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Rassegna stampa A cura dell Ufficio Stampa FIDAS Nazionale Martedì 10 maggio 2016 Rassegna associativa 2 Rassegna Sangue e emoderivati 5 Rassegna sanitaria, medico-scientifica e Terzo settore 8 Prima pagina 22

Rassegna associativa

QUOTIDIANO.NET Giro d'italia 2016, Fidas accanto alla corsa per la maglia rosa Catanzaro, 9 maggio 2016 - Fidas al Giro d'italia 2016 per informazione sulla grande utilità della donazione di sangue. Oltre 3380 km in tre settimane attraverso il Belpaese. C è grande attesa per la partenza del Giro d Italia: dopo l avvio in Olanda il 6 maggio, da domani percorrerà lo stivale da Catanzaro per concludersi a Torino domenica 29. Ventuno tappe attraversando cinquecento comuni. Un evento non solo per gli appassionati delle due ruote, ma per tutti coloro che amano lo sport, il divertimento, i momenti di incontro che caratterizzano questa grande kermesse giunta alla 99 edizione. Nella Carovana del Giro per il secondo anno consecutivo sarà presente il pick-up della FIDAS (Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue) che raccoglie 73 Associazioni di donatori di sangue in 18 Regioni. A bordo i giovani donatori che seguiranno gli atleti distribuendo gadget e materiale informativo sul dono del sangue. Nonostante se ne parli da quasi un secolo, è difficile sfatare quei luoghi comuni sulla donazione di sangue e sul suo utilizzo. Anche se il sistema trasfusionale si è completamente trasformato nel corso dell ultimo ventennio, spesso rimangono delle zone d ombra, dovute alla scarsa informazione in merito, soprattutto per le generazioni che hanno vissuto in periodi critici. Oggi il sangue italiano è sicuro e FIDAS ha deciso di scendere nuovamente in pista afferma il presidente nazionale FIDAS Aldo Ozino Caligaris. - Prendendo parte alla Carovana del Giro vogliamo contribuire a sfatare quei luoghi comuni che non aiutano il sistema sangue sostenendo e difendendo con tutti gli strumenti a nostra disposizione, la donazione responsabile, volontaria e non remunerata, del sangue e dei suoi componenti, in quanto patrimonio irrinunciabile del sistema trasfusionale italiano. Il tutto con il sostegno di Kedrion Biopharma, azienda che sviluppa, produce e distribuisce in tutto il mondo farmaci salvavita derivati dal plasma umano, un vero e proprio ponte che unisce donatori e pazienti, un ruolo fondamentale come partner del Sistema italiano per il raggiungimento dell obiettivo dell autosufficienza di farmaci plasmaderivati. Da sempre la nostra azienda supporta le reti trasfusionali ed è vicina al mondo dei donatori sottolinea Danilo Medica, Country Manager per l Italia di Kedrion Biopharma - impegnandosi per sostenere e valorizzare l eccellenza del modello italiano. Si tratta di un modello reso unico al mondo dal contributo di oltre 1,7 milioni di donatori, la gran parte associati, che con il loro dono periodico, anonimo, volontario, consapevole e non remunerato costituiscono il fondamento dell intero Sistema Sangue italiano. Con l hashtag #dissetalavita sarà possibile seguire sui social tutte le tappe della Carovana. Un'occasione per vivere da vicino uno sport epico e contribuire a un'iniziativa sempre virtuosa. http://www.quotidiano.net/sport/giro-d-italia-2016-fidas-accanto-alla-corsa-per-la-maglia-rosa- 1.2138115

AGENSIR.IT Donazione sangue: Fidas al Giro d Italia per informare sul dono 9 maggio 2016 @ 16:59 I donatori di sangue partecipano al giro d Italia. Nella Carovana del Giro, infatti, per il secondo anno consecutivo sarà presente il pick-up della Fidas (Federazione italiana associazioni donatori di sangue), che raccoglie 73 associazioni di donatori di sangue in 18 Regioni. A bordo, giovani donatori seguiranno gli atleti distribuendo gadget e materiale informativo sul dono del sangue. Nonostante se ne parli da quasi un secolo afferma il presidente nazionale Fidas, Aldo Ozino Caligaris -, è difficile sfatare quei luoghi comuni sulla donazione di sangue e sul suo utilizzo. Anche se il sistema trasfusionale si è completamente trasformato nel corso dell ultimo ventennio, spesso rimangono delle zone d ombra, dovute alla scarsa informazione in merito, soprattutto per le generazioni che hanno vissuto in periodi critici. Oggi il sangue italiano è sicuro e Fidas ha deciso di scendere nuovamente in pista. Prendendo parte alla Carovana del Giro vogliamo contribuire a sfatare quei luoghi comuni che non aiutano il sistema sangue sostenendo e difendendo con tutti gli strumenti a nostra disposizione, la donazione responsabile, volontaria e non remunerata, del sangue e dei suoi componenti, in quanto patrimonio irrinunciabile del sistema trasfusionale italiano.

