La politica pensionistica. Il sistema pensionistico italiano: concetti, classificazioni, aspetti evolutivi



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Il sistema pensionistico italiano: concetti, classificazioni, aspetti evolutivi

LA LEADER DELLA CGIL: «SITUAZIONE GRAVE MA QUELLA DI MONTI NON È LA RICETTA GIUSTA» Camusso rompe con il governo: «Sulle pensioni un intervento folle» «La Fornero aggredisce i lavoratori». Il contratto unico? Sarebbe solo un nuovo apartheid a danno dei giovani Corriere della Sera, 19 dicembre 2011 ROMA - La stangata del governo Monti ha provocato la mobilitazione di tutti i sindacati, che cercano di dar voce alla protesta di lavoratori e pensionati. I motivi di questa opposizione durissima e di quella che ci sarà rispetto a ogni ipotesi di modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori li spiega il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

Cgil al ministro Fornero : «Parliamo di precariato e lavoro nero, l art. 18 non si tocca» Altolà del primo sindacato sui licenziamenti facili. Duro anche Bonanni (Cisl): «Il governo pensi ai giovani e alle assunzioni» Corriere della Sera, 18 dicembre 2011 MILANO - Si parli di lotta al precariato e non di libertà di licenziare: l'articolo 18 non si tocca. Arriva a stretto giro l'altolà della Cgil alla proposta del ministro del Welfare Elsa Fornero di tornare a discutere, nell'ambito di un ampio confronto sulla riforma del Lavoro, della famigerata norma che oggi rende difficili i licenziamenti. «Con una recessione che falcerà migliaia di posti di lavoro, il governo ha cose più urgenti cui pensare, come la riforma degli ammortizzatori sociali» sono le parole affidate alle agenzie dal segretario confederale con delega al mercato del Lavoro, Fulvio Fammoni. L'articolo 18, osserva il dirigente Cgil, «era l'ossessione del precedente ministro del Lavoro che ha impedito qualsiasi vera riforma».

Pensioni: dopo la riforma Fornero uscita dal lavoro vicina a 61 anni e mezzo Pensionamenti giù del 38%, il risparmio previsto è di 80 miliardi in un decennio Corriere della Sera, 28 luglio 2013 C'è un crollo nel numero di pensioni liquidate nel primo semestre dell'anno, in particolare per quanto riguarda i lavoratori dipendenti (- 38%), sia del settore privato sia del pubblico impiego. Negli ultimi dati dell'inps compare insomma per la prima volta l'evidenza degli effetti della riforma Fornero. Emerge cioè quanto sia più difficile raggiungere la pensione, vuoi perché sono aumentati i requisiti d'età per la vecchiaia vuoi perché c'è stata una stretta fortissima sulle anzianità. Il che si tradurrà presto in un ulteriore aumento dell'età media effettiva di pensionamento, che comunque già viaggia intorno ai 61 anni e mezzo per i dipendenti privati (quasi 61 per i pubblici), un anno in più rispetto al 2011. Meno pensioni e assegni commisurati ai contributi e alla speranza di vita (il coefficiente di trasformazione si ridurrà) significa meno spesa. Lo stesso istituto presieduto da Antonio Mastrapasqua prevede che nel decennio 2012-2021 i risparmi ammonteranno a oltre 80 miliardi di euro rispetto alla normativa previgente e questo tenendo conto anche dell'intervento a favore dei cosiddetti esodati.

DOPO L ESTATE REVISIONE DELLA LEGGE FORNERO SU STAFFETTA GENERAZIONALE E ESODATI Pensioni, si riparte dalla «flessibilità» in uscita. Dell Aringa: ma attenzione ai costi, l anticipo possibile solo per le crisi aziendali Corriere della Sera, 1 luglio 2013 MILANO - «Abbiamo deciso di rinviare a settembre, quando discuteremo anche con il Parlamento, eventuali modifiche alla legge sulle pensioni», ha spiegato nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, facendo riferimento alle proposte di legge già presentate alle Camere, come quella del Pd (primi firmatari Damiano-Baretta-Gnecchi) che mira a consentire di andare in pensione anche prima dei 66 anni con una penalizzazione nell'assegno mensile. «Ma attenzione a non perdere di vista i conti», avvisa il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell'Aringa: «Dobbiamo affrontare innanzitutto il tema degli esodati, poi di quelli che hanno perso il lavoro o lo potrebbero perdere e non possono ancora essere pensionati: per loro si potrebbe pensare anche a una flessibilità verso la pensione».

