Progetto NURSING RISK MANAGEMENT Relazione Finale



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Progetto NURSING RISK MANAGEMENT Relazione Finale Responsabile scientifico: Segreteria scientifica: Segreteria organizzativa: Partner: Gennaro Rocco Gabriella Angeloni Marco Ceci Giuseppe Esposito Maurizio Fiorda Maurizio Musolino, Adriana Pignatelli Marco Romani, Carlo Turci Simonetta Bartolucci Maurizio Fiorda PRAGMA Consulenza & Formazione INDICE 1. ABSTRACT 2. BACKGROUND 3. METODOLOGIA 4. OBIETTIVI DI PROGETTO 5. LA FORMAZIONE 5.1. IL FRAME 5.2. IL PROGRAMMA 5.3. I RELATORI 5.4. GLI INTERVENTI 5.5. I RISULTATI 6. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

1. ABSTRACT L aumento delle aspettative di salute, il ruolo più attivo dei pazienti meno disposti ad accettare l'errore del professionista in sanità, l aumento del contenzioso sanitario e del ricorso alla magistratura per danno subito, nonché la crescente preoccupazione del cittadino che non si sente sicuro quando entra in ospedale sono alcuni degli elementi che richiamano l attenzione sull errore in sanità. Le profonde modifiche che hanno coinvolto la professione infermieristica nell ultimo decennio producendo l attuale assetto normativo, hanno di fatto ridefinito a partire dal profilo del professionista gli ambiti delle competenze e dell autonomia professionale configurando nuovi scenari di responsabilità. L infermiere in questo contesto è quindi chiamato a: Prevedere i bisogni e/o potenziali rischi della persona assistita; Scegliere, cioè decidere le azioni migliori per favorire il benessere e l autonomia della persona; Agire, ovvero mettere in atto interventi di comprovata efficacia e con abilità tecnica e relazionale; Valutare i risultati, ovvero l esito definitivo o conclusivo di un azione, un attività. Le principali prestazioni infermieristiche che dovrebbero essere sottoposte ad esame possono essere: l identificazione dei bisogni di assistenza al paziente (diagnosi infermieristica), la pianificazione e documentazione dell attività infermieristica, l esecuzione di attività infermieristiche e delle prescrizioni mediche, la sorveglianza del confort e della sicurezza del paziente, l educazione sanitaria e sostegno psicologico al paziente ed ai suoi familiari, la tenuta della documentazione sanitaria ed in particolare la gestione di quella infermieristica. Questi elementi critici devono essere necessariamente trattati e seguiti, ed è in questo contesto che poi l infermiere va a rispondere. 2 BACKGROUND Il problema della sicurezza dei pazienti rientra nell ambito delle competenze del Sistema Qualità ed è strettamente correlato alla problematica più generale della sicurezza nelle organizzazioni sanitarie. Gli errori correlati al fattore personale possono essere legati ad una cattiva organizzazione, alla mancanza di sistemi e flussi che garantiscano il passaggio delle informazioni, alla mancanza di comunicazione, al cattivo clima di lavoro, al personale non preparato o non abituato a lavorare in équipe, ai carichi di lavoro eccessivi. Quindi si può parlare di nursing malpractice quando si fa un errore che reca danno al paziente e l errore è uno di quelli che un infermiere sufficientemente attento non avrebbe commesso in una situazione analoga. L errore è l esito negativo dell assistenza, generato da una situazione non prevista, in grado di produrre attualmente o potenzialmente un incidente. Generalmente si considera l errore solo come diretta conseguenza della azione dell operatore sanitario. Non sempre, tuttavia, la produzione di un danno o di una lesione può essere ricondotta esclusivamente alla azione degli operatori. È il caso degli incidenti riconducibili a cause organizzative, per i quali l evento è il risultato della combinazione e dell intreccio della azione dell operatore e di condizioni latenti. Sono latenti tutte quelle condizioni frutto di decisioni assunte a un livello superiore a quello degli operatori (da manager, autorità politiche, amministrative, di controllo). Sono condizioni latenti, per esempio, la eccessiva mancanza di tempo per le prestazioni; l inadeguatezza degli strumenti e delle apparecchiature; la manutenzione non sufficiente dei macchinari; la carenza di formazione; la scarsa supervisione; l ambiguità delle procedure; la mancanza di comunicazione. Le condizioni latenti sono sempre presenti in sistemi complessi come si è descritto in precedenza.

