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IL VICINO ORIENTE. La civiltà mesopotamica e la civiltà egizia si formarono e svilupparono nei territori della cosiddetta Mezzaluna fertile (a forma di un arco di cerchio) corrispondenti agli attuali Iran, Iraq, Siria, Arabia Saudita ed Egitto. La Mesopotamia (dal greco mèsos «in mezzo) e pòtamos «fiume»), ovvero la terra fra i due fiumi, fu sede di società urbane estremamente articolate, dove il lavoro è suddiviso tra gruppi ben distinti di persone (specializzazione del lavoro). L organizzazione sociale è piramidale. In cima alla piramide sociale c erano i sacerdoti e il sovrano, seguono poi gli amministratori e i militari, compaiono poi altre figure professionale come gli artigiani ed infine i «produttori di cibo». La cosiddetta mezzaluna fertile La Mesopotamia fu patria di diversi popoli che si succedettero nei secoli. I SUMERI (3.700 a.c. ca.) la loro presenza è documentata già a partire da IV millennio nella parte meridionale della Mesopotamia. Gli ACCADI (2.300 2.150 a. C. ca.) stanziatisoprattuttonellapartesettentrionaledellaregione. I BABILONESI (1.795 1.550 a.c.) popolazione di ceppo semitico che modificarono profondamente l assetto dell area della Mesopotamia. Ricordiamo che l impero ebbe un nuovo periodo di splendore tra il VI e il V secolo a.c. (neo babilonese) Gli ASSIRI (1.245 612 a.c. ca.) che nel massimo splendore della loro civiltà raggiunsero un espansione territoriale notevole. I PERSIANI (559 331 a.c. ca.) occuparono i territori della Mesopotamia guidati da Ciro il Grande, ma le loro mire di conquista si estesero fino alla dominazione dell Egitto. Tale impero cadde nel 331 a.c. a seguito della conquista di Alessandro Magno 1

Territorio sumerico intorno al III millennio Primo impero babilonese: max fioritura tra XVIII e XVI secolo a.c. Territorio dell impero assiro: max. fioritura VII secolo a. C. 2

SINTESI CRONOLOGICA ARTE SUMERICA Sumeri (3.700 a. C. ca) ARTE BABILONESE Babilonesi (1.795 1.550 a.c.) ARTE ASSIRA Assiri (1.245 612 a.c. ca) Invenzione della geometria, dell astronomia, e dell idraulica, ma soprattutto della scrittura ideografica* e nascita della città. Arte funzionale alla teocrazia dominante. Stilizzazione e immobilità nelle forme scultoree. Periodo delle grande architettura in mattoni che celebra i monarchi e le divinità. Nascita delle prime civiltà monumentali. Arte celebrativa della potenza del monarca. Decorazione dei grandi Palazzi reali. ARTI FIGURATIVE: In genere nella tradizione classica esse sono suddivise in arti maggiori: architettura, scultura e pittura; arti minori: oreficeria, ceramica, decorazione. Figurativo da figura [forma, rappresentazione], la figura è la forma esteriore di una cosa. La produzione figurativa delle civiltà del Vicino Oriente costituisce una premessa fondamentale per la comprensione dell arte greco romana e, quindi, dei caratteri essenziali dell arte occidentale. In Mesopotamia ed Egitto società altamente organizzate fondarono istituzioni e culti religiosi complessi, costruirono templi e monumenti funerari, diedero origine a città, svilupparono economie fortemente strutturate (artigianato e commercio e non più solo caccia, pastorizia e agricoltura. In Mesopotamia troviamo testimonianza dei primi esempi di scrittura. Si tratta di tavolette in argilla con scrittura cuneiforme, databili al 3.100 a. C. (IV millennio) e provenienti dal Tempio di Uruk. * Ideografica: da idea e dal greco graphèin «scrivere» si basa sulla corrispondenza tra determinati simboli e gli oggetti o le azioni cui questi si riferiscono, e concettualmente simile ai geroglifici egiziani e diversa da quella cuneiforme ( le cui prime tracce si sono trovate presso la città di Uruk). Nella scrittura alfabetica vi è un simbolo per ogni suono o fonèma. 3

