Sigilli imperiali, capolavori della glittica antica. Minute Beauty, masterpieces of ancient glyptic.



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Sigilli imperiali, capolavori della glittica antica. Minute Beauty, masterpieces of ancient glyptic.

1 BSI Album Presentiamo per la prima volta una selezione di Sigilli imperiali, collezione iniziata all incirca trenta anni fa. La raccolta si compone di numerose opere di eccelsa qualità che rispecchiano grandi epoche e culture diverse. Si passa dal sigillo cilindrico accadico in cristallo di rocca raffigurante eroi e tori, ad una gemma greca di calcedonio con figura di airone, per arrivare al cammeo bizantino di ametista del Cristo Pantocratore. Gran parte di questi gioielli proviene da prestigiosi collezionisti del passato, come ad esempio Feuardent, la contessa di Béhague, Jacques e Henriette Schumann, Bela-Hein, il colonnello Coleville, la signora Rambova, e da collezioni più recenti quali quelle di S. Aboutaam, E. Borowsky, F. Sternberg, J. Spiers e M. Mignucci. This collection of Minute Beauty, the first part of which is presented here for the first time, has been gathered together over a period of approximately thirty years. The assorted works encompassed in the collection are each, by way of their technical and aesthetic qualities, perfectly representative of an epoch and a civilisation, be it an Akkadian rock crystal seal with struggling Heroes and Bulls, a Greek chalcedony gem with a Heron, or a Byzantine amethyst Cameo with a bust of Christ Pantokrator. Moreover, a significant number of these jewels come from old and renowned collections, whose names are reminiscent of fabulous collectors and great personalities, such as Feuardent, the Comtesse de Béhague, Jacques and Henriette Schumann, Bela-Hein, Colonel Coleville, Mrs Rambova, and also more recently, S. Aboutaam, E. Borowsky, F. Sternberg, J. Spiers and M. Mignucci. C. Michael Hedqvist C. Michael Hedqvist

2 BSI Album SIGILLI IMPERIALI L arte di incidere le pietre preziose o semipreziose, la glittica, deriva dall antico termine greco gluptiké. Quest arte è nata principalmente dalla necessità di segnare fisicamente un oggetto per distinguerlo dagli altri. Si è fatto ricorso dapprima a piccoli cilindri di ematite scolpiti ad intaglio che venivano svolti orizzontalmente sull argilla molle delle tavolette, in modo che l impronta restasse perfettamente leggibile: quest ultima assumeva il valore di firma o di sigillo del proprietario. 01 Mesopotamia preistorica (Jemdet Nasr) sigillo 3500-3000 a.c., lapislazzuli, A: 18,1 mm, L: 27,2 mm, S: 9,1 mm 01 Prehistoric Mesopotamian (Jemdet Nasr) seal Period I, ca. 3500-3000 B.C., lapis lazuli, H: 18.1 mm, W: 27.2 mm, Depth: 9.1 mm I sigilli cilindrici sono apparsi nel mondo mesopotamico durante la seconda metà del quarto millennio a.c. e hanno sostituito i semplici sigilli piatti. Ed è sotto questa forma che l arte della glittica si è trasformata in arte figurativa: in effetti questi oggetti sono rapidamente divenuti un supporto non solo per delle iscrizioni in cuneiforme, ma anche per la rappresentazione di scene in cui appaiono uomini, animali o mostri mitologici. In Egitto, alla fine del terzo millennio, lo scarabeo (scarabeus sacer), che simbolizza il percorso eterno dell astro solare e la rinascita dopo la morte, diviene la forma di sigillo per eccellenza: inciso sulla parte piatta o sul retro di un oggetto, serviva a marcare i documenti ufficiali ma molto spesso era usato anche come amuleto e veniva posto sulle mummie. La civiltà creto-micenea ha ripreso l uso dei sigilli circolari od ovali, a forma di lente leggermente convessa. Fra i soggetti favoriti, spiccano in particolare le immagini di fiori e di animali, terrestri o marini. Ma si trovano anche personaggi presi in prestito dalla mitologia e che fanno pensare alle gorgoni, alla chimera, al minotauro o al domatore di mostri di derivazione vicino-orientale. Le pietre usate offrono un vasto ventaglio cromatico: l agata, il calcedonio, la cornalina, il diaspro, la steatite, l ematite. Taluni pezzi, forati per per- mettere il passaggio di un filo, erano portati come elementi di una collana. Nella Grecia antica la glittica ha avuto uno sviluppo straordinario: già durante il sesto secolo a.c. (all incirca nel 530), un personaggio si distingue dagli altri, Teodoro che scolpì il sigillo di smeraldo che il tiranno Policrate di Samos gettò in mare, nella vana speranza di evitare la collera degli dei, gelosi della sua ricchezza. Nel mondo ellenico, la glittica si sviluppa contemporaneamente alle grandi arti, la scultura e la pittura in primo luogo, e non deve essere ridotta a una semplice attività artigianale: difatti, a partire dal IV secolo, gli intagliatori di gemme hanno cominciato a firmare le loro opere. Conosciamo così un certo numero di nomi di artisti, mai citati dalle fonti scritte: Atenade, Olympios, Dexamenos, Fidia, Licomede, Filone, Nicandro. Purtroppo nessuna gemma giunta fino a noi conserva la firma del celebre Pirgotele, l artista preferito da Alessandro Magno. Per renderci conto dell importanza di cui godeva la glittica presso i Greci, basta considerare la quantità di pietre incise, montate in oro o in argento, che vengono ricordate negli inventari del Partenone di Atene. Fino all epoca ellenistica, la sola tecnica utilizzata era quella dell intaglio, anche quando la gemma non aveva funzione di sigillo. Fu ad Alessandria che venne messa a punto la tecnica del rilievo (cammeo) che implica l uso di pietre a strati colorati come, ad esempio, l agata o la sardonica. Gli intagliatori greci hanno rappresentato ogni tipo di soggetto, ma si sono distinti in particolar modo nell arte del ritratto, il cui carattere convenzionale non impediva loro di esprimere la verità psicologica del personaggio. Nel mondo romano, la glittica fu conosciuta dapprima grazie all apporto degli Etruschi che 02 02 02 Scarabeo fenicio con sfinge alata V - IV sec. a.c., diaspro verde, A: 11,8 mm, L: 15,7 mm, S: 8,4 mm 02 Phoenician scarab with a winged sphinx Late period, 5 th - 4 th century B.C., green jasper, H: 11.8 mm, W: 15.7 mm, Depth: 8.4 mm

