XIX Rapporto sull Ecosistema Urbano. Note sulla città di Pisa 1



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XIX Rapporto sull Ecosistema Urbano Note sulla città di Pisa 1 1 - Chi redige il Rapporto sull Ecosistema Urbano Il Rapporto sull Ecosistema Urbano è prodotto dalla associazione Legambiente e dall istituto di ricerca Ambiente Italia, con la Collaborazione editoriale del Sole 24 Ore. 2 - Cosa è, cosa misura e quali sono gli obiettivi del Rapporto sull Ecosistema Urbano Il Rapporto, attraverso un sistema di indicatori, vuole misurare il grado di sostenibilità ambientale dei 104 capoluoghi di provincia italiani: quanto il territorio e le risorse della natura possono sopportare il carico e i consumi della città e dei suoi abitanti, conservandosi per il futuro. La massima valutazione (100) non è riferita a una situazione utopica: la città che avesse ottenuto il decimo miglior valore su tutti gli indicatori avrebbe ottenuto un punteggio di 90/100, mentre il punteggio massimo (Verbania) è di 73,71. Si noti che la valutazione della sostenibilità solo parzialmente coincide con quella della qualità della vita, anche perché questa, di più difficile definizione, dovrebbe comprendere anche informazioni sulle relazioni sociali. Inoltre la valutazione dei parametri dipende dal punto di vista da cui si pone: un alto consumo di energia, ad esempio, può essere interpretato da qualcuno come indicatore di alto tenore di vita, mentre è un dato negativo rispetto ala sostenibilità. Perciò non è possibile confrontare i risultati. 3 Come avviene la misura e come sono attribuiti i punteggi Il Rapporto utilizza 25 indicatori tematici (derivati da oltre 120 parametri) che coprono tutte le principali componenti ambientali presenti in città: aria, acque, rifiuti, trasporti e mobilità, spazio e verde urbano, energia, politiche ambientali 2. I dati sono raccolti da Legambiente e certificati da un dirigente dell ente responsabile. Gli indicatori sono divisi in indicatori di pressione delle attività umane sull ambiente, di stato in cui questo si trova, di risposta ai problemi ambientali da parte degli amministratori. La loro combinazione fornisce una valutazione che dipende sia da quanto la storia e la natura hanno lasciato in eredità al territorio, sia da come gli amministratori sanno governare il territorio, sia dal comportamento dei cittadini. L istituto di ricerche Ambiente Italia elabora i dati in base ad alcuni target nazionali e internazionali, attribuendo un punteggio sintetico da 0 a 100 e costruendo tre classifiche separate per città di diverse dimensioni (più di 200.000 ab. - tra 80.000 e 200.000 ab. - meno di 80.000 ab.). Si tenga conto che i parametri hanno diverso peso nella costruzione della classifica finale 3 Il XIX Rapporto, presentato nell ottobre 2012, si basa su dati dell anno 2011. 1 Legambiente Pisa ringrazia tutti gli uffici che si adoperano per rispondere a quanto richiesto. Un ringraziamento particolare va alla signora Stefania Corucci, dell Ufficio Ambiente del Comune di Pisa, che si adopera per ottenere il miglior risultato. 2 Nelle tabelle allegate sono specificati i diversi indicatori. 3 La categoria trasporti/mobilità persa per il 22%, l aria per il 19%, ambiente urbano e rifiuti per il 14% ciascuna, acqua ed energia per il 12% ciascuna, la gestione per il 7%.

