CAP. 6 INCLUSIONE SCOLASTICA

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CAP. 6 INCLUSIONE SCOLASTICA 6.1 Studenti con Bisogni educativi speciali (BES) Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta con un piano educativo individualizzato o personalizzato (Direttiva Ministeriale 27/12/2012 e C.M. n. 8 del 06/03/2013). Obiettivo principale è la riduzione delle barriere che limitano l apprendimento e la partecipazione sociale attraverso l utilizzo di facilitatori e l analisi dei fattori contestuali, sia ambientali sia personali. Un Bisogno Educativo Speciale (BES) è una difficoltà che si evidenzia in età evolutiva negli ambiti di vita dell educazione e/o dell apprendimento e nella nostra scuola una particolare attenzione è rivolta ai diritti, alle esigenze e alle aspettative degli alunni in difficoltà, considerati come soggetti attivi che devono essere posti in condizione di appropriarsi a pieno titolo dei diritti sanciti dalla Costituzione. Il processo di integrazione scolastica, infatti, evidenzia la necessità di strutturare interventi che rispondano alle peculiari e complesse esigenze degli alunni stessi. A questo proposito la scuola sostiene l attivazione di percorsi individualizzati, basati su itinerari flessibili per realizzare un progetto di vita nell'ottica di un'educazione permanente. Partendo dalla Circolare Ministeriale del 6 marzo 2013, relativa alla Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica, con la quale il Ministero fornisce indicazioni operative sui compiti del gruppo di lavoro e di studio d istituto (GLHI), estendendoli anche alle problematiche relative agli alunni BES, la scuola ha avviato una serie di azioni e interventi finalizzati all'inclusione degli alunni che presentano un bisogno educativo speciale. 6.1.1 Tipologie di BES Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull analisi del contesto, come definito dall Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).

Si possono distinguere tre tipologie di BES: della disabilità fisica, psichica o sensoriale (L. 104/92); dei disturbi evolutivi specifici (DSA Disturbi Specifici dell Apprendimento); dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale (DES- Disturbi Evolutivi Specifici). Gli alunni con Disturbo Specifico dell Apprendimento sono stati oggetto di importanti interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro ben strutturato di norme tese ad assicurare il loro diritto allo studio. Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella legge 170/2010, danno diritto a usufruire delle stesse misure ivi previste, in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma. Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell area del linguaggio o, al contrario, nelle aree non verbali o di altre problematiche severe che possono compromettere il percorso scolastico, qualora non rientrino nelle casistiche previste dalla legge 104/92. Un approccio educativo, non meramente clinico, dovrebbe dar modo di individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre inclusiva e accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo. Al riguardo, la legge 53/2003 e la legge 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cui ispirarsi per le iniziative da intraprendere con questi casi. Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170, richiedono particolare considerazione. Gli interventi educativi e didattici hanno come sempre e anche in questi casi un importanza fondamentale. Un area dei BES interessa lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. La Direttiva, a tale proposito, ricorda che tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es., una segnalazione agli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione è parimenti possibile

attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio dalla lettura ad alta voce e dalle attività ove la lettura à valutata, dalla scrittura veloce sotto dettatura, ecc ).

6.1.2 Piano Annuale dell Inclusione (PAI) Il Piano Annuale dell Inclusione è un documento parte integrante del POF, con cui la scuola progetta la propria offerta formativa in senso inclusivo, spostando l attenzione dal concetto di integrazione a quello di inclusione. Tale piano è rivolto in particolare agli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma coinvolge l intera comunità scolastica, proponendo azioni, interventi, pratiche inclusive a sostegno di tutti gli alunni e di tutti i docenti dell istituto. In particolare si propone di: definire pratiche condivise tra scuola e famiglia; sostenere gli alunni con BES nella fase di adattamento al nuovo ambiente e in tutto il percorso di studi; favorire un clima di accoglienza e inclusione; favorire il successo scolastico e formativo e prevenire gli insuccessi nell apprendimento, agevolando la piena inclusione sociale e culturale di ciascuno; ridurre i disagi formativi ed emozionali; adottare piani di formazione che prevedono un ruolo attivo degli insegnanti; promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed enti territoriali coinvolti (Comune, ASL, Provincia, Regione, Enti di formazione, ); delineare prassi condivise di carattere: o amministrativo e burocratico (documentazione necessaria); o comunicativo e relazionale (prima conoscenza); o educativo didattico (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento del Consiglio di Classe); o sociale (eventuali rapporti e collaborazione della scuola con il territorio e/o con gli specialisti per la costruzione del progetto di vita ).

