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Monitor dei Distret tti Direzione Studi e Ricerche e Aprile 2016

Executive Summary 2 1. L export dei distretti industriali nel 2015 4 2. Le esportazioni dei distretti agro-alimentari 11 3. La geografia dei distretti industriali 16 3.1 La mappa delle performance dell export 16 3.2 Il planisfero delle esportazioni 23 4. La CIG nei distretti industriali tradizionali 24 5. Il Cruscotto dei distretti tradizionali 29 Approfondimento 36 I distretti del sistema moda 36 6. I poli tecnologici 40 6.1 L evoluzione dell export dei poli tecnologici nel 2015 40 6.2 La geografia dei poli tecnologici 43 6.3 Il Cruscotto dei poli tecnologici 46 Appendice Metodologica 49 Nota trimestrale n. 53 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche Industry and Banking Fabrizio Guelpa Responsabile Cristina De Michele Giovanni Foresti Serena Fumagalli Caterina Riontino Ilaria Sangalli Stefania Trenti Database management Angelo Palumbo

Executive Summary Nel 2015 l export distrettuale è cresciuto per il sesto anno consecutivo, raggiungendo la cifra record di 94,6 miliardi di euro, più del doppio rispetto ai minimi toccati nel 2009. 61 distretti, su un totale di 147 monitorati, lo scorso anno hanno registrato nuovi massimi storici. Si è, inoltre, nuovamente ampliato l avanzo commerciale, che si è portato a quota 62,7 miliardi di euro, i due terzi circa dell intero surplus del manifatturiero italiano. La centralità dei territori distrettuali è ancora più evidente se si guarda a un orizzonte temporale più esteso: in 14 anni, tra il 2002 e il 2015, il surplus commerciale generato dai distretti è stato pari a 734 miliardi di euro. Si tratta di un risultato straordinario, reso possibile dalla presenza di filiere produttive che, in molti casi, si sono conservate integre, riuscendo a offrire indubbi vantaggi competitivi e a mantenere nel territorio valore aggiunto. E da tre anni che l export dei distretti mostra una crescita del 4% circa: +4,8% nel 2013, +4% nel 2014, +4,2% nel 2015. Negli anni successivi al completo recupero di quanto perso nella crisi del 2009 (avvenuto tra il 2010 e il 2012), l export distrettuale è aumentato complessivamente del 13,6% (tra il 2012 e il 2015). Colpisce soprattutto la costanza dei risultati. Nello stesso periodo il progresso dei settori distrettuali tedeschi non è andato oltre il +2,7%; quello del manifatturiero italiano si è fermato al +6,3%. Le produzioni distrettuali si confermano pertanto altamente competitive sui mercati internazionali e motore della crescita del manifatturiero italiano. Hanno mostrato un buon ritmo di crescita anche i 22 poli tecnologici monitorati che hanno chiuso il 2015 con un progresso del 5,9%, in accelerazione rispetto al biennio precedente, raggiungendo così un nuovo massimo storico: 28,1 miliardi di euro. Il quadro è positivo sia per i poli del biomedicale (+11,5%), del farmaceutico (+5,8%) e dell aeronautico (+0,6%), che hanno chiuso in crescita anche il 2014, sia per i poli dell ICT che rimbalzano (+8,5%), dopo le difficoltà degli scorsi anni. Tra i distretti industriali si sono messe in evidenza le aree specializzate in prodotti e materiali da costruzione (+7,8% nel 2015), nell agro-alimentare (+7,3%) e nel mobile (+6,4%). Buone notizie vengono poi dai distretti della meccanica che, dopo un inizio d anno debole, ha mostrato segnali di accelerazione nei trimestri successivi, riuscendo a chiudere il 2015 con un progresso del 4,2%, una crescita più che doppia rispetto alle performance sia del settore al di fuori dei confini distrettuali, sia dei competitor tedeschi. Performance meno brillanti, ma pur sempre positive, sono state registrate dai distretti della moda e degli elettrodomestici che, dopo un ottimo 2014, hanno mostrato un lieve aumento dei valori esportati: +2,2% per i beni di consumo e +3,4% per i beni intermedi della moda; +1,3% per gli elettrodomestici. Triveneto e Mezzogiorno sono i territori distrettuali più dinamici del Paese. I distretti triveneti sono tornati a essere il motore della crescita italiana sui mercati esteri, grazie all affermazione di importanti filiere che hanno saputo acquisire un indiscussa leadership internazionale. Spiccano per crescita e per dimensione l occhialeria di Belluno, la concia di Arzignano, la meccanica strumentale di Vicenza, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, il mobile del Livenza e Quartier del Piave, i dolci e la pasta veronesi e le carni di Verona. Molto brillanti anche i distretti del Mezzogiorno che nel 2015 hanno registrato un aumento dell export pari all 8,3%, il doppio circa rispetto alla media italiana. Puglia e Campania, le due regioni meridionali con la più alta presenza distrettuali, sono state trainanti, riportando un progresso del 10,8% e del 6,9% rispettivamente. Queste regioni sono state premiate dalla loro specializzazione agro-alimentare e dagli ottimi risultati conseguiti dalla meccatronica del barese. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 2

Nelle altre regioni si sono messi poi in evidenza l oreficeria di Valenza, le piastrelle di Sassuolo e la metalmeccanica di Lecco, rispettivamente primo, terzo e quarto distretto italiano per crescita delle esportazioni in valore assoluto. Per il secondo anno consecutivo l export distrettuale è stato trainato dai mercati avanzati: spiccano, in particolare, i risultati ottenuti negli Stati Uniti dove si è registrata una crescita generalizzata, guidata dai distretti del sistema moda, dell agro-alimentare, dei prodotti e materiali da costruzione e della meccanica. Si è poi consolidata la ripresa di alcuni importanti mercati europei, come il Regno Unito e la Spagna. In controtendenza rispetto alla media manifatturiera italiana, l export distrettuale è tornato a crescere sul mercato cinese (+5,7% nel 2015 vs. -0,9% del manifatturiero), mostrando segnali di accelerazione nella seconda parte dell anno. Sistema moda, mobili e agro-alimentare sono i settori distrettuali che più di tutti sono riusciti a crescere su questo mercato, confermando il crescente potenziale di crescita offerto da questo mercato per i beni di consumo italiani. La crescita sui nuovi mercati è stata però frenata dalle difficoltà incontrate sul mercato russo, che ha continuato a risentire della crisi del rublo e del crollo del prezzo del petrolio. Nel 2016 le esportazioni dei distretti dovrebbero mostrare un ritmo di crescita sostanzialmente in linea o di poco superiore a quello osservato nell ultimo biennio. Lo scenario internazionale vede, infatti, una crescita mondiale stabile. Tuttavia permangono fattori di rischio geopolitico e legati alle turbolenze dei mercati azionari. I distretti manterranno una migliore dinamica rispetto alle aree non distrettuali, favoriti anche da una presenza sui mercati esteri più strutturata, con l utilizzo più diffuso di marchi registrati a livello internazionale e un maggiore radicamento sui mercati con partecipate estere. Molto però dipenderà dall evoluzione della domanda in Germania e Francia che restano i primi due sbocchi commerciali dei distretti. I consumi di questi due mercati continueranno a crescere a buoni ritmi per effetto del calo del prezzo del petrolio e di condizioni finanziarie molto favorevoli. Rimane, invece, incertezza sulle prospettive di crescita degli investimenti. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 3

