Doping: le cifre, i problemi e l informazione



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UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA TOR VERGATA FACOLTA DI LETTERE E FILOSOFIA Master in giornalismo e comunicazione pubblica Indirizzo giornalismo TITOLO Doping: le cifre, i problemi e l informazione Relatore: Dott. Valerio Piccioni Candidato: Gianluca Galotta Anno Accademico 2008-2009 1

INDICE 1. Aspetti del problema: un quadro generale pag. 3 1.1 Definizioni...pag. 3 1.2 Cenni storici e casi eclatanti..pag. 5 1.3 Le principali sostanze dopanti..pag. 12 1.4 Cenni legislativi..pag. 16 1.5 Le difficoltà dei controlli antidoping...pag. 20 2. Il problema doping nella stampa italiana: il caso della Gazzetta dello Sport......pag. 22 2.1 Nota metodologica..pag. 22 2.2 Rilevazione articoli.pag. 23 2.3 Rilevazione lettere..pag. 41 2.4 Riepilogo rilevazione e rappresentazioni grafiche..pag. 41 2.5 Considerazioni...pag. 46 3. Interviste e testimonianze pag. 49 3.1 Pedalare controcorrente: la storia di Maurizio Marchetti.pag. 49 3.2 Maurizio Galdi: «Ciclismo più esposto ma il doping è in tutti gli sport»..pag. 53 4. Conclusioni.pag. 56 5. Fonti consultate.pag. 59 2

1. ASPETTI DEL PROBLEMA: UN QUADRO GENERALE L obiettivo di questo lavoro è stato quello di stimolare spunti di riflessione sul fenomeno doping a partire dall analisi delle notizie relative a questo problema comparse sulla stampa italiana. Ovviamente il lavoro non vuole avere nessuna presunzione di completezza ed esaustività e per questo, oltre che per ragioni pratiche, il rilevamento delle notizie è limitato ad un preciso arco di tempo (luglio, agosto, settembre del 2009) e ad un solo quotidiano. In ogni caso un trimestre è un valido campione di riferimento anche considerando gli eventi sportivi di primaria importanza che, come vedremo, si sono svolti nel periodo preso in esame. Sulla scelta di un solo quotidiano si possono avanzare alcune perplessità. Molte di esse però sono destinate a venir meno se si considera che il quotidiano su cui la ricerca è stata condotta è La Gazzetta dello Sport, vale a dire il principale giornale sportivo in Italia. Per le perplessità rimanenti vale, comunque, la considerazione che scopo di questo lavoro non è in alcun modo fornire risposte quanto invece porre delle domande che hanno poi trovato spazio in alcune interviste realizzate. Prima di inoltrarci nella rilevazione quantitativa, e poi qualitativa, degli articoli relativi al doping è però opportuno fornire un inquadramento del problema. Per questo la prima parte del lavoro cercherà di illustrare gli elementi fondamentali di questo fenomeno a partire dalla sua definizione e proseguendo con alcuni cenni storici e legislativi. 1.1 Definizioni Al giorno d oggi sport e doping sono sempre più intrecciati. Ma cos è il doping? Per comprenderlo ci può essere d aiuto partire dall analisi linguistica del termine. Le origini della parola doping sono diverse. Secondo alcuni autori, il sostantivo primordiale doop, che in un antico dialetto africano significava miscuglio, mistura, pozione, avrebbe dato origine al verbo inglese to dope, traducibile nell italiano drogarsi, assumere eccitanti e stimolanti. In dettaglio, «il termine doping ha le sue radici in un dialetto sudafricano ed identifica un liquore stimolante che veniva somministrato nelle cerimonie religiose» i. Il verbo venne inizialmente utilizzato nell ambito delle corse dei cavalli: 3

Agli inizi dell Ottocento to dope in Nord America indicava la pratica del drogare i cavalli da corsa, con preparati a base di tabacco e narcotici, allo scopo di compromettere le prestazioni atletiche degli animali degli avversari o di truccare i concorsi ippici ii. È curioso notare che il primo uso del termine doping è all opposto di quello moderno: alle origini i cavalli venivano drogati per non vincere mentre oggi l assunzione di sostanze chimiche ha lo scopo di migliorare le prestazioni di animali e uomini. Per quanto riguarda l Italia, la prima definizione del termine è relativa al 1962 ed è stata formulata dalla Federazione medico-sportivo italiana che ha definito il doping in questo modo: «assunzione di sostanze dirette ad aumentare artificiosamente le prestazioni in gara del concorrente pregiudicandone la moralità, l integrità psichica e fisica». Nel 1966 il Consiglio di Europa suggerì un altra definizione: «costituisce doping l impiego di qualsiasi sostanza da parte di individui sani al solo scopo di migliorare artificiosamente il rendimento in una competizione» iii. In ogni caso, per una completa e moderna definizione, possiamo attingere alla legge italiana n. 376 del 14 dicembre 2000 denominata Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping : Costituiscono doping la somministrazione o l assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente e farmacologicamente attive e l adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti iv. Si tratta della definizione più valida al momento: le pratiche dopanti infatti, al giorno d oggi non si limitano più all assunzione di farmaci ma si estendono anche a vere e proprie pratiche mediche come l autoemotrasfusione. 4

1.2 Cenni storici e casi eclatanti Il problema doping ha raggiunto ai nostri giorni la dimensione di una vera e propria emergenza. Basti pensare, in tal senso, che addirittura Papa Benedetto XVI ha sentito la necessità di spendere parole sul tema: La Chiesa continui a sostenere lo sport per i giovani, valorizzando appieno anche l attività agonistica nei suoi aspetti positivi come, ad esempio, nella capacità di stimolare la competitività, il coraggio e la tenacia nel perseguire gli obiettivi, evitando, però, ogni tendenza che ne snaturi la natura stessa con il ricorso a pratiche persino dannose per l organismo, come avviene nel caso del doping v. Anche alcuni numeri confermano la grande diffusione dei farmaci dopanti nello sport dei nostri giorni: Un giro d affari pari a seicento milioni di euro, per un mercato che, solo nel nostro Paese, si aggira intorno al mezzo milione di consumatori: una vera e propria emergenza sociale, quella del doping, una pratica che ha radici antiche ma che trova tutt ora terreno fertile vi. In effetti alcuni elementi tipici dello sport del terzo millennio prestano il fianco all uso di sostanze dopanti. Tra questi sicuramente possiamo rintracciare la massiccia irruzione degli sponsor nello sport. La pubblicità ha sicuramente permesso di disporre di notevoli risorse economiche per atleti e società. Tuttavia la sponsorizzazione ha portato ad un esasperazione della competizione sportiva: lo sponsor paga bene finché si vince, finché l atleta è sulla scena mediatica perché vincente. Di qui la continua pretesa di risultati e vittorie, pena il venir meno o la riduzione degli introiti pubblicitari. Oltre all aspetto economico vi è poi una ragione psicologica che ha portato gli atleti odierni a ricorrere a sostanze dopanti. Al giorno d oggi, infatti, i mezzi di comunicazione di massa riservano spesso un eccessiva attenzione ad alcuni avvenimenti sportivi: molti atleti sono così ossessionati da pagelle, classifiche, tabelle, statistiche, scommesse. Messo sotto la lente di ingrandimento e spesso oggetto di una sovraesposizione 5

