CINEMA STORIA TECNICA LINGUAGGIO Link: www.slideshare.net/robertnozick/linguaggiocinematografico-presentation
PRECINEMA In oriente: ombre cinesi, in Europa la lanterna magica, (proiezione su una parete di una stanza buia di immagini dipinte su vetro e illuminate da una candela dentro una scatola chiusa, tramite un foro con una lente) e, con funzionamento opposto il Mondo nuovo (una scatola chiusa dove si doveva guardare all'interno per vedere le immagini illuminate da dietro da una candela).
Dopo la nascita della fotografia si iniziò a studiare la riproduzione del movimento in scatti consecutivi. Sfruttando i principi dei dispositivi ottici del passato, si iniziarono a cercare modi di proiettare fotografie in successione, in modo da ricreare un'illusione di movimento estremamente realistica. Muybridge analizza il movimento con una serie di scatti consecutivi (fotocamere in serie) Muybridge, Boys playing, 1883 86
Marey inventa le cronofotografie realizzate con un solo apparecchio (fasi del movimento su unica lastra). Flying pelican, 1882
1885 : invenzione della pellicola cinematografica ad opera di George Eastman PELLICOLA La pellicola in origine è in celluloide (oggi triacetato di cellulosa) come supporto per gli alogenuri di argento fotosensibili, viene impressionata fotogramma dopo fotogramma (18x24mm, larghezza della pellicola 35 mm). Come nella fotografia le immagini vengono sviluppate (negativo), fissate e stampate su una nuova pellicola. Nella proiezione lo scorrimento (garantito dalla griffa che aggancia i fori laterali) prevede una successione di almeno 24 fotogrammi al secondo (soglia della percezione della continuità è 18 immagini al secondo per la persistenza sulla retina)
MACCHINA DA PRESA E PROIETTORE 1889 Thomas Edison realizza una cinepresa (detta Kinetograph) ed una macchina da visione (Kinetoscopio): la prima era destinata a scattare in rapida successione una serie di fotografie su una pellicola 35mm; la seconda consentiva ad un solo spettatore per volta di osservare, tramite un visore, l'alternanza delle immagini impresse sulla pellicola 1895 i fratelli Louis e Auguste Lumière brevettano un apparecchio chiamato cinématographe. Tale apparecchio era in grado di proiettare su uno schermo bianco una sequenza di immagini distinte, impresse su una pellicola stampata con un processo fotografico, in modo da creare l'effetto del movimento. Ai fratelli Lumière si deve comunque l'idea di proiettare la pellicola, così da consentire la visione dello spettacolo ad una moltitudine di spettatori.
BIANCO E NERO COLORE Il cinema delle origini è in bianco e nero (anche se talvolta si colorava a mano fotogramma per fotogramma) Negli anni Trenta si introducono vari tipi di pellicole sensibili al colore: sulla pellicola sono stese tre diverse emulsioni reagenti ai colori primari (Technicolor). MUTO SONORO In origine il cinema è muto: le proiezioni sono accompagnate da musiche eseguite da un pianista o da un'orchestra. I dialoghi sono rappresentati attraverso delle didascalie. 1926: primo film sonorizzato con un disco su cui sono registrati dialoghi e musica. In seguito la banda sonora sarà registrata sulla pellicola a fianco delle immagini.
Il primo spettacolo a pagamento si tenne il 28 dicembre a Parigi al Grand Café sul Boulevard des Capucines. Andarono in tour con il cinématographe nel 1896 visitando Londra e New York. Le immagini in movimento ebbero un'immediata e significativa influenza sulla cultura popolare. I fratelli Lumiere presentarono alcuni CORTOMETRAGGI tra cui: L'uscita dalle officine Lumière L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (L'arrivée d'un train en gare de la Ciotat) La colazione del bimbo (Le Repas de bébé), L'innaffiatore innaffiato (L'arroseur arrosé).