Tra i principali eventi avversi che coinvolgono gli infermieri sono riportati in letteratura errori nel processo terapeutico, infezioni ospedaliere, danni fisici (es. cadute accidentali), lesioni da pressione, danni trasfusionali, danni nella gestione dei pazienti critici. Alla luce di quanto descritto le possibili condizioni favorenti l errore possono riferirsi alla comunicazione inefficace tra utente / sanitari nella continuità delle cure, alla documentazione sanitaria con criteri di compilazione non adeguati, alle gestione e manutenzione delle apparecchiature medicali e relative responsabilità non chiaramente definite, alla gestione del personale inadeguata (turnistica stressante, assenza di criteri di mobilità, ), all organizzazione del lavoro( lavoro per compiti vs lavoro in equipe multidisciplinare, clima ed ambiente stressante, mancanza di cultura della sicurezza), alla mancanza di esperienza / conoscenza / abilità del personale, alla non adeguata formazione e addestramento È fondamentale che il mondo infermieristico si interroghi in profondità su quali applicazioni l analisi sistematica dei problemi correlati agli errori può portare al miglioramento delle prestazioni assistenziali e quale sia il reale contributo che il mondo infermieristico può portare. In sostanza, non serve individuare e colpevolizzare l operatore che ha sbagliato, ma è più razionale ricercare le cause che hanno determinato l evento negativo. Le principali prestazioni infermieristiche che dovrebbero essere sottoposte ad esame possono essere: identificazione dei bisogni di assistenza al paziente (diagnosi infermieristica) pianificazione e documentazione dell attività infermieristica esecuzione di attività infermieristiche e delle prescrizioni mediche sorveglianza del confort e della sicurezza del paziente educazione sanitaria e sostegno psicologico al paziente ed ai suoi familiari tenuta della documentazione sanitaria ed in particolare gestione di quella infermieristica Ed allora perché intraprendere un percorso di gestione del rischio clinico? Nella letteratura scientifica, anche nei siti web, l argomento è trattato costantemente. Per gli eventi critici citati si dispone di numerose evidenze e sono descritte metodologie di prevenzione, gestione e trattamento. La maggior parte degli operatori sanitari conosce le procedure per prevenire l insorgenza dei danni. Il livello di conoscenza e di competenza di tutti gli operatori può essere uniformato attraverso semplici interventi formativi. Le strategie ed i materiali utilizzabili per la prevenzione ed il trattamento sono sempre più efficaci. 3 METODOLOGIA Come muoversi? Ripensando e riformulando nuovi assetti organizzativi nell ottica dei principi valoriali dell azienda. È pertanto necessario che il management sia orientato a creare ambienti più sicuri e a sviluppare una cultura della sicurezza basata sulla prevenzione e previsione degli eventi avversi attraverso l identificazione e rimozione dei fattori favorenti il verificarsi dell errore ed il potenziamento dei fattori evitanti e difensivi di cui si sia osservata la capacità protettiva nell accadimento dell evento avverso. E indispensabile superare un approccio individuale all errore dove il focus è rappresentato dal singolo professionista che ha commesso l errore o l omissione ed il prodotto è l individuazione della responsabilità e l attribuzione della colpa per arrivare ad un approccio all errore dove il focus è il sistema nel quale i professionisti operano ed il prodotto è l individuazione delle debolezze di sistema che hanno consentito il verificarsi dell errore Come affrontare correttamente il rischio di incidenti?

