Prefazione di Leonardo Muraro Presidente della Provincia di Treviso



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Prefazione di Leonardo Muraro Presidente della Provincia di Treviso Questo nuovo volume sviluppa un analisi sul welfare nella nostra provincia. Il miglioramento della qualità della vita e del welfare rappresentano un asse fondamentale per la crescita e il benessere del nostro territorio. Il libro raccoglie progetti, azioni, idee e suggerimenti, che il Piano Strategico sta indirizzando organicamente verso un nuovo sviluppo del sistema sociale locale proiettato su nuovi livelli di qualità della vita. Il sistema sociale oggi deve far fronte sempre più a nuove e complesse richieste da parte dei cittadini. Sostegno alle famiglie, cura degli anziani e dei minori, politiche per i giovani, aiuto a non autosufficienti e disabili, rappresentano una domanda sociale prioritaria. La famiglia, in particolare, deve essere riconosciuta come soggetto tutelare dei nuovi diritti. La famiglia non è più solo un ammortizzatore sociale, ma una persona sociale, che svolge un ruolo primario per sostenere le trasformazioni demografiche, per rafforzare la coesione sociale e per valorizzare i principi di sussidiarietà, come già chiaramente indicato anche nel Libro Bianco sul Welfare. Il sistema del Nord Est sta attraversando una rapida transizione che coinvolge tutti gli aspetti economici e sociali del territorio, e determina un forte mutamento nelle relazioni che legano l economia, il territorio e il benessere sociale. Questi fattori di discontinuità richiedono un cambiamento che, avviando un processo di innovazione, sia anche in grado di rispondere, con azioni strategiche strutturate, all esigenza di ridefinizione del modello economico e sociale. Per rimettere in moto l economia dunque, c è bisogno della mobilitazione di tutti per realizzare un grande progetto condiviso, capace di migliorare le condizioni di vita, sostenere le realtà sociali che più stanno soffrendo e rilanciare la competitività del sistema produttivo. Sempre maggiore attenzione dovrà essere riservata ai giovani, alle donne e agli anziani, con politiche indirizzate alla tutela sociale. In queste pagine abbiamo un immediato riscontro di quale sia l impegno nel sostenere il Welfare, che viene espresso sia da programmi pubblici, che dal mondo del volontariato e da quello del non-profit. Un ruolo primario viene attribuito al terzo settore, che a pieno titolo affianca Enti Locali, Asl e Stato nell erogazione di servizi alle necessità di welfare. Le cooperative sociali, con un consistente incremento numerico, registrano un grande dinamismo e una forte crescita nell impegno socio-sanitario. Il Piano Strategico, che sin dalla sua nascita ha individuato ed eletto tra i suoi macroobiettivi la qualità sociale e di vita, ci permette, con questo quadro completo delle forze che co-agiscono nella produzione di servizi indirizzati ai bisogni dei cittadini, di preparare la nostra provincia ad affrontare le sfide della crescente competitività, dando priorità alle politiche sociali che svolgono un ruolo di coesione della società nei suoi valori fondamentali. Ci permette inoltre, di indirizzare nuove azioni ed interventi in sintonia con quelli esistenti, e di andare a rafforzare quelle aree che oggi richiedono maggiore concentrazione di risorse. 15

Prefazione di Federico Tessari Presidente Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Con molto piacere accolgo l uscita di questo nuovo volume del Piano Strategico dedicato al welfare ed all economia civile in provincia di Treviso. Il welfare è conquista fondamentale della civiltà, per fare in modo che tutti i cittadini partecipino, in modo diretto o indiretto, allo sviluppo economico ed al benessere di un territorio; ed i meno fortunati abbiano adeguate reti di sostegno e solidarietà. Non c è ricchezza individuale senza felicità pubblica, dicevano gli economisti italiani di scuola rinascimentale. Oggi peraltro sappiamo che tra le sfide future di un territorio c è il ripensamento ed aggiornamento del welfare: il quale deve perseguire obiettivi di equità interpretando i nuovi tempi, le metamorfosi della società, le più complesse e differenziate esigenze delle persone. Ci sarà sempre meno welfare state erogato in modo paternalistico, inefficiente, ed indifferenziato e sempre più welfare civile: sorretto da una rete capillare di soggetti no-profit, che intercetta i fabbisogni nel territorio ed eroga servizi in modo dedicato. Il Terzo Settore impropriamente chiamato così presupponendo una sua terzietà rispetto all economia tradizionale diventerà sempre più braccio operativo e fiduciario delle istituzioni pubbliche e del sistema socio-economico nel complesso, per produrre servizi personali e sociali in chiave moderna. Non è un caso se, nel 2005, si è costituito in Camera di Commercio di Treviso un Osservatorio dell Economia Civile: non solo per comprendere meglio, ed in modo organico, la realtà del no-profit in provincia, ma anche e soprattutto per sancire, in modo definitivo, la sua piena dignità e complementarietà nel sistema economico. In un Piano Strategico dunque è perfettamente sensato affrontare queste sfide: accanto alle infrastrutture, al riposizionamento economico delle filiere produttive, alle politiche della conoscenza, il nuovo welfare, le nuove reti di solidarietà, l integrazione fra istituzioni e soggetti no-profit sono anch essi fattori cruciali per ripensare ed evolvere il nostro modello di sviluppo e convivenza. 17

