Prezzi, costi ed opportunità per le PMI nel settore energetico



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Transcript:

Prezzi, costi ed opportunità per le PMI nel settore energetico Edgardo Curcio Presidente AIEE Workshop Il mercato energetico in Italia: vantaggi e opportunità per le PMI Milano, 11 novembre 2010

Indice 1. Il quadro energetico in Italia: analisi della domanda e previsioni al 2010 e 2011 2. I prezzi delle varie fonti energetiche e loro tendenze 3. I nodi principali del problema energetico in Italia 4. L energia e le PMI: costi e vincoli 5. Le opportunità per le PMI di ridurre i costi energetici e sviluppare nuove attività 6. Conclusioni 2

1. Il quadro energetico in Italia: analisi della domanda e previsioni al 2010 e 2011 Il quadro energetico del nostro Paese è abbastanza cambiato nel corso degli ultimi dieci anni soprattutto sul lato della domanda, molto meno sul lato dell offerta. Restano infatti immutati rispetto agli anni passati: il pesante ruolo delle importazioni ed il continuo declino delle produzioni nazionali (soprattutto gas); la dipendenza geopolitica per i nostri approvvigionamenti energetici (in particolare gas) da pochi Paesi produttori; il forte peso degli idrocarburi nel nostro mix energetico e l assenza del nucleare; l elevato costo della bolletta energetica che paghiamo, che incide sul PIL in maniera rilevante. 3

Andamento della produzione nazionale ed import energetico Andamento della fattura energetica Fonte: Elaborazioni su dati UP 4

Confronto del Mix energetico 5

Tutto ciò rende vulnerabile, rigido e molto costoso il nostro approvvigionamento energetico. Al contrario la domanda di energia si è modificata nel corso degli ultimi 10 anni, sia a causa della crisi economica del 2008 2009 che ha visto ridurre i consumi (-7%), e sia a causa di una perdita di peso del petrolio a vantaggio del gas naturale e delle fonti rinnovabili e sia anche per un aumento dell efficienza energetica. Consumi di fonti energetiche primarie (Mtep), richiesta di elettricità in rete, ed intensità energetiche Fonte: Osservatorio sull energia AIEE 6

Guardando ora come sta andando il 2010 si osserva che c è una ripresa in atto in quasi tutti i settori e fonti, ripresa che peraltro non sarà in grado di eliminare lo scalino che si è verificato nel 2009 nei consumi di energia. Previsione dei consumi in fonte primaria 7

8

Difficili le previsioni per il 2011 a causa sia del perdurare di situazioni di instabilità economica che potrebbe minare una forte ripresa dei consumi energetici e sia a causa delle più incisive politiche di risparmio energetico ed efficienza energetica. In conclusione, l energia in Italia, anche se inciderà di meno, (per l effetto del cambio) peserà ancora sulle imprese e sui cittadini sia per essere quasi totalmente di importazione e quindi legata ai prezzi del petrolio e del gas sui mercati internazionali e sia per essere un mercato ancora poco trasparente e controllato dai grandi gruppi oligopolisti. 9

10

2. I prezzi delle varie fonti energetiche e loro tendenze Il prezzo del petrolio, dopo essere stato per alcuni mesi sui 70$/b, attualmente viaggia intorno agli 80 $/b. La tendenza, secondo i principali analisti, è che rimarrà su questi valori ancora per i prossimi mesi, salvo imprevisti. L aumento recente del greggio, peraltro, è stato più determinato dalla svalutazione del dollaro, moneta di riferimento, piuttosto che dai fondamentali che hanno visto un leggero aumento di domanda coperta da una offerta abbondante. Sempre forte è comunque la speculazione sui mercati a termine che rendono estremamente variabile l andamento giornaliero del prezzo del greggio. 11

Andamento del prezzo del Brent e cambio $/euro Fonte: Osservatorio sull energia AIEE 12