4 BSI Album ne avevano appreso l importanza direttamente dai Greci. Ma fu soprattutto in seguito alla conquista dell Oriente ellenizzato e agli enormi bottini di guerra giunti a Roma che il gusto per quest arte si sviluppò anche presso i Romani. Cesare e Pompeo, noti come grandi collezionisti di gemme, contribuirono a espandere la moda della glittica. A Roma stessa, gli intagliatori erano dei Greci come Dioscoride che ricevette da Augusto il privilegio di scolpire il suo sigillo ufficiale. A Roma, la voga delle gemme intagliate fu tale che certi artigiani fecero ricorso alla pasta vitrea come materia prima: molto meno dispendioso della pietra semipreziosa, il vetro 06 Cammeo romano ritratto dell Imperatore Tiberio (14-37 d.c.) Età Imperiale, I sec. d.c., sardonice bianca, A: 14,6 mm, L: 14,6 mm, S: 4 mm 06 Roman cameo portrait of Emperor Tiberius (14-37 A.D) Imperial period, 1 st century A.D., white sardonyx, H: 14.6 mm, W: 14.6 mm, Depth: 4 mm permetteva la creazione di imitazioni perfette. L enorme entusiasmo suscitato in tutte le provincie dell Impero dal possesso di gemme scolpite toccava tutte le classi sociali: ciò spiega la grande quantità di esemplari conservati fino ai giorni nostri, malgrado le perdite dovute alle incertezze della storia. Durante il Medioevo, la tecnica della glittica è stata dimenticata: probabilmente questo spiega l incommensurabile valore che le genti di quell epoca attribuivano alle gemme antiche in circolazione che spesso provenivano dal mondo bizantino. Esse venivano incastonate nelle corone reali, nei recipienti liturgici, nei reliquari o in altri oggetti d oreficeria. Il soggetto scolpito, spesso divenuto incomprensibile, rivestiva poca importanza, agli occhi dei contemporanei contavano unicamente l abilità tecnica e la rarità della pietra. Per incidere la superficie della pietra, gli intagliatori si servivano di vari tipi di punte, a seconda del disegno da eseguire. Scalpelli e punte erano fatti di metallo o di pietre più dure come il corindone o il diamante: un piccolo trapano azionato da un archetto imprimeva la necessaria velocità di rotazione alla punta. Le gemme con motivo in rilievo erano lavorate usando mole di formato e durezza differenti, il cui tipo variava a seconda della natura della pietra da incidere. Tale lavoro esigeva una grande abilità e molta pazienza: certe opere di prestigio richiedevano probabilmente mesi e persino anni di lavorazione, prima di raggiungere il risultato voluto. Adolf Furtwängler (1853 1907), il grande archeologo tedesco, fu il primo a capire l im- 07 Sigillo greco raffigurante un grifone Fine V - inizio IV sec. a.c., calcedonio azzurrino, A: 17,6 mm, L: 28 mm, S: 8,5 mm portanza della glittica per la conoscenza dell arte antica e i suoi studi aprirono nuovi orizzonti. Tra gli specialisti delle gemme antiche conosciuti a livello mondiale, si deve citare anche una grande archeologa svizzera, Marie- Louise Vollenweider, che fece la sua carriera presso il Musée d art et d histoire di Ginevra. Niente è dunque più affascinante di questo mondo miniaturizzato: le parole usate per descrivere queste pietre cangianti, estratte 07 Greek seal with the figure of a griffin End of 5 th - beginning of 4 th century B.C., light blue chalcedony, H: 17.6 mm, W: 28 mm, Depth: 8.5 mm dalla terra e trasformate dalla mano dell uomo, non riescono a riprodurre il loro potere di seduzione al quale gli esteti non hanno mai saputo resistere. A causa delle loro minuscole dimensioni, queste opere non possono essere comprese al primo colpo d occhio: occorre chinarsi su di loro per osservarle con estrema attenzione e questo sforzo, invece di scoraggiare lo spettatore, si trasforma nell incommensurabile piacere della scoperta.

04 Cammeo romano con giovane fauno Età imperiale, ca. II sec. d.c., ametista, A: 16 mm, L: 12,1 mm 04 Roman cameo of a youthful faun Imperial Period, ca. 2 nd century A.D., amethyst, H: 16 mm, W: 12.1 mm 05 Medaglione bizantino con effigie di bambino V - VI sec. d.c., turchese e oro, A: 35,7mm, L: 22,5 mm, S: 13,7 mm 05 Byzantine medallion with a child s face 5 th - 6 th century A.D., turquoise and gold, H: 35.7mm, W: 22.5 mm, Depth: 13.7 mm

