Museo delle Scienze di Trento Corso di aggiornamento per docenti Anno scolastico 2012-2013 Mercoledì 28 novembre 2012 Laboratorio di archeologia imitativa Le mani in pasta corso per imparare a lavorare l argilla Stefano Neri Sezione Preistoria Museo delle Scienze via Calepina, 14 38122 TRENTO - Italy tel. +39 0461 270328 - m. +39 328 6787484 fax 0461 270322 - skype: stefaneri23 www.mtsn.tn.it - www.muse2012.it stefano.neri@mtsn.tn.it 1
LA LAVORAZIONE DELLA CERAMICA PREISTORICA Un vaso di ceramica è un manufatto in argilla che, per mezzo della cottura, perde plasticità e acquista durezza, rendendo inalterabile la forma. L argilla è un deposito sedimentario che si forma da detriti alluvionali e di rocce feldspatiche contenenti alluminio. Le caratteristiche sono, plasticità, resistenza al calore, porosità e colore. In archeologia i ritrovamenti sono molto importanti perché da un analisi della forma, dalle incisioni ecc si riescono ad inquadrare i vari periodi culturali. La lavorazione dell argilla è iniziata nel Neolitico. Si definisce ceramica qualsiasi manufatto a base di argilla L'argilla è una roccia sedimentaria originata dal disfacimento di rocce preesistenti in particelle piccolissime, trasportate e depositate in banchi. Chimicamente i "minerali delle argille" sono costituiti da vari silicati di alluminio, i più comuni dei quali sono la caolinite, la montmorillonite e la illite. Le caratteristiche dell' argilla sono: Plasticità refrattarietà (resistenza al calore) porosità ritiro (perdita d'acqua) colore (dovuto alla presenza di ossidi di ferro ad es: limonite/ematite) L'argilla, foggiata a freddo, subisce un trattamento termico che ne procura la perdita di plasticità, apportando durezza e resistenza, lasciandone inalterata la forma. L'operazione preliminare per la preparazione della ceramica è rappresentata dalla preparazione dell'impasto, battendo l'argilla con mazzuoli o sotto i piedi per renderla più omogenea. Poi viene diluita in acqua e lasciata decantare (fig.) per lasciar depositare le particelle più grossolane sul fondo (più prolungata è la fase di decantazione, più puro risulterà l'impasto ottenuto). 2
Viene lasciata evaporare per riottenere la consistenza pastosa originaria. Infine viene impastata con minerali cosiddetti "degrassanti" (mica, quarzo, terracotta frantumata) che le conferiscono maggiore robustezza meccanica, riducono il ritiro durante l'asciugatura. evitano la rottura in fase di cottura. FASI DI PREPARAZIONE DI UN VASO 1) PRINCIPALI TECNICHE DI LAVORAZIONE: ESPANSIONE DI UN BLOCCO A COLOMBINO AL TORNIO (metà I millennio a.c.) 2) TRATTAMENTO DELLE SUPERFICI: (effettuata su impasti a diversa consistenza tra plastica/cuoio/esiccato) manuale o strumentale, regolarizza la superficie privandola di asperità LISCIATURA, LEVIGATURA macroscopiche, fino a renderla completamente liscia al tatto (levigata) su impasto secco si ottiene sfregandolo con LUCIDATURA/STRALUCIDO una superficie piatta e liscia (stecca-ciottolo) (impermeabilizzante) INGUBBIATURA per spalmatura o immersione in argilla diluita in acqua (barbotine) 3) ESSICCAZIONE PRIMA DELLA COTTURA: deve essere lenta (per evitare rotture) ed effettuata in luoghi umidi e ombrosi controllati: in caso di formazione di crepe queste devono essere subito stuccate con barbotine (argilla diluita in acqua). 3
Dopo una parziale asciugatura l'argilla assume la cosiddetta consistenza cuoio, che permette di, subire ancora modeste trasformazioni (es. decorazioni) senza subire danni. In seguito all'evaporazione dell'acqua l'argilla subisce un ritiro-contrazione di volume pari al 25-30%. 4) COTTURA: deve essere "controllata", evitando eccessivi sbalzi termici che causerebbero rotture nei manufatti. La cottura produce nell'argilla le seguenti variazioni principali: AUMENTO DELLA DUREZZA INSOLUBILITÀ IN ACQUA AUMENTO DELLA RESISTENZA MECCANICA CAMBIAMENTO DI COLORE: dovuto alla presenza di ossidi di ferro che, a seconda del tipo di ambiente, si ossidano (atmosfera ossidante - presenza di molta aria: varie tonalità del rosso) o si riducono (atmosfera riducente - assenza di ossigeno: colorazione nera/nerastra/bruna). I processi di ossidazione o riduzione evolvono con azione penetrante, dapprima sulle superfici penetrando gradualmente verso l'interno (motivo per cui spesso i reperti presentano sezioni e superfici di colore non omogeneo!). Strutture di combustione: FOCOLARE A CIELO APERTO (temperatura tra 700-800 C ), in piano o in una fossa; può essere ricoperto da una catasta di combustibile (legna), frasche, zolle erbose, sterco. Le macchie di colore, più scure o più chiare, dipendono da ambienti localizzati ossidanti o riducenti quando l'oggetto veniva cotto assieme al combustibile e non separato in una cella di cottura. 4
FORNACI CON CAMERA DI COMBUSTIONE 5) TECNICHE DI DECORAZIONE DEI MANUFATTI: decorazione impressa decorazione incisa decorazione graffita decorazione excisa decorazione plastica decorazione dipinta decorazione applicata consiste nell'imprimere sulla superficie del manufatto un oggetto solido (impasto con consistenza tra plastica e cuoio) consiste nell'incidere la superficie del manufatto con uno strumento acuminato o affusolato (impasto con consistenza tra plastica e cuoio) consiste nell'incidere la superficie del manufatto con uno strumento acuminato o affusolato dopo la cottura consiste nell'asportare un modesto strato di impasto con strumenti taglienti (consistenza cuoio) consiste nell'applicare alla superficie del manufatto un riporto di impasto argilloso (consistenza plastica) consiste nel colorare le superfici dei manufatti prima della cottura. Le sostanze coloranti sono preparate con dei leganti che, con il processo di cottura, si "legano" detinitivamente alla superficie dei manufatti consiste nell'applicazione sulla superficie del manufatto materiali estranei al corpo ceramico 5