mediatica, lo sportivo non può, non deve, deludere. Ecco allora il ricorso all aiuto della farmacia. Sponsor e eccessiva enfatizzazione sono tra i principali elementi dello sport moderno che hanno portato il fenomeno doping ad assumere una dimensione imponente. Tuttavia il ricorso ad alcune sostanze per migliorare le proprie prestazioni agonistiche è rintracciabile sin dalle origini dello sport: Cercare di migliorare le proprie prestazioni agonistiche non è un fatto recente. Sin dai tempi dell antica Grecia, durante lo svolgimento dei Giochi Olimpici, era prassi usuale l assunzione da parte dei concorrenti di infusi di erbe e funghi allo scopo di migliorare le proprie performance vii. Il doping nasce, in sostanza, con lo sport. L obiettivo era, infatti, vincere nelle gare il cui esito era segnato dalla vita o morte dei partecipanti. E nella antica Grecia vincere, per i giovani atleti delle prime Olimpiadi, voleva dire denaro, proprietà dello Stato devolute, esenzione dal servizio di leva. Va detto che, spesso, le sostanze adottate nell antichità per alterare le prestazioni fisiche degli atleti non erano realmente e chimicamente efficaci. In ogni caso, però, l effetto placebo poteva portare dei benefici. Si narra, per esempio, che i gladiatori prima di scendere nell arena del Colosseo bevevano una miscela composta dal sudore dei colleghi usciti vincitori negli scontri del giorno precedente e dalla sabbia del terreno di battaglia che aveva raccolto il sangue dei perdenti. Oltre a miscele dal significato puramente magico, nell antichità possiamo però rintracciare esempi di assunzione di sostanze di una certa rilevanza farmacologica: si ha notizia di preparati a base di frutta fermentata a elevato contenuto alcolico, per rendere l atleta euforico e meno timoroso dello scontro, di alimenti preparati con interiora e testicoli di toro dal vago valore anabolizzante e infine di estratti di passiflora e tiglio ad effetto ansiolitico. Il doping tuttavia emerge con chiarezza nell età moderna precisamente sul finire dell Ottocento. Il primo decesso per abuso di farmaci nello sport si ha, infatti, nel 1896 durante la gara ciclistica Bordeaux-Parigi: il gallese Arthur Linton muore a causa di una crisi cardiaca dovuta ad overdose di stimolanti. All inizio del Novecento la pratica del doping sembra prendere piede. Nei giochi Olimpici di Saint Louis del 1904, il vincitore 6

della maratona, l americano Thomas Hicks sviene due volte durante la gara. Per farlo riprendere l allenatore si affida alla farmacia dando origine al primo caso di doping in diretta: Lucas che lo segue in macchina, decide che è il momento di fare qualcosa e (stando al suo stesso racconto) amministra ad Hicks un milligrammo di stricnina mescolata in due chiare d uovo. Hicks riparte ma dopo un altro chilometro e mezzo diventa pallido come uno straccio e il suo allenatore-guru passa la seconda dose: un altro milligrammo di stricnina questa volta sciolta in un bicchiere di buon cognac francese viii. Negli anni 30, inoltre, alcuni ciclisti si dopavano per affrontare i momenti di crisi, usando quella che era considerata una pozione miracolosa, chiamata bomba, a base di stimolanti naturali o artificiali diluiti nella borraccia con vino o acqua. Tuttavia sarà solo con le Olimpiadi di Melbourne del 1956 che si comincia a parlare della pericolosità di certe sostanze dopanti per la salute degli atleti. In effetti gli anni 50 furono caratterizzati da un massiccio uso di sostanze chimiche in primo luogo di testosterone. In quegli anni furono soprattutto gli atleti dell allora Urss e dell Europa dell Est a assumere tali sostanze. Questi paesi, infatti, destinarono grandi risorse alla sperimentazione di nuovi farmaci utilizzando gli atleti come cavie. Per rendere l idea del grande uso di tali farmaci, soprattutto in occasione delle Olimpiadi, basti pensare che le atlete di tali paesi sviluppavano dei tratti mascolini così evidenti che si rendeva necessario, in alcuni casi, il test del dna per accertare che fossero realmente donne. Lo sviluppo del doping in questa fase si legava anche alla situazione politica: nel clima della guerra fredda bisognava vincere e dimostrare che il proprio Stato aveva un sistema in grado di produrre una gioventù migliore. Per anni, nella Repubblica Democratica Tedesca, gli atleti furono obbligati a seguire programmi stilati da medici e scienziati pena una vera e propria emarginazione. Un altra morte per abuso di farmaci è datata 1960: alle Olimpiadi di Roma il ciclista danese Kurt Jensen muore durante la gara dei 100 km a cronometro a squadre per collasso provocato da un overdose di amfetamina. Ma non è finita qui. Il 13 luglio del 7

