Gli strumenti delle politiche ambientali. Il caso del protocollo di Kyoto.



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Transcript:

Gli strumenti delle politiche ambientali. Il caso del protocollo di Kyoto. Giovanna Garrone Corso di Formazione per Dottorandi, 2 ciclo 11 ottobre 2006

Politica ambientale e concetti dell economia: due applicazioni del concetto di efficienza. Definizione terra terra di efficienza: evitare di incorrere in costi (o danni) ritenuti eccessivi 1. Definizione di un livello efficiente di esternalità (es. inquinamento) in termini di uguaglianza di danno marginale e beneficio marginale (=costo marginale di riduzione) scelta dell obiettivo 2. Efficienza come minimizzazione dei costi complessivi della riduzione dell esternalità scelta degli strumenti Esternalità = effetto esterno non intenzionale di un azione ignorato da chi decide l azione. Distinzione tra 1. e 2. non implica neutralità di strumenti rispetto a obiettivi ma sottolinea presupposti diversi

Livello efficiente di esternalità 1/3 Deriva da minimizzazione della somma di due tipi di costi: danno e riduzione Figura 6.4 Funzioni di danno e beneficio totali e marginali, e livello efficiente di emissione di inquinamento flusso. D(M) B(M) D(M) B(M) Benefici netti massimizzati M dd dm µ * db dm M * M

Livello efficiente di esternalità 2/3 Figura 6.5 Il livello economicamente efficiente di inquinamento minimizza la somma dei costi di abbattimento (riduzione) e dei costi di danno. Danno marginale µ* C 3 Costo marginale di abbattimento C 2 C 1 0 M A M * Mˆ M Quantità di inquinamento/ emissioni per periodo Presupposti su curve danno marg. (MD) e costo marg. di abbattimento (MAC): forma e posizione note con certezza traducibili in

Livello efficiente di esternalità 3/3 Presupposti ragionevoli per MAC; ma per MD? Effetti soglia, o saturazione, o danni marginali decrescenti Incertezza Difficoltà di traduzione in termini monetari Esempio di lavoro multidisciplinare per la valutazione delle esternalità generate dalla produzione di energia: progetto europeo ExternE (http://externe.jrc.es/ o http://www.externe.info/ ): ampia tipologia di danni considerati; difficoltà di quantificazione monetaria di impatti sulla salute umana (basati su costi sanitari, giornate di lavoro perse, stime del valore di una vita statistica, indagini tipo contingent valuation..) Criteri alternativi all efficienza per la determinazione di obiettivi: Sostenibilità; Accettabilità del livello di rischio; Casi più complicati: se inquinante è stock anziché flusso se l effetto è spazialmente localizzato risultato paradossale dal punto di vista etico: non solo livelli efficienti differenziati tra le fonti ma anche livelli efficienti di concentrazione differenziati tra le zone recettrici.

Efficienza in termini di costo A prescindere da come venga definito un obiettivo per la politica ambientale, il poterlo raggiungere ad un costo minimo (cost-efficiency) è una proprietà desiderabile. Richiede che il costo marginale di abbattimento sia eguagliato tra le diverse fonti. ammontare di riduzione effettuato diverso tra le fonti maggiore da parte di fonti che hanno costi minori Non è l unico criterio! Criteri rilevanti anche in mondo privo di incertezza e ad informazione perfetta Cost-efficiency (efficienza in termini di costo) Effetti di lungo periodo Efficienza dinamica Equità Criteri rilevanti in presenza di incertezza e problemi informativi Affidabilità nel raggiungimento dell obbiettivo Flessibilità di adattamento al cambiamento Perdita di efficienza in presenza di incertezza Requisiti informativi

Una classificazione degli strumenti per la politica ambientale 1/3 Approcci istituzionali, esempi: attribuzione di responsabilità civile/penale diffusione informazione programmi di sensibilizzazione labelling, strumenti volontari Strumenti di regolazione diretta (Command and Control): impongono proibizioni o obblighi di comportamento che possono intervenire a livelli diversi: Input utilizzati Restrizioni su input Tecnica produttiva Standard tecnologici Quantità di output Quote di produzione. Quantità di emissioni Concentrazione ambientale Localizzazione (se dispersione non uniforme) Licenze; Standard di emissioni Standard ambientali Pianificazione territoriale

Una classificazione degli strumenti per la politica ambientale 2/3 Strumenti basati su incentivi economici (creano incentivi al mutamento volontario dei comportamenti), esempi: tasse sulle emissioni permessi trasferibili di inquinamento/pesca/estrazione di risorse Nel caso di una tassa unitaria sulle emissioni, ciascuna impresa ridurrà le emissioni fino a che il suo costo marginale di disinquinamento è inferiore alla tassa. Marginal benefit (before tax) Marginal damage µ * Marginal benefit (after tax) 0 M * Figure 7.3 An economically efficient emissions tax. Mˆ M Marginal cost of abatement. µ * 0 Z * = ˆ * M M Z Marginal benefit of abatement Z Figure 7.4 The economically efficient level of emissions abatement.