MINUTE BEAUTY Glyptic comes from the Greek gluptikè, the art of carving precious stones. This art was born out of the necessity of marking objects to distinguish them from one another. We know of small cylinders fashioned in haematite, their designs hollowed out of the stone, which were rolled across the soft clay of small tablets, thus leaving a perfectly legible imprint that could be read horizontally. Such an imprint functioned in lieu of a signature or a seal. These cylinder-seals appeared in Mesopotamia during the second half of the fourth millennium B.C., replacing the more basic stamps. It is on these seals that figural art was developed. In effect, these objects were not only the bearers of cuneiform inscriptions but of all sorts of figures as well: men, animals, mythological beasts. In Egypt, the third millennium saw the spread of seals in the shape of scarabs, the scarabeus sacer, which symbolized the eternal path of the sun and life after death. Engraved on the flat side or the reverse of the object, such scarab seals were used to mark official documents. They were also utilized as amulets which were placed on the mummy. The civilization known as the Creto-Mycenaeans continued the use of engraved stones, which took round or oval lentoid forms that were slightly convex. Favorite subjects were flowers and animals, both terrestrial and marine. However, it is also possible to find characters from mythology: Gorgons, chimeras, minotaurs or heroes taming monsters derived from eastern models. The materials used offered a rich range of colors: agate, chalcedony, jasper, cornelian, steatite and haematite. Certain pieces were pierced for stringing on a thread, thus allowing them to be worn as necklaces. In Greece, glyptic art took off at an extraordinary rate. Already by the sixth century B.C., circa 530, a prisoner, Theodorus, is named as the engraver of an emerald seal, which the tyrant Polycrates of Samos threw into the sea in a vain attempt to appease the gods, who were jealous of his wealth. Greek glyptic art developed in tandem with the major arts of painting and sculpture. And it was not reduced to the status of a craft. In fact, at the end of the 400 s B.C., the engravers were inclined to sign their works. It is by this chance that we know of a certain number of names that are absent from the literary sources: Athenades, Olympios, Dexamenos, Phidias, Lycomedes, Philon, Nicandre. But in a curious paradox, not a single seal exists that carries the signature of the famous Pyrgoteles, the favored engraver of Alexander the Great. In order to fully appreciate the consideration that the Greeks had for engraved stones, it is sufficient to mention the inventories of the 03 03 03 Sigillo fenicio Ca. 700-400 a.c., bronzo e pietra, A: 19 mm, L: 17mm, S: 25 mm treasury of the Parthenon, which mention quantities of such works mounted in gold or silver. Up until the Hellenistic period, the engraving of gems involved hollowing out the stone (intaglio), even when they were not to be used as seals. It is in Alexandria that we can witness the origins of carving in relief (cameo), which utilized certain stones with layers of color, such as agate or sardonyx. The Greek engravers would attempt any subject, or nearly any subject, with equal good humor. But they particularly excelled in the portrait where conventional character did not overshadow psychological veritas. As for the Romans, they knew of glyptics by way of the Etruscans, who themselves learned about them from the Greeks. But it is especially through the spoils of war, in favor of the conquerors of the Hellenistic east, that this 03 Phoenician seal Ca. 700-400 B.C., bronze and stone, H: 19 mm, W: 17mm, Depth: 25 mm art entered Roman society. Caesar and Pompey, great collectors of gems, contributed to their rise to fashion. In Rome, the engravers were Greeks, like Dioscorides, who had the honor of being chosen by Augustus as the carver of his official seal. For the Romans, the popularity of engraved stones was such that they were forced to reproduce them in glass paste. Being much less expensive, this allowed for perfect imitations. This appetite, which affected all the social classes in every province of the empire, explains the great quantity of examples that have come down to us, despite losses to the ravages of time. In the Middle Ages, the glyptic arts were lost, hence the incomparable value placed by the people of these times on the works that survived, which were often of Byzantine origin. They are found on royal crowns, liturgical

vases, reliquaries and other pieces of goldwork. The subjects represented on these gems, most of which were incomprehensible to them, were of less importance than the virtuosity of the carving and the rarity of the stone. In order to incise the surfaces of such fine stones, the Ancients used a wide range of drills tailored to the type of drawing that was to be executed. The points were in metal or a stone harder than the one to be carved, generally in corindon or diamond. The point was used in conjunction with a bow drill, which provided the necessary speed of rotation. For the pieces carved in relief, molds and wheels were employed; they were in materials of varying hardness depending on the nature of the stone. Such work demanded much skill as well as a great deal of patience: pieces of a certain level of prestige probably required months, even years to attain the desired result. It was the great German archaeologist Adolf Furtwängler (1853 1907) who was the first to understand the importance of glyptic art in understanding l art antique. His work opened new horizons. And, among the scholars who followed in his footsteps to work on this subject, it is necessary to mention the Swiss Marie- Louise Vollenweider, a world-renowned specialist, who made her career at the Musée d art et d histoire in Geneva. In conclusion, nothing is more fascinating than this world in miniature. Words cannot properly describe the power of seduction possessed by these sparkling stones, taken from the depths of the earth and transformed by the hand of man, to which aesthetes throughout history have succumbed. Because of their petite size, one cannot take in these works in a single glance. One must sit down with them, adjust one s gaze, and this effort, far from being discouraging, will give way to the pleasures of discovery. 08 08 08 Sigillo cilindrico greco-persiano con scena di offerta Periodo classico, ca. inizi del V sec. a.c., calcedonio bluastro, A: 28,5 mm, D: 13,7 mm 08 Greco-Persian cylinder seal with an offering scene Classical Period, ca. early 5 th century B.C., bluish chalcedony, H: 28.5 mm, D: 13.7 mm 09 Busto romano con dignitario di epoca traianea Età Imperiale, fine I - inizio II sec. d.c., calcedonio beige-marroncino, A: 86,8 mm, L: 59,8 mm, S: 38,4 mm 09 Roman bust of a dignitary contemporary of Trajan Imperial Period, ca. late 1 st century A.D. - early 2 nd century A.D., beige-brownish chalcedony, H: 86.8 mm, W: 59.8 mm, Depth: 38.4 mm

Sigilli cilindrici Cylinder Seals 10 Sigillo cilindrico con scena di strangolamento, Mesopotamia (Accadia) Ca. 2334-2200 a.c., serpentino verde, A: 39 mm, D: 25 mm 10 Mesopotamian (Akkadian) cylinder seal with contests scenes Ca. 2334-2200 B.C., green serpentine, H: 39 mm, D: 25 mm

