Il sostegno a distanza, un amicizia da fiaba



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Accogliere Una Mamma. Casa Letizia è nata nel 1988, 26 anni fa, come casa per accogliere mamme in difficoltà con i loro bambini.

Transcript:

Il sostegno a distanza, un amicizia da fiaba Un percorso educativo alla scoperta di se stessi e dell altro attraverso lo scambio di esperienze, storie e racconti

Un cammino insieme Partecipare al Concorso Il sostegno a distanza: un amicizia da fiaba, che la Fondazione Nazionale Carlo Collodi, la Fondazione AVSI e l Associazione DIESSE hanno promosso per celebrare il 28 compleanno di Pinocchio 2015, può essere un occasione davvero interessante e diventare per ciascuno un percorso educativo alla scoperta di se stessi. Molti saranno gli incontri imprevedibili, potranno nascere anche nuove amicizie e scopriremo tutta la bellezza e la ricchezza che ogni 3

persona porta in questo mondo, insieme con le difficoltà, le esperienze di sofferenza e di dolore che rendono la storia di ciascun popolo unica, degna di rispetto e di una speciale considerazione. Le avventure di Pinocchio di Carlo Lorenzini, alias Carlo Collodi, ci offriranno molti spunti interessanti per riflettere sul percorso di questo burattino che si trasforma in un bambino vero e ci aiuta ad immaginare come anche ciascuno di noi possa compiere un piccolo, ma in realtà grande passo, verso l umanizzazione del nostro mondo a volte sottosopra e bisognoso di recuperare tutte le sue dimensioni più autentiche. I protagonisti principali di questo cammino, che desideriamo percorrere insieme, sono ancora una volta i bambini, i ragazzi italiani e dei diversi paesi europei ed extraeuropei, guidati dagli adulti che vivono loro vicino (genitori, insegnanti ed educatori). Potremo conoscerci attraverso le storie proposte da AVSI nella prima parte di questo sussidio, arricchite con schede di approfondimento relative ai contesti geografici, culturali e sociali dei vari paesi di provenienza. Potremo apprendere come si vive nelle famiglie di questi ragazzi, nelle loro case, nelle loro scuole e raccontarci le nostre abitudini e ciò che ci è più caro; questa esperienza di interscambio ci aiuterà a meglio comprendere la ricchezza dell ambiente in cui viviamo. Nella seconda parte del testo segue un antologia di brani tratti da Le avventure di Pinocchio e da due fiabe estere: una russa, Le Vele Scarlatte e l altra africana, Rama che ci permetteranno di avviare un lavoro di riflessione e confronto 4

tra le fiabe dei reciproci Paesi di appartenenza. Potremo trovare sul sito www.28cdp2015.it i testi integrali delle fiabe da cui sono stati selezionati i brani qui presenti, visionare il filmato della storia di Ignatius (una commovente testimonianza di vita nello slum di Kibera in Kenya) e tutto quanto potrà essere utile per stimolare la creatività e la fantasia... Non ci resta che cominciare questa avventura! A tutti, piccoli e grandi, auguriamo di ritrovarsi alla fine di questo viaggio un po più veri e cresciuti nella propria umanità. Buona lettura! 5

Se avessimo il dono magico di essere presenti contemporaneamente in più luoghi, il racconto degli avvenimenti risulterebbe forse meno necessario: abbiamo partecipato ai fatti accaduti, abbiamo visto e udito ogni particolare crediamo di conoscere come sono andate le cose! In assenza di questo dono, possiamo condividere e partecipare attraverso le parole. Allora è bello e significativo raccontarsi, è un regalo condividere alcuni momenti della propria storia, della propria vita. Siamo perciò grati a chi ha voluto comunicarci che, pur dentro situazioni difficili e di disagio è ancora possibile sorridere... Si può sperimentare una solidarietà che vince la solitudine del cuore! Così è accaduto a tanti ragazzi seguiti da AVSI, che hanno oggi la possibilità di raccontare ed allora Ignatius (che proviene dal poverissimo slum di Kibera in Kenya e che ci racconta la sua storia nel filmato del concorso) può dire: Una cosa di cui mi ricordo sempre della scuola Little Prince è che mi hanno aiutato a diventare la persona che sono oggi, in termini di fiducia e di libertà di essere me stesso. Quando frequentavo la scuola Little Prince ricordo che tutti ci dicevano: Dovete essere voi stessi, dovete essere voi stessi. Se non fossi andato a scuola probabilmente ascoltereste una storia diversa di Ignatius Juma nello slum di Kibera. HAITI 8 RWA N D A 14 MYANMAR 20 RUSSIA 26 I TA L I A 32

