STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore Ufficio Pubblica Informazione SCHEDA NOTIZIE RELATIVA ALLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA MISSIONE ONU UNMIS (United Nations Mission in Sudan) OPERAZIONE NILO SUDAN
SOMMARIO GENERALITA...1 ANTEFATTO...2 MISSIONE...3 CONTRIBUTO NAZIONALE...3 CATENA DI COMANDO E CONTROLLO...4 REGOLE DI INGAGGIO (R.O.E.)...5
AFRICA OCCIDENTALE UNMIS (United Nations Mission in Sudan) OPERAZIONE NILO Impegno Italiano (circa 210 militari) GENERALITA Missione di peace-keeping autorizzata dalla risoluzione ONU nr. 1590 in SUDAN con l impiego della Multinational Standby Force High Readness Brigade - Shirbrig per dare sostanza all accordo di pace firmato a Nairobi nel gennaio 2005 tra il governo sudanese e il udanese People Liberation Army. La Shirbrig è una Brigata multinazionale nata nel 1997, con sede vicino Copenaghen, che costituisce lo strumento operativo di pronto impiego dell ONU. Il 9 gennaio 2005 il Governo Sudanese e il Movimento Popolare per la Liberazione del Sudan (Sudan People s Liberation Movement/Army - SPLM/A) hanno firmato a Nairobi in Kenia un accordo di pace (Comprehensive Peace Agreement - CPA) che stabilisce le norme per la divisione del potere tra il Nord ed il Sud del Sudan, il raggiungimento di una spinta autonomia del Sud tra 6 anni (2011), la spartizione delle risorse naturali, la sicurezza del Paese ed il ritiro delle truppe appartenenti alle parti contrapposte dalle aree di occupazione. Accordo che pone fine ad una guerra, iniziata negli anni 80, che ha provocato la morte di centinaia di migliaia di persone. A seguito del mancato rispetto degli accordi previsti dal CPA, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha emanato il 24 marzo 2005 la Risoluzione 1590 che prevede, tra l altro, l impiego di una forza militare multinazionale, su base Shirbrig, autorizzata ad avviare la missione UNMIS "United Nation Mission in Sudan". UNMIS costituisce una classica missione multinazionale ex Capitolo VI della Carta delle nazioni Unite, basata sul consenso delle parti e finalizzata ad aiutare le stesse nell attuazione dell accordo di pace (CPA). Pagina 1
Nell ambito della missione è previsto l impiego di 10mila uomini (di cui 750 Osservatori e 715 Military Police), con il Comando della spedizione dislocato nella capitale Khartoum dove sono stati schierati anche i militari italiani. ANTEFATTO Il Governo del Sudan ed il Movimento di Liberazione Popolare attivo nel sud del Paese Sudan People's Liberation Movement/Army (SPLM/A) da oltre due decenni in conflitto tra loro, nel periodo 18 20 luglio 2002 si sono incontrati a Machakos, in Kenya, sotto gli auspici dell'autorità Intergovernativa sullo Sviluppo, denominata Intergovernmental Authority on Development (IGAD vds http://www.igad.org/), organizzazione regionale africana promotrice di un processo di pace per il Sudan. Al Meeting hanno anche partecipato gli Stati Uniti d'america, il Regno Unito, la Norvegia e l'italia, ammessi al processo di pace come osservatori. In quella sede, le due Parti hanno concordato di operare insieme per portare a soluzione il conflitto che aveva causato incalcolabili sofferenze alla popolazione di tutto lo Stato, in particolare nel Sud, e gravi conseguenze negative sull'economia del Paese. Convinte, dall'evidenza della situazione sul campo, di non avere i mezzi per risolvere la questione con le armi, le due Parti si sono dichiarate disposte a ricercare una soluzione pacifica che fosse di soddisfazione per entrambe. A tal fine, le Parti hanno concordato con l IGAD di dare il via a continue sessioni negoziali che affrontassero una dopo l altra tutte le maggiori problematiche riferibili alla natura giuridica del nuovo Stato, alle religioni islamica (al nord) e cristiana (al sud), al diritto all autodetermnazione del popolo del Sudan meridionale, alla ripartizione della ricchezza (Wealth Sharing) e del potere (Power Sharing) e al rispetto dei diritti umani. Da allora, i colloqui hanno registrato un sostanziale progresso e sono stati raggiunti rilevanti risultati, grazie soprattutto all efficace azione negoziatrice dell IGAD. Il 15 ottobre 2002 le parti hanno firmato un Memorandum Of Understanding (MOU) di base con il quale si sono accordate su un "cessate il fuoco" per assicurare al negoziato un clima sereno e collaborativo. Successivamente, il Governo del Sudan ed il SPLM/A hanno siglato il 18 ottobre 2002 un MOU sulle forme del futuro governo ed il 4 febbraio 2003 è stato sottoscritto un comunicato congiunto in cui si rafforza la volontà di rispettare il cessate-il-fuoco, nonché un Addendum al citato MOU di base ove si istituisce, quale strumento operativo per il Pagina 2
