Collezione FONDAZIONE TONIOLO

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Collezione FONDAZIONE TONIOLO

Collezione FONDAZIONE TONIOLO Quaderno 1

La Collezione Fondazione Toniolo La Fondazione G. Toniolo, dopo aver festeggiato nel dicembre del 2007 il decennio di attività dello Spazioarte Pisanello con la pubblicazione di un catalogo che ha documentato le oltre 150 mostre organizzate, intende ora fissare un altra tappa importante del rapporto instaurato con gli artisti con la costituzione della Collezione Fondazione Toniolo. Tutto nasce un po casualmente dal fatto che nel corso degli anni, molti artisti, con animo liberale, hanno ritenuto di lasciare un opera quale segno del loro passaggio nella galleria e come gesto di amicizia per l accoglienza ricevuta. Finora ci si è limitati ad esporre i dipinti, le sculture e le grafiche acquisiti nella sede dell ente affinchè venissero ammirati dai numerosi frequentatori delle iniziative culturali promosse dalla Fondazione. Tuttavia il crescente numero di opere ricevute ci ha ora indotto a considerarle un insieme ed a costituire formalmente una collezione denominata Collezione Fondazione Toniolo allo scopo di sancirne la proprietà e di evitarne l eventuale dispersione. Il catalogo che qui viene presentato rappresenta quindi l elemento essenziale e fondante dell iniziativa che però non deve cosiderarsi conclusa, ma che, nelle nostre intenzioni e per sua natura, è in fieri nel senso che, oltre ad essere evidentemente connessa all attività futura della galleria, è comunque aperta ad accogliere ulteriori donazioni. Il catalogo infine vuole essere anche una forma di ringraziamento per gli artisti che con generosità e sensibilità hanno voluto arricchire gli spazi della Fondazione Toniolo e di garanzia che le loro opere verranno valorizzate, godute e conservate con amore. Mons. Adriano Vincenzi - Presidente Fondazione G. Toniolo 3

Lo splendore del bello nella percezione della forma La forma e la materia. La forma affermava il grande Michelangelo esiste già nella materia. Ma occorre l arte dell uomo per portarla alla luce. La materia senza la forma è muta, non parla. La forma senza la materia non può nascere ed è senza casa. Ecco il grande compito dell artista: generare al mondo la forma della bellezza che si nasconde nella materia. Il bello che splende alla mente, l artista lo fa percepire nelle forme che imprime nella materia. La bellezza è ciò che di più inutile esista. Ma allo stesso tempo è ciò che di più ha bisogno l uomo, affinché possa continuare a sperare nella salvezza, se è vero come dice un topos ormai fin troppo inflazionato di citazioni che sarà la bellezza a salvare il mondo (Dostoevskij). Il profeta Isaia dialogando con il proprio Dio usava un espressione sorprendente: veramente tu sei un Dio inutile. Inutile, nascosto, come la forma della bellezza. Molti oggi pensano che il riferimento al divino, alla trascendenza sia insignificante per l arte. L espressione di Isaia non voleva dire indifferenza per quello che oggi i filosofi chiamano il Totalmente Altro. Voleva solo rivelare che Dio non è classificabile nella categoria dell utile, ma del gratuito. Così come appartiene alla categoria del gratuito la bellezza, a partire dalla bellezza delle cose della Natura che gratuitamente tutti possono contemplare. La bellezza vive nell esperienza del dono e si mostra a coloro che si rivolgono alla realtà con cuore puro. La bellezza ci conduce all Origine del dono. Facendoci vedere la Fonte dell essere ci orienta verso il Fine. Gli artisti sono i profeti della bellezza. Generando le forme dalla materia, collegandoci con il Principio e il Fine, ci fanno intravedere che il Reale non è la materia effimera, ma ciò che la materia è in grado di mostrare tramite l arte dell uomo, la Forma. L arte, ogni vera arte, trasfigura la materia e ci fa intravedere il divino trascendente, il divino nella natura. Essendo dono, la bellezza si fa vedere a chi risponde col dono, vale a dire liberamente e magnanimamente. Il divino della bellezza è presente nella forma, ma essa si rivela solo a chi liberamente si apre ad esso tramite la bellezza della forma che penetra e avvolge la materia. L arte ha bisogno della libertà per lasciar sprigionare la forma: ma non della libertà dalla forma, ma della libertà per la forma. Presentare un catalogo è partecipare alla gioia degli artisti di dare alla luce le sempre nuove forme della bellezza che la loro arte sa tirare fuori dalla informe materia. Nell esprimere il compiacimento per queste opere che entrano nella Collezione Fondazione Toniolo, auguro a chi volgerà verso di loro lo sguardo di vedere l opera con gli stessi occhi con cui la vede l artista e sperimentare che l arte, con la bellezza che racchiude in sé, genera il dialogo tra le persone e la comunione nel bello di cui la società, la nostra società, ha estremo bisogno per vincere le sacche di violenza e di paura che in essa si annidano. Mons. Giancarlo Grandis - Vicario Episcopale per la Cultura 4 4

