SINOSSI DI CARTOGRAFIA



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SINOSSI DI CARTOGRAFIA BOLOGNA

NOZIONI DI TOPOGRAFIA E CARTOGRAFIA Sinossi ad uso esclusivo dei frequentatori dei corsi informativi di Topografia Cartografia e Navigazione terrestre Edizione 2009

INDICE GENERALE Introduzione 1. Definizioni 1. 1. Topografia Cartografia 2. Cos è una carta geografica 3. Classificazione delle carte in base al contenuto e alla funzione 4. La scala di rappresentazione 4. 1. Rappresentazione in scala del terreno 5. Planimetria 6. Scala grafica 6. 1. Esempio 7. Simboli utili nella cartografia 7. 1. Simboli dell IGM 8. Il simbolismo 8. 1. Simboli planimetrici 8. 2. Simboli altimetrici 9. Altimetria 9. 1. Punti quotati 9. 2. Rappresentazione dei punti trigonometrici 9. 3. curve di livello 10. Coordinate polari 10. 1. Azimut reciproco 11. Sistemi di riferimento 11. 1. Coordinate cartesiane 12. Coordinate geografiche 13. Suddivisione del globo terrestre 14. Carte dell IGM 15. Coordinate chilometriche 16. Individuazione di un punto tramite coordinate geografiche 17. Suddivisione dei primi di grado in relazione alla scala 18. Coordinate geografiche utilizzando cartine militari 19. Uso della bussola 19. 1. Con la bussola trasparente 19. 2. Con la bussola a prisma 20. Azimut su una carta 21. Determinare all esterno la direzione di cammino 22. Triangolazione 23. Orientamento della carta topografica 23. 1. Orientamento della carta topografica con la bussola 24. Metodo di orientamento di giorno 25. Incidenza delle condizioni ambientali sulla stima delle distanze 26. Cosa fare se ci si è persi 27. Velocità di movimento 28. Tecniche di movimento sul terreno 28. 1. Linee conduttrici e linee d arresto 29. Scelta di un itinerario 26. 1. Fattori e requisiti da considerare

1. 1. TOPOGRAFIA - CARTOGRAFIA 1 DEFINIZIONI La topografia (dal greco topos, luogo e graphein, scrivere) è la scienza che studia gli strumenti ed i metodi operativi, sia di calcolo sia di disegno, che sono necessari per ottenere una rappresentazione grafica, più e meno particolareggiata, di una parte della superficie terrestre. La topografia ha carattetere applicativo e trae la sua base teorica dalle scienze pure: la matematica, la geometria e la fisica. La cartografia è l'insieme di conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche finalizzate alla rappresentazione simbolica ma veritiera di informazioni geografiche - o statistiche, demografiche, economiche, politiche, culturali, comunque in relazione al luogo geografico nel quale si realizzano - su supporti piani (carte geografiche) o sferici (globi). Le tecniche geometriche o matematiche che trasformano i punti espressi in coordinate geografiche in punti espressi in coordinate cartesiane si chiamano proiezioni cartografiche. Gli studi cartografici e le relative applicazioni nei diversi campi applicativi sono state rivoluzionate dallo sviluppo e dalla diffusione dei Sistemi Informativi Geografici (GIS). Il primo a fare una carta del Mediterraneo fu Dicearco da Messina, che ideò un sistema basato su due linee principali ortogonali su cui si sviluppava un reticolo di quadrati. 2 CHE COS È UNA CARTA GEOGRAFICA? La carta geografica è una rappresentazione su piano, ridotta, approssimata e simbolica della superficie terrestre. Su piano perché la Terra è sferica e le rappresentazioni cartografiche sono piane (da ciò le proiezioni: polare, equatoriale, azimuthale, sinusoidale, ecc) Ridotta perché la distanza sulla carta è inferiore a quella reale (rapporto di scala) Approssimata perché non tutti gli elementi che compongono la superficie della Terra possono essere rappresentati Simbolica perché vengono usati simboli per rappresentare gli elementi non scalabili necessari ad una chiara lettura della carta stessa; tali elementi sono spiegati nella legenda, senza la quale una carta è inutile.