1. L export dei distretti industriali nel 2015 Nel quarto trimestre 2015 l export dei distretti industriali ha registrato un nuovo aumento (+3,2%; Fig. 1.1). Si tratta del 24 trimestre di crescita consecutivo. A cura di Giovanni Foresti Fig. 1.1 Evoluzione dell export dei distretti: variazione % tendenziale 25 20 12,415,7 18,4 15,3 13,3 15 8,1 10 5,2 3,4 3,7 4,9 5,1 6,0 5,8 6,7 1,8 2,0 2,0 2,9 3,2 3,3 3,9 3,1 3,9 3,2 5 0-5 -10-15 -20-16,4-25 -21,6-20,3-23,5-30 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 09 09 09 09 10 10 10 10 11 11 11 11 12 12 12 12 13 13 13 13 14 14 14 14 15 15 15 15 Complessivamente, nel 2015 le esportazioni dei distretti hanno mostrato una crescita del 4,2% (fig. 1.2). L export distrettuale è così cresciuto per il sesto anno consecutivo, raggiungendo la cifra record di 94,6 miliardi di euro, più del doppio rispetto ai minimi toccati nel 2009 (fig. 1.3). 61 distretti, su un totale di 147 monitorati, lo scorso anno hanno registrato nuovi massimi storici. Si è, inoltre, nuovamente ampliato l avanzo commerciale, che si è portato a quota 62,7 miliardi di euro, i due terzi circa dell intero surplus del manifatturiero italiano (fig. 1.4). Fig. 1.2 Evoluzione dell export dei distretti: variazione % 15 12,0 9,1 10,3 10 6,7 4,3 2,8 4,8 4,0 4,2 5 0,9 0-5 -0,9-3,5-10 -15-20 -20,5-25 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015 Fig. 1.3 Evoluzione dell export dei distretti: miliardi di euro 100 94,6 80 60 62,7 40 31,9 20 Export Import Avanzo 0 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 La centralità dei territori distrettuali è ancora più evidente se si guarda a un orizzonte temporale più esteso: in 14 anni, tra il 2002 e il 2015, il surplus commerciale generato dai distretti è stato pari a 734 miliardi di euro (fig. 1.5). Si tratta di un risultato straordinario, reso possibile dalla presenza di filiere produttive che, in molti casi, si sono conservate integre, riuscendo a offrire indubbi vantaggi competitivi e a mantenere nel territorio valore aggiunto. E da tre anni che l export dei distretti mostra una crescita del 4% circa: +4,8% nel 2013, +4% nel 2014, +4,2% nel 2015. Negli anni successivi al completo recupero di quanto perso nella crisi del 2009 (avvenuto tra il 2010 e il 2012), l export distrettuale è aumentato complessivamente del 13,6% (tra il 2012 e il 2015). Colpisce soprattutto la costanza dei risultati. Nello stesso periodo il progresso dei settori distrettuali tedeschi non è andato oltre il +2,7% (fig. 1.7); quello 4 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

del manifatturiero italiano si è fermato al +6,3%. Le produzioni distrettuali si confermano pertanto altamente competitive sui mercati internazionali e motore della crescita del manifatturiero italiano. Fig. 1.4 Avanzo commerciale a confronto: miliardi di euro 100 93,6 80 60 62,7 40 20 Distretti industriali Manifatturiero 0 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 Fig. 1.5 Avanzo commerciale cumulato dal 2002: miliardi di euro 900 840,7 750 733,8 600 450 300 Distretti industriali 150 Manifatturiero 0 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 Fig. 1.6 Evoluzione dell export a confronto (variazione % cumulata) Distretti industriali 4,2 4,0 4,8 Fig. 1.7 Evoluzione dell export nel triennio 2013-15 a confronto (variazione % cumulata tra il 2012 e il 2015) Distretti industriali 13,6 Manifatturiero tedesco -0,6 3,1 5,2 Manifatturiero tedesco 7,8 Manifatturiero italiano Settori distrettuali tedeschi -0,7 Nota: aree non distrettuali a parità di specializzazione produttiva dei distretti. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati ISTAT, Statistisches Bundesamt 0,1 1,7 1,6 2,4 3,7-2 0 2 4 6 2015 2014 2013 Manifatturiero italiano Settori distrettuali tedeschi 2,7 6,3 0 5 10 15 Nota: aree non distrettuali a parità di specializzazione produttiva dei distretti. Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati ISTAT, Statistisches Bundesamt Tra i distretti industriali si sono messe in evidenza le aree specializzate in prodotti e materiali da costruzione (+7,8% nel 2015; fig. 1.8), nell alimentare e bevande (+7,3%) e nel mobile (+6,4%). Buone notizie vengono poi dai distretti della meccanica che, dopo un inizio d anno debole, ha mostrato segnali di accelerazione nei trimestri successivi, riuscendo a chiudere il 2015 con un progresso del 4,2%, una crescita più che doppia rispetto alle performance sia del settore al di fuori dei confini distrettuali, sia dei competitor tedeschi. Performance meno brillanti, ma pur sempre positive, sono state registrate dai distretti della moda (per un focus sull evoluzione dei distretti del sistema moda si rimanda a uno specifico approfondimento contenuto in questo Rapporto) e degli elettrodomestici che, dopo un ottimo 2014, hanno mostrato un lieve aumento dei valori esportati: +2,2% per i beni di consumo e +3,4% per i beni intermedi della moda; +1,3% per gli elettrodomestici. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 5