11

11 12 12 11 Sigillo cilindrico con scena di lotta fra tori ed eroi, Mesopotamia (Accadia) Ca. 2350-2200 a.c., cristallo di rocca, A: 32,7 mm, D: 21/21,9 mm 11 Mesopotamian (Akkadian) cylinder seal with contests between heroes and bulls Ca. 2350-2200 B.C., rock crystal, H: 32.7 mm, D: 21/21.9 mm 12 Sigillo cilindrico raffigurante diversi personaggi, Mesopotamia (sumero) III dinastia ca. 2600-2400 a.c., lapislazzuli, A: 19,8 mm, D: 15,2 mm 12 Mesopotamian (Sumerian) cylinder seal with a composition of standing figures Early Dynasty III, ca. 2600-2400 B.C., lapis lazuli, H: 19.8 mm, D: 15.2 mm 10 Sigillo cilindrico con scena di strangolamento, Mesopotamia (Accadia) Scolpita in un bel serpentino verde scuro, la scena che adorna questo sigillo cilindrico raffigura singole lotte tra uomini e animali: un uomo toro combatte contro un leone, un eroe barbuto, coperto soltanto di una cintura con tre cordoni, affronta un bufalo d acqua e infine un toro lotta contro un altro eroe barbuto che indossa un gonnellino e un cappello piatto. Vi sono poi figure in miniatura, ovvero donne dai lunghi capelli con abiti che arrivano al polpaccio e con le mani intorno alla vita, un pugnale con un manico elaborato posto tra i due contendenti, un eroe in miniatura che indossa un gonnellino e un cappello piatto e solleva il pugnale sopra un iscrizione di due righe che recita: Ur-Enlil, scriba, concludendo la scena. Lo sconvolgimento politico e culturale creato dall ascesa della dinastia accadica nel Sud dell Iraq ebbe ripercussioni sull arte. Le convenzioni piuttosto rigide dei Sumeri lasciarono il posto a una maggiore libertà e molti artisti incisori si batterono per un naturalismo sconosciuto in epoche precedenti. Le più caratteristiche scene di lotta accadiche meritano senz altro la qualifica di naturalistiche. Come esemplificato da questo sigillo, gli eroi e i semi-dei sono mostrati ingaggiare un corpo a corpo coi leoni e i bufali d acqua a mani nude. Non c è più la preoccupazione sumera di proteggere gi animali domestici dai leoni o altri predatori, ma solo una manifestazione di forza. Questo sigillo è un raffinato esempio dell alta qualità raggiunta nella raffigurazione sia di uomini che di animali e del tentativo di fornire un piacere estetico, combinando le diverse figure fino a formare un tutto. 11 Sigillo cilindrico con scena di lotta fra tori ed eroi, Mesopotamia (Accadia) In questo sigillo cilindrico conico, in cristallo di rocca, sono raffigurati due gruppi di contendenti. In ognuna delle scene, un eroe barbuto, ritratto di profilo, lotta contro un toro; il viso è visto di fronte e i capelli sono suddivisi in tre serie di riccioli che ricadono su ogni lato del viso. Con una mano, l uomo afferra lo zoccolo anteriore del toro, che si trova in posizione eretta, mentre con l altra strangola l animale. Sono straordinarie sia l estrema attenzione prestata ai particolari anatomici zoccoli, polpacci, cosce, zampe e volti che la delicatezza con cui essi vengono resi nel cristallo di rocca, la roccia più dura che esista. 12 Sigillo cilindrico raffigurante diversi personaggi, Mesopotamia (sumero) L incisione sul cilindro mostra una scena in cui sono raffigurati tre gruppi: una divinità nuda con capelli a punte che doma due animali con le corna e le teste rovesciate (forse stambecchi), un leone che si incrocia con un uomo-toro, un secondo leone che si incrocia con un altro uomo-toro, nell atto di attaccare un quadrupede strepitante. La scena si chiude con un leone ruggente in miniatura che riempie lo spazio rimasto. Tutte le figure della rappresentazione si ergono sulle zampe posteriori. 10 Mesopotamian (Akkadian) cylinder seal with contests scenes Carved in beautiful dark green serpentine, the scene decorating this cylinder seal is that of individual struggles between a bull-man and a lion, a bearded hero naked except for a triplestranded belt and a water-buffalo, and finally, a bull fighting a bearded hero wearing a kilt and flat cap. Diminutive figures consisting of long-haired female figures wearing calf-length robes with hands clasped, a dagger with an elaborate hilt between each of the contestants, a miniature hero, wearing a flat cap and kilt, raising his dagger above a two-line inscription reading Ur-Enlil, scribe forming the terminal. The political and cultural upheaval created by the rise of the Akkadian Dynasty in Southern Iraq had its effect in art. The somewhat rigid conventions of Sumerian art gave way to a greater freedom and many artist-engravers strove for a Naturalism previously unknown. The most distinctive Akkadian contest scenes really deserve this qualification. As exemplified on this seal, heroes and semi-gods are shown grappling with lions and water-buffaloes bare-handed. There is no longer the Sumerian concern for the protection of domestic animals from attacking lions or other predators, but quite simply a display of strength. This seal is a fine example of the quality produced in renderings of both human characters and animals, while striving to give aesthetic pleasure by the arrangements of the various figures to form a whole. 11 Mesopotamian (Akkadian) cylinder seal with contests between heroes and bulls This conic rock crystal cylinder seal is carved with two antithetical groups of contestants. In either scene, a bearded hero in profile with frontal face, wearing his hair in three sets of curls on either side of the face, grapples with a bull. He holds the front hoof of the standing bull in one hand whilst strangling the beast with the other. The extreme attention to anatomical details, hoofs, calves, thighs, legs, and faces and the finesse of the rendering in the hardest possible stone rock crystal is simply superlative. 12 Mesopotamian (Sumerian) cylinder seal with a composition of standing figures The cylinder engraved with a three group composition: a nude deity with spiky hair subduing two rearing horned animals (ibexes?), a lion and a bull-man crossed, another lion crossed with a bull man, the lion attacking another rearing quadruped. The scene ending with a diminutive roaring lion. All figures in the representation are standing on their hind legs.

7 BSI Album 13 13 13 Sigillo cilindrico achemenide con re che sostiene due leoni VII - VI sec. a.c., calcedonio e oro, A: 46,5 mm, D: 16,8 mm 13 Achaemenid cylinder seal with a King holding subdued lions 7 th - 6 th century B.C., chalcedony and gold, H: 46.5 mm, D: 16.8 mm

14 Sigillo cilindrico babilonico con scena di offerenti 1900-1700 a.c., ematite grigia scura, A: 30,9 mm, D: 14,5 mm 14 Old Babylonian cylinder seal with a worshipping scene 1900-1700 B.C., dark grey haematite, H: 30.9 mm, D: 14.5 mm 15