3 CLASSIFICAZIONE DELLE CARTE IN BASE AL CONTENUTO E ALLA FUNZIONE Indipendentemente dalla scala utilizzata, le carte possono essere classificate in base alla funzione, alle finalità di studio e alle caratteristiche particolari che in esse sono rappresentate in maniera più esaustiva; di seguito i tipi più importanti e diffusi di carte: - carte di base hanno la caratteristica di rispondere all esigenza di rappresentare la maggiore quantità di informazioni sulle caratteristiche salienti dei luoghi, la più vasta possibile. Lo scopo di queste carte è essenzialmente pratico e tecnico e si suddividono a loro volta a seconda di altri fattori quali la scala, l aspetto cronologico, le modalità di esecuzione, il fondo cartografico e il sistema di proiezione. - carte tematiche rappresentano, su base geografica o topografica, temi particolari o singoli fatti e fenomeni fisici, biologici, umani, economici ecc. si differenziano nettamente dalle carte topografiche o geografiche in quanto gli argomenti trattati hanno l obiettivo di fornire informazioni specifiche per particolari scopi, evidenziandone la distribuzione spaziale. - carte speciali sono costituite per una specifica finalità che richiede per lo più particolari tipi di proiezioni; esse sono rappresentate soprattutto dalle carte idrografiche, aeronautiche, nautiche. - urbanistiche le quali non rappresentano uno stato di fatto, ma elementi di previsione e progettazione di trasformazione del territorio; hanno la caratteristica di riportare, oltre a tutti gli elementi metrici caratteristici della cartografia a media e grande scala, una serie di annotazioni che devono evidenziare i caratteri specifici delle strutture insediative di maggior interesse, quali reti infrastrutturali per la mobilità territoriale, impianti tecnologici, servizi sociali, attività economiche secondarie ecc. - fisiche evidenziano principalmente le caratteristiche fisiche del territorio (rilievi, altitudine, idrografia ecc.), trascurando in genere la distribuzione dei fenomeni antropici e dei prodotti dell attività umana. - idrografiche rappresentano le superfici marine, indicando la profondità dei fondali, le caratteristiche idrogeologiche, l andamento costiero e le strutture per la navigazione. - geologiche rilevano la natura geologica del terreno, indicano i tipi di roccia presenti e l età della loro formazione. - geomorfologiche studiano la conformazione attuale della superficie terrestre e i fenomeni dinamici responsabili del suo continuo modellamento. - climatiche individuano regioni più o meno ampie aventi le stesse caratteristiche climatiche. - meteorologiche evidenziano la localizzazione e lo sviluppo nel tempo dei più generali elementi e fenomeni meteo (area di alta e bassa pressione, direzione dei venti, fronti di perturbazione ecc.). - antropiche trattano fenomeni legati alla presenza dell uomo e alle sue attività (densità di popolazione, reddito, tipi di attività economica ecc.). - storiche (generali o tematiche): rappresentano un territorio nelle condizioni in cui si trovava nel passato. - stradali e ferroviarie si specializzano nella rappresentazione delle vie di comunicazione terrestri. - utilizzazione del suolo indicano le trasformazioni indotte in un territorio da agricoltura, allevamento e sfruttamento forestale. - industriali e minerarie evidenziano i siti di produzione industriale e di estrazione mineraria indicando la natura delle produzioni o dei minerali estratti.

4 LA SCALA DI RAPPRESENTAZIONE Quando ci si trova in presenza di una carta topografica la prima cosa da fare è conoscere la sua scala di rappresentazione. Possono esserci due casi: 1. la carta è in scala reale (originali o riproduzioni fedeli) 2. la carta è fuori scala (ingrandimenti o riduzioni) Per sapere in quale dei due casi ci si trova occorre: - osservare le isoipse (cfr le regole dell equidistanza) - osservare la grafica (tipica per i 25000 dell IGMI, per i 10000 della CTR, ecc) Nel secondo caso, basta fare il rapporto tra un riferimento certo (in genere, il reticolato chilometrico) e la misura su carta. Le dimensioni reali del terreno devono essere riprodotte sulla carta attraverso una relazione proporzionale che è il rapporto di scala che indica quante volte il disegno è più piccolo del territorio reale. 1 unità di carta = n unità reali 1:100.000 significa, per esempio: 1 cm sulla carta = 100.000 cm sul terreno 1:25.000 significa, per esempio: 1 cm sulla carta = 25.000 cm sul terreno IN PRATICA: se si lavora su 1:10.000, 1 cm misurato equivale a 100 metri (10.000/100) IN PRATICA: se si lavora su 1:50.000, 4 cm misurati equivalgono a 2000 metri (50.000/100*4), cioè a 2 km Si chiamano a piccola scala quelle carte il cui rapporto di scala è piccolo (valore elevato al denominatore); esse rappresentano più territorio a parità di spazio-carta. 4. 1. Rappresentazione in scala del terreno scala 1:100.000 scala 1:50.000 scala 1:25.000 4 cm. misurati sulla 4 cm. misurati sulla 4 cm. misurati sulla sulla carta sulla carta sulla carta corrispondono a corrispondono a corrispondono a 4 km sul terreno. 2 km sul terreno 1 km sul terreno

Pianta o Mappa Inferiore a 1:10.000 Grande ricchezza di particolari (strade, piazze ecc. ) Topografiche (dal greco topos luogo) Corografiche (dal greco koros regione) Da 1:10.000 A 1:100.000 Da 1:100.000 A 1:1.000.000 Geografiche Da 1:1.000.000 A 1:100.000.000 Mappamondi Superiore a (riproducono i due 1:1.000.000.000 emisferi) In queste carte i particolari sono tanti perché la zona rappresentata è piccola Riproducono un intera regione Riproducono in poco spazio, una vasta regione della Terra nei suoi caratteri generali Riproducono tutta la superficie della Terra Planisferi (riproducono su un unico piano la sfera terrestre) 5 PLANIMETRIA Le carte debbono essere isogone, cioè non devono essere alterati gli angoli, e in relazione alla scala di proporzione possono considerarsi al tempo stesso equidistanti fedeli cioè anche nel riprodurre le distanze. Nella misurazione degli angoli non interessa il grado di riduzione della rappresentazione cartografica, mentre ciò è indispensabile per la misurazione delle distanze. Come visto in precedenza la scala ci indica quante volte è più grande nella realtà una distanza misurata sulla carta: tradotta in formula, questa considerazione diviene: L = l x s l = L /s s = L / l dove: L = distanza sul terreno l = distanza sulla carta s = denominatore della scala (1:25.000 s = 25.000)