Fig. 1.8 Evoluzione dell export nel 2015 per settore a confronto (variazione %) Prod. e mat. da costruzione Alimentare e Bevande Mobili Altri intermedi Meccanica Prodotti in metallo Moda: intermedi Moda: beni di consumo Elettrodomestici Metallurgia -10-8 -6-4 -2 0 2 4 6 8 10 Aree non distrettuali Distretti Tra i primi 15 distretti per crescita delle esportazioni in valore assoluto sono rappresentate tutte le specializzazioni distrettuali (Tab. 1.1): 4 sono poli della meccanica (metalmeccanico di Lecco, meccanica strumentale di Vicenza, meccatronica del barese, meccanica strumentale di Varese), 4 appartengono al sistema moda (oreficeria di Valenza, occhialeria di Belluno, concia di Arzignano, pelletteria e calzature di Firenze), 3 sono distretti agro-alimentari (ortofrutta del barese, vini del Chianti, prosecco di Conegliano-Valdobbiadene), 3 sono specializzati nel sistema casa (piastrelle di Sassuolo, legno e arredo della Brianza, mobile del Livenza e Quartier del Piave), 1 è la nautica di Viareggio. Tab. 1.1 I distretti con la crescita delle esportazioni più elevata (in milioni di euro) nel 2015 Milioni di euro Variazione % tendenziale 2014 2015 Differenza tra 2015 e 2014 2015 4 trim. 2015 Totale, di cui: 90.734,5 94.558,6 3.824,1 4,2 3,2 1. Oreficeria di Valenza 1.287,2 1.681,4 394,2 30,6-0,3 2. Occhialeria di Belluno 2.445,1 2.753,3 308,3 12,6 10,7 3. Piastrelle di Sassuolo 2.848,2 3.061,3 213,1 7,5 7,9 4. Metalmeccanica di Lecco 2.129,6 2.335,5 205,8 9,7 9,0 5. Concia di Arzignano 2.152,9 2.314,6 161,7 7,5 4,8 6. Ortofrutta del barese 525,9 683,2 157,3 29,9 0,7 7. Legno e arredamento della Brianza 1.769,8 1.917,5 147,7 8,3 6,1 8. Meccanica strumentale di Vicenza 2.114,9 2.262,2 147,3 7,0 2,6 9. Pelletteria e calzature di Firenze 3.104,3 3.251,0 146,7 4,7 4,9 10. Mobile del Livenza e Quartiere del Piave 2.170,2 2.308,1 137,9 6,4 3,4 11. Vini del Chianti 547,4 663,5 116,1 21,2 9,8 12. Vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene 464,2 579,3 115,1 24,8 33,4 13. Meccatronica del barese 1.092,4 1.203,4 111,1 10,2 19,6 14. Nautica di Viareggio 537,1 642,7 105,6 19,7-39,6 15. Meccanica strumentale di Varese 901,8 1.006,1 104,2 11,6 14,6 16. Cartario di Capannori 485,2 584,6 99,3 20,5 13,4 17. Olio toscano 401,1 495,6 94,5 23,6 33,4 18. Dolci e pasta veronesi 316,5 409,2 92,7 29,3 19,8 19. Alimentare di Parma 620,0 708,8 88,8 14,3 18,2 Tra i distretti più in difficoltà vi sono alcuni poli della metalmeccanica e diversi distretti del sistema moda (Tab. 1.2), tra i più colpiti dalla crisi russa. 6 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Tab. 1.2 I distretti con il calo delle esportazioni più elevato (in milioni di euro) nel 2015 Milioni di euro Variazione % tendenziale 2014 2015 Differenza tra 2015 e 2014 2015 4 trim. 2015 Pelletteria del Tolentino 456,4 413,2-43,2-9,5-14,5 Abbigliamento Marchigiano 423,8 379,6-44,2-10,4-7,4 Calzetteria di Castel Goffredo 513,9 465,6-48,2-9,4-2,8 Tessile e abbigliamento di Treviso 1.181,0 1.131,7-49,3-4,2-9,5 Concia e calzature di Santa Croce sull'arno 946,1 896,1-50,0-5,3-2,1 Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena 563,7 512,8-50,8-9,0-4,4 Seta-tessile di Como 1.430,7 1.370,1-60,7-4,2-4,6 Macchine per l'imballaggio di Bologna 2.474,8 2.384,6-90,1-3,6 7,2 Metalli di Brescia 3.289,6 3.119,3-170,3-5,2-12,8 In generale la variabilità dei risultati è rimasta elevata, anche all interno delle stesse filiere produttive: nel 2015, su un totale di 147 distretti industriali monitorati, 98 hanno registrato una crescita dell export, 49 un calo (Fig. 1.4). Fig. 1.9 Numero di distretti che hanno registrato una crescita o un calo dell export 150 100 50 0 45 88 85 114 114 72 18 128 120 97 100 102 98-50 -100-150 Distretti in crescita Distretti in calo 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Triveneto e Mezzogiorno sono i territori distrettuali più dinamici del Paese. I distretti triveneti sono tornati a essere il motore della crescita italiana sui mercati esteri, grazie all affermazione di importanti filiere che hanno saputo acquisire un indiscussa leadership internazionale. Spiccano per crescita e per dimensione l occhialeria di Belluno, la concia di Arzignano, la meccanica strumentale di Vicenza, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, il mobile del Livenza e Quartier del Piave, i dolci e la pasta veronesi e le carni di Verona. Molto brillanti anche i distretti del Mezzogiorno che nel 2015 hanno registrato un aumento dell export pari all 8,3%, il doppio circa rispetto alla media italiana. Puglia e Campania, le due regioni meridionali con la più alta presenza distrettuale, sono state trainanti, riportando un progresso del 10,8% e del 6,9% rispettivamente. Queste regioni sono state premiate dalla loro specializzazione agro-alimentare e dagli ottimi risultati conseguiti dalla meccatronica del barese. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 7

Nelle altre regioni si sono messi poi in evidenza l oreficeria di Valenza, le piastrelle di Sassuolo e la metalmeccanica di Lecco, rispettivamente primo, terzo e quarto distretto italiano per crescita delle esportazioni in valore assoluto. Tab. 1.3 Le esportazioni distrettuali nelle regioni italiane nel 2015 Milioni di euro Variazione % tendenziale 2014 2015 Differenza tra 4 trim. 2015 2014 e 2015 2015 Nord-Ovest, di cui: 29.137,3 30.059,0 921,7 3,2 1,0 Piemonte 7.095,3 7.650,0 554,6 7,8 1,2 Lombardia 21.938,7 22.298,5 359,9 1,6 0,9 Nord-Est 36.920,7 38.685,9 1.765,2 4,8 5,4 Veneto 22.467,8 23.856,9 1.389,1 6,2 5,1 Emilia-Romagna 11.371,2 11.544,1 173,0 1,5 5,3 Trentino-Alto Adige 1.438,6 1.582,3 143,8 10,0 14,1 Friuli-Venezia Giulia 1.643,1 1.702,5 59,4 3,6 2,9 Centro 18.122,7 18.717,0 594,3 3,3 1,8 Toscana 13.054,4 13.668,4 614,0 4,7 1,7 Lazio 205,8 219,4 13,6 6,6 8,6 Umbria 617,3 618,6 1,2 0,2-7,8 Marche 4.245,3 4.210,8-34,5-0,8 3,0 Mezzogiorno, di cui: 6.553,8 7.096,6 542,8 8,3 4,6 Puglia 2.828,5 3.132,8 304,3 10,8 9,4 Campania 2.767,2 2.957,1 189,9 6,9 1,2 Abruzzo 470,2 491,6 21,4 4,6 4,7 Sicilia 344,4 360,2 15,8 4,6-2,9 Totale distretti 90.734,5 94.558,6 3.824,1 4,2 3,2 Per il secondo anno consecutivo l export distrettuale è stato trainato dai mercati avanzati, dove si è registrato un aumento dei valori esportati pari al 5,4% (fig. 1.10). Fig. 1.10 Export dei distretti verso mercati nuovi e maturi a confronto (var. % tendenziale) 20 15 10 5 0-5 -10-15 -20-25 Mercati maturi Nuovi mercati Nuovi mercati (esc. Russia e Ucraina) 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Spiccano, in particolare, i risultati ottenuti negli Stati Uniti dove si è registrata una crescita generalizzata, guidata dai distretti del sistema moda, dell agro-alimentare, dei prodotti e materiali da costruzione e della meccanica. Si è poi consolidata la ripresa di alcuni importanti mercati europei, come il Regno Unito e la Spagna. La dinamica delle esportazioni distrettuali è stata meno brillante nei nuovi mercati (+2,1%) a causa del nuovo crollo subito in Russia e Ucraina. Al netto di questi paesi, l export distrettuale ha registrato un aumento del 5,9%, grazie al traino di diversi nuovi mercati. Tra i primi 17 mercati per contributo alla crescita delle esportazioni distrettuali si sono messi in evidenza Arabia Saudita 8 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