6.1.3 Soggetti coinvolti nel piano di inclusione STUDENTI LE FAMIGLIE DIRIGENTE SCOLASTICO GRUPPO DI LAVORO PER L INCLUSIONE (GLI) A tutti gli studenti in difficoltà è esteso il diritto alla personalizzazione dell apprendimento, richiamando espressamente i principi enunciati dalla Legge n. 53/2003. La famiglia dell alunno: consegna alla scuola la certificazione e fornisce notizie sull alunno; richiede per iscritto l utilizzo (o il non utilizzo) degli strumenti compensativi e dispensativi; compartecipa alla costruzione e realizzazione del progetto di vita e del PEI/PDP. Il Dirigente scolastico è il garante dell offerta formativa che viene progettata ed attuata dall istituzione scolastica: ciò riguarda la globalità dei soggetti e, dunque, anche gli alunni con disabilità e con Bisogni Educativi Speciali. A tal fine egli: procede all assegnazione degli insegnanti curricolari e di sostegno; cerca di assicurare la continuità rispetto all assegnazione dei docenti; gestisce le risorse valutando le reali esigenze di ogni singolo caso; assicura al proprio Istituto il reperimento di tutti gli ausili e/o attrezzature necessarie alle esigenze dell alunno; attiva azioni in collaborazione anche con Enti e Associazioni per assicurare l inclusione; dialoga con le famiglie e gli insegnanti al fine di trovare soluzioni, chiarimenti e confronti. Il Gruppo di Lavoro per l Inclusione, formato da docenti nominati dal Dirigente Scolastico, si riunisce regolarmente per svolgere le seguenti funzioni: promuove una cultura dell inclusione definendo strategie e individuando protocolli operativi da poter condividere con l intera comunità scolastica (consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi); rileva i Bisogni Educativi Speciali presenti nella Scuola; elabora, tiene aggiornato e verifica il Piano Annuale per Inclusione dei portatori di disabilità e di tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali; rileva, monitora e valuta il livello di inclusività della scuola; Raccoglie la documentazione relativa agli alunni BES e coordina le proposte formulate dai singoli GLH operativi; Propone al Dirigente scolastico l acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati alle attività per il supporto dei soggetti disabili; Raccorda le azioni della scuola a quelle dei servizi sociali e sanitari territoriali; Elabora una proposta di Piano Annuale per l Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES;

