4. Il factotum della città Come Pseudolo nell omonima commedia plautina si vanta di aver saputo ordire magistralmente l inganno per aiutare il giovane Calidoro, così Figaro, nella famossissima aria de Il barbiere di Siviglia (opera lirica di Gioacchino Rossini su libretto di Cesare Stermini, tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais, messa in scena per la prima volta nel 1816), si gloria di essere il factotum della città, senza l ausilio del quale non è possibile combinare matrimoni. La sua fama arriva alle orecchie del conte di Almaviva, che si rivolge allo scaltro barbiere per conquistare la bella Rosina (giovane orfana, pupilla del vecchio dottor Bartolo che, a sua volta, vorrebbe sposarla). Riportiamo qui di seguito la seconda scena del primo atto. Figaro, con chitarra appesa al collo, e il Conte Largo al factotum della città. Presto a bottega Che l alba è già. Ah che bel vivere Che bel piacere Per un barbiere Di qualità! 1
Ah bravo Figaro Bravo bravissimo Fortunatissimo Per verità! Pronto a far tutto La notte e il giorno Sempre d intorno In giro sta. Miglior cuccagna Per un barbiere Vita più nobile No, non si dà. Rasori e pettini, lancette e forbici, al mio comando tutto qui sta. Se poi mi capita Il buon momento Nel mio mestiere Vaglio per cento Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono, 2
donne, ragazzi, vecchi, fanciulle: qua la parrucca presto la barba qua la sanguigna <presto il biglietto > Figaro Figaro Son qua, son qua Oimè che furia, oimè che folla, uno alla volta, per carità! Figaro Figaro Eccomi qua. Pronto prontissimo Son come un fulmine Sono il factotum della città. Ah bravo Figaro Bravo bravissimo Fortunatissimo Per verità. Ah, ah! Che bella vita! Faticar poco, divertirsi assai, e in tasca sempre aver qualche doblone, 3
gran frutto della mia riputazione. Ecco qua: senza Figaro Non si accasa in Siviglia una ragazza; a me la vedovella ricorre per marito: io colla scusa del pettine di giorno, della chitarra col favor la notte, a tutti onestamente, non fo per dir, m adatto a far piacere: oh che vita, che vita! Oh che mestiere! Orsù, presto a bottega (È desso, o pur m inganno?) (Chi sarà mai costui?..) (Oh è lui senz altro!) Figaro!.. Mio padrone Oh chi veggo!.. Eccellenza!.. Zitto, zitto, prudenza: qui non son conosciuto, né vo farmi conoscere. Per questo ho le mie gran ragioni. 4
Intendo, intendo, la lascio in libertà. No Che serve? No, dico: resta qua; Forse ai disegni miei Non giungi inopportuno Ma cospetto, dimmi un po, buona lana, come ti trovo qua?.. poter del mondo! Ti veggo grasso e tondo La miseria, signore. Ah, birbo! Grazie. Hai messo ancor giudizio? Oh e come! Ed ella, come in Siviglia? Or te lo spiego. Al Prado Vidi un fior di bellezza, una fanciulla Figlia d un certo medico barbogio 5
Che qua da pochi dì si è stabilito. Io di questa invaghito Lasciai patria e parenti, e qua men veni, e qi la notte e il giorno passo girando a que balconi intorno. A que balconi? Un medico? Oh cospetto, siete ben fortunato; sui maccheroni il cacio v è cascato. Come? Certo. Là dentro Io son bariere, perrucchier, chirurgo, botanico, spezial, veterinario, il faccendier di casa. Oh che sorte! Non basta. La ragazza Figlia non è del medico. È soltanto La sua pupilla! Oh che consolazione! Perciò zitto! 6
Cos è? S apre il balcone. Si ritirano sotto il portico. Puoi vedere la scena che hai appena letto sul sito: http://it.youtube.com/watch?v=rmtcmbn56jk Ispirato allo Pseudolus plautino è il film Dolci vizi al Foro (A Funny thing Happened on the Way to the Forum del 1966), a sua volta tratto da un musical di B. Shevelove e L. Gelbart che aveva liberamente manipolato spunti e personaggi mutuati dalle commedie di Plauto. 7