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La finanza etica Si tratta di un settore della finanza relativamente recente ma in costante evoluzione, che soprattutto in questi ultimi anni ha conosciuto una vera e propria crescita esponenziale. Il principio da cui nasce tutto il movimento sta proprio nell aggettivo etica, che vuole enfatizzare l uso responsabile del denaro, nel pieno rispetto dell uomo e dell ambiente, perseguendo come obiettivi non solo e non sempre il profitto economico bensì un benessere diffuso ed equo, che coinvolga il maggior numero di persone possibile. I profondi cambiamenti prodotti dalla globalizzazione nello stile di vita delle persone hanno accentuato il divario economico fra le popolazioni povere e quelle ricche del pianeta e nei paesi cosiddetti ricchi ha creato nuove sacche di povertà. Per superare quest emergenza si va sviluppando una nuova concezione dell economia e della finanza, in grado di ascoltare e cogliere le esigenze di un gran numero di individui che la finanza tradizionale difficilmente può soddisfare. La finanza etica ha quindi come interlocutori quei soggetti normalmente esclusi dal credito dei tradizionali circuiti bancari, perché privi delle caratteristiche economico-patrimoniali generalmente richieste nell erogazione di un prestito. Per capire l entità del problema e quindi la necessità di valorizzare questo nuovo modo di fare finanza, basti pensare che i poveri del pianeta, stimati in un miliardo e 200 milioni, ottengono appena lo 0,2% del credito mondiale a fronte dell 1% del risparmio mondiale. Inoltre, il sempre più marcato processo di finanziarizzazione delle attività ha reso meno diretto e quindi meno efficace il meccanismo di finanziamento dell economia reale rispetto a quella finanziaria. Parlare di finanza etica non vuol dire peraltro parlare di attività destinate al fallimento economico, bensì di un sistema che, pur producendo risultati economicamente soddisfacenti, punta all obiettivo del benessere comune. Partendo proprio da queste problematiche, già una trentina di anni fa è iniziato un percorso nuovo di fare banca, evidenziando che la finanza può avere un anima, riformando rispetto alla finanza tradizionale i termini di riferimento, ponendo 1

perciò l attenzione sulla persona, l idea e l equa remunerazione. La finanza eticamente orientata tende a coniugare il profitto economico con lo sviluppo umano ed il valore aggiunto ambientale e sociale. Il gestore etico nella sua operatività agisce nel rispetto di alcuni principi: trasparenza, partecipazione, eticità degli impieghi, nominatività del rapporto ed autodeterminazione del tasso. Si tratta di concetti completamente nuovi rispetto al funzionamento del sistema bancario tradizionale, perché modificano radicalmente il rapporto esistente tra ente erogatore e soggetto finanziato. Cambiano i presupposti. Da un lato, aumentano la partecipazione e la consapevolezza del risparmiatore e del richiedente il prestito in ordine, rispettivamente, agli impieghi del denaro e alle ricadute sociali ed ambientali dell utilizzo delle risorse ottenute. Dall altro lato, cambiano la filosofia ed i criteri di valutazione che guidano le scelte del Gestore Etico, il cui obiettivo è quello di finanziare solo iniziative e progetti eticamente meritevoli. In altre parole, la finanza etica partendo dal presupposto di un uso responsabile del denaro indirizza il risparmio al finanziamento di iniziative sociali ed economiche, volte a favorire uno sviluppo umano ed ambientale sostenibile e con una ricaduta positiva sul territorio. Eroga finanziamenti a soggetti che vogliono sviluppare progetti economicamente sostenibili e socialmente importanti, ma che non sono considerati dal sistema bancario tradizionale, mancando come già detto dei requisiti preliminari per l accesso al credito bancario. È bene ricordare che la popolazione mondiale si suddivide in un terzo che non può essere né consumatore né produttore, un terzo che lavora in condizioni fortemente disagiate, e soprattutto sottopagato, per consentire all altro terzo della popolazione di vivere bene. Queste disparità sono destinate ad aumentare se non si deciderà di invertire la rotta ed in questa realtà il risparmio può avere l importante funzione di volano dell economia e può essere lo strumento per raggiungere un più alto grado di benessere per tutti. 2

