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a cura di FP CGIL Veneto

Perché nasce l Operatore Socio Sanitario La nascita del profilo professionale dell Operatore Socio Sanitario dobbiamo pensarla come un esigenza dei nostri tempi; è l espressione ultima di tutta una serie di cambiamenti che hanno caratterizzato la società in cui oggi viviamo. I cambiamenti di questi ultimi anni, sono stati così profondi, così veloci e radicali da trasformare il nostro modo di essere cittadini e lavoratori. L organizzazione del nostro Sistema Sanitario Nazionale e le norme che riguardano l Assistenza Sociale hanno inciso profondamente sui bisogni sociali e sanitari della popolazione, contribuendo alla necessità di modificare le modalità di approccio e di organizzazione dei servizi. Alcuni eventi significativi che hanno preparato la nascita del profilo professionale: la riforma Ter del SSN (Decreto Bindi L.229/99) ha introdotto, a livello nazionale, un nuovo modello integrato di assistenza, per rispondere ai nuovi bisogni di salute la riforma quadro dell assistenza Legge 328/2000 è la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e dell unitarietà dei servizi alla persona che ha disciplinato organicamente la formazione delle figure professionali sociali la legge 104/92, cioè la legge di tutela delle persone disabili, ha prodotto la nascita di nuovi servizi, supporto nelle scuole, nel lavoro, nella comunità per le persone disabili che necessitano di supporto da parte di personale con competenze professionali ben specifiche i mutamenti demografici in atto e il progresso scientifico hanno dato origine ad un progressivo e costante processo di invecchiamento della popolazione con la necessità di nuove esigenze nei sistemi di protezione sanitaria ed assistenza alla persona la crescente prevalenza di patologie croniche ad esito invalidante assieme al progresso delle tecnologie mediche, diagnostiche e terapeutiche e al miglioramento della qualità della vita, hanno determinato un numero sempre maggiore di persone che necessitano di supporto per la vita quotidiana la nuova struttura anagrafica della popolazione e l aumento della vita media e il conseguente aumento della popolazione anziana con bisogni diversi, richiede sempre più personale dedicato per rispondere ai bisogni primari di questi cittadini La nuova struttura della famiglia sempre più nucleare e composta anche da un solo componente che deve appoggiarsi a strutture di assistenza, in caso di necessità La nuova tipologia dei ricoveri ospedalieri, diminuzione della degenza media e aumento dei carichi di lavoro nelle strutture sanitarie e una maggiore complessità di gestione di pazienti a domicilio. 2

Il nuovo profilo professionale dell INFERMIERE (DM 739/94) e i NUOVI PROFILI PROFESSIONALI DEGLI OPERATORI SANITARI con i nuovi percorsi formativi, hanno qualificato la preparazione a livello universitario. All interno delle organizzazioni di assistenza, tutto questo, si è tradotto in un impegno professionale diverso, cioè rivolto alla valorizzazione delle funzioni, delle responsabilità e dell autonomia professionale di questi operatori. Questo ha prodotto una ricerca sull analisi precisa delle funzioni improprie degli infermieri, funzioni che devono essere delegate agli operatori di supporto. da tutti questi eventi derivano: Un cambiamento dei bisogni di salute della popolazione Un cambiamento delle necessità assistenziali Un cambiamento dei livelli di competenza necessari Dall analisi di questo quadro, si comprende quali sono i bisogni della popolazione oggi, e quanto sono diversificati tra di loro. Chi organizza i servizi, deve diversificare i livelli di competenza delle figure professionali che dovranno dare risposte alla popolazione. Se all inizio degli anni settanta e nei primi anni ottanta gli operatori di supporto dovevano assicurare l igiene ambientale e l ausilio nelle faccende domestiche, oggi queste figure hanno dovuto aumentare necessariamente il loro campo di intervento al punto da identificarsi in nuovi profili professionali con nuovi ambiti di competenza. Nelle strutture ospedaliere, in particolare, si ha sempre più l esigenza di trasferire alcune attività di base, prima svolte dall infermiere, ad altri operatori, facendo loro conoscere anche strumenti informativi preziosi per facilitare l integrazione professionale. Questi operatori devono supportare in modo consapevole e mirato progetti di intervento assistenziale sulle persone, devono saper interagire con i numerosi interlocutori con cui vengono