Per quanto riguarda i prodotti petroliferi, si registrano in media (escluse le punte stagionali) variazioni di modesta entità con il gasolio che si apprezza più dell olio combustibile. Fonte: Osservatorio sull energia AIEE

Per quanto riguarda il carbone, dopo i forti aumenti dei passati anni, le quotazioni oggi sono molto riflessive, attestandosi intorno ai 92 $/ton. Fonte: Osservatorio sull energia AIEE 14

Se per petrolio, derivati e carbone non ci sono molte novità sul mercato e nelle relative quotazioni internazionali, c è da rilevare che per il gas naturale il quadro si presenta differente. Tutto nasce nel 2008 quando su una nuova tecnologia sperimentale in Texas, si è riusciti a produrre a costi contenuti gas non convenzionale (ma sempre CH 4 ) da sabbia e scisti bituminose molto diffusi negli USA. Di colpo con questa scoperta gli USA diventano un grande produttore di gas, cancellano tutti gli impianti di rigassificazione che avevano ordinato per trasportare il GNL dalla Russia e da altri Paesi e creano una forte pressione sui prezzi del gas che iniziano a scendere su tutti i mercati e le piazze dove si contrattano i prezzi spot. 15

Resistono a questa tendenza i grandi Paesi esportatori di gas (Russia, Algeria, Libia) che avevano contratti take or pay e cioè legati al prezzo del petrolio e che mantengono i prezzi dei contratti sottoscritti su livelli più alti. Si creano così due mercati paralleli, quello dei contratti top e quello dei contratti spot che registrano differenze anche del 40% nelle quotazioni del gas. Si assiste, dunque, ad un progressivo disaccoppiamento del prezzo del gas da quello del petrolio, in quanto la commodity gas diviene oggetto di un mercato indipendente, il cui prezzo non è più ancorato a quello del petrolio. 16

Competitività prezzo del petrolio e del gas naturale in Europa Fonte: Osservatorio sull energia AIEE 17

La creazione di due mercati paralleli (top e spot) si evidenzia molto bene in Italia, dove tutti i grandi gruppi (ENI, Edison, ecc.) legati a contratti top non fanno scendere i loro prezzi sul mercato interno, mentre traders e società indipendenti riescono a comprare gas a prezzi spot. Ma il nostro mercato (veramente atipico) non solo non ha risentito di questa opportunità ma addirittura ha visto crescere i prezzi delle forniture di gas dal giugno 2009 a luglio 2010 del 12,3% arrivando fino a 31 centeuro per mc di metano a fronte di un calo di consumi. Le giustificazioni sono state quelle di un blocco delle importazioni del Transitgas (per altro sostituite da altre correnti di importazioni) e quindi di mancanza di gas all inizio dell anno termico. 18

L Autorità per l energia, che cerca di tutelare i consumatori finali e le piccole imprese, ha tagliato, nonostante questi aumenti nel mercato interno del gas, le tariffe dal 1 ottobre perché nel calcolo della materia prima gas ha introdotto, per la prima volta, una percentuale di gas spot. 19

Comunque, guardando i prezzi del gas all importazione in Europa sono di circa 6 $/MMBtu, corrispondenti a circa 26 cent di Euro per mc. 20

Mentre i prezzi sul mercato italiano (fob frontiera) sono intorno a 8$/MMBtu e cioè circa 34 cent/euro per mc. 21

Confronto dei prezzi medi delle fonti importate in Italia Fonte: Osservatorio sull energia AIEE 22

Infine, passando ai prezzi dell elettricità, legati in gran parte a quelli del gas, avendo in Italia un parco centrali al 60% utilizzante il gas per i cicli combinati, troviamo una situazione analoga a quella descritta poc anzi. Le quotazioni dell elettricità sulla nostra Borsa elettrica sono mediamente più alte del 30-40% di quelle delle altre Borse, con un PUN che oscilla intorno ai 66 euro per MWh. Anche in questo caso non si comprende come, con un parco elettrico tra i più moderni ed efficienti in Europa, con una capacità in grado di sostenere le domande di punta, si continui ad importare un 15% dell energia elettrica consumata, per poi tenere i prezzi interni elevati e poco sensibili alle variazioni di mercato. È evidente che il mercato elettrico e del gas in Italia non sono stati liberalizzati come si prevedeva e l oligopolio resta in entrambi i settori ancora prevalente. 23

