VIAGGIARE IN CORSIA DI SORPASSO



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VIAGGIARE IN CORSIA DI SORPASSO Partiti con ambiziosi obiettivi da regata, in cantiere hanno poi deciso di puntare anche sulla crociera. L'impostazione aggressiva resta e si vede. Bastano 8 nodi per farla volare di Paola Bertelli Lignano Sabbiadoro in una mattina senza vento, non sembra decisamente la situazione ideale per provare il Dehler 41. Antonio Pezzoni di Nautigamma (gli importatori in Italia di Dehler), invece, è molto tranquillo: "Ci bastano 3-4 nodi di vento per farvi capire che cammina. E cammina bene". Il Dehler 41 è l'ultima creazione del cantiere tedesco: un cruiser racer progettato dallo studio Judel e Vrolijk. Siamo andati a provarlo per vedere se era più un racer prestato alla crociera o viceversa. Già in banchina sembra aggressivo, con un bell albero alto 19,80 metri dall'acqua. Lo scafo non ha slanci e il baglio massimo arretrato (che resta invariato fino a poppa) è generoso ma senza esagerare, le entrate di prua sono fini. La carena a U non troppo forzata senza lo spigolo molto in voga in questo periodo è piatta e lo dimostra anche la sentina 28 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 29

Sulla poppa, a pelo d'acqua, c'è un foro da cui si estrae una scaletta di emergenza in tessile. Un dettaglio poco frequente ma che può rivelarsi molto utile Peccato non sia previsto un sistema per il ricovero dello sprayhood. Qui vedete gli archi in acciaio poggiati sulla tuga e senza la tela montata Il pulpito aperto può essere scomodo in crociera. Quando da andature larghe si orza la base del fiocco deve essere recuperata all'interno I winch Harken sono sottodimensionati. Meglio sceglierli maggiorati sia per manovre più rapide in regata sia per fare meno fatica in crociera Le finestrature lunghe e scure a lato della tuga e i due passauomo con apertura affacciata sul tetto danno aria e luce all'interno Si sente la mancanza di un punto di appoggio quando si esce dal pozzetto. Il tientibene in acciaio che c'è sulla tuga è corto e troppo verso prua Da sempre la giunzione tra scafo e coperta è un punto di forza del cantiere. Prima viene incollata e poi viene resinata lungo tutto il perimetro La prua è verticale. Ormai gli slanci sono "fuori moda". Si punta alla massima lunghezza al galleggiamento in modo da migliorare la velocità critica poco profonda: nella cabina di prua hanno dovuto fare un gradino ai piedi della cuccetta per ricavare lo spazio per il trasduttore dell'eco e l'elichetta del log. L aspetto pare corsaiolo e in effetti, come ci conferma Torsten Conradi, progettista dello studio J/V, che da anni segue i progetti Dehler, a eccezione del periodo in cui il cantiere è stato di proprietà dell'olandese Wilan van den Berg: "All'inizio il progetto era un racer-cruiser...l'alta stabilità intrinseca aiuta a mantenere sempre buone velocità medie... molto ambizioso e focalizzato sulle regate. Durante il processo di sviluppo la domanda del mercato, dei dealer e della compagnia si è spostata più verso un cruiser-racer (e, aggiungiamo noi, non hanno avuto torto visto che fino a ora ne sono stati venduti quasi 50 di cui solo 4 in versione regata pura). Oltre al nostro normale lavoro con il VPP (programma di previsione di velocità) abbiamo anche utilizzato il CDF (programma per la simulazione fluidodinamica) per cercare una forma in grado di reggere un dislocamento maggiore senza troppi compromessi". Compromessi raggiunti, per esempio, da volumi interni che danno una buona abitabilità grazie anche ai bordi liberi medio-alti e da uno scafo non più leggerissimo, come avrebbe dovuto essere all'inizio, e, precisa il progettista,"con una alta stabilità intrinseca che aiuta a mantenere buone velocità medie in condizioni difficili anche a equipaggi non professionisti". La barca è stata disegnata con in mente le regole di stazza Irc e Orc ma senza forzature, "fondamentalmente è stata progettata per raggiungere la migliore velocità rispetto alla rapporto stabilito tra peso e lunghezza. Grazie a un buon rating specie in Orc dovrebbe essere competitiva se ben equipaggiata e ben portata". La strategia commerciale del...albero