FNOMCeO COMUNICAZIONE N. 68. Al PRESIDENTI DEGLI ORDINI PROVINCIALI DEl MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI

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Roma, ----- --- FNOMCeO COMUNICAZIONE N. 68 l'rot. N : ------ Ri(. N ora: Al PRESIDENTI DEGLI ORDINI PROVINCIALI DEl MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI l<e$p. l'roced.: Resp. lsrwr.: OGGETTO : - Dr. Marcello Fontana Al PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI PER GLI ISCRITII ALL'ALBO DEGLI ODONTOIATRI ~ Agenzia dell'entrate Risoluzione n. 88/E del 19 ottobre 2015- Fatturazione e regime fiscale dei compensi da versare ai medici, dipendenti in rapporto esclusivo, che svolgono attività di CTU. Cari Presidenti, si ritiene opportuno trasmettere la Risoluzione n.. 88/E del 19 ottobre 2015 dell'agenzia dell'entrate recante "Interpello - ART. 11, legge 27 luglio 2000, n.212. Fatturazione e regime fiscale dei compensi da versare ai medici, dipendenti in rapporto esclusivo, che svolgono attività di consulente tecnico d'ufficio (CTU), artt. 1, comma 209, della L. n. 244 del 2007 e 50 e ss. del TUIR". Si rileva in particolare che l'agenzia dell'entrate ha affermato che il medico dipendente, in rapporto esclusivo, dell'azienda sanitaria, qualora effettui solo in via occasionate prestazioni medico-legali, non è obbligato all'apertura della partita IVA né all'emissione di fattura elettronica. L'Agenzia dell'entrate rileva che, per stabilire se è necessario o meno ricorrere alla fatturazione elettronica quando ci si trovi in relazione con una pubblica amministrazione, la regola cardine del sistema è quella che impone di verificare se un'operazione sia rilevante ai fini IVA e, in caso affermativo, considerare la natura del committente/cessionario: solo qualora si tratti di pubblica amministrazione sarà necessario procedere alla fatturazione elettronica, salvo le ipotesi. in cui forme alternativa di documentazione siano legislativamente previste. L'Agenzia delle Entrate richiama poi quanto già chiarito in precedenti documenti di prassi (Risoluzione n. 42/E del 2007) ossia che per i medici, dipendenti in rapporto esclusivo, autorizzati a espletare consulenze medico-legali a titolo personale al di fuori dell'attività intramuraria, occorre distinguere l'ipotesi in cui le prestazioni siano rese all'autorità giudiziaria nell'ambito di un procedimento FN OMCeO Fe derazio ne Naz io nale deg li O rdin i dei M edic i Chirurghi e deg li O d o nto iatri Pin zzil Col n di l{ienzo, 80/A - 00192 Roma - Telefono 06 36 20 3 1 Fax 06 32 22 794 - e-mai l: segretcrin fnomceo.it - C. F. 023400 l 0582

penale da quella in cui tali prestazioni siano rese nel quadro di un giudizio civile o eseguite per finalità assicurative, amministrative e s imili. Nella prima ipotesi (giudizio penale), l'attività di consulenza prestata costituisce esercizio di pubblica funzione e, in base all'art. 50, comma 1, lettera f), del D.P.R. n. 917 del 1986 (TUIR), non è di per sé idonea a configurare il presupposto soggettivo ai fini lva, in quanto può essere ricondotta all'esercizio di attività professionali o all'esercizio d'impresa solo se posta in essere da un soggetto che svolge altre attività di lavoro autonomo o d'impresa. Eventualità nella quale l'attività di consulenza tecnica d'ufficio, assumendo rilievo ai fini lva, sarebbe da assoggettare a imposta e da documentare con fattura elettronica. Quanto alla seconda ipotesi (prestazioni rese nell'ambito di un giudizio civile o eseguite per finalità assicurative, amministrative e simili), l'agenzia delle Entrate osserva che, se la consulenza è svolta con carattere di abitualità da parte del professionista, il relativo reddito dovrà essere assoggettato al regime del reddito di lavoro autonomo (art. 53 del TUIR). Ne consegue l'applicabilità della disciplina prevista per i redditi di natura professionale (art. 54 del TUIR), che implica, sotto il profilo dell'imposta sul valore aggiunto, non solo il necessario possesso (o apertura) della partita IVA, ma anche l'obbligo della fatturazione elettronica quando chi eroga i compensi è una pubblica amministrazione. Al fine di consentire un esame più approfondito della materia si allega copia della Risoluzione indicata in oggetto (Ali. n. 1 ). Cordiali saluti IL PRESIDENTE Dott.ssa Roberta Chersevani (_,. /-~ Ali. n. 1