negoziato, un Verification and MonitoringTeam (VMT) basato sul pre-esistente Civilian Protection Monitoring Team (CPTM) autorizzato a visitare ogni area nella quale si lamenti una violazione della cessazione delle ostilità commessa sul territorio da una delle due Parti, per individuare le responsabilità. MISSIONE La missione di UNMIS era supportare l implementazione del CPA e assistere il Governo Sudanese e il SPLM/A nell applicazione del CPA, allo scopo di pervenire ad un referendum pacifico. A tale scopo, furono espletati i seguenti principali compiti: supportare il Peace Agreement ; monitorare il ritiro delle forze e la formazione di unità miste (Esercito Sudanese e SPLM/A), assistendo il processo di Demobilisation, Disarmament and Reintegration (DDR) delle forze contrapposte; assicurare Force Protection e Freedom of Movement ; facilitare e coordinare il ritorno volontario dei profughi e l assistenza umanitaria migliorando le condizioni di sicurezza; assistere le Parti, in cooperazione con altri partner internazionali, nell opera di sminamento. I militari italiani inquadrati nella Task Force Leone hanno operato nell area di Khartoum, con il compito di: assicurare la difesa delle infrastrutture del Quartier Generale (Headquarters) della forza ONU a Khartoum, di un centro Comunicazioni e di alcune aree all interno dell aeroporto; costituire una Forza di Reazione Rapida (Rapid Reaction Force) per fronteggiare specifiche situazioni o minacce nell area di Khartoum; condurre saltuarie ricognizioni ed assicurare la protezione ravvicinata al personale chiave delle Nazioni Unite. CONTRIBUTO NAZIONALE Pagina 3
L Italia, per 6 mesi e sino al 12 dicembre 2005, ha partecipato alla missione UNMIS con un Contingente Nazionale a livello Battaglione, denominato Task Force LEONE" al comando del Tenente Colonnello Marco TUZZOLINO, con il compito di concorrere alla costituzione della componente militare della missione. L operazione in ambito nazionale fu denominata Operazione NILO". Il volume organico del Contingente Nazionale, dotato di elevata autonomia logistica, fu mediamente di 210 militari. Il Contingente, su base 183 reggimento paracadutisti Folgore, era articolato su: Comando: Comandante Task Force "LEONE" e relativo staff; unità di manovra e team per la protezione ravvicinata alle autorità ONU; unità per il supporto logistico del contingente; unità trasmissioni; unità multinazionali: unità sanitaria norvegese (9 persone) e un plotone servizi danese (circa 35 persone) con compiti di assistenza sanitaria al personale del nostro contingente ed al HQ della Forza. La composizione del contingente nazionale fu definita in modo da garantire il più alto livello di sicurezza al personale italiano, predisponendo anche un piano di evacuazione in caso di emergenza. Inoltre, era presente un Osservatore Militare già impegnato nell Operazione di monitoraggio a carattere regionale - JMC (Joint Monitorino Commission) che è stata assorbita da UNMIS dal 19 luglio 2005, a seguito della conclusione della missione Processo di pace per il Sudan IGAD. CATENA DI COMANDO E CONTROLLO La catena di comando e controllo prevedeva che, con il trasferimento di Autorità alle Nazioni Unite, il Capo di Stato Maggiore della Difesa mantenga il Comando Operativo (OPCOM), mentre il Controllo Operativo (OPCON) del Contingente Nazionale sia delegato al Comandante della Forza ONU in Teatro. Il personale era soggetto al Codice Penale Militare di Guerra, così come previsto nelle operazioni militari internazionali, anche per garanzie inderogabili del diritto umanitario. Tale Codice, con le modifiche intervenute in occasione della conversione in legge del Pagina 4
decreto-legge n. 4/2003 (legge n. 42 del 18.03.2003), è stato oggetto di allineamenti al dettato costituzionale. REGOLE DI INGAGGIO (R.O.E.) Trattandosi di una tipica operazione di peace-keeping (sotto il Capitolo VI) le ROE erano esclusivamente di autodifesa. Non vi era alcuna regola di ingaggio aggressiva visto che era una missione che si svolgeva sotto il capitolo VI che non prevedeva l'uso attivo della forza. Pagina 5