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INDICE GENERALE 1. IMPIANTO TRATTAMENTO ACQUE PRIMA PIOGGIA pag. 2 2. IMPIANTO TRATTAMENTO REFLUI pag. 15 3. PIAZZALE DI MANOVRA pag. 29 2

IMPIANTO TRATTAMENTO ACQUE PRIMA PIOGGIA 3

INDICE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Premessa... 5 Leggi di riferimento... 6 Principali caratteristiche delle superfici scolanti... 6 Calcolo dei Volumi delle acque di prima pioggia da raccogliere e da allontanare... 7 Modalità di raccolta e allontanamento dell acqua... 7 Impianto di trattamento acqua di prima pioggia in continuo... 8 Disciplinare delle operazione di prevenzione e gestione... 9 Allegati:... 11 4

1. Premessa Il sito di proprietà del comune a destinazione urbanistica agricola come da PRG del Comune di San Donato di Ninea, in località Iersi, visto la bassa densità abitativa, nonché il dislocamento periferico, non è fornito di una rete fognaria per le acque nere e bianche. L inquinamento associato alle acque di scorrimento superficiale è una delle principali cause di alterazione della qualità dei corpi ricettori. Una parte significante del carico inquinante delle acque di pioggia deriva dal dilavamento atmosferico di inquinanti di origine naturale e antropica, successivamente l acqua entra in contatto con le superfici, dalle quali rimuove una parte del materiale accumulato durante i periodi asciutti. Tale materiale deriva dalla deposizione atmosferica nei periodi secchi, dal traffico veicolare (derivati di combustione dei carburanti, usura dei pneumatici, parti meccaniche e impianto frenante dei veicoli, corrosione della carrozzeria, etc.), da rifiuti in prevalenza organici, dalla vegetazione, dall erosione del suolo ed dalla corrosione delle superfici. A causa delle interazioni tra precipitazione, atmosfera e superfici dilavate, particolare rilevanza ambientale assumono dunque le cosiddette acque di prima pioggia. Esse sono costituite dal volume d acqua meteorica di scorrimento defluito durante la prima parte della precipitazione. Tale frazione di pioggia è caratterizzata da elevate concentrazioni di sostanze inquinanti e richiedono particolari procedure di smaltimento. In linea generale, le acque meteoriche e di dilavamento, non sono considerate "scarico" ai sensi del D.lgs 152/06 e s.m.i. tuttavia l art. 113 norma che vanno disciplinate ai fini della prevenzione dai rischi idraulici ed ambientali, rimandando alle regioni l autorità in materia. Si definiscono acque di prima pioggia quelle corrispondenti per ogni evento meteorico ad una precipitazione di 5mm, uniformemente distribuita sull intera superficie scolante servita dalla rete di drenaggio. Ai fini del calcolo delle portate, tale precipitazione deve avere una durata di almeno 15 minuti e indica un coefficiente di afflusso alla rete pari a 1 per le superfici lastricate o impermeabilizzate e pari a 0,3 per quelle permeabili. Devono considerarsi acque di prima pioggia risultanti da eventi meteorici, che si succedono a distanza l uno dall altro per un tempo non inferiore a 48 ore e provenienti da superfici scolanti di estensione superiore a 2000 mq. La necessità di avviare al trattamento le acque di prima pioggia richiede la predisposizione di opportuni volumi di immagazzinamento, vasche di prima pioggia. I sistemi di accumulo e trattamento delle acque di prima pioggia, sono adibiti sia alla raccolta ed al contenimento delle acque di prima pioggia, sia al 5