PARTE I IL PIANO STATEGICO E L INTERVENTO PER LO SILUPPO DEL CAPITALE SOCIALE

Capitolo primo 1.1 - Il capitale reticolare Le traiettorie di un territorio in transizione. Analisi dei reticoli sociali della Marca trevigiana di Enzo Risso Coordinatore Piano Strategico e ricercatore di publicares Dati: ricerca di publicares Una società solida, alla ricerca di una dimensione comunitaria della socialità e di una condivisione delle passioni Impegnati nella rete familiare, sospinti verso una vigorosa dedizione nel volontariato, fluttuanti tra le reti amicali; distaccati e distanti dall attenzione alla politica e disincantati verso l impegno civico. È questo, in breve, il ritratto dei trevigiani, messo a confronto con le dinamiche nazionali. La Marca trevigiana si dimostra una realtà territoriale che mantiene ancora un forte e attivo tessuto sociale e reticolare. Un contesto più intrecciato e solido rispetto a quello che emerge nella media del paese. Una reticolarità che ha garantito, nel tempo, la tenuta sociale locale e ha supportato, se non agevolato, la lunga fase dello sviluppo degli scorsi decenni. La Marca conferma, ancora oggi, una buona capacità di sviluppare una parte del proprio capitale sociale. Assicura, nella forma e nel contenuto, il mantenimento di quelle caratteristiche che, nella struttura delle relazioni sociali, facilitano l azione cooperativa di individui, famiglie, gruppi sociali e organizzazioni. La famiglia, in questo territorio (come nel resto del paese, anche se con una pervasività maggiore), continua ad essere la primaria fonte dell iniziativa sociale e dell imprenditorialità diffusa, sia per i singoli sia per le formazioni sociali. Persiste nel suo ruolo di primo pilastro del processo sociale, cui si lega un radicato senso dell impegno altruistico individuale, mentre appare in deficit quello civico e collettivo. Nella realtà trevigiana appare perdurante, se osserviamo i dati di affezione e impegno sul fronte familiare, del volontariato e anche su quello amicale, una socialità proiettata su quella che possiamo definire la centralità di una relazionalità sotterranea e informale, che sostiene e solidifica la quotidianità della vita in un complesso di reti di influenza, di cameratismi, di azione verso l altro e verso se stessi, di percorsi di amicizia e sostegno locale, di familismi e familiarismi, nonché di altre forme di aiuto che si mantengono nel tempo e che sono costitutive del tessuto sociale locale. I dati rilevati portano alla luce anche la struttura del meccanismo di cambiamento in atto nel territorio. A chi ha accreditato (sovrastimando una dinamica relazionale determinata dall incedere di una società delle apparenze e dello sfoggio) un eccesso di vezzo minimalismo relazionale del territorio, imperniato su una lettura che fa dell individuo e dell individualismo il cardine fondante su cui si sarebbe delineata la socialità trevigiana negli ultimi anni, viene, in qualche modo contraddetto, almeno per la sproporzione di peso assegnata a questi fattori. 21

Il quadro territoriale appare, in realtà, multipolare e multiforme, soggetto a una peculiare eterogeneizzazione, a un politeismo dei valori e a una ologrammatica che stanno incidendo e proiettando nuove o innovate dimensioni della relazionalità e della socialità locale. Occorre, in ogni caso, essere cauti quando si trattano temi ad alta intangibilità come quelli della reticolarità e del capitale sociale. Due temi in cui, l intangibilità, è totale e non si riscontra solo nei punti di partenza che sono alla base della produzione (materiale) o nei meccanismi (finanziari) che indirettamente esso determina, ma si manifesta, anche e soprattutto, nel processo stesso di capitalizzazione e nelle sue caratteristiche costitutive. Nel suo complesso, l indagine realizzata in provincia di Treviso, evidenzia una traiettoria locale in cui la vita quotidiana non si fonda più solo e soltanto a partire dall individuo (potente e solitario, chiuso nella sua microsfera), ma si staglia lungo un nuovo bisogno di emozionalità, di relazionalità con gli altri, di fusione di intenti e percezioni, di condivisione di percezioni e letture della contemporaneità, di costruzione di gruppi, di congreghe, di connessioni e complicità. C è, in qualche modo, un ritorno (o una nuova andata) di passionalità comunitaria, una tendenza che proietta verso l altro. Che spinge sì ad imitarlo, ad apparire, alla ricerca dell esserci, ad individuare i tratti di comunanza e di clan attraverso un agire clanico oltreché individuale, ma preme anche per una maggiore partecipazione emozionale con gli altri, a ricercare le ragioni e gli affetti locali, particolari, situazionali, che valorizzano la persona nella sua completezza e interezza, che danno rilievo alla capacità e possibilità di vivere le emozioni. La crescita dell attenzione per la rete familiare, l impegno nel volontariato e le proiezioni verso il mondo amicale, quindi, evidenziano una società trevigiana che avverte il bisogno di una nuova e maggiore dimensione comunitaria della socialità. Complessivamente, dall analisi dei reticoli territoriali, emerge un quadro che contiene solidità e fragilità, adeguatezze e inadeguatezze. La realtà della Marca, sul fronte delle solidità, appare contraddistinta da ricchezza relazionale, da forza del capitale sociale familiare e da ricchezza delle reti sociali. Sul versante delle fragilità, il quadro appare più complesso e contraddittorio, con una tendenziale debolezza del capitale civico; con un deficit delle risorse dei saperi e simboliche e, soprattutto, della capacità di individuare un sistema di fini e obiettivi condivisi; con una fragile fiducia sistemica. I buoni livelli di fiducia, specie quella interpersonale, sono certamente una grande possibilità per questo territorio, uno dei fattori di adeguatezza del capitale sociale. Una risorsa che può essere investita nello sviluppo e nella capacità di reagire di fronte alle complessità contemporanee. La principale inadeguatezza per la Marca, specie dal punto di vista delle proiezioni economiche e della relazione tra capitale sociale sviluppo, è legato al dato del familismo. La sua preponderanza, specie in un epoca globale e delle conoscenze limita la capacità di espandersi e la capacità competitiva nelle economie globali, perchè ha una fragile disponibilità di capitale sociale e umano. 22