Storie dal mondo Questa è l essenza del Sostegno a distanza: un incontro. Uno sguardo che ti vuole bene, un cammino insieme. Verso la possibilità di realizzare i propri desideri.

UNA VITA STRAORDINARIa, quella DI DACHELINE Q uando nacque Dacheline, suo padre abbandonò la famiglia. La mamma, che non era mai andata a scuola e non aveva nessuna formazione, aveva sempre avuto difficoltà a trovare lavoro perciò, quando il marito se ne andò, si ritrovò sola e senza alcuna entrata economica. Le due sorelle maggiori di Dacheline partirono così, ancora bambine, in cerca di occupazione nella capitale e divennero domestiche presso case di famiglie benestanti. Dacheline con la sua mamma, le altre sorelle e il fratello trovarono accoglienza nella casa del nonno materno. Qui vivevano anche la zia, lo zio e le due cuginette. Questa famiglia dovette affrontare molti problemi. Prima di tutto l estrema povertà che rendeva la vita di ogni giorno insicura, poi il terremoto, il colera e infine nel 2008 la casa inondata dall uragano. Per anni i problemi sembrarono insormontabili, ma qualcosa poi per fortuna cambiò. 8

HAITI Dacheline, pur essendo ancora piccola, mostrò coraggio nell affrontare le sue sfide. Nacque gracile e sottopeso. La famiglia non aveva la possibilità di darle medicine né di farla mangiare adeguatamente. A causa dei momenti davvero difficili vissuti quando era più piccolina e allo stato di denutrizione, aveva maturato un carattere molto introverso. Non solo non riusciva a giocare con gli altri bambini, ma neppure esternava le sue emozioni, né la gioia né la tristezza. Era chiusa in se stessa e questo era visibile anche nel suo corpo, minuto e rigido, che era come bloccato. Si muoveva quasi a scatti e non riusciva a parlare. A tre anni Dacheline avrebbe dovuto iniziare a frequentare la scuola, ma la mamma non pensava fosse importante per lei. Perché impegnarsi a superare le difficoltà economiche per pagare le tasse scolastiche a una bambina che manifestava disturbi fisici e psicologici? Così Dacheline restò a casa. L incontro con gli assistenti sociali di AVSI cambiò però la sua storia. Dacheline fu inserita nel progetto di Sostegno a distanza. Gli assistenti sociali ebbero l occasione di conoscere meglio la famiglia. Visitavano Dacheline a casa, parlavano con lei e poco a poco conquistarono anche la fiducia della mamma e del nonno. Così, tra una chiacchiera e un altra, fecero capire alla mamma l importanza di mandare la bimba a scuola. Iniziò l anno scolastico in una classe mista, con tutti gli altri bambini, ma poi, date le sue difficoltà, fu integrata in una classe speciale con un insegnante di sostegno che poteva darle tutte le attenzioni di cui aveva bisogno. Dopo due anni di frequenza iniziò finalmente a parlare e poco a poco a socializzare con gli altri bambini. Che gioia! Oggi, grazie agli interventi degli operatori sociali, Dacheline parla e gioca normalmente e soprattutto la Cognome Pierre Luis Nome Dacheline Data di nascita 2 ottobre 2003 Luogo di nascita Guillène II, Torbeck, Haiti La casa le pareti sono in legno, il pavimento in terra battuta e il tetto, prima in paglia, ora è in lamiera. Non c è il bagno né l acqua corrente. Non ci sono mobili, solo il letto sul quale dorme il nonno. Non possiede giocattoli, lei e le sue amiche giocano con tutto ciò che capita loro tra le mani 9