ARTE SUMERICA. Poco si sa dell origine dei Sumeri, oltre ad avere il merito di aver adottato per la prima volta nella storia l uso della scrittura, costruirono grandi e famose città fra le quali ricordiamo: Uruk, Ur, Lagash, Eridu, Nippur cinte da poderose mura dotate di torri e con edifici grandiosi disposti lungo vie di diversa larghezza. Gli edifici monumentali e le abitazioni sono dominati dalla zigguràt. Le città, politicamente autonome e indipendenti, erano governate da un re che spesso era anche giudice supremo e capo religioso. Le manifestazioni artistiche dei Sumeri furono principalmente legate al rituale religioso e all esaltazione del potere, tantochéfrale varie costruzioni del tessuto urbano si distingueva la zigguràt, espressione più caratteristica dell architettura mesopotamica, definita anche negli antichi testi sumerici come «montagna di dio o torre divina». La zigguràt è un palazzo tempio di imponenti dimensioni gigantesche. Tali strutture a pianta quadrangolare, sono costituite da più piattaforme sovrapposte, che si restringono verso l alto, e collegate fra di loro da scalinate e rampe porticate. Le piattaforme più basse ospitavano gli appartamenti reali, sale di riunione e di rappresentanza, e talvolta anche magazzini e botteghe. Sulla sommità della zigguràt si trovava la cella del tempio, dove erano conservate le statue degli dei e dove i sacerdoti officiavano i riti più solenni. Zigguràt di Ur, XXII XXI sec. a.c., Iraq Schema ricostruttivo di una zigguràt sumera. Una delle zigguràt i cui resti sono meglio conservati è quella che si trova fra le rovine della città di Ur. Eretta tra il XXII e il XXI secolo a. C., in onore di Nannatr, il veneratissimo dio della luna, era costituita da tre piattaforme sovrapposte, e possiamo considerarla un espressione matura di questo tipo di architettura. 4

Si può osservare una cura delle proporzioni tutta nuova, rispetto le realizzazioni precedenti. L altezzadellepiattaformediminuisceprogressivamente[12+5+3metri].leparetinonsono perfettamente verticali ma si inclinano verso l interno (a scarpa) e suggeriscono l idea del moto ascensionale. Per sottolineare questo moto ascensionale, il verticalismo della struttura e il legame tra i piani tre imponenti scalinate esterne convergono sotto una torre di guardia, probabilmente coperta da una volta a cupola. Si osservi che le pareti sono leggermente incurvate e ciò per contrastare l effetto ottico che altrimenti ce le farebbe vedere incurvate verso l interno. MATERIALI. Le zigguràt, così come le mura delle città sumeriche, sono realizzate in mattoni, infatti è con i Sumeri che per la prima volta si ha l impego generalizzato di questo materiale anche per gli edifici monumentali. La mancanza di materiale lapideo (mancanza di montagne) portò gli artigiani ad operare una vera e propria rivoluzione nel campo delle tecniche costruttive, con notevoli implicazioni nei secoli successivi. I mattoni sono ottenuti mediante un impasto di argilla con paglia, erba, sabbia e talvolta ghiaia e possono essere posti in opera dopo essicazione o cottura in apposite fornaci. I tempi di essicazione sono decisamente più lunghi rispetto a quelli di cottura, inoltre è opportuno ricordare che la posa in opera di questi è molto più semplice rispetto a quella dei conci in pietra. La scultura. Tutta la produzione sumerica di scultura in terracotta (IV millennio a.c.) e in pietra prevalentemente calcarea (III millennio a.c.) ha una forte ispirazione religiosa. I soggetti rappresentati sono soprattutto divinità, personaggi regali o fedeli intenti a pregare (oranti). La statuaria sumera era destinata principalmente ai templi e riproduceva le numerose divinità in pose severe e solenni, ma anche dignitari o fedeli ritratti in atto di pregare. Ne è un esempio la piccola statuetta in alabastro nota come «il dignitario Ebih- Il, proveniente dal tempio di Ishtar a Mari (figura a lato). Laformacorporeaèresainmanieraassaischematicaeastratta,pensataper essere posta davanti al dio. Si preferisce dare risalto alla rappresentazione di un atteggiamento compunto, alle mani giunte, ai grandi occhi dallo sguardo fisso, simbolo di adorazione e di supplica. L orante indossa una gonna a balze, tipico costume del periodo, che lascia scoperto il busto dove la muscolatura è appena accennata. «Il dignitario Ebih-Il», 2.400 a. C ca., dal tempio di Ishtar a Mari, gesso,lapislazzuli e conchiglie, altezza cm 52,5, Parigi, Musée di Louvre. 5

«Il dignitario Ebih-Il», 2.400 a. C ca., orante, 2.400 a. C ca., Agli scultori sumeri non interessa rendere le fattezze reali del personaggio ritratto, ma interessa renderlo riconoscibile nel ruolo sociale che ricopre e pertanto seguono un rigido insieme di regole sempre uguali. 6