Ragioni di un catalogo Non parlerò di opere, né di autori. Allo scopo basta il Catalogo del Decennale 1997-2007 stampato nell ottobre 2007 a Verona dalle Grafiche Aurora, a cura della Fondazione Toniolo, progettato e coordinato da Maurizio Angiari. Lì, chiunque ne abbia voglia, può muoversi spontaneamente nella sequenza fotografica, oppure avvalersi delle note introduttive per alimentare il proprio gusto estetico con il cibo delle circostanze e delle ragioni. Oppure può fare ambedue le cose, il che risulta sempre molto utile. Non è una intenzione ripetitiva o ridondante a muovere i Coordinatori dello Spazioarte Pisanello Rosabianca Cinquetti e Maurizio Angiari a questo nuovo Catalogo, il cui progetto potrà risultare, forse, di più modeste proporzioni (e non solo quantitative) nei confronti dell altro appena citato, ma di certo ha una sua origine autonoma e una funzionalità concreta e rilevante. Infatti è stato pensato come registro-testimonianza delle opere che gli artisti espositori hanno lasciato alla Fondazione Toniolo. Il che ha molti significati, compreso quello terra-terra che assume qualsiasi regesto, ma che non va deprezzato proprio per il suo opporsi al destino di propagginazione o smembratura, cui soggiace ogni cosa, tanto che gli va riconosciuta la medesima genealogia di tutti gli elenchi, degli indici, delle collane, delle collezioni e persino delle nobilissime cornici e delle legature interne, con le quali gli autori stessi hanno voluto proteggere dalla dispersione i fragmenta del loro intelletto creativo. Ha anche attinenza al valore delle opere, poiché ogni opera è preziosa in quanto frutto dell invenzione, ed è diversamente preziosa innanzitutto a seconda degli occhi che la guardano, a partire da quelli del mercante, talvolta ottusi, talvolta lungimiranti, per giungere a quelli del proprietario, anche in questi casi secondo una gamma variegata di capacità di lettura. Va pure prevista la varietà diacronica degli eventi, cosicché il catalogo imputa agli eredi futuri una vasta oscillazione nell apprezzamento dell opera, dalla intelligenza alla stoltezza, e tenta strategici remedia fortunae a quanto potrebbe avvenire o si paventa. Alle ragioni conservative di questo Catalogo si inscrive la funzione di testimonianza, il cui contenitore sono le iniziative avvenute dentro il suggestivo Spazioarte, e il cui contenuto, come ho già detto, sono le opere rimaste al Pisanello. Parlare di traccia di un passaggio è giusto, ma non basta. In uno spazio espositivo l opera non solo viene e va, ma anche avviene, poiché essa è in quanto si offre agli occhi che la guardano. Da questa prospettiva è possibile valutare appieno la natura della ricompensa, cioè l opera che rimane allo Spazioarte a sua totale soddisfazione, poiché si riconosce a questa scelta una sottile e previdente valutazione della dimensione economica del prodotto artistico, ma soprattutto gli si attribuisce coscienza estetica, ossia la consapevolezza che l esposizione attiene all origine e al farsi dell opera. In questa contemporanea oscillazione di transumanze e di permanenze nello spazio espositivo, e precisamente in questo depositarsi dei pegni, la dimensione simbolica incide tanto sulle opere esposte quanto su coloro che promuovono e organizzano le esposizioni, in virtù di un rapporto profondo di ospitalità, di un intenso atto 5