trattamento delle stesse per consentirne lo scarico in corpo idrico superficiale o sul suolo. Questi sistemi sono di norma equipaggiati con dispositivi o apparecchiature per favorire l allontanamento dei solidi grossolani, la sedimentazione dei solidi sedimentabili e l eliminazione degli oli minerali (disoleatori). Considerata l ampia superficie impermeabile del nuovo centro di raccolta e la scarsità delle infrastrutture primarie, esiste il rischio di dilavamento di sostanze pericolose legato a fasi di accumulo, movimentazione, deposito di rifiuti, anche se il centro è adibito a raccolta di rifiuti non pericolosi. Alla luce di tale situazione, al fine di assicurare la salvaguardia del territorio e delle acque, è necessaria l adozione di sistemi di raccolta e trattamento dedicato delle acque di prima pioggia e di lavaggio, finalizzato allo scarico in corpo idrico superficiale o sul suolo adottando sistemi adeguati di trattamento, dimensionati in relazione ai volumi da smaltire. 2. Leggi di riferimento Decreto legislativo n 152 del 03/04/2006 e s.m.i. Legge Regione Calabria n 10 del 03/10/1997 3. Principali caratteristiche delle superfici scolanti La superficie scolante del sito, esclusa delle aree verdi le quali non apportano possibile rischio di contaminazione delle acque meteoriche, è pari a circa 1433 mq ed è cosi suddivisa: 1) 200,00 mq circa piattaforma e rampa di scarico rifiuti; 2) 500,00 mq di piazzale sul quale viene effettuato l attività di gestione rifiuto, deposito, trasbordo e movimentazione cassone; 3) 30,00 mq occupati da tettoia per ricovero RAEE con gronde che scaricano direttamente sul piazzale; 4) 10,00 mq occupati dal box prefabbricato adibito ad uffici ed a servizi igienici collocato sull area pavimentata con gronde che scaricano direttamente sul piazzale; 6

4. Calcolo dei Volumi delle acque di prima pioggia da raccogliere e da allontanare Il volume di acqua di prima pioggia da raccogliere, può essere stimato sulla base dei dati rilevati dall analisi statistica delle serie storiche dal 1921 al 2014 del numero di giorni piovosi mensili, a partire dal 1939 al 2006 relative alla stazione di San Sosti, (banca dati meteoidrologici ARPACAL) da cui risultano eventi piovosi pari a circa 104 giorni all anno. Ipotizzando, in via cautelativa, che al 50 % degli eventi (30 gg) corrispondano almeno 5 mm di precipitazione (trascurando il verificarsi di eventi con durata di più giorni) per un coefficiente di afflusso alla rete pari a 1 per le superfici lastricate o impermeabilizzate e un coefficiente di afflusso di 0,3 per la superficie non impermeabilizzata si ottiene un volume di acque meteoriche di prima pioggia pari a circa: 350 mq x 0.005 m/evento x 30 gg/evento annuo x 0.3 = 15,75 mc/annui 415 mq x 0.005 m/evento x 30 gg/evento annuo x 1 = 62,25 mc/annui Volume totale 15,75 + 62,25 = 78 mc/annui Considerando un singolo evento piovoso la capacità dell impianto di trattamento di acque di prima pioggia deve essere pari ad almeno: 765 mq x 0,005 m/evento = 3,83 mc/evento piovoso 5. Modalità di raccolta e allontanamento dell acqua Si prevede la realizzazione di un sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche mediante la realizzazione di caditoie stradali all interno dell area della stazione di conferimento. Complessivamente il progetto prevede la realizzazione di una rete costituita da: 1) N 6 Pozzetti pedonali 70x70x70 dotati di grigliato elettroforgiato; 2) N 1 Pozzetto di raccordo 70x70x70 per eventuali ispezioni e prelievi; 4) tubo di collegamento in PVC rigido 160 all interno del piazzale; 5) tubo di collegamento in PVC rigido 200 di adduzione alla vasca di prima pioggia e di allontanamento dell acqua di 2 ; 7