Il capitale sociale locale Un serbatoio di energie, tra punti di forza e debolezze Il capitale sociale è un serbatoio di energie. La sua funzione economica, in un territorio, si dispiega almeno lungo tre traiettorie: nella capacità di ridurre i costi di transazione e i fattori di incertezza; nella possibilità di agevolare gli scambi e nell incoraggiare e facilitare le forme di investimento in capitale fisico, finanziario ed umano; nella forza di stimolare la soluzione cooperativa e collettiva dei problemi di una contemporaneità sempre più frastagliata. Esso trova fondamento in quelle radici culturali che Bourdieu 1 definisce le abitudini etiche ereditate (idee, valori, relazioni sociali). I primi due elementi che emergono con forza, nella Marca, sono la proiezione verso l impegno verso gli altri, con i trevigiani impegnati nel volontariato molto di più della media degli italiani. Un analoga punta di differenza la troviamo sul familismo, sulla rete di attenzione dedicata ai parenti, alle persone della cerchia larga familiare e non solo al nucleo ristretto. In questo ambito i trevigiani mostrano una reticolarità familiare che coinvolge tutta la società (95%), contro un analogo dato che si ferma all 83% per la media nazionale. Un interessante peculiarità, anche in questo caso in grado di divellere consolidati luoghi comuni, è la tensione all impegno religioso. Territorio a forte presa cattolica, i trevigiani si scoprono meno dediti, della media italiana, a una religiosità attenta e impegnata. Non si tratta di una differenza in quel generico afflato verso la religione, ma di una minor valenza del ruolo della religione quale fattore costituente i propri impegni settimanali. Ciò non toglie che la religione permanga, per la società trevigiana, una delle fonti della vita e del senso comunitario locale. Non a coso le organizzazioni basate sulla fede permangono utili alla realtà civica sia direttamente, fornendo sostegno sociale e servizi alla comunità, sia indirettamente, stimolando competenze e valori civici, incoraggiando aperture verso l altro e le forme di inclusione. Quello che segna e determina la differenza, secondo i dati che emergono dall analisi valoriale effettuata nel 2004 nella Marca, è un minor afflato, una minor condivisione militante dei valori cattolici, dell insegnamento della chiesa, del ruolo della chiesa. Significativamente bassi, ancora più limitati della media paese, appaiono l interesse e l impegno civico e quello politico. Emerge, nella realtà locale, un silente ritiro dai rapporti civici e politici che diminuisce la capacità del territorio di individuare obiettivi comuni e la conseguente tensione a attivarsi per il bene collettivo e complessivo. La tendenza rilevata nella vita civica può rafforzare le spinte centrifughe del capitale sociale e, soprattutto, può limitare, in modo consistente, la sua riproduzione e la sua valorizzazione. 1 P. Bourdieu, Le Capital Social. Notes Provisoires., in Actes de la Recherche en Sciences Sociales, n. 31, 1980. 23

