DEL SENDER GUIDA INTEGRATIVA ALL INSTALLAZIONE. Versione N.1.0. Data 11/05/2009. Sender - Guida integrativa alla installazione



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Transcript:

GUIDA INTEGRATIVA ALL INSTALLAZIONE DEL SENDER Versione N.1.0 Data 11/05/2009 Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 1 di 15

Revisione Capitolo Modifica Data 1.0 Prima Emissione 11/05/2009 Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 2 di 15

INDICE 1 SCOPO DEL DOCUMENTO...4 1.1 GENERALITÀ...4 1.2 GLOSSARIO DEFINIZIONI ED ACRONIMI...4 2 BASE DATI...6 2.1 VERSIONE DI ORACLE...6 2.2 GLI SCRIPT...6 2.3 LA TABELLA D_IDENTIFICATIVO_SISTEMA...6 2.4 LA TABELLA D_COLL_SC_MAIL_TEMPLATE...7 2.5 I GRANT SYS...7 3 COMPATIBILITÀ...8 3.1 JAVA RUNTIME ENVIRONMENT (JRE)...8 3.2 JBOSS...8 3.3 AXIS...8 4 PERSONALIZZAZIONE...9 4.1 L ARCHIVIO CONFIGURATION.JAR...9 4.1.1 IL CONFIGURAZIONE.XML...9 4.1.2 IL FILE PDDO.PROPERTIES...9 5 PDDO...10 5.1 I FILE PORTADELEGATACTXIN E PORTADELEGATACTXOUT...10 5.2 I FILE KEYSTORE E TRUSTSTORE...10 6 TEST...14 6.1 I SERVIZI WEB ESPOSTI...14 6.2 I CERTIFICATI...14 Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 3 di 15

1 SCOPO DEL DOCUMENTO 1.1 GENERALITÀ Questo manuale costituisce un integrazione al manuale tecnico per il Sender ed è utile ad una corretta installazione dell Applicazione Sender. Per capire quanto trattato in questa guida si ritiene quindi necessario aver preso precedentemente visione del documento al quale questo fa riferimento. Questa guida è frutto del lavoro che l assistenza preposta ha effettuato per risolvere tutte le problematiche che le amministrazioni hanno fin qui incontrato durante le fasi d installazione del Sender. Si fa presente quindi che sebbene le indicazioni date possano essere considerate di carattere generale, nella maggior parte dei casi le amministrazioni che hanno già installato il Sender hanno utilizzato JBoss come application server. 1.2 GLOSSARIO DEFINIZIONI ED ACRONIMI SIGLA application server Datasource Deploy Driver EAR File EJB JBoss J2EE jdbc JDK JNDI mapping MDB Provider script Web Web Service, Servizio web, WS DESCRIZIONE È un software che fornisce l infrastruttura per l esecuzione di servizi (gestione transazioni, sicurezza, accesso al database, etc.) da parte di un applicazione web. Permette di sviluppare, distribuire ed eseguire applicazioni con solidità, sicurezza e flessibilità Sorgente di Dati Fase di distribuzione delle componenti java sull application server Connettore verso il database Enterprice Archives (Archivio di componenti Java) Enterprice Java Bean Application Server open source che implementa l'intera suite di servizi J2EE Jave 2 Enterprise Edition Java Database Connectivity (interfaccia completamente Java utilizzata per eseguire istruzioni SQL) Java Development Kit Java Naming and Directory Interface. E un insieme di API che consentono di interfacciarsi con i servizi di naming e directory Operazione di corrispondenza fra risorse Message Driven Bean Fornitore di servizi internet Programma interpretato e realizzato con linguaggio di scripting (es. JavaScript) Rete Interfaccia software (descritta in un formato automaticamente elaborabile quale, ad esempio, il Web Services Description Language) utilizzando la quale altri sistemi possono interagire con il Web Service stesso attivando le operazioni descritte nell'interfaccia tramite appositi "messaggi" inclusi in una "busta" (la più famosa è SOAP) Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 4 di 15

SIGLA xml DESCRIZIONE extensible Markup Language Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 5 di 15