La proposta della finanza etica di ripartire da un uso più consapevole del denaro ha origini anche da queste valutazioni sull evoluzione del ruolo del risparmio negli anni, caratterizzata dal fenomeno della finanziarizzazione. Quest ultimo rappresenta ormai un aspetto significativo e non più trascurabile della globalizzazione ed è opportuno analizzarlo proprio in virtù delle sue ricadute sociali oltre che economiche. Sarebbe sbagliato ritenere la globalizzazione un fenomeno esclusivamente economico, inteso semplicemente come la tendenza dell economia ad assumere una dimensione mondiale. Esso è molto di più: si tratta di un fenomeno che porta ad una integrazione sempre crescente a livello economico, politico e socioculturale e che rende la popolazione mondiale sempre più interconnessa, interdipendente ed influenzata da accadimenti che, pur verificandosi in zone spesso molto lontane, producono conseguenze anche dall altra parte del mondo. Questo processo di integrazione negli anni è stato fortemente favorito dalla riduzione dei costi di trasporto, dall uso di tecnologie sempre più avanzate e dalle comunicazioni sempre più veloci ed a basso costo. La globalizzazione, se adeguatamente indirizzata, è in grado di offrire grandi opportunità a milioni di individui. Sulla carta possediamo gli strumenti necessari per accrescere il progresso, sradicare la povertà e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini a livello mondiale. Ma questo processo di apertura e di interdipendenza prodotto dalla globalizzazione per ottenere i suoi frutti richiede valori condivisi e soprattutto un impegno congiunto, sia da parte dei paesi ricchi che di quelli poveri, per favorire lo sviluppo umano ed economico di tutti gli individui. L auspicio per i prossimi decenni è che si possa realizzare una globalizzazione dal volto umano, che operi principalmente a favore delle persone e non solo per il raggiungimento del profitto; per ottenere tutto ciò è necessario che essa si coniughi con l equità, l etica, la sostenibilità, lo sviluppo e l inclusione. In altre parole, le tante opportunità della globalizzazione sono distribuite in maniera non uniforme fra le varie aree del mondo, comportando pertanto anche al momento conseguenze negative. In molti paesi la crescita del PIL mette in 3

evidenza una crescente ricchezza, con aumento del reddito e della propensione al risparmio. In questi contesti tuttavia i problemi ambientali si stanno facendo sentire in maniera sempre più preoccupante e la qualità della vita nei grandi aggregati urbani sta progressivamente peggiorando. Nel mondo i poveri e i soggetti non bancabili, vale a dire le persone escluse dal circuito bancario tradizionale, invece di diminuire aumentano, ed i numeri lo confermano. Basti pensare che nel mondo tre miliardi di persone vivono con meno di tre dollari al giorno. Studi della Banca Mondiale hanno messo in evidenza come la povertà in alcune zone del mondo si sia ridotta (per esempio l Asia), ma in altre zone (come l Africa Sub-sahariana) questo fenomeno si sia accentuato, segnale di un disequilibrio sempre più marcato, tant è che negli ultimi 30 anni la ricchezza mondiale posseduta dal 20% degli individui è passata dal 70 all 85%. Da questi dati emerge una realtà nella quale i problemi si stanno aggravando sempre di più: stiamo assistendo ormai da decenni ad un progressivo impoverimento delle popolazioni del Sud del mondo e le disuguaglianze tra paesi ricchi e paesi poveri, come all interno degli stessi paesi ricchi, si sono inesorabilmente acuite, i danni all ambiente sono diventati incalcolabili, i diritti umani vengono sistematicamente violati e sempre più forte e sentito è diventato il problema della migrazione dei popoli. Tra le varie problematiche che la globalizzazione implica, qui intendiamo porre la nostra attenzione su un aspetto in particolare: la povertà. Al di là dei diversi concetti di povertà assoluta o relativa preme evidenziare come oggi il fenomeno dell impoverimento viene a coincidere con l esclusione totale dall economia reale senza possibilità di cambiamento e di reintegrazione nei meccanismi economici. Spesso si è ritenuto che i problemi di povertà e di esclusione sociale riguardassero solo i paesi del Terzo Mondo; in verità questi fenomeni sono visibili anche nei paesi industrializzati, ovviamente non con gli stessi numeri disastrosi che siamo abituati a conoscere per i paesi in via di sviluppo. Anche nelle aree più sviluppate infatti il fenomeno dell esclusione sociale dai meccanismi economici e finanziari sta dilagando ed il sistema 4