6. Impianto di trattamento acqua di prima pioggia in continuo Materiale: sistema di trattamento in continuo di acque di pioggia tipo Rototec costituito da serbatoi monoblocco in polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) forniti di tronchetti in PVC e guarnizioni in gomma N.B.R. per l entrata/uscita del refluo, comprendente un pozzetto scolmatore, una vasca di separazione sabbie e oli a gravità e una vasca di trattamento liquidi leggeri con filtro a coalescenza, dimensionato secondo normativa UNI- EN858-1 Funzione: l impianto permette di trattare in continuo le acque di pioggia provenienti dal dilavamento di una superficie impermeabilizzata di circa 1200 mq di transito, sosta e movimentazione rifiuti potenzialmente inquinata da oli minerali, idrocarburi, sabbia e inerti. Il sistema di trattamento acque di pioggia in continuo sfrutta l azione di un separatore di sabbie e oli a funzionamento continuo in grado di trattare portate fino a 40 l/s. Le acque di dilavamento provenienti dalle aree di transito impermeabili sono convogliate al sistema di trattamento. Nelle vasche viene inviata una portata data dai primi 5 mm di un evento meteorico scaricati in 15 minuti; per portate superiori si attiva il bypass che invia al recapito delle acque bianche, le acque in eccesso. L impianto di trattamento è costituito da un dissabbiatore e un deoliatore con filtro a coalescenza così che il refluo in uscita abbia le caratteristiche idonee per poter essere scaricato in un canale di scolo. Uso e manutenzione: le sabbie, gli oli e gli altri liquidi leggeri trasportati dalle acque di pioggia che dilavano la superficie esposta, si accumulano all interno delle vasche durante il normale esercizio dell impianto. Con il tempo, questi accumuli divengono eccessivi e tendono a pregiudicare l efficienza di depurazione dell impianto. Per questo motivo è essenziale svolgere delle operazioni periodiche di ispezione delle vasche e, qualora si renda necessario, provvedere allo spurgo e alla pulizia delle stesse. La frequenza di tali operazioni è in funzione del carico inquinante del refluo. Per quello che riguarda il filtro a coalescenza, occorre procedere periodicamente all estrazione del filtro e al lavaggio energico con un getto d acqua fatto in testa all impianto. Le attività di spurgo devono essere svolte da aziende competenti ed autorizzate in quanto i reflui sono considerati rifiuti speciali e devono essere trattati come tali. l impianto sarà costituito da: Pozzetto scolmatore D 79 cm, H 79 cm, con tubo 125 Dissabbiatore D 115 cm, H 172 cm, con tubo 125 8

Deoleatore corrugato con filtro a coalescenza D 115 cm, H 172 cm, con tubo 125. In seguito al trattamento, le acque di prima pioggia saranno quindi allontanate dall impianto tramite autospurgo, previo passaggio in apposito pozzetto di campionamento/ispezione. 7. Disciplinare delle operazione di prevenzione e gestione 7.1 Frequenza e modalità delle operazione di pulizia e lavaggio delle superfici scolanti Quotidianamente un addetto verificherà lo stato della pavimentazione del piazzale predisponendo idonei interventi di pulizia manuale o con spazzamento meccanico in caso di necessità. Attività di lavaggio delle superfici potrà essere attivata all occorrenza in caso di sversamento di rifiuti. 7.2 Procedure adottate per la prevenzione dell inquinamento delle acque di prima pioggia Gli accorgimenti per garantire la prevenzione dall inquinamento delle acque di prima pioggia che riguardano, in particolare, idonee procedure operative per la gestione di particolari attività quali : controllo giornaliero della pavimentazione; regolare pulizia del piazzale; adeguate procedure di intervento in caso di emergenza; regolare manutenzione dell impianto di trattamento delle acque meteoriche; in particolare sono previsti i seguenti interventi manutentivi: Frequenza Bimestrale mensile mensile mensile semestrale Impianto trattamento acque attività manutenzione prevista Controllo livello oli nel serbatoio di raccolta ed eventuale smaltimento Controllo funzionalità quadro elettrico Controllo funzionamento pompa Controllo situazione generale della vasca Controllo accumulo sostanze decantate e loro eventuale allontanamento 9

7.3 Recapito in rete fognaria separata Se le aree esterne sono dotate di proprie fognature di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento e di lavaggio, con recapito nella rete bianca esterna all insediamento, le acque di prima pioggia dovranno essere convogliate in ogni caso nella fognatura nera aziendale, immediatamente o nelle 48-72 ore successive all evento piovoso, previo accumulo nelle vasche di prima pioggia. Le acque di seconda pioggia invece vanno scaricate lungo cunetta strada comunale. 10

8. Allegati: 1. Planimetria del sito: situazione attuale; 2. Planimetria del sito: situazione a progetto con indicazione della rete di raccolta e del sistema di trattamento delle acque di prima pioggia; 3. Scheda tecnica dell impianto tipo per il trattamento delle acque di prima pioggia. 11

Allegato n 1 Planimetria del sito: situazione attuale Sito d interesse 12

Allegato n 2 Planimetria del sito: situazione a progetto con indicazione della rete di raccolta e del sistema di trattamento delle acque di prima pioggia 13