2 BASE DATI 2.1 VERSIONE DI ORACLE Il Sender è stato sviluppato, testato e messo in produzione utilizzando Oracle 10g. Per nessun altro tipo di database è garantita l assistenza. In ogni caso un amministrazione sta tentando di usare Oracle XE per fare questo l amministrazione ha modificato gli script d installazione fondendoli in un solo file. 2.2 GLI SCRIPT Gli script d installazione dello schema richiedono la scelta di un suffisso. Questi suffissi sono intesi per distinguere diversi ambienti e quindi possono essere usati in questo senso. ESE sta per esercizio, COL per collaudo e SVL per sviluppo. 2.3 LA TABELLA D_IDENTIFICATIVO_SISTEMA L installazione del Sender prevede anche l installazione di alcune tabelle che sono utili al funzionamento del Sender stesso. Gli script forniti configurano correttamente tutti gli oggetti della base dati ad eccezione della tabella D_IDENTIFICATIVO_SISTEMA che deve essere personalizzata con i valori relativi al sistema locale che il Sender deve gestire. In altre parole questa tabella deve contenere esattamente un record con l identificativo del sistema locale che chiamerà attraverso il Sender i servizi del sistema centrale. Si ricorda a tal proposito che: a fronte di una richiesta da parte del responsabile dell amministrazione locale, il codice sistema mittente (comprensivo del codice amministrazione) viene fornito attraverso e-mail dal sistema informativo IGRUE assieme ai certificati necessari all autenticazione. Il codice amministrazione è un dato alfanumerico mentre il codice sistema è un dato numerico. Un sistema è univocamente determinato dalla coppia di questi due codici. Di seguito un estratto di una mail tipo. La mail inviata alla vostra amministrazione è scritta nello stesso modo: All'attenzione del Responsabile del Sistema Locale: Descrizione Amministrazione Descrizione Sistema Codice Sistema, si comunica che: il Sistema Locale Amministrazione: Descrizione Amministrazione Codice Amministrazione Sistema: Descrizione Sistema Codice Sistema è stato correttamente censito.. In rosso sono indicati dove si trovano i valori necessari da inserire nella tabella D_IDENTIFICATIVO_SISTEMA. Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 6 di 15

2.4 LA TABELLA D_COLL_SC_MAIL_TEMPLATE Le mail che il Sender è in grado di inviare sono totalmente configurabili mediante l intervento diretto sulla base dati. In particolare è sufficiente intervenire sulla tabella d_coll_sc_mail_template dello schema del Sender. Per le colonne desc_destinatario e desc_cc è possibile indicare più indirizzi mail separati da un punto e virgola ;. 2.5 I GRANT SYS L applicazione Sender è stata testata, è funzionante e riceve assistenza utilizzando tutte e solo le indicazioni fornite comprendendo quindi anche gli script d installazione. Si ritiene tuttavia che le grant alle SYS non siano fondamentali e che se non è possibile darle si potrebbe provare a far funzionare il Sender anche senza di esse. Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 7 di 15

3 COMPATIBILITÀ 3.1 JAVA RUNTIME ENVIRONMENT (JRE) La versione di Java che si ritiene essere la più adeguata è la 1.5. Il Sender infatti è stato scritto, compilato e testato con questa versione di Java. Si esclude quindi che si possa usare una versione precedente (1.4). Sebbene la versione successiva dovrebbe garantire la piena compatibilità con le versioni precedenti, si sconsiglia di usare la versione 1.6. Esiste infatti un vincolo della PDDO con alcune librerie (in particolare la saaj.jar cfr. 3.2) che di fatto impongono l uso di una versione specifica dell implementazione dei messaggi SOAP. A differenza del JRE 1.5 queste classi sono incluse nel JRE 1.6 il che potrebbe causare un malfunzionamento del Sender. 3.2 JBOSS Il Sender è un applicazione aderente alle specifiche J2EE 1.4 e quindi può funzionare su un application server che soddisfa queste specifiche. In particolare per JBoss ne è stato testato il funzionamento sulla versione 4.0.2 ma si ritiene possa funzionare anche su versioni successive. A causa di una dipendenza della PDDO con una specifica implementazione dei messaggi SOAP, si rende necessario non usare la libreria saaj fornita da jboss e che si chiama jboss-saaj.jar. Si deve quindi intervenire nella politica di caricamento delle classi. Esistono diversi modi per far questo, di seguito ne viene illustrato uno probabilmente non troppo elegante ma di sicura efficacia. Si consiglia di modificare gli script di partenza di JBoss in modo tale da impostare nel classpath il caricamento della libreria saaj.jar (contenuta nell ear e compatibile con la PDDO) prima della jboss-saaj.jar. Copiare la libreria saaj.jar contenuta nell ear in una cartella raggiungibile dall installazione di JBoss; Modificare a seconda del sistema operativo il file run.conf (per Linux) o run.bat (per Windows) intervenendo sulla variabile d ambiente JBOSS_CLASSPATH e impostando il percorso assoluto alla libreria saaj.jar; Verificare il classpath leggendo fra le prime righe di log alla partenza di JBoss. Esempio di modifica per run.conf (Linux): export JBOSS_CLASSPATH="/opt/IGRUE/jboss-4.0.2/server/default/libPDDO/saaj.jar":$JBOSS_CLASSPATH 3.3 AXIS In alcuni casi si è notata un ulteriore incompatibilità relativa alle implementazioni di Axis. In caso di eccezioni imputabili a questa situazione si consiglia di cancellare dal EAR l axis.jar che si trova all interno del WAR sotto WEB-INF/lib (non quello che si trova nell EAR sotto lib). Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 8 di 15