Poiché la scala numerica è espressa sotto forma di frazione, più grande è il denominatore, più piccola è la scala; pertanto la scala 1:50.000 è più piccola di 1:25.000 e più grande di 1:100.000. Deve essere chiaro che la distanza che si misura sulla carta è la distanza PLANIMETRICA, vale a dire la proiezione della distanza reale sul piano orizzontale. Distanza planimetrica e reale coincidono solo quando il terreno è orizzontale e si differenziano tanto più, quanto la pendenza aumenta. A B = A' B' A B > A' B' B B A B A A A' B' A' B' A' B' dove A B = distanza reale A' B' = distanza planimetrica 6 LA SCALA GRAFICA Consiste in un segmento suddiviso in tratti, corrispondenti generalmente ad un chilometro. Il primo tratto a sx è a sua volta suddiviso ulteriormente (nella scala 1:25.000, in tratti di 100 e 50 m). La si usa riportandovi la lunghezza da misurare (mediante decimetro, compasso o striscia di carta), facendone coincidere l estremo dx con una delle suddivisioni intere, scelta in maniera che l estremo sx vada a cadere nella suddivisione di sx, finemente graduata. Scala di 1:25 000 1.000 m 500 m 0 1 2 km

6. 1. Esempio Si vuol sapere la distanza lineare da A a B ; in questo caso si usa un foglio di carta e si segnano i punti corrispondenti al tratto interessato. A B Scala 1:25 000 lettura: 1 km. e 600 m. Scala di 1:25 000 1.000 m 500 m 0 1 2 km A B

7. 1. I simboli ufficiali dell I.G.M. 7 SIMBOLI UTILIZZATI NELLA CARTOGRAFIA

8 IL SIMBOLISMO 8. 1. Simboli planimetrici: 1. Idrografia (coste, laghi, fiumi, torrenti, acquedotti, ecc) 2. Vie di comunicazione (strade rotabili, mulattiere, ferrovie, ponti, viadotti, guadi, ecc) 3. Fabbricati (case, chiese, fontane, mulini, stabilimenti, ecc) 4. Vegetazione (boschi, piantagioni, giardini, orti, ecc) 5. Confini politici, amministrativi, di proprietà (confini di Stato, di provincia, di Comune, muri, recinzioni, limiti di colture, ecc) 6. Testi (quote, toponomastica) 8. 2. Simboli altimetrici: 1. Isoipse (o curve di livello) e quote 2. Tratteggio orografico 3. Tinte altimetriche 4. Plastici 9 ALTIMETRIA Nella rappresentazione in scala di una zona di terreno su una carta è necessario evidenziare non solo l andamento planimetrico, ma anche quello altimetrico, rispetto ad una superficie di riferimento che è quella del livello medio del mare. Oltre alle tinte ipsometriche (tinte convenzionali ad ognuna delle quali è fatto corrispondere un determinato intervallo di altitudine) ed al lumeggiamento mediante tratteggio o sfumo (che, creando effetti d ombra, suggerisce in maniera suggestiva le forme del terreno) per fornire dati analitici precisi dell andamento accidentato del terreno, viene considerato il sistema dei PUNTI QUOTATI e delle CURVE DI LIVELLO. Quindi avremo che la rappresentazione grafica dell altimetria si può effettuare con: Metodo dei piani quotati Metodo delle curve di livello Metodo delle linee di massima pendenza Metodo delle tinte ipsometriche Metodo del lumeggiamento (tratteggio e sfumo) 9. 1. Punti quotati Accanto a particolari notevoli del terreno (incroci, bivi, casolari isolati, cime ecc.), viene riportato il valore altimetrico rispetto al livello del mare (come livello medio del mare viene considerato quello di Genova); in mancanza di particolari topografici, il punto del terreno cui si riferisce la quota, è indicato da un puntino accanto al numero. Ciò avviene per sommità di colli, fondo di doline, valichi ecc.; punti particolari, simboleggiati da un triangolo con al centro un punto, sono determinati con strumentazione di precisione e vengono usati come base di partenza per ulteriori determinazioni; generalmente si riferiscono a cime o a manufatti (spesso campanili), vengono suddivisi in punti trigonometrici (con il vertice del triangolo verso l alto), punti trigonometrici catastali o punti topografici (con il vertice del triangolo rivolto verso il basso)

9. 2. Rappresentazione dei punti trigonometrici Punto Trigonometrico Quota Punto Topografico 9. 3. Curve di livello Vengono denominate anche isoipse ed arricchiscono la carta di un numero notevole d informazioni. Sono delle linee chiuse, tanto più tortuose quanto più irregolare è il rilievo, che uniscono tutti i punti di uguale quota. Un esempio classico consiste nell immaginare di allagare un territorio, facendo innalzare il livello dell acqua ad intervalli successivi e costanti (ad esempio di 25 m.) e fotografare dall alto i rilievi emergenti, così trasformati in isole via via più piccole, fino a che il livello non abbia ricoperto anche la cima più elevata. Riportando a registro su di un foglio le linee di costa successive, si otterrà una rappresentazione della zona per curve di livello