1967 durante la tredicesima tappa del Tour de France, con un caldo torrido e il temibile Mont Ventoux da scalare, il ciclista inglese Tommy Simpson muore: Non pensava a vincere, quel giorno, Tommy Simpson, ottavo in classifica generale, a oltre 8 minuti da Pingeon. Pensava ad arrivare. L ultima foto mostra una faccia da ragazzino denutrito, il berretto girato all indietro, le sopracciglia aggrottate, la bocca semiaperta, i capelli fradici appiccicati alla fronte e sotto due occhi stralunati e increduli che guardano la sconfitta scendergli incontro da una strada sterrata troppo ripida. La bicicletta non avanza più, il manubrio gira a destra e a sinistra, Tommy stramazza e gli uomini del seguito gli corrono accanto. Per aiutarlo. Non a sopravvivere, ma a risalire in sella. Altri metri, altri zig zag, c è chi lo spinge, ma è già troppo tardi. Tommy Simpson sta morendo e non arriverà mai sulla vetta del Ventoux ix. Simpson morì per collasso cardiocircolatorio dovuto al caldo e alle anfetamine assunte per migliorare la propria prestazione (due confezioni di tale sostanza furono trovate nella tasca posteriore della sua maglia). Nel 1969 un altro caso nel ciclismo: durante il Giro d Italia il ciclista belga Eddy Merckx, in maglia rosa, viene squalificato dopo un controllo antidoping, effettuato dopo la tappa Parma-Savona, a cui risulta positivo. Il belga nega tutto: Quando la mattina del 2 giugno del 1969 viene annunciata la sua positività anche alle controanalisi dell antidoping il telecronista della RAI, Sergio Zavoli, piazza il suo microfono sotto la bocca di Merckx, nella sua camera di hotel ad Albisola. La domanda fa rabbrividire chi ascolta: Signor Merckx, lei ha sempre sostenuto di non essersi mai sottoposto a doping. Cosa può dirci ora che è stata riconfermata la sua positività anche alle controanalisi? Piagnucolando e con una smorfia di sgomento dipinta sul volto, il Lupo, ora Agnello, risponde che...lui non ha preso niente e non sa cosa dire x. 8

Appena un anno prima nel 1968 alle Olimpiadi di Città del Messico, il Comitato Internazionale Olimpico istituisce la pratica dei controlli antidoping e stila un elenco di sostanze proibite. Nel 1988 un altro caso clamoroso. Alle Olimpiadi di Seul il canadese Ben Johnson vince la gara dei 100 metri stabilendo anche il nuovo record del mondo (9 79). Alcuni giorni dopo, tuttavia, nei campioni di urina di Johnson venne rilevata la presenza di steroidi ed egli venne quindi squalificato. Il canadese dovrà restituire la medaglia d oro e vedrà annullato il suo record del mondo. In seguito Johnson farà esplicita ammissione di aver assunto sostanze dopanti. Il fenomeno doping, in base a questo breve excursus storico sembra appannaggio di due soli sport: il ciclismo e l atletica. A smentire questo riduzionismo c è la figura dell allenatore Zdenek Zeman, che nel luglio del 1998, lanciò delle pesanti accuse: «Il calcio è finito in farmacia. Nel nostro ambiente girano troppi farmaci». In seguito alle dichiarazioni di Zeman, il pm torinese Raffaele Guariniello avviò un processo in cui furono coinvolti il dirigente della Juventus, Antonio Giraudo, ed il medico sociale, Riccardo Agricola. Il processo, chiuso nel 2007 con la sentenza della Corte di Cassazione, ha confermato l assoluzione pronunciata in Appello, per i due imputati dalle accuse legate al doping. Tuttavia la Suprema Corte ha annullato la sentenza di assoluzione, sempre pronunciata dalla Corte d Appello, circa l abuso di farmaci, in quanto i giudici dei due gradi precedenti non avevano tenuto conto di alcuni particolari. Per la Cassazione sarebbe stato opportuno fare un nuovo processo, mai istruito a causa della prescrizione, basato solo sull accusa di abuso di farmaci. Nel 2005, una sentenza del TAS di Losanna (il Tribunale Arbitrale Sportivo internazionale) scagionò la società bianconera dalle accuse di doping, affermando che i medicinali presi in quegli anni erano leciti. Per questo non potevano essere revocati i trofei vinti dalla Juventus in quel periodo. In ogni caso le ombre del doping avevano travolto anche il calcio dominato ormai dalla necessità di vincere: A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più un industria e sempre meno un gioco xi. 9

Sempre nel 1998, nel ciclismo il team Festina viene espulso dal Tour de France dopo che in una delle ammiraglie vengono trovate sostanze proibite. Il capitano della squadra, il francese Richard Virenque ammette di aver usato sostanze stupefacenti e viene squalificato per sei mesi. L anno dopo al Giro d Italia la maglia rosa, Marco Pantani, viene fermato prima della partenza della tappa di Madonna di Campiglio. In base ai controlli effettuati il giorno precedente, nel sangue del Pirata risultò un livello di globuli rossi superiore al consentito. Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu, infatti, del 52%, oltre il margine di tolleranza dell 1% rispetto al valore massimo consentito dai regolamenti pari al 50%. Va precisato comunque che la vicenda del campione di Cesenatico non è assimilabile al doping: Pantani non risultò mai positivo ai controlli antidoping anche se venne fermato in base ai regolamenti sportivi. A dimostrazione di ciò si può prendere in considerazione la squalifica inflitta al ciclista: soli 15 giorni. Sempre nel 1999 viene squalificato per doping il centometrista britannico e campione olimpico a Barcellona 1992 Linford Christie. Ed è proprio nel 1999 che nacque a Losanna l attuale organo del CIO che regolamenta l attività antidoping cioè la Wada (World Anti Doping Agency). Ogni anno la Wada redige la lista delle sostanze dopanti e delle metodiche proibite a cui ogni comitato olimpico nazionale deve sottostare. Nel 2000, anno in cui viene approvata in Italia la prima legge dedicata al doping, risulta positivo al nandrolone l americano C.J. Hunter campione del mondo di lancio del peso e marito della centometrista Marion Jones. Anche alle Olimpiadi di Atene 2004 il doping si è fatto sentire. Alla vigilia della manifestazione il velocista greco Kostas Kenteris e la sua compagna di allenamenti Ekaterini Thanou finsero un incidente stradale per sottrarsi ad un controllo antidoping. Poco dopo la chiusura delle Olimpiadi, Marion Jones e il suo nuovo compagno il centometrista Tim Montgomery, squalificato nel 2005, furono accusati di utilizzare sostanze illecite. La confessione della Jones arrivò poi nel 2007. Il nostro breve percorso storico ci ha ormai portato ai nostri giorni con i noti scandali, ancora nel ciclismo. Nel 2006 è stata la volta della famosa Operación Puerto con la denuncia del medico spagnolo Eufemiano Fuentes che, insieme al dirigente sportivo Manolo Sainz, è accusato di essere a capo di un organizzazione dedita alla vendita di 10