LA RIFORMA DELLE PENSIONI E GLI ESODATI Esodati, per l'inps sono quasi 400 mila. Fornero deplora la diffusione di «dati parziali» L'ira del ministro con i vertici dell'inps dopo la diffusione di un documento. «Il governo sa che il decreto sui 65 mila non basta» Corriere della Sera, 11 giugno 2012 MILANO - «Valutazioni non corredate da spiegazioni che hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione». Così a tarda sera il ministro del Lavoro Elsa Fornero bolla la Relazione-choc dell'inps, un documento interno diffuso nel pomeriggio dall'ansa dove si sostiene che gli esodati sono un esercito. Ci sarebbero 390.200 lavoratori in uscita con i piani di ristrutturazione aziendale e che rischiano di restare senza stipendio e senza pensione dopo l'introduzione del decreto Salva Italia e il Milleproroghe. La relazione sarebbe stata consegnata al ministero prima della firma, ai primi di giugno, del decreto che ha fissato in 65.000 la quota dei cosiddetti salvaguardati.

I veri numeri sul caso esodati Solo uno su tre ha ricevuto l assegno Su 130 mila stimati, accolte 80 mila domande. Finora erogate 27 mila pensioni. Corriere della Sera, 2 gennaio 2014 Con il richiamo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel messaggio di fine anno ha voluto richiamare anche la loro condizione tra quelle di sofferenza sociale, gli «esodati» si affacciano da protagonisti anche sul 2014. A rigore, si tratterebbe dei lavoratori che hanno perso il posto o si sono licenziati in vista della pensione che sarebbe scattata per loro nel 2012, ma si sono ritrovati improvvisamente con la riforma Fornero che ha cambiato le carte in tavola, in molti casi rinviando di parecchi anni l appuntamento con l assegno previdenziale. Senza più lavoro e con la pensione diventata di colpo un miraggio, gli esodati hanno da allora riempito le cronache.

Circolare Inps, dal 2016 l età della pensione sale a 66 anni e 7 mesi: 4 mesi in più Il Sole 24Ore, 20 marzo 2015 Dal primo gennaio 2016 per andare in pensione occorrerà aspettare quattro mesi in più. È quanto chiarisce una circolare applicativa dell'inps di un decreto del ministero dell'economia sull'adeguamento previsto per legge dei requisiti previdenziali all`aspettativa media di vita. Il prossimo aggiornamento scatterà nel 2019 (oggi la cadenza è triennale, ma dal 2019, diventerà biennale). Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, dal prossimo anno ai lavoratori maschi sia del pubblico sia del privato e agli autonomi serviranno 66 anni e sette mesi (con almeno aggiornamento 20 anni di contributi) e non più 66 anni e 3 mesi. Stesso discorso vale per le lavoratrici dipendenti del pubblico impiego. Per la pensione anticipata (chi lascia il lavoro in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia) dal 2016 il requisito salirà a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e a 41 anni e dieci mesi per le donne (attualmente agli uomini servono almeno 42 anni e sei mesi di contributi mentre alle donne 41 anni e sei mesi).

Poletti: «Sulle pensioni incontreremo i sindacati. Vanno ridotte le rigidità della legge Fornero» Il Sole 24Ore, 6 marzo 2015 Ridurre le rigidità della legge Fornero Poletti ha spiegato che finora l Esecutivo ha soltanto definito le priorità di intervento. «La legge Fornero - ha spiegato a margine di un convegno di Unindustria a Bologna - ha evidenziato alcuni limiti. È molto rigida e con uno scalino molto alto. Abbiamo bisogno di ridurre gli elementi di rigidità e trovare una risposta alle problematiche sociali più acute». Peraltro, «abbiamo una nuova squadra dirigente all Inps - ha ricordato il ministro - e insieme ragioneremo facendo le proposte che devono essere fatte»