in contatto, devono gestire relazioni con gli utenti e i loro famigliari. E quindi un errore affermare che le nuove figure di supporto sono la soluzione di oggi per risolvere il problema della carenza degli infermieri. L Operatore Socio Sanitario è una figura professionale unica in tutto il territorio nazionale e le attività che pratica sono svolte a supporto di tutto gli operatori coinvolti nell assistenza sociosanitaria e sociale alla persona. E così che, con il provvedimento del 22 febbraio 2001, la Conferenza Stato-Regioni ha istituito la figura professionale dell Operatore Socio Sanitario definendone le caratteristiche professionali e l ordinamento didattico. Il profilo professionale dell OPERATORE SOCIO-SANITARIO è stato istituito con provvedimento della Conferenza Stato-Regioni il 22 febbraio 2001 e, in questo provvedimento, sono definite le caratteristiche professionali e l ordinamento didattico. 3

Gli ambiti di intervento di questi operatori sono: assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero intervento di tipo igienico-sanitario e di carattere sociale supporto gestionale, organizzativo e formativo In questa sede non vengono analizzati gli ambiti di intervento, che sono oggetto dei piani formativi di studio, ma si vuole riflettere sulle caratteristiche di questo profilo. E importante approfondire questo aspetto perché contiene il senso del cambiamento operato. Prima caratteristica: la definizione del profilo elenca le aree di intervento e non entra nel dettaglio delle funzioni di questo operatore. Oggi l esercizio professionale non è più regolamentato da un mansionario, ma lascia ad ogni contesto operativo il compito della definizione di interventi specifici a seconda dei protocolli operativi elaborati dall équipe assistenziale Altra caratteristica: l Operatore Socio-Sanitario interagisce con tutti gli operatori coinvolti nei processi assistenziali (infermieri, ostetriche, operatori della riabilitazione ecc). Quindi si evolve il concetto dell utilizzo di questo operatore e non si parla più solo di figura di supporto per l infermiere ma di operatore a supporto dell assistenza. Inoltre, l Operatore Socio-Sanitario opera in contesti sociali e sanitari. Infine l Operatore Socio-sanitario svolge la sua attività in regime di integrazione con gli altri operatori; in questo ambito opera in autonomia nello svolgere determinate attività perché i suoi interventi sono stabiliti, concordati, e condivisi prima, all interno dell équipe assistenziale, dopo la valutazione dello stato di salute del paziente (elaborazione da parte dell equipe di protocolli operativi) CONCLUDENDO: La nascita della figura professionale dell Operatore Socio-Sanitario non è casuale E la logica conseguenza del profondo modificarsi della società dei nostri tempi E una risposta adeguata ai nuovi bisogni di salute della popolazione 4

Questa scheda spiega il glossario necessario, gli ambiti di intervento e il livello di competenza dell Operatore Socio-Sanitario Ruolo Insieme di funzioni che un individuo esercita nell organizzazione in cui è inserito. Funzioni Insieme di attività che concorrono a uno scopo che una persona compie per svolgere il suo ruolo Attività Insieme di atti e di compiti svolti da una persona Competenza Capacità riconosciuta di fare questo o quell atto (la competenza è una potenzialità la cui realizzazione costituisce la performance); essa è influenzata dal livello di conoscenze, di abilità pratiche e relazionali che un qualsiasi operatore acquisisce con la formazione di base, consolida e aggiorna con l esperienza. Performance Come uno esegue un atto, cioè quello che si può osservare di una persona che fa un qualche cosa Atto La singola azione della persona Azione Quello che qualcuno fa Organizzazione Insieme di persone che, integrate tra loro, concorrono alla realizzazione di un fine comune. Nel caso di un sistema sanitario, il fine che le persone perseguono è quello della tutela della salute dei cittadini. Sistema Insieme di elementi tra loro legati da un rapporto di interdipendenza dinamica ed organizzati per il raggiungimento di uno scopo Integrazione disponibilità a coordinare le proprie azioni mantenendo a un livello tollerabile i conflitti Profilo Professionale illustra le funzioni e le competenze di un operatore sanitario Processo serie di operazioni che si svolgono in maniera coordinata ed integrata per conseguire un determinato fine Fonti: Vocabolario della sanità pubblica di J. Hogart Vocabolario della Lingua Italiana Garzanti il concetto di base è per facilitare la comprensione e l applicazione del profilo professionale che parla di aree di intervento e non di mansioni, ogni realtà operativa deve esplicitare quali attività vanno intese come aree di intervento e quindi assegnate all operatore socio-sanitario 5