sostanze proibite come l Epo, Gh e anabolizzanti e alla pratica dell emotrasfusione. L Operación Puerto è stata un vero terremoto per lo sport delle due ruote: Sul ciclismo ha avuto l effetto di una tangentopoli, anche se a pagare sono stati solo Ivan Basso (2 anni), Michele Scarponi (18 mesi) e Jorg Jaksche (un anno), più Jan Ullrich che si è ritirato xii. I ciclisti coinvolti tra cui anche Alejandro Valverde, Tyler Hamilton, David Extebarria sono numerosi. Inoltre va sottolineato che questo scandalo non ha riguardato solo il ciclismo: Da questa indagine non sono emersi solo nomi di ciclisti (come la maggior parte della stampa ha voluto far credere), ma che in realtà si parla anche di calciatori spagnoli, giocatori di pallamano, tennisti ed automobilisti, i cui nomi però sono rimasti nell'oscurità xiii. Nel 2008 è stata la volta degli scandali connessi al Cera, l Epo di terza generazione. Al Tour de France del 2008 il modenese Riccardo Riccò, che aveva vinto due tappe di montagna, è stato squalificato a seguito della positività ad un controllo. Anche Emanuele Sella in un controllo a sorpresa realizzato a luglio 2008 è risultato positivo al Cera. Ad ottobre furono, invece, rese note le positività sempre relative al Tour 2008 di Leonardo Piepoli, Stefan Schumacher e del terzo classificato in classifica generale Bernhard Kohl. Nel 2009 infine è toccato a Davide Rebellin e Danilo Di Luca. Il primo si è visto revocare la medaglia d argento a Pechino 2008 dopo essere risultato positivo, insieme ad altri cinque atleti, ad ulteriori test disposti sui campioni di sangue prelevati alle Olimpiadi: Tra il 27 luglio e il 24 agosto, i medici del Cio hanno fatto 4770 controlli, di cui 3801 sulle urine (817 specifici per l Epo) 969 sul sangue di cui (471 per l ormone della crescita). Da subito il bilancio di tanto sforzo apparve preoccupante: quaranta atleti positivi nella fase preparatoria, e nove durante i Giochi. Ma era provvisorio. Come del resto rimane oggi: «Continueremo a cercare». I sei casi di 11

Cera sono stati scoperti rianalizzando i campioni con la stessa tecnologia utilizzata a sorpresa all ultimo Tour de France (quello in cui vennero trovati positivi, tra gli altri, gli italiani Riccò e Sella). A Pechino quella tecnologia non c era xiv. Di Luca invece, dopo aver chiuso il Giro d Italia 2009 in seconda posizione, a luglio è stato dichiarato positivo al Cera con riferimento a controlli effettuati durante la corsa rosa. L ultima rivelazione shock spetta però ad André Agassi. L ex tennista statunitense ha ultimamente ammesso di essere stato dipendente dalle anfetamine e di essere risultato positivo ad alcuni controlli nel 1997. Lo statunitense ha rivelato di aver mentito alle autorità sportive per evitare una sospensione per doping sostenendo di aver bevuto per errore una vodka nella quale un suo collaboratore aveva versato la sostanza. E ovviamente l elenco, già non esaustivo, è destinato purtroppo ad allungarsi. 1.3 Le principali sostanze dopanti Nell economia del lavoro è utile anche accennare alla classificazione delle principali sostanze dopanti che possono essere così suddivise: stimolanti, narcotici, anabolizzanti, diuretici, ormoni peptidici. Ma il doping al giorno d oggi non si limita più all assunzione di farmaci in quanto prevede anche delle pratiche mediche come, per esempio, l autoemotrasfusione. Come agiscono i diversi tipi di sostanze? Quali vantaggi danno all atleta? Quali rischi per la salute comportano? Vediamo di rispondere a queste domande per ogni classe di sostanze dopanti. a) Stimolanti In questa categoria rientrano sostanze come l anfetamina, l efedrina, la cocaina, la caffeina, l amifenazolo, il mesocarbo. Gli stimolanti comportano un aumento dell attenzione, della concentrazione, dell aggressività e delle resistenza alla sforzo. Tuttavia tali sostanze possono determinare aritmie cardiache (causa di morte negli atleti per scompenso cardiaco) e nel lungo periodo disturbi neurologici. Inoltre gli stimolanti possono causare depressione e disturbi cardiocircolatori. b) Narcotici 12

Sono narcotici la morfina, la diamorfina, il metadone, la buprenorfina, la petidina e la pentazocina. Sostanzialmente i narcotici vengono utilizzati per consentire ad un atleta infortunato di gareggiare. Tali sostanze, infatti, agiscono sul sistema nervoso aumentando la tollerabilità al dolore o eliminandone la sensazione. Tuttavia i narcotici possono portare depressione della funzione respiratoria, dipendenza e riduzione della capacità di concentrazione. c) Anabolizzanti Gli anabolizzanti, a cui appartengono il nandrolone e il metenolone, sono sostanze con azione biologica simile a quella esercitata dal testosterone, l ormone sessuale tipicamente maschile, da cui derivano. Tali sostanze, infatti, favoriscono l insieme dei processi costruttivi che portano alla formazione di nuovi tessuti, sviluppano la massa muscolare, permettono di aumentare la forza e l aggressività e stimolano la sintesi dei globuli rossi. Il termine anabolizzanti si riferisce, dunque, alla loro capacità di accelerare i fenomeni anabolici, dati dall insieme dei processi di sintesi di proteine, carboidrati, lipidi e costituenti cellulari in genere. Gli anabolizzanti vengono utilizzati soprattutto negli sport di potenza come gare di atletica brevi e di velocità, sollevamento pesi, lotta ecc. In parte sono utilizzati anche negli sport misti, come calcio e rugby, in cui occorre sia una buona forza che una discreta resistenza. L uso di anabolizzanti è invece ridotto negli sport aerobici come podismo e ciclismo in quanto uno sviluppo eccessivo della massa muscolare sarebbe controproducente a causa dell aumentato peso corporeo. Nell uomo, l assunzione di ormoni maschili assunti dall esterno inibisce la sintesi di testosterone nell organismo e nel lungo periodo può portare alla sterilità. Nelle donne, invece, le maggiori controindicazioni sono dovute ad evidenti fenomeni di virilizzazione. Per questo la ricerca farmacologica cerca sempre più di produrre sostanze anabolizzanti dai limitati effetti androgeni. Inoltre in ambedue i sessi gli anabolizzanti possono creare problemi al fegato (fino allo sviluppo del tumore) e rendere i tendini più fragili. d) Diuretici Queste sostanze non comportano un reale miglioramento delle prestazioni ma sono comunque utilizzate in ambito sportivo per due motivi. In primo luogo, i diuretici vengono adoperati negli sport in cui sono previste differenti categorie di peso come il pugilato e la lotta. Tali sostanze, infatti, favorendo l emissione di urina permettono agli 13