Le classifiche sono significative quando i punteggi differiscono di molto, mentre non lo sono per distinguere città con punteggi differenti di qualche unità. Hanno anche la funzione di attirare l attenzione e valutare le variazioni. Solo una analisi attenta dei singoli parametri e delle loro variazioni nel tempo rende il Rapporto uno strumento molto utile per capire e valutare la politica ambientale della amministrazione locale. 4 La situazione delle città italiane Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, accompagna la pubblicazione del rapporto con una nota (allegata: Cambiare si può ) nella quale fa il punto del la situazione delle città italiane, che definisce «di stallo», in una fase di stasi senza miglioramenti, tanto che si può dire che la classifica del Rapporto «premia le città meno insostenibili». Osserva inoltre che le città hanno subito negli ultimi decenni un cambiamento strutturale: «Ogni giorno 14 milioni di pendolari si muovono dai territori periurbani per andare a lavorare in città perché nel corso di questi anni sono stati espulsi [e] per sentirsi liberi si fugge dalle città». Una verità che vale anche per Pisa, che sopporta il peso di una forte pendolarità che raddoppia ogni giorno il numero degli abitanti. Alle osservazioni sulle criticità seguono le possibili soluzioni: «Mobilità in città e tra le aree limitrofe, riqualificazione degli edifici, rigenerazione delle periferie e delle aree da bonificare, risparmio energetico e idrico, smart cities, recupero dei materiali dai rifiuti, valorizzazione agricola delle campagne intorno alle città sono tutti terreni di un rinascimento urbano che funge da volano per la ripresa economica». Il rinascimento urbano non compito solo delle amministrazioni, spesso mancanti di inventiva e coraggio, ma «le trasformazioni urbane che ci attendono passano anche attraverso il coinvolgimento, la consapevolezza e l assunzione di responsabilità delle singole persone». 5 I risultati della città di Pisa Pisa ottiene un punteggio di 59,59 simile a quello degli scorsi anni, ma non direttamente confrontabili, essendosi sviluppati i criteri di valutazione seguendo indicazioni internazionali. Del resto i dati e la relativa valutazione non possono cambiare sensibilmente in un solo anno. Tale valutazione pone Pisa al 7 posto tra le 45 città medie e al 12 assoluto. (Si vedano tabelle allegate). Abbiamo sopra ricordato che le classifiche hanno un modesto significato, mentre è necessaria una attenta analisi dei singoli parametri per capire e valutare la situazione ambientale e le risposte date dalla amministrazione locale. La tabella allegata consente di analizzare la situazione pisana. Pisa è stata sempre nella fascia alta (circa tra il 10 e il 20 posto) con un punteggio che ha oscillato intorno al 60. Insomma Pisa non è una città ambientalmente sostenibile (nessuna lo è), anche se si trova in una situazione migliore di gran parte degli altri capoluoghi. Quindi, come in tutte le città italiane (e, aggiungiamo, del mondo), sono necessari profondi cambiamenti. Una posizione relativamente privilegiata non ci deve mettere nelle condizioni di chi si dichiara soddisfatto perché in mezzo al mare sta andando a fondo su uno yacht, mentre altri vanno a fondo più rapidamente su un pedalò. Per Pisa il punto più dolente sono gli alti consumi, da attribuirsi al fatto che questi sono rapportati a una città di meno di 90.000 abitanti, mentre quasi altrettanti entrano in città ogni giorno

per motivi di lavoro, per i servizi offerti dal capoluogo o come turisti, per non parlare degli studenti. Occorre tenere presente questo dato nella prossima analisi dei dati relativi ai consumi. Ma non è possibile un commento valido per tutti gli aspetti toccati dal rapporto ed è necessario considerarli singolarmente 4. Qualità dell aria (biossido di azoto, polveri sottili, ozono) In tutta Italia, dopo un periodo di contenimento, si assiste a un leggero peggioramento, nonostante il miglioramento del parco macchine: l aumento dei mezzi a motore non consente di raccogliere i benefici. Pisa si trova in posizione media-superiore rispetto ad altre città (tra il 20 e il 30 posto), rientrando nei limiti di legge. Purtroppo le centraline di monitoraggio, pur in numero tale da rispettare la legge,sono state ridotte di numero e i parametri sono rilevati talvolta in una sola centralina. In particolare non abbiamo più la centralina di Oratoio che dava i dati peggiori