economico non è più in grado di garantire a tutti un livello di sussistenza adeguato: siamo di fronte a segnali di disoccupazione ancora preoccupante, i salari manifestano potere di acquisto più contenuti, aumentando il numero delle persone al limite della soglia della povertà. I soggetti esclusi, soprattutto nel Sud del mondo, hanno salari molto bassi e non hanno la possibilità di entrare in possesso di quei capitali che potrebbero consentire loro lo svolgimento di attività tese al miglioramento delle loro condizioni di vita. Per queste persone la Banca Mondiale prevede interventi di tipo assistenziale e a sostegno dell istruzione, escludendo altre forme di aiuti. Proprio per cercare di arginare simili meccanismi è nata la Grameen Bank, operante in Bangladesh, che offre finanziamenti di modeste entità a coloro che il sistema bancario tradizionale esclude; in questa prospettiva devono anche essere inserite tutte le iniziative che attengono alla finanza etica e al microcredito, nel Sud come nel Nord del mondo. Molte delle esperienze di finanza alternativa, come quella che ha portato alla nascita della Grameen Bank, sono nate proprio quando i fenomeni di impoverimento e di esclusione sociale ed economica sono diventati più vistosi e pesanti. La finanza etica può creare quelle condizioni di base per uno sviluppo che sia allo stesso tempo etico ed economico; è nata con l idea di utilizzare il denaro non per fini utilitaristici, ma nell ottica di produrre benessere per la collettività e quindi con una ricaduta positiva degli investimenti sulla società civile. La finanza etica non è quindi una finanza altra, ma è sicuramente una finanza diversa e si pone come un alternativa alla finanza tradizionale. Essa, però, vuole operare all interno del sistema e non porsi al di fuori: non ripudia quelli che sono i meccanismi e gli strumenti della finanza tradizionale, ossia la raccolta, il prestito e l intermediazione, ma differisce per i valori che sono alla base del suo operare. Ciò che distingue nettamente la finanza etica da quella tradizionale è lo scopo perseguito, che è il benessere della collettività e non l arricchimento personale, realizzato attraverso attività speculative fini a se stesse. È una finanza che mette al primo posto l uomo e non il profitto, che presta attenzione alle idee 5

e non ai capitali, che è interessata ad un equa remunerazione degli investimenti e soprattutto alle loro conseguenze socio-ambientali e non al mero profitto che un investimento può generare. I parametri di riferimento della finanza etica sono dunque, oltre al rischio e al rendimento, anche l impatto sull economia reale. Essa tenta di modificare i comportamenti finanziari in senso più sociale e cerca di finanziare tutte quelle attività che si muovono in un ottica di sviluppo umanamente ed ecologicamente sostenibile. Quando un intermediario finanziario etico va a finanziare un investimento, deve valutare, come un qualsiasi intermediario finanziario tradizionale, tanto il rendimento che matura dall investimento quanto il rischio connesso, ma effettua una valutazione ulteriore, che è esclusiva di questa tipologia di intermediari: valuta l impatto che l investimento può avere sull economia reale. In quest ottica la finanza etica mira ad una rivoluzione culturale: vuole modificare i comportamenti dei risparmiatori in un senso più sociale, ossia vuol fare capire che è possibile un uso responsabile e trasparente del denaro e, proprio per questo motivo, cerca di finanziare tutte quelle realtà che operano nell ottica di uno sviluppo sostenibile sia per l uomo sia per l ambiente. Da questa impostazione deriva che la finanza etica si basa sulla stretta collaborazione e solidarietà, favorendo l inclusione e non l esclusione; opera perché il profitto derivi dal finanziamento di attività volte al raggiungimento del bene collettivo e sia equamente distribuito tra quanti partecipano alla sua realizzazione; presta particolare attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche, per questo motivo è molto attenta alle possibili ripercussioni degli investimenti sul territorio e sull ambiente; favorisce la distribuzione della ricchezza; utilizza il denaro per finanziare progetti di utilità sociale, in particolare il denaro viene visto come mezzo e non come fine, come una forza di costruzione e non di distruzione. La finanza etica si sviluppa su due fronti. Il primo che riguarda il risparmio e quindi la selezione di scelte di investimento che rispondano al requisito di eticità, così come definito dal manifesto della finanza etica. Il secondo che concerne le caratteristiche dei finanziamenti erogati. 6