4 PERSONALIZZAZIONE 4.1 L ARCHIVIO CONFIGURATION.JAR La personalizzazione del Sender consiste soprattutto nella modifica di alcuni file contenuti nell archivio Configuration.jar. Una volta modificato questo archivio (grazie all uso di un comune software di gestione degli ZIP e di un editor di testo) è necessario reinserire l archivio in due posizioni diverse: all interno dell EAR; all interno del war contenuto nell EAR sotto WEB-INF/lib. Di seguito una spiegazione dettagliata dei file che devono essere modificati. 4.1.1 IL CONFIGURAZIONE.XML Devono essere personalizzate le seguenti chiavi: STORAGE_DIRECTORY Si tratta del percorso da dove il Sender accede ai file da inviare e dove registra i risultati dell elaborazioni del sistema centrale. Usare / come separatore di cartella. Inserire obbligatoriamente un / alla fine del percorso. PDDO_KEYSTORE il nome del keystore contenente la chiave privata e il certificato lato client speditovi in formato P12. Questo keystore deve essere in formato JKS consultare 5.2 per maggiori informazioni. PDDO_KEYSTORE_PWD la password per accedere al keystore PDDO_TRUSTSTORE il nome del keystore contenente il certificato lato server speditovi (IGRUE.CER). Questo keystore deve essere in formato JKS consultare 5.2 per maggiori informazioni. PDDO_TRUSTSTORE_PWD la password per accedere al truststore TIPO_INVIO_KEY deve essere impostato a PDDO PDDO_URL deve essere impostato a https://pddomef.tesoro.it/pddo/services/ PDDO_SERVICE deve essere impostato a ColloquioSistemaPeriferico Dalle ultime due chiavi si deduce che l indirizzo di connessione alla PDDO (Endpoint) sia https://pddomef.tesoro.it/pddo/services/colloquiosistemaperiferico. Si evidenzia che questo indirizzo è raggiungibile da internet e pertanto l attestazione sulla rete SPC non è necessaria. 4.1.2 IL FILE PDDO.PROPERTIES In questo file è necessario indicare un percorso a piacimento per la chiave pddo.dir. Ad esempio proprio la stessa directory contenente anche i truststore e i file di configurazione del servizio PDDO. Nella cartella specificata è necessario inserire un file di testo chiamato pddconfig.properties dove vanno definiti alcuni valori relativi al log4j per la PDDO. Si consiglia di inserire questo file completamente vuoto (0 byte). Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 9 di 15

5 PDDO 5.1 I FILE PORTADELEGATACTXIN E PORTADELEGATACTXOUT Questi due file non hanno bisogno di essere configurati e devono essere semplicemente copiati sotto la cartella PDDO specificata nel file Configurazione.xml. 5.2 I FILE KEYSTORE E TRUSTSTORE Questi due file devono essere prodotti dall amministrazione locale. Si tratta di due file repository di chiavi/certificati in formato JKS. All interno devono essere presenti i certificati inviati all amministrazione locale in allegato alla mail da parte del sistema informativo IGRUE contenente la comunicazione dell avvenuto censimento del sistema locale. In particolare nel truststore deve essere presente il certificato lato server (quello del sistema informativo IGRUE) mentre nel keystore il certificato lato client (quello dell amministrazione locale). Si noti tuttavia che il certificato lato server che vi è stato inviato potrebbe differire rispetto a quello attualmente in uso. Per avere il certificato attuale è possibile richiederlo all assistenza oppure installarlo in un browser per poi esportarlo andando direttamente all indirizzo di risposta della PDDO: https://pddomef.tesoro.it/pddo/services/colloquiosistemaperiferico (vedi 6.2) Per creare questi file una buona base di partenza può essere lo strumento keytool messo a disposizione in tutte le distribuzione di JVM della SUN. In alternativa ecco una lista di tool grafici che possono essere utilizzati: IBM KeyMan (è necessaria una licenza) http://www.alphaworks.ibm.com/tech/keyman/download KeyTool IUI (The Legion Of The Bouncy Castle) http://yellowcat1.free.fr/index_ktl.html Portecle (The Legion Of The Bouncy Castle) http://portecle.sourceforge.net/ Di seguito una piccola guida relativa allo strumento IBM KeyMan: P12 JKS (per il keystore) Aprire il P12 Local resource Open file Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 10 di 15