Attualmente il focus dell attenzione si sposta dalla ricerca dell errore attivo a quello dell errore latente, riconoscendo nelle carenze del sistema (interazioni dei difetti procedurali, organizzativi, tecnologici) la responsabilità dell esito NON VOLUTO dell azione intrapresa. Occorre considerare quindi l errore come: un opportunità per migliorare un aspetto parziale del problema un fallimento delle difese del sistema Quindi è necessario: favorire il cambiamento culturale condividere e non imporre tutelare i professionisti avere strumenti metodologici adeguati premiare i successi Ciascuna organizzazione avrà all interno del processo delle proprie criticità, diverse da quelle di altre organizzazioni che dovranno essere affrontate e risolte in maniera diversa attraverso l impegno comune di tutto il personale coinvolto. Concludo con una frase di K. Popper che riassume nella sua semplicità tutta la problematica trattata:.. evitare errori è un ideale meschino: se non osiamo affrontare problemi che siano così difficili da rendere l errore quasi inevitabile, non vi sarà allora sviluppo della conoscenza. In effetti è dalle nostre teorie più ardite, incluse quelle che sono erronee, che noi impariamo di più: nessuno di noi può evitare di fare errori; la cosa più grande è imparare da essi. 4 OBIETTIVI DI PROGETTO Le organizzazioni sanitarie sono sistemi altamente complessi al cui interno interagiscono dinamicamente diverse forme di complessità, alcune dimensioni possono darne conto dell ordine: decine di milioni di utenti che interpretano in forma individuale il concetto di salute e malattia, decine di migliaia di operatori delle diverse discipline sanitarie che traducono e personalizzano il proprio paradigma professionale nella prassi quotidiana, migliaia di piccole e grandi strutture sanitarie che articolano le proprie organizzazioni sotto l effetto delle turbolenze politiche, sociali, economiche e finanziarie. L errore umano e gli eventi avversi in ambito sanitario non costituiscono più isolate eccezioni chiaramente attribuibili a singoli professionisti, viceversa hanno recentemente assunto lo status di elemento costante con cui l organizzazione deve fare i conti. Il corso si prefigge l intento di percorrere un itinerario lungo il quale presentare e discutere i quesiti centrali nel percorso formativo in materia di risk management, ovvero interrogarsi sulle seguenti questioni: adottare un approccio al sistema o condurre un indagine investigativa sul professionista? Prevenire l avversità clinica o porvi rimedio per evitarne i ripetersi in futuro? Assicurare la Struttura o rassicurare il paziente? Perseguire la colpa o individuare la causa? Quesiti dalla risposta non immediata ma ricchi di stimoli per una rilettura delle organizzazioni assistenziali.

5.1Frame 5 LA FORMAZIONE L aumentata sensibilizzazione alle problematiche dl Risk Management, a livello di singolo operatore ovvero nelle strutture responsabili, MinSal e AO, è causa ed effetto della aumentata produzione e diffusione della letteratura sull argomento: di fatto non esiste (o non dovrebbe esistere) un singolo operatore sanitario che non conosca le problematiche di base inerenti il Rischio Clinico. Il CECRI Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica, non poteva non prevedere tra le sue linee di ricerca un aspetto di tale importanza. Proprio l ampia diffusione della letteratura di base sull argomento ha permesso di organizzare il campo di applicazione del progetto con interventi di secondo livello, dando cioè per scontato la conoscenza di base degli argomenti e attestando l intervento su temi più complessi ed elaborati come si addice, appunto ad un centro di eccellenza. La composizione delle competenze della docenza e la multidisciplinarietà dell approccio hanno cercato di rispettare la variegata composizione propria del rischio clinico; Gli aspetti trattati, in contesto olistico sono stati trattati da esperti di ogni settore individuato: Medicina legale, Assicurativo,Organizzativo, Psicologico, Sociale e Filosofico con interventi corredati di case history. Per gli aspetti di merito è stata data molta valenza alla modalità pre-test che consente di validare la conoscenza degli argomenti in ingresso, da parte del discente, e misurare il delta di apprendimento. Utilizzando una utility della Piattaforma VALES il pre-test si è svolto on line attraverso l accesso a mezzo password generata al momento dell iscrizione. I dati d ingresso risultanti dai pre-test sono stati poi confrontati : con i dati del test finale per il totale di apprendimento e tra le varie relazioni per la metodologia utilizzata. La condizione ideale confermata anche dai risultati attraverso il riesame delle relazioni è: Singolo argomento o Pre-test : risultati di risposte esatte nella media (intorno al 50-60%) per confermare le conoscenze di accesso; o Test: con un risultato di apprendimento importante (intorno al 80-90%) Totale degli argomenti o Omogeneità dei risultati specie quelli finali.

