COMMEMORAZIONE DEL SINDACO Oggi celebriamo la Festa delle Forze Armate e onoriamo il ricordo dei caduti di tutte le guerre; quest anno corrono cent anni dalla grande guerra, grande per l estensione del conflitto, che ha sconvolto il mondo. L aver posto ai piedi dei monumenti del nostro territorio le corone d alloro, rende onore ai nostri Concittadini, che nel pieno della loro gioventù sacrificarono la vita per difendere la nostra Patria. Patria, letteralmente terra dei Padri, dei nostri padri, che col loro sacrificio ce l hanno consegnata libera, democratica e indipendente, e questi valori devono essere per noi e per le generazioni future custoditi e difesi gelosamente, perché nulla vada disperso e nessuno sia più sopraffatto. Dobbiamo essere fedeli a questi ideali, a questi valori, ed è la fedeltà, valore universale, che unisce uomini e donne, che rafforza le società e le rende libere e partecipate; e per essere fedeli ai propri principi civili o religiosi, molti uomini e donne sono giunti anche al sacrificio estremo. Laddove c è fedeltà c è la società, c è unità d intenti, di strategie e di obiettivi, c è rispetto e attenzione per il prossimo: fedeltà nella famiglia, fulcro e radice della nostra società, senza fedeltà la famiglia si sgretola, e non ci si riconosce più nella comunità
fedeltà nel lavoro: la globalizzazione con i suoi nuovi modelli contrattuali, ha incenerito il senso di appartenenza che c era tra lavoratore e datore di lavoro, indipendentemente dal ruolo di ciascuno, e che si trattasse di pubblico o privato. fedeltà alle istituzioni, troppo spesso si prevaricano i diritti altrui, rivendicando una libertà che tale non è, e lo vediamo purtroppo anche nella nostra bella comunità con atti di bullismo, danneggiamenti della cosa pubblica, mancanza di rispetto per gli adulti, e insofferenza ai richiami. fedeltà negli ideali, per i quali generazioni di popoli e di giovani hanno gioito, sofferto e lottato fedeltà alla nostra religione, al nostro credo, che troppo spesso trascuriamo, timorosi di offendere coloro che hanno credo diverso In molti abbiamo giurato fedeltà alla Patria, chi per adempiere all obbligo del servizio militare, chi per incarico amministrativo ricevuto dalla propria comunità, e chi per scelta di vita ha deciso di mettersi al servizio del prossimo quale presidio per il rispetto della legge e della libertà. E allora il nostro pensiero va ai caduti di Nassiria, militari, carabinieri e civili, fedeli ai principi per i quali hanno giurato sul tricolore, caduti il 12 novembre 2003 per difendere il popolo irakeno.
Ai due marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, fedeli agli ordini ricevuti, sono ancor oggi privati della loro libertà e dimenticati dallo Stato Italiano. Alle forze dell ordine tutte, e ai Carabinieri in particolare perché SEMPER FIDELIS, e giorno dopo giorno, con alto senso del dovere ed encomiabile fedeltà sono in prima linea per assicurare a tutti noi possibili giorni sereni. Oggi però è un giorno di dolore, abbiamo le bandiere e il gonfalone listati a lutto, vogliono esprimere la nostra solidarietà al popolo Francese; dolore e rabbia, per l incapacità nel ricercare una ragione, qualora ve ne potrà essere, per i fatti di Parigi, per il sangue di tanti innocenti vigliaccamente assassinati, da coloro che come un cancro, subdolamente si sono insinuati e si insinuano nella società occidentale, per cercare di colpirla al cuore, nel nome di un Dio che non posso credere voglia morte, disperazione e dolore. La nostra società si erge su due pilastri: la famiglia, quella vera, tra uomo e donna, capace di comporre quel tessuto sociale, fatto di relazioni, sussidio e solidarietà, che fortunatamente esiste ancora nei nostri paesi di periferia e di campagna
e la nostra cultura e tradizione cattolica che va oltre l essere praticante o meno, ma nella quale ci si riconosce, e per la quale i nostri padri hanno combattuto e difeso i confini nazionali. Di fronte a tanto orrore, di fronte ad una guerra che non è più combattuta al fronte, o con armi cosiddette convenzionali, ma che è strisciante e invisibile fino al manifestarsi con tutta la sua crudeltà e bestialità, non possiamo restare inermi, non possiamo chinare il capo, ma anzi dobbiamo tenere alto lo sguardo affinché il nostro passo sia sicuro. E allora non possiamo tollerare e non dobbiamo giustificare che si proibisca ad una scolaresca la visita ad una mostra perché si tratta di arte sacra; che si proibisca di tener esposto nelle scuole e negli edifici pubblici il crocefisso, o peggio non si faccia più il presepe o le recite di Natale a scuola. Tutto ciò culturalmente fa parte di noi, è il nostro patrimonio di uomini e donne liberi, evitiamo che venga disperso. Lo dobbiamo ai nostri caduti, a noi stessi e a chi verrà dopo di noi. E oggi ancor più forte deve alzarsi la nostra voce al grido: VIVA I NOSTRI CADUTI VIVA LA LIBERTA VIVA L ITALIA.