 47 crescita di importanza della classe borghese e del consenso che questa doveva sempre piu 48 necessariamente porgere alla classe politica, sia della necessità di produrre copiosa 49 normativa di dettaglio, cui meglio poteva contribuire un ceto politico proveniente dalle 50 classi la cui quotidianità quelle norme dovevano infine regolare. 51 Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, l'italia poteva essere annoverata tra le 52 democrazie liberali benche le tensioili interne, dovute alle rivendicazioni delle classi popo- 53 lari, insieme alla non risolta questione del rapporto con la Chiesa Cattolica, per i fatti del 54 1870 (presa di Porta Pia e occupazione di Roma), lasciassero ampie zone d'ombra. 55 56 Il fascismo 57 La conclusione della Prima Guerra Mondiale, nel 1918, vide le tensioni all'interno del Pae- 58 se cambiare di ragioni, allargandosi ad argomenti sociali: da una parte stavano le classi po- 59 polari, organizzate dai partiti di orientamento marxista, che spingevano per l'ottenimento di 60 maggiori diritti anche sulla spinta della rivoluzione russa, dall'altra si stringevano invece le 61 componenti liberali e conservatrici, che temevano appunto un'evoluzione in tal senso della 62 società Italiana. 63 In questo contesto si inseri il movimento nazionalista, fondato da Mussolini, dei Fasci di 64 Combattimento che in breve alle tematiche della vittoria tradita avrebbe unito, sotto la 65 spinta e l'appoggio dell'alta borghesia sia terriera che industriale, quelle della contrapposi- 66 zione afle idee della sinistra. Nel 1922, in occasione della Marcia su Roma, il re Vittorio 67 Emanuele si rifiutó di decretare lo stato d'assedio e, violando la prassi, designó Benito 68 Mussolini come primo ministro. 69 La nomina, seppur non contraria allo Statuto, che attribuiva al re ampio potere di designare 70 il governo, era appunto contraria alla prassi che si era instaurata nei decenni precedenti. II 71 fascismo avrebbe presto cancellato molte liberta e molti diritti civili, instauró la dittatura e 72 rappe la tradizione parlamentare (e per questo e considerate una rivoluzione). 73 La posizione del cittadino al cospetto delle istituzioni vide durante il fascismo una duplica- 74 zione della sottomissione prima dovuta al re, ed ora anche al duce, e si fece piu labile la 75 condizione di pariteticità fra i cittadini (e fra questi e le istituzioni), allontanandosi da prin-
76 cipi democràtici già raggiunti. La rappresentanza fu fortemente (se non assolutamente) 77 condizionata, vietando tutti i partiti e le associazioni che non fossero controllate dal regime 78 (eccezion fatta per quelle controllate dalla chiesa cattolica), giungendo a trasformare la 79 Camera dei Deputati in Camera delle Corporazioni, in violazione dello Statuto. In tutti que- 80 sti anni, da parte del potere regio non vi fu alcun tentativo di opporsi alla politica del fasci- 81 smo. 82 83 Questione monarchia/repubblica 84 La questione su quale forma avrebbe dovuto assumere lo stato italiano dopo la fine della 85 guerra rimase uno dei maggiori problemi politici aperti. La maggior parte delle forze che 86 sostenevano il Comitato di Liberazione Nazionale erano apertamente repubblicane, sia per 88 impostazione politica di fondo, sia perche imputavano alla monarchia, ed in modo partico- 89 lare a Vittorio Emamiele III, la responsabilità di aver pennesso al fascismo di affermarsi, di 90 governare VItalia per venti amil e di averia coinvolta in una disastrosa guerra di aggressione. 91 L'idea repubblicana, in Italia, aveva avuto il suo antesignano in Giuseppe Mazzini, uno dei 92 propugnatori deltuniia d'italia nel XIX secólo e proprio agli ideali mazziniani si ricollegava 93 il movimento Giustizia e Liberta, nato per opera dei fratelli Rosselli nell'ambito dell'oppo- 94 sizione clandestina al fascismo, che rappresentava, nel 1944/1945, la seconda, per rilevanza 95 desumibile dal collegamento con le unità partigiane, forza del CLN (il partito politico col- 96 legato al maggior numero di formazione partigiane era il partito comunista italiano). 97 L'accordo conclusivo fu di indire, al termine della guerra e non appena le condizioni gene- 98 rali lo avessero reso possibile, un referendum sulla forma dello stato. Insieme a questo refe- 99 rendum, sarebbe anche stata indetta una votazione per eleggere un'assemblea che avrebbe 100 avuto il compito di redigere una nuova carta costituzionale. Una parte dei sostenitori della 101 monarchia premeva affinche Vittorio Emanuele H[ abdicasse, in modo da poter giungere al 102 referendum con a capo del paese una figura non troppo compromessa con il precedente 103 regime. n figlio di Vittorio.Emanuele, Umberto, oltre che godere di una certa popolarità 104 anche consolidata dal fascino personale, si era tenuto abbastanza defilato durante la guerra 105 e questo faceva sperare che potesse recuperare alla causa monarchica parte del consenso 106 perduto. 