Rassegna Stampa. Martedì 08 aprile 2014



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Rassegna Stampa Martedì 08 aprile 2014 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende 20129 Milano Via Mameli, 11 Tel. 0243990431 Fax 0245409587

Rassegna del 08 aprile 2014 ASL BRESCIA Il Giornale Di Brescia 11 LA GUERRA ALLA LUDOPATIA RIPARTE DA UNA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE Alessandro Carboni 1 Il Giornale Di Brescia 12 SERVIZI SOCIALI, AL LAVORO I GRUPPI PER LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA Francesca Sandrini 2 Corriere Della Sera (bs) 7 STRETTA SULLE SLOT BRESCIA E LOMBARDIA FANNO SCUOLA L.b. 4 Bresciaoggi 13 IL GIOCATORE? DISOCCUPATO O PART TIME, STRANIERO 5 Il Giorno Bergamo_brescia 1, 9 LEGGE ANTI SLOT LA REGIONE INCONTRA ASL E ISTITUZIONI Paolo Cittadini 6

La guerra alla ludopatia riparte da una proposta di legge popolare Presentata in città la norma regionale che contrasta il gioco d'azzardo patologico Maggiore rigidità sulle regole mentre martedì prossimo si vota la nuova iniziativa Prevenzione e riduzione dei rischi della dipendenza da gioco d'azzardo, sgravi fiscali a favore di bar e tabaccherie che dismettono spontaneamente i videopoker, formazione obbligatoria dei gestori delle sale slot, maggiore rigidità delle norme per gli esercizi. Sono le fondamenta della legge 8 del2013, il testo in contrasto al gioco d'azzardo patologico approvata lo scorso ottobre in Consiglio Regionale. Una norma che Viviana Beccalossi, assessore al Territorio alpirellone, stapresentando in una serie di incontri nelle diverse province lombarde che ieri ha toccato Brescia. «Lo scenario sul nostro territorio è chiaro: fatti di cronaca ericerche tracciano una situazione preoccupante - haspiegato Beccalossi in apertura del convegno ospitato nella sede regionale di via Dalmazia -. In città sono operative 1.600 slot, un esercizio pubblico su tre è autorizzato a installare macchinette, l'indotto totale annuo solo nella provincia tocca quota 1,3 miliardi». Un quadro completato dai dati di Asl Brescia: 206 gli utenti presi in carico nel 2013 da Sert e Smi, 97 quelli registrati solo nei primi 3 mesi del 2014. Secondo il direttore generale Carmelo Scarcella «la percentuale di potenziali giocatori problematici che giungono in carico ai servizi è ancora bassa, solo 0 5% delle persone bisognose di aiuto l'avrebbero effettivamente trovato». In questi mesi la giunta regio - naie ha lavorato ai provvedimenti per rendere operativa la norma: il 24 gennaio è passata la delibera che fissa la distanza delle nuove macchinette installate dai luoghi sensibili (vicini a scuole ed a luoghi di aggregazione frequentati da minori) ; il 31 gennaio il gioco d'azzardo è stato inserito nel Piano locale delle attività di prevenzione e informazione. Insieme al concorso per la realizzazione del logo utilizzato nelle campagne no-slot, «l'ultima delibera adottata ha concretizzato l'esenzione dell'irap per i gestori che decidono di dismettere le macchinette e il raddoppio per chi le mantiene - ha ricordato Beccalossi-. Oggi più che mai sul tema gioco d'azzardo serve coesione e impegno comune. Anche il Ministero dell 'Interno ha confermato l'efficacia della legislazione regionale». Il prossimo 15 aprile in consiglio si voterà una proposta di legge popolare da passare sui banchi del Governo. «La proposta andrà a ridefinire la materia del gioco su competenza statale, stringerà sulle regole che i commercianti dovranno rispettare definendo i limiti all'installazione delle slot, ma anche attraverso varianti al Pgt e all'individuazione di nuove zone di tutela - ha concluso il consigliere regionale Fabio Rolfi, relatore della legge -. Così Roma non avrà più scuse, si troverà in mano una normativa già fatta, valutata e vagliata nei dettagli e nelle ricadute, solo da approvare». Alessandro Carboni La lotta alla dipendenza da gioco passa in Regione ASL BRESCIA Pag. 1

