SVASO DEL BACINO ARVO PIANO DI RECUPERO DELLA FAUNA ITTICA Maggio 2013
SVASO DEL BACINO ARVO PIANO DI RECUPERO DELLA FAUNA ITTICA Maggio 2013 COORDINAMENTO ING. FERDINANDO BONDIOLOTTI ING. SEBASTIANO MUNI AUTORI: DR. GAETANO GENTILI DR. ANDREA ROMANÒ DR. ANDREA BUCCHINI DR.SSA ALESSANDRA BALLERIO VIA REPUBBLICA 1 21020 VARANO BORGHI (VA) ITALIA TEL: 0332-961097 FAX: 0332-961162 E-MAIL: info@graia.eu
1 Premessa Nell autunno 2013 è previsto lo svaso del serbatoio Arvo, a fini ispettivi e manutentivi delle opere di presa e di scarico. Tale svuotamento, unito alla fluitazione, nel torrente a valle della diga, del sedimento trasportato dalle acque dei torrenti immissari, determinerà effetti sulla fauna ittica. Ai fini di rispondere alle prescrizioni in merito del Parco Nazionale della Sila, stimare gli effetti sulla fauna ittica del serbatoio e del torrente a valle e definire le attività di salvaguardia da mettere in atto, è stato predisposto il presente piano di attività. In particolare sono stati effettuati i seguenti approfondimenti: il lago e le sue condizioni ecologiche; la sua fauna ittica; le indicazioni del Parco Nazionale della Sila; le attività previste; i monitoraggi di controllo. Si rimanda alla documentazione tecnica già prodotta per ulteriori dettagli relativi al contesto ambientale ed al piano di monitoraggio delle svaso, per l insieme delle attività di controllo previste durante le operazioni. Figura 1: il bacino Arvo
Profondità (m) 2 Il lago e le sue condizioni ecologiche L invaso dell Arvo è un serbatoio di 84.020.000 m 3 di capacità, situato a quota 1.282,50 m s.m. (quota del coronamento); è determinato dallo sbarramento del fiume Arvo in località Nocelle. L invaso riceve le acque del bacino imbrifero proprio e quelle derivate dal torrente Frappia. 2.1 Indagini chimico-fisiche Nel mese di luglio 2012 sono state effettuate le indagini limnologiche attraverso l uso di una polisonda Hydrolab; i prelievi sono stati effettuati, con l ausilio di un natante, nel punto più profondo del bacino. Nella immagine seguente sono riportati gli andamenti, lungo la verticale, dei principali parametri chimicofisici. Figura 2: Confronto degli andamenti di ossigeno disciolto, temperatura e ph 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 0 2 4 O2 (mg/l) T. ( C) ph 6 8 10 12 14 16 Ossigeno disciolto (mg/l) + Temp (C ) + ph Dai dati raccolti emerge un evidente stratificazione che riguarda sia la temperatura che l ossigeno; si osserva, in particolare, come le condizioni estive del bacino siano scarsamente idonee ad ospitare popolazioni ittiche salmonicole, poichè gli strati superiori sono troppo caldi e quelli inferiori, termicamente idonei, presentano gradi di ossigenazione delle acque troppo bassi. Durante le indagini limnologiche, attraverso l uso di una bottiglia di profondità, sono stati raccolti due campioni di acqua, uno dallo strato superficiale e uno dallo strato profondo (circa 14 m di profondità), che sono stati successivamente analizzati in laboratorio; nella tabella seguente si riportano i risultati delle analisi.