5.2 I relatori Gennaro Rocco Presidente Collegio Ipasvi Carlo Turci Tesoriere Collegio Ipasvi Francesca Alfonsi Psicologa - Policlinico Universitario Tor Vergata di Roma Gabriella Angeloni Direttore UOC SITRA IRCCS IFO Roma Diego Ceci Infermiere Esperto Clinico in Wound Care Azienda Ospedaliera. Sant Andrea di Roma Antonietta Colonna Infermiera- SAR - Sistema Verifica Attività Sanitarie -Ministero della Salute uff. III Giuseppe Esposito Infermiere - Servizio Gestione del Rischio Clinico e Qualità- Policlinico Militare Celio Luigi Guranieri Avvocato Maurizio Musolino Responsabile Incident Reporting UOC Qualità e Risk Management - ASL Roma B Gregorio Modeo Esperto dei processi formativi, Broker Assicurativo Adriana Pignatelli Responsabile Assicurazione della Qualità SITRA IRCSS IFO- Roma Angela Reveruzzi Medicina Legale e Risk Management - Azienda Ospedaliera. Sant Andrea di Roma Marco Romani Coordinatore Infermieristico delle Attività Cliniche - Policlinico Universitario Tor Vergata

5.3 Il Programma Sono stati programmati gli interventi presso le strutture individuate secondo il seguente calendario PROGRAMMAZIONE CORSI NRM Data Sede del Corso NOTE 24 Giugno 2013 Osp.Militare del Celio Edizione 0 test 18 Settembre 2013 Policlinico Tor Vergata Edizione 1 25 Settembre 2013 ASL Roma B Edizione 2 2 ottobre 2013 Az.Ospedaliera Sant Andrea Edizione 3 9 ottobre 2013 IFO Edizione 4 23 ottobre 2013 ASL Roma C Edizione 5 30 Ottobre 2013 Policlinico Tor Vergata Edizione 6 6 novembre 2013 ASL Roma B Edizione 7 13 novembre 2013 Az. Ospedaliera Sant Andrea Edizione 8 20 novembre 2013 IFO Edizione 9 4 Dicembre 2013 ASL Roma C Edizione 10

5.4 Gli Interventi I documenti indicati con il pulsante possono essere scaricati tramite download diretto 1. L ORGANIZZAZIONE COMPLESSA E L EVENTO AVVERSO Maurizio Musolino Diego Ceci ABSTRACT DELLA RELAZIONE Le organizzazioni sanitarie sono caratterizzate da non-linearità ed incertezza e la concezione di rischio va estesa oltre la semplice determinazione probabilistica di incidente aprendo una nuova prospettiva secondo la quale: la sicurezza è una proprietà emergente del sistema che non è riconducibile al buon funzionamento dei suoi singoli elementi, ma all interazione complessa tra essi. 2. I DIVERSI APPROCCI ALL ERRORE Giuseppe Esposito Romani Marco ABSTRACT DELLA RELAZIONE Il presente studio nasce dalla volontà di fornire un supporto per migliorare i programmi di gestione del rischio clinico e potenziare le capacità di analisi e reazione ad un evento avverso. Un programma di gestione del rischio clinico utilizza diverse tipologie di strumenti per l analisi del rischio, analizzando gli eventi, quando occorsi, con metodi di tipo reattivo o analizzando i processi per prevenire gli eventi con modalità di tipo proattivo. Tra i metodi proattivi abbiamo tra gli altri La FMEA -Failure Mode and Effect Analysis e la FMECA-Failure Mode and Effect Criticality Analysis. Tra i metodi reattivi abbiamo l Audit clinico e la Root Cause Analysis (RCA) L Audit clinico è una metodologia di analisi strutturata per migliorare la qualità dei servizi sanitari, applicata dai professionisti attraverso il confronto sistematico dell assistenza prestata con criteri espliciti, per identificare scostamenti rispetto a standard conosciuti o di best practice, attuare le opportunità di cambiamento individuate ed il monitoraggio dell impatto delle misure correttive introdotte. La Root Cause Analysis (RCA) è riconosciuta come uno degli strumenti di analisi reattiva più efficaci e adattabili anche al contesto sanitario ed è considerata dalla JCAHO (Joint Commission on Accreditation of Healthcare Organization) lo strumento elettivo per l analisi degli eventi sentinella. Vai alla relazione