Una classificazione degli strumenti per la politica ambientale 3/3 Un sistema di permessi trasferibili richiede: - definizione quantità totale emissioni consentite, e quindi di permessi - divieto di emettere oltre permessi posseduti - monitoraggio e sanzioni - scelta di una allocazione iniziale (tramite asta, o grandfathering, secondo qualche regola di ripartizione) Ciascuna impresa confronta la propria valutazione marginale di un permesso (che dipende dal proprio costo marginale di disinquinamento) con il prezzo del permesso. In entrambi i casi: C è costo-efficienza Il requisito informativo per chi formula la politica è minimo (costi di abbattimento aggregati, non delle singole fonti) C è efficienza dinamica : incentivo a sviluppare innovazioni che consentano di ridurre l inquinamento anche oltre l obiettivo. per queste qualità (attenzione: valide in casi semplici ), strumenti caldeggiati da economisti dell ambiente e sempre più utilizzati a scapito di strumenti command and control

Gas serra (GHGs) e cambiamento climatico problema ambientale globale per eccellenza in assenza di un autorità planetaria, soluzione affidata a cooperazione internazionale (sfavorita da forte componente pubblica dei benefici e dalla presenza di incertezza) irrilevanza della localizzazione della fonte ideale per applicazione strumenti economici? (carbon tax, o emission trading) multipli livelli di incertezza: dal lato dei benefici e dal lato dei costi distanza temporale tra emissione e danno

Discussione Di chi è la responsabilità di ridurre le emissioni di CO 2? - di tutti? - di chi ha causato il problema? - di chi può? Kyoto non definisce obiettivi di riduzione per PVS. Cosa ne pensate? Ritenete che la riduzione delle emissioni di CO 2 debba essere esclusivamente, o prevalentemente, responsabilità dei Paesi ricchi? Perché? - (perché hanno più mezzi) - (per via del debito ecologico : storia passata di emissioni) Ma se il debito ecologico è stato contratto in condizioni di ignoranza? Se i costi di riduzione delle emissioni sono troppo alti, non vale la pena confrontarli con i costi di adattamento ai danni (es. costo di trasferire attività produttive) o mitigazione dei danni (es. barriere contro l aumento del livello del mare) ed eventualmente scegliere di affrontare questi ultimi?

Il protocollo di Kyoto e la sua implementazione (Ulteriori elementi per discussione) I Meccanismi Flessibili (decisi a Marrakesh) sono intesi a minimizzare i costi di raggiungimento dell obiettivo: Joint Implementation: possibilità per un paese di assolvere parte del proprio impegno di riduzione finanziando progetti in un altro paese dell Allegato 1 (=per i quali Kyoto definisce un obiettivo di riduzione). Clean Development Mechanism: possibilità per un paese di assolvere parte del proprio impegno di riduzione finanziando progetti in un altro paese non incluso nell Allegato 1 (=per i quali Kyoto non definisce un obiettivo di riduzione). Commercio tra Paesi dei permessi di emissione. Banking: possibilità di far valere in anni successivi un credito ottenuto per aver ridotto le emissioni oltre l obiettivo in un dato anno. I Meccanismi Flessibili sono una buona idea o no?