Tabella 1: Risultati delle analisi di laboratorio Parametro U.M. Strato superficiale Strato profondo Azoto ammoniacale (NH4+) mg/l 0.027 0.728 Azoto nitrico (NO3) mg/l <0.23* <0.23* Azoto nitroso (NO2) mg/l 0.003 0.013 Azoto totale (Ntot) mg/l <1* 1.48 Fosforo ortofosfato (PO43-) mg/l 0.017 <0.010* Fosforo totale (Ptot) mg/l 0.041 <0.010* Alcalinità mg/l 40 45 Clorofilla a (mg/m3) 0.5 *dati inferiori al limite strumentale 2.2 Indagini biologiche: il fitoplancton Durante le indagini limnologiche, attraverso l uso di una bottiglia di profondità e di un apposito retino, è stato prelevato un campione di fitoplancton per caratterizzare la comunità fitoplanctonica di seguito presentata; le abbondanze delle singole specie sono rappresentate in classi (da 1 a 4 ). Tabella 2: comunità fitoplanctonica del Lago Arvo Classe Ordine Famiglia Specie ABBONDANZA Bacillariophyceae Achnanthales Achnanthaceae Achnanthes sp. 1 Bacillariophyceae Thalassiosirales Stephanodiscaceae Cyclotella spp. 1 Bacillariophyceae Naviculales Naviculaceae Navicula sp. 1 Bacillariophyceae Bacillariales Bacillariaceae Nitzschia cfr. acicularis 1 Bacillariophyceae Thalassiosirales Stephanodiscaceae Stephanodiscus hantzschii 2 Bacillariophyceae Fragilariales Fragilariaceae Ulnaria acus 2 Bacillariophyceae Aulacoseirales Aulacoseiraceae Aulacoseira italica 3 Bacillariophyceae Aulacoseirales Aulacoseiraceae Aulacoseira sp. 2 Bacillariophyceae Fragilariales Fragilariaceae Ulnaria delicatissima v. angustissima 2 Bacillariophyceae Achnanthales Cocconeidaceae Cocconeis placentula 1 Chlorophyceae Sphaeropleales Selenastraceae Monoraphidium sp. 1 Chlorophyceae Chlorococcales Scenedesmaceae Scenedesmus sp. 1 Chlorophyceae Chlorococcales Scenedesmaceae Scenedesmus quadricauda 2 Coccolithophyceae [Prymnesiophyceae] Prymnesiales Chrysochromulinaceae Chrysochromulina sp. 3 Cryptophyceae Cryptomonadales Cryptomonadaceae Cryptomonas erosa 2 Cryptophyceae Cryptomonadales Cryptomonadaceae Cryptomonas ovata 1 Cryptophyceae Cryptomonadales Cryptomonadaceae Cryptomonas rostratiformis 2 Cryptophycophyta incertae sedis Katablepharidaceae Katablepharis Katablepharis ovalis 3 Cyanophyceae Oscillatoriales Phormidiaceae Planktothrix rubescens 1 Cyanophyceae Nostocales Nostocaceae Anabaena planctonica 3 Dinophyceae Gymnodiniales Gymnodiniaceae Gymnodinium sp. 1 Dinophyceae Peridiniales Peridiniaceae Peridinium sp. 1 Synurophyceae Synurales Mallomonadaceae Mallomonas acaroides 1 Trebouxiophyceae Chlorellales Oocystaceae Oocystis sp. 1 Trebouxiophyceae Chlorellales Oocystaceae Planctonema lauterbornii 1 L analisi del campione ha portato all individuazione di 25 specie, appartenenti a 9 classi, di cui la più rappresentata è quella delle Bacillariophyceae (7 ordini, 7 famiglie e 10 specie), alghe unicellulari ben conosciute con il nome di diatomee. Le specie risultate più abbondanti (grado 3) sono Aulacoseira italica, Chrysochromulina sp, Katablepharis ovalis e Anabaena planctonica.