IL PROFILO PROFESSIONALE DI OPERATORE SOCIO-SANITARIO Provvedimento del 22 febbraio 2001 Pubblicato nella G.U. n. 91 del 19 aprile 2001 Accordo tra il Ministro della sanità, il Ministro per la solidarietà sociale e le regioni e province autonome di Trento e Bolzano, per la individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'operatore sociosanitario e per la definizione dell'ordinamento didattico dei corsi di formazione. La Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano - Visto l'art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che prevede che Governo, regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, in attuazione del principio di leale collaborazione e nel perseguimento di obiettivi di funzionalità, economicità ed efficacia dell'azione amministrativa, possano concludere in questa Conferenza accordi al fine di coordinare l'esercizio delle rispettive competenze e svolgere attività di interesse comune; - Visto l'art. 3-octies, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modifiche ed integrazioni, che dispone che, con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro della solidarietà sociale, sono individuati, sulla base di parametri e criteri generali definiti dalla Conferenza unificata, di cui all'art. 8 del richiamato decreto legislativo n. 281 del 1997, i profili professionali dell'area sociosanitaria; - Visto il comma 5 del richiamato art. 3-octies che prevede che le figure professionali operanti nell'area sociosanitaria a elevata integrazione sanitaria, da formare in corsi a cura delle regioni, siano individuate con regolamento del Ministro della sanità di concerto con il Ministro per la solidarietà sociale, sentita questa Conferenza e siano definiti i relativi ordinamenti didattici; - Visto il decreto del 18 febbraio 2000 del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro per la solidarietà sociale con il quale, in conformità ai criteri stabiliti dalla Conferenza unificata (rep. atti n....), è stata individuata la figura, il profilo professionale e l'ordinamento didattico dei corsi di formazione dell'operatore sociosanitario; - Considerato che la Corte dei conti, con ordinanza n. 3/2000, nella adunanza del 21 settembre 2000, ha deliberato di sospendere ogni pronuncia e di rimettere gli atti alla Corte costituzionale, ritenuta la non manifesta infondatezza e la rilevanza, ai fini del decidere, di questioni di legittimità costituzionale in relazione all'art. 3-octies, comma 5, del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni; - Vista la proposta di accordo trasmessa con nota del 15 febbraio 2001 dal Ministero della sanità che, in pari data, è stata inviata alle regioni e province autonome, con il quale si propone in attesa della decisione della Corte costituzionale, che la figura dell'operatore sociosanitario e il relativo ordinamento siano individuati tramite un accordo tra i Ministri della sanità e della solidarietà sociale e le regioni e province autonome; - Vista la nota del 15 febbraio con la quale la regione Veneto, a nome del coordinamento tecnico interregionale dell'area sanità e servizi sociali, ha avanzato alcune richieste di emendamento alla proposta di accordo, precisando che in caso di accoglimento delle stesse, da parte delle regioni, si intendeva reso il parere a livello tecnico; - Vista la nota del 16 febbraio 2001 con la quale il Ministero della sanità, a cui sono state inoltrate le suddette richieste emendamentive avanzate dalle regioni, ha comunicato di non avere rilievi da formulare in merito; - Acquisito l'assenso del Governo, delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano; - Sancisce il seguente accordo, nei termini sotto indicati tra il Ministro per la sanità, il Ministro per la solidarietà sociale, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano; - Ritenuto non più differibile la istituzione di una specifica figura di operatore sociosanitario che svolga attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di 6