Con riferimento al primo aspetto, gli strumenti a disposizione dell investimento del risparmio sono i cosiddetti fondi comuni di investimento socialmente responsabili, che possiamo far risalire all incirca all inizio degli anni 70 nei paesi anglosassoni. Pur non entrando nel merito dell evoluzione di questi fondi, attualmente possiamo identificarli come fondi che selezionano le imprese su cui investire in base ad un complesso set di indicatori socio-ambientali coordinati a criteri di esclusione e che prevedono la costituzione di un comitato tecnico scientifico preposto all analisi della società da finanziare. Alla base di queste scelte vi è la necessità di creare nuove canali di comunicazione attraverso strumenti quali il bilancio sociale, il codice etico e il rapporto ambientale. Smentendo l idea che queste attività finanziarie possano essere di interesse esclusivo dei paesi in via di sviluppo, va precisato che il mercato dell investimento socialmente responsabile è proprio dei paesi anglosassoni e che le forme più evolute di investimento etico (shareholders activism) si osservano nei mercati più evoluti, soprattutto negli Stati Uniti. In ordine di importanza osserviamo che i mercati coinvolti in questo tipo di attività sono il NordAmerica, l Inghilterra e a seguire Francia, Germania e paesi del nord Europa. In Italia l investimento socialmente responsabile è una realtà molto recente, a causa non tanto della scarsa sensibilità per le tematiche etiche, ma piuttosto della limitatezza dell offerta di strumenti finanziari che ha caratterizzato fino ad un recente passato il nostro sistema bancario. Nel nostro paese i fondi socialmente responsabili possono essere suddivisi in 3 categorie: fondi con finalità umanitarie, fondi che attuano una gestione etica e fondi verdi. La loro collocazione sul mercato avviene attraverso la rete bancaria tradizionale ad eccezione di un solo operatore specializzato che opera nel completo rispetto del concetto di attività bancaria, che è la Banca Etica. Nella stragrande maggioranza dei casi quindi trattasi per l Italia di offerta di strumenti finanziari rispondenti alle caratteristiche di eticità da parte di banche tradizionali che in tal modo possono raggiungere segmenti di mercato diversi rispetto alla clientela tradizionale. Va sottolineato che le analisi svolte a livello internazionale 7

evidenziano che questa tipologia di clientela rientra nella fascia culturalmente più evoluta con buone se non ottime conoscenze di tipo finanziario. Inoltre, i giovani dimostrano di essere più sensibili alle tematiche in questione. Relativamente al secondo fronte su cui agisce la finanza etica e cioè i finanziamenti, intervengono le banche etiche, che sono istituzioni finanziarie, operanti nel Sud come nel Nord del mondo, volte a favorire l accesso al credito da parte delle fasce più deboli delle popolazioni e che, nello svolgimento delle loro attività, adottano criteri di responsabilità sociale ed ambientale. Primo esempio nel mondo è stata, come abbiamo già detto, la Grameen Bank, nata in Bangladesh per iniziativa del professore universitario dell Università di Dhaka, Muhammad Yunus, colpito dal fatto che mentre insegnava all università eleganti teorie economiche, la gente moriva di fame per strada. Correva l anno 1974, anno in cui si verificò una terribile carestia e Yunus, profondamente scosso dall avvenimento, decise di iniziare a prestare denaro ai poveri. Il tipo di prestito che caratterizza da sempre l attività della Grameen Bank ha preso il nome di microcredito. Quest ultimo è un piccolo fondo rotativo che viene erogato ad un gruppo di persone, generalmente cinque, che si assumono la responsabilità dei prestiti erogati ad ogni membro del gruppo, quindi una responsabilità solidale, nel senso che le garanzie prestate consistono nell impegno prevalentemente morale alla restituzione delle altre persone facenti parte del gruppo. Il prestito non è erogato contemporaneamente a tutti i membri del gruppo, ma si procede inizialmente con i primi due componenti, tipicamente i più poveri; se questi rimborsano la somma prestata nei tempi stabiliti, la banca procede all erogazione del credito agli altri componenti del gruppo. Se tutti i componenti restituiscono i prestiti concessi, potranno accedere ad un nuovo prestito di ammontare superiore al precedente. La Grameen Bank, divenuta operativa nel 1976, è una banca profondamente diversa rispetto ad altre realtà bancarie di tipo tradizionale, perché si pone l obiettivo di concedere credito solo ai poveri ed in particolare alle donne. L operatività di questa banca muove dall idea assolutamente nuova del suo fondatore di considerare il credito come un fondamentale diritto umano. La 8