passante, in alluminio o carbonio, e tre diverse chiglie... cantiere è chiara: la barca è pensata in modo flessibile, la versione base è semplice e la scelta di avere una configurazione più o meno sportiva o più o meno rifinita è in mano all'armatore, al suo modo di vedere e vivere la barca e, non ultimo, al suo portafogli. Le scelte strutturali principali sono tra albero passante in alluminio o carbonio, tre diverse chiglie e la coperta che può essere laminata a mano o sottovuoto per risparmiare circa 200 chili. Dato che sarebbe stato impossibile ottimizzare ogni singola configurazione il progetto nasce per quella più spinta (con albero in carbonio e chiglia race)... e le altre si adeguano. Per quanto riguarda gli interni la versione base è a due cabine e un grande bagno con alle spalle un gavone/ ripostiglio accessibile anche dall'esterno. Si possono comunque avere tre cabine e due bagni. Le finiture sono in mo- 30 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 31

Nonostante l'aria leggera la barca si è dimostrata agile. Con 8 nodi di vento di bolina abbiamo navigato a 6 nodi Il piano velico è moderno e influenzato dalle regole di stazza, con un fiocco piccolo e randa potente gano o in teak chiaro. La barca che abbiamo utilizzato per la nostra prova è stata voluta dall'armatore con una impostazione crocieristica: teak in coperta, pescaggio standard a 2,20 metri, albero in alluminio ed equipaggiamento completo di winch elettrico e bowthruster. A caccia di aria Usciamo da marina Punta Faro di Lignano e, seguendo il canale tra le briccole, entriamo in laguna, lasciamo poi l'isola delle Conchiglie a sinistra facendo rotta verso il largo. Il vento è leggero, il mare completamente piatto, ma si vede una linea scura di aria che, puntuale, arriva come da previsioni dei locali. A bordo siamo in due e ci gestiamo senza nessun problema le manovre. Il piano velico è Fino a qualche anno fa lo sprayhood non era molto richiesto per ragioni estetiche. Oggi è sdoganato e, se si naviga, molto apprezzato armato a 9/10 e privilegia una randa di 55 metri quadri, che si sviluppa verso l'alto, rispetto a un fiocco di 37 metri quadri e con sovrapposizione al 105%. La randa sale rapida (il winch elettrico per le drizze è un vizio che si apprezza velocemente) e srotoliamo il fiocco. Dal timone si riesce a controllare bene sia il trasto di randa, sia i due winch che regolano la scotta armata alla tedesca. Per il fiocco i problemi sono pochi, la minima sovrapposizione lo rende semplice da gestire; peccato però dia poca potenza alla barca, cosa che con poco vento ci avrebbe fatto molto comodo. Ma il fiocchetto rispecchia in pieno i piani velici moderni con rande allungate in alto e fiocchi minimi. I vantaggi ad avere vele di prua piccole ci sono, oltre che in regata, per via delle regole di stazza, anche in crociera: grande la comodità sia nelle regolazioni sia nelle manovre. Inoltre è possibile fissare le sartie a murata, cosa che semplifica la costruzione ed elimina i tiranti in dinette spesso scomodi. Ma tornando alla prova, nonostante le due ruote del timone la sensibilità e la precisione sono notevoli, la timonata è molto diretta, il timone è poco demoltiplicato, la ruota compie solo 3/4 di giro. Anche con aria leggera la barca è agile e pronta nelle risposte, oltre che molto sensibile alle regolazioni delle vele. Il timoniere è costretto a essere sempre attento. In bolina stretta con vento reale sugli 8 nodi la barca naviga a 6 nodi e al traverso quasi raggiunge la velocità del vento; 5,7 nodi di velocità, invece, al lasco. Il trasto di randa è lungo e ben posizionato e può essere regolato facilmente sia 32 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 33