competenza, in un contesto sia sociale che sanitario, ed a favorire il benessere e l'autonomia dell'utente; - Considerata la conseguente necessità di attivare immediatamente i relativi corsi di formazione; - Ritenuto che, in attesa della decisione della Corte costituzionale, la disciplina sulla figura di detto operatore e sul relativo ordinamento possa essere adottata tramite un accordo fra i Ministri della sanità e della solidarietà sociale e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ai sensi dell'art. 4, comma 1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; - Ritenuto, in attesa della decisione della Corte costituzionale sulle questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte dei conti con ordinanza n. 3/2000 in merito al decreto del Ministro della sanità di concerto con il Ministro della solidarietà sociale 18 febbraio 2000, concernente la individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'operatore sociosanitario e la definizione dell'ordinamento didattico, necessario ed urgente attivare i corsi di formazione di operatore sociosanitario, restando impregiudicate le ulteriori autonome determinazioni delle amministrazioni interessate a seguito ed in conformità della sentenza della Corte costituzionale; Convengono quanto segue: in attesa della decisione della Corte costituzionale sulla legittimità costituzionale dell'art. 3-octies del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni, e con salvezza delle ulteriori autonome determinazioni dello Stato e delle regioni a seguito ed in conformità alla sentenza della Corte costituzionale, la figura, il profilo professionale ed il relativo ordinamento didattico dell'operatore sociosanitario sono, provvisoriamente, disciplinati in conformità ai contenuti degli articoli da 1 a 13 del decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro della solidarietà sociale, 18 febbraio 2000, e relativi allegati, con la precisazione che il contenuto dell'art. 12 va modificato al comma 3 e comma 4, nel testo che qui di seguito si riproduce: Art. 1. Figura e profilo 1. È individuata la figura dell'operatore sociosanitario. 2.L'operatore sociosanitario è l'operatore che, a seguito dell'attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale, svolge attività indirizzata a: a) soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario; b) favorire il benessere e l'autonomia dell'utente. Art. 2. La formazione 1. La formazione dell'operatore sociosanitario è di competenza delle regioni e province autonome, che provvedono alla organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche, nel rispetto delle disposizioni del presente decreto. 2. Le regioni e le province autonome, sulla base del proprio fabbisogno annualmente determinato, accreditano le aziende UU.SS.LL. e ospedaliere e le istituzioni pubbliche e private, che rispondono ai requisiti minimi specificati dal Ministero della sanità e dal dipartimento degli affari sociali con apposite linee guida, alla effettuazione dei corsi di formazione. Art. 3. Contesti operativi 1. L'operatore sociosanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario, in servizi di tipo socio-assistenziale e sociosanitario, residenziali o semiresidenziali, in ambiente ospedaliero e al domicilio dell'utente. Art. 4. Contesto relazionale 1. L'operatore sociosanitario svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali preposti all'assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale. Art. 5. Attività 1. Le attività dell'operatore sociosanitario sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita: 7

a) assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero; b) intervento igienico-sanitario e di carattere sociale; c) supporto gestionale, organizzativo e formativo. 2. Le attività di cui al comma 1 sono riassunte nell'allegata tabella A che forma parte integrante del presente decreto. Art. 6. Competenze 1. Le competenze dell'operatore di assistenza sono contenute nell'allegata tabella B che forma parte integrante del presente decreto. Art. 7. Requisiti di accesso 1. Per l'accesso ai corsi di formazione dell'operatore sociosanitario è richiesto il diploma di scuola dell'obbligo ed il compimento del diciassettesimo anno di età alla data di iscrizione al corso. Art. 8. Organizzazione didattica 1. La didattica è strutturata per moduli e per aree disciplinari. Ogni corso comprende i seguenti moduli didattici: a) un modulo di base; b) un modulo professionalizzante. 2. I corsi di formazione per operatore sociosanitario avranno durata annuale, per un numero di ore non inferiore a 1000, articolate secondo i seguenti moduli didattici: modulo di base: tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 200. Motivazione-orientamento e conoscenze di base: modulo professionalizzante: tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 250; esercitazioni/stages, numero minimo di ore 100; tirocinio, numero minimo di ore 450. 