HAITI mamma non la guarda più per ciò che non riesce a fare ma per quella che è. Intanto anche la famiglia vive in condizioni migliori, dopo il passaggio dell uragano la casa è stata ristrutturata: il tetto ora è ben saldo e resistente e può riparare la famiglia dal vento e dalla pioggia. La mamma ha avviato un piccolo commercio, vende generi alimentari al mercato. Lavora fino a tardi la sera, ma quando torna a casa è serena e trascorre del tempo, felice, con i suoi bambini. L aiuto degli assistenti sociali e degli amici italiani che l hanno sostenuta a distanza ha permesso a Dacheline di fare un percorso davvero incredibile e imparare tante cose. La scuola, gli amici, la famiglia Dacheline ora sorride perché anche se incontrerà altre difficoltà avrà il coraggio di affrontarle sostenuta dalla mamma e dalle persone che le vogliono bene. Oggi sorride alla vita. Qualche informazione in più sulla vita dei bambini haitiani Usa questo spazio per le tue note Giornata tipo: la sveglia è verso le 5.00. Appena si alzano i bambini vanno a prendere l acqua, svolgono le faccende di casa, poi indossano la divisa e si recano a scuola. Nelle zone rurali per raggiungere la scuola occorre camminare anche un paio d ore. Tornati da scuola aiutano nei lavori domestici (vanno a prendere l acqua alla fonte più vicina, il carbone o la legna per il fuoco), si prendono cura dei fratelli minori, fanno i compiti e trascorrono il poco tempo libero con gli amici per strada. La sera mangiano e vanno a letto. Con cosa giocano: con la corda, la palla (fatta di stracci e/o foglie di banano), raramente con delle bambole fatte di stracci o macchinine costruite con 10

HAITI materiale di riciclo (legno, latta). In generale non hanno molte cose, possiedono una penna blu e un quaderno per andare a scuola, la divisa scolastica e qualche vestito. La scuola: i bambini iniziano a frequentare la scuola materna all età di tre anni, obbligatoria per poter accedere alla scuola primaria. La materna dura tre, quattro anni; qui i bambini cominciano a familiarizzare con la scrittura, il calcolo matematico e le forme geometriche. Il ciclo primario invece dura nove anni, l insegnamento è bilingue, in francese e in creolo. A partire dal sesto anno del ciclo primario la lingua d insegnamento ufficiale è il francese. Il ciclo secondario dura invece tre - quattro anni e infine c è l università. Ogni anno scolastico è suddiviso in tre trimestri e va da settembre a giugno come in Italia. 11

HAITI TORBEK CARIBBEAN SEA HAITI Superficie 27.750 km² Popolazione Circa 10 milioni Capitale Port-au-Prince ATLANTIC OCEAN Lingue ufficiali Francese, creolo haitiano Moneta Gourde haitiano (1 Euro = 60,44 Gourde) DOMINICAN REPUBLIC Clima Tropicale La temperatura media annua è di 29 C. Le precipitazioni si concentrano nelle stagioni delle piogge (da aprile a giugno, da ottobre a novembre) CARIBBEAN SEA Già colonia francese ha ottenuto l indipendenza il 1 gennaio 1804 Usa questo spazio per le tue note Haiti è una nazione situata nel Mar dei Caraibi. Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell isola di Hispaniola e confina a est con la Repubblica Dominicana. Haiti è il paese più povero dell emisfero settentrionale. Secondo i dati delle Nazioni Unite, quasi otto haitiani su dieci vivono con meno di due dollari al giorno, più del 50% di questi vive con meno di un dollaro al giorno Circa il 70-75% della popolazione haitiana è di origine africana, anche se hanno nel DNA moltissimi elementi indigeni ed europei, testimoni del passato (e presente) multirazziale dell isola. Il resto della popolazione è formato da mulatti, europei, asiatici e arabi. La storia politica haitiana è caratterizzata da violenza ed instabilità politica: in circa duecento anni il paese ha subito ben trentadue colpi di stato. Nel 2011 le elezioni presidenziali hanno decretato la vittoria di Michel Martelly, l attuale presidente. 12