Allegato n 3 Scheda tecnica dell impianto tipo Rototec per il trattamento delle acque di prima pioggia. 14

IMPIANTO TRATTAMENTO REFLUI 15

Indice 1. Premessa... 17 2. Leggi di riferimento... 17 3. Componenti dell impianto... 17 4. Impianto fossa imhoff... 18 5. Manutenzione dell impianto... 19 6. Filtro percolatore anaerobico... 19 6.1 Caratteristiche tecniche... 19 6.2 Uso e manutenzione... 20 6.3 Corpi di riempimento... 20 7. Pozzetti d ispezione e di cacciata... 20 8. Sistema di Sub irrigazione... 21 8.1 Ubicazione... 23 8.2 Manutenzione... 24 Allegati:... 25 16

1. Premessa A causa della mancanza infrastrutturale nell area di una rete fognaria e depurativa, che non consente il collegamento degli effluenti liquidi di scarico, il centro di raccolta, necessita di un impianto di scarico dei reflui provenienti dal Box ufficio. Pertanto le acque sanitarie del box ufficio verranno convogliate, con apposita rete separata, verso una vasca imhoff e disperse nel suolo tramite subirrigazione, mentre i fanghi saranno allontanati per essere avviati alla depurazione tramite autospurgo. 2. Leggi di riferimento Decreto legislativo n 152 del 03/04/2006 e s.m.i. Legge Regione Calabria n 10 del 03/10/1997 3. Componenti dell impianto Il sistema di trattamento dei reflui utilizzato nel presente intervento, prevede l utilizzo in cascata di: 1. una vasca imhoff, che rappresenta lo stadio di depurazione primaria; 2. un filtro batterico anaerobico tipo percolatore; 3. un pozzetto di ispezione, per eventuali prelievi o controlli dell acqua in uscita dal sistema di depurazione; 4. un pozzetto di cacciata, che ottimizza lo smaltimento nel terreno delle acque reflue accumulando e automaticamente scaricando in un solo istante un notevole volume di liquami, distribuendolo in modo omogeneo per tutta la lunghezza della condotta di sub irrigazione; 5. un sistema di sub irrigazione, per la dispersione delle acque reflue nel sottosuolo. L impianto per 2 a.e. è cosi composto: a.) Vasca imhoff = D 79 cm, H 79 cm Volume sedimentatore = 87 litri Volume digestore = 218 litri 17

b.) filtro percolatore anaerobico = D 115 cm, H 122 cm 4. Impianto fossa imhoff La vasca dovrà essere un sedimentatore in monoblocco di polietilene lineare ad alta densità (LLDPE) con tronchetto di entrata e uscita in PVC, costruita in conformità alla Norma UNI- EN 12566-3. Il movimento dei liquami dovrà avvenire per gravità, senza l uso di alcuna pompa. Il liquame grezzo raccolto in un apposito pozzetto intermedio, dovrà giungere nella vasca attraverso il foro di adduzione ed entrare nel reparto di sedimentazione. La vasca IMHOFF dovrà essere costituita da una vasca principale (digestione anaerobica) che contiene al suo interno un vano secondario (di sedimentazione). L'affluente entra nel comparto di sedimentazione, con lo scopo di trattenere i corpi solidi e di destinare il materiale sedimentato attraverso l'apertura sul fondo inclinato, al comparto inferiore di digestione. Dovrà essere proporzionato in modo tale da garantire il giusto tempo di ritenzione e da impedire che fenomeni di turbolenza, causati dal carico idrico, possano diminuire l'efficienza di sedimentazione. Il comparto di digestione dovrà essere dimensionato affinché avvenga la stabilizzazione biologica delle sostante organiche sedimentate (fermentazione o digestione anaerobica). La fossa IMHOFF dovrà essere realizzata con un unico monoblocco, costruito in polietilene rinforzata e fornita completa di coperchio con passi d uomo, sfiato, attacco per pulizia e aspirazione fanghi. A differenza di quanto avviene nelle fosse settiche i liquami che attraversano le fosse IMHOFF escono chiarificati, ma allo stato fresco, senza che si determinino fenomeni putrefattivi. Le vasche biologiche garantiscono i seguenti livelli di depurazione, possono arrivare ad un abbattimento di COD e di BOD dell ordine del 30% e dei solidi sospesi totali nell ordine del 50%. Dopo tale trattamento i reflui in uscita dovranno convogliarsi in un pozzetto di miscelazione, raccolta e campionamento ove è possibile prelevare i campioni per eventuali analisi. Le acque chiarificate, sempre mediante condotte a tenuta, dovranno raggiungere la condotta disperdente. 18