Il pozzetto grande e sgombro con panche piuttosto corte (1,80 metri) sottolinea l'attenzione per la regata. Il lungo trasto di randa è una manovra importante per il controllo di una "grande randa" dal timoniere, in crociera, sia dal randista, in regata. Il randista soffre però la posizione arretrata dei winch un po' troppo vicina alle ruote. Il vento non è mai salito oltre gli 8 nodi, ma è bastato per vedere il buon passo della barca, che accelera subito anche nelle raffichette più leggere e in virata attraversa l'angolo morto, di 95, mantenendo sempre velocità. Buona la sua capacità evolutiva anche in queste condizioni: la barca gira su se stessa. Purtroppo a bordo non c'era l'attrezzatura per il gennaker e con un fiocco così piccolo la "voglia" di gennaker è forte. Anche perché con il vento che abbiamo avuto durante la prova lo avremmo potuto usare già tra la bolina larga e il traverso. Comunque la vela si mura su un bompresso smontabile in carbonio che è fissato in coperta dopo essere passato in un anello posto a fianco del musone dell ancora. È una soluzione buona per la crociera, in regata soffre il fatto di non poter regolare il punto di mura, salvo modifiche. Come è fatto Dehler ha sempre puntato su scafi robusti per questioni sia di sicurezza sia di durata. Questo 41 piedi ha lo scafo laminato sottovuoto per infusione, con resina vinilestere e sandwich con anima in schiuma, i madieri nella zona della chi- La carena è moderna ma senza lo spigolo. Il paterazzo in spectra è sdoppiato e regolabile attraverso un paranco con un un rapporto di riduzione di 48:1 La coperta è versatile Considerata la doppia vita di questa barca - tra la regata e la crociera - avere un piano di coperta flessibile fa la differenza. A parte la scelta iniziale e irreversibile tra coperta in teak o meno, sono varie le soluzioni temporanee che trasformano la barca: in regata, quando i pesi vanno contenuti al massimo, lo specchio di poppa si smonta rapidamente, così come il tavolo centrale in pozzetto e il musone dell'ancora. L'organizzazione complessiva è buona, la tuga abbastanza stretta lascia spazio ai passavanti e permette di avere le rotaie del fiocco piuttosto all'interno per chiudere la vela di prua in bolina. Però se si deve lavorare all'albero, occhio a non scivolare, la tuga è arrotondata e soprattutto liscia, senza antiskid (il resto della coperta ha un ottimo antiscivolo in polvere di quarzo applicato al gelcoat). Una scelta estetica che obbliga a pensare di mettere delle strisce adesive antiscivolo... poco estetiche e di durata limitata. A poppa, sotto i piedi del timoniere, ci sono tre gavoni: uno dedicato alla zattera di salvataggio, uno per l'ispezione della timoneria e uno enorme per lo stivaggio. Sotto le panche del pozzetto i due gavoni non sono molto profondi Le manovre sono tutte rinviate in pozzetto e scorrono sotto un carter lasciando la tuga sgombra Scotta di randa alla tedesca a scomparsa e sartie a murata rendono i passavanti sgombri. Il rullafiocco Furlex TD300 sotto il piano di coperta, nel gavone ancora, aiuta ad avere un fiocco più efficiente (i rinvii però rischiano di generare qualche attrito di troppo). Due sedute sono integrate nella plancia di poppa La consolle per il plotter è optional, di serie le ruote del timone sono "nude" e in questo caso si sente la mancanza di un tientibene. La posizione al timone è corretta, unico appunto è la scelta di montare quasi a pavimento le bussole: l'occhio è sempre costretto a cercarle e in caso di navigazioni lunghe non è comodo 34 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 35

Il tocco in più del teak biondo Al salone di Genova dello scorso ottobre l'avevamo vista con gli interni in mogano. Scuri, rigorosi e un po' duri. Sulla barca del test sono in teak biondo. La differenza è notevole sia esteticamente sia nel prezzo (il teak costa 7.900 euro in più). Nel fare la scelta va considerato bene l'uso che si vuol fare di questo cruiser-racer: meglio un meno delicato e prezioso mogano se si hanno in programma molte regate che, si sa, "consumano" le barche dentro e fuori. Per quanto riguarda i layout si parte da una versione standard a 2 cabine e 1 bagno e si arriva a 3 cabine e 2 bagni. Nessun ambiente prevale sugli altri e lo spazio è ben distribuito. Le altezze non sono esagerate: tra 1,91 e 1,95 metri e scendono a 1,85 a prua. In dinette due passauomo con apertura affacciata assicurano un buon giro d'aria con ogni vento, più limitato invece il giro d'aria nelle cabine a poppa. A prua il letto misura, nel punto più largo, 2,08x1,90 metri. Oltre agli armadi anche due pratici comodini a scaffale Tre pescaggi diversi La