Servizi sodali; al lavoro i gruppi per la progettazione partecipata Non lontani i bandi su minori e giovani, per gli anziani si studia la sperimentazione da attuare nella zona di San Polo e Sanpolino Iprimiduegruppidilavoro sono già partiti, mentre per il terzo ambito d'intervento è in corso lo studio preliminare - anche perché non ci sono scadenze contrattuali imminenti. Prosegue cosi la messa a punto del meccanismo di coprogettazione per i servizi sociali della città approvato il 18 marzo dalla Giunta comunale, e approfondito ieri pomeriggio a palazzo Loggia dall'assessore Felice Scalvini con i membri della commissione presieduta da Mafalda Gritti. Il dibattito è stato preceduto da una comunicazione dello stesso assessore sulle attività rivolte ai detenuti: dallo Sportello Carcere finanziato e gestito dal Comune - dal quale nel 2013 sono passate 364 persone di 40 nazionalità per un totale di 632 colloqui - alle iniziative in collaborazione con gli uffici della giustizia penale e civile minorile - nelle quali il coinvolgimento comunale è in aumento - fino alla partecipazione alle attività educative, di sostegno, orientamento e promozione di progetti personali dell'asl in carcere. Quanto al futuro, Scalvini riferisce che è cominciata la riflessione «su come si possa lavorare di più e meglio su due bisogni fondamentali in relazione ai detenuti: l'abitazione e il lavoro». E mentre «su un housing sociale per i carcerati dovremo mettere a fuoco qualche idea specifica», sull'occupazione l'assessore ha già le idee chiare: «in Italia e a Brescia, grazie anche alle cooperative d'inserimento lavorativo, siamo già avanti». Non solo: «secondo il Centro studi Socialis, ogni inserimento lavorativo di detenuti produce un vantaggio economico di quasi 1 Ornila euro all'anno per l'amministrazione penitenziaria». Un dato che induce a chiedersi «se non valga la pena di costruire una pò- Etica sui lavoratori svantaggiati»; e che porta Scalvini a immaginare che quel denaro possa in un domani essere destinato, almeno in parte, proprio alle case per i carcerati. Ma è il meccanismo della coprogettazione, ovvero il futuro del welfare bresciano, ad accendere il dibattito - a dire il vero pacato e costruttivo - in commissione. Scalvini ne ricorda innanzitutto il principio di base: «il Comune non affiderà più la gestione di un servizio a uno o più soggetti, maindividueràinmodo sommario un bisogno e la tipologia di interventi necessari per farvi fronte e lancerà un bando per raccogliere la disponibilità dei soggetti interessati a vario titolo; poi selezionerà gli interlocutori con i quali progettare gli interventi». Tre gli ambiti di lavoro, con l'obiettivo di «un sistema integrato di risposte»: minori, giovani e anziani. Per i primi due - stanziati rispettivamente 500mila e oltre 750mila euro annui -, si parla già del «bando di chiamata a raccolta». Per il terzo, è stata delineata la zona: San Polo (Questura e Cimabue) e Sanpolino, 30mila abitanti in tutto. Qualche perplessità su quest'ultima scelta è sollevata da Nini Ferrari e MargheritaPeroni che si chiedono perché non si continui a lavorare sul centro storico. L'assessore spiega che le ultime statistiche- ancora in fase di elaborazione - evidenziano come il centro sia ringiovanito; inoltre, «a San Polo e Sanpolino ci sono le migliori condizioni per lariuscita della sperimentazione». Sui futuri bandi si soffermano Francesco Puccio - «dovranno essere molto esigenti» - e Nicola Gallizioli, che mette in guardia dal rischio che «le associazioni più forti facciano il pescecane con le più piccole». Da parte sua, Francesco Onofri sottolinea «la necessità di andare oltre le divisioni, anche nel terzo settore»; mentre Fabio Capra rivendica la «regia del Co - mune». Risponde l'assessore Scalvini: «Io prima di tutto sto predicando: bisogna imparare a collaborare». Francesca Sancii ini ASL BRESCIA Pag. 2

commissione Servizi alla persona l'assessore Scalvini (a destra) ha approfondito i contenuti della delibera di Giunta sulla coprogettazione perii welfare della città ASL BRESCIA Pag. 3