5. Manutenzione dell impianto In relazione ai carichi alimentati nella fossa dovranno prevedersi almeno 1-2 ispezioni l anno da parte di personale specializzato ed operazioni di spurgo in cui si provveda alla rimozione del 70-80% del corpo di fondo ed alla pulizia delle superfici interne della vasca, compresa l eliminazione del materiale che ostruisce i tronchetti di ingresso ed uscita del refluo e la bocca di uscita del sedimentatore. Gli impianti di trattamento primario dovranno essere periodicamente controllati, provvedendo all allontanamento dei fanghi. 6. Filtro percolatore anaerobico A valle dei trattamenti primari sono presenti nel liquame sostanze inquinanti disciolte o in sospensione (colloidali) per la cui rimozione si ricorre ai trattamenti secondari, di tipo chimico fisico o biologico. I trattamenti secondari dovranno essere finalizzati alla conversione degli inquinanti biodegradabili disciolti in materiale cellulare sedimentabile. A valle di tale conversione si richiede una fase di separazione fisica del materiale cellulare (fango) dall effluente depurato (sedimentazione secondaria). Il trattamento secondario scelto è un filtro percolatore anaerobico a biomassa adesa. Attraverso questo tipo di trattamento, laddove non c è il servizio di fognatura pubblica, è possibile depurare il refluo in modo da poterlo recapitare in un corpo idrico superficiale (Tab. III del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) oppure direttamente sul suolo (Tab. IV del D. Lgs. 152/06 e s.m.i.). 6.1 Caratteristiche tecniche Il filtro percolatore è un reattore biologico all interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa. La distribuzione uniforme del liquame attraverso il filtro garantisce il massimo contatto tra il materiale organico da degradare e le pellicole biologiche che 19

ricoprono le sfere di riempimento. I corpi che costituiscono il volume filtrante sono realizzati in polipropilene, pensati per garantire una elevata superficie disponibile all attecchimento dei microrganismi batterici. Il filtro dovrà consentire di raggiungere buoni rendimenti di depurazione senza spese energetiche, con spese di gestione minime limitate alla periodica pulizia dell impianto. Il dimensionamento dovrà essere in funzione del carico organico con cui viene alimentato il filtro per raggiungere rendimenti di depurazione del 70 80 % per il carico organico (BOD5) in presenza di sedimentazione primaria (fossa imhoff). 6.2 Uso e manutenzione Il filtro dovrà essere progettato per rendere minimi i rischi di intasabilità, ma con l andare del tempo lo sviluppo delle pellicole sui corpi di riempimento può sporcare eccessivamente il filtro, con il rischio di fughe di solidi nell effluente trattato. Per evitare uno scarico eccessivamente torbido si consiglia un ispezione del filtro con cadenza almeno annuale ed eventualmente operazioni di pulizia. Tali operazioni dovranno essere di norma svolte in concomitanza con i trattamenti di ispezione e spurgo della fossa imhoff. La pulizia dovrà avvenire attraverso un energico lavaggio del letto filtrante eventualmente in controcorrente. 6.3 Corpi di riempimento Il riempimento del filtro percolatore è realizzato con corpi in polipropilene con elevata superficie specifica e alto indice dei vuoti per cui è possibile ottenere buoni rendimenti. 7. Pozzetti d ispezione e di cacciata Lo scarico delle acque reflue domestiche o assimilabili dovrà essere munito di due pozzetti di ispezione, uno a monte e uno a valle dell impianto di trattamento, poco prima dell immissione nel corpo recettore dello scarico e dovranno essere accessibili per eventuali controlli. 20