Damiano: Risparmi del 4% se si utilizza la flessibilità La Stampa, 14 ottobre 2015 La potremmo chiamare la «disfida delle pensioni». Da un lato il presidente del Consiglio, che continua a ripetere che la questione della flessibilità in uscita si può chiudere «nel giro di pochi mesi, ma non in modo raffazzonato». Dall altro i deputati della Commissione lavoro della Camera, guidati dal presidente «piddino» Cesare Damiano, che insiste per varare subito un intervento. Quanto ai costi Damiano insiste nel dire che con la flessibilità alla fine si producono dei risparmi. LA SIMULAZIONE DI DAMIANO Il punto di partenza è la proposta a firma Damiano-Baretta-Gnecchi che prevede un requisito minino di 62 anni con 35 anni di contributi ed una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 66 anni previsti ora dalla legge.

L INTERVISTA Boeri: «Età flessibile per le pensioni e reddito minimo anti-povertà» Il presidente dell Inps: «Pensioni in anticipo ma più leggere, a tutti il calcolo di quanto avranno» Corriere della Sera, 3 marzo 2015 Tito Boeri ci riceve nel suo ufficio al secondo piano del palazzone Inps all Eur. Quando si parla dell Istituto di previdenza, di cui il 56enne economista dell Università Bocconi è diventato presidente, tutto è mastodontico, non solo la sede. Non c è un altro ente in Europa, forse nel mondo, sottolinea lo stesso Boeri, che gestisca praticamente tutte le pensioni dei lavoratori privati e pubblici e le prestazioni assistenziali e parassistenziali, dalle invalidità civili alla cassa integrazione.

PROPOSTA BOERI FLESSIBILITA IN USCITA Nello specifico l idea del Presidente dell Inps (Non per cassa, ma per equità) è quella di consentire la pensione anticipata a 63 anni e 7 mesi di età e con almeno 20 anni di contributi pagata con una riduzione dell assegno mensile. A conti fatti la penalità dovrebbe oscillare intorno a un range non superiore al 9,4% ponendo il caso del massimo anticipo possibile (ovvero accesso alla pensione a 63 anni e 7 mesi, con 3 anni di anticipo rispetto al pensionamento standard) e andrebbe a ridursi con l innalzarsi dell età di un 3% l anno: - 9,4% a 63 anni e 7 mesi; 6,5% a 64 anni e 7 mesi; 3,3% a 65 anni e 7 mesi - per azzerarsi al compimento dei 66 anni e 7 mesi. La proposta del presidente dell Inps non si discosta più di tanto da quella avanzata da Cesare Damiano per il pensionamento flessibile, anche se l ipotesi di Damiano prevede una penalizzazione meno pesante permettendo, tra l altro un anticipo maggiore (62 anni e 7 mesi). Tra le due proposte un altra sostanziale differenza: gli anni di contributi richiesti da Boeri sono 20 mentre quelli della proposta Damiano 35.

Cos è una pensione? In senso lato il concetto di pensione individua quella prestazione pecuniaria vitalizia prevista a fronte dei rischi di vecchiaia e invalidità nonché in relazione al grado di parentela con un assicurato o un pensionato defunto (rischio di premorienza)

Rischi e prestazioni pensionistiche

Le prestazioni per la tutela della premorienza Pensione indiretta: si eroga al coniuge (o in assenza ai parenti più prossimi) nel caso in cui l assicurato muoia prima del ritiro dal lavoro. Pensione di reversibilità: si eroga ai medesimi soggetti nei casi in cui l assicurato muoia dopo il pensionamento.

Le prestazioni per la tutela della invalidità Pensione di invalidità previdenziale (occupaz.): prestazione corrisposta ai lavoratori assicurati a fronte della perdita (parziale o totale) della capacità di lavoro a causa di un evento invalidante. Pensione di invalidità civile (assistenz.): prestazione di natura assistenziale rivolta agli invalidi civili (totali o parziali), ai non vedenti e ai sordomuti che si trovano in stato di bisogno, accertato attraverso la prova dei mezzi.

