Importanza della gnatologia Il sistema masticatorio è un insieme di strutture anatomiche e di meccanismi fisiologici molto complessi, che vanno tenuti in considerazione e rispettati nell'esecuzione di qualsiasi protesi, al fine di non arrecare ulteriori danni al paziente La prima regola da rispettare, nelle riabilitazioni, è sempre quella di non danneggiare ulteriormente la situazione del paziente Alcune patologie derivanti dal malfunzionamento della dentatura (o provocate da una protesi errata) possono danneggiare altre parti del corpo umano (patologie discendenti), portando a deficit del portamento e della postura
I principi gnatologici Una protesi che risponde ai soli requisiti gnatologici è già di per sé un ottimo risultato 1- garantire la disclusione, attraverso la protezione anteriore 2- rispettare anatomia, morfologia e curve di compenso 3- ottenere sempre una buona stabilità occlusale
La disclusione Condizione nella quale, nei movimenti di lateralità e protrusiva, si ha assenza di contatto tra i denti posteriori Tale condizione si verifica grazie all'interposizione dei denti anteriori che, entrando in contatto tra loro, generano gli spazi necessari alla disclusione La protezione anteriore prevenisce l'insorgenza del bruxismo e di altre patologie gnatologiche Il buon esito protesico dipende per circa il 5% dall'occlusione e per il 95% da una corretta disclusione La Natura stessa ha adottato questo principio: nel bambino erompono prima i denti anteriori (sia decidui che permanenti), assicurando così prima un'efficace disclusione e solo dopo l'occlusione (con l'eruzione dei posteriori) Lo stesso principio và adottato nella realizzazione delle protesi
Allineamento tridimensionale Il corretto allineamento dei denti crea uno spazio di disclusione uniforme che impedisce il contatto errato dei posteriori Un corretto allineamento si ottiene rispettando le curve di compenso, la morfologia e l'anatomia Un dente disallineato può occludere, ma spesso non disclude Anteriori: il minus incisale e il plus canino favoriscono la disclusione
Curve di compenso Curva di von Spee È determinante per creare gli spazi uniformi di disclusione in protrusiva, perché la mandibola si sposta in maniera curvilinea in avanti e in basso Linea ideale che va dal canino ai molari. Se la conformazione della dentatura non è normale si altera anche la curva di Spee in maniera più o meno evidente
Curva di Wilson E' fondamentale per la disclusione in lateralità Dalle cuspidi vestibolari di un'emiarcata posteriore alle cuspidi vestibolari dell'altra Nei posteriori inferiori la posizione più elevata delle cuspidi vestibolari rispetto a quelle palatali permette il passaggio delle cuspidi inferiori che si spostano vestibolarmente Aumenta sempre più andando in direzione posteriore, ovviamente invertita negli anteriori che devono garantire la disclusione In assenza della curva di Wilson si creerebbero interferenze nei movimenti di lateralità
Conformazione anatomica dell'atm Ogni aspetto morfologico dei singoli denti (creste, forma cuspidi ecc), la curva di Spee e di Wilson, l'angolo dell'eminenza e di Bennett non sono mai casuali, ma tendono sempre a soddisfare la stessa esigenza: la funzione Per evitare errori di allineamento è consigliabile, prima di procedere alla realizzazione della protesi, analizzare i modelli studio con una ceratura diagnostica, ed eventualmente: - attuare interventi sottrattivi: limature o molaggio selettivo - attuare interventi additivi: ricostruzioni in composito, intarsi - correttivi: ortodonzia
Occlusione L'occlusione è il contatto tra i denti in massima intercuspidazione La funzionalità di una protesi è assicurata sia da un'ottima e stabile occlusione che da un'efficiente disclusione, in particolare la disclusione immediata Per garantire alla protesi una buona disclusione immediata è necessario realizzare superfici occlusali convesse La sfericità delle unità occlusali garantisce superfici di contatto minime e puntiformi, l'immediata disclusione e un minore attrito, e di conseguenza diminuirà il rischio di parafunzioni In natura non esistono superfici dentali concave se non conseguenti ad abrasioni
Occlusione Se ci sono meno parafunzioni le superfici di contatto resteranno di forma sferica nel tempo, garantendo una migliore efficienza del dispositivo Le superfici sferiche a contatto si toccano in un punto soltanto, a differenza di quelle piane, garantendo la disclusione immediata, con minore attrito e con la necessità di una forza minore E' necessaria una buona stabilità occlusale: l'arcata inferiore deve incontrare la superiore in una posizione di chiusura stabile e facilmente ripetibile In massima intercuspidazione non devono esserci piccoli movimenti di aggiustamento (rappresentano l'insorgenza del bruxismo) Ogni singola unità occlusale (cuspide/fossa, cuspide/cresta, ecc.) trova maggiore stabilità quando il contatto con gli antagonisti avviene per mezzo di TRE contatti occlusali: il tripode
Occlusione Le superfici occlusali hanno punti di contatto tra cuspidi lavoranti (o di stampo) e bilancianti (o di taglio) Questi contatti devono essere tre: A-B-C Il punto B è il più importante perché si trova nell'asse principale del dente Un dente non stabilizzato dall'occlusione col tempo potrebbe migrare diventando disallineato Se i denti non hanno antagonisti o denti attigui, la loro migrazione tenderà a chiudere gli spazi, creando ulteriori disallineamenti nelle arcate Una buona stabilità occlusale va realizzata in ogni protesi, soprattutto con i punti di contatto, in particolare il punto B
Punti di contatto A B C
Occlusione La ricerca dei punti di contatto va eseguita con carta di articolazione, che lascia dei segni chiamati spot o stop Una volta individuati i punti vanno ottimizzati, eliminando quelli errati Devono essere: uguali fra loro; allineate; ogni cuspide deve incontrare una fossa (dente a dente) o un insieme di creste (dente a due denti) Le cuspidi di stampo sono sempre più grandi delle cuspidi di taglio (60-40 %)
Appunti Relazione centrica: la posizione dei condili anatomicamente più confortevole per il paziente Occlusione centrica: massima intercuspidazione in relazione centrica Dimensione verticale: distanza tra l'arcata mascellare e quella mandibolare in occlusione Piano di Camper: dal margine superiore del trago al margine inferiore dellìala del naso. Il piano occlusale è parallelo al piano di Camper (per la rilevazione si utilizza il Piano di Fox) Piano di Francoforte: dal margine superiore del trago al punto sottorbitale Tragitto condilare: percorso del condilo in protrusiva Angolo dell'eminenza: angolo (quindi misura in gradi ) formato dal piano di Francoforte col tragitto condilare)