RISOLUZIONE N. 88 /E genzia ~). n tra te Direzione Centrale Normativa Roma, 19 ottobre 2015 OGGETTO: Interpello -ART. 11, legge 27 luglio 2000, n.212. Fatturazione e regime fiscale dei compensi da vers(tre ai medici, dipendenti in rapporto esclusivo, elle svolgono attività di consulente tecnico d'ufficio (CTU), arti. l, comma 209, della L. n. 244 del 2007 e 50 e ss. del TUIR Con l' interpello specificato in oggetto, concernente l'interpretazione dell'art. l, comma 209, della L. n. 244 del 2007, è stato posto il seguente QUESITO L'istituto Nazionale Previdenza Sociale, "INPS" (di seguito anche "l'istante" o "l' istituto"), chiede di conoscere quale sia il regime fiscale da applicare ai compensi che devono essere versati ad un professionista, nella specie medico geriatra alle dipendenze di una Azienda Sanitaria Locale (ASL), il quale ha svolto l'attività di consulente tecnico d'ufficio (CTU) nel corso di un giudizio avanti il Tribunale di...

2 In particolare, l'istituto domanda se i compensi vadano assoggettati ad imposta sul valore aggiunto (IV A), con eventuale fattura elettronica e quali redditi producano. SOLUZIONE INTERPRETATIV A PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE L'INPS è dell'avviso che il medico non presti servizio occasionale, essendo iscritto negli albi di CTU e Periti presso il Tribunale, rendendo, quindi, prestazioni con tendenziale carattere di periodicità e abitualità. L'INPS rileva, altresì, la sua impossibilità a pagare i corrispettivi in assenza di una fattura elettronica. PARERE DELL'AGENZIA DELLE ENTRA TE In primo luogo, occorre rammentare che con propria nota pro t. n. 124 721 del 2 ottobre 2014, ripresa poi sul sito istituzionale dell'inps (cfr. il messaggio n. 7842 del 20 ottobre 2014, disponibile per la consultazione all'indirizzo http://www.inps.it/bussola/visualizzadoc.aspx?svirtualurl=%2fmessaggi%2fme ssaggio%20numero%207842%20del%2020-1 0-2014.htm), nel rispondere ad altro interpello presentato dall'istituto (n.../2014), la scrivente ha già evidenziato che la disciplina in materia di fattura elettronica- secondo le modifiche recate al D.P.R. n. 633 del1972 dalla legge di stabilità 201 3 (legge n. 228 del 2012)- non ha creato una categoria sostanziale nuova o diversa dalla fattura "ordinaria", con la conseguenza che, pur nel limite della compatibilità con gli elementi che la caratterizzano, continuano a trovare applicazione tutti i chiarimenti già in precedenza emanati in riferimento generale alla fatturazione, nonché le deroghe previste da specifiche disposizioni normative di settore.

3 Tale indicazione è, altresì, valida nell'ambito delle forniture di beni e servizi nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, laddove, dal 31 marzo 2015, la fatturazione elettronica è l'unica modalità di certificazione dei corrispettivi ammessa (cfr. il D.M. n. 55 del 2013, recante "regolamento in materia di emissione, trasmissione e ricevimento della fattura elettronica da applicarsi alle amministrazioni pubbliche ai sensi dell'articolo l, commi da 209 a 213, della legge 24 dicembre 2007, n. 244", nonché il successivo D.L. n. 66 del 2014, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo l, comma l, della L. 23 giugno 2014, n. 89). Va notato, infatti, che sebbene abbiano previsto una modalità obbligatoria di fatturazione, le disposizioni emanate non hanno introdotto, per quanto qui interessa, nuove ipotesi di operazioni soggette ad obbligo di fatturazione ex articolo 21 del D.P.R. n. 633 del 1972, né abrogato le disposizioni previgenti che già consentivano forme alternative di documentazione delle operazioni imponibili. In altre parole, regola cardine del sistema è quella che impone di verificare se un'operazione sia rilevante ai fini dell'iv A (soggettivamente ed oggettivamente) e, in caso affermativo, considerare la natura del committente/cessionario: solo qualora egli sta uno dei soggetti legislativamente individuati come "pubblica amministrazione" (cfr., da ultimo, la circolare n. 1/DF del 9 marzo 2015) sarà necessario procedere alla fatturazione elettronica, salve le ipotesi in cui forme alternative di documentazione siano legislativamente previste. Venendo al caso rappresentato, in precedenti documenti di prassi (cfr., in specie, la risoluzione n. 42/E del 2007), si è chiarito che per i medici, dipendenti in rapporto esclusivo, autorizzati ad espletare la consulenza medico-legale a titolo personale al di fuori dell'attività intramuraria, occorre distinguere due eventualità: a) quella in cui le prestazioni medico-legali siano rese all'autorità giudiziaria, nell'ambito del procedimento penale; b) quella in cui tali prestazioni siano rese nel quadro di un giudizio civile o eseguite per finalità assicurative, amministrative e simili.