e poneva il problema di quale fosse l origine dell inquinamento. Ricordiamo che le misure sono riferibili esattamente alla sola posizione in cui sono situate le centraline. Ricordiamo anche che i limiti sono puramente convenzionali: il danno è proporzionale al carico inquinante e il rischio zero corrisponde a un inquinamento zero, impossibile da raggiungere ma da perseguire come obiettivo Acqua (consumi idrici domestici, depurazione, dispersione in rete) Alti i consumi, anche se in calo (179,6 litri/abitante-giorno, 76 a ). Aumenta ed è alta la dispersione (ogni 100 litri immessi in acquedotto, 34 sono persi, 55 a ); un dato molto negativo e preoccupante. Inadeguata la capacità di depurazione, una delle peggiori di Italia (85%, 79 a ) Rifiuti (produzione, raccolta differenziata) Da qualche anno si ha in Italia una tendenza alla riduzione nella quantità dei rifiuti. Anche cala Pisa (818 Kg / anno-abitante, pari a 2,24 Kg/ abitante-giorno; ultima città insieme a Rimini, una coppia ormai tradizionale ). Un dato altissimo, la cui giustificazione abbiamo dato sopra; comunque preoccupante per i problemi che pone. La percentuale di raccolta differenziata è stabilmente nella mediocrità nazionale (37,3 %, 57 a ), lontani dal 65% che la legge impone al 2012 e dai buoni risultati che alcuni Comuni hanno saputo raggiungere anche in poco tempo. Il risultato è insoddisfacente, nonostante l impegno nella realizzazione di isole e stazioni ecologiche. L organizzazione del sistema di raccolta porta a porta (che si è dimostrato l unico capace di raggiungere i livelli dovuti) nei comuni confinanti impone la necessità di un piano di raccolta concordato tra i diversi Comuni. La partita è importante. Il non raggiungimento degli obiettivi di legge sarebbe pagata dai Pisani tramite una ecotassa. Non solo: è prossimo un nuovo piano interprovinciale dei rifiuti, che prevederebbe, secondo le prime indicazioni, di potenziare l incenerimento: per impedire questi impianti, molto nocivi per ambiente e salute, la soluzione è ridurre i rifiuti e spingere la raccolta differenziata. Trasporto pubblico (passeggeri trasportati, percorrenza annua, indice mobilità sostenibile quest ultimo è un indicatore sintetico che riassume: autobus a chiamata, controlli elettronici ZTL, presenza mobility manager, car sharing, pedibus, piano spostamenti casa-lavoro) 4 Le classifiche di seguito indicate sono assolute rispetto alle tre tipologie di città, mentre nella tabella relativa alla Toscana la classifica è riferita alle 45città medie.

Pisa con 116 viaggi/abitante-anno e 30 Km-vettura/ab.-anno si posiziona in una fascia medio-alta (20 a e 40 a rispettivamente). Ancora a metà classifica (indice 33,3-44 a ) sull indice della mobilità sostenibile. Un dato positivo è il progressivo, anche se modesto, aumento dei passeggeri trasportati. Rimane, tuttavia, la necessità di trasferire in modo consistente gli spostamenti dal mezzo privato a motore al mezzo pubblico e il mezzo senza motore, anche potenziando il trasporto pubblico; una delle principali sfide per gli Amministratori, pur nella difficoltà dei continui tagli al settore. Auto, bici e pedoni (numero auto e motocicli, estensione isole pedonali, ZTL, lunghezza equivalente piste ciclabili tenendo conto delle diverse tipologie-, indice di ciclabilità indice che misura l efficacia delle politiche a favore della ciclo mobilità-) Un punto dolente che ogni anno si ripresenta: le auto sono troppe (61 ogni 100 abitanti, neonati compresi, dato nella media italiana, 46 a ). I motocicli sono relativamente ancor più numerosi (18 ogni 100 abitanti, 84 a ), superando nettamente la media nazionale. A questo si aggiunga la vera invasione di auto pendolari che ogni giorno entrano in città, decine di migliaia. Isole pedonali e zone a traffico limitato sono a Pisa di maggiore estensione rispetto alla maggioranza delle altre città (rispettivamente 0,51 mq/abitante 15 a e 14,85 mq/abitante 3 a ). Ma, poiché gli ambientalisti non si accontentano mai, vorremmo che fossero estese, soprattutto le prime. Ricordiamo anche la difficoltà di muoversi sui marciapiedi, spesso malconci, quando non adibiti a parcheggio. Anche per le piste ciclabili, Pisa, con 13.04 metri equivalenti per abitante, risulta in una fascia medio-alta (20 a ). Più indietro nell indice di ciclabilità (12,50, 70 a ). Le piste non costituiscono ancora una rete cittadina e molte non sono sicure. L Ufficio Bici del Comune ha