3 Le richieste del Parco Nazionale della Sila Nell ambito della procedura di Valutazione di Incidenza del PdG del serbatoio Arvo, il Parco Nazionale della Sila ha definito le seguenti indicazioni relative all ittiofauna. 1 Durante il periodo di validità del Progetto di gestione il proponente effettui una caratterizzazione delle popolazioni ittiche presenti nei corsi d'acqua a monte e a valle dei bacini in argomento, indicando anche il rapporto giovani/adulti in modo da poter valutare la dinamica delle popolazioni. Dovranno essere inoltre rilevate qualità e consistenza delle immissioni di ittiofauna effettuate nel corso d'acqua a monte e a valle dello sbarramento; tali risultati dovranno essere sottoposti alle Direzioni regionali Agricoltura e Ambiente, nonché alla Provincia per una valutazione di merito. 2 Si condividono le misure di mitigazione individuate dal proponente, di cui si richiede la piena applicazione, e si ritiene opportuna la definizione di un protocollo per il recupero dell'ittiofauna durante le operazioni di svaso e per le successive attività di ripopolamento, reimmissione o reintroduzione, che dovrà essere approvato dall'ente Parco Nazionale della Sila e dalle altre autorità competenti. Al fine dell'individuazione di ulteriori misure di mitigazione e per meglio orientare le operazioni di ripopolamento, reimmissione e reintroduzione, si richiede di approfondire la caratterizzazione dei popolamenti ittici presenti nei laghi artificiali e nei relativi emissari. 3 Recupero fauna ittica nel bacino, quando questo è interamente artificiale e pertanto soggetto ad asciutta completa, attraverso un tentativo di recupero del materiale ittico presente anche con l ausilio di reti. 4 Recupero fauna ittica nel tratto fluviale a valle della dalla diga sino a dove lo consentono le possibilità operative. 5 Dopo lo svaso, per sostenere il recupero delle popolazioni ittiche che hanno subito tale operazione è opportuno mettere in atto ulteriori iniziative quali: determinazione delle immissioni necessarie a reintegrare la fauna ittica eventualmente mancante attraverso campionamenti finalizzati. Nel seguito si fornisce specifico riscontro a quanto previsto dal Parco Nazionale della Sila. 1 Il Piano di monitoraggio dello svaso prevede lo studio del popolamento ittico del fiume Arvo e del fiume Neto in diversi punti; la caratterizzazione del popolamento ittico di monte invece non ha un riscontro nelle attività previste poiché tale popolamento non sarà interessato dallo svaso e inoltre presenta caratteristiche diverse da quello presente nel serbatoio. 2 Il presente documento costituisce il protocollo di recupero delle comunità ittiche coinvolte; il piano di ripopolamento sarà redatto al termine delle operazioni quando il confronto fra i dati di monitoraggio ante e post operam consentiranno di definire specie, taglie e quantità necessarie ai fini del recupero delle popolazioni ittiche. La caratterizzazione dei popolamenti ittici dei serbatoi artificiali può essere effettuata, come in questo caso, anche sulla base delle informazioni disponibili. 3 Le attività di recupero delle fauna ittica previste nel lago sono descritte nel presente documento. 4 Le attività di recupero delle fauna ittica previste nel fiume Arvo, a valle della diga, sono descritte nel presente documento. 5 Il piano di monitoraggio prevede le indagini da mettere in atto sia per il monitoraggio degli eventi che per la definizione delle misure di mitigazione e compensazione.
4 La fauna ittica del lago Per quanto riguarda la composizione della comunità ittica, le informazioni individuate negli archivi degli Enti gestori e nella bibliografia disponibile parlano di semine di anguille (Anguilla anguilla) effettuate nella prima metà degli anni 50 e semine di trota iridea (Oncorhynchus mykiss ) e di trota fario (Salmo trutta) realizzate verso la fine degli anni 50. In occasione dello svuotamento del bacino, nel corso del 1978, oltre alle specie indicate, sono stati osservati anche esemplari di persico reale (Perca fluviatilis), carpa (Cyprinus carpio), cobite fluviale (Cobitis taenia) e rovella (Rutilus rubilius). Dopo il reinvaso si hanno indicazioni relative ad attività di immissioni di carpa (Cyprinus carpio), carassio (Carassius sp.), tinca (Tinca tinca) e alborella (Alburnus alburnus alborella). Tra il 2005 e il 2007, in un periodo di 16 settimane distribuite annualmente, sono state effettuate delle osservazioni con frequenza variabile (generalmente