15 Sigillo cilindrico raffigurante personaggio con scritte cuneiformi, Mesopotamia (cassita) Fine del secondo millennio a.c., ca. 1300-1100 a.c., agata fasciata, A: 41 mm, D: 16 mm 15 Mesopotamian (Cassite) cylinder seal with a standing figure and cuneiform inscription Late 2 nd millennium B.C., ca. 1300-1100 B.C., banded agate, H: 41 mm, D: 16 mm 13 Sigillo cilindrico achemenide con re che sostiene due leoni Raro sigillo cilindrico di calcedonio di misura cospicua montato su oro a guisa di pendente. La fine incisione è simmetrica e poggia su una linea di base. Al centro, una figura reale persiana indossa una tunica e i tradizionali pantaloni con pieghe che si dividono nel mezzo. Ciascuno dei piedi è appoggiato sul dorso di una sfinge coronata; entrambe le mani reggono un leone vivo per la zampa posteriore. Su ambedue i lati sono raffigurate due figure identiche e abbigliate come il soggetto al centro. In una mano tengono un arco, nell altra due frecce e sulla spalla una faretra. Si ergono sul dorso di creature composite con il corpo di leone, le zampe posteriori di rapace, la testa di uccello e una piccola coda che termina con una punta aguzza. Le tre figure hanno i capelli acconciati identicamente e indossano una fascia con decorazione sulla fronte. Si tratta di un esemplare di pregio in un eccellente stato di conservazione. 14 Sigillo cilindrico babilonico con scena di offerenti Questo sigillo cilindrico perforato in ematite, dalla lucentezza metallica, raffigura un dio barbuto che indossa un cappello a falda e una lunga veste frangiata e sta seduto su una predellina imbottita. Nella mano sinistra regge una coppa e ha di fronte un adoratore, anch egli con indosso un abito frangiato e con le mani strette intorno alla vita. Dietro di lui c è una dea Lamma, con le braccia sollevate, che indossa una tiara con corna, un lungo abito a balze e una collana che le penzola dalle spalle. Un disco solare e una mezzaluna completano la scena, oltre a un iscrizione cuneiforme di tre righe, che reca il nome del possessore del sigillo: Sllum, scriba, figlio di Ea-hegal. 15 Sigillo cilindrico raffigurante personaggio con scritte cuneiformi, Mesopotamia (Cassita) Il sigillo cilindrico, perforato nella sua lunghezza, è inciso con una figura singola eretta. La testa è forse coperta da un semplice copricapo e i capelli sono raccolti in uno chignon sulla nuca. La divinità o l uomo, con lunga barba, porta un mantello raccolto su di un braccio, che scende dalla vita ai piedi ed è aperto sul davanti, a scoprire una gamba. Una mano è appoggiata alla vita, l altro braccio pende lungo il corpo. Il resto della superficie incisa è riempito da un iscrizione di otto righe, in caratteri cuneiformi mediobabilonesi. La lingua è però il sumero, in una forma espressiva molto difficile, in quanto non era più parlato: gli scribi pensavano in babilonese ma si esprimevano in una strana forma di sumero. Adad, potente dio, che riempie il cuore di gioia, che dona il vigore alle creature viventi, sorgi, guarda al tuo servo che ti adora, donagli la sua dimora, rendila prospera, riporta la giustizia nella sua casa e conduci costui, ossia Dumu, figlio di Marduk. 15 13 Achaemenid cylinder seal with a King holding subdued lions Beautiful, larger than average, rare chalcedony cylinder seal, mounted on a gold loop to be worn as a pendant. The very fine engraving of the the design, which rests on a base line, is a symmetrically organized whole. In the centre is a Persian royal figure, in a tunic to the waist, and the traditional Persian trousers falling in creases with a division down the middle. He rests each foot on the back of a recumbent crowned sphinx, and in each extended hand holds up a live lion by one hind leg. To the left and right are two matching figures, identically clad to the middle one, but holding a bow in one hand, two arrows in the other, and carrying a quiver on one shoulder. They stand on the backs of composite creatures: body of a lion, but talons of a bird of prey for hind legs, a bird s head and a tail of short size and broadening to a sharp cut-off at its end. All three figures have the same hair style and wear a headband with projection at the front. It is very fine work and in excellent state of preservation. 14 Old Babylonian cylinder seal with a worshipping scene This perforated haematite cylinder seal with a shiny metallic lustre was carved with the figure of a bearded god wearing a deep brimmed hat and a long fringed robe, seated on a padded stool. He holds a cup in his left hand, and is faced by a standing worshipper also wearing a long fringed dress, his hands clasped at his waist. A Lamma goddess stands behind him with her hands raised. She wears a horned tiara and a long flounced robe, necklace hanging down her back. A combined solar disc and lunar crescent complete the scene, along with a three line cuneiform inscription naming the owner: Sllum, scribe, son of Ea-hegal. 15 Mesopotamian (Cassite) cylinder seal with a standing figure and cuneiform inscription This cylinder seal, perforated in its length, is engraved with a single standing figure. The head is probably (perhaps) covered with a simple cap and the hair is gathered in a bun at the nape of the neck. The god or man, with a long beard, is wearing a robe wrapped over one arm, and then falling from waist to feet, but open at the front so that one leg is exposed. One hand is held at the waist, the other hangs down. The remainder of the engraved surface is filled with an eight-line inscription in Middle Babylonian cuneiform. The language, however, is Sumerian and a very difficult form of the language, since it was no longer spoken, and the scribes thought in Babylonian, but then expressed themselves in a strange form of Sumerian. Adad, lofty lord,who rejoices the heart, who strengthens living creatures, arise, look on the servant who reverences you, grant him his abode, make it prosper, establish justice at his place, and lead him, namely Dumu son of Marduk.

9 BSI Album 16 16 16 Sigillo cilindrico con scena di combattimento fra animali, assiro medio Ca. inizi del XIII sec. a.c., agata beige e marrone, A: 41,3 mm, D: 15,4 mm 16 Middle Assyrian cylinder seal with an animal hunting scene Ca. early 13 th century B.C., beige and brown agate, H: 41.3 mm, D: 15.4 mm

17 Sigillo cilindrico con scena di processione di buoi, Mesopotamia (sumero) Primo periodo dinastico, fine IV - inizio III mill. a.c., lapislazzuli, A: 25,9 mm, D: 21,7 mm 17 Mesopotamian (Sumerian) cylinder seal with a procession of oxen Early Dynastic, end of 4 th - beginning of 3 rd millennium B.C., lapis lazuli, H: 25.9 mm, D: 21.7 mm 17 17