Nel corso della settimana Lei dedica almeno un paio d ore del suo tempo a: dato medio Treviso dato medio Italia alla famiglia (in senso largo) 96 83 agli amici 79 78 alla religione 43 52 al volontariato e ad attività legate al sociale 35 21 ai comitati di cittadini e di quartiere 10 12 a un partito politico 5 7 a nessuno di questi* 1 7 * modalità di risposta non stimolata somma delle risposte positive I dati, nel loro complesso, trovano riscontro e fondamento nella visione valoriale dell impegno espressa dai trevigiani. Per la maggioranza impegnarsi vuol dire dedicarsi a chi ha bisogno e fare volontariato. Solo il 4% intende impegno come fare politica e solo il 7% lo interpreta come azione civica. Ha un maggiore appeal il tema ambientale, con il 16% di persone che trovano in quei valori un fattore motivante l azione. Per Lei impegnarsi per gli altri e per la comunità in cui vive, significa soprattutto: fare volontariato all interno di un associazione 39 dedicarsi a chi ha bisogno 62 fare politica 4 difendere l ambiente 16 partecipare ai comitati cittadini 7 nessuna di queste cose 1 somma delle risposte consentite Identikit della reticolarità trevigiana Ma chi sono le persone che si dedicano di più al volontariato? Come è composto e qual è il profilo di questo insieme? Sono, innanzitutto, persone di scolarità media e alta, trentenni e quarantenni, dediti a lavori autonomi o dipendenti. Non ci sono, invece, sostanziali differenze di genere. Se guardiamo gli altri temi, scopriamo che ai partiti dedicano maggiore attenzione, negli ultimi anni, le donne rispetto agli uomini, mentre questi ultimi appaiono più attenti alle nuove forme di azione, come i comitati civici. Sono più interessati (sempre ai partiti) le persone a bassa scolarità, mentre quelle a media e alta scolarità appaiono più proiettate sui movimenti civici. Nei segmenti per età, sono le persone over 55 anni più interessare alla vita di partito, mentre i trentenni sono più attivi nei comitati. Infine, ai partiti guardano con più attenzione i lavoratori dipendenti. Sul fronte dell impegno religioso, le differenze sono, anche qui singolari. La mappa di attenzione delinea un impegno religioso caratterizzato dal genere e, in parte, dall età. Una mappa che vede più donne di uomini (con la metà delle donne intervistate che dedicano almeno due ore alla religione e solo un terzo dei dirimpettai di genere), più over 55 anni, ma anche 24

una buona parte di trentenni. La partecipazione religiosa trova in prima fila, in questo territorio, le persone a alta scolarità (non solo, quindi, quelle a basso livello di scolarizzazione), i pensionati e le casalinghe. Le traiettorie della relazionalità amicale, infine, trovano più deboli solo le persone anziane, i pensionati e le casalinghe. Solidità e fragilità del tessuto sociale trevigiano La complessità delle dinamiche presenti nel tessuto locale possono essere analizzate da due diverse angolature. Ciò consente di identificare sia la multidimensionalità del quadro che produce, sia gli elementi di solidità e fragilità, di adeguatezza e inadeguatezza. Se scrutiamo le dinamiche locali da un punto di vista micro 2, possiamo valutare il ruolo e la funzione del capitale sociale territoriale dal punto di vista individuale, ovvero la valenza e il peso delle risorse che le persone, i residenti nella Marca, sono in grado di ottenere e attivare grazie alla rete di relazioni sociali esistenti nella provincia. Se, invece, analizziamo il contesto del capitale sociale territoriale da un punto di vista macro 3, siamo in grado di valutare la sua funzione come bene collettivo, soppesando la coesione sociale, la fiducia, la consistenza civica e istituzionale. Complessivamente, il duplice approccio proposto consente una prima, benché superficiale e da approfondire, analisi e verifica del rapporto tra capitale sociale, reti e sviluppo sociale. Va chiarito che questo metodo di verifica della relazione tra sviluppo sociale e capitale sociale, incrociando l approccio micro-relazionale e quello macro-relazionale, consente una vision delle dinamiche globali del capitale relazionale territoriale e si fonda sulla duplice considerazione che, per un verso, esistono dei meccanismi di rafforzamento del capitale sociale a livello macro che possono attuarsi solo attraverso le pratiche perseguite a livello individuale e, dall altro verso, un tessuto culturale ricco e costantemente attento ai processi di rafforzamento e innovazione, nonché ai percorsi di fiducia nelle istituzioni e nel sistema locale, può incoraggiare gli scambi e gli accordi tra singoli soggetti. È indispensabile individuare il circolo virtuoso tra i due livelli macro e micro, poiché le spinte verso lo scioglimento delle incertezze caratterizzanti la produzione e il sostentamento del capitale sociale collettivo, possono essere identificate nelle categorie comprese nel capitale sociale individuale. Il livello micro, quindi, svolge una funzione attiva di basamento per le persone, mentre il livello macro è fondamentale per: diminuire l incertezza complessiva dell agire di un territorio e delle persone che vi abitano; incoraggiare azioni cooperative, rendendo in tal modo fruttifero l investimento in relazioni; incrementare la solidità dei significati condivisi all interno del territorio. 2 L approccio micro deriva dalla teoria della scelta razionale e dalla teoria dello scambio e considera il capitale sociale dal punto di vista individuale. Gli autori di riferimento sono Bourdieu e Coleman. 3 L approccio macro trae origine dalla teoria funzionalista, e concepisce il capitale sociale come un bene collettivo. Gli autori di riferimento sono Putnam e Fukuyama. 25