di condivisione che è avvenuto e che ha lasciato i segni di possibilità future. Si badi: simbolo, in questo caso, è preso nel suo significato proprio e originario, poiché l opera che resta è come il pezzo dell anello o della moneta, ovvero il segno spezzato dell incontro, dato all altro nel momento del distacco, a testimonianza di una unione significativa avvenuta e quale desiderio-auspicio di ricongiungimento futuro. Come ogni catalogo, anche questo agisce in dissolvenza nei confronti di tutti i presupposti che lo hanno determinato, tanto che di questi rimangono soltanto le linee essenziali. Ci sono anche degli svantaggi per la perdita di tanti particolari, ma il vantaggio non è di poco conto, poiché dalla selezione risultano più marcati i tratti fondamentali di collegamento tra esperienze diverse e persino divergenti. Così nel labirinto dell arte contemporanea è riconoscibile il filo d Arianna che ci guida nel vedere e nel comprendere e che, ancor prima, annoda le varie esperienze creative attorno alla ri-creazione della natura, alla ri-costruzione delle forme. Ed è proprio la perdita, come idea, come percezione e come rappresentazione del mondo, che determina il trait d union anche delle opere comprese in questo Catalogo, le quali dichiarano l appartenenza al loro tempo, che poi è il nostro tempo, nel coniugare diversamente le conseguenze del medesimo smarrimento: ricerca, bisogno, rimpianto di corpi perduti, da cui deriva la convergenza degli opposti, dell interpretazione e dell astrazione da una parte e, dall altra, della mimesi apparentemente ingenua, della citazione dotta, dell iperrealismo visionario o metafisico. Questo disporsi dell arte nell asse della negazione ci pone molti quesiti, che qui non è possibile sviluppare e ci impone nuovi strumenti di fruizione e di giudizio estetici. Irrinunciabile comunque appare la questione dell habitat di quanto è contenuto nel presente Catalogo, ossia dello stesso Spazioarte Pisanello in quanto istituzione. Infatti, il problema non è solo quello di comprendere le opere d arte; dobbiamo conoscere almeno qualcosa dell ospitante, dobbiamo sapere dove e a chi le opere un giorno si sono congiunte, a chi hanno lasciato il segno dell unità avvenuta, chi è il depositario della ricongiunzione promessa. Dalla prospettiva simbolica, pensare a istituzioni religiose (e, anche, civili) soltanto tolleranti sarebbe riduttivo e assai deludente e, tra l altro, non darebbe garanzia di durata. Quantunque la tolleranza sia una grande virtù e gli siano stati attribuiti i dovuti elogi, l esperienza artistica è esigente e chiede molto di più di una pacifica o armonica coesistenza. Di certo essa chiede più di quanto la Chiesa ha saputo o voluto concedere all arte nel secolo scorso e persino più di quanto ha saputo in essa vedere negli anni a noi più vicini, nonostante i notevoli passi compiuti. Nelle sequenze espositive dello Spazioarte Pisanello è riconoscibile un fatto di straordinaria importanza. Non per proclamati intenti, ma nella operosità in minore, nella modesta marginalità di un agire saggio e tenace, la società religiosa veronese ha compiuto il tratto che manca per giungere al patto simbolico con l arte contemporanea. Grazie all intuizione degli organizzatori, nella galleria non si è soltanto proposto (e mi riferisco soprattutto alla mostra di Jean Guitton del 1999 e a quella monografica di Fausto Pirandello dell anno successivo), o provocato 6