L'incontro Stretta sulle slot Brescia e Lombardia fanno scuola Cinquemila euro di multa a un bar di Brescia che aveva installato le nuove slot machine senza rispettare le norme regionali. Un «segnale importante, in una città in cui sono censite 1600 macchinette e una provincia in cui si stima la raccolta in 1,3 miliardi l'anno» ha sottolineato Viviana Beccalossi, assessore regionale al territorio, urbanistica e difesa del suolo, ieri al seminario con istituzioni e associazioni locali sui contenuti della nuova legge, «uno strumento forte e importante che permette ai comuni di contrastare il fenomeno del gioco d'azzardo patologico, diventato una vera e propria piaga sociale». Da uno studio dell'università Cattolica di Brescia svolto dal professor Matteo Temporin emerge che un terzo dei giocatori di videolottery è affetto da ludopatia, ed è «in prevalenza uomo, disoccupato 0 con un La Sanzione lavoro saltuario, M11 li-a H i e; m i l ^ m 1KY-> straniero, con basso Multa di 5 mila euro livello di scolarizzazione al locale che non ha e problemi di rispettato le nuove relazione». Ma è affetto regole regionali da ludopatia anche il ^^^^^^^^^^^^_ ^^^^^^^^^^^^" 2 5% di casalinghe e il 17% di studenti e pensionati. L'85% dei giocatori perde una media di 40 euro al giorno, il 15% guadagna in media 120 euro. E la maggioranza dei ludopatici non cerca aiuto e non si fa curare. La normativa regionale fissa a 500 metri la distanza minima dai «luoghi sensibili» scuole, chiese, ospedali, per l'installazione di nuove macchinette e prevede sgravi fiscali, l'esenzione Irap per i gestori che decidono di dismetterle. Ed è stato bandito un concorso nelle scuole superiori per il marchio noslot, che sarà scelto da una giuria di esperti. All'appuntamento di ieri anche gli assessori Valter Muchetti e Mario Maisetti per il Comune e la Provincia, il direttore generale dell'asl Carmelo Scarcella che ha ricordato l'istituzione di uno specifico nucleo di valutazione, anche se «resta molto bassa la quota di potenziali giocatori problematici che arrivano in carico ai servizi» anche perché la maggior parte dei ludopatici non cerca aiuto e non si fa curare. Per Fabio Rolfi, vicecapogruppo di Lega nord, la legge regionale sta facendo scuola e il tar ha ritenuto legittima la sua applicazione. I.B. ASL BRESCIA Pag. 4

L'IDENTIKIT. Lo afferma uno studio commissionato dall'università Cattolica di Brescia. In media, perde una quarantina di euro algiorno Il giocatore? Disoccupato o part time, straniero Il Nucleo di valutazione ludopatie dell'asl dall'inizio del 2014 ha esaminato novantasette persone In Italia si calcolano 3 milioni di ludopatici, ovvero le persone che soffrono di gioco patologico. Da uno studio della Cattolica di Brescia emerge che l'identikit del giocatore ludopatico è quello di un maschio disoccupato o con lavori saltuari, straniero e con basso livello di scolarità, che al gioco perde in media 40 euro al giorno. Ma il demone del gioco colpisce anche casalinghe, studenti e pensionati. «In molti casi siamo davanti a una dipendenza comportamentale patologica che rappresenta un problema di salute, oltre a una questione di rilevanza sociale», spiega il direttore generale di Asl Brescia Carmelo Scarcella. I DATI DEI MONOPOLI di Stato documentano come i gettiti per lo Stato provenienti dal gioco d'azzardo si siano triplicati, passando dai 24.800 milioni di euro del 2004 agli 87.100 milioni del 2012, nonostante i consumi delle famiglie si siano progressivamente ridotti a causa della crisi. La Lombardia è la regione che detiene il primo posto perle spese di gioco e il terzo posto come spesa prò capite, dopo Abruzzo e Lazio. I «gratta e vinci» sono la tipologia più praticata, seguita da lotto e totocalcio. «Uno studio pilota condotto lo scorso ottobre dal Dipartimento Dipendenze dell'asl su 257 persone presenti nella sala d'attesa degli sportelli di scelta e revoca in città ha evidenziato che il 48 per cento degli intervistati ha ammesso di aver partecipato a giochi in cui è necessario spendere o puntare soldi per vincere; di questi, il 13 per cento lo fa abbastanza o molto spesso - sottolinea Scarcella -. Il 30 per cento dei giocatori dichiara di aver iniziato quando eraminorenne, e 111 per cento di aver giocato nell'ultimo mese più di 8 volte». PER CONTRASTARE il fenomeno, l'asl sta mettendo in campo azioni di prevenzione rivolte alla popolazione generale e alle categorie più vulnerabili come studenti e anziani, attraverso il coinvolgimento di operatori, realtà del territorio, medici di base e farmacisti. L'Osservatorio dipendenze awierà un'indagine conoscitiva più a largo raggio sulle ludopatie, coni Comuni. All'interno dell'asl, inoltre, è stato istituito uno specifico Nucleo di valutazione sulle ludopatie, che da inizio 2014 a oggi ha valutato 97 persone, assegnando 94 voucher per richiedere prestazioni ai Sert o ai Servizi multidisciplinari integrati-smi. Al Sert di Orzinuovi è attivo dal 2002 un ambulatorio specialistico dedicato al gioco d'azzardo patologico: ambulatori analoghi - annuncia Scarcella - saranno aperti a Brescia e Montichiari. Lo scorso anno sono stati 206 gli utenti presi in carico dai vari Sert e Smi per problemi di ludopatia. «Puntiamo a incrementare i casi», dice Scarcella. I dati a disposizione, non a caso, indicano che attualmente è molto bassa la quota di potenziali giocatori problematici presi in carico dai servizi.«lice. Ludopaiia, Brescia «chiama» Roma 130 per cento dei giocatori ha iniziato quand'era minorenne B giocatore? Disoccupaloopart time. straniero! F ASL BRESCIA Pag. 5