GLI ELEMENTI DEL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO FOTOGRAMMA Unità minima fisica del film ( base 35 mm., altezza pari a circa 2/3 della base) La sensazione della continuità delle immagini deriva da uno scorrimento a circa 24 fotogrammi/sec. INQUADRATURA L'inquadratura coicide con: - l'unità base del discorso filmico - cornice che inquadra una porzione di spazio rispetto al contesto (piano fisso) QUADRO UNICO - rappresentazione di un certo spazio e tempo in continuità (piano sequenza) QUADRO ARTICOLATO lo spazio inquadrato è detto PROFILMICO
PIANI DETTAGLIO PRIMISSIMO PIANO PRIMO PIANO MEZZO PRIMO PIANO PIANO AMERICANO FIGURA INTERA CAMPI CAMPO MEDIO CAMPO LUNGO CAMPO LUNGHISSIMO CAMPO TOTALE MOVIMENTI DI MACCHINA panoramica (rotazione sull'asse in orizzontale o verticale), molto raramente di 360 carrellata (binari o pneumatici): laterale, a precedere, a seguire dolly (braccio mobile su piattaforma su veicolo) gru (come dolly, raggiunge altezze maggiori) steady cam (anni '70, agganciata all'operatore, con monitor, consente movimenti rapidi) louma (braccio meccanico di max 7 mt, operatore distante) macchina a mano (soggettiva, cinema verité) zoom (carrellata ottica, appiattisce il contesto)
AMBIENTE L'ambiente inquadrato Realista: descrive una situazione senza implicazioni psicologiche Impressionista: paesaggio rappresentativo di uno stato d'animo, suggestivo, enfatizza ombre, colori Espressionista: esplicitamente artificiale, deformato e stilizzato in funzione simbolica Il rapporto tra le dimensioni della figura e quelle dell'ambiente corrispondono a precisi significati LUCE E COLORE La luce ha una funzione comunicativa espressiva o/e documentaristica Luce intradiegetica (interna al racconto) o extradiegetica (sorgente esterna alla scena) Qualità della luce: contrastata, diffusa, dinamica (fonte di luce in movimento, rapporto reversibile luce/ombra) Direzione: frontale/laterale/controluce/dal basso/dall'alto Tipologie della sorgente: Key light (primaria frontale) Fill lignt (laterale, riempitiva) Back light (tra i personaggi e lo sfondo, stacca le figure) Il colore può avere funzione realistica, immaginaria, decorativa espressivo-psicologica ANGOLAZIONE della mdp (macchina da presa) L'angolazione corrisponde altezza e al punto di vista della mdp Corrisponde ad un importante elemento dello stile e accentua o riduce la verosimiglianza, aumenta la dinamicità della rappresentazione e l'evoluzione dello spazio teatrale in spazio cinematografico
CORNICE E SPAZI Campo (tutti gli elementi interni all'inquadratura) Fuori campo (gli elementi esterni all'inquadratura ma presenti nella storia) Fuori campo interno (oggetto interno, coperto da un elemento profilmico) Fuori campo concreto(elemento già visto e poi celato) Fuori campo immaginario (non visto ma suggerito) Modi del fuori campo sono -entrate/uscite -sguardo -suono off -taglio delle figure Fuori campo è un doppio di ciò che è visibile nell'inquadratura. È centrifugo, cioè spinge l'immaginazione fuori dall'immagine. In questo si differenzia da teatro e fotografia che mostrano tutto.
SOGGETTIVA E SGUARDO Oggettiva è l'inquadratura che mostra i personaggi dall'esterno, secondo il p.to di vista della mdp, occhio esterno testimone della storia (ottica) La soggettiva è l'inquadratura che rappresenta il p.to di vista di uno dei personaggi (affettiva) Modi della soggettiva -stilistici: sfumature, velati, movimenti della mdp -semisoggettiva: lieve angolazione rispetto al personaggio che guarda -falsa soggetiva: mdp in movimento simulante un p.to di vista di un personaggio che poi entra in campo Soggettiva e oggettiva servono a produrre l'identificazione primaria: nella mdp secondaria: nei personaggi La dialettica tra soggettiva ed oggettiva è importante per l'immedesimazione dello spettatore e la creazione della tensione narrativa.
MONTAGGIO Operazione che mette in relazione inquadrature/scene/sequenze sulla base di un progetto estetico/narrativo/semantico Montaggio classico: DECOUPAGE Il regista decide di connettere i piani separati: campo vuoto/iris/tendina/stacco/dissolvenza Lo spazio diegetico è articolato in varie unità secondo una selezione relativa all' importanza Il DECOUPAGE si compone di Rappresentazione di un quadro di insieme Rappresentazione di frammenti Ricomposizione mentale della complessità (espansione del campo)
MONTAGGIO Operazione che mette in relazione inquadrature/scene/sequenze sulla base di un progetto estetico/narrativo/semantico Montaggio classico: DECOUPAGE Il regista decide di connettere i piani separati: campo vuoto/iris/tendina/stacco/dissolvenza Lo spazio diegetico è articolato in varie unità secondo una selezione relativa all' importanza Il DECOUPAGE si compone di Rappresentazione di un quadro di insieme Rappresentazione di frammenti Ricomposizione mentale della complessità (espansione del campo)
TEMPO NORME: Il tempo dipende dal tipo di inquadratura: il c. lungo richiede tempo rispetto ad un primo piano. ORDINE: rapporto tra intreccio e storia (uso di meccanismo di flashback o flashforwards) DURATA: rapporto tra tempo della storia e tempo del discorso - uso di contrazione: sequenza a episodi - uso dell'estensione: fermo immagine/slowmotion/ overlapping editing/ ripetizione
MONTAGGIO ALTERNATO (EFFETTO GRIFFITH) Dal 1917 Inquadratura alternata di eventi destinati a convergere alla fine. Rappresenta l'espressione di un narratore onnisciente MONTAGGIO NARRATIVO Il decoupage - prevede uno spettatore inconsapevole, - la scrittura filmica si basa sulla scomposizione della continuità spaziotemporale, traducendo i processi mentali dello spettatore - vuole favorire la motivazione (coinvolgimento emotivo), partecipazione - vuole favorire la chiarezza espositiva, lo svolgimento della storia deve essere chiaro si basa sulla drammatizzazione, la costruzione del climax MONTAGGIO ASSOCIATIVO Il film viene composto associando immagini provenienti da contesti del tutto diversi al fine di suggerire un concetto per associazione di idee oppure produrre una reazione emotiva nello spettatore provocandolo attraverso l accostamento di immagini di forte impatto. Prevede comunque uno spettatore consapevole, non immedesimato supinamente nella vicenda raccontata ma posto di fronte alla necessità di operare tramite la ragione,