La distanza che separa verticalmente una curva di livello e l altra (una sezione dall altra) viene chiamata EQUIDISTANZA e rimane costante in relazione alla scala; mentre la distanza planimetrica tra una curva di livello e l altra prende il nome di INTERVALLO e varia in funzione dell andamento del terreno. L altimetria espressa in questo modo si basa sull uso di tre tipi di curve: DIRETTRICI: sono segnate a tratto continuo più marcato ORDINARIE O INTERMEDIE: sono tracciate a tratto continuo e intervallate di una equidistanza AUSILIARIE: sono tracciate a trattini laddove la pendenza ha delle variazioni che le curve di livello ordinarie non riuscirebbero a darne evidenza. Normalmente l equidistanza è di 1/5 di quella esistente fra le curve di livello ordinarie. Per la scala 1:25000 è di 5 m. 10 COORDINATE POLARI Quello delle coordinate polari è un sistema prevalentemente topografico. Preso sul piano un punto 0 detto polo, su di una retta orientata detta asse polare per ogni punto P del piano avremo una distanza OP detta vettore ed un angolo detto azimut che è l angolo compreso tra l asse polare ed il vettore. Le coordinate polari di un punto sono quindi costituite da un angolo ed una distanza; la distanza è quella che intercorre tra il punto ed il polo e l azimut è quell angolo compreso tra l asse polare ed il segmento che unisce il punto con il polo (vettore) P 0 Le coordinate polari del punto P dal polo 0 sono: 53 ; 34 m.

10. 1. Azimut reciproco Definizione: se α è l azimut con cui da A è visto B, l azimut reciproco di α è l azimut con cui da B è visto A, cioè β. In altre parole, se ci troviamo nel punto A e, traguardando B, leggiamo con la bussola un azimut di 60, portandoci poi in B e traguardando A, leggeremo un diverso azimut, tale è il reciproco del primo. Se l angolo α è maggiore di 180, il reciproco si calcola sottraendo da α 180 (β = α 180 ); se α è minore di 180, occorre aggiungere 180 (β = α + 180 ). Ν Ν Β β α Α 11 SISTEMI DI RIFERIMENTO Indicare la posizione di un punto nello spazio, significa individuare i rapporti che il punto ha con elementi reali o convenzionali dello spazio stesso. Gli elementi cui ci si riferisce costituiscono appunto il sistema di riferimento. 11. 1. Coordinate cartesiane Il sistema di riferimento è costituito da due assi orientati e perpendicolari tra loro. La posizione di un punto è indicata da due numeri, il primo dei quali (ascissa) esprime la distanza del punto dall asse verticale, il secondo (ordinata) la distanza dall asse orizzontale Possedere entrambe le coordinate vuol dire avere l esatta posizione del punto. Planimetricamente questo può essere determinato con il sistema di coordinate geografiche, coordinate chilometriche. Y 4 3 Punto Coordinate: (2.3) ORDINATA 2 1 0 1 2 3 4 ASCISSA X

12 COORDINATE GEOGRAFICHE Nel sistema di coordinate terrestri si sceglie come piano fondamentale quello dell'equatore mentre la direzione fondamentale è l asse di rotazione della Terra. Si suppone che la superficie terrestre sia, in prima approssimazione, di forma sferica. Un qualunque piano che contenga l'asse terrestre (piano meridiano), determina sulla superficie terrestre un cerchio massimo passante per i poli detto circolo meridiano. Per meridiano geografico si intende una semicirconferenza compresa tra i due poli ed ogni meridiano ha un suo antimeridiano che completa il circolo meridiano, dalla parte opposta. I meridiani sono tutti uguali fra loro. I paralleli invece sono i circoli formati dall'intersezione tra qualunque piano parallelo all'equatore con la superficie terrestre. I paralleli sono tanto più piccoli quanto maggiore è la loro distanza dall'equatore. Paralleli e meridiani formano una rete sulla superficie (reticolato geografico), che ci permette di identificare la posizione assoluta di un punto. Per far questo basta indicare il parallelo e il meridiano che passano per tale punto. Allo scopo di indicare quest ultimo si definiscono quelle che vengono chiamate coordinate geografiche cioè due misure angolari indicate in gradi, primi e secondi di grado che prendono il nome di Latitudine ϕ e Longitudine λ, che possono essere considerate ordinata (latitudine), ascissa (longitudine). Esempio: Lat. 42 35 30 N Long 014 21 48 E. Il parallelo fondamentale che giace su un piano passante per il centro della terra, ed è perpendicolare all asse dei poli è l equatore, mentre il meridiano fondamentale è quello passante per Greenwich. La latitudine geografica (ϕ) è la distanza angolare di un punto dall equatore misurata lungo il meridiano che passa per quel punto. Essa corrisponde all'angolo compreso tra la verticale del luogo e il piano dell'equatore. Nel disegno si tratta dell'angolo PCP' dove C è il centro della Terra. Essa varia da + 90 (polo nord) a -90 (polo sud). I punti lungo l'equatore hanno latitudine 0.

La longitudine geografica (λ) è la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale (o di Greenwich), misurata sull'arco di parallelo che passa per quel punto: è l angolo compreso tra il piano del meridiano del punto e il piano del meridiano fondamentale. Nel disegno qui a fianco, si tratta dell'angolo PAO dove A è un punto sull asse terrestre appartenente al piano del parallelo di P. La longitudine può essere EST o OVEST a seconda che il punto si trovi a oriente o a occidente del meridiano fondamentale. Essa varia numericamente da 0 (per i punti che si trovano lungo il meridiano fondamentale) a 180, in senso positivo verso OVEST e negativo verso EST. 13 SUDDIVISIONE DEL GLOBO TERRESTRE Il globo viene suddiviso in 60 FUSI dell ampiezza di 6 ciascuno, numerati progressivamente verso Est da 1 a 60 partendo dall antimeridiano di Greenwich (alla nostra latitudine un fiso è largo circa 500 Km. all equatore 680 Km.) e in 20 FASCE orizzontali di 8 di ampiezza; sono contraddistinte, a partire dal basso, con lettere maiuscole da C a X, escluse le lettere I e O perché simili ai numeri 1 e 0. L intersezione di un fuso e una fascia determina un area a forma trapezoidale contraddistinta da un numero (fuso) e una lettera (fascia) che prende il nome di ZONA; per cui avremo che ogni zona è ampia 6 in longitudine e 8 in latitudine. L intersezione dei 60 fusi e delle 20 fasce determina 1.200 zone. L Italia è compresa nelle zone: 32 S 32 T 33 S 33 T 34 S 34 T N N X W V U 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 T S R Q P N M L K J H G 33 T F E D C Fusi Fasce 56 0 6 12 18 24 33T U 48 T 40 31 32 33 34