(ad esempio, sull immagine di Cristo); si è accolto un ospite difficile, talvolta fastidioso e imbarazzante, e lo si è ascoltato in silenzio. È proprio questo che il Catalogo testimonia: per una circostanza non breve, la Chiesa veronese ha posseduto i lunghi silenzi dell accoglienza e si è posta all ascolto, sine iudicio. Gli antichi affermano che la facoltà di prevedere il futuro sarebbe una sciagura. È meglio pertanto non chiederci che cosa avverrà delle opere rimaste al Toniolo. Atteniamoci, dunque, al presente. In questo cercare le cose, l essenza dei corpi e della luce, in questo radicale e talvolta disperato materialismo della sperimentazione formale, in queste rappresentazioni di vuoti spaziali, di lacune della natura, delle anatomie e dei volti, in questi segni-enigma, il cristiano ha ritrovato se stesso e il suo tempo, la sua spiritualità tormentata, la dolorosa percezione dell assenza, la sua stessa ricerca inesausta. Non si tratta dell unica spiritualità possibile, poiché vale sempre ed anche una religiosità media, quella che di solito si qualifica come popolare. Del resto il Catalogo annovera al proprio interno anche più pacate e placate rappresentazioni del mondo, scorci e forme non estranee o di conflitto. Ma la significazione più densa del patto simbolico è quando i convitati trovano nuove, profonde, essenziali condivisioni. Quando si realizza la reciprocità; quando, cioè, l incontro avviene nello spazio grande della differenza e quando ciascuno è consapevolmente certo di ricevere dall altro (ossia dall alterità) un grande beneficio. Prof. Giuseppe Chiecchi - Docente di Letteratura Italiana presso l Università di Verona 7

Collezione FONDAZIONE TONIOLO

Alique Mariano Corales 17, 2006 olio su tela, cm 60x80 11

Anti Umberto Antichi romani, 2006 stampa fotografica a getto d inchiostro, cm 60x90 12

Antonello Debora Agave, 2008 grafica sperimentale, mm 395x300 13

Avesani Francesco Corrispondenza segreta, 1992 acquaforte, acquatinta, mm 330x460 14

Avesani Francesco Cancello, 1992 acquatinta, maniera allo zucchero, mm 680x470 15

Battarola Sergio L uomo dei serpenti, 2000 pastello su carta, cm 54,5x45,5 17

Bedeschi Manuela La casa di tutti, 2008 tecnica mista su legno, neon, cm 37,5x20,5x11 18

Berretta Gabriele Garage 1.3, 2002 acquaforte, acquatinta, mm 293x405 19

Bertolini Angelo Bosco, 2007 china e grafite su cartoncino, cm 26x18 20

Bianchetti Franco Tralice, 2004 tecnica mista su carta, cm 100x70 21

Bianchi Roberto I giardini Villa Widman - Rezzonico - Foscari (Mira - Ve), 1998 stampa fotografica al bromuro d argento, cm 25x37 22

Bianchi Roberto I giardini Palazzo Balladoro (Povegliano Veronese - Vr), 1997 stampa fotografica al bromuro d argento, cm 25x37 23

Billi Sergio Le due lune, 1998 acrilico su tela intonacata, cm 80x80 25

Bogoni Michela Cherubino piangente, 2005 olio su tela, cm 60x50 26

Bogoni Michela Cherubino ridente, 2005 olio su tela, cm 60x50 27

Bonesini Gian Paolo Luoghi dello spirito, 2007 tecnica mista su tavola, Ø cm 43 28

Bonfanti Maurizio Gelso, 2003 tecnica mista su carta, cm 48x32 29

Buttarelli Brunivo La via di fuga, 2008 legno, ferro, cm 70x85 30

Caporal Carlo Contrada in Lessinia, 1990-91 olio su tavola, cm 50x60 31

Caser Anna Il girotondo, 2006 collage su carta, cm 70x50 32

Cavaggioni Lillina Muro con bimba, 2004 tecnica mista su tela, cm 70x70 33

Cecchini Riccardo Trinità, 2007 acrilico su tela, cm 100x70 34

Cinquetti Rosabianca Rivisitazione, 2002 olio su tela, cm 120x80 35

Cristani Pierpaolo Traguardando il cielo, 1984 tecnica mista su carta, cm 50x35 36