18 18 Sigillo cilindrico con scena di caccia, persiano Ca. 900-800 a.c., calcedonio, A: 22,7 mm, D: 13 mm 18 Persian cylinder seal with a hunt scene Ca. 900-800 B.C., chalcedony, H: 22.7 mm, D: 13 mm 18 16 Sigillo cilindrico con scena di combattimento fra animali, assiro medio Il sigillo cilindrico d agata reca incisa la rappresentazione di una drammatica scena di caccia fra animali, con un leone che attacca un toro. Un leone ruggente, girato verso sinistra, salta su di un toro e affonda gli artigli della zampa anteriore destra nel fianco della sua preda. La drammaticità della scena è dovuta soprattutto alla plasticità dei movimenti, impressa dall artista agli animali grazie alla finezza dei dettagli anatomici delle figure. Sopra il toro si trova un iscrizione cuneiforme in due registri. L Assiria fu una nazione e un impero che giunse a controllare l intera Mezzaluna Fertile, l Egitto e gran parte dell Anatolia. Il termine Impero Assiro propriamente detto si riferiva approssimativamente alla metà settentrionale della Mesopotamia. I re Assiri controllarono un enorme impero in tre diversi periodi storici, denominati Antico Impero (dal XX al XV sec. a.c.), Medio Impero (dal XV al X sec. a.c.) e Nuovo Impero o Neoassiro (dal 911 al 612 a.c.), l ultimo dei quali è il più conosciuto e meglio documentato. 17 Sigillo cilindrico con scena di processione di buoi, Mesopotamia (sumero) Questo sigillo cilindrico raffigura tre grandi buoi che avanzano verso sinistra. Lo sfondo della scena, posta su di in un unico registro, è decorato con tre lunghi rami, sulle cui estremità è appeso un unico, grande fiore stilizzato in filigrana, somigliante a una rosetta, a una stella o a una foglia a forma di cuore. Il sigillo cilindrico, un oggetto ubiquitario nelle culture antiche del Vicino Oriente, era un simbolo personale di autorità e possesso. Per il suo possessore, che lo indossava come pendente intorno al collo, poteva anche assumere la funzione di amuleto: dopo la sua morte, il sigillo veniva spesso deposto nella tomba insieme a lui, anche se esistono molte testimonianze di un suo utilizzo successivo, probabilmente a indicare la continuità della linea familiare. 18 Sigillo cilindrico con scena di caccia, persiano Questo sigillo cilindrico di calcedonio reca incisa la rappresentazione di una scena di caccia di drammatica efficacia. Un cocchio su ruote trainato verso sinistra da tre cavalli con finimenti da parata porta due arcieri in piedi, che indossano corti abiti da caccia e copricapo. Entrambi stanno tirando con l arco a una leonessa già colpita da una freccia e che volge lo sguardo indietro verso i cacciatori. Questo è un raro sigillo dell antica civiltà persiana nord-occidentale. 16 Middle Assyrian cylinder scene with an animal hunting scene This agate cylinder seal is engraved with the representation of a dramatic animal hunting scene, with a lion attacking a bull. A roaring lion, facing left, has jumped on the bull and dug the claws of his right fore-paw on the bull s flank. The vividness of the scene is largely due to the great sense of motion given to the animals by the artist thanks to the fine detailing of the figures anatomical details. Above the bull is a cuneiform inscription in two registers. Assyrian was a nation and empire that came to control all of the Fertile Crescent, Egypt and much of Anatolia. The term Assyria proper referred to approximately the northern half of Mesopotamia. The Assyrian kings controlled a large kingdom at three different times in history. These are called the Old (20 th to 15 th c. B.C.), Middle (15 th to 10 th c. B.C.), and Neo-Assyrian (911-612 B.C.) kingdoms, or periods, of which the last is the most well known and best documented. 17 Mesopotamian (Sumerian) cylinder seal with a procession of oxen The cylinder seal is carved with three large oxen processing to the left. The background of this scene, which is in a single register, is ornamented with three long branches, at the end of which is a single, large, stylized flower in filigree resembling a rosette or star and a heart-shaped leaf. The cylinder seal, a ubiquitous object in Ancient Near Eastern cultures, was a personal symbol of authority and ownership. For the owner, who wore it as a pendant around the neck, it could also take on amuletic qualities: after his death, the seal was often deposited in the tomb along with the owner, but there are also many instances where the seal continued to be used, probably to show the continuation of the family line. 18 Persian cylinder seal with a hunt scene This chalcedony cylinder seal is engraved with the representation of a dramatically vivid hunting scene. A wheeled chariot drawn to the left by three horses held with ceremonial type harnesses carry two standing archers, wearing short hunting garments and helmets, who are both taking aim with their bows and arrows at a lioness, which has already been struck by one arrow and looks rearward at the predators. This is a rare seal from early North Western Persian culture.

Sigilli Seals 19 Sigillo tardo-bizantino con l effigie di Cristo XI - XIII sec. d.c., oro, perle e lapislazzuli, A: 37,1 mm, L: 11,5 mm, S: 10 mm 19 Late Byzantine seal with a representation of Christ 11 th - 13 th century A.D, gold, pearls and lapis lazuli, H: 37.1 mm, W: 11.5 mm, Depth: 10 mm

20 Sigillo minoico con due pesci o delfini Tardo minoico I - ca. II millennio a.c., granato rosso scuro, A: 10,1 mm, L: 15 mm, S: 5,9 mm 20 Minoan seal with two fishes or dolphins LM I - ca. 2 nd millennium B.C., dark red garnet, H: 10.1 mm, W: 15 mm, Depth: 5.9 mm 22 22