Va chiarito, infine, che il rapporto tra capitale sociale e reti sociali è una relazione di reciprocità, non d identità. Il capitale sociale è, certamente, incardinato nelle relazioni sociali, ma non coincide con esse. Analogamente, le reti sociali possono essere una condizione favorevole allo sviluppo del capitale sociale, ma anche dei vincoli per l azione. Il capitale sociale, di per sé e in ogni caso, è sempre produttivo, in quanto richiama e raffigura le risorse che possono essere utilizzate dalle persone, che risiedono nella Marca, per realizzare i propri scopi e il proprio destino. La produttività del capitale sociale, tuttavia, è indotta dalle caratteristiche dei social network e dalle particolari risorse che le relazioni sociali sono in grado di attivare. Il valore della fiducia La fiducia è un tratto distintivo della modernità. Essa è una risorsa messa in campo dalle persone per fronteggiare la crescente complessità della società, l aumento dell instabilità e l espansione delle incertezze. La fiducia può essere definita, quindi, come un aspettativa di esperienze con valenza positiva per l attore, maturata sotto condizioni d incertezza, ma in presenza di un carico cognitivo e/o emotivo tale da permettere di superare la soglia della mera speranza 4. Il concetto deve essere valutato, pertanto, nella sua duplice dimensione: 1. interpersonale, 2. sistemica. La fiducia, per un territorio come quello della Marca, è un attivatore delle interazioni sociali e delle capacità competitive. Essa è elemento costitutivo e fondante sia delle relazioni cooperative sia della capacità competitive. Dal punto di vista della fiducia interpersonale, il quadro trevigiano si presenta, sostanzialemente positivo. Pur se con un avvicinamento lento, la maggioranza dei cittadini ha una tendenziale dispobilità alla fiducia, un progressivo approccio al mondo. Il 44% dei rispondenti, non a caso, segnala una propensione verso la fiducia, pur marcata dal bisogno di tempo e quindi di fattori di conoscenza e relazione. Il 18% appare sostanzialmente avvolto in un meccanismo proiettivo. Complessivamente il 66% della società locale vive e opera in un contesto di sostanziale apertura e dinamicità. Solo il 36% delle persone intervistate segnala una sostanziale impermeabilità ai processi di connessione fiduciaria. In questo segmento ritroviamo, soprattutto, le persone che avvertono la mancanza di strumenti di conoscenza e disamina della contemporaneità, come gli over 55 anni, i soggetti a bassa scolarità, i pensionati, le casanghe e in generale il segmento delle persone non incluse nel processo di lavoro. Quale delle seguenti affermazioni condivide maggiormente? Treviso Italia Occorre tempo per fidarsi degli altri 44 42 Non si è mai sufficientemente prudenti per fidarsi degli altri 36 41 Gran parte della gente è degna di fiducia 18 17 Nessuna di queste* 1 0 * modalità di risposta non stimolata 4 A. Mutti, Capitale sociale e sviluppo, Il Mulino, Bologna, 1998. 26

Il fronte della fiducia sistemica, da parte sua, appare avvolto da movimenti particolarmente complessi. Qui si inseriscono più fattori. Su un versante incombe la disaffezione verso la politica e l impegno civico. Su un altro versante incontriamo la valutazione e la percezione che i trevigiani hanno delle trasformazioni globali in atto. Incidono, in questo ambito, le debolezze riscontrate sul fronte del concetto di stabilità e quelle sull adeguatezza percepita di fronte alle dinamiche globali e trasformative della nostra società. In questi ultimi anni il tema della stabilità ha trovato quale alter ego quello di flessibilità. Ha incontrato nella capacità di effettuare veloci e repentini adattamenti ai cambiamenti esterni, una nuova pagina della capacità competitiva e della disponibilità al rischio. Alla necessità di maggiore flessibilità si sono aggiunte la ricerca di qualità e il bisogno di sempre maggiori processi di innovazione. Tutti fattori legati allo sviluppo di processi di cooperazione. Elementi che implicano la condivisione di un linguaggio comune, lo sviluppo di forme di conoscenza tacita (per sfruttare le tecnologie e le formule organizzative codificate) e un peculiare dinamismo individuale. Sul fronte della fiducia sistemica emergono nella Marca quattro dimensioni indebolenti: la tendenziale inadeguatezza individuale di fronte alle sfide globali e ai cambiamenti la strisciante sfiducia nelle capacità del paese la insistente ricerca di stabilità, sicurezza e certezza la scarsa fiducia nel sistema politico In particolare, rileggendo i dati dell indagine 2004 di publica.swg sui valori dei trevigiani, scopriamo che, rispetto alla maggioranza degli italiani, i cittadini della Marca avvertono maggiormente la necessità di sicurezza e stabilità e registrano in modo peculiare e in modo non dissimile dalle media nazionale (nonostante ci si ritrovi in un area ad alta dinamicità imprenditoriale) lo stress da competizione, il sentirsi inadeguati rispetto alle sfide della contemporaneità. FUTURO SMARRITO Il trend riassume il vissuto di chi sente che il Paese sta perdendo la sfida con l innovazione. Si guarda con scetticismo ad ulteriori possibilità di progresso e affiora una marcata nostalgia del passato. 27

INADEGUATEZZA INDIVIDUALE Segnala il senso di inadeguatezza individuale rispetto ad un contesto professionale e sociale percepito come fortemente competitivo. Adesioni all orientamento Lei preferisce stabilità o cambiamento 28