DOCENTE REFERENTE PER L INCLUSIONE DOCENTE DI SOSTEGNO CONSIGLIO DI CLASSE Promuove la formazione dei docenti sui temi dell Inclusione; Predispone strumenti di raccolta dati. Il docente referente per l inclusione collabora con la Dirigenza, gli insegnanti curricolari, i servizi socio-sanitari, gli Enti locali e le strutture del territorio e si occupa di: azione di accoglienza e tutoraggio dei nuovi docenti nell area di sostegno; raccordo tra le diverse realtà (Enti territoriali, Enti di formazione, Cooperative, scuole, ASL e famiglie); azione di coordinamento con l équipe medica; organizzazione insieme al Dirigente Scolastico degli incontri con i genitori degli alunni certificati; pianificazione delle attività di formazione per i docenti; azioni di coordinamento del GLI; ricerca e produzione di materiali per la didattica; individuazione di adeguate strategie educative; aggiornamento sull andamento generale degli alunni certificati. Partecipa alla programmazione educativo/didattica e alla valutazione; cura gli aspetti metodologici e didattici funzionali a tutto il gruppo classe; svolge il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici, relazionali e didattici; tiene rapporti con la famiglia, gli esperti ASL, gli operatori comunali; redige il PAI. Il Consiglio di Classe ha il compito di indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale e inclusiva di tutti gli alunni. È necessario che l attivazione di un percorso individualizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di classe dando luogo al PDP, firmato dal Coordinatore di classe, dai docenti del C.d.C. e dalla famiglia. Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP apposita autorizzazione da parte della famiglia. Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche. In particolare, per gli alunni diversamente abili o con DSA certificati, il Consiglio di Classe: in una riunione a inizio d anno acquisisce informazioni sugli alunni in ingresso tramite lettura della documentazione prodotta dalle Scuole Secondarie di I grado e dal progetto di accoglienza, e attraverso una prima presentazione a cura del docente di sostegno assegnato alla classe, qualora vi sia; definisce con il coordinatore di classe o con il docente di sostegno, se vi è, le modalità più consone per favorire l accoglienza dei

COLLABORATORE SCOLASTICO OPERATORI SANITARI nuovi alunni e, quando è possibile, attività comuni al resto della classe per promuovere una prima socializzazione; stabilisce comportamenti e buone pratiche che ogni singolo insegnante possa adottare, divenendo in prima persona un modello positivo per l integrazione degli studenti con disabilità; collabora, con il coordinatore di classe, alla stesura del PEI/PDP degli alunni, curando in particolare l organizzazione oraria delle attività, da svolgere in classe con o senza il personale di sostegno, e iniziative funzionali al percorso di integrazione; collabora col coordinatore di classe alla redazione della programmazione individualizzata; collabora con il coordinatore di classe alla pianificazione e all organizzazione di uscite didattiche e viaggi di istruzione nel rispetto delle caratteristiche dei ragazzi disabili; si occupa delle verifiche periodiche del PEI/PDP; partecipa all incontro annuale con gli operatori dell ASL e con la famiglia dell alunno. I compiti dei collaboratori scolastici sono relativi all ambito dell assistenza fisica al disabile, nonché di sorveglianza in ambiente scolastico e durante le attività didattiche che si svolgono esterne alla scuola in collaborazione con i docenti. Prestano ausilio materiale agli studenti con disabilità nell accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all interno e nell uscita da esse. Collaborano con la scuola e la famiglia nella stesura del PEI/PDP seguono gli alunni nelle terapie di recupero ed elaborano con la scuola strategie di intervento.

6.1.4. Documentazione alunni con DSA e svantaggio DOCUMENTO CHI LO REDIGE QUANDO Certificato attestante la diagnosi (per PEI/PDP): Diagnosi funzionale Descrive i livelli di funzionalità raggiunti e la previsione di possibile evoluzione dell alunno certificato. Profilo dinamico funzionale Indica le caratteristiche fisiche, psichiche e sociali dell alunno, le possibilità di recupero, le capacità possedute da sollecitare e progressivamente rafforzare. Devono essere evidenziate le aree di potenziale sviluppo sotto il profilo riabilitativo, educativo, didattico e socioaffettivo (in base alle linee guida degli accordi di programma) Operatori socio-sanitari, neuropsichiatri, psicologi, strutture pubbliche e private Operatori socio-sanitari, neuropsichiatri, psicologi, strutture pubbliche e private Operatori socio-sanitari, neuropsichiatri, psicologi, strutture pubbliche e private e insegnanti della classe PDP o PEP Sono i documenti nei quali vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra loro predisposti per l alunno. Mirano ad evidenziare gli obiettivi, le esperienze, gli apprendimenti e le attività più opportune mediante l assunzione concreta di responsabilità da parte delle diverse componenti firmatarie verifica in itinere Riscontro delle attività programmate con eventuali modifiche ed integrazioni verifica finale Riscontro delle attività programmate Gli insegnanti curricolari Gli insegnanti curricolari Gli insegnanti curricolari All atto della prima segnalazione e ad ogni scadenza prevista Viene formulato entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico o comunque dopo che la famiglia ha prodotto la certificazione necessaria A discrezione del Consiglio di classe A fine anno scolastico 6.2 Interventi didattici di sostegno e recupero Il Consiglio di Classe valuterà nelle sedute periodiche l andamento didattico-disciplinare e, laddove vengano riscontrate situazioni di debolezza o comunque non soddisfacenti,