quindicinale e poi più frequente nei periodi in cui la pesca risultava più efficace), registrando le catture attuate dai pescatori locali (Mazzei, 2010). Dalle indagini svolte la fauna ittica del Lago Arvo è risultata composta da: trota fario (Salmo (trutta) trutta); trota iridea (Oncorhynchus mykiss ); anguilla (Anguilla anguilla); tinca (Tinca tinca); carpa (Cyprinus carpio), con le variazioni regina e a specchi ; cavedano (Leuciscus cephalus); scardola (Scardinius erythrophthalmus); carassio (Carassius carassius); persico reale (Perca fluviatilis); persico sole (Lepomis gibbosus). Dalle interviste svolte tra i pescatori emerge la possibile presenza anche di cobite comune (Cobitis taenia bilineata), rovella (Rutilus rubilius) e carassio rosso (Carassius auratus). Alcune specie (carassio e cavedano) risultano ben strutturate e abbondanti, mentre altre (trote) occupano areali ristretti e presentano popolazioni poco numerose, ciò è da porre in relazione alle condizioni limnologiche estive precedentemente descritte; nel corso degli anni il numero di specie presenti nel Lago Arvo è aumentato ma da un punto di vista qualitativo prevalgono specie alloctone. Dal punto di vista quantitativo, in considerazione della superficie del lago e delle sua produttività, è ragionevole stimare la biomassa presente attorno ai 500-600 q. È corretto sin da ora prevedere che, per quanto impegno verrà profuso, l operazione di recupero sarà necessariamente parziale ed una parte, anche significativa, dei pesci presenti, a seguito delle operazioni di svaso si riverseranno nel fiume Arvo a valle del serbatoio. Riferimento bibliografico utilizzato: Mazzei G., 2010. Indagine storica sulla composizione della fauna ittica nei Laghi Ampollino e Arvo (Parco Nazionale della Sila, Calabria, Italia). Studi Trent. Sci. Nat., 87 (2010):207-209.
5 Attività previste Le attività di recupero possono essere distinte fra quelle previste nel serbatoio e quelle previste nel fiume Arvo a valle. 5.1 Serbatoio Arvo Nelle settimane immediatamente precedenti lo svaso, quando il bacino sarà progressivamente svuotato, sarà messa in atto un attività di recupero delle fauna ittica nel serbatoio. Tale attività, essendo finalizzata al recupero in vivo dell ittiofauna ai fini di una sua destinazione in altro sito idoneo, indicato dal Parco Nazionale della Sila, deve essere effettuata con un approccio il più possibile conservativo, evitando quindi tutti gli strumenti di cattura che possano ferire o portare a morte il pesce. Le modalità di cattura sono prevalentemente: - reti da sbarramento e/o circuizione, che indirizzano e intrappolano i pesci senza ferirli; - reti branchiali e/o tramagli utilizzati in battuta; - nasse e trappole; - elettrostorditori da barca. Nelle immagini che seguono sono rappresentate catture con reti ed elettrostorditori in ambienti analoghi.
Questi strumenti saranno messi in atto quando i livelli e le dimensioni del serbatoio residuo consentiranno di concentrare i pesci, prima dell apertura dello scarico di fondo. Le attività saranno svolte con il supporto di almeno due imbarcazioni e necessitano di strutture di stoccaccio in lago (grandi nasse, gabbie galleggianti, ecc) e quindi di mezzi per il trasporto del pesce vivo per la movimentazione verso la destinazione finale individuata dal Parco Nazionale. Le attività dovranno contare almeno su: - un coordinamento tecnico esperto in ittiologia; - una squadra di operatori esperti nella cattura dei pesci in ambiente naturale; - un gruppo, anche di volontari individuati fra le associazioni di pescatori, per le attività di supporto operativo; - un azienda con operatori e camion attrezzati per il trasporto del pesce vivo. Ai fini di una valutazione dell ambito interessato si ricorda che la quota di minimo invaso, pari a 1268 m s.m., comporta una superficie residua di circa 3.8 km 2 ed un volume di circa 15.000.000 di m 3 ; un ulteriore riduzione a 1266 m s.m. comporterebbe una superficie residua di circa 2.5 km 2 ed un volume di circa 7-8.000.000 di m 3 ; emerge quindi con chiarezza che la porzione residua di lago presenta volumi e superfici considerevoli. In relazione alle biomasse ittiche stimate ed ai dati sopra forniti è corretto sin da ora prevedere che, per quanto impegno verrà profuso, l operazione di recupero sarà necessariamente parziale ed una parte, anche significativa, dei pesci presenti, a seguito delle operazioni di svaso si riverseranno nel fiume Arvo a valle del serbatoio.