14 CARTE DELL IGM Le carte topografiche in uso nell esercito sono le seguenti: FOGLIO: scala 1/00.000 contrassegnato dalla sigla F e da un numero di cifre arabe. Rappresenta una zona di circa 40 x 40 km. Compreso entro 30 di longitudine e 20 di latitudine, la quadrettatura di sovrapposizione è costituita da quadrati di 10 Km. Di lato. QUADRANTE: ciascun foglio si considera diviso in quattro quadrati individuati da un numero romano, da I a IV, procedendo in senso orario dall angolo in alto a dx. Rappresenta una zona di circa 20 x 20 Km. alla scala 1/50.000 ed è compreso entro 15 di longitudine e 10 di latitudine. TAVOLETTA: ciascun quadrante è diviso in quattro tavolette contrassegnate da uno dei seguenti punti cardinali: NE SE SO NO. Rappresenta una zona di circa 10 x 10 Km. alla scala 1/25.000 ed è compresa entro 7 30 di longitudine e 5 di latitudine. Es. il nome del toponimo della zona F - 137 III NE Tutte le suddette carte traggono origine dalla Grande Carta Topografica d Italia al 100.000 costituita da fogli numerati con cifre arabe progressivamente da W verso E e procedendo da N verso S

16 24 15 COORDINATE CHILOMETRICHE Nelle tavolette dell I.G.M. è presente un reticolato di linee verticali ed orizzontali intersecanti ad angolo retto e distanziate di 4 cm. Corrispondenti ad un chilometro sul terreno. Ai due estremi di ognuna di tali linee, sul bordo della carta, ne è indicato il valore che rappresenta, in km, la distanza dall equatore e dal meridiano centrale del fuso. In alcune cartine, non militari, dove non fosse riportato il reticolo chilometrico può venir tracciato il reticolo chilometrico italiano (Gauss-Boaga) partendo dai riferimenti a forma di Y o di bastoncino ---- posti sul bordo. 65 65 64 64 63 62 A 28 C B 63 62 Y Y 61 61 60 60 62 63 64 65 66 Y Y 80 81 82 83 84 RETICOLO U.T.M. RETICOLO ITALIANO Per rendere più facile la lettura delle coordinate, esiste un strumento chiamato coordinatometro costituito essenzialmente da due scalimetri, posti perpendicolarmente l uno all altro. Disposto il coordinatometro col lato orizzontale a coincidere col parallelo inferiore al punto e traslatolo orizzontalmente fino a portare il lato verticale sul punto trigonometrico interessato si leggono le seguenti coordinate: 6334 5236, il valore di ogni cifra è, a partire da sx: decine di km, km, hm, dam. sarebbe inutile scendere fino ai metri, poiché la scala della carta non consente una tale approssimazione. E da precisare che interessano solo le cifre più grosse che nelle carte al 25.000 sono gruppi di due. I lati dello strumento hanno (per la scala i/25.000) la graduazione segnata di 20 m. in 20 m. e numerata di 100 m. in 100 m.; se per esempio leggo su una cartina le coordinate di un punto: 26634 466758 vuol dire che quel punto dista 266 km. e 34 dam. dal meridiano centrale del fuso e 4667 km. e 58 dam. dall equatore. la scrittura corretta della designazione del punto sarebbe: 33TUG66346758-33T designazione della ZONA - UG identificazione del quadrato di 100 km. di lato - coordinate scritte di seguito

Direzione di spostamento dello strumento

16 INDIVIDUAZIONE DI UN PUNTO TRAMITE COORDINATE GEOGRAFICHE Ai margini della cartina nautica sono rappresentate la scala di latitudine e la scala di longitudine nelle cui graduazioni, a seconda della dimensione della cartina, ogni grado può essere diviso in decine di primi; il primo in decimi di primo (10 trattini di 6 ), sesti (6 trattini di 10 ) o dodicesimi (12 trattini di 5 ). 24 ogni trattino è un decimo di miglio (6'') 23' 22' 21' 1' = 1 mg 42 20' 5' 6' 7' 8' 9' 10 Posizione mediante coordinate geografiche: l operazione in teoria andrebbe eseguita tracciando il parallelo della Latitudine data e il meridiano della Longitudine data, il cui incrocio rappresenta la posizione cercata. Nella pratica non è necessario tracciare le due linee; è sufficiente seguire la procedura scritta. - controllare che la carta contenga la Lat. e la Long. del punto. - individuare l area della carta all interno della quale il parallelo e il meridiano che corrispondono alle coordinate si incontrano. - con il compasso prendere la distanza in Lat. dal parallelo più vicino al punto individuato e riportare tale distanza sul meridiano più vicino, facendo un piccolo segno a matita. - con il compasso prendere la distanza in Long. da tale meridiano e riportarla sul parallelo più vicino a tale punto. La posizione cercata è così individuata e va indicata normalmente con una crocetta