4 Nel primo caso (giudizio penale), l'attività di consulenza prestata costituisce esercizio di pubblica funzione. Il trattamento fiscale dei relativi compensi va, quindi, determinato ex articolo 50, comma l, lettera f), del D.P.R. n. 917 dell986 (TUIR). Siamo di fronte, pertanto, a compensi rientranti tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, i quali, tuttavia, in base alla stessa disposizione, perdono tale qualificazione per essere attratti nella categoria reddituale propria del soggetto esercente la pubblica funzione, nell'ipotesi in cui questi svolga attività di lavoro autonomo o di impresa. Le attività che costituiscono pubbliche funzioni, secondo la previsione del richiamato articolo 50, lettera f), infatti, non sono di per sé idonee a configurare il presupposto soggettivo ai fini IV A, in quanto possono essere ricondotte all'esercizio di attività professionali o all'esercizio d'impresa solo se poste in essere da soggetti che svolgono altre attività di lavoro autonomo o d'impresa. In tale ultima ipotesi, l'attività di consulenza tecnica d'ufficio nell'ambito di un giudizio penale assume rilievo anche ai fini IV A, con la conseguenza che la prestazione è assoggettata al tributo e deve essere documentata con fattura elettronica. Quanto alla fattispecie prima richiamata sub b) - prestazioni rese nell'ambito di un giudizio civile o eseguite per finalità assicurative, amministrative e simili - se l'attività di consulenza è svolta con carattere di abitualità da parte del professionista, il relativo reddito dovrà essere assoggettato al regime proprio del reddito di lavoro autonomo, di cui all'articolo 53 del TUIR. Ne deriva l'applicabilità della disciplina prevista per i redditi di natura professionale dell'articolo 54 del TUIR che implica, sotto il profilo dell'imposta sul valore aggiunto, non solo il necessario possesso (o apertura) della partita IV A, ma anche l'obbligo di fatturazione elettronica (laddove chi eroga i compensi abbia la qualifica soggettiva indicata nella citata circolare n. 1/DF del 2015).

5 Qualora, invece, l'attività di consulenza medico-legale sia prestata in maniera occasionate, i relativi onorari vanno qualificati come redditi diversi - ex articolo 67, comma l, lettera l), del TUIR - poiché trattasi di compensi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente. In quest'ultima eventualità, atteso l'esercizio non abituale, le operazioni restano escluse dal campo di applicazione dell'iv A per carenza del presupposto soggettivo previsto dall'articolo 5 del D.P.R. n. 633 dell972. Ne deriva che il medico dipendente, in rapporto esclusivo, dell'azienda sanitaria, qualora effettui solo in via occasionate prestazioni medico-legali, non è obbligato all'apertura della partita IV A né all'emissione di fattura elettronica. In questo senso, fermo restando che la valutazione dell'occasionalità, da effettuare caso per caso, esula da quelle esperibili in tale sede - né sarebbe comunque possibile, stante l'omessa indicazione nell'istanza presentata di specifici riferimenti in merito - giova ricordare che l'iscrizione volontaria in apposito albo professionale può costituire indizio di abitualità: «l'abitualità dell'esercizio professionale, non identificabile con la sua esclusività (come espressamente ribadisce il citato art. 5), è insita nella volontaria iscrizione del professionista nell'albo dei consulenti tecnici, costituente titolo per l'affidamento di compiti in modo ricorrente, secondo criteri di rotazione, non in via meramente occasionale o saltuaria» (cosi Cass. Civ. n. 2297 del 27 marzo 1987). ****** Le Direzioni regionali vigileranno affinché i principi enunciati e le istruzioni fornite con la presente risoluzione vengano puntualmente osservati dalle Direzioni provinciali e dagli Uffici dipendenti. IL DIRETTORE CENTRALE