HAITI Oltre all instabilità politica l isola vive in uno stato di emergenza umanitaria continua a causa di cicloni e uragani che si abbattono periodicamente sul paese. Il 12 gennaio 2010 un violento terremoto di magnitudo 7,3 sulla scala Richter ha causato circa 250.000 morti, 300.000 feriti e oltre 2,3 milioni di sfollati. Ad Haiti sono circa 1.500 i bambini sostenuti grazie al progetto del Sostegno a distanza di AVSI. Diverse sono le località interessate: le due bidonville di Cité Soleil e Martissant e la zona del centro città nella capitale Port-au-Prince, il comune di Torbeck nel Sud dell isola, e la zona di Fonds Verrettes nel Nord-Est del paese, verso il confine con la Repubblica Dominicana. Lo sapevi che... Haiti è il primo paese dove Cristoforo Colombo è sbarcato nel 1492 ed è stata una delle prime nazioni delle Americhe a dichiararsi indipendente, nel 1804. Il vodoo, praticato dalla maggioranza della popolazione, nasce da una fusione di rituali africani, animisti e cattolici. La si ritiene una delle religioni più antiche al mondo. Associato nell immaginario comune esclusivamente alla magia nera, in realtà è una fede dotata di una complessa teologia e di dottrine sociali ed etiche. OLTRE 1.500.000 Più di 1.500.000 haitiani sono residenti all estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. 13

UNA VITA STRAORDINARIa, quella DI Eric Usa questo spazio per le tue note Q uando Eric nacque il genocidio stava lasciando la sua lunga scia di dolore in Rwanda. La madre giovanissima lo partorì sola: il ragazzo che aveva conosciuto si era dileguato prima ancora che il bimbo venisse al mondo. Neppure nel villaggio in cui Eric era nato e cresciuto avevano memoria di quel giovane che tuttavia lasciò un impronta indelebile sulla madre e sul figlio: una malattia silenziosa e pericolosa. Prima di sapere di essere malato, Eric viveva una vita come tanti altri bambini ruandesi. Gli anni dopo il genocidio erano difficili, non sempre la mamma trovava da mangiare. Con una vecchia macchina da cucire rammendava gli abiti dei vicini e quando non si sentiva troppo affaticata dalla sua malattia, lavorava la terra. In compenso ricavava un cestino di patate o poche manciate di fagioli. A scuola Eric non andava tutti i giorni, qualche volta rimaneva in strada a giocare con altri bambini. La mamma era troppo occupata a cercare qualcosa da mettere in pentola per accorgersene. 14

RWANDA Quando ormai aveva dieci anni Eric si ammalò. La mamma lo portò al centro di salute e poco dopo guarì, ma di nuovo si ammalò e questa volta gli fu diagnosticata prima la tubercolosi poi, di lì a poco, l HIV. La mamma, insieme ai volontari che operano al centro di salute, cercarono di spiegare a Eric cosa fosse la sua malattia, rassicurandolo che, se avesse mangiato bene e avesse preso le medicine, avrebbe vissuto una vita normale. Qualcuno a scuola si accorse però che lui stava male. I bambini iniziarono a prenderlo in giro, trattarlo come se fosse diverso, come se di lui non ci si potesse fidare, come se fosse proibito giocarci. Anche Eric si isolava, anche lui pensava di essere diverso, aveva paura di morire, pensava di meritarsi quelle offese e quel destino. Era molto triste e anche arrabbiato con la mamma. La sorella minore di Eric non aveva contratto l HIV, così accusava la madre di averlo fatto apposta e di preferire la sorella a lui. Non parlava più con nessuno, non giocava più, rifiutava di prendere le medicine e di mangiare. Era diventato molto magro e debole. La mamma decise di chiedere aiuto. Andò presso il centro di salute di Ruhango dove incontrò Anitha, l assistente sociale di AVSI che seguiva il gruppo dei bambini sostenuti a distanza. Per la sua grande vulnerabilità Eric fu inserito nel progetto. La mamma iniziò a frequentare le riunioni al centro di salute e Eric iniziò a parlare con Anitha che con pazienza e dolcezza lo andava a trovare a casa. Le prime volte che Anitha andò a casa sua Eric non aprì la porta; i giorni seguenti la lasciò entrare senza parlare, infine accettò di conoscere altri ragazzini che vivevano le sue stesse difficoltà. Entrò quindi in un associazione dove poteva condividere con altri bambini la sua Cognome Hakizimana Nome Eric Data di nascita 31 dicembre 1994 (è una data fittizia, Eric non è stato subito registrato all anagrafe perché è nato durante il genocidio) Luogo di nascita Ruhango, Provincia del Sud La casa le pareti sono in mattoni di fango essicato, il pavimento in terra battuta e il tetto in lamiera. La latrina è esterna. La fontana dell acqua dista circa 500 metri. Il mobilio è composto da due panche di legno, una stuoia, una valigia al posto dell armadio. Il suo tesoro : una radio a pile per ascoltare la musica 15