Grameen Bank rappresenta un esempio di successo di come si possano finanziare micro-attività in un contesto di sottosviluppo ed ha l enorme merito di aver fatto comprendere che i poveri sono soggetti bancabili e che è possibile, attraverso la metodologia del microcredito, migliorare le loro condizioni di vita e consentire a molti di loro di uscire dalla povertà. Nonostante le difficoltà iniziali incontrate, il progetto sperimentale di microcredito che diede il via all esperienza della Grameen Bank poté partire e sotto la guida dell ideatore iniziò un opera di sensibilizzazione verso i poveri per convincerli che la banca avrebbe offerto loro l opportunità di liberarsi dal giogo dell usura e della povertà. Nella selezione dei suoi clienti la Grameen Bank mostra tutta la sua innovazione: il requisito fondamentale di accesso ai prestiti è non possedere della terra o comunque possederne talmente poca da non riuscire a trarne sostentamento; attraverso questo criterio di selezione, la scelta della Grameen Bank è ricaduta sui poveri che vivono nelle zone rurali del paese, rivolgendosi al 20% più povero di quel 35% della popolazione che in Bangladesh si trova al di sotto della soglia della povertà, ed in particolare sulle donne quali interlocutrici privilegiate. La scelta delle donne come principali beneficiarie dei prestiti non è affatto casuale: ci sono ragioni di tipo pratico e di tipo sociale. Nelle società arretrate dei paesi in via di sviluppo, come in quella bengalese, le donne rappresentano i soggetti più deboli, solitamente prive di diritti civili, analfabete e sottomesse prima alla volontà dei padri poi a quella dei mariti. In Bangladesh, tanto nelle città quanto nelle zone rurali, esse sono spesso oggetto di violenze e rappresentano sia dal punto di vista sociale che da quello economico l anello debole, anche a causa di un contesto sociale che ne perpetua la dipendenza economica e la subordinazione psicologica; in contesti in cui la povertà e le precarie condizioni di vita accrescono ancora di più le difficoltà del vivere quotidiano, la donna diventa il capro espiatorio di ogni frustrazione e se in una famiglia qualcuno deve patire la fame, questa sarà sicuramente la donna, che viene vista come un peso e come una bocca in più da sfamare. Il Bangladesh è un paese in cui la vulnerabilità, la sottomissione all uomo e la dipendenza 9

economica sono insite nella vita della donna e la violenza stessa è vista come parte integrante della vita quotidiana, per cui è difficile rendere le donne consapevoli della propria situazione e far capire loro che la situazione può essere diversa, perché esse dimostrano ad un primo approccio molta diffidenza ed anche paura di eventuali ritorsioni da parte della famiglia. Questi sono i motivi socio-culturali che hanno spinto la Grameen Bank a scegliere le donne con l intento di aiutarle ad inserirsi all interno della comunità, far comprendere in primo luogo a loro stesse il proprio valore, per poi dimostrarlo agli uomini ed alla società. Passiamo ora ai motivi pratici: le donne hanno una maggiore propensione al risparmio ed una maggiore capacità di adattamento, sono considerate più responsabili nella restituzione del prestito e più puntuali nei pagamenti, sono più lungimiranti e pragmatiche degli uomini per cui riescono a far fruttare meglio le attività che mettono in campo. Inoltre, quando il finanziamento passa tra le loro mani, diventa strumento di sviluppo sociale e porta a cambiamenti più rapidi ed incisivi rispetto a quando viene gestito dagli uomini; i maggiori benefici si verificano in seno alla famiglia dove le donne, dato che si occupano della gestione della casa e dell educazione dei figli, non spendono il denaro ottenuto per uso personale ma lo impiegano per migliorare le condizioni dell intera famiglia, ad esempio per apportare delle migliorie alla casa o per garantire un istruzione ai figli. Le attività che i poveri intraprendono grazie ai finanziamenti così ottenuti sono forme di auto-impiego, percepite come l unica forma di sopravvivenza per intere famiglie e rientranti nel cosiddetto settore informale, anche perché in paesi come il Bangladesh solo un terzo della popolazione riesce ad ottenere un lavoro salariato. In effetti, per uscire da questo circolo vizioso, è il lavoro autonomo che, se supportato dal credito, riesce a produrre maggiori opportunità per favorire questo processo di miglioramento. La Grameen Bank dunque non è solo una banca, ma è anche un progetto culturale volto a favorire lo sviluppo, non solo economico, dei poveri e delle comunità rurali. 10