3. Le regioni e province autonome, attesa l'ampia possibilità di utilizzo dell'operatore sociosanitario, possono prevedere, per un più congruo inserimento nei servizi, moduli didattici riferiti a tematiche specifiche sia mirate all'utenza (ospedalizzata, anziana, portatrice di handicap, psichiatrica, con dipendenze patologiche ecc..) sia alla struttura di riferimento (residenza assistita, domicilio, casa di riposo, comunità, ecc.). 4. Oltre al corso di qualificazione di base sono previsti moduli di formazione integrativa, per un massimo di 200 ore di cui 100 di tirocinio; i moduli sono mirati a specifiche utenze e specifici contesti operativi, quali utenti anziani, portatori di handicap, utenti psichiatrici, malati terminali, contesto residenziale, ospedaliero, casa alloggio, RSA, centro diurno, domicilio, ecc. Modulo tematico: tipo di formazione teorica, numero minimo di ore 50.Tematiche professionali: tipo di formazione esercitazioni/stage, numero minimo di ore 50. Specifiche: tipo di formazione tirocinio, numero minimo di ore 100. Art. 9. Moduli didattici integrativi post-base 1. Sono previste misure compensative in tutti i casi in cui la formazione pregressa risulti insufficiente, per la parte sanitaria o per quella sociale. Art. 10. Materie di insegnamento 1. Le materie di insegnamento, relative ai moduli didattici di cui all'art. 8, sono articolate nelle seguenti aree disciplinari: a. area socio culturale, istituzionale e legislativa; b. area psicologica e sociale; c. area igienico sanitaria; d. area tecnico operativa. 2. Le materie di insegnamento sono riassunte nell'allegata tabella C, che forma parte integrante del presente decreto. Art. 11. Tirocinio 8

1. Tutti i corsi comprendono un tirocinio guidato, presso le strutture ed i servizi nel cui ambito la figura professionale dell'operatore sociosanitario è prevista. Art. 12. Esame finale e rilascio dell'attestato 1. La frequenza ai corsi è obbligatoria e non possono essere ammessi alle prove di valutazione finale coloro che abbiano superato il tetto massimo di assenze indicato dalla regione o provincia autonoma nel provvedimento istitutivo dei corsi, e comunque non superiore al 10% delle ore complessive. 2. Al termine del corso gli allievi sono sottoposti ad una prova teorica e ad una prova pratica da parte di una apposita commissione d'esame, la cui composizione è individuata dal citato provvedimento regionale e della quale fa parte un esperto designato dall'assessorato regionale alla sanità ed uno dall'assessorato regionale alle politiche sociali. 3. In caso di assenze superiori al 10% delle ore complessive, il corso si considera interrotto e la sua eventuale ripresa nel corso successivo avverrà secondo modalità stabilite dalla struttura didattica. 4. All'allievo che supera le prove, è rilasciato dalle regioni e province autonome un attestato di qualifica valido su tutto il territorio nazionale, nelle strutture, attività e servizi sanitari, socio sanitari e socio assistenziali. Art. 13 Titoli pregressi 1. Spetta alle regioni e province autonome, nel contesto del proprio sistema della formazione, quantificare il credito formativo da attribuirsi a titoli e servizi pregressi, in relazione all'acquisizione dell'attestato di qualifica relativo alla figura professionale di operatore socio- sanitario, prevedendo misure compensative in tutti i casi in cui la formazione pregressa risulti insufficiente, per la parte sanitaria o per quella sociale, rispetto a quella prevista dal presente decreto. ALLEGATO A Elenco delle Principali attività previste per L'Operatore Sociosanitario 1. Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero: - assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale; - realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; - collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psicofisiche residue, alla rieducazione, riattivazione, recupero funzionale; - realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi; - coadiuva il personale sanitario e sociale nell'assistenza al malato anche terminale e morente; - aiuta la gestione dell'utente nel suo ambito di vita; - cura la pulizia e l'igiene ambientale. 