3. CLIMA CULTURALE E MITOLOGIA DELLE ORGANIZZAZIONI Gabriella Angeloni Adriana Pignatelli ABSTRACT DELLA RELAZIONE Negli ultimi anni le organizzazioni aziendali appaiono attraversate da vari movimenti evolutivi, ricollegabili a processi presenti nel contesto sociale e che hanno diverse implicazioni per il funzionamento interno, per gli individui che in esse lavorano e anche per l'immagine e la funzione sociale che esse svolgono o che ad esse viene attribuita nella società occidentale. Peraltro la modernità ha posto le proprie radici sull idea illuminista che un ordine sociale è raggiungibile solo per mezzo del pensiero razionale e dell indagine scientifica capace di conoscere e riconoscere il presentarsi dei fenomeni a differenza del pensiero oscurantista del Medioevo caratterizzato dall idea dell errore e del pericolo come evento naturale imperscrutabile e immodificabile.bisogna giungere alla fine del XVIII secolo perché si cominci a ragionare sul concetto di probabilità (attraverso lo studio sulla ripetibilità e quindi prevedibilità di alcuni eventi ) affinché le scienze statistiche,epidemiologiche venissero applicate nell analisi delle cause dell errore anche in sanità.. In tale contesto la qualificazione dei processi assistenziali e lo sviluppo di modelli organizzativi patient centered e di health safety costituiscono la dimensione essenziale della qualità clinico-assistenziale e la necessità di favorire la diffusione dei principi,valori e strumenti di riferimento del governo clinico,all interno del quale assume una importanza prioritaria l adozione di una attenta strategia di gestione dell errore. In questo scenario un sistema di governo del rischio clinico non può prescindere da una cultura lavorativa ed,in particolare,da un clima organizzativo in grado di sentirne il significato pieno e trovarvi la convinta cooperazione degli operatori.l attenzione al clima organizzativo,che è prerogativa imprescindibile delle Direzioni delle Professioni Infermieristiche costituisce la precondizione per realizzare un piano sistematico di Nursing Risk Management. 4. MINISTERO DELLA SALUTE: LO STATO DELL ARTE DEL RISK MANAGEMENT Antonietta Colonna ABSTRACT DELLA RELAZIONE Background internazionale del Risk Management in Sanità L Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2004 ha lanciato l Alleanza Mondiale per la Sicurezza delle cure ai pazienti World Alliance for Patient Safety. L obiettivo è quello di promuovere cure più sicure, attraverso un processo di classificazione internazionale per difendere l uniformità e coerenza di concetti, principi e terminologia nel Risk Management. Questo allo scopo di favorire lo sviluppo continuo di strumenti di prevenzione degli errori e di gestione del rischio clinico, strumenti basati su studi di prevalenza degli eventi avversi e dei fattori contribuenti. Il progetto del World Alliance for Patient Safety ha determinato e consolidato un fondamentale cambio di paradigma nell approccio all errore: l errore è considerato come fonte di apprendimento e studio utile all individuazione delle azioni necessarie ad evitare il ripetersi delle circostanze che lo hanno prodotto. Un approccio basato sulla cultura dell imparare dall errore senza nasconderlo, reprimerlo o punirlo. Il contesto nazionale sul Risk Management in Sanità Il Ministero della Salute, in aderenza al World Alliance for Patient Safety, ha avviato un percorso strutturato per la Qualità e Sicurezza delle Cure articolato su cinque principali filoni di attività:

monitoraggio degli eventi sentinella, produzione di raccomandazioni, progetti di formazione, progetti per il coinvolgimento, monitoraggio e studio degli aspetti medico legali. 5. ASSICURARE O RASSICURARE: IL RISARCIMENTO O LA GESTIONE DEL RISCHIO Gregorio Modeo 6. COLPA O CAUSA: LA MEDICINA LEGALE O L ANALISI ORGANIZZATIVA Angela Reveruzzi ABSTRACT DELLA RELAZIONE La presentazione si propone di analizzare i temi dottrinali della colpa professionale, intesa quale errore colpevole nelle scelte diagnostico-terapeutiche, che hanno costituito per alcuni decenni un notevole ostacolo culturale ai fini dell analisi dei near misses, eventi avversi ed eventi sentinella nonché della loro semplice segnalazione. La mancata segnalazione e, pertanto, il conseguente deficit conoscitivo dell status reale delle organizzazioni sanitarie rispetto agli eventi ha determinato, indubbiamente, un incompleta analisi dei modelli organizzativi con applicazioni di interventi correttivi e strategici spesso insufficienti ed incoerenti rispetto alle reali necessità. La presentazione si propone, pertanto, analizzando le carenze individuate di focalizzare quali possono essere i punti di forza di una corretta segnalazione, intesa sia in termini qualitativi che quantitativi, degli eventi. Di fatto, ponendosi l obiettivo di costruire una conoscenza da parte dei partecipanti in merito all importanza della segnalazione degli eventi nonché dell importanza strategica costituita dall analisi dei casi segnalati, si vuole, nel tempo, sopperire alla attuale carenza conoscitiva degli eventi e garantire, attraverso l analisi sistematica dei casi, da un canto il miglioramento dell attività assistenziale, sia verso i pazienti che verso gli operatori, e dall altro l identificare precocemente eventuali problematiche di competenza medico-legale al fine di concepire interventi strategici adeguati. 7. ASPETTI LEGALI Luigi Guarnieri ABSTRACT DELLA RELAZIONE È un dato di fatto che negli ultimi anni il contenzioso nella materia della responsabilità professionale medica ed infermieristica sia aumentato. Le cause, come noto, sono molteplici e passano da un lato dalla maggior presa di coscienza del malato del diritto alla propria salute e dell altro da una sorta di speculazione volta ad ottenere un risarcimento quando il risultato clinico non sia ritenuto completamente appagante, addossandone la colpa agli operatore sanitari.

Quest ultimo aspetto è il derivato di una mentalità orientativa propalata dai mezzi di comunicazione di massa e per la quale la medicina è una sorta di scienza esatta, un attività ritenuta sempre destinata al successo, sicchè non esiste soltanto il diritto alla prestazione sanitaria ma anche la pretesa di ottenere sempre un esito certo e positivo della malattia. Da qui il ricorso alla proposizione piuttosto disinvolta di querele o denunzie o all evocazione in un giudizio civile risarcitorio di medici e/o infermieri. Scopo del corso è quello di evidenziare in cosa consiste la responsabilità penale e civile dell operatore sanitario, facendo una panoramica delle prassi comportamentali mediche ed infermieristiche dalle quali più sovente nascono ipotesi di responsabilità. Si cercherà poi di indicare i comportamenti correttivi alle ridette prassi e suscettibili, in ipotesi, di evitare di cadere in quegli errori o comunque di contenerne gli effetti. All uopo verranno lette e spiegate talune sentenze che riguardano la qualificazione giuridica dell operato degli infermieri e le relative conseguenze in termini giuridici. Si consiglia poi la lettura del materiale di supporto che riassume schematicamente la problematica della responsabilità in sede civile e svolge, nell articolo a stampa, una organica trattazione degli aspetti penali della responsabilità professionale del medico e dell infermiere. 5.5 I risultati