(bene soprattutto rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane e meccanica strumentale di Bergamo), Polonia (concia di Arzignano, elettrodomestici di Inox Valley, metalmeccanica di Lecco, macchine per l imballaggio di Bologna, materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova, dolci e pasta veronesi), Cina (occhialeria di Belluno, oreficeria di Valenza, legno e arredamento della Brianza, pelletteria e calzature di Firenze, rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane, tessile di Biella, tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno), Turchia (tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, oreficeria di Arezzo, occhialeria di Belluno, pelletteria e calzature di Arezzo, ortofrutta del barese), Emirati Arabi Uniti (legno e arredamento della Brianza, meccatronica del barese, marmo di Carrara, dolci di Alba e Cuneo), Ungheria (metalmeccanica di Lecco, rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane), Tunisia (ortofrutta del barese, concia di Arzignano), Messico (meccanica strumentale di Bergamo, oreficeria di Arezzo, oreficeria di Vicenza, concia di Arzignano), India (meccatronica del barese, meccanica strumentale di Vicenza, macchine per l'imballaggio di Bologna), Repubblica di Corea (termomeccanica di Padova, meccanica strumentale di Vicenza, termomeccanica scaligera, tessile di Biella) e Vietnam (concia di Arzignano, termomeccanica di Padova). Tab. 1.4 I mercati dove la crescita dell export dei distretti è stata più elevata (in milioni di euro) nel 2015 Milioni di euro Variazione % tendenziale 2014 2015 Differenza tra 2015 e 2014 2015 4 trim. 2015 Totale, di cui: 90.734,5 94.558,6 3.824,1 4,2 3,2 Stati Uniti 7.506,9 8.770,6 1.263,7 16,8 11,1 Regno Unito 5.533,4 6.089,8 556,4 10,1 9,5 Spagna 3.504,0 3.791,6 287,6 8,2 10,9 Francia 10.047,2 10.296,7 249,6 2,5 3,5 Svizzera 5.054,9 5.303,1 248,2 4,9-1,8 Germania 12.267,7 12.441,6 173,9 1,4 1,8 Arabia Saudita 774,5 929,0 154,5 20,0 7,2 Polonia 1.892,6 2.036,6 144,0 7,6 7,9 Cina 2.300,3 2.431,4 131,1 5,7 14,0 Turchia 1.526,2 1.636,6 110,5 7,2 3,3 Emirati Arabi Uniti 1.971,8 2.081,0 109,3 5,5 6,2 Ungheria 579,9 681,5 101,7 17,5 23,8 Tunisia 498,3 599,6 101,3 20,3-11,6 Messico 625,3 722,1 96,8 15,5 12,4 India 617,0 708,3 91,3 14,8 11,4 Repubblica di Corea 864,9 955,8 91,0 10,5 1,0 Vietnam 242,7 327,1 84,4 34,8 19,9 In particolare, va segnalato come, in controtendenza rispetto alla media manifatturiera italiana, l export distrettuale è tornato a crescere sul mercato cinese (+5,7% nel 2015 vs. -0,9% del manifatturiero), mostrando segnali di accelerazione nella seconda parte dell anno. Sistema moda, mobili e agro-alimentare sono i settori distrettuali che più di tutti sono riusciti a crescere su questo mercato, confermando il crescente potenziale di crescita offerto da questo mercato per i beni di consumo italiani. La crescita sui nuovi mercati è stata però frenata dalle difficoltà incontrate sul mercato russo, che ha continuato a risentire della crisi del rublo e del crollo del prezzo del petrolio (Tab. 1.5), in Brasile, a causa della recessione che ha colpito questa economia e del conseguente crollo degli investimenti e forte calo dei consumi, in Ucraina, dove ha continuato a pesare la crisi russaucraina. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 9

Tab. 1.5 I mercati dove il calo dell export dei distretti è stato più pronunciato (in milioni di euro) nel 2015 Milioni di euro Variazione % tendenziale 2014 2015 Differenza tra 2015 e 2014 2015 4 trim. 2015 Lettonia 170,4 141,0-29,3-17,2-9,0 Bielorussia 119,1 75,0-44,1-37,0-6,3 Nigeria 183,2 132,2-50,9-27,8-29,4 Libia 257,7 194,6-63,1-24,5-45,3 Indonesia 314,6 231,0-83,6-26,6-26,2 Ucraina 401,1 284,6-116,5-29,1-10,1 Brasile 694,5 576,1-118,4-17,0-30,5 Federazione russa 2.864,7 1.962,8-901,9-31,5-24,5 10 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

2. Le esportazioni dei distretti agro-alimentari Nel quarto trimestre del 2015 le esportazioni dei 47 distretti agro-alimentari monitorati da Intesa Sanpaolo 1 sono cresciute ad un ritmo del 4,2% rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, evidenziando una lieve attenuazione rispetto al ritmo di crescita dei due trimestri precedenti (rispettivamente +10,8% tendenziale nel secondo trimestre e +7,5% nel terzo). A cura di Caterina Riontino Fig. 2.1 L evoluzione delle esportazioni dei distretti agro-alimentari (var. % tendenziale) 20,0 Var.% Export (mln di euro)- scala dx 15,0 10,0 5,0 - -5,0-10,0 2007T1 2007T2 2007T3 2007T4 2008T1 2008T2 2008T3 2008T4 2009T1 2009T2 2009T3 2009T4 2010T1 2010T2 2010T3 2010T4 2011T1 2011T2 2011T3 2011T4 2012T1 2012T2 2012T3 2012T4 2013T1 2013T2 2013T3 2014T1 2013T4 2014T2 2014T3 2014T4 2015T1 2015T2 2015T3 2015T4 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 - Questa dinamica ha contribuito ad una crescita delle vendite estere sul totale d anno del 7,3%: le esportazioni delle imprese distrettuali agro-alimentari nel 2015 hanno raggiunto nuovi livelli di massimo, attestandosi su un livello pari a 16,6 miliardi di euro, 1,1 miliardo di euro in più rispetto all anno precedente. La dinamica delle esportazioni dei distretti agroalimentari, ha confermato per il sesto anno consecutivo un intonazione positiva, evidenziando un ulteriore accelerazione rispetto al 2014 (+7,3% dopo il +2,1% dell anno precedente). Tutte le filiere, ad eccezione del segmento delle conserve (con un ritmo di crescita sostanzialmente stabile), e del riso, in lieve decelerazione, hanno evidenziato una crescita più vivace sui mercati esteri nel 2015 rispetto all anno precedente. L andamento positivo evidenziato sui mercati esteri dai distretti agroalimentari riflette le ottime performance registrate negli ultimi anni dal comparto su scala nazionale, risultati che sono attesi migliorare ulteriormente anche nel prossimo biennio. 1 I dati analizzati in questo capitolo fanno riferimento alla nuova mappa dei distretti industriali, presentata nell ottavo rapporto di Economia e Finanza dei distretti industriali (cfr. cap. 2, Economia e finanza dei distretti industriali, Dicembre 2015). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 11