2. Intervento igienico sanitario e di carattere sociale: - osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell'utente; - collabora alla attuazione degli interventi assistenziali; - valuta, per quanto di competenza, gli interventi più appropriati da proporre; - collabora alla attuazione di sistemi di verifica degli interventi; - riconosce ed utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione e relazione appropriati in relazione alle condizioni operative; - mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l'utente e la famiglia, per l'integrazione sociale ed il mantenimento e recupero della identità personale. 3. Supporto gestionale, organizzativo e formativo: - utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio; - collabora alla verifica della qualità del servizio; - concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini ed alla loro valutazione; - collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento; - collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività semplici. ALLEGATO B Competenze dell'operatore Socio-Sanitario competenze tecniche In base alle proprie competenze ed in collaborazione con altre figure professionali, sa attuare i piani di lavoro. È in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli ecc.). È in grado di collaborare con l'utente e la sua famiglia: 9

- nel governo della casa e dell'ambiente di vita, nell'igiene e cambio biancheria; - nella preparazione e/o aiuto all'assunzione dei pasti; - quando necessario, e a domicilio, per l'effettuazione degli acquisti; - nella sanificazione ambientale. È in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi e il riordino del materiale dopo l'assunzione dei pasti. Sa curare il lavaggio, l'asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare. Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico sanitario, e dei campioni per gli esami diagnostici, secondo protocolli stabiliti. Sa svolgere attività finalizzate all'igiene personale, al cambio della biancheria, all'espletamento delle funzioni fisiologiche, all'aiuto nella deambulazione, all'uso corretto di presidi, ausili e attrezzature, all'apprendimento e mantenimento di posture corrette. In sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di: aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso; - aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie; - osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l'utente può presentare (pallore, sudorazione ecc.); - attuare interventi di primo soccorso; - effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse; - controllare e assistere la somministrazione delle diete; - aiutare nelle attività di animazione e che favoriscono la socializzazione, il recupero ed il mantenimento di capacità cognitive e manuali; - collaborare ad educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi; - provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella o carrozzella; - collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento; - utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell'utente, riducendo al massimo il rischio; - svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche burocratiche; - accompagnare l'utente per l'accesso ai servizi. competenze relative alle conoscenze richieste Conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche connesse. Conosce le diverse fasi di elaborazione dei progetti di intervento personalizzati. Riconosce per i vari ambiti, le dinamiche relazionali appropriate per rapportarsi all'utente sofferente, disorientato, agitato, demente o handicappato mentale ecc. È in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell'utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche. Conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e specifici relativi all'utente. Conosce le condizioni di rischio e le più comuni sindromi da prolungato allettamento e immobilizzazione. Conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro famigliari. Conosce l'organizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella delle reti informali. competenze relazionali Sa lavorare in équipe. Si avvicina e si rapporta con l'utente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo in tutte le attività quotidiane di assistenza; sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e stimolando al dialogo. È in grado di interagire, in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente. Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei territori. Sa sollecitare ed organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno alla partecipazione ad iniziative culturali e ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale. È in grado di partecipare all'accoglimento dell'utente per assicurare una puntuale informazione sul servizio e sulle risorse. È in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. 10