atleti di dimagrire rapidamente in modo da poter gareggiare in una categoria di peso più bassa sfruttando però una struttura fisica tipica della classe superiore. Inoltre, i diuretici permettono di mascherare negli esami antidoping le presenza di farmaci dopanti o di far rientrare la presenza di questi farmaci nei parametri consentiti: i diuretici diluiscono le urine abbassando la concentrazione di sostanze proibite già assimilate. Tra gli effetti collaterali di questa classe di farmaci vanno ricordati il rischio di disidratazione, l insufficienza della funzione renale e le aritmie cardiache. e) Ormoni proteici e sostanze correlate Gli ormoni sono sostanze naturali che fungono da messaggeri all interno dell organismo e possono stimolare la produzione di altre sostanze da parte di organi bersaglio. In particolare gli ormoni regolano il metabolismo e/o l attività di tessuti ed organi dell organismo stesso. All interno di questa classe rientrano sostanze diverse di cui le principali, nell ottica delle sostanze dopanti, sono l Eritropoietina (Epo) e l ormone della crescita. L Eritropoietina (Epo) è un ormone secreto dal rene che stimola la produzione di globuli rossi nel midollo osseo. I globuli rossi a loro volta sono preposti al trasporto di ossigeno dai polmoni ai tessuti. In ambito medico l Epo è utile nelle cura delle anemie di pazienti in dialisi o privi di un rene. In ambito sportivo, invece, l Eritropoietina è utilizzata perché aumenta la disponibilità di ossigeno nei tessuti muscolari. Per tale motivo questa sostanza è utilizzata soprattutto negli sport che richiedono uno sforzo prolungato come, ad esempio, il ciclismo. L Epo, sintetizzata con tecniche di ingegneria genetica a partire dagli anni Ottanta, presenta però dei pesanti effetti collaterali: se il sangue si arricchisce di globuli rossi diventa più denso sovraccaricando di lavoro il cuore e portando al rischio di trombosi o insufficienza cardiaca. L eritropoietina è stata utilizzata dagli atleti a partire dai primi anni Novanta ma le tecnologie antidoping ne hanno permesso la rintracciabilità solo dall Olimpiade di Sydney 2000. L Epo è, dunque, una sostanza superata in quanto rilevabile negli attuali controlli antidoping. Per questo gli atleti hanno iniziato a utilizzare l evoluzione dell Epo: nel 2007 il ciclista danese Michael Rasmussen fu costretto al ritiro dal Tour de France quando era in maglia gialla dopo essere risultato non negativo al Dynepo, l Epo di seconda generazione. Ma al giorno d oggi a dominare è la Cera, vale a dire l Eritropoietina di terza generazione, utilizzata in ambito medico dal 2007. Si tratta di una molecola di eritropoietina a cui è aggiunta una lunga catena proteica che porta il suo 14

peso ad essere quasi il doppio della molecola standard. Per questo l effetto della Cera è più duraturo di quello dell Epo: Questo è proprio il segreto del nuovo prodotto che ha attirato l attenzione degli sportivi: basta l iniezione con una siringa da insulina per essere coperti per lungo tempo, e quindi non è necessario fare migliaia unità di Epo in continuazione, con il rischio di dover portare in giro le fiale di eritropoietina. La Cera potremmo descriverla come un prodotto a lento rilascio di Epo: quindi maggiore ossigenazione, più globuli rossi, ma in un lasso temporale più ampio. Senza i picchi tipici della somministrazione esterna di Epo, che mette a rischio gli atleti per l aumento dei valori di ematocrito ed emoglobina xv. Alle Olimpiadi del 2008 sono stati cinque i casi accertati di positività al Cera tra cui Rashid Ramzi (aveva vinto la medaglia d oro nei 1500 metri), Davide Rebellin (aveva vinto l argento nella prova in linea di ciclismo) e Athanasia Tsoumeleka (oro nelle 20 km di marcia ad Atene 2004). L ormone della crescita (Growth Hormone, Gh) o somatotropina viene, invece, usato in alternativa agli anabolizzanti in quanto si crede che abbia effetti simili ad essi. Molti sportivi sono indotti a pensare che l ormone Gh aumenti la massa muscolare e potenzi l effetto degli anabolizzanti ma, in realtà, alcuni studi hanno dimostrato che il Gh ha tali effetti solo in soggetti con deficit di produzione endogena dell ormone. In compenso la sua assunzione può causare diabete, deformazioni ossee, cardiopatie, tumori e disturbi della tiroide. f) Beta-bloccanti Questi farmaci sono usati per il loro effetto antistress e per placare stati d ansia ma possono provocare disturbi respiratori, coma ipoglicemico e gravi disturbi cardiaci. I betabloccanti possono essere sono usati in sport di precisione, come il golf, per ridurre il tremore delle mani xvi. g) Metodi Doping non vuol dire oggi solo assunzione di sostanze proibite. Rientrano infatti in questo fenomeno anche delle procedure, come il doping ematico e le manipolazioni chimiche e fisiche dei campioni di urina. 15

Il doping ematico consiste nel somministrare ad un atleta sangue, eritrociti, trasportatori artificiali di ossigeno e relativi prodotti emoderivati. L obiettivo è innalzare il numero di globuli rossi nel sangue. Nel caso dell autoemotrasfusione, un mese prima della gara all atleta vengono prelevati in media 700-900 ml di sangue, che vengono poi conservati e rimessi in circolo uno o due giorni prima dell impegno agonistico. In seguito alla trasfusione, si verifica un repentino miglioramento della capacità aerobica e della prestazione negli sport di resistenza (ciclismo, maratona, nuoto di durata, triathlon, sci nordico ecc.). L autoemotrasfusione non apporta, invece, benefici significativi agli atleti delle discipline anaerobiche (sollevamento pesi, gare di salto e di sprint, lancio del peso, ecc). I rischi del doping ematico sono simili a quelli dell assunzione di Epo: trombosi e disturbi vascolari. Infine le manipolazioni farmacologiche, chimiche o fisiche. In questa categoria si inseriscono tutte quelle sostanze e quei metodi finalizzati ad alterare l integrità dei campioni di urina prelevati nei controlli antidoping: Le manipolazioni vanno dallo scambio dei campioni di urina alla diluizione con altri liquidi, fino all inserimento nella vescica, tramite catetere, dell urina altrui xvii. Inoltre rientra nell ambito delle manipolazioni l uso di tutte quelle sostanze che modificano densità e ph dell urina. Occorre sottolineare che la riuscita o il fallimento della manipolazione non influisce in alcun modo: affinché l azione costituisca reato di doping è sufficiente che le sostanze o le pratiche finalizzate alla manipolazione dei campioni prelevati siano state utilizzate o che si sia cercato di farvi ricorso. 1.4 Cenni legislativi a) Ambito penale Nel 1989 gli Stati membri del Consiglio d Europa hanno stipulato la Convenzione antidoping. L articolo 1 del documento stabilisce che «nell intento di ridurre, e in seguito eliminare, la pratica doping nello sport, le Parti si impegnano ad adottare, entro i limiti delle loro rispettive costituzioni nazionali, i provvedimenti necessari per l applicazione delle disposizioni della presente Convenzione» xviii. L Italia ha recepito 16