Fig. 2.2 - L evoluzione delle esportazioni dei distretti agroalimentari 15,0 20.000 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Var.% Export (mln di euro)- scala dx 2012 2013 2014 2015 15.000 10.000 5.000 - Fig. 2.3 - L evoluzione delle esportazioni dei distretti agroalimentari: analisi per filiere (variazione %) Agricoltura Prodotti da forno Oli Carni e salumi Vino Lattiero-caseario Conserve Riso -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat 2015 2014 Il contributo più significativo alla crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari, nel 2015, è stato offerto dalle buone performance registrate dalle imprese attive nella filiera dell agricoltura, dei prodotti da forno e in quella vitivinicola, a cui si sono sommati i risultati positivi del comparto delle carni e dei salumi, del lattiero-caseario e degli oli. Le vendite all estero della filiera agricola sono tornate su un sentiero positivo nel 2015, con un incremento delle esportazioni del 10,9% (309 milioni di euro in più rispetto al 2014). La buona performance del comparto è stata sostenuta dai risultati positivi registrati da tutti i distretti agricoli, ad eccezione della Nocciola e frutta piemontese e del Florovivaistico di Pistoia. Il contributo più significativo alla dinamica della filiera è stato offerto dalla crescita delle esportazioni del distretto dell Ortofrutta barese (+30% ca. rispetto ai livelli dell anno precedente), al traino dei buoni risultati registrati in Germania e Tunisia, principali sbocchi commerciali per le imprese dell area, e delle Mele dell Alto Adige, che hanno registrato un incremento delle vendite estere del 13,5% nel 2015, dopo la flessione del 2014. Nel 2015 sono cresciute ad un ritmo del 10,6% (+307 milioni rispetto al 2014) le esportazioni della filiera dei prodotti da forno; in questo comparto i contributi maggiori sono stati offerti dall Alimentare di Parma (+14,3%) e dall Alimentare napoletano (+13,6%), a cui si sono sommati i risultati positivi del polo dei Dolci di Alba e Cuneo (+4,5%). Segnaliamo infine, l ottima performance registrata dal comparto vitivinicolo, che nel 2015, con una crescita delle esportazioni del 5,6%, ha confermato un intonazione positiva sui mercati esteri per il sesto anno consecutivo. Tutti i distretti della filiera hanno registrato un incremento delle vendite estere nel corso del 2015, ad eccezione dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, distretto che ha segnalato una lieve flessione, dopo i livelli di massimo storico registrati nel 2014. Sono cresciute invece ad un tasso del 21,2% le esportazioni dei Vini del Chianti (+116 milioni di euro in più rispetto ai livelli del 2014), al traino degli ottimi risultati registrati negli Stati Uniti (+41,8% nel 2015, dopo il +12,8% dell anno precedente), e del Prosecco di Conegliano- Valdobbiadene (+24,8% rispetto ai livelli del 2014), che ha registrato un significativo incremento delle vendite nel Regno Unito (+58%), principale mercato di riferimento per le imprese del distretto, in Germania (+17,7%) e negli Stati Uniti (+28,6%). 12 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Tab. 2.1 Le esportazioni dei distretti agro-alimentari Milioni di Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Differenza in Milioni di euro euro dell'anno precedente 2015 2015 2014 2015 IV trim. 2015 2014 2015 IV trim. 2015 Agro-alimentare 16.616,6 100,0 2,1 7,3 4,2 312,7 1.128,3 179,5 Vini di Langhe, Roero e Monferrato 1.237,4 7,4 1,7-0,1 1,2 20,8-1,8 4,3 Conserve di Nocera 969,3 5,8 0,6 3,4-2,0 5,5 32,1-5,3 Dolci di Alba e Cuneo 956,6 5,8 4,3 4,5-3,0 37,5 41,2-9,6 Vini del veronese 880,8 5,3 1,6-0,2-5,4 13,9-2,2-13,9 Lattiero-caseario lombardo 803,3 4,8 6,7-4,1-6,0 52,4-34,7-12,3 Alimentare napoletano 732,9 4,4 6,5 13,6 4,0 39,5 88,0 7,5 Alimentare di Parma 708,8 4,3 8,1 14,3 18,2 46,4 88,8 27,9 Ortofrutta del barese 683,2 4,1-6,0 29,9 0,7-33,8 157,3 1,6 Vini del Chianti 663,5 4,0 5,4 21,2 9,8 28,2 116,1 16,3 Salumi del modenese 632,9 3,8 1,3 0,7 5,7 8,3 4,7 9,3 Mele dell'alto Adige 587,1 3,5-2,8 13,5 19,3-15,1 70,0 23,0 Vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene 579,3 3,5 7,0 24,8 33,4 30,3 115,1 44,9 Ortofrutta romagnola 501,9 3,0-2,8 1,0 3,4-14,2 4,9 4,5 Olio toscano 495,6 3,0-4,7 23,6 33,4-19,6 94,5 33,2 Carni di Verona 419,1 2,5 15,4 21,3 22,4 46,1 73,7 21,3 Dolci e pasta veronesi 409,2 2,5-5,7 29,3 19,8-19,0 92,7 19,7 Caffè, confetterie e cioccolato torinese 371,8 2,2 11,9 2,1 1,6 38,7 7,6 1,7 Vini rossi e bollicine di Trento 366,8 2,2 4,2-2,6-3,2 15,1-10,0-3,1 Nocciola e frutta piemontese 325,5 2,0 11,4-1,3-17,2 33,7-4,4-21,3 Salumi di Parma 312,6 1,9-0,3 8,7 6,0-0,9 25,1 4,6 Lattiero-caseario di Reggio Emilia 233,2 1,4 0,4 4,3 16,1 0,8 9,5 8,3 Olio e pasta del barese 224,0 1,3 3,4-0,8 3,5 7,3-1,9 1,9 Lattiero-caseario Parmense 215,7 1,3 6,2-2,4 12,7 12,9-5,2 6,9 Riso di Pavia 215,1 1,3 4,5 3,0-3,6 8,9 6,3-2,1 Ortofrutta e conserve del foggiano 211,0 1,3 0,2 3,6 5,7 0,5 7,3 3,0 Florovivaistico di Pistoia 203,4 1,2-2,0-1,5 1,2-4,1-3,2 0,4 Mozzarella di bufala campana 194,9 1,2-36,4 76,3 59,5-63,4 84,3 12,0 Carni e salumi di Cremona e Mantova 181,6 1,1 3,5 3,6 11,2 6,0 6,3 5,0 Agricoltura della Piana del Sele 177,8 1,1-1,4 10,9 0,4-2,2 17,4 0,2 Vini bianchi di Bolzano 175,0 1,1 0,8 13,0 28,3 1,2 20,1 11,9 Riso di Vercelli 172,1 1,0 9,2 3,2-1,9 14,0 5,4-0,9 Olio umbro 159,2 1,0 6,4-14,0-24,0 11,2-26,0-10,3 Alimentare di Avellino 158,8 1,0 2,2-8,9-14,6 3,7-15,6-6,8 Pasta di Fara 140,6 0,8-1,3 15,8 10,3-1,6 19,1 3,7 Ortofrutta di Catania 140,5 0,8 2,9 10,1 1,1 3,6 12,9 0,5 Vini del Montepulciano d'abruzzo 133,4 0,8 8,4 8,3 5,8 9,6 10,2 1,9 Pomodoro di Pachino 131,6 0,8 7,8 1,7-7,4 9,4 2,2-2,2 Ortofrutta dell'agro Pontino 131,4 0,8-6,2 7,4 5,3-8,1 9,0 1,6 Vini di Franciacorta 116,2 0,7-6,7-18,1 6,4-10,2-25,7 1,8 Florovivaistico del ponente ligure 110,5 0,7-11,1 7,0 17,0-12,9 7,2 1,8 Salumi di Reggio Emilia 109,9 0,7 2,8-17,5-43,5 3,6-23,2-16,0 Mele del Trentino 94,8 0,6 0,1 33,3 0,7 0,1 23,7 0,2 Vini e liquori della Sicilia occidentale 88,1 0,5-8,8 0,7-4,6-8,4 0,6-1,1 Vini del Friuli 80,2 0,5 10,8 9,8 5,9 7,1 7,2 1,2 Lattiero-caseario del sassarese 72,5 0,4 4,5 16,4-31,1 2,7 10,2-6,0 Salumi dell'alto Adige 67,0 0,4 13,9-3,1 7,2 8,4-2,1 1,3 Prosciutto San Daniele 40,4 0,2-2,9 48,7 100,2-0,8 13,3 7,5 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat L analisi dell orientamento dei flussi commerciali delle imprese dei distretti agroalimentari evidenzia come nel quarto trimestre del 2015 le esportazioni verso i nuovi mercati siano arretrate in territorio negativo (-4,9% tendenziale), sulla scia della contrazione delle esportazioni registrate sul mercato russo; crescono invece i flussi commerciali diretti sui mercati maturi (+7,4% rispetto all ultimo trimestre del 2014), grazie all intonazione positiva delle vendite negli Stati Uniti e sui principali mercati europei (Germania, Regno Unito e Francia in primis). Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 13