Tracciamento sulla carta nautica del punto P di coordinate 42 04 00 N 010 05 00 E. Come abbiamo visto ai margini sono presenti la scala di Latitudine e Longitudine, nelle cui graduazioni, a seconda della scala, ogni grado può essere in decine di primi; il primo in mezzo primo, decimo di primo (10 trattini di 6 ), sesti (6 trattini di 10 ) o dodicesimi (12 trattini di 5 )

17 SUDDIVISIONE DEI PRIMI DI GRADO IN RELAZIONE ALLA SCALA

18 COORDINATE GEOGRAFICHE UTILIZZANDO CARTINE MILITARI Precedentemente abbiamo visto come trovare un punto utilizzando cartine nautiche, ma le coordinate geografiche sono segnate anche in alcune cartine terrestri (esempio militari) con l unica differenza che non sono presenti le divisioni in secondi di grado. Leggiamo il valore in gradi ed in primi scritto nel vertice in basso della carta, aggiungiamo il numero dei primi interi che incontriamo prima di arrivare alla proiezione del punto sull arco di meridiano, a questo punto bisogna eseguire il calcolo dei secondi tramite la seguente proporzione: N : 60 = n : x dove N corrisponde alla larghezza del segmento relativo ad 1, n rappresenta la lunghezza del tratto (per la Lat. a partire dal basso, per la Long. a partire da sx) di segmento staccato dalla proiezione del punto (lunghezza espressa in mm) ed x il valore in secondi da determinare. Il valore in secondi calcolato dovrà essere aggiunto al valore in gradi ed in primi precedentemente letto Per quel che riguarda la Long. bisogna fare una certa considerazione: se si fa riferimento al meridiano di Greenwich, essendo tutto il territorio nazionale ad Est, vedremo che i valori aumentano man mano che ci spostiamo a dx della cartina; se invece si fa riferimento al meridiano nazionale di Monte Mario avremo una parte del territorio ad Est ed una parte ad Ovest per cui avremo un aumento verso dx per Long. Est ed un aumento verso sx per Long. Ovest. Se il punto si trova nell intersezione delle maglie del reticolo, le coordinate hanno valore del meridiano e del parallelo che lo attraversano. Per un punto situato all interno della maglia, occorre interpolare. Coordinate geografiche di A: 42 05 00 + 01 00 = 42 06 00 Lat. N 08' 00 52 30 + 00 30 = 00 53 00 Long. E Coordinate geografiche di B: 74 : 60 = 32 : x x = (32. 60)/74 = 26 42 06 26 Lat. N 00 54 00 Long. E 07' 11 C B 37 32 74 06' A 42 05' 00'' 00 52' 30'' 53' 54' 55' 55

Il punto C è compreso fra i meridiani di 00 53 00 e 00 54 00 e fra i paralleli 42 06 00 e 42 07 00 per cui avremo: 74 : 60 = 37 : x x = (37. 60)/74 = 30 42 06 00 + 30 = 42 06 30 Lat. N 55 : 60 = 11 : x x = (11. 60)/55 12 00 53 00 + 12 = 00 53 12 Long. E 08' 07' 11 C B 37 32 74 06' A 42 05' 00'' 00 52' 30'' 53' 54' 55' 55 Ricapitolando, per trovare la Latitudine e Longitudine di un punto al di fuori del meridiano - parallelo segnati sulla carta, si divide la distanza del punto dal meridiano - parallelo inferiore di valore minore, per la distanza fra i meridiani - paralleli ai suoi lati e si moltiplica il risultato per 60. Si ottiene così il valore dei minuti secondi da aggiungere. PROCEDIMENTO INVERSO Si voglia determinare il punto corrispondente alle seguenti coordinate: 42 08 49 lat. N 00 55 47 long. E si opera con procedimento inverso, dividendo i minuti secondi per 60 e moltiplicando il valore ottenuto per la lunghezza in mm del corrispondente arco di meridiano (parallelo) di 1 di ampiezza. Tale lunghezza va misurata di volta in volta poiché è variabile: (49. 74)/60 = 60 mm (47. 55)/60 = 43 mm

19 L USO DELLA BUSSOLA La bussola è costituita da un ago magnetico posto su un quadrante. L ago magnetico è poggiato su un piccolo perno ed è libero di ruotare. Essendo attratto dal polo magnetico della Terra, l ago si orienta secondo una direzione costante Nord - Sud. L ago della bussola ha una parte bianca e una colorata (in genere nera o rossa). Per misure particolari occorre una bussola goniometrica di tipo perfezionato, come quella raffigurata in basso. Queste bussole hanno l ago immerso in un liquido speciale che ne smorza le oscillazioni, hanno un mirino, il cerchio graduato (goniometro) che può ruotare e uno specchio, sul coperchio o al di sotto del quadrante della bussola. Lo specchio permette di vedere contemporaneamente sia il cerchio graduato che l ago della bussola mentre si traguarda con il mirino e quindi permette delle misurazioni sufficientemente precise. 19. 1. Con la bussola trasparente: - Mirare sull obiettivo tenendo la bussola orizzontale e puntando contro la freccia direzionale - senza muovere lo strumento girare la capsula graduata facendo coincidere il Nord goniometrico (0 /360 ) con l ago magnetico; a questo punto si può leggere l azimut sotto la linea di fede. 19. 2. Con la bussola a prisma: Si traguarda l obiettivo attraverso il mirino e la linea di mira del coperchio; si aspetta che il disco magnetizzato si fermi e si legge direttamente i gradi sotto la freccia direzionale, se è presente una lente nel mirino utilizzarla per tale operazione