RWANDA esperienza, le sue paure, ma anche i suoi sogni. Vi erano alcune educatrici che organizzavano incontri, attività ricreative, momenti nei quali ognuno poteva parlare di sé e mettersi in gioco. Eric lì trovò degli amici e scoprì la passione per la musica, quella rap. Pian piano ritrovò il gusto di giocare, di stare insieme agli altri senza la paura del futuro. Nel tempo diventò animatore del gruppo e ancora oggi con le sue canzoni incoraggia i suoi amici: nei testi che scrive e che poi canta in rap spiega che una persona non perde mai il suo valore anche quando è gravemente malata. Eric ha capito che la mamma gli vuole bene. Ha capito che ci sono persone che hanno a cuore lui e la sua salute, che si deve cercare di fare del proprio meglio a casa, con gli amici e a scuola perché la vita di tutti può essere bella, perché la vita è bella. Qualche informazione in più sulla vita dei bambini ruandesi Usa questo spazio per le tue note La scuola: inizia a gennaio e finisce a ottobre. I periodi di vacanza sono tre: il primo in aprile, il secondo in agosto e le grandi vacanze nei mesi di novembre e dicembre. La scuola materna non è obbligatoria. Gli anni di scuola obbligatoria sono nove, sei di primaria e tre di secondaria. Durante i primi tre anni a scuola si usa il kinyarwanda, la lingua rwandese, mentre negli anni successivi vengono introdotti l inglese e il francese. Dalla riforma del 2009 gli studenti studiano quindi in tutte e tre le lingue. È stato difficile soprattutto all inizio. Le scuole primarie sono gratuite, ma tutti i materiali che il bambino deve portare a scuola costano molto (quaderni, penne, divisa, sapone, zappa per i piccoli 16

RWANDA interventi di manutenzione e giardinaggio che tutti i bambini sono tenuti a fare a scuola, etc ) inoltre le famiglie devono pagare delle tasse per la manutenzione della scuola. I bambini non possono frequentare se non indossano la divisa e delle scarpe (o ciabatte). Per non rovinare le scarpe da indossare in classe, i bambini più poveri percorrono la strada da casa a scuola scalzi e indossano le scarpe solo prima di entrare. Le classi sono molto affollate, ci sono anche cento bambini per aula. Nelle scuole di campagna i banchi e i libri non bastano per tutti. In Rwanda vi è un unico clan (famiglia etnica) diviso in tre gruppi principali (aba-hutu, aba-tutsi e abatwa). Che queste divisioni siano state create dalle potenze coloniali per dividere la popolazione e meglio gestire il potere o presenti già nella storia precoloniale, è ancora per gli storici tema di dibattito. Un mito racconta che all origine della famiglia rwandese ci sia Gihanga (un uomo) che ha dato a ciascuno dei suoi tre figli maschi 17

RWANDA Superficie 26.340 km² Popolazione Circa 11 milioni Capitale Kigali Lingue ufficiali Kinyarwanda, francese, inglese. Tutti parlano la prima, pochi la seconda e pochissimi la terza UGANDA R E P. D EM. C O NG O Moneta Franco ruandese (1 Euro = 900 Frw) RWA N DA Clima È temperato, con una temperatura media di 20 C. Le precipitazioni sono concentrate in due stagioni delle piogge (marzo-maggio e ottobre-dicembre) K IG A L I TANZA NDal IA 1884 al 1919 colonia dell Impero tedesco. Nel 1919 la Società delle Nazioni affidò questo territorio al Belgio, in amministrazione fiduciaria. Ottenne l indipendenza e diventò repubblica nel 1962. BURUNDI Usa questo spazio per le tue note un diverso ruolo sociale per ben prendersi cura della propria terra. Di fatto è vero che fino all arrivo delle potenze coloniali tutti vivevano pacificamente, con gli screzi e gli incontri che fanno parte della convivenza in un unico territorio di più genti. All interno di ogni gruppo ci sono diversi gruppi di famiglie allargate. Il paese è oggi in bilico tra la tradizione, che dà grande importanza alla famiglia allargata e uno stile di vita che segue un modello occidentale di famiglie nucleari sempre meno numerose. Soprattutto negli ambienti rurali persiste la famiglia allargata. La famiglia, così intesa, non comprende solamente i genitori e i figli, ma anche i nonni, gli zii, tutti i parenti acquisiti e i vicini. Per questo, non ci si 18

