LE MONTAGNE DEI FARAONI

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LIBRO IN ASSAGGIO LE MONTAGNE DEI FARAONI DI ZAHI HAWASS

Le montagne dei faraoni la storia mai raccontata dei costruttori delle piramidi DI ZAHI HAWASS I. Il regno di Snefru Il re Snefru era molto compiaciuto. Suo fratello Rahotep, un bel giovane energico dai capelli neri e dai baffi arditi, era tornato carico di bottino da una serie di incursioni sulla frontiera meridionale con la Nubia. I Nubiani avevano combattuto debolmente e si erano arresi quasi senza colpo ferire. La potenza del re egizio era ormai una leggenda nei paesi stranieri. E l arrivo delle sue truppe ben addestrate, capaci di superare gli insormontabili salti rocciosi della prima cateratta con rapidità ed efficienza aveva seminato la paura nel cuore del nemico. Settemila donne e uomini robusti, con duecentomila capi di prezioso bestiame, si erano arresi alla spedizione reale. Queste famiglie avrebbero potuto essere messe al lavoro per dissodare le tenute regie sparse qua e là lungo il fiume Nilo custodendo le greggi del re e contribuendo a edificarne i monumenti. Snefru era talmente soddisfatto del fratello minore che ordinò agli scultori reali di creare dal pia fine calcare statue squisite del principe e della moglie, la bella Nofret. Non poteva certo supporre che gli archeologi si sarebbero imbattuti in queste stesse statue quattromilacinquecento anni dopo o che l operaio che per primo posò gli occhi sulle facce dipinte di Rahotep e di sua moglie, con gli occhi barbaglianti per i cristalli incastonati, ne sarebbe rimasto talmente sconvolto che il cuore cessò di battergli per sempre. Snefru è stato riverito in tutta la storia faraonica quale governante saggio e benefico. Fu uno dei pii potenti re dell antico Egitto, fondatore di una grande dinastia; inaugurò un periodo di imponenti imprese, un era di potere e di mistero. Snefru fu un monarca energico che inviò spedizioni commerciali e militari nei paesi vicini e portò avanti un ambizioso programma architettonico all interno dei confini egizi, lasciando in eredità non meno di quattro piramidi. Il nome con cui venne ricordato, Ptah-Snefru («Ptah è colui che rende le cose belle»), ci rivela come per gli Egiziani delle epoche successive egli fosse l emblema del re eccellente. Era tenuto in così alto onore che venne deificato cinquecento anni dopo la morte; il suo culto fu attivo per migliaia di anni. La madre di Snefru era una regina di nome Mersyankh, moglie di Huni, l ultimo re della III dinastia. Poiché si considera Snefru l iniziatore di una nuova dinastia, pensiamo che Mersyankh non MONDOLIBRI S.P.A. PIVA: 12853650153 PAG. 2

fosse la moglie principale di Huni, ma piuttosto una regina secondaria. Huni e la sua prima regina, di cui non conosciamo il nome, avevano una figlia, Hetepheres. Se la coppia reale principale ha avuto dei figli maschi, devono essere tutti morti prima del padre. Per assicurare la linea di successione, Huni fece sposare Snefru con la sorellastra Hetepheres conferendogli cosi il diritto al trono. Nell antico Egitto, le regine la moglie principale del sovrano, sua madre e talvolta la figlia maggiore simboleggiavano il principio femminile ed erano essenziali per un corretto governo. Alcune di queste regine esercitarono in prima persona un autorità e un potere considerevoli: sappiamo di quattro regine risalenti a vari periodi della storia egizia che governarono effettivamente il paese, anche se ciò era contrario ai canoni fondamentali della regalità egizia. In realtà, non ci sono ben note le regole di successione in vigore nell Antico Regno, sebbene, in linea di massima, si presuma che il nuovo monarca dovesse essere il figlio maggiore del sovrano regnante e della moglie principale (per quanto non vi siano particolari riprove della cosa, eccetto per le pratiche meglio note dei re del Nuovo e del Medio Regno). Personalmente, non sono persuaso che il primo figlio dovesse ereditare il trono, giacché sappiamo di molti primogeniti che ricoprirono importanti cariche amministrative, ma che non furono re. In ogni caso, quando, per qualsiasi ragione, il successore era figlio di una moglie di rango inferiore o proveniva da un ramo secondario della famiglia reale, la sua pretesa veniva solitamente consolidata in virtù del matrimonio con una figlia del sovrano, in specie se generata dalla moglie principale. Spesso, ciò significava sposare una sorellastra o una nipote: una pratica comune per i re. Talvolta il sovrano poteva anche sposare una sorella da parte di madre e di padre. Le ragioni di questo costume non sono chiare. Forse, lo scopo era di consolidare il potere familiare o, più probabilmente, giocava il precedente nei matrimoni delle coppie di fratelli divine. Le nozze fratello-sorella sono piuttosto usuali nella mitologia egizia. Il dio della terra Geb sposò la sorella Nut, dea della volta celeste, e i quattro figli cui diedero i natali si accoppiarono tra di loro: il primogenito Osiride sposò la sorella Iside, e il secondogenito, Seth, sposò la secondogenita, Nefti. La prima regina e la regina madre condividevano la divinità del re e ricoprivano anche ruoli importanti nella vita religiosa del paese. Mentre il re era associato a immagini maschili, come il falco Horo (una divinità del cielo) e il toro (un simbolo poderoso dell autorità sovrana), la moglie era identificata con la dea avvoltoio Nekhbet, la divinità tutelare dell Alto Egitto, e con la dea vacca Hathor, figlia del dio sole Ra e protettrice di Horo. MONDOLIBRI S.P.A. PIVA: 12853650153 PAG. 3