20 AZIMUT SU UNA CARTINA Ci si trova nella posizione A, si deve andare a B, qual è l azimut da seguire? Posizionarsi su un supporto piatto ed orizzontale. Segnare sulla cartina il punto di partenza A e il punto di arrivo B, tracciare la retta AB Orientare la bussola verso il Nord allineando il tratto giallo, il Nord 0 del disco magnetico mobile (scala interna) e l asse principale della bussola Posizionare la bussola sulla mappa. Ruotare la cartina e orientare il Nord della stessa verso il Nord magnetico indicato dalla bussola Tenendo la carta verso il Nord, ruotare la bussola allineando l asse generale (parallelo ai lati lunghi) con la direzione AB da misurare Leggere l azimut (angolo formato dalla direzione da misurare ed il Nord magnetico) nella posizione indicata dall ago della bussola

21 DETERMINARE ALL ESTERNO LA DIREZIONE DI CAMMINO Si conosce la propria posizione e direzione angolare da seguire (azimut determinato ad esempio precedente). Come trovare la giusta direzione nella natura? es. 80 Orientare la bussola verso il Nord allineando il tratto giallo con lo 0 del disco magnetico mobile (scala interna) e l asse principale dello strumento Avvicinare l occhio a circa 1 cm. dalla piccola lente di ingrandimento nera in modo da leggere le cifre del quadrante interno mobile Voltarsi guardando attraverso la lente d ingrandimento fino a quando la linea rossa non si posiziona sull azimut corretto (scala interna) Mantenendo questa posizione (verificare l immobilità del quadrante), sollevare l occhio fino ad allineare la fessura del piccolo pezzo nero con la lente d ingrandimento e la fessura sulla placchetta superiore della bussola ed individuare un punto di rilievo in questa direzione (campanile, albero, faro ecc..) E possibile utilizzare questo punto di riferimento per proseguire prendendo qualsiasi strada. Quando sarà stato raggiunto ci si sarà spostati globalmente sulla prora scelta ( in questo es. 80 ). A questo punto procedere nello stesso modo fino ad un nuovo punto di riferimento e così via per raggiungere l obiettivo finale

22 TRIANGOLAZIONE Ci si è persi, come trovare la propria posizione sulla cartina? Spostarsi innanzitutto su un promontorio dal quale si potranno osservare dal vero almeno 2 punti di riferimento importanti R1 e R2, presenti anche sulla cartina (montagne, laghi, campanili etc.) idealmente l angolo di questi due punti rispetto alla propria posizione deve essere di 90 Orientare la bussola verso il Nord allineando il tratto giallo con lo 0 del disco magnetico mobile (scala interna) e l asse principale dello strumento Mirare il primo punto di riferimento R1 allineando l occhio con la fessura del supporto della lente di ingrandimento nella placchetta della bussola Avvicinare l occhio a circa 1 cm. dalla piccola lente di ingrandimento per leggere contemporaneamente la scala interna mobile e mirare il punto di riferimento Dopo la stabilizzazione dell ago, leggere attraverso la lente il valore dell azimut A sulla scala mobile interna all intersezione dell asse principale della bussola (ad es. 340 )

Sistemare la cartina orizzontalmente e ruotarla per orientare il Nord della stessa verso il Nord magnetico indicato dalla bussola Ritrovare il punto di riferimento R1 fino a mettere l asse principale sull azimut misurato in precedenza. Tracciare l angolo misurato passando per il punto di riferimento R1 aiutandosi con uno dei lati lunghi della bussola Mirare il punto di riferimento R2 e quindi annotare il valore B dell azimut misurato Ruotare la bussola sulla cartina (senza spostare quest ultima) fino ad allineare l asse dello strumento con l azimut B. tracciare la retta passando per R2 La propria posizione è dunque all intersezione dei due azimut sulla cartina E meglio ripetere l operazione una terza volta con un punto di riferimento R3 per maggiore sicurezza

23 ORIENTAMENTO DELLA CARTA TOPOGRAFICA Per servirsi di una carta topografica occorre orientarla, cioè volgere ciascuno dei suoi lati verso il corrispondente punto cardinale, dal momento che ogni carta è costruita in modo che il lato superiore rappresenta il NORD, l'inferiore il SUD, quello destro l'est, quello sinistro l OVEST. L orientamento può essere effettuato con la bussola o senza 23. 1. ORIENTAMENTO DELLA CARTA TOPOGRAFICA CON LA BUSSOLA - - Disponi la bussola sulla carta tenuta orizzontale. Fai coincidere l'asse NORD- SUD della bussola con il margine destro o sinistro della carta o con una delle linee verticali della quadrettatura - Ruota la carta, con la bussola fissata come detto, sino a quando l'ago della bussola non si stabilizza in corrispondenza della tacca a sinistra del Nord. - La carta è così orientata al Nord geografico. Basterà disporre nella direzione trovata il corrispondente lato della carta, tenendo presente che l'orientamento di questa risulta approssimativo; Per orientare la carta topografica senza la bussola, possono essere utilizzati: - i metodi di orientamento con il sole, o con l'orologio, o con la luna, o con la Stella Polare, che consentono di determinare la direzione del Nord o di altri punti cardinali