Va osservato comunque che nelle commodities energetiche che pagano le piccole e medie imprese, spesso la materia prima non è particolarmente incidente. Infatti, vediamo ad esempio che essa incide sul prezzo: del gasolio per il 25% del gas naturale per il 37% dell energia elettrica per 55% Peraltro, il costo della materia prima, pur essendo legata ai mercati internazionali spesso molto speculativi, risente: a. dei rapporto offerta/domanda; b. del cambio Euro/$; c. delle fluttuazioni stagionali. Comunque è necessario per negoziare bene nuovi contratti per le principali commodities energetiche avere una visione degli andamenti previsti dei mercati e dei prezzi. 24

3. I nodi principali del problema energetico in Italia Dal quadro presentato emerge chiaramente che il nostro Paese è in una posizione di debolezza, vulnerabilità e grande dipendenza per l intero settore energetico. La bolletta energetica che paghiamo è altissima; importiamo tutte le fonti, inclusa l energia elettrica; i prezzi dei prodotti energetici nel nostro Paese sono quasi sempre più alti degli altri Paesi europei e siamo in ritardo su quasi tutti gli obiettivi che l Europa ci ha indicato (20-20-20). Attualmente, come altri Paesi, stiamo sfruttando sul fronte delle importazioni di materie prime come petrolio e gas, il miglioramento del cambio euro/$ (1,35 euro/$) che però è destinato a durare poco anche perché danneggia le nostre esportazioni di merci e prodotti. 25

Quindi, dobbiamo affrontare i nostri principali nodi che sono: 1. un mix energetico squilibrato a favore delle fonti fossili più care ed inquinanti e la mancanza del nucleare; 2. una presenza ancora molto ingombrante di alcuni gruppi energetici, che manovrano, nonostante la completa liberalizzazione dei mercati dell elettricità e del gas, le quotazioni in borsa e nelle negoziazioni bilaterali; 3. una incompleta dimensione di alcune infrastrutture essenziale come gli stoccaggi per il gas e le reti per l energia elettrica; 4. una elevata imposizione fiscale e parafiscale su quasi tutti i prodotti energetici. È necessario pertanto, fin d ora, impostare una nuova e più efficace politica energetica, che manca da un decennio, in grado di dare risultati apprezzabili nei prossimi anni onde evitare che le tensioni sui mercati e la nostra indifferenza energetica si scarichino sulla nostra bolletta e quindi sull economia e la competitività delle imprese e del Paese. 26

Questa politica deve puntare a: Ridurre progressivamente il peso del petrolio nel nostro mix energetico e sganciare il prezzo del gas da quello del greggio (oggi in atto nei grandi mercati internazionali); Aumentare il contributo delle fonti rinnovabili e riconsiderare l opzione nucleare per il nostro Paese; Rivedere il nostro modello di consumo, riducendo gli sprechi e migliorando con una incisiva politica di efficienza energetica e di nuove tecnologie i consumi domestici ed industriali; Potenziare le infrastrutture necessarie per evitare strozzature e soprattutto per avvicinare la produzione al consumo, favorendo la generazione distribuita; Dare continuità al quadro normativo e regolatorio onde evitare fughe di capitali e di investitori; Razionalizzare il quadro fiscale, anche alla luce del nuovo federalismo, onde assicurare un livello di prelievo sui prodotti e nelle imprese analogo a quello della maggior parte dei Paesi europei; Incentivare la ricerca e l innovazione onde migliorare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. 27