Fig. 2.4 L evoluzione delle esportazioni dei distretti agro-alimentari per mercati di sbocco (variazioni % tendenziali) 35,0 30,0 Mercati maturi Nuovi mercati 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 2007T1 2007T2 2007T3 2007T4 2008T1 2008T2 2008T3 2008T4 2009T1 2009T2 2009T3 2009T4 2010T1 2010T2 2010T3 2010T4 2011T1 2011T2 2011T3 2011T4 2012T1 2012T2 2012T3 2012T4 2013T1 2013T2 2013T3 2014T1 2013T4 2014T2 2014T3 2014T4 2015T1 2015T2 2015T3 2015T4 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Complessivamente nel 2015 le esportazioni dei distretti agroalimentari dirette sui mercati maturi sono aumentate del 7,3%, evidenziando un accelerazione rispetto all anno precedente (+0,9%). Le esportazioni su questi mercati, che rappresentano il 76% delle esportazioni dell area, hanno raggiunto un valore pari a 12,6 miliardi di euro, grazie alle brillanti performance registrate dalle imprese distrettuali del Mezzogiorno negli Stati Uniti, mercato che con una crescita delle esportazioni del 19,3% (303 milioni di euro in più rispetto al 2014) ha offerto il maggior contributo alla crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari nel 2015. Seguono per contributo alla crescita Germania (+6% nel 2015 pari ad un incremento di 179,4 milioni rispetto al 2014) e Regno Unito (+8,6%, pari ad una crescita di 137,2 milioni di euro rispetto ai livelli di export del 2014). In lieve accelerazione e su livelli di massimo storico, le esportazioni dei distretti agroalimentari sui nuovi mercati: nel 2015, con una crescita del 7,2% le vendite su questi mercati hanno raggiunto un valore pari a 4 miliardi di euro. Tra i nuovi mercati il contributo maggiore alla dinamica dell area è stato offerto dalla Tunisia, mercato su cui continuano ad evidenziare un vivace profilo di crescita le esportazioni di prodotti dell Ortofrutta barese, dall Arabia Saudita, al traino dei buoni risultati di due distretti piemontesi (Dolci e Alba di Cuneo e Nocciola e frutta piemontese), e dell Alimentare di Avellino, e dalla Cina (+19,5%), dove sono cresciute le vendite del distretto dell Alimentare di Parma, dell Alimentare napoletano e dei Vini del Chianti. Fig. 2.5 L evoluzione delle esportazioni dei distretti agroalimentari sui mercati maturi 10 Var.% Export (mln di euro)- scala dx 14.000 8 12.000 6 10.000 4 8.000 2 6.000 0-2 4.000-4 2.000-6 - 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Fig. 2.6 - L evoluzione delle esportazioni dei distretti agroalimentari sui nuovi mercati 25 Var.% Export (mln di euro)- scala dx 5.000 20 15 4.000 10 3.000 5 0 2.000-5 1.000-10 -15-2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat 14 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Tab.2.2 Le esportazioni dei distretti agro-alimentari nei principali mercati di sbocco Milioni di euro Comp.% Var.% sul corrispondente periodo Differenza in milioni di euro dell'anno precedente 2015 2015 2014 2015 IV trim. 2015 2014 2015 IV trim. 2015 Agro-alimentare 16.616,6 100,0 2,1 7,3 4,2 312,7 1128,3 179,5 Germania 3.193,9 19,2-2,5 6,0 7,7-77,5 179,6 61,7 Stati Uniti 1.876,0 11,3 4,3 19,3 10,5 64,7 303,1 45,5 Francia 1.744,7 10,5-0,9 3,1 4,5-15,9 52,1 20,4 Regno Unito 1.738,2 10,5 3,2 8,6 10,3 49,9 137,2 47,7 Svizzera 563,4 3,4 3,9 3,4 3,4 20,4 18,4 5,2 Paesi Bassi 519,6 3,1 2,1 7,3 3,5 9,9 35,4 4,9 Belgio 480,1 2,9 0,5 5,3 6,4 2,1 24,0 7,9 Austria 420,6 2,5-1,2-2,0-0,9-5,3-8,4-1,0 Spagna 419,8 2,5 2,2 2,4 6,5 8,6 9,8 7,0 Giappone 399,9 2,4 6,3 2,1-0,4 23,3 8,2-0,3 Canada 399,0 2,4 0,0 10,0 11,5 0,0 36,2 11,1 Svezia 318,5 1,9 1,2 10,3 10,4 3,4 29,8 7,8 Danimarca 288,1 1,7 3,7 3,4 6,0 9,9 9,4 4,4 Polonia 277,7 1,7 1,8 3,1-3,0 4,8 8,4-2,5 Australia 239,4 1,4 3,8 10,6 1,3 7,9 23,0 0,7 Cina 220,0 1,3 22,1 19,5 16,6 33,3 35,9 9,4 Norvegia 167,6 1,0 3,7 6,2 7,9 5,6 9,8 3,6 Russia 160,7 1,0-20,4-34,5-24,2-62,7-84,5-17,7 Tunisia 148,5 0,9 70,1 106,8-74,7 29,6 76,7-18,2 Grecia 141,5 0,9-2,6-6,2 1,7-4,0-9,4 0,6 Arabia Saudita 139,0 0,8 28,5 37,0 48,5 22,5 37,6 15,9 Repubblica Ceca 137,4 0,8-10,2 8,5 2,0-14,3 10,8 0,7 Emirati Arabi Uniti 130,7 0,8 21,0 27,6 21,0 17,8 28,3 7,1 Hong Kong 116,6 0,7 17,2 7,7 6,7 15,9 8,3 2,2 Turchia 105,4 0,6 16,6 24,6-43,9 12,0 20,8-19,3 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 15