21 21 22 21 Scarabeo fenicio con iscrizione in aramaico IX - VIII sec. a.c., ematite grigio scura, A: 18,4 mm, L: 12,6 mm, S: 10,5 mm 21 Phoenician scarab with Aramaic inscriptions Ca. 9 th - 8 th century B.C., dark grey haematite, H: 18.4 mm, W: 12.6 mm, Depth: 10.5 mm 22 Sigillo achemenide raffigurante una sfinge con testa coronata VI - V sec. a.c., calcedonio bianco opale, A: 8,9 mm, L: 12,7 mm, S: 17,6 mm, A della gemma: 25 mm 22 Achaemenid seal with a crowned sphinx Late 6 th - 5 th century B.C., ca. 539-400 B.C., cloudy white chalcedony, H: 8.9 mm, W: 12.7 mm, Depth: 17.6 mm, H of the stone: 25 mm 19 Sigillo tardo-bizantino con l effigie di Cristo Sigillo in lapislazzuli inserito in un elaborato pendente d oro di forma cilindrica. L incastonatura del sigillo è ornata di motivi a spirale, ottenuti con filigrana d oro applicata con maestria. Alla sommità vi è un anello di sospensione, al quale con un cardine sono affrancati sei anellini, che rendono possibile portarlo come amuleto. Il sigillo rappresenta il busto di Cristo, con le guance interamente modellate. Un aureola cruciforme e un monogramma contornano sullo sfondo la testa del Cristo. Questa immagine, che risale al periodo post-iconoclasta, è simile alla moneta d argento di Giovanni V, membro della dinastia dei Paleologi. 20 Sigillo minoico con due pesci o delfini Questo piccolo sigillo di forma amigdaloide è perforato verticalmente, per poter essere indossato come amuleto. È accuratamente intagliato e raffigura due delfini o pesci volanti, disposti a cerchio come se si stessero rincorrendo. Degna di nota l attenzione prestata ai dettagli delle teste e delle pinne, realizzate con piccole e delicate incisioni. Il granato utilizzato è di una bella tinta rosso-lilla, tendente al porpora. 21 Scarabeo fenicio con iscrizione in aramaico Talismano grigio scuro a forma di scarabeo, con un corpo sottile, perforato verticalmente per essere indossato come amuleto. Sulla parte anteriore del sigillo sono incise cinque righe di una formula magica con dei numeri, in aramaico. Lo stile ebraico-aramaico esisteva già a quell epoca e si sarebbe poi diffuso in tutta l antica Fenicia. 22 Sigillo achemenide raffigurante una sfinge con testa coronata La parte superiore di questo stampo in calcedonio è conica e sfaccettata. Il lato stampo è leggermente convesso e le perforazioni longitudinali consentono di inserire un anello in metallo. Sulla gemma è scolpita una sfinge, figura alata dal corpo di leone e la testa di uomo, che porta una corona sul capo e avanza a grandi passi su una linea di base. Sullo sfondo un albero o una pianta stilizzati. Le ali e la corona sono rese da minute e delicate incisioni e le zampe da piccoli punti (perforati). L Impero persiano o achemenide (559 a.c. - 330 a.c.) fu il primo degli imperi persiani a regnare su vaste zone della Grande Persia. All apice del suo potere, questo impero si estendeva su tre continenti, coprendo una superficie di circa 7,5 milioni di chilometri quadrati. Dal punto di vista geografico, fu l impero più grande dell antichità classica. Nacque da una nazione soggetta al pagamento dei tributi ai Medi ma finì per conquistarne l impero estendendone i confini fino a includervi Egitto e Asia Minore. Con Serse, gli achemenidi furono sul punto di impadronirsi dell Antica Grecia. Vennero definitivamente sconfitti da Alessandro Magno nel 330 a.c. 19 Late Byzantine seal with a representation of Christ The lapis lazuli blue seal is fitted in an intricate square cylindrical gold pendant. The casing hosting the seal is ornate with loop type motifs rendered in carefully applied gold filigree wire. On top is a suspension loop from which six small circular gold rings are attached by a hinge, making it possible to be worn as an amulet. The seal has been carved with a representation of a bust of J. Christ with full drilled cheeks. A cruciform nimbus and a monogram are engraved on the background around his head. This image, originated after iconoclasm, is similar to the silver coin of John V, member of the palaeologan dynasty. 20 Minoan seal with two fishes or dolphins This small amygdaloidal shaped seal is perforated vertically to be worn as an amulet. It is carefully carved with the representation of two flying fishes or dolphins, disposed in a circular motion as if chasing each other. Note the attention to the details of the heads and fins rendered with fine small incisions. The beautiful colour of the garnet is a lilac type red, bordering on purple. 21 Phoenician scarab with Aramaic inscriptions A dark grey scarab shaped talisman with a very fine body, perforated vertically to be worn as an amulet. On the face side of the seal are five rows of a magical formula with numbers in Aramaic. The Hebrew-Aramaic style was already in existence at that time and would have existed through Ancient Phoenicia. 22 Achaemenid seal with a crowned sphinx The upper part of this chalcedony stamp is conical in shape and facetted. The stampside is slightly convex, perforations lengthwise allow the fitting of the metal loop. The stone is engraved with a crowned sphinx, a winged figure with the body of a lion and a human head. The figure strides rightward on a baseline, with a stylized tree or plant in the background. The wings and crown are rendered with fine small incisions, and the paws with small dots (drilled holes). The Achaemenid Empire (559 B.C. - 330 B.C.), or Achaemenid Persian Empire, was the first of the Persian Empires to rule over significant portions of Greater Iran. At the height of its power, the Empire was territorially the largest in classical antiquity. The empire began as a tributary state of the Medes but ended up conquering and enlarging the Median empire to include Egypt and Asia Minor. Under Xerxes, it came very close to conquering Ancient Greece. The Achaemenids were overthrown by the conquest of Alexander the Great in 330 B.C.

13 BSI Album 23 23 23 Scarabeo egizio con faraone Nuovo Regno, XIX dinastia, ca. 1250-1100 a.c., diaspro verde, A: 17,1 mm, L: 12,5 mm, S: 8,8 mm 23 Egyptian scarab with a striding pharaoh New Kingdom, 19 th Dynasty, ca. 1250-1100 B.C., green jasper, H: 17.1 mm, W: 12.5 mm, Depth: 8.8 mm