RWANDA deve stupire se un bambino chiama mamma quella che in realtà è sua zia, fratello suo cugino o semplicemente un bambino accolto dalla sua famiglia. La Fondazione AVSI è presente in Ruanda dal 1994. Oggi, attraverso il progetto Sostegno a distanza, aiuta a crescere circa 2100 bambini nella Provincia dell Est, nel distretto di Gatsibo, nella Provincia del Nord nel distretto di Gicumbi, a Sud nei distretti di Kamonyi, Ruhango e Nyanza anche grazie ad una ventina di partners locali. Soprattutto nelle zone rurali, le case sono di una o due stanze ed hanno una superficie media di dodici metri quadrati; i letti usati sono fatti con erba secca coperta da una stuoia di paglia e si chiamano Uburiri. 12 mq Superficie media delle case Patate dolci, polenta di farina di manioca, fagioli e banane sono gli alimenti più consumati dalle famiglie. Nella cultura ruandese non esistono il nome e il cognome come noi li intendiamo, ma solo un nome Izina bwite (letteralmente: il nome che danno i genitori). Questo non è un nome di famiglia (cognome) ma il nome dato dalla famiglia al neonato durante una cerimonia. Questo nome in kinyarwanda ha sempre un significato. Anche nella stessa famiglia ogni persona ne ha uno differente perché nelle credenze animiste la famiglia doveva assicurarsi che gli spiriti (maligni o benigni) potessero riconoscere una persona dall altra. Questo è un nome che tutti hanno di qualunque religione siano. Il secondo nome è stato introdotto all epoca coloniale e, sebbene oggi molto usato, non é obbligatorio. Spesso, infatti il nome è scelto dal bambino quando cresce. 19

UNA VITA STRAORDINARIa, quella DI PATRISiA Usa questo spazio per le tue note P atrisia è nata da una famiglia di genitori alcolizzati, con due sorelle ed un fratello più grandi ed una sorellina. La madre morì quando lei aveva due anni e il padre, un ubriacone irresponsabile, la diede a chiunque volesse prendersene cura. I quattro ragazzi si trovarono, quindi, ad essere totalmente soli e abbandonati e finirono in famiglie differenti che in qualche modo se ne occuparono. La sorella maggiore andò a vivere con una zia e gli altri vennero inseriti in famiglie di villaggi lontani. Il padre, dopo qualche anno morì di alcolismo. Patrisia e la sorellina Jacenta, di appena un anno più piccola, si trovarono nella stessa casa, dove una famiglia si prendeva cura di diciannove bambini abbandonati facendoli lavorare in modi diversi, ma senza mandarli a scuola. Patrisia crebbe con il compito di badare a tre dei bambini più piccoli, tra i quali c era anche la sorellina. Per molto tempo hanno vissuto credendo che quella fosse la loro vera famiglia. Un giorno però la sorella maggiore riuscì a trovarle e solo allora Patrisia conobbe la verità. Fu molto felice di 20

