ISTITUTO DI RICERCHE FARMACOLOGICHE MARIO NEGRI Laboratori Negri Bergamo Via Mauro Gavazzeni, 11-24125 Bergamo - Italy tel +39.035.319.888 - fax +39.035.319.331 - bergamo@marionegri.it www.marionegri.it Bergamo, 21 marzo 2008 Oggetto: Precisazioni in replica a quanto riportato dall Ufficio Procura Antidoping riguardo il procedimento di indagine n. 136/07 di deferimento dell atleta Danilo Di Luca Il provvedimento di deferimento dell atleta Danilo Di Luca del 27 Febbraio 2008 inizia affermando che i risultati delle analisi effettuate dal Laboratorio Antidoping di Roma non documentano la presenza di sostanze vietate dalla WADA nei campioni di urina esaminati. Aggiunge tuttavia che il profilo ormonale steroideo presenta delle anomalie, nella fattispecie dei valori eccezionalmente bassi in un campione, il campione 9, prelevato la sera del 30 Maggio 2007 con un controllo a sorpresa. Questi valori (secondo la Procura) sono da considerarsi così bassi da non nascere il sospetto che si sia fatto ricorso a pratiche proibite per renderli così bassi. Di fatto però in nessun campione viene dosata una quantità di ormoni androgeni superiore ai limiti di norma, nemmeno nel campione 8 che precede di poche ore il campione 9 che viene considerato sospetto di manipolazione indotta con la idratazione forzata. Questa circostanza è riconosciuta anche dal Dott.Cappa nella sua relazione. La relazione del consulente della procura Dott. Botrè afferma a pagina 4 che che non si può escludere che le riduzioni delle concentrazioni di testosterone, epitestosterone e DHEA, al pari della riduzione del peso specifico urinario possano essere dovute a pratiche finalizzate ad ottenere anche mediante infusioni endovenose, una rapida reidratazione dell organismo. Affermare che non si può escludere non è equivale ad affermare che l unico modo per ridurre le concentrazioni urinarie di ormoni sia l idratazione forzata endovenosa. E evidente che tutta la questione si gioca sulla concentrazione delle urine. I pesi specifici dei campioni di urina del giorno 30 Maggio 2007 erano rispettivamente 1023 nel campione 8 e 1007 nel campione 9. I consulenti della Procura sostengono che questa diluizione delle urine non può essere ottenuto che con la somministrazione di infusioni endovenose.
A pagina 8 si afferma che la tesi della reidratazione orale come bastevole a determinare la riduzione della densità urinaria non è fondata. Questa affermazione è sorprendente. L effetto della reidratazione orale sul peso specifico delle urine è nozione di fisiologia medica, che viene insegnata agli studenti di medicina, come è documentato da riferimenti alla manualistica medica, e in più da studi riportati in letteratura. La prova sperimentale è stata eseguita in aggiunta, ad ulteriore pratica dimostrazione. L esperimento condotto su alcuni volontari sani viene rigettata dai consulenti della Procura come inutile con la considerazione che lo stato di idratazione dei volontari sarebbe incomparabile con quello dell atleta al termine di una gara. Questa affermazione riflette un opinione, una presunzione non documentata da fatti. Una misura dello stato di idratazione può essere rappresentato dalla concentrazione urinaria. Se guardiamo i dati sperimentali, notiamo che la densità urinaria dei soggetti sperimentali, dopo una sola notte di astensione dai liquidi era in media 1030, cioè un valore superiore a quello riscontrato a Di Luca nel campione 8, che era 1023. Quindi se mai si possono considerare con questo parametro più disidratati i volontari del corridore. Dopo l assunzione di liquidi per os il peso specifico dei soggetti sani scende a 1005, un dato paragonabile a quello di Di Luca. Se siamo riusciti a ridurre in questa misura la densità urinaria partendo da un valore più elevato di quello di Di Luca, con una quantità di liquidi dichiaramente inferiori, si può pensare che anche nell atleta la diluizione urinaria sia assolutamente giustificabile con l assunzione orale di liquidi. E opportuno notare che nell esperimento eseguito sui volontari sani è stata misurata anche l osmolarità urinaria, che è un indice più accurato della concentrazione urinaria. I soggetti studiati, dopo una sola notte di disidratazione avevano una osmolarità urinaria tra 790 e 1018 mosm cioè avevano valori pressochè massimali di osmolarità urinaria (il massimo teorico è di 1200 mosm, ma di fatto una osmolarità superiore a 800 indica urine massimamente concentrate). In altre parole, le condizioni dei soggetti studiati, per quanto concerne l abilità di concentrare e diluire le urine sono perfettamente comparabili a quelle dell atleta. L affermazione che Di Luca sarebbe stato più disidratato non ha nessuna prova documentale. Certamente il valore di densità urinaria di 1023 del campione 8, prelevato poco dopo la gara, non è un indice accurato dello stato di idratazione. In ogni caso, durante lo sforzo fisico, e non solo dopo, gli atleti sono abituati a bere in continuazione, proprio per prevenire la disidratazione.
Dunque l affermazione contenuta nella relazione congiunta del dott. Borrione e della dott.ssa Greco che la variazione del peso specifico urinario tra campione 8 e 9 possa essere determinata solo dalla reidratazione forzata per via parenterale non è sostenuta da argomenti, ma è solo un loro parere. A pagina 5 del provvedimento viene introdotto un argomento nuovo. Si afferma che una infusione non necessariamente reidratante rimane l unica ipotesi in grado di spiegare in modo esaustivo il quadro mostrato dall atleta (riduzione del peso specifico urinario e alterazione del profilo ormonale). Questa frase che è l architrave che sostiene la decisione di differire l atleta, è del tutto priva di sostegno tecnico e scientifico. In primo luogo la riduzione del peso specifico delle urine è indicativo di una riduzione della concentrazione delle urine stesse, cioè del rapporto tra solvente (acqua) e soluto, quindi comunque di idratazione. In secondo luogo un infusione non necessariamente reidratante che alteri il profilo ormonale dovrebbe contenere una sostanza che determini una riduzione dell escrezione urinaria di testosterone, e che questa sostanza sia stata usata. Un esempio di questa sostanza è il probenecid, che in effetti fa parte delle sostanze proibite alla WADA perché mascheranti. Nei pareri degli esperti della Procura, e nelle determinazioni di laboratorio non si fa nessun cenno a questa possibilità. Cordiali saluti Prof. Giuseppe Remuzzi Direttore, Laboratori Negri Bergamo, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri I CONTRIBUTI PER LA RICERCA VERSATI ALL'ISTITUTO SONO FISCALMENTE DEDUCIBILI DAL REDDITO (Gazzetta Uff. N.135 del 13/6/2007) FONDAZIONE PER RICERCHE ERETTA IN ENTE MORALE, D.P.R. 361 DEL 5/4/1961 - REGISTRO PERSONE GIURIDICHE PREFETTURA MILANO N.227 CONTO CORRENTE POST. N.58337205 - COD. FISC. E PARTITA IVA 03254210150 - ANAGRAFE NAZIONALE RICERCHE COD.G1690099 RECOGNIZED AS A TAX EXEMPT ORGANIZATION UNDER SECTION 501 (c)(3) OF THE USA INTERNAL REVENUE CODE-TAX I.D. No.: 98-6000957 Sistema di gestione qualità certificato da Certiquality UNI EN ISO 9001:2000, progettazione ed erogazione di corsi di formazione specialistica nell ambito della biologia e della medicina