individuerà gli studenti da includere nelle attività di sostegno e recupero organizzate dalla scuola. 6.2.1 Attività di sostegno in itinere Nel corso dell anno scolastico 2016-17 le ore di insegnamento dell organico potenziato vengono destinate ad interventi di sostegno e di recupero secondo le modalità di seguito indicate. Attività di recupero per le classi del biennio in orario antimeridiano da effettuarsi in quinta e sesta ora Attività di sostegno per classi aperte in orario antimeridiano da effettuarsi in compresenza Attività di sportello per le classi del triennio in orario pomeridiano 6.2.2 Corsi di recupero estivi Successivamente agli scrutini finali la scuola attiverà corsi di recupero per consentire agli alunni con sospensione di giudizio di colmare le lacune accumulate nel corso dell anno scolastico. Entro il 31 di Agosto ogni alunno con sospensione del giudizio dovrà effettuare una verifica per l accertamento dell avvenuto recupero. Gli alunni per i quali il Consiglio di Classe ha deciso l ammissione alla classe successiva pur in presenza di carenze sono tenuti a seguire le indicazioni della scuola sullo studio individuale estivo. Al rientro a scuola, non oltre la seconda settimana di ottobre dovranno sostenere una prova di verifica perché sia valutato il superamento delle suddette carenze. Al termine delle operazioni di scrutinio del primo periodo scolastico, il Collegio dei Docenti valuterà se attuare la SETTIMANA DELLA RIORGANIZZAZIONE DELLA DIDATTICA CURRICOLARE, sulla base dei bisogni di recupero verificati nella valutazione del primo periodo. All interno della classe o con un organizzazione per classi parallele definita dal Collegio dei Docenti in collaborazione con i Consigli di Classe, si effettuano attività di recupero delle carenze nelle varie discipline. 6.3 Sportello d ascolto psicologico Progetto d intervento per prevenire il disagio, facilitare il dialogo scuola-famiglia e sostenere l impegno e il merito degli studenti Il Progetto è finalizzato a realizzare un insieme di interventi rivolti principalmente agli studenti, con particolare attenzione ai loro specifici bisogni evolutivi, e prevede il necessario coinvolgimento dei docenti e delle famiglie. Lo schema è quello di un modello multimodale ed integrato di prevenzione primaria e secondaria, strutturato secondo azioni

- di natura didattica, educativa e psicosociale - dirette alle diverse componenti dell ambiente formativo (studenti, genitori, insegnanti e personale ATA). Organizzazione di iniziative per diffondere informazioni, opzioni preventive, modelli educativi e stili di vita sani e utili per prevenire e contrastare l uso di sostanze stupefacenti, l abuso alcolico, il fumo ed il gioco compulsivo. Le azioni, attuate nel contesto scolastico, saranno mirate a: rafforzare l area delle competenze cognitive, socio-emotive e relazionali degli studenti; prevenire l insuccesso scolastico, disturbi in ambito relazionale e sindromi specifiche riguardanti il corpo e lo sviluppo adolescenziale. A tal fine è istituito uno Sportello d ascolto psicologico rivolto agli studenti ed alle famiglie e saranno realizzati interventi formativi, informativi nelle classi, con particolare attenzione all accoglienza degli studenti delle prime classi ove molti ragazzi soffrono più o meno chiaramente di un brusco cambiamento rispetto alla loro esperienza nella scuola di primo grado. L esperienza ha mostrato che, attraverso una seria collaborazione tra scuola e famiglia, i problemi dei ragazzi si possono in gran parte affrontare e risolvere con successo.