Rassegna sangue e emoderivati

HEALT DESK Talassemia: migliora la qualità di vita dei pazienti, ma i centri specializzati rischiano di chiudere Il 90 per cento dei pazienti dichiara di avere una qualità di vita soddisfacente. Ma dai questionari inviati a malati e medici emerge una preoccupazione per il futuro: i centri speciali di cura rischiano di diventare meno efficienti per tagli delle risorse e la carenza di personale specializzato Redazione, 9 Maggio 2016 17:00 Un modello efficiente di assistenza è messo a rischio dai tagli delle risorse. Si tratta dei 30 centri di cura italiani dove i pazienti talassemici compiono l intero percorso diagnosticoterapeutico, dalle trasfusioni fino alla gestione delle eventuali gravi complicanze come la cardiopatia, le endocrinopatie, l epatopatia. Un pericolo per 7.000 malati, evidenziato dalle Associazioni dei pazienti federate in United (Unione Associazioni per le Anemie Rare la Talassemia e la Drepanocitosi) che insieme alla Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie (Site) hanno promosso la prima indagine mai realizzata in Italia sul carico complessivo della malattia talassemica. L indagine Il valore per la persona con beta talassemia major, curata dalla Fondazione Istud e realizzata con il contributo non condizionato di Novartis, è stata presentata in occasione della Giornata Mondiale della Talassemia che si celebra l 8 maggio. Dai questionari, rivolti a 157 persone con beta talassemia major e 43 professionisti sanitari, emerge che, per quanto la talassemia resti una malattia cronica con un percorso terapeutico dal forte impatto sulla quotidianità, i malati abbiano una migliore qualità e aspettativa di vita. Le persone con talassemia pensano positivo, lavorano, coltivano hobbies e interessi, mettono su famiglia, traguardo impensabile fino a pochi anni fa. Sono padroni del loro tempo e guardano al futuro con serenità. Entrando nel merito delle cure, molti pazienti hanno tratto vantaggi considerevoli dall assunzione orale del farmaco ferrochelante. Oltre l 80 per cento degli intervistati si aspetta che i farmaci siano sempre più efficaci, sicuri e con minori effetti collaterali. Comunque, ora come ora, il 90 per cento dei pazienti dichiara di avere una qualità di vita soddisfacente. Molto dipende dal buon rapporto con il proprio medico. Una relazione talmente assidua negli anni da trasformarsi quasi in amicizia: il 92 per cento delle persone interpellate rivela di sentirsi ascoltato dai medici e dagli altri professionisti sanitari. Anche per il medico vale lo stesso: la reazione con il paziente è un elemento cruciale della terapia. Oggi però, con la possibile chiusura dei Centri esperti, si rischia di mandare all aria i progressi ottenuti finora. «Le criticità organizzative, il taglio del personale, i carichi di lavoro sempre maggiori per i medici -afferma Marco Bianchi, presidente United- potrebbero determinare la progressiva disgregazione dei Centri di riferimento che vanno invece salvaguardati a tutela dei pazienti e per difendere l esperienza accumulata dai professionisti che operano con dedizione all interno delle strutture». I medici che lavorano nei centri di riferimento, rispondendo ai questionari dell indagine, hanno parlato di ritmi di lavoro stressanti, mancanza di tempo da dedicare ai pazienti, ridotta qualità delle prestazioni e delle aspettative professionali. Condizioni che ricadono sulla qualità di vita del paziente che già deve sostenere il pesante carico della malattia. Ci sono i costi diretti, come le spese per il trasferimenti ai centri di cura e per la gestione delle complicanze (visite specialistiche e acquisto di farmaci non rimborsabili), anche se il 56 per cento delle persone con Beta Talassemia Major è sostenuto dalla Legge 104. E poi ci sono i costi indiretti. Secondo la ricerca il problema principale riguarda l ambito lavorativo: per il 50 per cento del campione, la gestione delle terapie comporta assenze periodiche sempre più difficili da richiedere. I talassemici finiscono così per rinunciare alle ambizioni professionali. È uno degli aspetti del burden of illness, il carico della malattia, con cui è più difficile convivere.

Rassegna Politica sanitaria, Medico-scientifica e Terzo Settore

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