L incrociarsi di questi temi è provvido di conseguenze sulla realtà locale e apre una riflessione peculiare sulla capacità del capitale umano locale di mantenere livelli di solidità nel tempo. Come spiega Luhmann 5, le persone e i sistemi locali sono maggiormente disposti alla fiducia se possono fare affidamento su quella che viene definita la sicurezza interiore del sistema e delle sue relazioni. Se hanno una sorta di fiducia intrinseca in se stessi e nel complesso che li circonda. La capacità propulsiva della fiducia è legata non tanto e solo a fattori personali, quanto a fattori sociali e sistemici. È legata alla capacità di elaborare una autorappresentazione di sé nel sistema e del sistema stesso, in grado di contenere e ridurre la complessità dell oggi e del vivere quotidiano. La sicurezza del sé, come fondamento della fiducia, può essere ricondotta, pertanto, alla disponibilità di meccanismi interni per la riduzione della complessità. Meccanismi che sono sociali e cognitivi, legati alla conoscenza e alla comprensione della complessità. Qui, compare una delle tare del sistema trevigiana, una delle inadeguatezze principali: il deficit delle conoscenze e dei saperi di un territorio solidificato nel fare, ma ancora poco attento a investire sul capitale umano. Questo meccanismo, alla lunga ma anche già oggi, può decostruire i livelli di fiducia e la capacità di rielaborare i messaggi della modernità. Ci troviamo di fronte, quindi, a una società trevigiana con ancora un livello forte di fiducia in sé, ma con un tarlo interno che, se non affrontato, può incidere, anche in modo consistente, proprio sulla capacità di produzione e riproduzione di fiducia. 5 N. Luhmann, La fiducia, il Mulino, Bologna 2002. 29

La mappa delle dinamiche del tessuto sociale trevigiano Tra solidità e fragilità, adeguatezze e inadeguatezze Il complesso di queste considerazioni, osservando l insieme dei dati locali, porta alla luce 4 diverse dinamiche. Sul fronte del quadro micro (che considera il capitale sociale dal punto di vista dell attore e della rete e lo valuta come il complesso di risorse disponibili in forza dell appartenenza ad uno specifico insieme di relazioni sociali), rintracciamo i punti di solidità del quadro della Marca, mentre sul versante opposto, di quello macro (che attiene ai beni pubblici e assume il valore di coesione sociale, condivisione di norme e valori, di fiducia generalizzata) individuiamo i punti di fragilità del trevigiano. Integrando queste due dinamiche con quelle della fiducia interpersonale e sistemica, possiamo individuare altre due dinamiche, rispettivamente quella dell adeguatezza e dell inadeguatezza del tessuto sociale della Marca di fronte alle nuove sfide globali. LA MAPPA DEL DINAMICHE DEL TESSUTO SOCIALE DELLA MARCA SOLIDITÀ. La realtà della Marca appare contraddistinta da ricchezza relazionale, da forza del capitale sociale familiare e da ricchezza delle reti sociali. FRAGILITÀ. Il quadro appare più complesso e contraddittorio, con una tendenziale debolezza del capitale civico; con un deficit delle risorse dei saperi e simboliche e, soprattutto, della capacità di individuare un sistema di fini e obiettivi condivisi; con una fragile fiducia sistemica. ADEGUATEZZA. I sufficienti livelli di fiducia, specie quella interpersonale, sono certamente una grande possibilità per questo territorio. Una risorsa che può essere investita nello sviluppo e nella capacità di reagire di fronte alle complessità contemporanee INADEGUATEZZA. Il principale pericolo per la Marca, specie dal punto di vista delle proiezioni economiche e della relazione tra capitale sociale sviluppo, è legato al dato del familismo. La sua preponderanza, specie in un epoca globale e delle conoscenze limita la capacità di espandersi e la capacità competitiva nelle economie globali, perchè ha una fragile disponibilità di capitale sociale e umano. Le dinamiche in movimento Lo sfarinamento del capitale civico, la possibilità e necessità di ripresa Un fattore di criticità del tessuto sociale locale da valutare con attenzione è quello dell inaridirsi del capitale civico e, soprattutto, dell impegno politico. Il quadro trevigiano appare composito, con dinamiche interne contrastanti, anche se significative. Da un lato, rispetto al dato medio italiano, vi è una discreta percentuale di persone che ha aumentato il proprio impegno e interesse per la politica. Sul versante opposto, vi è maggiore quota di persone che si sono allontanate. Per comprendere questo fenomeno occorre analizzare i diversi segmenti della società. I giovani sono quelli che fanno registrare la maggior crescita di attenzione verso la poli- 30