Ma quali sono i veri costi di Kyoto? 1/2 Simulazione di su produzione energia in Italia (De Leo et a. 2001; Gatto et al. 2002) Settore produzione energia: 1/3 di emissioni Italia A partire da costi monetari ed ambientali di diverse tecnologie di produzione dell energia (petrolio, combustibili fossili solidi, gas, fonti rinnovabili, cogenerazione). Costi ambientali basati su stime ExternE (quindi non colgono tutti i valori intangibili ) e distinti in locali (Nox, SO 2 ) e globali (molto incerti: variano tra 4 e 140 /ton; usata stima di 30/ton CO 2 ). 3 Simulazioni per ottenere mix ottimale di tecnologie: 1. minimizzazione dei soli costi di produzione (BAU=business-as-usual) 2. minimizzazione dei costi di produzione ma rispettando il vincolo di Kyoto (BAU + Kyoto) 3. minimizzazione dei costi di produzione ed ambientali (MSC= minimizing social cost) Risultati: sia MSC che BAU+Kyoto convengono rispetto a BAU; MSC rispetta Kyoto; ma soprattutto: il risultato regge anche se si azzera il costo del danno globale - ossia è sufficiente tenere conto dei danni locali!! se vero, Kyoto è una no regret policy.

Ma quali sono i veri costi di Kyoto? 2/2 Considerazione asimmetrica di diversi tipi di incertezze (Tulkens and Tulkens 2006) Incertezza su stime di variazioni temperatura: coefficiente di variazione (CV) tra tutti gli scenari: 96 (ma inferiore tra gruppi di scenari basati su ipotesi simili) Incertezza su stime di costo: da 41 a 508 miliardi $ senza emission trading da -63 a 218 miliardi $ con emission trading CV tra tutti gli scenari: 105 [in $ totali]; o 103 [in % PIL] CV tra scenari senza emission trading: 72 65 CV tra scenari con emission trading: 116 124 Cifre citate da Bush di fonte incerta e di incerto riferimento (costo annuale o costo cumulativo per raggiungere obiettivo finale?), forte ambiguità Incertezza dal lato dei costi raramente citata Importanza di presentare intervalli e non stime puntuali; ri-stimare vecchi modelli (anche su opzioni obsolete come Kyoto) con dati nuovi aumentare la comparabilità degli scenari da diversi modelli (seguendo il buon esempio dei climatologi)

Il mercato europeo dei permessi per CO 2 (EU ETS) Attualmente in fase di sperimentazione 2005-2007, seconda fase: 2008-2012. Peculiarità: coinvolge solo alcuni settori (produzione energia, metalli ferrosi, industrie mineraria, e della carta) corrispondenti a circa metà delle emissioni di CO2 inclusione dei settori definita a livello centrale (direttiva UE) ma:ripartizione dell onere di riduzione tra settori inclusi e il resto dell economia lasciata a stati membri (piani di allocazione nazionali) - per ragioni di difesa della concorrenza, data la diversa struttura produttiva degli stati. domanda di permessi è determinata da UE, mentre offerta è determinata da scelte congiunte dei paesi membri (Endres and Ohl 2005) salta l equalizzazione dei costi marginali tra settori (inclusi e non) all interno di ciascun Paese e dunque la minimizzazione dei costi problemi: settori inclusi hanno forte potere di lobbying stati membri troppo generosi con allocazioni iniziali a settori inclusi (Bohringer et al. 2006)

Bibliografia PERMAN, Roger, Yue Ma, James McGilvray and Micheal Common, Natural Resources and Environmental Economics, 3 edition, Pearson Higher Education, 2003. Chapter 6: Pollution control: targets Chapter 7: Pollution control: instruments BÖHRINGER Christoph, Tim Hoffmann, and Casiano Manrique-de-Lara-Peñate, The efficiency costs of separating carbon markets under the EU emission trading scheme: A quantitative assessment for Germany, Energy Economics, vol. 28, pp.44-61, 2006. BARRETT, Scott, Political Economy of the Kyoto Protocol, Oxford Review of Economic Policy, vol. 14, no. 4, 1998. DE LEO, Giulio A., Luca Rizzi, Andrea Caizzi and Marino Gatto, The economic benefits of the Kyoto Protocol, Nature, vol. 413, 2001. ENDRES, Alfred and Cornelia Ohl, Kyoto, Europe? AnEconomicEvaluationof the European Emission Trading Directive, European Journal of Law and Economics, vol. 19, pp.17-39, 2005. GATTO Marino, Luca Rizzi, Andrea Caizzi and Giulio De Leo, The Kyoto Protocol Is Costeffective, Conservation Ecology vol. 6, no. 1, 2002. http://www.consecol.org/vol6/iss1/resp11/ TULKENS, Philippe and Henry Tulkens, The White House and the Kyoto Protocol: Double Standards on Uncertainties and Their Consequences, Fondazione Eni Enrico Mattei Nota di Lavoro 89.2006, June 2006. http://www.feem.it/feem/pub/publications/wpapers/default.htm