È con il «re sacerdote Gudea», realizzato intorno al 2.150 a. C. ca. Che cogliamo il livello raggiunto dalla scultura sumera. Gudea è il più noto fra i governatori di Lagash, la sua statua in diorite pur nella staticità della resa del corpo ha una singolare forza espressiva. Alta poco più di 60 cm è realizzata in diorite (una roccia di formazione vulcanica, dal colore nerastro e di consistenza durissima), un materiale considerato prezioso e particolarmente apprezzato dai Sumeri. Lettura guidata: [a] [b] [c] [d] [e] [f] [g] Gudea, statua detta del «Vaso traboccante», 2150 a. C., diorite, altezza: 62 cm, larghezza 25,6 cm. Parigi, Musèe du Louvre. [h] [i] Il personaggio, a piedi nudi [a], è vestito con un lungo mantello [b] che gli lascia scoperti solo la spalla e il braccio destri [c]. Tale indumento, simbolo della dignità regale, è decorato da minute iscrizioni in caratteri cuneiformi [d],nellequalisiesaltala potenza del sovrano facendo anche implicito riferimento alla rarità della diorite. Il pesante mantello cade in maniera assai rigida [e],senza alcun accenno di panneggio, ad eccezione del lembo che, in corrispondenza della mano sinistra, soprammonta verticalmente sulla falda sottostante [f].in mano il re regge un ampolla panciuta dalla quale fuoriescono due rivoli d acqua simmetrici [g], forse a simboleggiare le fonti e le altre opere di irrigazione che Gudea aveva realizzato a Lagash. Il volto, convenzionale e inespressivo [h], non ha pretese realistiche. In testa, che poggia quasi senza collo sulle spalle, porta un turbante pieghettato a forma di ciambella [i], ulteriore simbolo di regalità. La statua appare realizzata per essere osservata da un punto di vista frontale, il che ci fa supporre che fosse destinata ad essere inserita in una delle nicchie del palazzo reale o a essere collocata in un altare. 7 [l]

Nel complesso la statua dà una sensazione di grande compattezza, e la figura del re, dai volumi massici, sembra essere di dimensioni ben maggiori rispetto alle modeste dimensioni reali. ARTE BABILONESE. Babilonesi (1.795 1.550 a.c.) Verso il 2.300 gli Accadi costruirono un vasto impero, conclusasi la dinastia accadica, dopo due secoli di alterne vicende, la Mesopotamia venne riunificata, verso il 1.792 a. C., in un grande regno da un potente sorano, Hammurabi, che fissò la capitale a Babilonia. Ebbe così inizio il primo grande periodo dell arte babilonese che terminò alla fine del XVI sec., quando la storia della civiltà babilonese ebbe un brusco arresto a causa della dominazione assira. L arte del primo impero babilonese, analogamente a quella sumera, ha come caratteristiche fondamentali la stilizzazione e l immobilità. Di poco rilievo è la statuaria a tutto tondo, mentre è affidato ai bassorilievi il compito di celebrare il grande potere del re. TradiessièfamosalaStele di Hammurabi, un blocco di basalto nero alto 2,25 metri a forma di dito che reca scolpiti sulla sommità il re, in piedi sulla sinistra, che riceve le leggi dal dio del Sole Shamàsh, patrono della giustizia e trionfatore sulle tenebre. Sulla parte inferiore sono incisi in caratteri cuneiformi i 282 articoli di uno dei più antichi e completi Codici di leggi. Ma il testo è presente anche sul retro. All inizio del VI sec. A. C. i Babilonesi riconquistarono il potere e si realizzò una nuova e straordinaria fioritura artistica. Le città ritrovarono nuovo splendore, la nuova città di Babilonia (VII e VI sec. a. C.), ricostruita su quella di Hammurabi, diventò una delle città più belle e famose dell antichità. Stele di Hammurabi, 1760 a. C., bassorilievo su basalto, 2,25 x 0,65 cm. Parigi; Museo del Louvre. 8