MYANMAR rincontrare la sorella maggiore, della quale non si ricordava. Parlarono delle loro vite, Patrisia le raccontò che non andava a scuola e che sebbene fosse in quella famiglia numerosa si sentiva sola. I genitori che avevano accolto Patrisia le chiesero di non incontrarsi mai più con la sorella maggiore, ma di fronte a questo ordine scappò di casa con Jacenta per raggiungerla. La sorella maggiore, che dopo aver studiato grazie all aiuto della zia, aveva iniziato a fare qualche piccolo lavoretto, non era ancora in grado di occuparsi delle sorelline così chiese aiuto alla comunità Family of God di Padre Ben perché si prendesse cura delle bambine e della loro istruzione, richiesta che fu subito accolta. A Thayet Chaung, un piccolo villaggio del distretto di Myaungmya, iniziava per Patrisia e Jacenta una nuova vita. Patrisia entrò nella Nazareth Bush School e, successivamente, nel progetto del Sostegno a distanza di AVSI. Oggi frequenta la scuola e vive nel collegio. La sorella maggiore ospita lei e Jacenta durante le vacanze così trascorrono del tempo insieme, passeggiano, si confidano, scherzano e ridono come non hanno mai potuto fare quando erano lontane. A scuola, durante la prima estate di frequenza, venne affiancata da un insegnante affinché colmasse velocemente le lacune per poter seguire poi regolarmente le lezioni del successivo anno scolastico. All inizio non era molto brava, non era mai andata a scuola e si sentiva a disagio di fronte ai libri e a quelle parole che non conosceva, ma con grande impegno recuperò gli anni scolastici persi. Ora frequenta la quinta ed è la migliore della sua classe! Sa esprimersi molto bene ed è diventata una ragazza fantastica non solo a scuola. Era timida e si sentiva inferiore agli altri, ma l affetto della sorella maggiore e quello degli educatori della scuola le hanno ridato fiducia. Ha capito che anche lei può aiutare gli altri e lo può fare parlando di sé e di come ha affrontato le Cognome Zin Mar Lwin Nome Patrisia Data di nascita 3 agosto 2002 Luogo di nascita villaggio di Peiinegone, Laputta, Myanmar La casa La casa dove trascorre le vacanze: le pareti sono di canne di bambù, il pavimento in terra battuta e il tetto di rami e foglie intrecciati. Il collegio è in muratura. Da grande vorrebbe diventare insegnante. 21

MYANMAR difficoltà, di come l amore della sorella è stato per lei esempio e punto di riferimento. Si dedica anche al teatro. Nella sua scuola, per i suoi compagni e i bambini del villaggio che vogliono partecipare, va in scena lo spettacolo teatrale che racconta la sua storia. La protagonista è la stessa Patrisia. È una storia triste ma con un lieto fine. Patrisia si è lasciata alle spalle le sofferenze e lo vuole gridare a tutti i suoi amici perchè possano gioire con lei e seguire il suo esempio. Qualche informazione in più sulla vita dei bambini birmani Usa questo spazio per le tue note La giornata tipo: i bambini che vivono come Patrisia al collegio si svegliano molto presto per andare a messa. Prima e dopo le lezioni aiutano nei lavori domestici. Poche ore sono dedicate al gioco e prima di andare a letto studiano tutti insieme. Le lezioni iniziano la mattina alle 8,30 e finiscono alle 15,30. Generalmente i fine settimana sono dedicati, oltre che allo studio, anche alla pulizia dei dormitori e a lavorare la terra degli orti del collegio. Il tempo libero: i bambini giocano all aria aperta, stanno in casa solo per dormire. Trascorrono molto tempo tra loro, soprattutto tra vicini di casa. A casa come per strada i più grandi sono responsabili di quelli più piccoli. I giochi sono fatti con materiale di riciclo (soprattutto contenitori di latta e di plastica) ma possono essere anche una palla (fatta di bambù intrecciato), una corda e delle macchinine realizzate con carta o terracotta. Le case nelle zone rurali: non sono quasi mai dotate né di elettricità né di acqua corrente, dunque le famiglie attingono l acqua da fiumi, sorgenti o pozzi pubblici e utilizzano latrine come servizi igienici. La latrina può esse- 22