4. L energia e le PMI: costi e vincoli E una bolletta che da la scossa titolava alcune settimane fa IlSole24ore, riportando una indagine della Nus Consulting, multinazionale americana che ha recentemente fatto un indagine comparativa del costo dell elettricità e del gas per la piccola e media industria europea. Anche per il 2010, l Italia si conferma come il Paese con il prezzo dell elettricità più caro in assoluto in Europa. Anche per il gas naturale, anche se meno accentuato le nostre imprese pagano di più di altre imprese con eguali forniture in Francia, Belgio e Spagna. 28

Infatti, secondo lo studio NUS abbiamo la seguente situazione: I prezzi dell elettricità e prezzo del gas naturale Fonte: tratto da IlSole24ore 29 29

A tenere alti i prezzi delle principali commodities in Italia sono diversi fattori. Per l elettricità sicuramente a tener alto il prezzo è il diverso mix di produzione con l assenza del nucleare e poco carbone, che sono le fonti meno care e con prevalenza (65%) di gas naturale. Ma, nel 2009, entrano in vigore in Italia le nuove tariffe relative al trasporto ed alla distribuzione che, accanto a molte differenze annuali, tengono alto il costo della bolletta elettrica per le imprese con consumi mensili intorno ai 300 450 mila kwh. 30

Per il gas naturale, le differenze di prezzo sono imputabili alla situazione di oligopolio esistente, ma anche al sistema di tasse e di tariffe di distribuzione per clienti collegati ad un bacino locale che sono aumentate terribilmente. In entrambi i settori, le aziende più penalizzate in Italia sono quelle piccole come dimensioni e consumi che, nonostante in molti casi si siano consorziate per ottenere prezzi più favorevoli, non riescono a pagare l energia come la pagano le altre imprese europee. Poiché in molti casi, il costo dell energia è un fattore discriminante per essere competitivi sui mercati internazionali, le imprese italiane non sono in grado di mantenere forti correnti di esportazioni se non con grandi sacrifici sulla redditività aziendale. 31

Oltre ai maggiori costi le imprese italiane, soprattutto in alcune regioni, soffrono di vincoli di varia natura che minano la loro competitività ed economicità. Un primo vincolo è determinato dal prelievo fiscale che, penalizza le imprese con consumi elettrici inferiori ai 200.000 kwh/mese e 30.000 mc di gas, che applica differenti aliquota di IVA sul gas e quasi sempre calcola la stessa IVA su una base imponibile per elettricità e gas che comprende l imposta addizionale, quella erariale ed altri oneri parafiscali. Vincoli forti ci sono poi sul piano logistico ed infrastrutturale sia per una forte presenza degli incumbent nel trasporto dell energia elettrica e del gas, e sia per l inadeguatezza delle reti elettriche che penalizza le imprese minori lontane dai grandi nodi di scambio e di generazione elettrica. 32

I dati dell Autorità dell Energia illustrano chiaramente l estrema complessità del passaggio dai costi della materia prima ai prezzi finali di elettricità e gas che riflette un sistema complesso che non ha ancora completato la strada della liberalizzazione Composizione del prezzo di riferimento nel tempo per l elettricità Fonte : Autorità per l energia Elettrica ed il gas 33

5. Le opportunità per le PMI di ridurre i costi energetici e sviluppare attività Con l apertura del mercato elettrico prima e di quello del gas dopo, a seguito del processo di liberalizzazione adottato dall Unione Europea e quindi anche dal nostro Paese, le imprese hanno potuto progressivamente diventare soggetti liberi di scegliere il proprio fornitore di energia. All inizio per raggiungere la soglia prevista dai decreti Bersani e Letta, che consentiva alle imprese di operare nel mercato libero, molte aziende con bassi consumi si sono consorziate. Sono nati così moltissimi consorzi di acquisto che hanno ridotto i costi sia dell energia elettrica e sia del gas naturale in modo da far beneficiare di queste migliori condizioni i loro associati. 34