Figura 3: raffigurazione delle quote di massimo invaso e di minima regolazione
5.2 Fiume Arvo Il tratto di fiume Arvo immediatamente a valle del serbatoio lambisce il SIC denominato Nocelletto, come da cartografia che segue; in questo tratto, ove le condizioni operative e di sicurezza per gli operatori lo consentiranno, sarà recuperata la fauna ittica con l uso della tecnica dell elettropesca e trasportata in luogo non coinvolto dallo svaso indicato dal Parco Nazionale della Sila. Figura 4: SIC Nocelletto Nelle immagini che seguono il T. Arvo a valle del serbatoio.
6 Piano di ripopolamento Al termine delle operazioni di svaso e dei conseguenti monitoraggi, d intesa con il Parco Nazionale della Sila e le provincie coinvolte, sarà redatto il piano di ripopolamento ittico. Esso prenderà in considerazione le specie autoctone presenti, le loro quantità e taglie da impiegare; dal confronto fra la situazione ante operam e post operam emergerà la quantificazione e la strutturazione dell intervento necessario. Un elemento importante da considerare sarà quello delle prospettive di medio-lungo periodo, poiché le caratteristiche e l intensità dell intervento di ripopolamento saranno anche valutate in funzione del prossimo svuotamento. Qualora infatti le attività previste nel 2013 necessitassero di un completamento nel 2014 è evidente che il piano di ripopolamento sarebbe da mettere in atto a seguito dello svaso del prossimo anno e non di quello previsto per quest anno. Si ritiene sin da ora corretto porre in evidenza i principi di autoctonia e vocazionalità delle specie da reimmettere e di equilibrio fra le specie, in termini di ruolo trofico. In sostanza si ritiene che, per quanto significativo ed ecologicamente rilevante per gli ecosistemi coinvolti, un evento come uno svaso può rappresentare un punto di svolta qualitativamente positivo, poiché può consentire la rimozione delle specie non autoctone e di quelle la cui presenza non ha un significato faunistico ma esclusivamente fruizionale per la pesca sportiva. La collocazione del materiale ittico recuperato prima delle operazioni di svaso potrà eventualmente costituire anche un nucleo da cui ripartire per il ripopolamento del lago, in particolare relativamente alle specie autoctone e vocazionali sulle quali il Parco Nazionale della Sila vorrà incentrare le sue attenzioni gestionali.
7 Monitoraggio Così come per altri parametri ambientali, sia biotici che abiotici, anche la fauna ittica costituirà elemento di studio e monitoraggio degli effetti dello svaso. Si rimanda al Piano di Monitoraggio dello svaso per i contenuti delle diverse attività di controllo delle operazioni, per quanto riguarda la fauna ittica si riportano qui di seguito le operazioni previste: - nel serbatoio non sono previste attività conoscitive poiché il quadro delle specie presenti è già disponibile; una valutazione di dettaglio prima dello svaso sarebbe operativamente molto lunga e complessa e comunque è previsto il recupero del pesce presente, che in ogni caso, a seguito delle svaso, per la parte non catturabile, si riverserà nel fiume a valle; - nel fiume Arvo, in prossimità del SIC, sarà, ove possibile, recuperata la fauna ittica presente; - nel fiume Arvo più a valle, verso la confluenza nel fiume Neto, è definito un tratto di studio in cui due campionamenti, uno prima dello svaso ed uno dopo lo svaso, consentiranno di misurare gli eventuali effetti sui popolamenti ittici. Un monitoraggio di più lungo periodo, anche d intesa con le associazioni dei pescatori, sarà definito a seguito dell esecuzione delle attività di ripristino, ai fini della verifica degli effetti.