tica, insieme alle persone con alta scolarità. Ad allontanarsi dall interesse sono, invece, gli uomini, i lavoratori autonomi, ma anche le persone che si avvicinano alla religione o che decidono di dedicarsi al volontariato. Va segnalato, inoltre, che, rispetto al dato medio nazionale, il processo di allontanamento e sfarinamento coinvolge soprattutto chi, negli ultimi anni, si era avvicinato alla politica. Il 45% degli attivi, in provincia di Treviso, segnala una diminuzione dell interesse. I motivi di tale scelta sono sostanzialmente legati a un solo fattore: la delusione. Un elemento che colpisce, soprattutto, i lavoratori autonomi e in quaranta-cinquantenni. E Lei direbbe che negli ultimi 2/3 anni il suo interesse/la sua partecipazione per un partito politico è: Treviso Italia partecipanti partecipanti Treviso Italia aumentato 23 15 45 72 diminuito 61 52 45 10 rimasto invariato* 16 31 10 18 non sa/non risponde 21 11 13 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte * modalità di risposta non stimolata Per quale dei seguenti motivi il suo interesse/ la sua partecipazione per un partito politico è diminuita? è rimasto deluso 66 si interessa di altre cose 13 preferisce dedicare più tempo alla famiglia 12 deve dedicare più tempo al lavoro 4 preferisce dedicare più tempo a se stesso 2 altro* 1 non sa/non risponde 2 * modalità di risposta non stimolata rispondenti: quanti dichiarano diminuita la propria partecipazione politica Lo sfarinamento del capitale civico risulta leggermente rallentato dall impegno civico. I meandri della società locale appaiono composti da esili fili, ma in questi anni alcune reti si sono andate tessendo. Cresce un po l appeal delle nuove forme di azione locale e quello politicocivico. Così, rispetto alla media nazionale, l interesse e la partecipazione civica è in salita. Cresce, innanzitutto, tra i cinquantenni, tra i lavoratori dipendenti e tra le persone ad alta scolarità. Ci troviamo di fronte a una precisa traslazione dall interesse per la politica a quella per i comitati, con un particolare passaggio delle persone che prima si dedicavano alla politica partitica, oppure con la maggiore presenza, nei comitati, di persone già impegnate nel volontariato. Ci troviamo di fronte, quindi a una duplice dinamica: da un lato il calo di impegno politico-partitico, sposta energie e persone verso l azione civica e quella sociale, sposta cioè la disponibilità di voglia di fare dalla militanza, all impegno concreto, che dà risultati tangibili immediati; dall altro lato l impegno nel sociale alimenta in modo limitato l agire politico, mentre diventa fucina di quello civico. POLITICA IMPEGNO CIVICO O SOCIALE IMPEGNO SOCIALE IMPEGNO CIVICO 31

In questo ambito, altro tema particolarmente interessante, è il fattore di abbandono. A differenza della politica, i comitati civici non deludono in modo consistente chi vi partecipa. La scelta di diminuire l impegno è legata maggiormente alle ondivaghe possibilità dell impegno, che alterna i momenti di interesse con quelli di ritorno di attenzione alla famiglia o di spostamento di azione su altri fronti. E Lei direbbe che negli ultimi 2/3 anni il suo interesse/la sua partecipazione per i comitati di cittadini o di quartiere è: Treviso Italia partecipanti partecipanti Treviso Italia aumentato 28 7 59 51 diminuito 43 31 25 42 rimasto invariato* 29 62 16 7 non sa/non risponde 35 16 16 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte * modalità di risposta non stimolata Per quale dei seguenti motivi il suo interesse/la sua partecipazione per i comitati di cittadini o di quartiere è diminuita? Treviso si interessa di altre cose 27 preferisce dedicare più tempo alla famiglia 26 è rimasto deluso 20 preferisce dedicare più tempo a se stesso 9 deve dedicare più tempo al lavoro 8 altro* 8 non sa/non risponde 2 * modalità di risposta non stimolata rispondenti: quanti dichiarano diminuita la propria partecipazione per i comitati di cittadini o di quartiere Il capitale sociale familiare, il suo valore radicante e il ritiro dalla società Il bisogno di sostegno, di emozionalità, di relazionalità segna nettamente un ritorno alla famiglia e alla sua rete a Treviso. È un tentativo di rifugio, forse, di fronte a una complessità della società che in qualche modo spaventa e accresce il bisogno e la necessità di certezze. Con il termine capitale sociale familiare si indica la quantità e la qualità del tempo trascorso insieme dai membri di una famiglia, ossia la misura sui generis delle relazioni orientate alla valorizzazione del legame familiare, all attenzione e alla cura reciproca tra i membri della famiglia. Così appare netto, da parte dei trevigiani l aumento di attenzione alla rete familiare. Una proiezione che, proprio per la fase di difficoltà che vive l economia locale, trova in prima fila i lavoratori dipendenti. Ma questa dinamica, specie per effetto della necessità di una nuova e più calda affettività relazionale, coinvolge anche gli strati più forti della società locale, come le persone con un maggior livello istruttivo e i giovani. 32