Attualmente, all interno della CONFAPI ci sono 13 consorzi per l acquisto dell energia con oltre 800 siti serviti con un totale consumo di 3 miliardi di kwh. Le aziende associate alla CONFAPI hanno consumi elettrici medi annui pari a 250 mila kwh e 29 mila mc di gas naturale, che sono effettivamente livelli bassi per contrattare bene con i vari fornitori di energia. Ma oggi cosa bisogna fare per ridurre i costi energetici? Diverse e complementari sono le strade per ottenere dei risultati positivi 35

La prima strada è quella di cercarsi un fornitore affidabile e poi negoziare al meglio la fornitura, conoscendo da un lato il proprio profilo di consumo e dall altro, le condizioni e le prospettive dei vari mercati. Al riguardo vorrei ricordare che l AIEE offre in abbonamento mensile un Osservatorio prezzi che fornisce le quotazioni e le previsioni mensili di greggio e prodotti derivati, gas naturale, carbone e gli indici di correlazione sul costo dell energia (QE, IT, CEC, ITEC, VCT, ed altri). Sono abbonati a questo osservatorio molte piccole aziende e/o consorzi che si basano sui dati e sulle previsioni indicate per concludere forniture di energia elettrica e gas. 36

Per la ricerca del fornitore, ci si può rivolgere anche al servizio offerto dall Autorità per l energia che mette a disposizione degli utenti domestici (ma anche piccole imprese) un sito chiamato trova offerte dove si possono visualizzare le migliori offerte dei venditori di energia elettrica e gas che operano nella zona del richiedente. Una seconda strada è quella già percorsa di entrare in un consorzio di acquisto che abbia però la capacità di operare in piena libertà e capacità per negoziare le migliori forniture di elettricità e gas con contratti ad hoc. Questi consorzi potrebbero anche investire o utilizzare i nuovi stoccaggi di gas in costruzione per comprare il gas nei periodi estivi (quando costa di meno) e utilizzarlo nei periodi invernali (quando il prezzo aumenta). 37

Una terza strada è quella di abbattere i propri costi energetici attraverso azioni di risparmio e di efficienza energetica secondo le più recenti indicazioni dell Autorità per l energia che pone l obbligo ai distributori di effettuare interventi pari ad un certo quantitativo di tep risparmiati ogni anno sia per il settore elettrico che per il settore gas. L intervento può essere diretto tra distributore ed azienda oppure può essere fatto da una ESCo e cioè da una società che offre servizi energetici. Nel caso dell intervento diretto il distributore, dopo un audit energetico, fa l investimento per il progetto di risparmio, investimento che oggi può essere anche finanziato dalle banche e quindi ritira i certificati bianchi che possono essere venduti sul mercato generando utili all azienda distributrice. 38

Le ESCo, soggetti economici diretti, operano essenzialmente effettuando il proprio investimento per realizzare il progetto di risparmio, stipulando un contratto per la gestione dell impianto con l azienda; la gestione fornisce loro gli utili derivanti dal risparmio; inoltre, acquisisce certificati bianchi (cedibili sul mercato) per i risparmi effettuati con i progetti da essi realizzati. All azienda restano i vantaggi dei minori costi, conseguibili subito con un accordo specifico con le ESCo (ad esempio 50/50 dei minori costi) o dopo il periodo di ammortamento del costo dell impianto da parte della ESCo. 39

Gli interventi di risparmio di efficienza energetica sono molteplici. Ne citiamo alcuni a titolo di esempio: sostituzione lampade ad incandescenza con lampade fluorescenti; sostituzione di caldaia a bassa efficienza con nuove caldaie a condensazione; installazione di inverter in motori elettrici; installazione di motori a più alta efficienza; recupero di calore da impianti termici ed elettrici; ottimizzazione dei processi di lavorazione; rifasamento elettrico. Alcuni di questi interventi, come l installazione di motori ad alta efficienza e degli inverter sono molto redditizi, perché si ripagano in meno di un anno! 40