Cristani Pierpaolo Il sigillo, 1984 tecnica mista su carta, cm 48x36 37

Dal Molin Luciano Senza titolo, 2004 assemblaggio di carte, cm 48x68 39

Faccioli Giovanni Tavolo rosso, 2005 olio su tavola, cm 62x57 40

Fettolini Armando Acquasantiera, 2003 polimaterico su tavola, cm 120x70 41

Fiore Daniela Foresta, 2008 acquaforte, acquatinta, mm 218x324 42

Fiore Daniela Terra madre, 2005 acquaforte, acquatinta, mm 270x375 43

Furlani Gabriella Bozzetto per il 2 giorno, 2005 punta d argento e biacca su tela, cm 50x50 44

Gibroni Olga La Verza olio su tela, cm 80x130 45

Giuliari Francesco S. Giorgio, 1980 acquaforte, mm 160x240 46

Giuliari Francesco Teatro Romano, 1982 acquaforte, mm 155x242 47

Lombardi Alberto Elissi, 2006 plexiglas e forex, cm 54,5x52 48

Lovato Patrizia Scia, 2006 olio e tecnica mista su tela, cm 80x60 49

Mancino Crocifissione, 2006 polimaterico su tavola, cm 185x140 50

Marconi Giovanni Sentinella della notte, 2004 pietra lavica, alluminio, resina, cm 70x40x30 51

Monguzzi Giuseppe La Croce, 2005 olio su tela, cm 60x50 53

Naletto Giusi Dov è, per questo Interno, / un Fuori?, 1999 stampa fotografica ai sali d argento, cm 30x44,5 54

Naletto Giusi Senza titolo, 2002 tecnica mista su carta, cm 170x111 55

Nezzi Roberto Il messaggero, 2007 tecnica mista su tavola, cm 80x80 56

Omodei Edoardo Danza slava, 1973 encausto su cartone, cm 56x40 57

Orazio Gaetano Crocifissione, 2001 tecnica mista su carta, cm 98x49 58

Pehla Ingo Senza titolo, 2001 olio su tela, cm 100x100 59

Pinna Gaetano 847 sette bianco, 2008 forex, cm 83x40x17 60

Rebeschini Mirca Dov è, per questo Interno, / un Fuori?, 2007 stampa fotografica cromogenica, cm 66,5x50 61

Rossi Luca Double six, 2003 olio e smalto su tela, cm 70x60 62

Savu Şerban Ichtyos, 2002 olio su tela, cm 40x60 63

Tenuti Dario Senza titolo grafica sperimentale, mm 505x400 64

Tenuti Dario Senza titolo grafica sperimentale, mm 300x300 65

Venuti Silvia Orizzonte, 2002 acrilico su tela, cm 80x100 66

Warny Gigi Découverte, 2001 terracotta, cm 42 67

Weller Susan Nontan XXXIII, 2000 acrilico e tecnica mista su carta, cm 50x40 68

Zanolli Laura La scritta, 2008 tecnica mista su tela, cm 80x80 69

Zoppi Paolo Terre di Palestina, 2006 tecnica mista su carta, cm 30x40 70

Progetto e coordinamento Maurizio Angiari Testi Prof. Giuseppe Chiecchi Mons. Giancarlo Grandis Mons. Adriano Vincenzi Fotografie delle opere Archivi personali degli artisti Moreno Peretti Marco Quintarelli Fotografie dello Spazioarte Pisanello in copertina e nelle pagine interne Umberto Anti Ci si scusa con gli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche e letterarie non individuate Via della Scienza, 21-37139 Verona Tel. 045 85 11 447 r.a. - Fax 045 85 11 451 grafiche.aurora@graficheaurora.it Finito di stampare nel mese di dicembre 2008 Fondazione G. Toniolo Via Dogana, 2/a - 37121 Verona Tel. 045 8034474 - Fax 045 8054432 www.fondazionetoniolo.it - info@fondazionetoniolo.it 2008 Fondazione G. Toniolo