24 24 24 25 24 Scarabeo siriano con eroe reale Fine II - inizio I mill. a.c., ematite grigio scura, A: 23,9 mm, L: 19,6 mm, S: 13,8 mm 24 Syrian scarab with a royal hero End of 2 nd - early 1 st millennium B.C., dark grey haematite, H: 23.9 mm, W: 19.6 mm, Depth: 13.8 mm 23 Scarabeo egizio con faraone Piccolo sigillo, raffigurante uno scarabeo verde, perforato tra la parte anteriore e le zampe posteriori dell animale. La mirabile scena rappresentata mostra un faraone che avanza reggendo una lancia, con accanto uno sciacallo o un cane. Indossa la corona dell Alto Egitto. Attorniano la figura regale svariati geroglifici, come ad esempio una croce egizia. La figura e i geroglifici fanno pensare che questo scarabeo sia appartenuto a un ufficiale egizio di alto rango. Nell antichità, il diaspro verde era una merce molto apprezzata, che veniva ricavata principalmente dall Egitto. Il sigillo potrebbe quindi provenire da un importante officina siriana sulle rive del Mediterraneo, che a quei tempi produceva sigilli di alta qualità e aveva una marcata preferenza, documentata, per la lavorazione del diaspro verde. La qualità della pietra e la finezza della lavorazione in stile naturalistico suggerirebbero una datazione alla XIX dinastia. 24 Scarabeo siriano con eroe reale Questo sigillo a forma di scarabeo ha un lungo foro verticale che consente di portarlo come amuleto di protezione e portafortuna. L incisione raffigura l immagine frontale di un eroe regale che indossa una lunga veste a balze. Con le braccia protese in fuori, egli tiene in ciascuna mano un grifone o una sfinge domati, che ha afferrato per la coda. Sopra le braccia sono visibili i busti di due uomini, entrambi ritratti di profilo, uno con lo sguardo rivolto verso sinistra e l altro verso destra. Anche la scelta delle pietre gioca un ruolo importante, in quanto ciascuna possedeva qualità magiche proprie. 25 Scarabeo etrusco con l immagine di un guerriero Il piccolo anello scarabeo a perno reca incisa la figura di un soldato nudo, con la tipica acconciatura etrusca. È in posizione eretta, rivolto all indietro; nella mano destra tiene un grande scudo rotondo e la spada giace ai suoi piedi, come se fosse stato ferito in battaglia e stesse per cadere. La scena è incastonata in bordi tratteggiati con precisione. Lo scarabeo presenta una perforazione verticale, che consente di portarlo come anello; ai bordi dei fori rimangono tracce di bronzo. La cultura etrusca si sviluppò in Italia dopo l 800 a.c. circa, immediatamente dopo la cultura villanoviana dell Età del Ferro. Nel settimo secolo, quest ultima lasciò il posto a una cultura che aveva subito l influenza dei mercanti e vicini greci della Magna Grecia, la civiltà ellenica dell Italia meridionale. All apice del suo sviluppo all epoca della fondazione di Roma e dell Impero romano, la civiltà etrusca prosperò in tre regioni: Etruria, Pianura padana, Lazio-Campania. Venne poi completamente assimilata dalla Roma italica durante l epoca repubblicana. 26 Scarabeo mesopotamico con scena di adorazione Scarabeo con foro di sospensione sulla testa, per poter essere portato come amuleto. Inciso e lavorato sul retro nel cosiddetto stile perforato, questo scarabeo illustra una scena d adorazione sulla linea di base. Il lato sinistro raffigura una donna (la divinità?) seduta su un trono ornato di punti o di stelle e con i piedi appoggiati su una predellina; porta un copricapo cilindrico con una piccola sfera sulla sommità. Di fronte a lei, una devota con le mani alzate, con indosso un lungo abito fasciato e i capelli raccolti in una treccia. Sullo sfondo è visibile una mezzaluna. Sul lato sinistro, una piccola frattura. 23 Egyptian scarab with a striding pharaoh This small green scarab shaped seal is perforated horizontally between the front and the hind-legs of the beetle. The exquisite scene represented shows a striding pharaoh holding a spear, with a jackal or dog next to him. He wears the crown of upper Egypt. Several hieroglyphs, such as an ankh, frame the royal figure. The figure and hieroglyphs would have this scarab belonging to a high ranking Egyptian official. In Antiquity, green jasper was a praised commodity mainly sourced from Egypt. Yet, could it be from one exceptional Syrian workshop on the Mediterranean coast, where high quality seals were produced at the time, with an attested marked preference for working green jasper. The quality of the stone and the finesse of the naturalistic styled work could indicate a 19 th Dynasty dating. 24 Syrian scarab with the figure of a royal hero This scarab shaped seal has a long vertical perforation to be worn as an amulet for protection and for good fortune. It is carved with the frontal image of a royal hero dressed in a long layered robe. With outstretched arms, he holds a subdued griffin or sphinx by the tail in each hand. Above his wide spread arms are the busts of two men, both rendered in profile, one looking to the left, the other to the right. The choice of stones also played an important role, as they each held individual magical qualities. 25 Etruscan scarab with the figure of a warrior The fine small scarab pivotal ring is engraved with the figure of a warrior in the nude with the typically Etruscan logged hair style. He holds a large round shield in his right hand, standing leaning backward, his sword lying at his feet, as if wounded in the course of battle, and about to fall. The scene is framed in a carefully hatched borderline. The vertically perforated scarab, to be worn as a ring, with bronze remaining in the suspension hole, is sitting on a flat base. Etruscan culture developed in Italy after about 800 B.C., approximately over the range of the preceding Iron Age Villanovan culture. The latter gave way in the seventh century to a culture that was influenced by Greek traders and Greek neighbors in Magna Graecia, the Hellenic civilization of southern Italy. At its maximum extent during the foundation period of Rome and the Roman Kingdom, it flourished in three confederacies: of Etruria, of the Po valley with the eastern Alps, and of Latium and Campania, until its complete assimilation to Italic Rome in the Roman Republic. 26 Mesopotamian scarab with an adoration scene A scarab with a suspension loop in the head to be worn as an amulet. Carved and worked on the back, in the so-called drilled style, is an adoration scene on a baseline. On the left side, an enthroned woman or goddess with a cylindrical head dress topped by a small circular sphere, sitting on a dot or star studded throne, her feet on a small stool. In front of her, a standing worshipper with upraised hands, in a long girded garment and wearing her hair in a pigtail. In the background is moon crescent. A small chip on the left hand side.

26 26 26 Scarabeo mesopotamico con scena di adorazione I millennio a.c., calcedonio beige, A: 29 mm, L: 17,9 mm, S: 12,3 mm 26 Mesopotamian scarab with an adoration scene Ca. 1 st millennium B.C., beige chalcedony, H: 29 mm, W: 17.9 mm, Depth: 12.3 mm 25 Scarabeo etrusco con l immagine di un guerriero Ca. V - IV secolo a.c., corniola rosso-scura, A: 15,5 mm, L: 12 mm 25 25 Etruscan scarab with the figure of a warrior Ca. 5 th -4 th century B.C., deep red cornelian, H: 15.5 m; W: 12 mm 26

15 BSI Album 27 27 27 Sigillo-amuleto a forma di rapace, Mesopotamia (sumero) Fine IV millennio a.c., ca. 3000 a.c., oro, A: 15,7 mm, L: 217 mm, S: 16,5 mm 27 Mesopotamian (Sumerian) amulet seal in the shape of a bird of prey Late 4 th millennium B.C., c.a. 3000 B.C., solid gold, H: 15.7 mm, W:217 mm, Depth: 16.5 mm