tali disposizioni approvando nel 2000 le legge n. 376 denominata Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping. La legge 376/2000 ha l obiettivo di contrastare l uso di sostanze dopanti nello sport e di salvaguardare la salute degli atleti come è evidente dal primo comma dell art. 1: L attività sportiva è diretta alla promozione della salute individuale e collettiva e [ ] non può essere svolta con l ausilio di tecniche, metodologie o sostanze di qualsiasi natura che possano mettere in pericolo l integrità psicofisica degli atleti xix. La legge considera doping sia l assunzione di sostanze dopanti, sia il ricorso a pratiche mediche vietate, sia ogni procedura che miri a modificare i risultati dei controlli. La normativa prevede la possibilità, per l atleta affetto da patologie documentate, di poter assumere, nelle dosi specifiche per la cura, sostanze considerate dopanti. In tal caso all atleta è consentito partecipare a competizioni sportive purché da ciò non derivi alcun pericolo alla sua salute psicofisica. Il legislatore ha poi previsto, nell articolo 3, la costituzione della Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive. Tale Commissione è composta da numerose figure: rappresentanti di vari enti come Ministero della Salute, Coni, Istituto di Sanità ma anche di atleti, allenatori e medici. Uno dei compiti più importanti della Commissione è quello di predisporre, e revisionare, la lista delle sostanze dopanti suddivisa in classi. La lista viene stilata nel rispetto delle disposizioni della Convenzione di Strasburgo e delle indicazioni del Cio e degli organismi sportivi internazionali preposti al settore sportivo. Tra questi, essenziale è la lista di rifermento internazionale elaborata ogni anno dalla Wada (World Anti- Doping Agency) che dai primi anni Duemila ha sostituito il Cio nell elaborazione di tale elenco (l ultima lista del Cio è del 2001, la prima della Wada del 2004). Sempre seguendo le indicazioni del Cio e di altri organismi competenti la Commissione determina anche le metodologie dei controlli antidoping. Inoltre la Commissione realizza i controlli, avvalendosi di laboratori convenzionati con il Cio, dopo aver selezionato le competizioni in cui realizzare tali esami. 17

L aspetto più importante della legge è però sicuramente quello di considerare il doping come un reato penale: l articolo 9 prevede, infatti, la reclusione da tre mesi a tre anni, oltre a sanzioni pecuniarie, per «chiunque procura ad altri, somministra, assume o favorisce [ ] l utilizzo di farmaci o sostanze [ ] che non siano giustificati da condizioni patologiche [ ] al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, ovvero siano diretti a modificare i risultati dei controlli sull uso di tali farmaci e sostanze». Stessa pena è comminata a chi adotta o si sottopone a pratiche mediche vietate in assenza di condizioni patologiche che le giustifichino. La pena è aumentata se dal fatto deriva un danno per la salute e se il fatto è commesso nei confronti di un minore. Inoltre è prevista un aggravante anche se il responsabile è un componente del Coni o di una federazione, società o ente riconosciuto dal Comitato Olimpico Italiano. Chi commercia sostanze dopanti clandestinamente è invece punito con la reclusione da due a sei anni e con sanzioni pecuniarie. Le legge stabilisce anche che le confezioni dei farmaci che contengono sostanze inserite nella lista di quelle dopanti riportino sull involucro un apposito simbolo. Dal punto di vista penale la legge parla chiaro. Dal punto di vista sportivodisciplinare la normativa demanda alle federazioni sportive nazionali la possibilità di «stabilire sanzioni disciplinari» per la somministrazione o assunzione di sostanze dopanti e per l adozione o sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche. b) Giustizia sportiva Nell ambito della giustizia sportiva, invece, gli enti interessati sono, la Wada, il Cio le Federazioni internazionali e nazionali, ed i comitati olimpici di ogni paese. In Italia, il Coni ha adottato il Codice Mondiale Antidoping Wada. Per questo il Comitato Olimpico Italiano è stato riconosciuto dall Agenzia mondiale come l Organizzazione antidoping nazionale (Nado). Il Codice Wada rappresenta il documento fondamentale ed universale su cui si basa il programma mondiale antidoping. Esso armonizza regole e procedure che in precedenza variavano a seconda del paese e della disciplina sportiva. Il Coni adotta ed attua politiche e regolamenti che siano conformi al Codice mondiale Wada ed esige che le Federazioni nazionali associate facciano altrettanto. Bisogna sottolineare che le Norme Sportive Antidoping che discendono dal Codice Wada non 18