Il ritorno di interesse verso la famiglia registra alte tendenze tra chi si è occupato di politica, ma anche tra chi si è impegnato nel volontariato. È dalla famiglia, pertanto, che nascono la fiducia, lo spirito di collaborazione e la reciprocità verso gli altri che incontriamo nella Marca. Si può, dunque, riconoscere che la famiglia, nel trevigiano, è il capitale sociale più importante. È fonte di coesione del tessuto sociale, è fattore di supporto e aiuto per la sfera del lavoro e dell impresa, è luogo di sollecitazione all impegno pro-sociale. Permane, inoltre, la sfera più importante per gli effetti e per il ben essere delle persone. E Lei direbbe che negli ultimi 2/3 anni il suo interesse/la sua partecipazione per la famiglia in senso largo (oltre coniuge/compagno-a/figli) è: Treviso Italia partecipanti partecipanti Treviso Italia aumentato 75 67 76 64 diminuito 7 5 6 9 rimasto invariato* 18 28 18 28 non sa/non risponde 6 0 6 0 dati riportati a 100 in assenza di non risposte * modalità di risposta non stimolata Per quale dei seguenti motivi il suo interesse/ la sua partecipazione per la famiglia in senso largo (oltre coniuge/compagno-a/figli) è diminuita? Treviso si interessa di altre cose 27 si interessa di altre cose 26 preferisce dedicare più tempo a se stesso 23 è rimasto deluso 21 deve dedicare più tempo al lavoro 17 altro* 14 * modalità di risposta non stimolata rispondenti: quanti dichiarano diminuita la propria partecipazione alla vita famigliare-parentale Il capitale sociale familiare, le sue criticità Il familismo trevigiano, non ha solo pregi, ma ha anche alcuni lati critici, specie nella proiezione che determina verso la società. Nella Marca la famiglia non alimenta né la spinta verso l impegno politico, né quella verso l attivismo civico. Da questo punto di vista si può dire che il sistema familiare locale è una rete neutra, in parte ostile all impegno collettivo per la società. In questo senso la famiglia non sembra costituire un luogo di relazioni che stimola e incentiva aspettative di cooperazione verso l esterno, verso la società. Appare una dimensione più chiusa e rivolta all interno, alla rete relazionale allargata del nucleo familiare e a quella amicale. Altro problema legato al familismo è quello relativo agli effetti sul dinamismo economico locale. Ovvero sulla quantità di capitale umano e sociale che, realtà volte a un eccesso di 33

minimalismo relazionale, sono in grado di alimentare o di attrarre. La preponderanza del sistema familistico, specie in un epoca globale trasformativa come quella attuale, può trasformare ciò che in passato era un merito (le piccole imprese sono riuscite a realizzare economie di scala da grande impresa efficiente), in un ostacolo. Come ricorda Francis Fukuyama 6 queste organizzazioni non hanno la possibilità di espandersi molto sulle economie globali, perchè non hanno una disponibilità di capitale sociale e umano adeguato e non hanno la capacità di attrarre nuovo capitale umano. La quantità e la dimensione del capitale sociale familiare nella Marca, impone anche azioni politiche e sistemiche al suo sostegno. Essendo la ricchezza locale, essa non va depauperata, né lasciata a se stessa. Occorrono interventi per le famiglie in grado di stimolare e promuovere la mutualità attiva fra i gruppi familiari. Appaiono utili strumenti che stimolino patti associativi tra famiglie, puntando all empowerment dei diversi gruppi e sistemi familiari. Occorrono, cioè, scelte volte a sostenere una dinamica relazionale fatta di fiducia, collaborazione e reciprocità, perché solo attraverso questa via sarà possibile mantenere quel capitale micro che permane centrale nel capitale sociale trevigiano. Il tema è importante anche perché se è vero che il familismo ha implementato e sostenuto l imprenditorialità locale, è anche vero che le dinamiche d impresa e lavoro sfruttano il capitale sociale familiare e, alla lunga, lo possono depauperare. In questo ambito, specie per il peso e il ruolo del volontariato in questa area, occorre stimolare l azione volontaria come attivatore e promotore del capitale familiare. La religione e il suo ruolo attivo La partecipazione religiosa segna, nei dati complessivi, una differenza tra il quadro nazionale e quello locale, con un maggior disimpegno nel trevigiano, rispetto alla media del paese. Una conferma ulteriore la ritroviamo nelle dinamiche specifiche, con un numero maggiore di persone che, nella Marca, si sono allontanate dall attivismo religioso. Il dato va soppesato con attenzione. Non si può non considerare che, in questa realtà, per effetto dello storico legame con la chiesa e per il ruolo svolto dalla religione nella dimensione valoriale collettiva, oggi si possa registrare non tanto un affievolirsi del credo, quanto un processo di disincanto. D altra parte, a livello nazionale, c è oggi un processo di lento e progressivo riavvicinamento alla religione, per effetto di quel processo di secolarizzazione, avvenuto nei decenni passati, che ha alimentato, nonostante le sue intenzioni, un senso di inquietudine nell uomo contemporaneo, privato di saldi punti di riferimento, diviso dal contrasto tra la disponibilità di sempre maggiori mezzi per perseguire il proprio benessere materiale e l assenza di un ordine etico, ma anche politico e sociale, capace di dare alla vita un senso più complessivo 7. A supporto della tesi del disincanto valoriale, ovvero di un processo di lento affievolirsi della capacità di presa dei contenuti complessivi del magistero religioso, troviamo alcuni dati 6 F. Fukuyama, Fiducia, Rizzoli, Milano 1996. 7 M. Salvadori, Le inquietudini dell uomo onnipotente, Laterza, Roma-Bari 2003. 34