3. La geografia dei distretti industriali 3.1 La mappa delle performance dell export In questo paragrafo si vuole fornire un indicazione visiva dell andamento dei distretti industriali italiani nei mercati esteri. Sulla cartina geografica dell Italia sono rappresentati (attraverso dei cerchi) i distretti industriali analizzati nel Monitor dei Distretti. A cura di Angelo Palumbo La dimensione del cerchio indica l importanza di ogni distretto in termini di fatturato e di numero di imprese appartenenti al distretto stesso. Il colore dei cerchi fornisce, invece, indicazioni circa l andamento delle esportazioni dei distretti nel 2015 rispetto al 2014. In verde i distretti che hanno registrato un aumento delle esportazioni superiore al 5%; in rosso i distretti che hanno subito un calo delle esportazioni non inferiore al -5%; in bianco i distretti che hanno maturato una variazione delle esportazioni compresa tra il -5% e il +5%. Nella prima cartina geografica è illustrato l andamento di tutti i distretti nel 2015. Nelle cartine successive è invece rappresentata l evoluzione dei distretti per filiera produttiva (Metalmeccanica, Sistema casa, Sistema moda e Agro-alimentare). Nella tavola che segue sono indicati i distretti tradizionali rappresentati nelle cartine geografiche dell Italia. 16 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Label Distretto Label Distretto 1 Abbigliamento del barese 75 Meccanica strumentale del Bresciano 2 Abbigliamento del napoletano 76 Meccanica strumentale di Bergamo 3 Abbigliamento di Empoli 77 Meccanica strumentale di Varese 4 Abbigliamento di Rimini 78 Meccanica strumentale di Vicenza 5 Abbigliamento e calzature della Bassa Bresciana 79 Meccatronica del barese 6 Abbigliamento marchigiano 80 Mele del Trentino 7 Abbigliamento nord abruzzese 81 Mele dell'alto Adige 8 Abbigliamento sud abruzzese 82 Metalli di Brescia 9 Abbigliamento-tessile gallaratese 83 Metalmeccanica di Lecco 10 Agricoltura della Piana del Sele 84 Metalmeccanico del basso mantovano 11 Alimentare di Avellino 85 Mobile d'arte del bassanese 12 Alimentare di Parma 86 Mobile del Livenza e Quartiere del Piave 13 Alimentare napoletano 87 Mobile dell'alta Valle del Tevere 14 Articoli in gomma e materie plastiche di Varese 88 Mobile imbottito della Murgia 15 Caffè, confetterie e cioccolato torinese 89 Mobile imbottito di Quarrata 16 Calzatura sportiva di Montebelluna 90 Mobili imbottiti di Forlì 17 Calzatura veronese 91 Mobili in stile di Bovolone 18 Calzature del Brenta 92 Mobilio abruzzese 19 Calzature del nord barese 93 Mozzarella di bufala campana 20 Calzature di Casarano 94 Nautica di Viareggio 21 Calzature di Fermo 95 Nocciola e frutta piemontese 22 Calzature di Lamporecchio 96 Occhialeria di Belluno 23 Calzature di Lucca 97 Olio e pasta del barese 24 Calzature di San Mauro Pascoli 98 Olio toscano 25 Calzature di Vigevano 99 Olio umbro 26 Calzature napoletane 100 Oreficeria di Arezzo 27 Calzetteria di Castel Goffredo 101 Oreficeria di Valenza 28 Calzetteria-abbigliamento del Salento 102 Oreficeria di Vicenza 29 Cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano 103 Ortofrutta del barese 30 Carni di Verona 104 Ortofrutta dell'agro Pontino 31 Carni e salumi di Cremona e Mantova 105 Ortofrutta di Catania 32 Cartario di Capannori 106 Ortofrutta e conserve del foggiano 33 Cartario di Fabriano 107 Ortofrutta romagnola 34 Casalinghi di Omegna 108 Pasta di Fara 35 Ceramica artistica di Bassano del Grappa 109 Pelletteria del Tolentino 36 Ceramica di Civita Castellana 110 Pelletteria e calzature di Arezzo 37 Ceramica di Sesto Fiorentino 111 Pelletteria e calzature di Firenze 38 Ciclomotori di Bologna 112 Piastrelle di Sassuolo 39 Coltelli, forbici di Maniago 113 Pomodoro di Pachino 40 Concia di Arzignano 114 Porfido di Val di Cembra 41 Concia di Solofra 115 Prodotti in vetro di Venezia e Padova 42 Concia e calzature di Santa Croce sull'arno 116 Prosciutto San Daniele 43 Conserve di Nocera 117 Riso di Pavia 44 Cucine di Pesaro 118 Riso di Vercelli 45 Dolci di Alba e Cuneo 119 Rubinetteria e valvolame Cusio-Valsesia 46 Dolci e pasta veronesi 120 Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane 47 Elettrodomestici di Inox valley 121 Salumi del modenese 48 Florovivaistico del ponente ligure 122 Salumi dell'alto Adige 49 Florovivaistico di Pistoia 123 Salumi di Parma 50 Food machinery di Parma 124 Salumi di Reggio Emilia 51 Frigoriferi industriali di Casale Monferrato 125 Sedie e tavoli di Manzano 52 Gomma del Sebino Bergamasco 126 Seta-tessile di Como 53 Grafico veronese 127 Sistemi per l'illuminazione di Treviso e Venezia 54 Jeans valley di Montefeltro 128 Strumenti musicali di Castelfidardo 55 Lattiero-caseario del sassarese 129 Sughero di Calangianus 56 Lattiero-caseario di Reggio Emilia 130 Termomeccanica di Padova 57 Lattiero-caseario lombardo 131 Termomeccanica scaligera 58 Lattiero-caseario Parmense 132 Tessile di Biella 59 Lavorazione metalli Valle dell'arno 133 Tessile e abbigliamento della Val Seriana 60 Legno di Casalasco-Viadanese 134 Tessile e abbigliamento di Arezzo 61 Legno e arredamento della Brianza 135 Tessile e abbigliamento di Prato 62 Legno e arredamento dell'alto Adige 136 Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno 63 Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena 137 Tessile e abbigliamento di Treviso 64 Macchine concia della pelle di Vigevano 138 Vini bianchi di Bolzano 65 Macchine legno di Rimini 139 Vini del Chianti 66 Macchine per l'imballaggio di Bologna 140 Vini del Friuli 67 Macchine tessili di Biella 141 Vini del Montepulciano d'abruzzo 68 Macchine utensili di Piacenza 142 Vini del veronese 69 Macchine utensili e per il legno di Pesaro 143 Vini di Franciacorta 70 Maglieria e abbigliamento di Carpi 144 Vini di Langhe, Roero e Monferrato 71 Maglieria e abbigliamento di Perugia 145 Vini e liquori della Sicilia occidentale 72 Marmo di Carrara 146 Vini rossi e bollicine di Trento 73 Marmo e granito di Valpolicella 147 Vino prosecco di Conegliano-Valdobbiadene 74 Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 17

Fig. 3.1 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti nel 2015 18 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Fig. 3.2 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti nel 2015: METALMECCANICA Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 19

Fig. 3.3 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti nel 2015: SISTEMA CASA 20 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

Fig. 3.4 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti nel 2015: SISTEMA MODA Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 21

Fig. 3.5 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti nel 2015: AGRO-ALIMENTARE 22 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

3.2 Il planisfero delle esportazioni In questo planisfero è illustrato l andamento delle esportazioni nei 142 sbocchi commerciali, dove i distretti nel 2014 hanno esportato beni per un valore non inferiore a 5 milioni di euro. Sono ombreggiati i paesi in cui i distretti nel 2014 hanno registrato un valore dell export inferiore a 5 milioni. I paesi in cui i distretti hanno registrato un aumento tendenziale delle esportazioni superiore al 5% sono di colore verde. I mercati in cui l export distrettuale si è ridotto di almeno il -5% sono illustrati in rosso. Gli sbocchi commerciali in cui i distretti hanno sperimentato una variazione delle vendite estere compresa tra il -5% e il +5% sono di colore bianco. Fig. 3.6 - Evoluzione delle esportazioni dei distretti nel 2015 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 23