Affiancandosi ai tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti operativi. ALLEGATO C Obiettivi di Modulo e Materie di Insegnamento Primo modulo (200 ore di teoria): - acquisire elementi di base utili per individuare i bisogni delle persone e le più comuni problematiche relazionali; - distinguere i sistemi organizzativi socio-assistenziali e la rete dei servizi; - conoscere i fondamenti dell'etica, i concetti generali che stanno alla base della sicurezza e della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro, nonché i principi che regolano il rapporto di dipendenza del lavoratore (doveri, responsabilità, diritti...); - conoscere i concetti di base dell'igiene e i criteri attraverso i quali mantenere la salubrità dell'ambiente. Secondo modulo (250 ore di teoria, 100 esercitazioni, 450 tirocinio): - riconoscere e classificare i bisogni ed interpretare le problematiche assistenziali derivanti in relazione alle principali caratteristiche del bambino, della persona anziana, della persona con problemi psichiatrici, con handicap, ecc. o in situazioni di pericolo; - identificare tutti gli elementi necessari alla pianificazione dell'assistenza, collaborando con le figure professionali preposte; - riconoscere le principali alterazioni delle funzioni vitali al fine di attivare altre competenze e/o utilizzare tecniche comuni di primo intervento; - applicare le conoscenze acquisite per: mantenimento di un ambiente terapeutico adeguato - cura della persona - mantenimento delle capacità residue - recupero funzionale; - conoscere ed applicare le diverse metodologie operative presenti nelle sedi di tirocinio; - conoscere i principali aspetti psico-sociali dell'individuo e del gruppo al fine di sviluppare abilità comunicative adeguate alle diverse situazioni relazionali degli utenti e degli operatori nonché conoscere le caratteristiche, le finalità e le prestazioni di assistenza sociale allo scopo di concorrere, per quanto di competenza, al mantenimento dell'autonomia e dell'integrazione sociale dell'utente. cosa è avvenuto nel VENETO Dopo la pubblicazione del profilo dell Operatore Socio Sanitario con l Accordo Stato Regioni del 22.2.2001 sono state compiuti vari atti per l avvio di questo processo di cambiamento: Accordo CGIL CISL UIL con la Regione Veneto del 30.7.2001 Legge Regionale n.20 del 16.8.2001 La figura professionale dell operatore socio-sanitario Avvio dei corsi di formazione per l anno 2001/2002 (DGR 3911/2001) Accordo + Legge Regionale: o o o recepiscono l accordo nazionale prevedono l avvio dei corsi di formazione per operatore socio-sanitario prevedono la riqualificazione del personale già dipendente per creare una unica figura nei servizi sociali e sanitari Azione svolte in Veneto: riqualificato tutto il personale dipendente per arrivare ad una unica figura professionale riconoscere al personale dipendente già in possesso dei requisiti l equipollenza del titolo formazione propedeutica all accesso al corso facoltativo alla formazione complementare per diventare operatore socio-sanitario con formazione complementare (corso 20 ore DGR.3973/2002) = attenzione è figura non ancora prevista giuridicamente cioè esiste percorso formativo ma non riconoscimento del profilo. 11

EQUIPOLLENZA DEI TITOLI QUALI OPERATORI POSSONO ESSERE CONSIDERATI OPERATORE SOCIO-SANITARIO? In riferimento alla Delibera di Giunta Regionale n.1778 e Delibera di Giunta Regionale n.2230 del 2002 (dopo l accordo con CGIL-CISL-UIL del 12 aprile 2002), alla Legge Regionale n. 20/ 2001 e alla Legge Regionale n. 17/ 2002 sono riconosciuti titoli equipollenti a quello di Operatore Socio Sanitario i seguenti attestati o diplomi: TITOLI EQUIPOLLENTI Corso OAA/OTAA durata superiore a 1000 ore Corso OAA/OTAA da 550 a 1000 ore Titoli quinquennali: di Assistenza per Comunità infantile di Tecnico dei servizi sociali con attestato regionale di Dirigente di comunità inoltre: l Attestato di Assistente Geriatrico e familiare il Diploma di Cura per anziani nelle case di cura il Titolo triennale di Assistente l Infanzia ATTENZIONE: PER TITOLI DIVERSI POSSEDUTI, SI FA RICHIESTA ALLA REGIONE DI RICONOSCIMENTO DEI CREDITI FORMATIVI 12