Le prestazioni per la tutela della vecchiaia Pensione previdenziale di vecchiaia: spetta al lavoratore quando, al superamento di una certa soglia di età (età pensionabile), si ritira dall attività. Il diritto a questo tipo di pensione è condizionato dal versamento di contributi per un periodo minimo (periodo contributivo minimo), variabile nei diversi paesi. Tale prestazione ha natura previdenziale in quanto mira al mantenimento del reddito degli individui nella fase di quiescenza. Pensione previdenziale di anzianità: analogamente alla prima tale prestazione viene corrisposta al lavoratore al momento del pensionamento. In questo caso è richiesto soltanto il versamento dei contributi per un periodo contributivo prefissato (variabile tra i 35 e i 45 anni nei paesi europei), non il superamento di una soglia d età anagrafica. Pensione sociale: prestazione a carattere assistenziale volta a garantire un livello minimo di reddito a quei cittadini che, superata una certa soglia di età anagrafica, non dispongono di alcun requisito contributivo, ovvero non hanno completato il periodo minimo di contribuzione per aver diritto ad una pensione previdenziale di vecchiaia. Condizione per l accesso a tali prestazioni è il superamento di una prova dei mezzi Pensione di base: mira a garantire la sicurezza di un livello minimo di reddito a tutti i cittadini anziani (oltre una determinata soglia d età). E a somma fissa, e pertanto non collegata al precedente reddito da lavoro

Il finanziamento: due modalità

La gestione delle risorse

Esistono quindi 2 sistemi per gestire i contributi versati per finanziare le prestazioni pensionistiche - Sistema a ripartizione le entrate al tempo t1 vengono utilizzate per il pagamento delle prestazioni allo stesso tempo t1. Avviene pertanto un trasferimento di risorse diretto ed immediato dai lavoratori attivi ai pensionati. - Sistema a capitalizzazione le somme versate da ogni lavoratore vengono accumulate in conti individuali ed investite sui mercati finanziari. Al momento del pensionamento il lavoratore potrà ritirare le somme versate sotto forma di rendita (pensione) - ovvero in unica soluzione. L ammontare della rendita/prelievo dipenderà da quanto versato e dal rendimento degli investimenti.

e 2 metodi per definire le prestazioni Metodo retributivo le prestazioni sono collegate alla retribuzione. Il nesso tra contributi e prestazioni è (tendenzialmente) più debole che nel sistema contributivo Metodo contributivo le prestazioni sono collegate ai contributi versati e dipendono da un parametro convenzionale nei sistemi a ripartizione, ovvero reale, cioè il tasso di rendimento finanziario nei sistemi a capitalizzazione. Il nesso tra contributi e prestazioni è molto forte.

Le 4 varianti dei sistemi pensionistici si ottengono incrociando i metodi di gestione delle risorse e i sistemi per definire le prestazioni, si ottengono le 4 varianti fondamentali dei sistemi pensionistici

Sistemi a ripartizione 1) Sistema retributivo: l importo della prestazione è collegato al livello di reddito da lavoro percepito prima del pensionamento. 2) Sistema contributivo: l importo della prestazione è calcolato sulla base dell ammontare dei contributi versati e rivalutati.

Sistemi a capitalizzazione 3) Sistema a prestazione definita si stabilisce «a monte» il livello della pensione (in genere, in rapporto al reddito percepito nell ultimo anno). Il tasso di contribuzione richiesto al lavoratore (e al datore di lavoro) viene adeguato alle fluttuazioni del mercato finanziario e sulla base di proiezioni calcolate su altre variabili al fine di garantire il livello di pensione prestabilito RISCHIO: soprattutto a carico del soggetto che promuove il piano pensionistico 4) Sistema a contribuzione definita si stabilisce «a monte» il tasso di contribuzione del lavoratore ( e del datore di lavoro). Il livello di pensione dipende dal montante contributivo e dal rendimento che proviene dai contributi investiti sul mercato RISCHIO. soprattutto a carico del beneficiario del piano pensionistico

Riassumendo

I 3 pilastri pensionistici