Così, sotto un certo profilo, si può presumere che Huni, combinando il matrimonio di Snefru, come futuro re Horo, con la sorellastra Hetepheres, quale incarnazione di Hathor, mantenesse l ordine divino. Sotto un altro e più pratico profilo, penso che tutto ciò servisse a mantenere il potere nell ambito della famiglia. Snefru diventò re alla morte del padre, circa nel 2649 a.c. Quando per la prima volta cinse la doppia corona, simbolo dell unità della nazione, l Egitto era già uno stato forte e ricco, e sicuro all interno dei propri confini. I deserti costituivano una formidabile barriera a est e a ovest; il Mediterraneo proteggeva il confine settentrionale; e le cateratte affioramenti di granito spezzavano il Nilo a sud, rendendo difficile la navigazione e proteggendo l Egitto interno da minacce di invasione. Durante il regno di Snefru, l Egitto diventò ancora più potente, con la disponibilità di enormi risorse di prodotti e manodopera. Il ruolo del monarca era centrale per l insieme della società egizia. La visione del mondo degli antichi Egiziani si basava sull importante concetto filosofico della ma at che era raffigurato con una piuma, o con una dea con una piuma sulla testa e che viene tradotto rozzamente con «verità» o «giustizia». Il più ampio e preciso significato di ma at era il corretto funzionamento del cosmo, il modo in cui le cose dovevano essere. Il mondo egizio ideale era un luogo di stabilità e predicibilità, nel quale le tenebre, con il loro caos e le acque sconfinate che precedevano e circondavano il cosmo, erano tenute a bada dall eterno rinnovarsi della creazione. Tale incessante rinascita era rappresentata ogni giorno sulla scena terrestre dal sorgere e dal tramontare del sole e si rifletteva in tanti altri eventi meno grandiosi. La fertilità della terra era assicurata dall annuale inondazione del Nilo e dal prevedibile ciclo delle stagioni. I campi venivano preparati; le messi erano seminate e mietute; gli animali domestici nascevano, venivano allevati e ammazzati; e le creature selvagge che vivevano ai margini della terra animali del deserto, pesci, uccelli selvatici e uomini stranieri erano tutte tenute ufficialmente sotto controllo dagli sforzi della casa reale. Il re aveva la responsabilità primaria di mantenere la ma at. Era suo compito, come incarnazione terrestre del dio Horo, garantire che il mondo continuasse a funzionare correttamente. Sappiamo che il dio Horo, rappresentato come un falco, era importante sin dai primi tempi della monarchia egizia. Un mito importante, ricostruito da fonti più tarde, ci racconta che all inizio del tempo Horo era figlio del dio sole Ra e reggitore del cielo. Aveva due occhi: il sole e la luna. Un dio demoniaco, Seth, feriva ciclicamente il suo occhio lunare, così ogni mese esso svaniva MONDOLIBRI S.P.A. PIVA: 12853650153 PAG. 4

per poi ricomparire una volta risanato. Secondo un altro mito, Seth era fratello di Osiride, primo re dell Egitto. Seth era geloso del fratello e cospirò per assassinarlo, dopodiché ne fece a pezzi il corpo, poi li sparse sulla terra e si impossessò del trono. Iside, la moglie-sorella di Osiride, raccolse i pezzi e li mise insieme in un simulacro di corpo e fece rivivere il marito per il tempo sufficiente a concepire un figlio, Horo. Iside allevò Horo in segreto e, quando egli ebbe raggiunto l età giusta, lo portò al concilio degli dèi perché reclamasse il trono del padre. Dopo molte altalenanti vicende e dopo cospicui ma non fatali spargimenti di sangue, Horo recuperò il trono e diventò re dell Egitto, prima della parte nord (Basso Egitto) e poi dell intero paese. Il re occupava una posizione intermedia tra la sfera terrestre e quella celeste e intercedeva presso gli dèi a favore dei sudditi. Il rituale religioso era uno strumento importante per mantenere la ma ai. Il re era, in teoria, il sommo sacerdote di tutti i templi; in una nazione dove non c era reale divisione tra chiesa e stato, non sì trattava di un compito di poco conto. Tutte le sue attività ufficiali, dalle campagne militari ai progetti edilizi, alla gestione della corte, all esecuzione di cerimonie di vario tipo, facevano in qualche modo parte del suo dovere di mantenere l armonia dell universo. Il nome che Snefru assunse ascendendo al trono, Nebma at, ovvero «Signore della ma ai», riflette la sua preoccupazione di mantenere il conveniente ordine cosmico. Aggiornata il giovedì 17 aprile 2008 Edizione Mondolibri S.p.A., Milano www.mondolibri.it MONDOLIBRI S.P.A. PIVA: 12853650153 PAG. 5