E L INTEGRAZIONE CON GLI INFERMIERI Agli inizi degli anni 80 è stato condotta un indagine, nella Regione Veneto, per quantificare la percentuale di attività improprie svolte dagli infermieri. La ricerca ha evidenziato che gli infermieri svolgono circa il 30% di attività improprie A distanza di anni questo dato è aumentato (ci sono ricerche che quantificano la percentuali di attività improprie finoi ad arrivare al 70%). Gli infermieri oggi sul mercato del lavoro sono pochi e quei pochi sono male utilizzati aggravando la situazione di emergenza infermieristica. Oggi l emergenza infermieristica è resa ancor più difficile perché: - è cambiata la formazione e con questa la consapevolezza professionale degli infermieri - sono cambiati i bisogni di salute della popolazione - sono molteplici i livelli di competenza necessari - è cambiata l organizzazione del lavoro (part-time, problemi di salute ecc..) - è aumentata la complessità assistenziale infine si è in presenza di: - scarso riconoscimento sociale di questa professione - modelli organizzativi vecchi e superati Per tutte queste ragioni, è chiaro che svolgere la professione dell infermiere, oggi, è più difficile. Per rivalutare la professione infermieristica bisogna saper riconoscere le priorità e puntare all appropriatezza. è necessario: - guardare in modo nuovo al rapporto infermiere e paziente, - passare alla presa in carico del paziente Si tratta, quindi, di saper valutare la complessità e quindi progettare gli interventi con l obiettivo della presa in carico globale del paziente Nell analizzare l appropriatezza dell intervento di assistenza infermieristica, si deve riflettere su: quali sono le attività da delegare L istituzione del nuovo profilo dell Operatore Socio-Sanitario, ha accelerato queste riflessioni nell ambito della professione infermieristica, aprendo dibattiti e discussioni. L inserimento delle figure di supporto nei processi assistenziali è un processo irreversibile. L infermiere è coinvolto a pieno titolo in questo cambiamento dei modelli organizzativi. Cambia il modo di operare, con l avvio di un processo di integrazione fra le varie figure professionali. 13

PER CONCLUDERE Le problematiche emerse da questa analisi ci fanno capire che i cambiamenti nei processi assistenziali negli ambiti sanitario, socio-sanitario e sociale, sono molteplici e continui ed è necessario essere preparati a governarli. L integrazione del personale di supporto all assistenza deve essere un percorso pianificato e progettato attraverso l analisi dei processi assistenziali perché l equipe indichi gli ambiti degli interventi delle varie professionalità. Il percorso dovrà comprendere piani formativi per garantire le competenze e l integrazione tra le varie figure professionali presenti nei piani di assistenza socio-sanitari e sociali. L azione sindacale è fondamentale in quanto si interviene nell ambito dell organizzazione del lavoro dove, oltre ai temi classici di contrattazione (produttività, dotazioni organiche organizzazione del lavoro, ecc..), si dovrà intervenire sui percorsi di carriera per la valorizzazione di questi operatori. Quindi il sindacato dovrà prioritariamente garantire il collocamento degli operatori socio-sanitari nella corretta posizione giuridica. La CGIL ti invita a riflettere sull importanza e sul valore del profilo dell Operatore Socio-Sanitario e sulla necessità di governare questi processi di cambiamento, per evitare abusi e scorretto utilizzo del personale. Per questo la CGIL è al fianco dei lavoratori per la tutela dei loro diritti. Rivolgiti alla CGIL per ogni informazione o approfondimento che riterrai necessario. Non subire in silenzio: informati rispetto alla tua vita lavorativa, su quali sono i tuoi doveri e i tuoi diritti. www.fpcgilveneto.it 14

le principale sedi della FP CGIL in Veneto F.P. CGIL BELLUNO Via Carrera, 15-32100 BELLUNO Tel. 0437. 948046 Fax 0437.940281 e-mail: fp.belluno@veneto.cgil.it F.P. CGIL PADOVA Via Longhin, 117/121-35100 PADOVA Tel. 049.8944225 Fax 049.8944226 e-mail: fp.padova@veneto.cgil.it F.P. CGIL MESTRE VENEZIA Via Ca' Marcello,10-30172 MESTRE -VE Tel. 041.5315285 Fax 041.5315245 e-mail: fp.venezia@veneto.cgil.it F.P. CGIL ROVIGO Via Verdi, 27-45100 ROVIGO Tel. 0425 428316 Fax 428340 e-mail: fp.rovigo@veneto.cgil.it FP CGIL AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA via Gattamelata, 1 35100 PADOVA tel. 049.8213954 fax 049.8213993 e-mail: cgil.aopd@sanita.padova.it F.P. CGIL TREVISO Via Dandolo, 2 D - 31100 TREVISO Tel. 0422 409242 Fax 403731 e-mail: flfp@cgiltreviso.it F.P. CGIL VERONA Via Settembrini, 6-37123 VERONA Tel. 045 8674657 Fax 8010078 fp.verona@veneto.cgil.it F.P. CGIL VICENZA Via Vaccari,128-36100 VICENZA Tel. 0444 567300 Fax 567682 e-mail: fp.vicenza@veneto.cgil.it 15