MYANMAR re privata oppure in condivisione con il vicinato. La cucina è esterna alla casa ed è composta da piccole stufe a legna o a carbone, talvolta riparate da una tettoia; le stoviglie vengono lavate sempre all esterno della casa utilizzando catini e messe ad asciugare su ripiani di legno, generalmente situati nel centro del cortile antistante l abitazione. Questo spazio esterno viene utilizzato anche per svolgere i lavori domestici, riparare gli animali, lavare e stendere i panni. L arredo è costituito da una panca in legno o una stuoia di plastica con tavolino rotondo basso centrale, un letto (o due di stuoie di bambù) per tutta la famiglia. Nelle abitazioni composte da una sola stanza talvolta il soggiorno è separato dalla camera da letto con un lenzuolo appeso. Un baule contiene le cose di maggior valore. Il Myanmar è stato segnato nei secoli dal susseguirsi di regni delle etnie di volta in volta dominanti. Nel IX secolo arrivarono dall est dell Himalaya i Bamar (l etnia oggi maggioritaria). Nel XV secolo il re Dhammazedi di stirpe Mon aprì i primi contatti diplomatici con l Europa e iniziò 23

MYANMAR INDIA GOLFO DEL BENGALA MYANMAR CINA NAY PYI TAW LAOS THAILANDIA Superficie 676.577 km² Popolazione Circa 51 milioni Capitale Nay Pyi Taw (dal 2005). L ex capitale e centro del paese era Yangon (ex Rangoon) Lingue ufficiali Birmano. Si parlano anche l inglese e tante lingue quante sono le tribù. Tra le più comuni vi sono lo Shan nel Myanmar dell Est e Nord-Est, il Kachin al Nord e il Karen al Sud. Moneta Kyat (1 Euro = 1400 Kyats) MARE DELLE ANDAMANE GOLFO DI THAILANDIA Clima Tropicale, mediamente più fresco al Nord, Nord-Est e Ovest, più caldo al Centro e al Sud. Le stagioni sono tre: l estate da marzo ai primi di giugno, la stagione delle piogge da giugno a ottobre e l inverno da novembre a febbraio. Usa questo spazio per le tue note la costruzione di quella che ora è la pagoda buddista più famosa del paese: la Shwedagon Paya in Yangon. Nel XVII secolo arrivarono in Sud-est asiatico le compagnie olandesi e inglesi. Con alterne fortune il regno birmano sopravvisse fino al XIX secolo, quando gli inglesi presero il controllo di tutto il paese. A seguito della colonizzazione inglese, anche gli indiani entrarono in Birmania come secondi colonizzatori e i cinesi furono incoraggiati a entrare e aprire centri commerciali. Nel XX secolo inizia nelle università un movimento nazionalista di liberazione, che, durante la seconda guerra mondiale, si alleò inizial- 24

MYANMAR mente coi giapponesi, che entrarono da invasori contro gli inglesi. Ben presto la crudeltà dei giapponesi portò i partiti nazionalisti ad unirsi agli alleati anglo-americani. Dopo la guerra la Birmania ottenne l indipendenza nel 1948. In Myanmar il Sostegno a distanza della Fondazione AVSI sostiene 715 bambini nelle diocesi di Pekhon, di Pathein e di Taunggyi. La Fondazione AVSI aiuta i collegi, importanti opere educative, dove alloggiano i bambini delle famiglie più povere o quelli senza famiglia. Per questi bambini l abitare nel collegio è l unica possibilità per accedere alla formazione scolastica. In birmano, la Birmania è indicata tanto con Bama (nome dello Stato in lingua locale colloquiale) che con Myanma. Quest ultimo (forma breve di Myanma Naingngandaw ) incominciò a diffondersi con l arrivo dei Mongoli nel XIII secolo. Solo nel 1989, il nuovo nome venne imposto dalla giunta militare appena arrivata al potere, per sostituire Burma, nome ufficiale dal 1948 al 1989. La r finale fu aggiunta allora per facilitare la pronuncia dell inglese. La seconda settimana del mese di aprile in Myanmar si festeggia il capodanno buddista. Si chiama Thingyan, che in lingua birmana significa passare da un anno all altro. Si celebra da cinquecento anni ed è il giorno più importante dell anno. É chiamata anche la Festa dell acqua perché si festeggia gettandosi acqua addosso in tutti i modi possibili mentre si recitano preghiere. Essere colpiti dall acqua simboleggia il lavare via la sfortuna e le cattive azioni che si sono accumulate nel corso dell anno appena terminato. In alcune zone delle città principali vengono eretti ai lati delle strade dei palchi, dai quali vengono lanciate secchiate d acqua sui passanti. 25