6 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 1. Benci L. Aspetti giuridici della professione infermieristica. Milano: McGraw-Hill 2002 2. Benci L. La responsabilità giuridica e deontologica della professione infermieristica nelle infezioni ospedaliere. I Quaderni dell Infermiere 2002; 3:27-29. 3. Benedetti T., Piovaticci S., Tonucci S. La gestione del rischio clinico nell'azienda ospedaliera "Ospedale San Salvatore" di Pesaro. Rischio Sanità 2009(34):27 31 4. Borgia L.. Ecco la strategia anti errore. Il sole 24 ore Sanità 27 marzo 2006:26. 5. Bozzi M., Santullo A.. Mod. A Governo clinico e Risk management. Tesi Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche Università Tor Vergata 2005 6. Caminati A., Beccari D., Ceccarelli P., Mambelli S., Mazzoni R. Pensare, progettare, realizzare un modello organizzativo infermieristico per il risk management. NEU 2003; (2/3):34-39. 7. Casati M., Maricchio R. Sicurezza in sala operatoria, un importante svolta: sintesi del manuale ministeriale dell ottobre 2009. I Quaderni dell'infermiere 2010(27):1 20 8. Cinotti R., Basini V., Di Denia P. ( a cura di). Il sistema di incident reporting nelle organizzazioni sanitarie Sussidi per la gestione del rischio 2. Agenzia sanitaria regionale dell Emilia-Romagna 86-2003 DOSSIER 9. Lamanna O., Cristofolini A., Rubertelli M. L'identificazione come processo: sua importanza nella prevenzione degli errori. Rischio Sanità 2009(34):4 9. 10. Marchetti E. Sviluppare il Risk Management per la sanità. Rischio Sanità 2004; (17):12-14. 11. Marcon G. Dal Risk Management alla cultura della sicurezza: parte prima. Rischio Sanità 2002; (7):9-10. 12. Marcon G. Dal Risk Management alla cultura della sicurezza: parte seconda. Rischio Sanità 2002; (8):17-22 13. Marinello S. Attività sanitaria, consenso, scriminanti e reati connessi: Le sezioni unite della Corte di Cassazione fanno chiarezza. Rischio Sanità 2009(33):33 49. 14. Mer. B. Italia terrorizzata dagli errori. Il Sole 24 Ore Sanità 20.3.2006:18. 15. Ministero della Salute, Dipartimento della Qualità, Direzione Generale Della Programmazione Sanitaria, Dei Livelli Di Assistenza E Dei Principi Etici Di Sistema Ufficio III. Risk management in Sanità. Il problema degli errori. Commissione Tecnica sul Rischio Clinico DM 5 marzo 2003 16. Ministero della Salute Dipartimento Della Qualità Direzione Generale Della Programmazione Sanitaria, Dei Livelli Di Assistenza E Dei Principi Etici Di Sistema Ufficio III. Protocollo per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella. 2005 17. Motta P. C., Signorotti L. Il contributo dell'infermieristica nella gestione del rischio clinico. AICO. Organo ufficiale dell'associazione italiana infermieri di camera operatoria 2009;21(2):216 230. 18. Negrini G., Martelli L. Strategie per una continuità di terapia farmacologica sicura. Rischio Sanità 2009(33):12 19. 19. Palmiere C., Picchioni D.M., Molinelli A., Celesti R. Carenza delle strutture sanitarie: a chi la responsabilità?. DIFESA SOCIALE 2004; LXXXIII (2): 99-114. 20. Regione Emilia Romagna - Agenzia Sanitaria Regionale. FMEA/FMECA analisi dei modi di errore/guasto e dei loro effetti nelle organizzazioni sanitarie. Sussidi per la gestione del rischio 1. Dossier 75/2002 21. Rutigliano L., Raponi M., Messina G., Nante N. La cultura della sicurezza: strumento di governo del rischio clinico nell Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Mondo sanitario 2009;16(6):7 15. 22. Savignani G., Malagodi D.. Sestini C., Autieri F., Lupoli A., Nante N. Incident reporting: confronto sulla gestione del rischio clinico in Emilia Romagna e in Toscana. Mondo sanitario ;2008(9):1 8. 23. Taurino R. Responsabilità in ambito sanitario e problematiche assicurative in sanità.. Sanità Pubblica e Privata 2010(1):41 49 Tomassetti R. Se gli infermieri sono pochi le terapie falliscono (e si muore di più). L infermiere 2003; (1): 28 20.