Il pozzetto di ispezione e prelievo dovrà essere impermeabile e realizzato e posizionato in modo tale da rendere agevole l eventuale prelievo di campioni da parte dell autorità competente. In generale, dovrebbe essere garantito un deposito di fondo di almeno 30 cm. Un pozzetto di cacciata dovrà essere realizzato in modo che il refluo in uscita interessi l intera lunghezza del tratto drenante. 8. Sistema di Sub irrigazione La condotta disperdente dovrà rispondere alle seguenti caratteristiche: La profondità minima della trincea di posa delle condotte disperdenti, per evitare impaludamenti superficiali, dovrà essere, vista la poca permeabilità del terreno, di almeno 1,50 cm mentre la larghezza alla base sarà di circa 40 cm, con pareti inclinate secondo la consistenza del terreno. La trincea di posa dovrà essere comunque almeno 1,00 m sopra la falda idrica del terreno. La parte inferiore dello scavo dovrà essere riempita di pietrisco di tipo lavato della pezzatura 40/70, per un altezza circa di 38 cm. Il tubo dovrà essere coperto con pietrisco di tipo lavato della pezzatura 40/70 per almeno 38 cm. Sopra il piano del pietrisco dovrà essere posto del TNT (Tessuto Non Tessuto o geotessuto) di grammatura > a 300 g/mq per evitare che il sovrastante terreno vegetale vada a chiudere i vuoti del pietrisco. Il cavo rimanente dovrà essere colmato con il terreno vegetale di risulta dello scavo, in modo da risultare rilevato rispetto al terreno adiacente in modo da evitare le linee di compluvio e penetrazione delle acque meteoriche nella rete drenante. La condotta disperdente dovrà essere costituita da tubi forati, per consentire all acqua chiarificata di filtrare nel terreno, di diametro variabile, DN 100 125, in funzione delle portate dello scarico, con fessure, praticate inferiormente e perpendicolarmente all asse 21

del tubo, distanziate 10-20 cm e larghe 5 10 mm e con pendenza tra 0,2 e 0,5% (sempre in rapporto a portata e diametro condotta), elementi tubolari continui in PEAD. E buona norma prevedere una ispezione a valle del sistema di subirrigazione. Assenza di pavimentazione vegetale 40 cm terreno Tessuto Non Tessuto > 300 g/mq Tubo DN 100-125 40 cm pietrisco 40/70 Schema 1: Sezione impianto di sub-irrigazione La condotta disperdente sarà unica. Sifone di cacciata Pozzetto di distribuzione Schema 2: Schema di sviluppo della condotta disperdente 22

La lunghezza della tubatura disperdente è in relazione agli abitanti ed alla natura del terreno come risulta dalla seguente tabella: Tabella 1: Parametri indicativi lunghezza condotta disperdente in funzione tipo di terreno. TIPO DI TERRENO Sabbia sottile, materiale leggero o di riposo Sabbia grossa o pietrisco Sabbia sottile con argilla Argilla con un po di sabbia Argilla compatta LUNGHEZZA CONDOTTA DISPERDENTE Mt. 2,00 per Abitante Equivalente Mt. 3,00 per Abitante Equivalente Mt. 5,00 per Abitante Equivalente Mt. 10,00 per Abitante Equivalente Non adatta (è possibile fare una suirrigazione drenata) 8.1 Ubicazione Le condotte disperdenti non debbono essere costruite in aree pavimentate o altre analoghe sistemazioni, che possono ostacolare il passaggio di aria sul terreno (sono esclusi anche i parcheggi con pavimentazione drenante). Tutto il sistema di sub-irrigazione deve essere posto ad una distanza > di 30 metri da utilizzazioni idriche e da altre sub-irrigazione. Per ragioni igienico-sanitarie e funzionali, le trincee con condotte disperdenti devono essere collocate lontane da fabbricati (circa 10 metri), aree pavimentate o altre sistemazioni che impediscono il passaggio dell aria nel terreno. La distanza fra il fondo della trincea ed il massimo livello della falda non dovrà essere inferiore ad 1 metro. Per massimo livello della falda deve intendersi la quota, rispetto al piano di campagna raggiunta dal livello freatico o piezometrico nelle condizioni di massima ricarica (periodo primaverile). La distanza minima fra la trincea e pozzi, condotte, serbatoi o altre opere pubbliche, destinate al servizio di acqua potabile, è di 200 metri. 23

8.2 Manutenzione Si dovrà controllare periodicamente se sussistono eventuali intasamenti del vespaio e impaludamenti superficiali del terreno e se il sifone funziona regolarmente. 24