Oltre ad incoraggiare l attività economica attraverso la concessione di finanziamenti, essa svolge un opera educativa e di sensibilizzazione delle persone, incoraggiandole a prendere coscienza della propria condizione e spronandole a migliorarla. Per fare questo si avvale delle cosiddette Sedici Risoluzioni, una serie di regole pratiche e di comportamento che, se applicate, possono trasformare radicalmente il proprio modo di condurre la vita a favore dell adozione di un nuovo modello in cui valori quali la salute, l igiene, la nutrizione, l importanza dell istruzione e della pianificazione familiare, il lavoro e il reciproco rispetto assumono una grande importanza. È interessante analizzare dunque i punti di forza che hanno consentito il successo di questa iniziativa. La scelta della clientela che, pur caratterizzata da assoluta povertà, manifesti un potenziale della persona di assoluto interesse. La vicinanza della banca alla propria clientela attraverso un attenta selezione della formazione del suo personale e con un approccio della banca verso il cliente. Ancora, il rapporto stretto ma informale che la banca crea con il cliente rispettando in pieno i diritti della persona ed i suoi bisogni. Infine, l accesso alle fonti di finanziamento da parte della banca attraverso il ricorso a crediti agevolati ottenuti dalla Banca Centrale del Bangladesh, da altre banche occidentali, da donazioni da parte di governi, da fondazioni e enti di beneficienza che hanno appieno sposato il percorso studiato dal fondatore. A dimostrazione della validità dell iniziativa va riportato che nei 20 anni circa di operatività della banca 6 milioni e mezzo di abitanti del Bangladesh sono usciti dalla povertà grazie all erogazione di microprestiti, e che è stata favorita la diffusione del microcredito in altri 60 paesi sparsi nel mondo, salvando dalla miseria oltre 40 milioni di persone. Nonostante quindi l entità modesta dei prestiti erogati, questi ultimi hanno permesso di innescare un circolo virtuoso di sviluppo anche in condizioni di estrema povertà: l accesso al credito ha generato investimenti produttivi di reddito (i soggetti beneficiari di credito vedono accrescere in media il proprio 11

reddito del 58% nei due anni successivi secondo uno studio della Banca centrale del Bangladesh) che a sua volta ha generato risparmio attraverso cui vengono ripagati i debiti e vengono favoriti nuovi investimenti. Ovvio, tutto ciò ha prodotto effetti positivi anche sul livello di alfabetizzazione e di istruzione, sulle condizioni igienico-sanitarie, sul miglioramento delle condizioni alimentari, sul diverso status sociale e sul diverso potere contrattuale delle donne non solo all interno della famiglia ma anche nella società. I risultati della Grameen Bank si commentano da soli; va però precisato che il suo successo è dovuto ad una serie di elementi che hanno rappresentato i suoi punti di forza come l attenzione all uomo, la scelta della clientela e le procedure di selezione di questa, le modalità di rimborso, che prevedono la restituzione dei prestiti con scadenze brevi e con rate molto piccole, la creazione di una struttura organizzativa che permette di svolgere un attività di controllo tra i membri, una forma di garanzia sociale che supplisce la mancanza di garanzie patrimoniali per la restituzione del finanziamento ed il rafforzamento delle relazioni sociali esistenti tra i membri dei gruppi. Ad ulteriore conferma vanno ricordate le iniziative in altri paesi, come per esempio gli Stati Uniti nei ghetti di Chicago o in Norvegia nelle regioni del circolo polare che, traendo spunto dall iniziativa di Yunus, hanno sperimentato iniziative di microcredito volte a fornire aiuto ai più poveri. Va appena ricordato che Yunus ha ottenuto il premio Nobel per la pace nel 2006 per l impegno diretto a promuovere lo sviluppo economico-sociale partendo dal basso. Lo sviluppo di questo nuovo approccio ha portato alla costituzione di banche etiche anche nel nord del mondo. In particolare, per quanto riguarda l Europa ricordiamo la Oecobank con sede a Francoforte, la Triados Bank olandese, la Banca alternativa svizzera e infine la Banca Etica in Italia. A conferma dell importanza del tema in questione vorrei chiudere con quanto espresso da Sua Santità Giovanni Paolo II in un messaggio per la celebrazione della Giornata mondiale della pace il 1 gennaio 1998. 12