chiglia è fi ssata con 8 prigionieri da 30 mm a una lunga piastra in ghisa da 20 mm. La barca prevede tre pescaggi diversi tutti molto allungati: lo standard di 2,20 metri, race 2,40 e ridotto 1,98. Nei primi due casi la chiglia è a T con siluro rispettivamente in ghisa e in piombo. Nel terzo caso è a L con appendice in piombo. All'interno i paglioli in laminato (molto robusti e resistenti agli urti) sono a incastro in modo da avere tutta la sentina ispezionabile. Grande l'apertura del vano motore che facilita la manutenzione. "Triste" invece l'elica a due pale fisse fornita standard, l'optional delle (due o tre) pale abbattibili è quasi obbligatorio su una barca sportiva. L'armatore qui ha voluto una modifica al carteggio: niente tavolo e seduta scorrevoli su binari come proposto dal cantiere, ma tavolo fisso a parete Il bagno è grande, la doccia è nascosta dietro la porta. Nella versione a 2 cabine c'è lo spazio per box doccia e armadio cerate Le cabine a poppa hanno quasi un metro quadro di calpestio, che non è poco. Profondo e ben rifinito all'interno l'armadio Buono lo stivaggio in cucina e comoda la doppia apertura (verticale e a pozzo) del frigo glia sono laminati insieme allo scafo per una maggiore robustezza e dopo viene incollato il ragno di rinforzo. La coperta è laminata a mano, in sandwich ma con anima di balsa e nei punti di maggiore sforzo o dove in futuro si potrebbero fare dei fori è in vetroresina piena. L'opzione con anima in schiuma e lavorazione per infusione è prevista per le versioni più sportive, si risparmiano 180 chili. Le prese di forza (candelieri, bozzelli ecc.) non sono avvitatecon semplici viti e dadi ma fissati a una piastra affogata nel laminato. Da sempre vanto del cantiere è la giunzione tra scafo e coperta: le due flange sono prima incollate e poi laminate lungo tutto il perimetro, un bottazzo in alluminio copre le imperfezioni. Così il blocco risulta omogeneo, quasi monolitico, e la possibilità di infiltrazioni d'acqua nel punto di giunzione praticamente annullata. Discrete le autonomie, in linea con barche sportive: 110 litri di gasolio e 295 litri di acqua, il cui serbatoio è a prua sotto la cuccetta, la disposizione dei pesi non è l ideale anche se è vero che in regata, specie tra le boe, si naviga con i serbatoi più vuoti possibile. 36 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 37

IL DEHLER 41 in cifre DATI TECNICI Lunghezza f.t. 12,40 m Lunghezza al gall. 11,50 m Larghezza 3,93 m Pescaggio std 2,20 m Dislocamento std 8.190 kg Zavorra 2.980 kg Sup. velica randa 55 mq Sup. velica fiocco (105%) 37 mq Cabine 2/3 Bagni 1/2 Motore 39 hp Serbatoio acqua 295 lt Serbatoio gasolio 110 lt Categoria CE A Progetto di Judel&Vrolijk & Co. PREZZO E OPTIONAL Prezzo base 156.900 Il prezzo base è basso, ma fate bene i conti, sono parecchi gli optional a cui è diffi cile rinunciare Randa e fiocco in dacron 5.970 Pack elettronica 7.990 Elica a due pale abbattibili 990 Musone di prua, vericello, ancora 2.450 Tavolo in pozzetto 2.090 Specchio di poppa apribile 2.200 Albero, boma carbonio, chiglia R 50.080 *i prezzi si intendono senza iva IMPORTATO DA Nautigamma Trade Loc. Marina Punta Faro 33054 Lignano (UD) tel 0431.720500 staff@dehler.it www.dehler.it Conclusioni Dopo la "strana" parentesi olandese Dehler è tornato in sé. Lo ha dimostrato prima con il 32' e ora con questo 41'. Una barca sportiva ma senza esasperazioni; di certo darà soddisfazioni in regata se scelta nella giusta configurazione. In crociera sarà apprezzata ma impegnerà il suo equipaggio (almeno il timoniere e un'altra persona in pozzetto). Il prezzo base è basso ma è solo il punto di partenza: la barca è offerta "nuda e cruda", deve poi essere attrezzata e qui è importante avere ben chiaro come verrà usata. A vela è divertente, molto agile e reattiva alle regolazioni. La timonata è precisa e richiede attenzione. All'interno sono diversi i layout previsti, la versione standard è due cabine e un bagno... forse una gestione dello spazio di questo genere è troppo lussuosa su un 41 piedi, ma per noi è da prendere in seria considerazione. 38 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 LA MIA VELA - GIUGNO 2012 39