Protetta da una duplice cinta muraria munita di 350 torri e nove porte, aveva strade spaziose, palazzi lussuosi, templi grandiosi. I suoi giardini pensili fatti costruire dal re Nabucodonosor per la sua sposa, abituata ai parchi della Persia, erano considerati una delle sette meraviglie del mondo. Una grandiosa zigguràt, identificata quasi con certezza con la biblica Torre di Babele, aveva sette piani sovrapposti e pare raggiungesse i 90 metri di altezza. La volontà di rendere bella la città è testimoniata anche dalle nove magnifiche porte di accesso alla città, ognuna dedicata ad una divinità. Di particolare importanza è la porta di Ishtar, ricoperta di mattoni smaltati (invetriati), con figure di animali in rilievo: tori, draghi con testa di serpente si stagliano sul fondo azzurro verde per proteggere la città. Essa è stata completamente ricostruita utilizzando i mattoni originali ritrovati durante gli scavi eseguiti nel corso di varie campagne archeologiche. Torre di Babele, Pieter Bruegel il Vecchio, Kunsthistorisches Museum, Vienna Ipotetica ricostruzione della zigguràt di Babilonia: Ricostruzione della porta di Ishtar a Nuova babilonia, VII e VI sec., mattoni invetriati, h: 14,30 m, Berlino, Pergamonmuseum. 9

Tecniche. L uso di rivestire manufatti in ceramica con impasti vetrosi è noto in Mesopotamia a partire al II millennio a. C., ma fu largamente utilizzato anche in Egitto. Probabilmente gli artigiani mesopotamici ed egizi sperimentarono diverse sostanze prima di ottenere una composizione che rispondesse alle loro esigenze: proteggere i manufatti e i paramenti murari rendendoli impermeabili. Presso questi popoli la tecnica dell invetriatura era ottenuta stendendo sulle superfici ceramiche una miscela a base di silice di piombo, che sottoposto a successiva cottura in forni ad alta temperatura, vetrifica. Nelcorsodeisecolisiadottaronoricetteepercentualidiverseeciòin base agli effetti che si volevano perseguire: resistenza, trasparenza, adesione ai colori della pittura o brillantezza, o spessore. Presso gli Assiro Babilonesi l invetriatura fu impiegata principalmente per produrre mattonelle che rivestivano muri esterni e pareti interne di opere edili, onde ottenere un effetto brillante e vetroso. I mattoni invetriati furono utilizzati al fine di raggiungere un effetto decorativo monumentale nella porta di Ishtar nella città di Nuova Babilonia, ma non mancano esempi della loro utilizzazione anche negli interni delle residenze reali (facciata della sala del trono di Nabucodonosor II; VII VI sec. a. C.). La tecnica dell invetriatura è ripresa anche dai Persiani (palazzo di Dario IaSusa,VI_Vsec.A.C.). 10

ARTE ASSIRA. Assiri (1.245 612 a.c. ca.) max. estensione fra IX VII sec. a. C. L arte assira rispecchia il carattere aggressivo e guerresco degli Assiri. Le loro città (Ninive, Khorsabad, Assur, Nimrud), ancor più di quelle sumeriche e babilonesi, hanno l aspetto di vere e proprie fortezze inespugnabili. Cinte murarie poderose difendevano palazzi e templi grandiosi. In tutte le manifestazioni dell arte assira si tende a celebrare la potenza e le vittorie dei vari sovrani più che a glorificare gli dei, ai quali, comunque, vengono anche innalzate imponenti zigguràt. Le costruzioni erano realizzate in mattoni, mentre per i rivestimenti, i fregi e i bassorilievi dai vivaci colori, che ne decoravano sia gli interni che gli esterni, era utilizzata la pietra. Fra i grandi templi e palazzi eretti dai re assiri, ricordiamo per importanza il palazzo di Sargon II a Khorsabad, VIII VII sec. A. C. Le poderose mura circondavano una sorta di cittadella dove si ergevano la zigguràt, il tempio e il grandioso palazzo reale, composto da numerosissime stanze, articolate attorno ad ampli cortili, le quali ospitavano funzioni abitative, di culto e di rappresentanza. Il palazzo reale era il cuore politico e religioso della città e si caratterizzava per l eccezionale monumentalità sia dell esterno ma anche degli ambienti interni. Le sale di rappresentanza sono impreziosite dalla presenza di bassorilievi dipinti che ricoprivano interamente le pareti. Le figure sono generalmente allineate in cortei o impegnate in azioni coraggiose, e le scene raccontano la vita di corte, le cerimonie, la caccia, le vittorie riportate dal sovrano in guerra. La scultura assira. Nella arte assira, fra le sculture quasi a tutto tondo, molto frequente è la rappresentazione del lamassù un toro alato androcefalo (dal greco andròs, «uomo» e Kephalè,«testa»). Questa figura mostruosa unisce alla testa umana, simbolo dell intelletto, il corpo del toro, simbolo di forza e fertilità, le ali dell aquila, il re degli uccelli. I grandi tori avevano il compito di proteggere re e popolazione e per questo motivo le sculture venivano collocate ai lati delle porte monumentali di accesso alla città, al palazzo reale o nelle sale di rappresentanza. Realizzate in pietre pregiate, queste sculture erano disposte ad angolo, e presentavano cinque zampe per dare l idea del movimento. Ricostruzione e pianta del palazzo di Sargon II a Khorsabad, 713 703 a. C. (VIII secolo a. C.) 11