sono subordinate né vincolate ai requisiti e ai criteri giuridici vigenti in materia di procedura penale. Il Coni ha dunque costituto: 1) Il Comitato per i controlli antidoping, che provvede all esecuzione dei controlli (in Italia i controlli possono essere disposti anche dalla Commissione della legge 376/2000) 2) Il Comitato per l esenzione a fini terapeutici 3) L Ufficio di Procura Antidoping, organismo inquirente che gestisce tutti gli atti per l accertamento delle responsabilità di quei soggetti che si presume abbiano violato le Norme Sportive Antidoping. Al termine dell indagine, l UPA dispone il deferimento dell incolpato o richiede l archiviazione del procedimento al competente Organismo giudicante. 4) Il Tribunale Nazionale Antidoping, organismo indipendente di giustizia che giudica in materia di violazione delle Norme Sportive Antidoping. Il TNA emette una sentenza di primo e unico grado se la violazione risulta da esami disposti dal Comitato per i controlli antidoping del Coni. Se invece l atleta risulta positivo a controlli disposti dalla Commissione istituita con la legge 376/2000 il TNA giudica in secondo grado. Dopo la sentenza del TNA, è possibile fare ricorso solo al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna (TAS). Il codice Wada ha previsto che l uso di sostanze vietate e metodi proibiti o il possesso di sostanze vietate determina, alla prima violazione, due anni di squalifica e alla seconda violazione una squalifica a vita. Anche per altre violazioni come il rifiuto di sottoporsi al prelievo del campione biologico o qualsiasi tentativo di manomissione di una fase del controllo antidoping è prevista la squalifica per due anni in caso di prima violazione e squalifica a vita in caso di seconda violazione. Per il traffico, la cessione o la somministrazione, o suo tentativo, di sostanze vietate o di metodi proibiti, il periodo di squalifica invece va da un minimo di quattro anni fino alla squalifica a vita. In sintesi, nella giustizia sportiva la bussola di rifermento è il Codice Wada che stabilisce procedure dei controlli, sanzioni, sostanze proibite ecc. Al Coni e alle singole Federazioni spetta il compito di attuare concretamente la lotta al doping seguendo le indicazioni del Codice mondiale. 19

1.5 Le difficoltà dei controlli antidoping Al giorno d oggi, come dimostrano le cronache sportive, sono molti gli atleti trovati positivi agli esami antidoping. Questo è un segno che i controlli hanno raggiunto un buon livello. Nonostante ciò non mancano le difficoltà nell attuare dei seri ed efficaci test antidoping. Il primo problema è l eterogeneità del doping. In altre parole a seconda della tipologia di sport (resistenza, potenza, concentrazione, abilità) si utilizzano diverse sostanze dopanti. Per esempio è improbabile che un maratoneta utilizzi anabolizzanti e che un sollevatore di pesi assuma l Epo. Spesso, però, i pannelli antidoping adottati dalle diverse Federazioni sportive sono ambigui e incompleti. Per garantire l efficacia dei test «i pannelli antidoping non dovrebbero quindi essere universalizzati, ma contestualizzati nello specifico ambito delle diverse federazioni, mirati all identificazione di pratiche illecite in grado di promuovere vantaggi concreti nel singolo» xx. Altre difficoltà sono collegate a variabili spazio-temporali. La scelta del luogo in cui eseguire i controlli è importante. Non basta eseguire i test durante le competizioni. Per un efficacia completa occorre prevedere controlli a sorpresa nei luoghi di allenamento abituale o di residenza dell atleta. Ancora più importante è la variabile temporale in quanto ogni sostanza dopante ha dei tempi diversi di azione. Occorre quindi una conoscenza approfondita dei farmaci per non rendere vani i controlli: Le sostanze eritrostimolanti producono effetti ritardati (un aumento significativo della massa eritrocitaria si manifesta dopo 48-72 ore dall assunzione) e protratti (l effetti può durare anche due o tre mesi). Per tale motivo, controlli volti ad identificare la positività di atleti per sostanze eritrostimolanti durante le competizioni hanno scarsa probabilità di riuscita, mentre troverebbero idonea collocazione in periodi precedenti l inizio della stagione agonistica. Al contrario, l effetto di altre sostanze illecite, tra le quali le amfetamine, è breve ed immediato. Pertanto, esse andrebbero ricercate nel contesto agonistico, non al di fuori dello stesso, ove la probabilità di assunzione da parte dell atleta è trascurabile xxi. 20

Altre difficoltà riguardano la continua evoluzione delle sostanze dopanti. Nonostante il progresso della strumentazione e delle tecniche analitiche utilizzate nei controlli, a volte, il feedback tra nuovi farmaci dopanti e metodi di laboratorio in grado di smascherarli non è immediato. Ciò si rende evidente in maniera limpida dinanzi all eventualità del doping genetico, cioè della possibilità di modificare geneticamente gli atleti per migliorarne le prestazioni. Scovare queste pratiche dopanti, che in un futuro prossimo potrebbero divenire realtà, non sarà facile in quanto si renderebbero necessarie costose, complesse e non facilmente disponibili tecniche di biologia molecolare. Insomma, una vera sfida tra doping e controlli. Infine i test antidoping presentano delle difficoltà connesse alle attrezzature. Spesso i controlli hanno origine sul campo di gara utilizzando delle strumentazioni che devono possedere requisiti di facile mobilità e trasferibilità. Inoltre in alcuni casi i test richiedono l espletamento degli esami in tempi brevi dal prelievo. In sostanza, spesso si opera in condizioni complesse. Tuttavia, affinché in controlli siano efficaci, occorre che anche in questi casi le apparecchiature utilizzate e le procedure seguite rispettino gli standard di qualità assicurati nelle strutture fisse di medicina sportiva. 21

2. IL PROBLEMA DOPING NELLA STAMPA ITALIANA: IL CASO DELLA GAZZETTA DELLO SPORT Lo scopo di questo secondo capitolo è testare quanto spazio ha il fenomeno doping sulla stampa italiana. Il punto di partenza dell analisi è puramente quantitativo: rilevare quanti articoli sono stati scritti relativi al problema doping. Successivamente però in base alla rilevazione sono state fatte delle riflessioni e analisi. La ricerca è stata condotta prendendo come quotidiano di riferimento La Gazzetta dello Sport, il più importante giornale sportivo italiano fondato nel 1896. 2.1 Nota metodologica Sempre per ragioni di utilità la rilevazione dei pezzi riguardanti il doping è stata condotta in un arco di tempo limitato: luglio, agosto, settembre 2009. Un trimestre è comunque un lasso di tempo sufficientemente lungo per far emergere tendenze e spunti di riflessione. Inoltre i tre mesi oggetto della ricerca non sono stati presi a caso ma sono il frutto di una scelta precisa. Nel trimestre estivo, infatti, si sono concentrati una serie di eventi sportivi di alto livello, un banco di prova eccellente per il discorso sul doping. Per non essere generici, ecco alcune manifestazioni sportive svoltesi completamente, o parzialmente, nel periodo preso in esame: Luglio: fase finale torneo di Wimbledon, fasi finali Giochi del Mediterraneo Pescara 2009, Tour de France, Europei di scherma, Mondiali di Nuoto Roma 2009. Agosto: Mondiali di Atletica Berlino 2009, Europeo calcio femminile, Mondiali di canottaggio, Mondiali di Judo, turni preliminari di Europa League e Champions League, turni di Coppa Italia di Calcio, inizio campionati calcio. Settembre: Mondiali di Boxe Milano 2009, Vuelta (Giro di Spagna), Europei pallavolo maschile Turchia 2009, Europei pallacanestro maschile Polonia 2009, Mondiali di ciclismo su strada Mendrisio 2009, Mondiali Baseball Italia 2009. Un giornale punto di riferimento della stampa sportiva italiana e tutti questi eventi sportivi rendono, dunque, attendibile la ricerca. Gli articoli relativi al vasto problema del doping sono stati rilevati e poi classificati secondo alcuni criteri. Gli elementi riportati per ogni articolo sono: data, titolo (in 22