24 METODO DI ORIENTAMENTO DI GIORNO 1 - Piantare un ramo in una zona dove l ombra risulta netta - Segnare dove cade l ombra con un sasso o altro 2 - Aspettare 15 minuti in modo che l ombra si sposti - Segnare la nuova posizione dell ombra 3 - Unire con una linea i due segni; - La linea ottenuta rappresenta la direzione EST OVEST; - Il primo segno è sempre verso OVEST, il secondo verso EST. 4 - Per individuare il NORD e il SUD, tracciare una linea perpendicolare alla precedente, in qualsiasi punto - La nuova linea è la direzione SUD NORD; - l SUD è sempre verso il ramo, il NORD dalla parte opposta. 25 INCIDENZA DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI SULLA STIMA DELLE DISTANZE STIMI CORTO - Con luce molto viva - Con il sole alle spalle - Dal basso in alto - Obiettivi di grandi dimensioni - Colori chiari (bianco, rosso, giallo) - Obiettivi che contrastano con lo sfondo - Attraverso una depressione - Sul mare o sui laghi STIMI LUNGO - Con visibilità ridotta - Con il sole di fronte - Dall alto verso il basso - Obiettivi di dimensioni piccole - Colori scuri - Obiettivi mimetizzati - Quando lo sfondo è scuro - Sopra superfici scure (boschi)

50 m - Si vedono gli occhi e la bocca di una persona. 100 m - Gli occhi sembrano puntini. 200 m - Si distinguono bene tutte le parti del corpo umano ed alcuni particolari dell'abito. 300 m - Si vede ancora un po' la faccia. 400 m - Si distingue il movimento delle gambe. 500 m - Si distingue, con luce adatta, il colore del vestito, la testa e il cappello dal resto del corpo 600 m - La testa diviene un punto. 700 m - E' molto difficile distinguere la testa dal tronco. 800 m - La testa non si distingue più dal tronco. 1.000 m - Si possono ancora distinguere i movimenti delle braccia e delle gambe. 1.200 m - Si distingue bene un uomo a cavallo da un uomo a piedi. 1.500 m - Si distingue ancora un palo telefonico. 3.000 m - Si distinguono i tronchi di grossi alberi isolati 10.000 m - Possono distinguersi soltanto i campanili delle chiese. 26 COSA FARE SE CI SI E PERSI Non lasciarsi prendere dal panico. Dove era l'ultima posizione conosciuta? L'unità è andato troppo lontano ed ha passato l'obiettivo? (Dovrebbero confrontare le valutazioni di tempo e la distanza percorsa.) Il terreno ha le caratteristiche che dovrebbe avere? (la conformazione del terreno è come descritta sulla cartina?). Quali caratteristiche nella zona sono presenti da poter essere rilevati e quindi utilizzati per ripristinare la posizione? Stabilire la distanza massima che si è potuto percorrere nel tempo trascorso (questo può fornire un raggio ideale di un ipotetico cerchio il cui centro è l ultima posizione conosciuta), si è già circoscritta l area ipotetica della posizione attuale. 27 VELOCITA DI MOVIMENTO Sentiero poco ripido con zaino per 1 g. 3/5 km. h Su strade o sentieri in pianura o leggera % 5 km. h Sentiero ripido con zaini per pernottamento 2/3 km. h Attraverso i boschi senza sentieri leggera salita 3 km. h Mulattiera in salita 300 m. h Mulattiera in discesa 500 m. h Pendio moderato in assenza di sentiero 300 m. h di dislivello Pendio moderato in assenza di sentiero zaino pernott. 150 m. h di dislivello Ghiacciaio in altezza 200 m. h Ghiacciaio in discesa 300 m. h Percorso in altezza ripido 100 m. h Percorso in discesa ripido 100 m. h

28 TECNICHE DI MOVIMENTO SUL TERRENO 28. 1. Linee conduttrici e linee d'arresto Per raggiungere un punto di controllo, occorre individuare degli elementi lineari da seguire, elementi che vengono detti "linee conduttrici". Un percorso che porta al punto mediante una rete di strade e sentieri, è un percorso banale: occorre solo stare attenti ad ogni incrocio alla direzione da prendere. Nella maggior parte dei casi si scelgono punti lontani da strade, perché impegnano maggiormente nella lettura della carta e mettono alla prova le capacità di orientamento. Pur se il controllo è lontano da vie di comunicazione, possiamo individuare sulla mappa altre innumerevoli "vie" che ci portano ad esso. Si tratta di elementi lineari chiari sulla carta e ben individuabili sul terreno. Sono ottime linee conduttrici: i corsi d'acqua le linee elettriche i muretti le recinzioni i limiti di vegetazione (il limite di un bosco, per esempio) gli allineamenti rocciosi le scarpate gli avvallamenti Basta individuare le linee conduttrici da seguire ed esse ci porteranno velocemente alla meta. 29. 1. Fattori e requisiti da considerare 29 SCELTA DI UN ITINERARIO Nella scelta di un itinerario si devono considerare tutti i fattori che configurano la situazione e tenere conto dei requisiti operativi propri di un itinerario. FATTORI da considerare nella scelta di un itinerario Compito da assolvere Forze nemiche (dislocazione, entità, tipo) Forze amiche (dislocazione, possibilità di supporto) Terreno (plastica, ostacoli, copertura) Condizioni meteorologiche (previsioni, durata arco diurno e notturno, visibilità, fasi lunari) Tempo disponibile.