realizzato alcune piste, altre sono progettate e finanziate, altre ancora sono nel cassetto in attesa di finanziamento: ci auguriamo che l Amministrazione le consideri una priorità. Nota dolentissima è il rispetto delle piste: sono spesso sede di parcheggio o di scorrimento veloce per moto, il ciclista rischia sempre. Infine spiace notare che ancora si realizzano nuove viabilità, rotatorie in particolare, ignorando la presenza delle biciclette e pedoni. La riduzione dei mezzi a motore l unica via per avere un aria meno inquinata e una maggiore vivibilità in città. Isole pedonali, rispetto della ZTL, incremento del mezzo pubblico, piste ciclabili sono le note ricette da seguire. Per ridurre rumore e inquinamento da motociclo, nelle normative che limitano l accesso a zone protette non classificare i mezzi in due ruote/quattro ruote, ma in a motore/senza motore. Verde urbano (superficie verde fruibile per abitante, superficie verde rispetto alla superficie del comune) Il cittadino pisano può godere di soli 5,80 mq/abitante di verde urbano, valore fermo da tempo; non è molto, un valore medio basso tra le città italiane (57 a ). Manca in città un vero parco urbano e gli spazi si sono progressivamente chiusi con l estendersi dell edificato, non sempre giustificato, come il prospettato estendersi dell area industriale a fronte di una notevole volumetria costruita e non utilizzata. In città l ultima occasione sono gli 11 ettari di verde incolto tra via Bargagna e via Cisanello; il comune sta decidendo in questi giorni il destino di questa area dove è previsto del verde pubblico, che cittadini e associazioni ambientaliste chiedono sia il più ampio possibile senza altri inutili edifici. Eccezionale invece, tanto da meritare il primo posto (7113 mq/ha), il secondo indicatore, grazie alla presenza nel territorio comunale di una porzione del Parco di Migliarino-San Rossore- Massaciuccoli. La lungimiranza di amministratori di alcuni decenni fa ci ha fatto un bel regalo; speriamo di conservarlo intatto, anche se si addensano diverse nubi.

Energia (consumi elettrici domestici, energie rinnovabili: solare termico, fotovoltaico e teleriscaldamento, politiche energetiche indicatore sintetico che riassume le politiche per il risparmio energetico). Pisa è tra le maggiori città consumatrici di energia elettrica domestica, (1318 kwh /ab.anno 98 a ). Per le altre voci la nostra città non si distingue in un momento in cui l importante partita sulle fonti rinnovabili è molto aperta e sono possibili iniziative molto interessanti e positive. Il Comune di Pisa ha avviato qualche impegno, vedremo nel prossimo futuro gli sviluppi. Alcune città hanno già fatto bene, ma nel complesso ci siamo appena staccati dai blocchi di partenza. Per il solare termico installato su edifici 5 comunali siamo a 0,09 mq/ab. (65 a ) Per il solare fotovoltaico siamo a installati su edifici comunali 6 siamo a 1,10 kw/1000 ab. (36 a ). Pisa non ha impianti di teleriscaldamento; solo 29 città ne hanno. Per le politiche energetiche Pisa ha il punteggio di 71/100 (16 a ). Politiche ambientali (certificazioni ambientali, pianificazione e partecipazione, eco Management indicatore sintetico) A Pisa sono certificate ISO 14001 4,07 imprese ogni 1000 (16 a ). L indice per la partecipazione ambientale è composto sinteticamente da diversi altri indicatori 7. Con il punteggio di 63 Pisa si trova nella fascia medio-alta (23 a ). Per questi aspetti della gestione dell ambiente cittadino è difficile individuare indicatori numerici e pensiamo che il cittadino abbia diritto al massimo. Pensando, ad esempio, alla partecipazione, crediamo che questa sia rimasto spesso sulla carta. Pur nel pieno rispetto delle indicazioni normative, sono mancate efficaci procedure di partecipazione: mentre alcuni organismi, come i CTP, stentano concretizzare il loro ruolo, spesso la partecipazione di fatto è ridotta a informazione circa decisioni prese. L indice sintetico per l Eco Management è di 44, ponendo Pisa al 28 posto in Italia. Capacità di risposta Il Comune di Pisa collabora alla raccolta dei dati, fornendo l 83% dei dati richiesti. 5 Riteniamo che sarebbe più significativo valutare anche principalmente tutti gli impianti installati in città 6 Vedi nota 4. 7 Progettazione partecipata, bilancio ambientale e sociale, approvazione zonizzazione acustica, Piano Urbano del Traffico, Piano Energetico Comunale, Piano di Azione per l Energia Sostenibile.