4. La CIG nei distretti industriali tradizionali I dati di Cassa Integrazione Guadagni 2 relativi all anno 2015 mettono in luce una contrazione delle ore autorizzate nei distretti tradizionali: il monte ore si assesta a quota 124,5 milioni, in calo del 26,9%. La tendenza è guidata da una forte decelerazione delle ore di Cassa Straordinaria (CIGS) 3, ovvero dello strumento finalizzato alla gestione delle situazioni di crisi strutturale delle imprese: il calo della CIGS è infatti del 23,9%, nel confronto con il 2014. Tuttavia, la CIGS mantiene un peso del 58,4% sul monte ore distrettuale complessivo, a testimonianza della situazione ancora tesa che contraddistingue il contesto operativo distrettuale, soprattutto sul fronte del mercato interno. Calano nel 2015 anche le ore autorizzate di Cassa Ordinaria (CIGO) 4, nell ordine del 16,5%, interrompendo il trend di crescita che le aveva contraddistinte fino al periodo estivo. La CIGO è pensata per gestire situazioni aziendali dovute a eventi transitori - e non imputabili all impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali, oppure situazioni temporanee di mercato. A cura di Ilaria Sangalli Le dinamiche di CIGO e CIGS vanno tuttavia lette con cautela, in quanto di difficile interpretazione allo stato attuale. Da un lato, una fetta consistente del tessuto produttivo distrettuale potrebbe aver esaurito i termini di utilizzo degli strumenti, dopo i picchi raggiunti nel corso del triennio 2009-11. Sulla base della normativa standard, il ricorso alla CIGS risulta limitato a un periodo di 12 mesi nel caso di crisi/procedure concorsuali e di 24 mesi nel caso di ristrutturazioni, riorganizzazioni, riconversioni, nell arco di un quinquennio. Le integrazioni salariali ordinarie sono invece corrisposte fino ad un periodo massimo di 13 settimane continuative, prorogabili trimestralmente fino ad un massimo complessivo di 52 settimane (in un biennio mobile) - fatti salvi i casi in sui si verifichino eventi oggettivamente non evitabili. Inoltre, il 24 settembre 2015 è entrato in vigore il decreto legislativo 148 attuativo del Jobs Act, recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali. Una delle novità più rilevanti riguarda l imposizione di un limite massimo complessivo per lo sfruttamento delle ore di Cassa: per ciascuna unità produttiva, la somma dei trattamenti ordinari e straordinari di integrazione salariale non può superare la durata massima complessiva di 24 mesi in un quinquennio mobile 5. Nonostante il decreto preveda l estensione degli strumenti anche agli apprendisti e alle imprese con meno di 15 dipendenti, si sottolinea come, allo stesso tempo, il requisito di anzianità di effettivo lavoro per godere degli strumenti di Cassa (90 giorni, alla data di presentazione della domanda di cassa integrazione) sia stato esteso per la prima volta anche alla Cassa Ordinaria. Ciò dovrebbe aver comportato, sulla base delle prime stime INPS, una contrazione delle richieste di ore autorizzate di Cassa Integrazione, a partire dal mese di 2 In questo paragrafo vengono presentati i dati di Cassa Integrazione Guadagni (monte ore autorizzate) per i distretti tradizionali. Mancano i dati relativi ai distretti agro-alimentari, dal momento che il dettaglio fornito dalla banca dati INPS in termini di specializzazione produttiva non consente di individuare correttamente il fenomeno. I dati CIG dei distretti sono infatti ottenuti incrociando i dati provinciali con le categorie merceologiche Ateco 2002 a due digit. Poiché i settori di specializzazione a due digit risultano talvolta più ampi degli effettivi settori di specializzazione distrettuali, il calcolo del monte ore potrebbe risultare sovrastimato. Quando la sovrastima che si ottiene è eccessiva, come nel caso dei distretti agro-alimentari, si è preferito omettere il risultato. 3 La Cassa Straordinaria è adottata quando l azienda si trova a fronteggiare processi di ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione o in caso di crisi aziendale, fallimento, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa e amministrazione straordinaria. 4 La CIGO è rivolta alle aziende industriali non edili e alle aziende industriali e artigiane dell edilizia e del settore lapideo che sospendono o riducono l attività aziendale a causa di eventi temporanei e transitori quali ad esempio la mancanza di commesse, le avversità atmosferiche. Può essere concessa per 13 settimane, più eventuali proroghe fino a 12 mesi; in determinate aree territoriali il limite è elevato a 24 mesi. 5. Ai fini del controllo del limite di utilizzo si procede nel seguente modo: si considera la prima settimana oggetto di richiesta di prestazione e, a ritroso, si valutano le 259 settimane precedenti (cosiddetto quinquennio mobile). Se in tale arco temporale saranno già state autorizzate 104 settimane (pari cioè a 24 mesi) non potrà essere riconosciuto il trattamento richiesto. 24 Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche

novembre, ed in particolare in corrispondenza della CIGO che al momento pesa sul monte ore complessivo distrettuale in misura pari al 32%. Si ricorda inoltre come nel corso del 2014 sia stato approvato un decreto che disciplina i criteri di accesso alla Cassa in Deroga (CIGD) 6. In particolare, è possibile identificare nel 4 agosto 2014 la data di effettiva entrata in vigore dei nuovi criteri di assegnazione della CIGD, aventi l obiettivo di restringere la platea dei beneficiari dello strumento e di indurre ad un utilizzo più efficiente delle risorse pubbliche in vista di una archiviazione definitiva di questa tipologia di strumento a partire dal 2016 7. Nello specifico, i mesi di fruibilità dello strumento sono scesi nel 2015 da 11 a 5. Le marcate decelerazioni che si osservano in corrispondenza delle ore autorizzate CIGD 2015, per una variazione tendenziale complessiva di -71,6% a livello di aggregato distrettuale, devono quindi essere interpretate di conseguenza. I dati disponibili per il primo bimestre del 2016 confermano una situazione di contrazione delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nei distretti tradizionali (-19,5%), diffusa a tutte le tipologie di strumento. Si segnala come la nuova legge di stabilità 2015 abbia previsto una proroga della Cassa in Deroga nel corso dell anno 2016, con una parziale modifica alle regole fissate nell'agosto del 2014 (quando, come prima si accennava, era stata modificata in senso restrittivo l'intera disciplina dei sussidi in deroga, in vista della loro archiviazione entro il 2016). Infatti, a decorrere dal 1 gennaio 2016 e sino al 31 dicembre 2016 si prevede che il trattamento di integrazione salariale in deroga possa essere concesso o prorogato per un periodo non superiore a tre mesi. I lavoratori potranno cioè ottenere nel 2016 tre mesi di sussidio CIGD, due in meno rispetto al 2015 e otto in meno rispetto al 2014. La modifica - secondo la relazione illustrativa del Governo - si rende necessaria per consentire il transito ai nuovi ammortizzatori previsti dal Jobs Act, in particolare verso i nuovi fondi di solidarietà di settore (anche se i datori di lavoro che occupano da 5 a 15 dipendenti potranno farne uso non prima del 1 luglio 2016). Tutto ciò rende, ancora una volta, i dati CIGD non confrontabili da un anno con l altro, sebbene i nuovi criteri non vadano a modificare le regole di accesso allo strumento. Resta infatti confermata la platea dei beneficiari potenziali, che include i dipendenti (anche se apprendisti oppure impiegati con contratto di somministrazione) delle imprese che non possono fruire degli ammortizzatori ordinari (oppure hanno esaurito i termini di utilizzo degli ammortizzatori ordinari), a condizione che siano in possesso di un'anzianità lavorativa presso l'impresa di almeno 12 mesi, e che siano stati utilizzati del tutto gli altri interventi che consentono di gestire i cali di lavoro (compreso lo smaltimento delle ferie). 6 Trattasi del decreto interministeriale 83473 adottato ai sensi dell art.4 comma 2 del decreto legge 54/2013, convertito nella Legge 85/2013. 7 La Cassa Integrazione in Deroga può essere concessa ai soli lavoratori sospesi dall'attività lavorativa a zero ore o ad orario ridotto, esclusivamente per i seguenti motivi: situazione aziendale temporanea e transitoria non imputabile all'imprenditore o ai lavoratori; crisi aziendali determinate da situazioni di difficoltà temporanee di mercato; crisi aziendali; ristrutturazione o riorganizzazione. Non è possibile autorizzare la concessione di CIGD nel caso in cui l'azienda in crisi cessi completamente o in parte la propria attività di produzione. In base alla normativa vigente, può essere concessa o prorogata anche ai lavoratori subordinati, con qualifica di operai, impiegati e quadri, ivi compresi gli apprendisti e i lavoratori somministrati, subordinatamente al possesso di una anzianità lavorativa di almeno 8 mesi alla data di inizio del periodo di intervento di cassa integrazione guadagni in deroga per l'anno 2014, portata a 12 mesi nel 2015. Prima di poter richiedere e autorizzare i trattamenti di integrazione salariale in deroga, l'impresa deve avere prima utilizzato tutti gli strumenti ordinari di flessibilità come ad esempio le ferie e i permessi residui dei lavoratori. Dal 1 gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2015 la durata della cassa integrazione non può superare i 5 mesi nell'arco di tutto l'anno. Nel calcolo dei suddetti periodi di concessione CIGD rientrano anche tutti i periodi di fruizione di integrazione salariale in deroga anche riferiti a diversi provvedimenti di concessione o proroga di ciascuna unità produttiva. Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche 25