L apertura dei mercati energetici e lo sviluppo di nuove tecnologie nel settore dell efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, consente alle piccole e medie imprese anche delle opportunità diverse da quelle fin ora descritte di ridurre i propri costi dell energia. Infatti, a molte aziende si offre oggi la possibilità di produrre direttamente l energia elettrica ed il calore di cui hanno bisogno con l utilizzo delle fonti rinnovabili. Impianti fotovoltaici e pannelli solari, anche posizionati sulle strutture industriali delle imprese, possono fornire a costi contenuti, in relazione al sistema di incentivi in atto, elettricità e calore per processi industriali o per illuminazione e riscaldamento. 41

Caldaie a biomasse, che utilizzano scarti di lavorazione o residui agricoli e forestali, possono produrre a costi molto interessanti elettricità e calore per le piccole e medie imprese. Infine, anche piccoli impianti eolici (microeolico) possono fornire, in zone ventose, elettricità alle imprese interessate. Pertanto, la gamma delle possibilità di ridurre i propri costi energetici si allarga e con un buon audit energetico si scoprono le migliori strade di abbattimento dei costi delle bollette di elettricità e gas. 42

6. Conclusioni Per le piccole e medie imprese che rappresentano una delle componenti più vitali e dinamiche del nostro apparato industriale l energia rappresenta per lo più un importante fattore di costo, ma può anche fornire una opportunità di crescita e di innovazione. Conoscere il mondo dell energia non è facile perché numerosi sono i cambiamenti in atto sui mercati, sulle tecnologie e sugli operatori. Ma per poter ridurre i costi energetici le PMI devono percorrere obbligatoriamente varie strade. 43

La prima strada è quella di migliorare i processi di acquisto dell energia nelle sue varie componenti con una attenta negoziazione con i fornitori. Ciò richiede una buona conoscenza dei mercati di acquisto e dei relativi prezzi. In questo caso l utilizzo di consorzi di acquisto, che consentono il raggiungimento di importanti volumi con i quali è possibile ottenere prezzi più bassi, è fondamentale e permette di avere anche un attenta analisi delle condizioni contrattuali che si presentano all atto della negoziazione coi fornitori (clausole di revisione prezzi, quotazioni agganciate a diversi parametri, formule di acquisto in borsa, uso di derivati per coprirsi dai rischi, ecc.). 44

La seconda strada è quella di ridurre i consumi attraverso un sistema di gestione energetica che parte da un audit energetico e prosegue poi con un piano di azione volto ad ottimizzare tutte le fasi industriali e di servizio dell impresa onde ottenere risparmi di energia e quindi di costo. In questa fase è importante il ruolo dell Energy Manager (se c è). Altre strade possono essere poi percorse per ridurre i costi energetici come l autoproduzione di energia elettrica (piccole centrali a biomasse, pannelli fotovoltaici, cogenerazione, ecc.) oppure con il ricorso agli stoccaggi di gas per ottimizzare i periodi di acquisto di questa fonte. Ma se l energia è per le PMI un fattore di costo essa può rappresentare anche un opportunità di investimento e di crescita. 45

Infatti, il comparto energetico fattura in Italia 230 miliardi di euro l anno ed occupa oltre 118 unità di addetti diretti e due volte tanto di addetti indiretti. Essa si colloca nella fascia alta dell innovazione e della tecnologia e pertanto presenta interessanti opportunità di ricerca, sviluppo e produzione di nuove tecnologie e prodotti in tutti i settori; dall efficienza energetica alle fonti rinnovabili, dall illuminazione elettrica alla rete, dall utilizzo di rifiuti alla protezione dell ambiente. Uno studio accurato, in base a quelle che sono le capacità e le tecnologie dell impresa, può pertanto portare quest ultima ad entrare in un settore vitale e in forte crescita tecnologica dove trovare importanti nicchie di mercato e di produzione (esempio nel settore delle fonti rinnovabili), in grado di accrescere e diversificare la propria presenza e la gamma di prodotti sul mercato interno ed estero. 46

Grazie per l attenzione