Toro androcefalo alato, dal palazzo di Sargon II, 713 707 a. C., alabastro gessoso, altezza 4, 20 m, Parigi, Musèe du Louvre. Il trionfo di un re assiro, Nimrud, 744 727 a. C., bassorilievo, Londra, British Museum. Ma è nel rilievo che l arte assira ha lasciato dei veri capolavori ( pareti dei grandi cortili, ambienti importanti di templi e palazzi). I bassorilievi illustrano spesso, anche per decine di metri, le azioni compiute dal sovrano, vegliato dagli dei. Queste opere hanno un carattere laico e narrativo, vera novità per l arte dell Asia Minore. Nei bassorilievi la sporgenza delle figure non è pronunciata, ma graduata attraverso passaggi intermedi. Le tecniche scultoree adoperate dagli Assiri erano molto evolute grazie all utilizzo di scalpelli in ferro che permisero loro di raggiungere una straordinaria finezza nell inciso. Barbe, capelli e stoffe sono scolpiti minuziosamente e denotano un inconfondibile gusto ornamentale. Non mancano, nel tardo periodo, tentativi di fornire una collocazione topografica alle scene ponendo i soggetti su livelli diversi. È il caso del «Il trionfo di un re assiro», Nimrud, 744 727.a. C., dove il sovrano, l auriga e l ancella che regge il parasole sono posti su diversi piani; anche se non si può parlare di rappresentazione di figure in profondità vi è il tentativo di dar loro una collocazione spaziale. La caccia e la guerra sono i soggetti maggiormente rappresentati anche nei bassorilievi eseguiti a Ninive. Gli scultori dimostrano nella realizzazione di figure animali una attenta osservazione della natura. È il caso della «Leonessa ferita», bassorilievo proveniente dal palazzo del re Assurbanipal a Ninive, 650 a. C., dove l artista attraverso una precisa descrizione dei muscoli contratti riesce a rendere esplicito lo sforzo compiuto dalla leonessa ferita che si trascina sulle zampe anteriori. La maggiore naturalezza con cui vengono rappresentati gli animali e probabilmente legata al fatto che per questi gli artisti non dovevano rispettare la rigida convenzione rappresentativa obbligatoria per sovrani e personaggi di rango. 12

ARTE PERSIANA. Persiani (559 331 a.c. ca.) Nel 539 a. C. i Persiani, con Ciro il Grande conquistano la città di Nuova babilonia. I Persiani rimasero così affascinati dall arte dei loro predecessori che nella fondazione di importanti città come Susa e Persepoli tennero l arte assira e babilonese quale modello di riferimento. Pur acquisendo forme e tecniche artistiche dei popoli sottomessi i Persiani manifestarono una loro originalità nella realizzazione di edifici e palazzi monumentali. Al mattone preferirono l utilizzo della pietra e attribuirono alla colonna un importanza tale da trasformare completamente l architettura. Pur ricordando i palazzi assiri per grandiosità, il palazzo di Dario I a Persepoli, a pianta quadrata, a alla base una concezione strutturale ben diversa: le numerose sale si caratterizzano per la presenza di colonne, alte una ventina di metri, che sorreggono soffitti piani, il che conferisce agli spazi una nuova dimensione (molto più ampi). «Guardia personale di Dario I», fregio proveniente dal Palazzo di Susa, VI V sec. A. C., terracotta invetriata, Berlino, Pergamonmuseum Nelle decorazioni il debito verso le culture precedenti è marcato. Alla plastica persiana manca il carattere narrativo o episodico. I lunghi bassorilievi che ornano basamenti e scalinate dei palazzi ci mostrano figure in processione, che si stagliano su uno sfondo piatto senza alcun riferimento spaziale. I soggetti sono costituiti da cortei, processioni, delegazioni e popoli sconfitti disposti in fila per rendere omaggio al sovrano. I rilievi in mattoni smaltati che decorano il palazzo di Dario I a Susa mostrano chiaramente la palese ripresa di forme, colori delle decorazioni delle porte di Babilonia Rovine del palazzo di Dario I a Persepoli, iniziato nel 518 a. C, e rimasto incompiuto. 13