Legge anti slot La Regione incontra Asl e istituzioni Slot, dopo la legge la prevenzione Incontro a Brescia con l'assessore Beccalossi e VAsl delia città di PAOLO CITTADINI - BRESCIA - GIOCO D'AZZARDO e ludopatia. Da un lato c'è lo Stato che incassa, dall'altro famiglie messe in ginocchio da una malattia che negli ultimi anni ha contagiato sempre più persone. Se ne è parlato ieri mattina nella sede di Brescia di Regione Lombardia, dove è arrivata la seconda tappa del tour che il Pirellone ha organizzato per spiegare i contenuti della legge regionale che ha messo in campo una serie di inizative per dare un giro di vite al fenomeno. Solo nella città di Brescia sono presenti circa 1.600 macchinette (tra slot e videopoker) ma se si amplisse l'orizzonte si scopre che nel Bresciano circa un terzo degli esercizi pubblici è autorizzato ad installarle. Un giro d'affari che solo nella provincia di Brescia arriva a toc- LE NUOVE NORME Divieto di installazione a meno di 500 metri di distanza dalle scuole care 1,3 miliardi di euro. E sono migliaia le famiglie bresciane che sono finite in questo vortice. La nuova legge regionale prova a mettere un freno al fenomeno. «Le nuove autorizzazioni potranno essere date solo a quegli esercizi che entro 500 metri di raggio non incontrano scuole o luoghi sensibili - spiega l'assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi - il dispositivo che abbiamo pensato in sede di Giunta prevede poi una serie di sanzioni per chi non rispetta questo aspetto oltre ad una sorta di detassazione per quegli esercenti che decidono di liberare i propri locali dalle macchinette». Da un lato c'è la repressione, dall'altro la prevenzione. «La ludopatia e il "gioco problematico" sono una malattia che può essere curata gratuitatamete attraverso il sistema dei voucher - osserva Carmelo Scarcella, direttore generale dell'asl di Brescia - dall'inizio dell'anno abbiamo attivato uno sportello dedicato a questo. Su 97 richieste arrivate, sono state 94 quelle accolte». Numeri che dimostrano la portate del fenomeno nel Bresciano. «Stiamo predisponendo un'indagine sul territorio - anticipa Scarcella - a ottobre abbiamo fatto un sondaggio su un campione di 257 utenti che si sono rivolti ai nostri sportelli dedicati alle dipendenze. Il 48,1% ci ha detto che ha provato a giocare e di questi il 30% ha iniziato a farlo da minorenne. Solo nel corso del 2013 sono stati 206 i pazienti che si sono rivolti alle nostre strutture che si occupano di problematiche legate al gioco d'azzardo e alla ludopatia». 1.600 Le macchinette presenti solo nella città di Brescia. Il fenomeno alimenta un giro d'affari da 1,3 miliardi l'anno con coinvolgimento di molte famiglie cui il gioco ha cambiato la vita in peggio PIAGA SOCIALE Presto un'indagine della Asl sul territorio per inquadrare l'impatto sulla popolazione ASL BRESCIA Pag. 6