Vi sono altre forme di ingiustizia che mettono a rischio la pace. Desidero ricordare innanzitutto l'assenza di mezzi per accedere equamente al credito. I poveri sono tante volte costretti a restare fuori dai normali circuiti economici o a mettersi nelle mani di trafficanti di denaro senza scrupoli che esigono interessi esorbitanti, con il risultato finale del peggioramento di una situazione già di per sé precaria. Per questo, è dovere di tutti impegnarsi perché ad essi sia reso possibile l'accesso al credito in termini equi e con interessi favorevoli. Per la verità in diverse parti del mondo già esistono istituzioni finanziarie che praticano il microcredito a condizioni di favore per chi ne ha bisogno. Sono iniziative da incoraggiare, perché é su questa strada che si può giungere a stroncare alle radici la vergognosa piaga dell'usura, facendo in modo che i mezzi economici necessari per lo sviluppo dignitoso delle famiglie e delle comunità siano accessibili a tutti. 13

Le Sedici Risoluzioni della Grammen Bank 1. Rispetteremo e applicheremo i quattro principi della Banca Grameen: disciplina, unità, coraggio e impegno costante in tutti gli ambiti della nostra esistenza. 2. Porteremo la prosperità nelle nostre famiglie. 3. Non vivremo in case diroccate. Ripareremo le nostre case e cercheremo quanto prima di costruirne di nuove. 4. Coltiveremo ortaggi tutto l anno. Molti ne mangeremo, e venderemo quello che ci resta. 5. Durante il periodo del trapianto, metteremo a dimora quanti più germogli possibili. 6. Faremo in modo di non avere troppi figli. Limiteremo le nostre spese. Ci cureremo della nostra salute. 7. Educheremo i nostri figli, e lavoreremo per aver modo di provvedere alla loro istruzione. 8. Sorveglieremo la pulizia dei nostri figli e dell ambiente in cui viviamo. 9. Costruiremo e useremo le fosse biologiche. 10. Berremo l acqua dei pozzi profondi. Se non ne avremo la bolliremo o la disinfetteremo con l allume. 11. Non chiederemo una dote per il matrimonio di nostro figlio, né pagheremo una dote per il matrimonio di nostra figlia. Faremo sì che i nostri centri non siano afflitti da questa calamità. Rifiuteremo la pratica del matrimonio tra bambini. 12. Non commetteremo ingiustizie e ci opporremo a che altri le commettano. 13. Investiremo collettivamente al fine di aumentare i nostri redditi. 14. Saremo sempre pronti ad aiutarci reciprocamente. Se qualcuno è in difficoltà ci mobiliteremo in suo aiuto. 15. Se apprendiamo che in un centro si contravviene alla disciplina, interverremo personalmente per ristabilirla. 16. Introdurremo l esercizio fisico in tutti i nostri centri. Parteciperemo collettivamente agli incontri organizzati. 14

ELENCO FONDI I fondi con finalità umanitarie sono: Azimut Solidity, Ras Cedola, Fondocri Etico Roma Caput Mundi e Nordfondo Etico Organizzazioni non profit, meritevoli per le loro attività sociali ed umanitarie: Lega italiana per la lotta contro i tumori, Istituto Gaslini, Associazione Missioni Don Bosco, WWF, Unicef, Lega del Filo d oro, Unione Italiana Lotta alla distrofia muscolare e Fondazione Exodus. Fondi che attuano una gestione etica: i tre fondi che fanno parte del Sistema Etico Sanpaolo, Investietico, BNL per Telethon e GEO European Ethical I fondi verdi sono: Euromobiliare Green Equity Fund, Gestnord Ambiente, Ducato Ambiente. 15