107 108 II referendum 109 Il decreto luogotenenziale numero 151 del 25 giugnio 1944, emanato durante il governo Bonomi, 110 tradusse in norma l'accordo che al termine della guerra fosse indetta una consultarione fra 111 tutta la popolazione per scegliere la forma dello stato ed eleggere un'assemblea costituente. 112 L'attuazione del decreto dovette attendere che la situazione interna Italiana si consolidasse e 113 chiarisse: nell aprile 1945 (fine della guerra) 1'Italia era un paese sconfitto, occupato da 114 truppe straniere, possedeva un governo che aveva ottenuto la definizione di cobelligerante
115 ed una parte del territorio (nord) si era di fatto liberata da sola dall'occupazione tedesca. 116 Solo nella primavera dell'anno successivo fu possibile accelerare 1'attuazione del decreto sul 117 referendum. 118 La campagna elettorale fu contrassegnata da incidenti e polemiche, soprattutto al Nord, 119 dove i monarchici ebbero a scontrarsi sia con i repubblicani che con i "repubblichini" appe- 120 na sconfitti. Allo scopo di garantire l'ordine pubblico verne creato, a cura del Ministero 121 dell'interno, diretto dal socialista Giuseppe Romita, un accessorio corpo della Polizia Ausi- 122 liaria, che ebbe discutibili forme di arruolamento (per lo piu discrezionali) e che verme ac- 123 cusato dai monarchici di aver favorito alquanto apertamente la causa repubblicana. 124 125 Il suffragio universale 126 Il 31 gennaio del 1945, con l Italia divisa ed il Nord sottoposto all'occapazione tedesca, il 127 Consiglio dei Ministri, presieduto da Ivanoe Bonomi, emanó un decreto che riconosceva il 128 diritto di voto alle donne (Decreto legislativo luogotenenziale 2 febbraio 1945, n. 23). Ven- 129 ne cosi riconosciuto il diritto al suffragio universale, dopo i vani tentativi fatti nel lontano 130 1881 e nel 1907 dal movimento femminista ispirato da Mana Montessori (la prima donna 131 laureata in medicina in Italia). 132 Il 2 giugno del 1946 le donne votarono per il Referendum istituzionale e per le elezioni 134 dell'assemblea costituente, ma già nelle precedenti elezioni arruninistrative avevano esercitato 135 il loro diritto all'elettorato attivo e passivo, risultando in numero discreto elette nei consigli comunali 136 137 I risultati 138 Gli aventi diritto al voto risultavano essere 28.005.449. I votanti furono 24.947.187 corri- 139 spondenti al 89,1%. I risultati ufficiali del referendum istituzionale furono: repubblica voti 140 12.717.923 pari al 54,3%, monarchia voti 10.719.284 pari al 45,7%; votinulli 1.498.136. 141 Analizzando i dati regione per regipne, si nota come 1'Italia si fosse praticamente divisa in 142 due: il nord dove la repubblica aveva vinto con il 66,2% ed il sud dove la monarchia aveva 143 vinto con il 63,8%.
1) Rispondere alle seguenti domande sul testo "La nascita della Re-pubblica Italiana" a) In che modo gli Italiani determinarono la forma di governo che doveva avere il paese dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale? b) Fra la Repubblica nata nel 1946 e quella attuale corre molta diiferenza? c) Quale era la forma di governo che esisteva finora in Italia? d) Da quando datava il documento che aveva sancito quella forma di govemo? e) Quali furono le cause che favorirono la nascita del fascismo? f) Perche si puó parlare di rivoluzione fascista? g) Che posizione assumeva la maggioranza delle formazioni politiche dopo la Seconda Guerra riguardo la rotura forma di governo? h) Chi era stato il fa\ilore originale delle idee repubblicane in Italia? i) A chi fu concesso per la prima volta il diritto di voto nel referendum? j) Qual fu il risuftato del referendum? 2) Vero o falso? a) Il clima in cui si svolse il referendum non era tranquillo. b) Non c'e stato nessun tipo di sospetto circa il risultato. c) Lo Statuto Albertino dava al Regno d'italia la fisionomia di una democrazia liberale. d) La nascita del fascismo e ligata al clima di tensione che segue alla Prima Guerra Mondiale. e) Vittorio Emanuele in violó lo Statuto quando nominó Mussotini primo ministro. 3) Tradurre le seguenti espressioni: a) indetto (r. 4) b) brogli elettorali (r, 15) c) annoverata (r. 51) d) vittoria tradita (r. 64) e) antesignano (r. 91)