grassetto), occhiello (in corsivo prima del titolo), sommario (in corsivo dopo il titolo), sport di riferimento, pagina. Inoltre per rendere conto di quanta importanza sia stata attribuita all articolo nella costruzione del giornale si è scelto di rilevare anche se l articolo è firmato (importante), siglato (mediamente importante) o anonimo (poco importante). Infine per avere a disposizione un altro elemento di valutazione dell importanza attribuita al pezzo si è rilevato la posizione in pagina: taglio alto (importante), taglio medio (mediamente importante), taglio basso (poco importante). 2.2 Rilevazione articoli 01/07 Cocaina e doping Bufera nella Quick Step Boonen ancora sospeso E Sinkewitz attacca ciclismo pag. 24 non firmato taglio basso. 02/07 Boonen Oggi la decisione sul ricorso ciclismo pag. 28 non firmato taglio basso. Doping Nel 2007 l olandese era alla Rabobank Smascherato 2 anni dopo: Epo Dekker a casa Per i valori sospetti del suo passaporto biologico, l Uci ha ordinato nuovi test Lo sostituisce il neo-sposo Wegelius ciclismo pag. 29 firmato taglio alto. Come funziona l antidoping in Francia Favoriti o sospetti: sotto esame una cinquantina di corridori ciclismo pag. 29 non firmato taglio basso. 03/07 Retroscena Un test sospetto Il caso Gusev può diventare arma di ricatto dei kazaki Il Tas: l Astana licenziò il russo, paghi 650 mila euro di danni ciclismo - pag. 24 firmato taglio medio. Lhotollerie positivo all olio di geranio ciclismo pag. 25 non firmato taglio medio. 23

04/07 Dopo la positività per cocaina Boonen in extremis ci sarà ciclismo pag. 27 non firmato taglio medio. Ghiaccio Doping: Pechstein stop di due anni sport invernali (pattinaggio sul ghiaccio) pag. 33 non firmato taglio medio. 05/07 Baseball Ramirez torna baseball pag. 33 non firmato taglio medio. Ciclismo Marioli positivo ciclismo pag. 33 non firmato taglio basso. 08/07 Giochi 2008 Schumacher resta positivo ciclismo pag. 25 non firmato taglio basso. Elisabetta grazia Vera regina col trainer del suo cavallo dopato ippica pag. 26 non firmato taglio basso. Doping/Ghiaccio Pechstein: squalifica poco chiara sport invernali (pattinaggio sul ghiaccio) pag. 33 siglato taglio basso. 09/07 Pechino 2008 Caso Rebellin: trovato il Cera anche nelle controanalisi ciclismo - pag. 24 non firmato taglio alto. 10/07 Squalifica per coca Carrozzieri confermati 2 anni calcio pag. 15 siglato taglio medio. 24

Menchov Ma che fine ha fatto il re del Giro? Il russo in ritardo anche ieri: ora è 64 a 4 54 Prima del Tour, ascoltato sul doping a Vienna ciclismo pag. 24 firmato taglio alto. 12/07 All antidoping è parità tra Armstrong e Contador Tre controlli a testa in meno di 36 ore. Lance: «Comincio a interrogarmi» - ciclismo pag. 22 firmato taglio basso. 14/07 Doping La procura diretta da Torri non aveva mai chiesto una sanzione così dura Il Coni: «Squalificate a vita Da Ros» Il ventiduenne friulano era stato arrestato a marzo nell inchiesta dei Nas sullo spaccio di sostanze proibite - ciclismo pag. 25 firmato taglio basso. Doping il caso Bordry accusa i controllori Uci: «Compiacenti» - ciclismo pag. 24 non firmato taglio medio. Ginnastica Doping: Van Gelder positivo alla cocaina ginnastica pag. 33 non firmato taglio medio. 16/07 Baldini, rinascita d oro Finalmente sorridi L azzurro escluso dai Giochi per doping e poi riabilitato trionfa nel fioretto: «Niente rivincite, questo successo è solo gioia» - scherma pag. 31 firmato taglio alto. Lotta al doping Passaporto Cavic nuoto pag. 27 non firmato taglio medio. Tennis Solo due mesi e mezzi per cocaina Gasquet che sconto Può già giocare tennis pag. 33 - non firmato taglio alto. 17/07 25

A Padova L indagine della procura nasce dalla collaborazione di Emanuele Sella «Via col doping»: un arresto, 30 denunciati In manette l ex pro serbo Nikacevic Tra gli indagati anche Rebellin ciclismo pag. 29 firmato taglio basso. Tennis: l esperto «Cocaina via bacio? Possibile» - tennis pag. 33 non firmato taglio basso. 18/07 Bufera Mentre l inchiesta «Via col doping» continua a tenere vivo l interesse Altri due positivi in Spagna Landaluze e Serrano fermati per il Cera. Rebellin davanti al Cio il 27 ciclismo pag. 25 firmato taglio basso. E Armstrong si arrabbia con la ministra Bachelot insiste sul ritardo a un controllo. Lance: «Ridicolo» - ciclismo pag. 25 firmato taglio alto. 20/07 Adlington dura «I nuovi costumi come il doping» La britannica: «Io non li userò, preferisco perdere» Maraculescu della Fina: «Potremmo tornare al tessuto» nuoto pag. 28 firmato taglio alto. 21/07 Il giorno di riposo Test antidoping in casa Astana ciclismo pag. 23 non firmato - taglio medio. 22/07 Dalla polizia Camion perquisito Trovato olio d oliva ciclismo pag. 21 siglato taglio medio. 23/07 Il caso Sangue al Cera in due controlli Di Luca choc doping al Giro «Il test non è sicuro, ma smetto se sarà confermato» - ciclismo pag. 1 (annuncio servizi interni) firmato - taglio alto. 26