Allegati: 1. Planimetria del sito: situazione attuale; 2. Planimetria del sito: situazione a progetto con indicazione della rete fognaria e del sistema di trattamento delle acque reflue; 3. Scheda tecnica dell impianto tipo per il trattamento delle acque reflue. 25

Allegato n 1 Planimetria del sito: situazione attuale Sito d interesse 26

Allegato n 2 Planimetria del sito: situazione a progetto con indicazione della rete fognaria e del sistema di trattamento delle acque di reflue 27

Allegato n 3 Scheda tecnica dell impianto tipo Rototec per il trattamento delle acque reflue. 28

PIAZZALE DI MANOVRA 29

1. Relazione tecnica piazzale di manovra L area in esame ricade nel territorio Comunale di San Donato di Ninea alla Località Iersi, a destinazione agricola come da PRG. Essa è facilmente raggiungibile dalla Strada Comunale. Fa parte del demanio comunale e si presenta poco alberata comunque libera da ogni occupazione ed utilizzo. La presente caratterizzazione geotecnica di seguito riportata è stata estrapolata da indagini in sito (prove penetrometriche, prove sismiche) oltre a studi eseguiti dalla scrivente nell ambito dello stesso territorio comunale sugli stessi litotipi, in aree prossime a quella in oggetto, e si prefigge di voler fornire le proprietà geotecniche possedute dai materiali. Il terreno di sedime, in corrispondenza della verticale indagata, può essere caratterizzato come segue, dall alto verso il basso: - da 0.00 m a 1.20 m dal p.c.: coltre di copertura e/o terreno di riporto (Vs = 176 m/s) - da 1.20 m a 3.00 m dal p.c.: limi sabbiosi (Vs =254 m/s) - da 3.00 m a 4.40 m dal p.c.: arenarie tenere (Vs =298 m/s) - da 4.40 m a 12.80 m dal p.c.: arenarie fratturate (Vs =518 m/s) - da 12.80 m a 22.50 m dal p.c.: torbiditi pelitico-arenacee e arenaceo-pelitiche compatte (Vs = 789 m/s) - da 22.50 m a 36.60 m dal p.c.: torbiditi pelitico-arenacee e arenaceo-pelitiche molto compatte (Vs = 1001 m/s). In merito alla tipologia del terreno si provvede a progettare le strutture di fondazione e tutta l area di manovra scegliendo tecniche di miglioramento della compattezza, con metodi dinamici, rulli e piastre vibranti per strati superficiali tali da accrescere le caratteristiche del sottosuolo incrementandone la resistenza, la densità nonché le caratteristiche di drenaggio a ed utilizzando i seguenti materiali: 1. Realizzazione di sottofondo misto di ghiaia grossa o ciottoloni, spessore 20 30 cm, ghiaia grossa o ciottoloni, per uno spessore di almeno 40 cm per tutta l area; 2. Strato di fondazione in misto granulare stabilizzato con legante naturale per uno spessore di almeno 20 cm per tutta l area; 3. Massetto spessore 20 cm armato con doppio foglio di rete elettrosaldata 20x20 8 nell area sotto i cassoni in modo da rendere impermeabile l area di carico e scarico rifiuti. 30

L intervento è previsto al fine di migliorare le qualità meccaniche e idrologiche del terreno, con l obiettivo di assicurare un adeguato drenaggio e capacità portante del terreno per le strutture sovrastanti. Il centro sarà quindi dotato di pavimentazione impermeabile nella zona di carico e scarico rifiuti al fine di evitare contaminazioni del suolo e delle acque sotterranee dovute a dispersioni accidentali di rifiuti liquidi, con pendenza adeguata per convogliare le acque meteoriche e i colaticci verso gli appositi pozzetti di raccolta. Il resto della pavimentazione sarà pavimentata con stabilizzato. Le acque meteoriche di prima pioggia, le acque di lavaggio dei piazzali e gli sversamenti saranno convogliati dapprima alla vasca di prima pioggia e successivamente da questa alla rete fognaria a servizio degli insediamenti produttivi. L area sottostante i cassoni, maggiormente soggetta a sollecitazione, è stata rinforza un massetto in cls di spessore 20 cm, con rete elettrosaldata 8 (20x20). San Donato di Ninea, lì 13/07/2015 (Ing. Giuliana Cascardo) I Progettisti (Ing. Carmela Di Cianni) 31