Selezionare il file da aprire (il P12) Inserire la password d accesso (fornita nella mail di censimento del vostro sistema) Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 11 di 15

A questo punto dalla finestra di visualizzazione del P12 fare: File New (KeyStore Token, non PKCS#12) Si apre un altra finestra. Tornare alla precedente e fare: File Export (deselezionare il check box, in questo modo si esporta anche la chiave privata) Tornare alla seconda finestra e salvare inserendo la password d accesso. Verificare con il comando: keytool list -keystore <filename> che il tipo di store sia jks. Creazione del truststore Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 12 di 15

Il truststore non è altro che un keystore senza la parte privata ma con solo il certificato IGRUE.CER Per crearlo si potrà usare Keyman o in alternativa usare il comando: keytool -import -v -noprompt -file IGRUE.CER -keystore <filename> -storepass <password> - storetype jks Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 13 di 15

6 TEST 6.1 I SERVIZI WEB ESPOSTI Per invocare correttamente i servizi web esposti dal sender si dovrà impostare la url nel seguente modo: http://<host_name>:<port>/<context_root>/services/<service_name> dove: host_name è il nome dell host su cui si è installato il sender. Tale nome può coincidere con il nome della macchina se non si fa uso di host virtuali e/o altre configurazioni messe a disposizione di application e web server. port è il numero di porta sulla quale risponde l application server context_root è la directory di contesto con la quale si è installato il sender service_name può assumere i seguenti valori: InizializzazioneSistemaWS, GestioneEventiWS, PrenotazioneTicketProceduraWS e PrenotazioneTicketWS Esempio: http://darkside.eng.it:9080/sender/services/prenotazioneticketws In altre parole i servizi esposti dal Sender sono: http://<hostdelsender>/<context-rootdelsender>/services/inizializzazionesistemaws http://<hostdelsender>/<context-rootdelsender>/services/gestioneeventiws http://<hostdelsender>/<context-rootdelsender>/services/prenotazioneticketproceduraws http://<hostdelsender>/<context-rootdelsender>/services/prenotazioneticketws TIP: per visionare i wsdl è sufficiente aggiungere alla costruzione della URL fin qui descritta il suffisso?wsdl per esempio http://darkside.eng.it:9080/sender/services/prenotazioneticketws?wsdl TIP: per chiamare correttamente questi servizi in Java si consiglia di utilizzare Axis 1.4 TIP: nonostante alcuni warning durante la generazione del client.net attualmente un amministrazione sta procedendo nella scrittura di un sistema informativo che si interfacci con il Sender con questa tecnologia. L assistenza è riuscita con successo ad invocare il servizio d inizializzazione con un client.net TIP: si consiglia di invocare il servizio d inizializzazione per effettuare i primi test di connessione e nelle prime fasi d installazione. Questo servizio infatti si limita ad effettuare il download di tutti i dati di contesto relativi al sistema locale e a salvarli in un file chiamato ALL.zip nella storage directory. 6.2 I CERTIFICATI Per verificare l esistenza di un servizio web ad un certo indirizzo generalmente è sufficiente puntare alla url con un comune browser web. Anche in questo caso è possibile. Andando quindi al seguente indirizzo: https://pddomef.tesoro.it/pddo/services/colloquiosistemaperiferico Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 14 di 15

con un browser web si dovrebbe visualizzare una pagina che comunica l esistenza di un servizio web. Come si può notare l indirizzo è in https e quindi il server prima di rispondere comunicherà il suo certificato e richiederà il certificato client per autenticare il browser. Dovrebbe quindi essere sufficiente installare, il certificato.p12 fornito, all interno del browser come certificato client per verificare la possibilità d accesso. Consultare la guida specifica del browser utilizzato per maggiori dettagli. TIP: Per Firefox andare su Tools Options e poi Advances Encryption View Certificates Your Certificats Import Versione 1.0, Data emissione 11/05/2009 Pag. 15 di 15